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venerdì 31 ottobre 2014

Silvio Berlusconi da le pagelle: promuove il Milan: 8 a Filippo Inzaghi



E dieci. Anche questo venerdì Silvio Berlusconi ha fatto visita a Milanello. Dopo aver salutato Adriano Galliani e Filippo Inzaghi, il presidente rossonero ha raggiunto la sala da pranzo per salutare la squadra. Nel suo discorso Berlusconi ha confermato la fiducia nel lavoro svolto dall'allenatore e dai giocatori, confermando il voto 7 al gruppo e l'8 in pagella a mister Inzaghi.

L'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani ha dichiarato: "Il presidente Berlusconi è sempre positivo, ha dato 7 alla squadra e 8 all'allenatore. Il consiglio è quello di fare gol, il presidente ha la capacita di stimolare e portare positività. Siamo sette squadre in un punto e la Fiorentina a 13 punti, è un campionato molto equilibrato. Il Milan sta facendo bene e la classifica è molto corta. Il presidente parla prima con la squadra poi ci si siede al tavolo, oggi c'erano anche Tassotti e Maldera e si parla di calcio. Berlusconi ha cercato Van Basten per fargli gli auguri, ma ha il telefono staccato. Io continuo a guardare remix di Van Basten e più mi emoziono e più mi piace! L'ultima partita è stata Ancona nel 1993, sono passati più o meno 20 anni. Lui era un immenso centravanti, sembrava avesse una mano al posto del piede".

"Montolivo? Puó fare tutto e poi mancano 25 giorni al derby - prosegue Galliani -, quindi vediamo dipende da che condizione di forma avrà. Bonaventura? Sta molto meglio, ma deve stare due giorni in casa pur non avendo nulla ma è giusto che faccia 48 ore tranquillo in casa. Con Pazzini ci siamo parlati e ció che ci siamo detti è una cosa interna. De Sciglio è un buon giocatore e ha alti e bassi come tutti, ma non è in difficoltà. Diego Lopez è in rampa di lancio ma non faccio io le formazioni, deciderà Inzaghi. Io credo che il problema alla caviglia abbia frenato Torres, deve crescere ma fa i movimenti giusti. Il movimento che ha fatto in occasione del gol di Honda su assist di El Shaarawy un altro giocatore egoista non avrebbe fatto il suo movimento".

Durante la conferenza stampa odierna, organizzata all'Expo Gate di Milano, Jérémy Menez ha sostanzialmente svelato la motivazione del suo vistoso calo di forma. "Abbiamo lavorato molto duramente, io mi sento meglio perché mi sono fermato quindici giorni durante la sosta, fisicamente ho perso un po' ma sto cercando di riprendere la forma. Sono il primo ad essere deluso e voglio tornare forte il prima possibile" ha dichiarato l'attaccante francese, conscio delle prove poco positive e motivato nel cercare di tornare quello delle primissime uscite stagionali.

La partita col Palermo si avvicina e Inzaghi sta pensando a quale attacco affidarsi. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport ha parlato di un eventuale stop per Torres (motivato alla risoluzione del problema alla caviglia), mentre Tuttosport ha rilanciato l'ipotesi Pazzini dal primo minuto. Lo spagnolo ha ben figurato nell'allenamento odierno, ma non è da escludere che l'attaccante toscano possa comunque divenire il centravanti designato contro i rosanero, tenendo conto anche delle condizioni non propriamente eccelse di Menez. Sarebbe la prima da titolare per l'ex blucerchiato, fin qui utilizzato solamente a gara in corso.

Ad eccezione di Honda, vero fromboliere del Milan di Inzaghi, le altre punte rossonere hanno fin qui latitato in zona rete. Lo stesso Menez, dopo l'exploit di Lazio e Parma (tre reti di cui due su rigore), non ha saputo più ripetersi. Fino a che "attaccanti non protagonisti" riusciranno a buttarla dentro, non ci saranno grossi problemi, ma auspicare una crescita realizzativa degli uomini offensivi alimenterebbe sogni ed ambizioni, a prescindere dall'attuale (buona) posizione di classifica.




Antonio Conte per l’Italia cerca nel Genoa e nella Sampdoria



Il ct visita i due club e dispensa complimenti: ''E' un piacere vederli lavorare. Investono sui giovani e hanno giocatori interessanti. Non sarebbe stato possibile vedere esordire Mandragora contro la Juve se non esistesse un progetto condiviso alle spalle.

E' un piacere vedere diventare protagonisti giovani come Perin, Sturaro e Mandragora. Si vede che qui c'è un progetto condiviso tra allenatore e società riguardo ai giovani. Gasperini non avrebbe potuto fare esordire in A contro la Juventus, non l'ultima arrivata, un giovane di 17 anni come Mandragora se non ci fosse una unità di intenti. Per noi allenatori questa condivisone è importante, perché a volte per non rischiare in certe partite si preferisce far giocare uno esperto". Sulla sconfitta della Juve ieri sera, Conte ha detto: "Giocare a Genova e sempre molto difficile perché impone ritmi intensi e non è semplice da affrontare. Qui non è mai una passeggiata".

Due squadre molto italiane con tanti giovani che si stanno approcciando alle parti alte della classifica. Due progetti basati sull’austerity e sulla voglia di tornare alla ribalta attraverso le proprie forze che fino ad oggi sono stati ignorati dalla Nazionale e da Antonio Conte. Ieri il commissario tecnico è finalmente approdato a Genova per vedere Genoa e Sampdoria che schierano, al contrario delle altre formazioni in Serie A, sempre più del 50% dei titolari italiani. Un serbatoio importante, che non poteva rimanere fuori dal giro della Nazionale. Ad oggi solo Perin è stabile nel gruppo azzurro e lo rimarrà sicuramente, da ieri sono però in tanti ad avere più di una occasione per giocare con la maglia azzurra.

In casa Genoa c’è Bertolacci che con Prandelli era già stato convocato per una stage. Insieme a lui sogna l’azzurro dei grandi anche Stefano Sturaro, seguito da vicino da Conte già ai tempi della Juventus. A soli 21 anni il salto potrebbe non essere immediato  quindi si aspetterà che il sanremese chiuda l’avventura con l’Under 21 e poi gli si schiuderanno le porte di Coverciano. Due giovani in rampa di lancio, ma non solo: covano speranze azzurre anche il capitano Antonelli e Matri. Non partono in pole position, ma se il Grifone dovesse iniziare a volare potrebbero rientrare nella lotta.

