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sabato 27 aprile 2013

Derby 2013 Torino-Juventus. Intervista a Luca Fusi il doppio ex


Si avvicina il derby con il Torino che peraltro potrebbe regalare lo scudetto alla Juventus. Queste partite, tuttavia, sono sempre delicate e riservano molte insidie indipendentemente dalla posizione di classifica. Per analizzare il big match della trentaquattresima giornata, la redazione di tuttomercatoweb, ha intervistato Luca Fusi, ex centrocampista che ha militato sia nelle fila dei granata sia in quelle bianconere.
Ecco le sue dichiarazioni:

Vigilia del derby che potrebbe valere il secondo scudetto di fila. Per quanto queste partite siano sempre un rebus, la Juventus parte favorita in virtù dei risultati delle ultime sfide?

"I bianconeri sono favoriti però il derby è sempre una partita particolare in cui le differenze, specialmente in certi momenti della stagione, si azzerano".

Chi può essere l'uomo decisivo da ambo le parti?

"E' normale che in queste partite le punte possano risultare decisive per cui direi Vucinic e Bianchi, uno che sente molto il derby. Comunque credo che più che la giocata del singolo potrà essere decisivo l'episodio in quanto sarà una partita ricca di carica agonistica".

Contro Lazio e Milan, Conte, ha preferito l'innesto di un centrocampista in più a discapito di un attaccante, passando, dunque, dal 3-5-2 al 3-5-1-1. Lei da ex centrocampista come vede questa scelta tattica che probabilmente verrà ripetuta anche contro il Torino?

"In questo momento è difficile lasciar fuori Pogba e Conte in virtù della sua grande condizione fisica lo sta facendo giocare titolare. E' un'esigenza del momento. Il tecnico pugliese è bravo a variare il sistema di gioco e quindi ad inserire i giocatori che stanno meglio dal punto di vista fisico".

La Juventus in Italia sta dominando mentre in Europa, nel doppio confronto contro il Bayern, è emerso un certo gap con i bavaresi. Cosa le manca ai bianconeri per essere al pari dei top club europei?

"Intanto abbiamo visto che questa differenza poi non è così ampia. Il Barcellona, ad esempio, contro il Bayern Monaco ha preso quattro gol e la Juventus in certi tratti ha dimostrato di essere più squadra rispetto ai catalani. Manca il fatto di essere sempre presente cioè l'esperienza che comunque ora i bianconeri acquisiranno. Il Borussia Dortmund è diventato competitivo in Europa dopo qualche anno".

Cosa ne pensa del Top Player? Potrebbe far fare il salto di qualità?

"Può fare la differenza solo se è funzionale agli equilibri creati da Conte che in questi due anni è stato bravo a creare un grande collettivo altrimenti danneggia solo gli equilibri".

In attesa di festeggiare il secondo scudetto di fila (meglio nel derby col Toro o il 5 maggio?) la Juventus continua a dare la caccia al grande colpo di mercato in attacco per la prossima stagione.

L'obiettivo numero uno risponde al nome di Luis Suarez. L'attaccante del Liverpool è stato squalificato dieci giornate per il morso dato al difensore del Chelsea, Ivanovic. Ormai la sua reputazione in Inghilterra è rovinata, come confermano le dure parole del premier britannico David Cameron: "Come uomo e come padre penso che servano pene severe per i giocatori che si comportano così, rappresentano un esempio orrendo per i giovani che amano il calcio".

Il trasferimento alla corte di Conte, in un Paese e in un campionato diverso, fornirebbe a Suarez l'occasione giusta per ricostruire la propria immagine. Tra l'altro un acquisto del genere potrebbe rivelarsi una 'rivincita' anche per la Juve, che storicamente non ha avuto troppa fortuna con i giocatori arrivati dal Liverpool (ricordate il bomber gallese Ian Rush?) o di nazionalità uruguaiana: basti pensare ai vari Fonseca, Zalayeta, O'Neill, Olivera e Martinez.
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Noi dobbiamo comunque 'fare' il Toro'. La frase di Gian Piero Ventura sintetizza la particolarità di questo derby, dove sono in palio salvezza e scudetto. "E' una partita singola - dice il tecnico granata - e in questi casi può vincere anche chi non è favorito. A patto di giocare da Toro'. Ventura si augura che 'sia una festa di sport', in riferimento alla situazione dell'ordine pubblico all'Olimpico e all' eventualità che la Juve festeggi lo scudetto proprio in casa del Toro.