 Sulla sponda blucerchiata di Genova ci sono possibilità molto concrete che la convocazione arrivi già per il prossimo impegno azzurro. Conte non ha mai nascosto al sua ammirazione per Manolo Gabbiadini. L’inizio di stagione dell’attaccante sta certificando la sua crescita: quattro gol e nove punti portati alla causa. Le attenzione del commissario tecnico si sono spostate anche al centro del campo come ammesso poco prima dell’arrivo a San Siro per vedere Inter-Sampdoria. Il mirino è da tempo posato su Soriano, a Milano ha giocato solamente pochi minuti, ma Conte lo conosce bene e nel suo 3-5-2 sarebbe perfetto per capacità di inserimento, tecnica e spirito di sacrificio. A sperare in una convocazione sono anche Okaka, che prima però deve risolvere il digiuno da gol, e De Silvestri: per lui la convocazione è arrivata due volte. Conte si è accorto di Genova, a Marassi contro l’Albania ci saranno sprazzi rossoblucerchiati in azzurro.




Scommesse: l'Aic si ritiene parte offesa nel processo di Cremona



Nel processo sul calcioscommesse per l'indagine condotta dal procuratore di Cremona Roberto Di Martino, il gip Guido Salvini ha accolto l'istanza del presidente dell'Aic Damiano Tommasi e ammesso come parte offesa la stessa Associazione calciatori, che al processo si costituirà parte civile. Nell'incidente probatorio di oggi, i periti hanno depositato l'ultima parte del lavoro eseguito sui computer e smartphone sequestrati ai 111 indagati. Perizia che sarà illustrata nell'udienza del 27 novembre.

Nello scandalo del calcioscommesse l'Aic si ritiene "parte offesa". L'Associazione sottolinea "come la stragrande maggioranza dei calciatori si senta danneggiata e la nostra iniziativa ha come scopo quello dell'approfondimento. Se i calciatori sono una parte del problema, è pur vero che i calciatori sono una parte determinante della soluzione". Da qui la volontà di essere riconosciuti nel processo di Cremona "come parte offesa, che ci permetterà di avere diretta conoscenza degli atti d'indagine".

Nel processo sul calcioscommesse per l'indagine condotta dal procuratore di Cremona Roberto Di Martino, il gip Guido Salvini ha accolto l'istanza del presidente dell'Aic Damiano Tommasi e ammesso come parte offesa la stessa Associazione calciatori, che al processo si costituirà parte civile. Nell'incidente probatorio i periti hanno depositato l'ultima parte del lavoro eseguito sui computer e smartphone sequestrati ai 111 indagati. Perizia che sarà illustrata nell'udienza del 27 novembre.




martedì 28 ottobre 2014

Calciomercato Napoli: Super Mario Balotelli dal Liverpool verso il Napoli di Benitez



Il Napoli è pronto ad aprire la trattativa con il Liverpool per Mario Balotelli, definito ormai "un flop” dagli inglesi. Il club azzurro sarebbe pronto a farlo già da gennaio, secondo il tabloid inglese Metro. SuperMario, a Liverpool da soli 3 mesi, deve ancora segnare il suo primo gol con in Reds e “sta attraversando un periodo “frustrante”, sottolineano in Inghilterra. “Mentre le sue quotazioni di mercato sono precipitate nel Merseyside, rimangono alte nella natia Italia”. L’offerta che Benitez starebbe preparando, secondo Metro, è di 10 milioni di sterline (circa 12,6 milioni di euro). Offerta che permetterebbe al Liverpool di rientrare in parte dell’investimento di 16 milioni di pound per acquistarlo dal Milan e di poter reinvestire i soldi incassati dal Napoli nell’attaccante del West Bromwich, Saido Berahino.

Mario Balotelli è sempre più lontano dal Liverpool: una sola rete in 11 presenze, 786 minuti spesso abulici, i supporter inglesi che non gli perdonano più nulla. I tabloid ormai lo chiamano "flop" senza mezzi termini, i tifosi stanno facendo di tutto per sbarazzarsi delle maglie di Mad Mario, il numero 45 dei Reds sembra svogliato e incapace di realizzare anche i gol più semplici. Per questo motivo il Napoli sarebbe pronto a sedersi ad un tavolo con il Liverpool, per imbastire una trattativa coi Reds e riportarlo in Italia già da gennaio, secondo quanto riporta il tabloid d'Oltremanica Metro.

A due mesi dal suo arrivo l'idillio è già finito. Mario Balotelli potrebbe andare presto via dal Liverpool o almeno è quanto sostengono i media britannici, secondo i quali i Reds sono già pronti a scaricare SuperMario dopo un avvio di stagione deludente. Il Napoli, dicono ancora da oltremanica, avrebbe già pronta un’offerta per gennaio e i bookmaker raccolgono subito le indiscrezioni. Quote aperte sulla prossima avventura di Balotelli e, guarda caso, è proprio la squadra di Benitez la favorita, a 3,50. Se non saranno gli azzurri, dicono ancora i quotisti, l’attaccante potrebbe incrociare ancora Cesare Prandelli, stavolta in Turchia con il Galatasaray dato a 4,00 come seconda opzione. Identica la quota sull’arrivo alla Fiorentina, mentre sono decisamente meno percorribili le altre strade verso l’Italia: Roma e Inter si giocano a 10,00, Milan e Lazio sono date a 13,00.

Il principale artefice della proposta che il Napoli vorrebbe presentare per riportare Balotelli nel Bel Paese è Rafa Benitez: l'offerta che la dirigenza degli azzurri sta preparando è di circa 10 milioni di sterline, ovvero 12,6 milioni di euro, ben 8 meno di quello che il Liverpool lo pagò dal Milan in estate. Tuttavia i Reds con questa cessione potrebbero in parte rientrare dall'investimento fatto ad agosto, e gettarsi anima e corpo sul nuovo obiettivo, l'attaccante inglese originario del Burundi, classe '93 del WBA, Saido Berahino.



Pallone d'Oro 2014, nessun italiano è candidato



La Fifa ha rivelato la rosa dei 23 candidati. Ecco i 23 candidati: c'è anche Paul Pogba. La Juventus campione d'Italia ha l'unico rappresentante della serie A tra i giocatori più forti del mondo candidati a vincere il premio. Per l'"allenatore dell'anno", in corsa anche Antonio Conte.

Sono stati resi noti i nomi dei finalisti per il prossimo Pallone d'Oro 2014. La Fifa porta  buone notizie per l'Italia: la presenza di Paul Pogba accanto ai nomi di Cristiano Ronaldo e Messi e i nomi di Conte ed Ancelotti tra i candidati al premio "Allenatore dell'anno". I vincitori, scelti dai capitani e dai Ct delle Nazionali nonché da una giuria internazionale di giornalisti selezionati da France Football, saranno proclamati durante una cerimonia a Zurigo il 12 gennaio 2015. L'1 dicembre gli organizzatori divulgheranno poi i nomi dei 3 giocatori che avranno ricevuto il maggior numero di voti senza però rivelare il vincitore.

Ecco la lista dei nomi in lizza per il prossimo Pallone d'Oro

Gareth Bale (Galles, Real Madrid), Karim Benzema (Francia, Real Madrid), Diego Costa (Spagna, Atletico Madrid/Chelsea), Thibaut Courtois (Belgio, Atletico Madrid/Chelsea), Cristiano Ronaldo (Portogallo, Real Madrid), Angel Di Maria (Argentina, Real Madrid/Manchester United), Mario Goetze (Germania, Bayern Monaco), Eden Hazard (Belgio, Chelsea), Zlatan Ibrahimovic (Svezia, PSG), Andres Iniesta (Spagna, Barcellona), Toni Kroos (Germania, Bayern Monaco/Real Madrid), Philipp Lahm (Germania, Bayern Monaco), Javier Mascherano (Argentina, Barcellona), Lionel Messi (Argentina, Barcellona), Thomas Muller (Germania, Bayern Monaco), Manuel Neuer (Germania, Bayern Monaco), Neymar (Brasile, Barcellona), Paul Pogba (Francia, Juventus), Sergio Ramos (Spagna, Real Madrid), Arjen Robben (Olanda, Bayern Monaco), James Rodriguez (Colombia, Porto/Real Madrid), Bastian Schweinsteiger (Germania, Bayern Monaco), Yaya Toure (Costa d'Avorio, Manchester City).




sabato 25 ottobre 2014

Juventus-Pogba, un rinnovo senza clausola



I tifosi della Juventus tira un sospiro di sollievo e ha ora qualche concreto motivo in più per sperare in un lungo futuro insieme al talento francese Paul Pogba. "Non sono state inserite clausole rescissorie, proprio perché l'intenzione è di tenercelo stretto per molto tempo", dice il direttore generale Giuseppe Marotta. Detto questo, è chiaro che di fronte a offerte mostruose (che per Pogba non potrebbero essere inferiori agli 80 milioni) verrebbe a cadere qualsiasi etichetta di incedibilità, spiega La Gazzetta dello Sport. Insomma, anche nella prossima estate, a livello di gioielli, sarà più facile che parta Vidal nell'ottica di un autofinanziamento legato a un'ulteriore crescita qualitativa della rosa.

Il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, in conferenza stampa a Vinovo ha trattato anche la tematica Paul Pogba, fresco di rinnovo con la Vecchia Signora: "Credo che la società abbia investito in questo giocatore di soli 21 anni. Deve migliorare molto, gli manca l'ultimo step per diventare straordinario. Deve imparare anche molto, ha qualità fisiche e tecniche che lo fanno partire avvantaggiato rispetto agli altri. Ha un grande futuro e può rimanere qui per molto tempo alzando il valore fisico della squadra".

Renzo Castagnini, ex responsabile degli osservatori del settore giovanile della Juventus, ha commentato il rinnovo di Paul Pogba: "Penso sia un'ottima cosa per la Juve e per calcio italiano che sta perdendo tutti i giocatori migliori. Grande campione e grande giocatore. Credo che sia importante per un club come la Juve tenersi questo giocatore e costruire il suo futuro su di lui. In Italia e in Europa ci vogliono questi campioni per essere competitivi. Pogba nel gioco della Juve con queste qualità e questa gioventù e freschezza diventa determinante".

Calciomercato Milan, idea de Arrascaeta e Lucas Silva


Sui giornali si parla del futuro del Milan. Secondo quanto scrive Tuttosport dieci imprenditori ieri a pranzo con il presidente rossonero e la figlia Barbara per finanziare nuovi progetti Milan. All'incontro c'era anche Inzaghi, presentato come l'allenatore dei campioni e trait d'union ideale tra progetto sportivo e commerciale. Anche La Gazzetta dello Sport parla di promoter Silvio: Berlusconi rimette in vetrina il Milan. Non solo campo: a tavola con dieci aziende e Inzaghi, versione "manager". Il tecnico sempre più integrato nel progetto, anche per gli aspetti extrasportivi.

C'è un nome che da qualche giorno circola negli ambienti del calciomercato e che è stato accostato anche al Milan, alla ricerca di qualità per il suo centrocampo e per dare concretezza al sogno chiamato terzo posto, che significherebbe il ritorno in Champions League attraverso il playoff. Nel suo recente viaggio in Sudamerica, il ds rossonero Maiorino ha potuto raccogliere ottime sensazioni sul regista del Cruzeiro Lucas Silva, campione del Brasile in carica e capolista anche nell'attuale stagione.


Seguito in passato anche dagli osservatori di Inter e Manchester United, Lucas Silva è un giocatore classe '93, forte fisicamente ma soprattutto dotato di una tecnica individuale importante, che gli consente di impostare con grande facilità l'azione fin dalla retrovie. I media brasiliani lo considerano il miglior "passatore" del Paese e sono pronti a scommettere su un'imminente promozione nella Seleçao guidata da Carlos Dunga, dopo che il ragazzo ha guidato l'Under 20 la scorsa estate alla vittoria del prestigioso Torneo di Tolone. La sua esplosione è stata quasi improvvisa negli ultimi 18 mesi, visto che solo con l'avvento dell'attuale tecnico Marcelo Oliveira ha trovato un posto fisso da titolare e la possibilità di mettere in mostra le proprie qualità.

Abile anche sui calci piazzati, è un destro naturale che sa alternare il lancio corto al passaggio breve ed è particolarmente apprezzato per la rapidità con cui sa verticalizzare la manovra e per la personalità che gli consente di prendere sempre la decisione più giusta per il bene della squadra. Partecipa poco alla fase realizzativa e il suo contributo in termini di reti è piuttosto limitato, visto che ha segnato sinora solo 3 gol in 44 presenze nel campionato brasiliano. Inzaghi è rimasto estasiato dalle relazioni e dai filmati del giocatore, ma la concorrenza già per gennaio è significativa, con Chelsea e Real Madrid che gli hanno messo gli occhi addosso ultimamente, e il Cruzeiro (che gli ha fatto firmare un contratto fino al giugno 2017) intenzionato a chiedere non meno di 15 milioni di euro per il suo gioiello.