Roberto Mancini: per il calciomercato comprare in Italia per far grande il Manchester City



''Comprare presto e bene'' per evitare una campagna acquisti anonima e inconcludente come l'anno scorso. L'allenatore del Manchester City, Roberto Mancini, ha le idee chiare per rafforzare la rosa della squadra che ha vissuto una stagione abbastanza deludente, nonostante la finale di FA Cup che giocherà il prossimo 11 maggio contro il Wigan. Il messaggio che Mancini invia allo sceicco al Khaldoon Al Mubarak, proprietario del club, suona più o meno cosi': il club si muova velocemente sul mercato se non vuole ripetere gli errori della passata stagione che vide via via sfumare tutti gli obiettivi del City, Robin Van Persie in testa, passato ai cugini dello United e fondamentale nella conquista dello scudetto.

''Abbiamo in mente i nostri obiettivi per la prossima stagione e dovremo muoverci molto rapidamente, cosa che non abbiamo fatto che l'anno scorso'', ha detto Mancini nel corso di una conferenza stampa. L'anno scorso, ha aggiunto, ''abbiamo perso giocatori che erano i nostri obiettivi per migliorare la nostra squadra. E secondo me quando si ha un obiettivo in testa ci si deve muover rapidamente''. Mancini ha poi parlato della travagliata stagione dei 'citizens', negando pero' che tra la sua squadra e lo United campione d'Inghilterra ci siano tutti i punti di differenza come recita la classifica (84 contro 68): ''Non credo che la distanza sia corretta - ha detto Mancini - Abbiamo ancora cinque partite a disposizione e abbiamo la possibilità di recuperare 6-7 punti, credo sia possibile''. Il problema, ha aggiunto l'ex tecnico di Lazio e Inter, e' che ''nel momento cruciale della stagione abbiamo dovuto fare a meno di qualche giocatore, perché infortunato. Lo United era invece più attrezzato per far fronte a queste emergenze, anche se abbiamo fatto errori che ci hanno impedito di rivincere il titolo e loro hanno fatto meglio di noi. Comunque, il Manchester Utd merita di vincere il titolo, complimenti a loro''.

Fra gli obiettivi di mercato del Manchester City anche la stampa inglese indica i romanisti Lamela e De Rossi, il viola Jovetic e il milanista El Shaarawy.

Calciomercato Inter per l'estate 2013


Importante anticipazione di mercato da parte di Sportmediaset per quanto riguarda l’Inter. Ormai è sicuro: Leonardo tornerà al termine di questa stagione. L'attuale dirigente del Psg ha trovato l'accordo con il club nerazzurro per assumere la carica di direttore generale. In pratica il brasiliano rivestirà un ruolo come quello di Galliani al Milan. Per Leo si tratta di una nuova opportunità offerta dal presidente Massimo Moratti dopo aver allenato i nerazzurri nella stagione 2010-2011.

La volontà di Moratti è quella di fare di Leonardo il volto pubblico del club, una figura che metta la faccia sia nei momenti felici, sia in quelli più complicati. Il rapporto tra i due, anche dopo l'addio nel 2011, non si è mai incrinato e il presidente nerazzurro è a conoscenza della capacità dirigenziale del brasiliano. Per questo motivo avrebbe pensato a una figura nuova da inserire in società subito sotto di sé a livello gerarchico, ma in continuo contatto e collaborazione con il tecnico, Stramaccioni in questo caso, e il duo di mercato Ausilio-Branca che resterebbero operativi.

All'Inter non esistono più giocatori incedibili: per questo motivo, nonostante sia uno dei pochi in questa stagione ad essere stato sempre all'altezza della situazione, Samir Handanovic può essere sacrificato sul mercato in uscita. Molto dipenderà dal tenore delle eventuali offerte che dovessero arrivare al club nerazzurro: tanto per fare un esempio non a caso, se davvero il Barcellona mettesse sul piatto 30 milioni di euro, per Moratti sarà quasi impossibile dire di no.