Un ritorno di fiamma, un interesse reale. Il Milan è tornato alla carica per Giorgian de Arrascaeta, trequartista classe 1994 in forza al Defensor, uno dei nuovi gioielli del calcio urguaiano. Un interesse nato poco più di un anno fa, durante il Mondiale under 20 in Turchia vinto dalla Francia di Pogba proprio davanti la Celeste, nel quale il numero 10 ha lasciato il segno con due gol e due assist. Il Milan la scorsa primavera ha parlato a più riprese con il suo agente Daniel Fonseca, ex attaccante di Cagliari, Napoli, Roma e Juventus, una serie di chiacchierate informali che non hanno portato all'affondo decisivo. Il nome di de Arrascaeta nelle ultime settimane è però tornato di moda, ecco perchè non sono da escludere nuovi contatti con il procuratore che in rossonero, in passato, ha portato Viudez e Cardacio.

Trequartista classico in grado di giocare anche da attaccante esterno o all'occorrenza da mezzala, de Arrascaeta è finito sul taccuino di molti grandi club, tra i quali Barcellona, Inter, Napoli e Juventus. Con la maglia del Defensor ha già segnato 18 gol in 61 partire, con quella della nazionale maggiore ha esordito lo scorso 8 settembre, nell'amichevole vinta 1-0 contro la Corea del Sud, giocata a Goyang.

Calciomercato Inter si cerca un'attaccante di fascia



Da Alexis Sanchez a  Ezequeil  passando per Lucas: ormai da diversi anni l'Inter insegue (senza riuscire a raggiungere) degli esterni d'attacco con un bruciante cambio di passo in grado di garantire i guizzi necessari a vitalizzare la manovra di gioco, spesso lenta e prevedibile, soprattutto quando dall'altra parte ci sono squadre che si chiudono bene in difesa.

Sul mercato ci sono due sogni proibiti che giocano in Germania: il brasiliano Firmino dell'Hoffenheim (la cui valutazione è fuori dalla portata delle casse del club nerazzurro) e lo svizzero Shaqiri, in scadenza di contratto col Bayern Monaco a giugno 2015. Nella stessa situazione contrattuale ci sono altri due elementi: l'ucraino Konoplyanka del Dnipro e il belga Bakkali del PSV Eindhoven. Quest'ultimo può essere l'uomo giusto, anche perché è il più giovane di tutti (classe 1996). In Italia il ragazzo viene seguito con interesse anche da Roma, Juve, Napoli e Milan, senza dimenticare la spietata concorrenza all'estero, dove piace ad Atletico Madrid e a diversi club inglesi.

C'è un nuovo nome che circola,ed è quello di Jevhen Konoplyanka, ala ucraina in scadenza di contratto con il Dnipro, a un passo dal Liverpool un anno fa e 'prenotabile' a parametro zero tra quattro mesi.

Niente addio anticipato a fine stagione per Rodrigo Palacio, così come è stato scritto di recente da certa stampa: secondo quanto risulta a FcInterNews.it, infatti, la permanenza dell’argentino a Milano non è vincolata o meno alla qualificazione in Champions League della squadra nerazzurra per la prossima stagione. Palacio, lo scorso aprile, ha adeguato e prolungato il suo contratto con il club nerazzurro, e la nuova scadenza è giugno 2016. Da qui a quella data resterà in nerazzurro e il futuro sportivo verrà deciso solo tra diciotto mesi, non prima. Non ci sono in programma altri incontri con la dirigenza, e non ci saranno fino alla naturale scadenza del contratto salvo sorprese. L’obiettivo ora è quello di migliorarsi e, possibilmente, vincere con l’Inter.

venerdì 24 ottobre 2014

Fiorentina e Juan Guillerme Cuadrado insieme fino al 2019



Ospite di un evento di beneficienza, anche il presidente della Fiorentina, Mario Cognini ha commentato il rinnovo di contratto dell'esterno colombiano Juan Cuadrado: "E' sempre rientrato nei nostri progetti. “Blindarlo” mi sembra una parola grossa, ma è sempre stato con noi sin dal primo giorno in cui lo abbiamo riscattato dall’Udinese. La Fiorentina è diventata una società ambita, chi rimane è chi ci crede e lo vuole veramente. La Fiorentina non deve dimostrare niente ai propri tesserati perché ha sempre dimostrato di avere un progetto di crescita che continuerà nei prossimi anni”

E' arrivato attraverso i social network il ringraziamento e la felicità di Cuadrado per il rinnovo del proprio contratto. Il giocatore ha infatti pubblicato sul proprio profilo Twitter una nota di ringraziamento per il suo agente, la famiglia Della Valle e il presidente Cognini per il rinnovo sottoscritto oggi. L'esterno colombiano ha poi concluso con un semplice "forza viola".

Cuadrado-Fiorentina: arriva la fumata bianca. Il giocatore colombiano ha messo nero su bianco il rinnovo fino al 2019. Il nuovo accordo prevede anche un adeguamento di contratto e una clausola rescissoria fissata intorno ai 35 milioni di euro. Per Cuadrado, altre quattro stagioni insieme alla società viola, nella quale è approdato nel 2012 in compartecipazione con l'Udinese. Compartecipazione risolta poi in estate a favore della Viola.

Cuadrado è entrato in sede alle 18 circa, dopo l'allenamento con i compagni. Ad attenderlo, oltre il ds Daniele Pradè ed Eduardo Macia, anche l'agente del giocatore Lucci e i suoi avvocati. Un'ora dopo i saluti e l'autografo atteso: Cuadrado è della Fiorentina fino al 2019.

"Felice per il rinnovo. Ringrazio il mio agente Alessandro Lucci, tutta la società, la famiglia Della Valle e in particolare il Presidente Cognigni per la sua disponibilità. Forza Viola!", questo il post apparso pochi istanti fa sul profilo Twitter di Cuadrado dopo la firma sul rinnovo di contratto con la Fiorentina fino al giugno 2019.



giovedì 23 ottobre 2014

Moratti dopo 18 anni va via dall’Inter



Le parole di Walter Mazzarri sono state soltanto l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'ira di Moratti contro Thohir. E' vero che l'ex proprietario dell'Inter ci sia rimasto molto male quando l'allenatore che lui stesso aveva ingaggiato ha risposto in maniera brusca alle critiche post-Napoli dello stesso Moratti. Ma le ragioni delle clamorose dimissioni da presidente onorario accompagnate da quelle del figlio Angelomario, dal ruolo di vicepresidente, e di Ghelfi, l'uomo dei conti, sono ben altre. Il commento sul possibile esonero dell'ex tecnico del Napoli non è probabilmente stato gradito dall'entourage di Thohir, e questo ha spinto l'ex presidente onorario alle dimissioni. La visione del futuro dell'Inter da parte di Moratti e Thohir era ormai pericolosamente divergente, come dimostrato dal tycoon indonesiano nelle dichiarazioni dell'ultimo cda dei nerazzurri: questo ha comportato il passo indietro da parte del Presidente del Triplete.

Il presidente dimissionario Massimo Moratti è tornato a parlare. Secondo quanto riferito da Sky Sport avrebbe rilasciato alcune dichiarazioni all'uscita da casa: "Non farò altri comunicati, non c'è null'altro da aggiungere, capirete tutto nei prossimi giorni". Massimo Moratti non è più il presidente onorario dell'Inter.

Erick Thohir si è detto "stupito" dalla decisione di Massimo Moratti. Questa la sua prima reazione alla notizia dell'addio di Moratti dal club nerazzurro. Il presidente dell'Inter Erick Thohir ha aggiunto queste brevi battute ai microfoni di Mediaset sull'addio di Moratti, a pochi minuti dalla sfida di Europa League contro il Saint Etienne: "Rispetto la decisione di Moratti. Ci siamo incontrati e abbiamo parlato e posso dire che non cambierà nulla tra di noi e le noste famiglie. Io, però, da presidente nerazzurro devo rivedere alcune operazioni fatte dalla società".

Moratti ne ha le tasche piene di ascoltare Thohir e i suoi uomini definire disastrorsa la gestione della società che il magnate indonesiano ha ufficialmente rilevato nel novembre scorso. Perchè se è vero che Thohir si sia accollato 159 milioni di euro di debiti, è altrettanto vero che il petroliere non ha incassato un euro dalla cessione del club. E se è vero che, come ha certificato l'ultima assemblea dei soci, il passivo si aggira intorno ai 109 milioni di euro è anche vero che il nuovo padrone dell'Inter sapesse benissimo a qual situazione sarebbe andato incontro.

Moratti non ci ha visto più dopo che sia il suo successore e sia il nuovo amministratore delegato hanno pubblicamente affermato di avere trovato una situazione pesantemente deficitaria intraprendendo l'opera di risanamento. Quando ha sentito dire in assemblea che d'ora in avanti l'Inter non sarà più un giocattolo da gestire spensieratamente, ma un club che sistemerà i suoi conti, Moratti ha deciso di separare la propria strada da quella di Thohir con un gesto clamoroso sfociato nelle dimissioni odierne. Il fatto stesso che se ne siano andati anche il figlio Angelomario, anello di congiunzione tra la vecchia e la nuova società, e soprattutto Ghelfi, l'uomo cassaforte dell'ex presidente, rende ancora più grave la frattura.

Ora possono succedere due cose: o Moratti, forte del 33% di azioni che ancora possiede, agli occhi dei tifosi interisti si pone come l'anti-Thohir oppure esce di scena definitivamente. Conoscendo il carattere e la passione dell'uomo che nel 2010 ha portato l'Inter allo storico Triplete, opteremmo per la prima ipotesi. E in questo caso per l'Indonesiano sarebbero dolori, considerato il fortissimo richiamo che ancora oggi Moratti esercita su milioni di tifosi interisti. Quanto a Mazzarri, il giorno in cui riuscirà a dare un gioco all'Inter e non peccare di ingratitudine nei confronti di chi l'ha portato in nerazzurro, sarà sempre un bel giorno.

Alla base della decisione presa dall'ex patron nerazzurro non c'è tanto la polemica degli ultimi giorni con il tecnico Walter Mazzarri, quanto una serie crescente di dissapori con il nuovo azionista di maggioranza, Erick Thohir. La goccia che probabilmente ha fatto traboccare il vaso, già colmo dopo i licenziamenti di tutti i dipendenti e collaboratori storicamente vicini alla famiglia Moratti, sono state le parole pronunciate durante la conferenza stampa successiva all'assemblea dei soci di lunedì. In quell'occasione Thohir e il CEO Michael Bolingbroke, hanno sottolineato la necessità di rimettere a posto i conti dell'Inter per il fair play finanziario ma a Moratti non sarebbero piaciute alcune espressioni usate.

È andata in scena nel pomeriggio a Milano una lunga riunione tra i membri della famiglia Moratti e Thohir. Era presente anche Massimo Moratti. Thohir ha lasciato la riunione senza rilasciare dichiarazioni. Dopo circa un'ora anche Massimo Moratti ha lasciato l'ufficio dove si svolgeva la riunione. Entrando in macchina ha salutato i cronisti ma non ha risposto alle domande: "È tardi è tardi, c'è la partita», si è limitato a dire.

Il presidente Erick Thohir ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Rispetto la decisione di Moratti. Ho parlato con lui, l’ho incontrato. Il rapporto tra le due famiglie non cambierà. Lui vuole supportarmi e penso i media possano chiedere a lui. Ma allo stesso tempo, come presidente, devo rivedere certe operazioni del club".


sabato 18 ottobre 2014

Calciomercato Milan per gennaio 2014 le possibili cessioni



Sean Sogliano resta in pole position per il Milan. Lo scrive oggi Tuttosport, col direttore sportivo dell'Hellas Verona che piace sempre di più al club milanese. Già esperto ma giovane, ha scoperto già tantissimi talenti, non ultimo Ionita in questa stagione. Ha deciso di restare a Verona, ma la trattativa passata si deve essere bloccata 'davanti alla prospettiva di non avere pieni poteri', chiosa il giornale sportivo torinese.

Gennaio 2014 sarà nuovamente il mese degli addii Adriano Galliani questa volta dovrà impegnarsi principalmente sul fronte delle uscite, con tanti esuberi che potrebbero lasciare Milanello già nel mercato invernale. "Il mercato? A gennaio vedremo, abbiamo tanti giocatori quindi caso mai venderemo", ecco le ultime parole dell'ad rossonero. Attualmente Pippo Inzaghi ha infatti a disposizione ben 28 giocatori, una rosa troppo ampia per una squadra impegnata esclusivamente su due fronti, campionato e Coppa Italia. Inoltre non è mai positivo avere troppi calciatori nelle sedute di allenamento, soprattutto per un tecnico giovane, e in particolar modo se alcuni di essi sono ormai totalmente fuori dai piani societari.