Ovviamente in tal caso i dirigenti nerazzurri saranno chiamati a risolvere un problema in più, quello del portiere. In prospettiva futura l'Inter punta sul giovane nazionale Under 21 Bardi (attualmente in prestito al Novara) che però, prima di essere lanciato davanti al pubblico di San Siro col rischio di bruciarsi, ha bisogno di fare un po' di esperienza in Serie A.

Sul mercato italiano si fa il nome di Agazzi del Cagliari, che ha la stessa età di Handanovic (classe 1984). La possibile retrocessione in B del Palermo potrebbe far tornare d'attualità la pista Sorrentino, già battuta nello scorso mercato di gennaio, ma l'ex Chievo ha già 34 anni. La soluzione ideale sarebbe rappresentata da Federico Marchetti anche se non sarà affatto facile trattare col presidente Lotito, che non ha alcuna intenzione di cedere il suo portiere a cifre abbordabili

Nelle ultime ore si è parlato di David Villa come possibile contropartita tecnica per il passaggio dall'Inter al Barcellona dell'estremo difensore Handanovic. Stando alle indiscrezioni che continuano a filtrare, però, questa potrebbe non essere l'unica soluzione per sbloccare l'affare. Ai nerazzurri, infatti, piacciono anche Alexis Sanchez e Martin Montoya che, per motivi diversi, potrebbero essere lasciati liberi dai blaugrana di accasarsi altrove e, quindi, anche all'Inter in vista della prossima stagione. Non sembra, tuttavia, che la trattativa sia ancora avviata in questo senso.

mercoledì 24 aprile 2013

Milan, soldi Champions per arrivare a Lavezzi



L’operazione resta complicatissima. Vuoi per il costo del cartellino, visto che il Psg quasi un anno fa ha versato una trentina di milioni di euro nelle casse del Napoli, vuoi per l’ingaggio dell’argentino, che ha firmato un ricco contratto fino al 2017.

Terzo posto decisivo. Per salvare la panchina di Allegri («Se raggiungeremo il traguardo, la società valuterà la stagione positivamente. In caso contrario? Non ci penso. Ora siamo terzi, perciò lo farò solo se accadrà», l’avvertimento di Galliani, mentre Berlusconi da Roma, davanti all’ipotesi di restare senza Champions, ha detto: «Spero proprio di no, sarei preoccupatissimo»), ma anche per coltivare una clamorosa suggestione. La novità di ieri, infatti, oltre all’Assemblea degli azionisti, è che Lavezzi, approfittando di uno dei suoi frequenti blitz a Milano (anche ieri shopping con la fidanzata in centro), avrebbe fatto recapitare un messaggio in via Turati. Il contenuto? In sostanza, la sua disponibilità a trasferirsi a Milanello la prossima estate.

La voce ha cominciato a circolare nel pomeriggio, trovando ulteriore consistenza più tardi. L’operazione, però, resta complicatissima. Vuoi per il costo del cartellino, visto che il Psg quasi un anno fa ha versato una trentina di milioni di euro nelle casse del Napoli, vuoi per l’ingaggio dell’argentino, che ha firmato un ricco contratto fino al 2017. E pensare che, prima di trasferirsi in Francia, Lavezzi era ad un passo dall’Inter... Ad ogni modo, se l’indiscrezione trovasse conferme, vorrebbe dire che, a distanza di un solo anno dallo sbarco a Parigi, un altro big, dopo Ibrahimovic, gradirebbe tornare in Italia.

Zeman: «Io all'Inter? Per me un orgoglio»


Pubblichiamo un'intervista del Corriere dello Sport a Zeman

Come s’usava a volte a scuola, Zeman: il primo argomento è a piacere... «Sono pronto a rispondere a qualsiasi domanda...».

Ha metabolizzato il dolore per l’esonero della Roma?
«Andiamo avanti, se può...».

Prendiamola alla larga, allora: che campionato ha visto?
«Direi mediocre».

L’ha vinto ormai la Juventus...
«La più forte. Quella che ha dimostrato di crederci più di ogni altra. La società che ha messo chiunque nelle migliori condizioni per lavorare».

Le squadre che le piacciono di più...
«In questo momento, per vari motivi, il Bayern Monaco e il Barcellona. Forse i tedeschi li preferisco perché esprimono un calcio più vivace. Ma entrambe racchiudono l’essenza d’una filosofia fondata sulla programmazione».

Scelga i migliori allenatori.
«Da quando ho perso di vista il mio preferito, Hiddink, direi Heynckes e Conte»

Ma il calcio italiano a che punto è?
«In piena crisi di valori etici, dominato dagli interessi degli sponsor e del merchandising, alla ricerca di danaro per rimediare agli investimenti sbagliati. Il Barcellona vince perché ha calciatori che ha formato nella propria cantera: è chiaro che poi deve intervenire anche attraverso il mercato, ma dietro di sé ha un alto profilo programmatico».

Zeman: «Io all'Inter? Per me un orgoglio»

Ha trovato pure i colpevoli?
«Non spetta a me, io posso provare - attraverso le mie opinioni - a individuare la cause. Forse è la società moderna che va così; o più semplicemente manca in alcuni la cultura sportiva. Vent’anni fa era diverso, esistevano uomini-simbolo: adesso comandano le tv, che distribuiscono ricchezza e opinioni attraverso le quali si tenta di influenzare il pensiero altrui. E’ una forma di potere, questo, che a me non piace. Si ha l’impressione di essere ostaggi della televisione».

Impossibile svicolare: dove vuole arrivare?
«Non lancio messaggi, esprimo i concetti. Che sono i miei. Poi possono piacere o no. Ma mi sembra che per una parte della classe dirigente sia più importante ciò che succede fuori che dentro campo».

Torniamo al 2 febbraio scorso: l’esonero era nell’aria...
«Io so che il 22 dicembre, dopo aver battuto il Milan, eravamo, quasi unanimemente, la squadra che con la Fiorentina esprimeva il più bel calcio in Italia. E la Roma con la Fiorentina ne ha vinte anche due su due....».

Però qualcosa era cambiato...
«Non dentro di me: quando sono tornato a Roma, l’ho fatto innanzitutto per affetto, perché sono legato al club, perché volevo ripartire - tredici anni dopo - e provare a regalare ai tifosi le stesse soddisfazioni di Pescara. Oggi, a posteriori, non saprei dirle perché sono stato chiamato, né perché mi sia stato proposto un biennale».

Sospetta (forse) d’esser stato scelto come personaggio-immagine?
«Posso soltanto dire che soltanto dopo essere arrivato qua, e non poteva accadere diversamente, ho scoperto che tra me e chi mi aveva voluto c’erano due visioni diverse del calcio».

Tra lei e la società qual era la differenza?
«Ci è mancata l’unità di intenti. Si dice così, no?».

Si dice così però spieghiamola...
«La Roma ha cambiato 14 calciatori, nove dei quali titolari. Eravamo la formazione più giovane. Ma anche i ragazzi di talento, per esplodere definitivamente, hanno bisogno di lavorare: l’unica condizione per migliorare e sviluppare le proprie qualità è quella. E poi esiste il rispetto delle regole. Chi arriva in un club così prestigioso, non deve pensare di aver raggiunto l’obiettivo. Deve poi confermarsi».

Resta vago e allora andiamo al cuore del problema: le responsabilità non saranno sempre degli altri, lei pensa d’aver commesso errori?
«Forse ho sbagliato nel pensare e nel credere, venendo alla Roma, che tutti avessero il mio stesso entusiasmo e la mia stessa concezione del calcio, il desiderio di vincere».

sabato 20 aprile 2013

Pillole di calciomercato ad aprile 2013

Il Milan accelera per Weiss del Pescara, Izvestia parla di una trattativa avanzata tra Pescara e Milan per il 23enne centrocampista offensivo slovacco Vladimir Weiss.

Clamoroso Neymar: ignora il Barcellona. Per alcuni ha già firmato col Barcellona, per altri il suo futuro è ancora aperto a moltissime soluzioni. Le parole di Neymar ('92) a Radio Globo fanno pensare a questa seconda possibilità: "Al momento non sono interessato al Barcellona. È un grande club, ma per il momento sono felicissimo qui al Santos, non ho bisogno di andare in Europa. Come ho già detto più volte il mio futuro dipenderà da me e dalla mia famiglia, quando sarà il momento di partire lo saprete tutti". Il contratto del brasiliano con la sua squadra attuale scade nel 2014.