I nomi di coloro che dovrebbero partire sono i soliti: Galliani ha provato a piazzare questi giocatori già durante la sessione estiva, senza però riuscirci. Emblematico il caso di Christian Zaccardo, ormai ad un passo dal ritorno a Parma nell'ambito dell'affare Biabiany, ma poi rimasto a Milano per i problemi di salute del francese. Il difensore campione del mondo è ormai praticamente fuori squadra, alla stregua di Philippe Mexes, convocato esclusivamente per necessità in un paio di partite da inizio campionato, ma ormai ai margini del gruppo rossonero, anche a causa del rifiuto di ridursi un ingaggio "monstre" da circa 4 milioni di euro. 0 minuti, concorrenza foltissima: il francese a gennaio partirà sicuramente, Monaco favorito per il suo acquisto.

Qualche minuto in più, ma stesso destino per Pablo Armero e M’baye Niang: il terzino colombiano dopo aver giocato un buon Mondiale sembrava destinato a diventare il titolare della fascia sinistra, ma è stato bocciato da Inzaghi per le troppe carenze in fase difensiva e per il rilancio di Ignazio Abate, che ha comportato lo spostamento di Mattia De Sciglio. Anche lui ha il contratto in scadenza nel 2015: una sua conferma appare improbabile, Niang invece è chiuso da un attacco che presenta tantissimi elementi di qualità: si profila un prestito a gennaio, come nell'anno passato, sperando che il francese lo sfrutti maggiormente di quanto fatto a Montpellier. Gennaio sarà un mese di addii in via Aldo Rossi, ma probabilmente non sarà un mese di rimpianti.

Chissà in quanti si sono posti questa domanda dopo aver ascoltato le parole di ieri rilasciate da Stephan El Shaarawy ("Sono un po' dispiaciuto per le ultime esclusioni, anche incazzatura. Adesso sto bene, ma stavo bene anche nelle ultime 3 partite..."): dietro questo sfogo c'è il timore che il recupero in extremis di Menez per Verona sia la premessa di un'altra bocciatura? Di sicuro, le parole dell'attaccante rossonero pongono una questione quanto mai attuale per Filippo Inzaghi e per Adriano Galliani: solo due stagioni fa, il Faraone si prendeva sulle spalle un Milan ridotto quasi in zona retrocessione per dare il via alla rimonta che lo avrebbe portato al terzo posto e pareva formare con Balotelli la coppia del futuro della Nazionale.

Tra ragioni di natura tattica (il 4-3-3 dà più garanzie in termini di equilibrio) e l'impossibilità di escludere giocatori come Honda, Menez e Torres, gli spazi per El Shaarawy sono destinati a restringersi, a meno che non sia proprio il Faraone a rimescolare nuovamente le carte. Con prestazioni sulla falsa riga degli ottimi 20 minuti conclusivi contro il Chievo e con una crescita che gli consenta di rifinire il suo stile di gioco, non più basato solamente sulla velocità nelle ripartenze. Ma anche con l'aiuto di società e tecnico, chiamati a parlare chiaro sul ruolo di El Shaarawy in questo Milan; un patrimonio per il calcio italiano assolutamente da ritrovare e, se fosse necessaria la cessione, sarebbe corretto saperlo subito.

Filippo Inzaghi incarna alla perfezione lo spirito battagliero che sta tentando di inculcare al suo Milan. "Sono sereno, anzi felice di aver sentito che sta così a star fuori. Deve essere un'arrabbiatura nei modi giusti, mostrerà, come sempre, il suo valore. Parlo con tutti e siamo carichi. Mi sarei arrabbiato se avesse detto che era contento. Le sue parole le abbiamo sentite e sono rispettose, ha solo manifestato il fatto che gli piace giocare. Dimostra tutto in allenamento e in campo, mi sarei arrabbiato se avessi visto il contrario. Tutti quelli che stanno fuori si arrabbiano, come normale, ma c'è un'ambiente ottimale perché tutti cercano di farsi vedere in allenamento. I giocatori questo devono fare, è la cosa che guardo di più: io guardo gli allenamenti, questi mi fanno sciogliere i dubbi".


Calcioscommesse tra un “Stefano” anche Sassuolo e Parma



A pochi giorni dal match con la Fiorentina dove Stefano Mauri sembra essere l’uomo su cui Pioli intende puntare, emergono sospetti per un nuovo coinvolgimento del giocatore laziale nel calcioscommesse. Continuano ad emergere nuovi, inquietanti retroscena sullo scandalo in Italia. Resta sotto la lente il capitano della Lazio, Stefano Mauri, mentre spuntano due match rispettivamente con protagoniste Sassuolo e Parma.

Una chat sospetta con uno Stefano che gli inquirenti ipotizzano possa essere Mauri, un paventato coinvolgimento del Sassuolo, ma anche dubbi su un Parma-Ascoli 2-0 del 2008-09. Le chat dell’incidente probatorio sono una fucina di circostanze da chiarire.

La chat in questione è stata recuperata dal pc di Paolo Roberto Palmieri, uno degli indagati, amico di Zamperini e Mauri, nonché uomo ritenuto vicino agli zingari. Gli investigatori hanno certificato la presenza di Palmieri a Lecce nei giorni che precedono Lecce- Lazio 2-4 nel maggio 2011. Nel dialogo tra lui e un tale Stefano160268 si parla di circuiti su cui scommettere, di puntate su Crotone e Triestina e ci sono frasi sospette come: «E domenica se devono fa 5 pallini...se ti dico vai tu, stai tranquillo...4 gol o più...o over 4,5... ma non dire niente a nessuno sennò si abbassa tutto (la quota?; ndr)». Di gol ne vengono segnati addirittura 6 e si tratta di un Over in piena regola. E’ una conferma, l’ennesima secondo gli inquirenti, dell’illecito consumato in quel match costato sei mesi di squalifica al laziale per omessa denuncia.

Dubbi anche sul Sassuolo, che viene tirato in causa da una chat tra Erodiani e Bruni del 14 aprile 2011. All’epoca dei fatti il club neroverde disputava il campionato di B. La gara sospetta è Sassuolo-Varese 1-1 del 16 aprile. «Costo totale operazione 150. Vogliono un mio assegno a garanzia. E loro mi danno un assegno di 40/50. 50 vanno al Varese. 100 al Sassuolo. 100 perché mi danno il parziale e il risultato. Il Varese (i loro soldi; ndr) vengono a prenderseli » scrive Erodiani. Bruni si mostra un po’ titubante, ma l’amico lo rassicura: «Il Sassuolo mi ha dato dimostrazione di serietà più di una volta. Non deve saltare per tutti i soldi che chiedono». La trattativa però è complicata: «Meglio del previsto. Totale spesa 50. 2-2 confermato » dice Erodiani in serata. Bruni dà la sua chiave di lettura: «Evidentemente gli altri (soldi; ndr) al Varese li mette la società (il Sassuolo?; ndr)». All’ultimo però tutto si complica. «Non riescono a giocarla come l’avevamo programmata. Anche quelli del Varese non trovano parz/finale e ris esatto» spiega Erodiani che aggiunge «Vogliono (i giocatori del Sassuolo; ndr) fare 2 (perdere; ndr) per far fuori l’allenatore Gregucci. Lo facevano per soldi, ma se non si trova (l’accordo; ndr) approfittano per questo».