Massimiliano Allegri applaude la scelta di Mario Balotelli di rinunciare al viaggio a New York per la cerimonia con i 100 personaggi più influenti al mondo scelti dal Time per il 2013. "È stata una decisione di Mario, ha dimostrato grande professionalità e responsabilità in un momento importante in cui la squadra si gioca l'accesso in Champions - ha osservato l'allenatore del Milan -. Ha ritenuto di non andare a New York per prepararsi al meglio alla partita con il Catania". "Siamo contenti per la riduzione della squalifica", ha aggiunto Allegri, sottolineando che "da quando è arrivato al Milan, Balotelli ha sempre avuto un comportamento buono. È un personaggio talmente mediatico che qualsiasi cosa faccia diventa notizia, ma sul suo comportamento in partita non c'è nulla da dire".

A Massimiliano Allegri non dispiacerebbe allenare di nuovo Zlatan Ibrahimovic. "Chi non rivorrebbe un giocatore come Ibra, ma visti i numeri che ha credo sia molto difficile a tornare in Italia - ha detto l'allenatore del Milan - È disposto a tagliarsi stipendio? Ci vorrebbe un bel taglione... È un giocatore straordinario, per noi è stato determinante nei primi sei mesi quando cercavamo di diventare una squadra di calcio. Ma credo che Balotelli abbia tutte le possibilità di diventare come Ibra nei prossimi anni".

Inter su  Ibarbo e Nainggolan del Cagliari. Spunta anche Ibarbo tra gli obiettivi dell'Inter. Anzi, il piano sarebbe quello di mettere assieme un'accoppiata con un altro cagliaritano, ovvero, Nainggolan e farli traslocare entrambi alla Pinetina. Il centrocampista belga non è una novità, ma su di lui la concorrenza è decisamente ampia e autorevole, con il Napoli da considerare al momento come il rivale più accreditato. In corso Vittorio Emanuele, però, pensano di avere le carte giuste, ovvero le contropartite tecniche, per convincere il Cagliari. Tornando a Ibarbo, l'idea ha preso concretezza dopo il match con il Cagliari della scorsa domenica. Con la sua velocità, il colombiano ha messo in crisi l'intera retroguardia nerazzurra, compreso Juan Jesus che ha doti di sprinter fuori dal comune. E visto che il progetto della nuova Inter prevede l'innesto di un paio di esterni offensivi, Ibarbo ha le caratteristiche giuste per andare a coprire quel settore. Il suo nome, a questo punto, va ad aggiungersi a quelli di Sanchez - il preferito ma l'operazione oltre che onerosa è comunque complicata, anche perché c'è da battere la Juventus -, Aubameyang, Lennon e pure Diamanti. Il vantaggio di mettere in piedi un'operazione con il Cagliari è che sono percorribili formule differenti, compresa la comproprietà, non consentita con i club esteri. Per quanto riguarda le pedine da inserire nell'affare, alla squadra rossoblù potrebbero interessare ad esempio Biraghi, al momento in prestito al Cittadella, che si sta imponendo come uno dei migliori terzini sinistri della serie B e che è tra le prime scelte del ct Mangia per l'Under 21, oppure Bessa, poco impiegato nel Vicenza, ma dalle doti tecniche indiscutibili.

In attesa di trasferirsi all'Inter a parametro zero durante la prossima estate, Ruben Botta (23) continua a incantare l'Argentina e l'intero Sudamerica. Protagonista negli ultimi giorni in Copa Libertadores con la maglia del Tigre, il giovane attaccante ha rilasciato una intervista al quotidiano Clarin: "Sono contento per come stanno andando le cose - riporta Fcinternews.it -. E' il miglior momento della mia carriera, non sono mai stato così forte. Voglio dare il meglio per il Tigre, la mia idea è entrare nella storia di questa società e magari arrivando nella finale di Copa Libertadores possiamo tornare a entusiasmarci. Vado all'Inter? So che potrei andare a giocare con tanti campioni nel futuro prossimo, ma adesso non mi pesa: la mia testa è al Tigre e penso solo a difendere i colori della mia società attuale".

Non solo Roberto Pereyra (22), ma il Napoli ha individuato in un altro attaccante dell'Udinese uno dei potenziali colpi in vista della prossima stagione. Come si legge su Sportmediaset il club partenopeo potrebbe puntare su Luis Muriel (22) nel caso in cui Edinson Cavani dovesse lasciare la piazza azzurra. Il colombiano piace tantissimo al presidente Aurelio De Laurentiis, il quale potrebbe tuttavia decidere di portare Muriel all'ombra del Vesuvio anche senza la cessione del Matador anticipando dunque la folta concorrenza sull'ex Lecce e Granada.

Juventus - Milan: si inizia il big match con la sfida per Marco Verratti


I bianconeri hanno Pirlo e stanno cercando il vice. I rossoneri lo avevano e ora rivogliono un regista. La Juve (veto su Vidal) offrirebbe Lichtsteiner al Psg, il Milan invece Boateng o Robinho. Leonardo dice no.

Stephan El Shaarawy tornerà titolare nell'attacco del Milan contro la Juventus, dopo aver cominciato in panchina l'ultima partita contro il Napoli. "Domenica non sono stato né coraggioso né temerario, l'assenza di El Shaarawy era annunciata dopo la conferenza stampa di sabato. Credo di aver detto fra le righe che
Robinho era in forma - ha spiegato Massimiliano Allegri.

Intanto, Robinho ha ribadito a più riprese il suo voler rimanere al Milan, ma la sua permanenza in rossonero sembra decisamente improbabile.

Il nazionale brasiliano era già dato per sicuro partente a gennaio, ma il ritorno in Brasile non si materializzò. Venerdì, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Robinho aveva ribadito: "Vorrei rinnovare il mio contratto, chiudere la stagione alla grande e rimanere al Milan".

Robinho, 29 anni, dovrebbe partire dalla panchina nella sfida contro la Juventus. Il suo contratto con i rossoneri scadrà nel 2014 e, in caso di rinnovo, sarà sicuramente verso il basso. Il suo attuale ingaggio (circa 4 milioni di euro) non è più nelle corde del Milan; il giocatore, però, non sembra essere intenzionato a perdere soldi. Motivo per il quale le strade, a meno di clamorosi retromarcia, si divideranno.

El Shaarawy gioca, lo dico così oggi sono più chiaro". L'allenatore rossonero ha ribadito che quella di domenica scorsa "é stata una scelta tecnica, che ho fatto e rifarei. Credo - ha continuato alla vigilia della sfida di Torino - che Stephan stia facendo una grande annata, con grande intensità e numeri importanti: una panchina non cambia assolutamente il mio giudizio nei confronti del ragazzo e il suo valore".

Massimiliano Allegri ha fissato a 70 punti la soglia minima per garantirsi il terzo posto a cui punta il suo Milan, che contro la Juventus proverà a migliorare il suo rendimento contro le prime in classifica. "Ci sono campionati in cui fai tanti punti con le piccole e non sei obbligato a vincere tutti gli sonori diretti, e altri - ha spiegato l'allenatore dei rossoneri, a 59 punti a 6 giornate dal termine - in cui succede il contrario. Per arrivare al terzo posto non puoi scendere sotto i 70 punti: puoi farli con Juve Cagliari, o Roma, alla fine ti servono quei punti". L'allenatore della Juventus Antonio Conte non ha gradito alcune statistiche di Galliani. "Conte non se la deve prendere perché allena una squadra con 11 punti di vantaggio sulla seconda, ha tutte le ragioni per essere soddisfatto - ha commentato Allegri.

Conte: “Rossoneri alla pari con noi. Pogba straordinario”. Pogba ha avuto una crescita esponenziale, l’anno scorso giocava nella Primavera del Manchester. Il tecnico bianconero risponde a Galliani: “Verissimo, sono alla pari. E non sempre vincono i più forti. La crescita straordinaria del francese mi ha spinto a cambiare. Chiellini sta bene

I 15 punti di differenza in classifica non ingannano Antonio Conte, alla vigilia di Juventus -Milan. “Ha ragione Galliani, noi e loro siamo alla pari. Non sempre vincono i più forti, negli ultimi due anni la storia dice che al Milan non è capitato di vincere”. Nessuna polemica, solo dati di fatto. E un ordine: “Ora conta portare a casa qualcosa. È stato un anno duro ma nonostante tutto siamo ancora protagonisti”.