Dal pc di Antonio Benfenati, amico di Doni e Santoni e implicato in alcune combine, viene a galla Parma-Ascoli 2-0 (Serie B) del 21 aprile 2009. «Allora il Parma ha pagato 3 giocatori dell’Ascoli...e quindi è sicura al 90 per cento». Millanteria o c’è dell’altro? Nel gennaio 2008 infine c’è una chat dai contorni tutti da definire in cui Bruni e Sganzerla parlano di un incontro. «Eravamo io Cip Civ, il mago il bollito e Simone Inzaghi». «C’è stato scambio di soldi?» chiede Sganzerla. Bruni: «Pochissimo ». Sganzerla: «Adesso lo chiamo. E ad Inzaghi non diceva niente?». Bruni: «No, era intimorito».

Il biancoceleste, ha riportato il 'Corriere dello Sport', è nel mirino degli inquirenti in merito alla gara contro il Lecce del maggio 2011 e finita 2-4. In una chat recuperata dal pc di Paolo Roberto Palmieri (amico di Zamperini e Mauri finito nel registro degli indagati), 'Stefano160268' viene associato al capitolino.

"E domenica se devono fa 5 pallini...se ti dico vai tu, stai tranquillo...4 goal o più...o over 4,5... ma non dire niente a nessuno sennò si abbassa tutto". Le reti siglate al 'Via del Mare', in quell'occasione, furono 6.

Nel filone, spuntano anche altre due società di Serie A: il Parma e il Sassuolo. Per i neroverdi, nel mirino c’è la partita contro il Varese in Serie B del 16 aprile 2011. La conversazione tra Erodiani e Bruni: “Costo totale operazione 150. Vogliono un mio assegno a garanzia. E loro mi danno un assegno di 40/50. 50 vanno al Varese. 100 al Sassuolo. 100 perché mi danno il parziale e il risultato. Il Varese vengono a prenderseli” scrive Erodiani. La risposta di Bruni: “il Sassuolo mi ha dato dimostrazione di serietà più di una volta. Non deve saltare per tutti i soldi che chiedono”.La conversazione quindi vede protagonisti Erodiani e Bruni: "Costo totale operazione 150. Vogliono un mio assegno a garanzia. E loro mi danno un assegno di 40/50. 50 vanno al Varese. 100 al Sassuolo. 100 perché mi danno il parziale e il risultato. Il Varese vengono a prenderseli", scrive il primo.

E l'altro risponde: "Il Sassuolo mi ha dato dimostrazione di serietà più di una volta. Non deve saltare per tutti i soldi che chiedono". In serata, Erodiani fa sapere: "Meglio del previsto. Totale spesa 50. 2-2 confermato". Bruni dice la sua: "Evidentemente gli altri al Varese li mette la società". "Non riescono a giocarla come l’avevamo programmata. Anche quelli del Varese non trovano parz/finale e ris esatto - scrive però poi Erodiani - Vogliono fare 2 per far fuori l’allenatore Gregucci. Lo facevano per soldi, ma se non si trova approfittano per questo".

Il Parma, invece, rischia per i messaggi di Benfenati, amico di Doni e Santoni, in merito alla partita contro l’Ascoli del 21 aprile 2009. “Allora il Parma ha pagato 3 giocatori dell’Ascoli…e quindi è sicura al 90 per cento” è il contenuto di un messaggio emerso dal computer di Benfenati.

Infine una chat tra Bruni e Sganzerla, ancora da decifrare, dove il primo scrive: "Eravamo io, Cip Civ, il mago, il bollito e Simone Inzaghi". E il secondo chiede: "C’è stato scambio di soldi?". Bruni: "Pochissimo". Sganzerla: "Adesso lo chiamo. E ad Inzaghi non diceva niente?". Bruni: "No, era intimorito".



martedì 7 ottobre 2014

Un’altra sconfitta per il calcio italiano. L'Uefa squalifica Tavecchio per 6 mesi



Stangata per Carlo Tavecchio, neo presidente della Figc e per l’immagine dell’Italia di fronte all’UEFA.

La Uefa ha sospeso il presidente della FIGC Carlo Tavecchio per 6 mesi per i commenti discriminatori, con il famoso discorso sul fantomatico "Optì Poba" e i “mangiabanane”. La decisione riguarda la frase razzista sui giocatori extracomunitari pronunciata lo scorso 25 luglio. "Optì Poba prima mangiava banane e ora è titolare alla Lazio", aveva detto. Parole che, secondo alcuni, erano indirizzate al centrocampista francese della Juventus, Paul Pogba, e che avevano subito suscitato una pioggia di polemiche, mettendo in discussione perfino la sua elezione a presidente della Federcalcio.

La decisione è arrivata per le frasi pronunciate durante la presentazione della sua candidatura in FIGC, lo scorso luglio. Il presidente della Figc, parlando alla Lega Dilettanti anche sulla questione stranieri, era incorso in una gaffe che aveva creato una infinità di polemiche: "Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un'altra. L'Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che 'Opti Pobà è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così".

Costano care al presidente della Figc le frasi razziste pronunciate in sede di presentazione alla sua candidatura. Ora non potrà partecipare per 6 mesi a commissioni Uefa e non sarà presente al congresso a marzo 2015. Resta ferma però la sua capacità di rappresentare la Figc in campo internazionale anche per le gare degli azzurri. "Le decisioni non si commentano, si eseguono e si rispettano. Ma non cambia nulla riguardo la mia posizione in Figc", è il primo commento del numero uno del calcio italiano.

L'Uefa non poteva non intervenire, viste anche tutte le iniziative prese in questi anni sul tema della discriminazione razziale, ma la sospensione per Tavecchio riguarderebbe quindi solo la partecipazione agli organismi interni della Uefa, come le commissioni, di cui peraltro al momento non faceva parte. Una macchia, dunque, e una sanzione: ma che non comprometterebbe il suo ruolo di presidente federale.