sabato 6 aprile 2013

E' morto l'ex presidente dell’Atalanta Ivan Ruggeri


"L'Atalanta Bergamasca Calcio è in lutto, è scomparso Ivan Ruggeri, presidente della società nerazzurra dal 1994 al 2008". Con queste parole il sito dell'Atalanta ha annunciato la morte dell'ex storico presidente nerazzurro. "Il presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia atalantina partecipano con commozione al dolore della famiglia Ruggeri". Ivan Ruggeri aveva 68 anni ed era in stato vegetativo dal 16 gennaio 2008, quando venne colpito da una grave emorragia cerebrale mentre si stava sottoponendo a una risonanza magnetica in ospedale.

Lascia la moglie e due figli, il maschio, Alessandro, aveva rilevato la guida del club nerazzurro diventando il presidente più giovane della Serie A ed era rimasto in carica fino alla cessione della società ad Antonio Percassi. I funerali si svolgeranno a Telgate, suo paese natio, lunedì pomeriggio alle 15.

Ruggeri era uno di quei dirigenti di calcio focosi, di provincia, senza peli sulla lingua, caratteristiche che lo hanno messo spesso in contrapposizione con il mondo ultras di Bergamo. In tal senso è importante quello che accadde in seguito agli scontri precedenti la sfida tra gli orobici e il Milan che portarono al rinvio della partita, l’allora presidente tuonò: “Non voglio mai più vedere questi caproni allo stadio”. I tifosi non gradirono e da quel giorno, non che prima i rapporti fossero idilliaci, iniziarono a chiedere la cessione del club. Non si sentiva amato dalla città e amareggiato aveva più volte dichiarato: “Bergamo non mi ha mai amato. Forse quando non ci sarò più la gente capirà quanto bene ho fatto all’Atalanta.

martedì 2 aprile 2013

Francia tassa del 75%, arriva la stangata per i calciatori e per le squadre di calcio


Il Paris St. Germain, il club di calcio più ricco di Francia, all'ordine del giorno odierno, oltre alla super sfida di stasera con il Barcellona in Champion League, avrà anche le tasse. Dall'ufficio del primo ministro Jean-Marc Ayrault, infatti, è arrivata la notizia di una proposta governativa per un'imposta del 75% sugli stipendi dei calciatori superiori a 1 milioni di euro (1,3 milioni). A pagare saranno i club. Il provvedimento, fortemente voluto dal presidente Hollande, era stato bocciato a dicembre dalla Corte Costituzionale perché prevedeva tasse a carico dei singoli atleti. Il governo ha detto di voler riscrivere la tassa per il 2014 ma sulla riforma fiscale pesa il giudizio della Corte di giustizia amministrativa secondo cui un'imposta superiore al 66% potrebbe essere respinto in quanto assimilata a "confisca".

La norma si aggiunge alla legge attuale che tassa al 49% i redditi superiori a 500mila euro l'anno.
«Questa nuova tassa costerà alle squadre di prima divisione 82 milioni di euro» ha detto la France Football League per la quale «con queste folle costo del lavoro, la Francia perderà i suoi migliori giocatori, i nostri club vedranno la loro competitività in declino dell'Europa e il governo perderà i suoi migliori contribuenti».

Almeno 12 calciatori del team di Paris guadagnano più di 1 milione di euro l'anno, secondo la rivista France Football. Tra questi l'attaccante svedese Zlatan Ibrahimovic, 15 milioni di euro all'anno, e l'allenatore Carlo Ancelotti, a 12 milioni di euro.

"Il nuovo dispositivo riguarderà tutte le imprese", spiegano da Matignon, ricordando che si tratta di un "contributo straordinario", che risponde a una "situazione eccezionale del nostro Paese in materia di indebitamento". La stessa fonte smentisce inoltre che Ayrault abbia avuto contatti in materia con il presidente della Federcalcio francese, Noel Le Graet, smentendo le dichiarazioni rilasciate da quest'ultimo alla stampa qualche giorno fa. "Ho avuto l'assicurazione dal Primo ministro in persona che solo le grandi aziende saranno tassate - aveva detto Le Graet - e i club professionistici sono considerati delle Pmi.
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