La Figc accetta la decisione della Disciplinare Uefa, specificando di non voler ricorrere al Tas, "al fine di evitare il protrarsi di un contenzioso che avrebbe visto contrapposte la Uefa e la Figc per un lungo periodo, che si sarebbe potuto risolvere solo davanti al TAS".



lunedì 6 ottobre 2014

Juventus-Roma la sconfitta dell’arbitro Rocchi



Si è concluso il big match Juventus - Roma, il risultato finale è stato 3 a 2, ma la partita è seguita da una scia di polemiche dovute ai tanti rigori che l'arbitro Rocchi ha accordato.

L'analisi del match ci consegna due squadre forti, almeno per il nostro campionato. E' bufera sull'arbitraggio di Rocchi di Juventus-Roma. "A mente fredda..questa partita fa veramente del male al calcio Italiano!". Con questo il tweet del tecnico della Roma, Rudi Garcia, e' tornato su come è maturata la  sconfitta di Torino per 3-2 contro la Juventus.

Gianluca Rocchi con il suo discutibile arbitraggio durante il big match Juventus-Roma è stato il protagonista assoluto della giornata di Serie A. L’operato dell’arbitro sarà ora al centro delle polemiche calcistiche per giorni e di certo resterà scolpito nella memoria dei tifosi romanisti e di tutti gli appassionati italiani. Così come quando nel 2010 lasciò l’Inter in 9 provocando il famoso “gesto delle manette” di Josè Mourinho…

Bisogna tornare a quell’Inter-Sampdoria del 20 febbraio 2010: Rocchi ha appena espulso Samuel (secondo rosso per i nerazzurri) e Mourinho guarda in tribuna e mima un ammanettamento; pochi minuti dopo verrà mandato negli spogliatoi anche Cordoba. L’Inter però non si lascerà ammanettare e concluderà la stagione con il triplete.

Rocchi – arbitro Internazionale dal 2008 e direttore gara Elite dal 2010 - è stato protagonista di altre partite finite in polemica: Inter-Napoli 0-3 del 1 ottobre 2011, quando Moratti dichiarò che lui quell’arbitro si augurava di non vederlo più in quanto “scarso” (Obi atterra Maggio fuori area: espulsione per il nerazzurro e rigore per i partenopei);  Bologna-Milan 2-2 dell’11 Dicembre 2011, quando ha fine match dovette dichiarare “Se ho sbagliato qualcosa, chiedo scusa. Non è stata una partita facile”.
Juventus-Roma verrà così ricordata, oltre che per i due rigori dubbi e un gol forse da annullare, anche per la sviolinata di Rudi Garcia: dopo che Rocchi ha concesso il primo rigore alla Juve, l’allenatore della Roma fa il gesto di suonare il violino… Una sviolinata dell’arbitro alla Vecchia Signora? Chissà. Il gesto è meno forte di quello mourinhano, ma il francese viene comunque espulso e allontanato.

Gianluca Rocchi con il suo discutibile arbitraggio durante il big match Juventus-Roma è stato il protagonista assoluto della giornata di Serie A. L’operato dell’arbitro sarà ora al centro delle polemiche calcistiche per giorni e di certo resterà scolpito nella memoria dei tifosi romanisti e di tutti gli appassionati italiani. Così come quando nel 2010 lasciò l’Inter in 9 provocando il famoso “gesto delle manette” di Josè Mourinho…

Bisogna tornare a quell’Inter-Sampdoria del 20 febbraio 2010: Rocchi ha appena espulso Samuel (secondo rosso per i nerazzurri) e Mourinho guarda in tribuna e mima un ammanettamento; pochi minuti dopo verrà mandato negli spogliatoi anche Cordoba. L’Inter però non si lascerà ammanettare e concluderà la stagione con il triplete.

Rocchi – arbitro Internazionale dal 2008 e direttore gara Elite dal 2010 - è stato protagonista di altre partite finite in polemica: Inter-Napoli 0-3 del 1 ottobre 2011, quando Moratti dichiarò che lui quell’arbitro si augurava di non vederlo più in quanto “scarso” (Obi atterra Maggio fuori area: espulsione per il nerazzurro e rigore per i partenopei);  Bologna-Milan 2-2 dell’11 Dicembre 2011, quando ha fine match dovette dichiarare “Se ho sbagliato qualcosa, chiedo scusa. Non è stata una partita facile”.

Juventus-Roma verrà così ricordata, oltre che per i due rigori dubbi e un gol forse da annullare, anche per la sviolinata di Rudi Garcia: dopo che Rocchi ha concesso il primo rigore alla Juve, l’allenatore della Roma fa il gesto di suonare il violino… Una sviolinata dell’arbitro alla Vecchia Signora? Chissà. Il gesto è meno forte di quello mourinhano, ma il francese viene comunque espulso e allontanato.

I commenti dell'ex arbitro Cesari il quale alla fine, dopo aver analizzato tutti gli episodi dei rigori, ha sentenziato che secondo lui non c'era nessuno dei tre. Gli fa eco sostanzialmente Sky, anche se gli ospiti in studio, sia dell'emittente satellitare che di quella del digitale terrestre, non hanno pareri unanimi.
Analizziamo nel dettaglio gli episodi salienti, quelli che hanno scatenato le polemiche e che sicuramente continueranno per tutta la settimana. Il primo si ha intorno al minuto 26, Pirlo batte la punizione, Maicon avanza dalla barriera e si protegge il volto con il gomito. L'arbitro prima dà la punizione al limite (Maicon avanzando era uscito dall'aera) poi ritorna sui suoi passi e dà rigore, poiché la barriera era stata posizionata da lui stesso in area. L'errore è pacchiano, innanzitutto, non si tratta di fallo, poiché il braccio di Maicon non aumenta il volume del corpo. Il secondo errore è che il suo intervento è fuori area, quindi da regolamento l'arbitro avrebbe dovuto far ripetere la punizione ammonendo Maicon poiché il giocatore non aveva rispettato la distanza.

Secondo rigore e seconda polemica. Dopo meno di 5 minuti Totti cade in area su abbraccio di Lichtsteiner. I due si tengono a vicenda, inoltre il fallo inizia fuori dall'area e soprattutto prima che il pallone venga rimesso in gioco dalla punizione che Pjanic stava per battere sulla fascia. Rocchi è posizionato malissimo, vede solo la caduta finale e, per compensare l'errore precedente, decide di ristabilire la parità. In seguito la Roma passa in vantaggio con Iturbe, ma le polemiche proseguono con il terzo rigore, ancora per la Juventus. Arriva 24 secondi oltre il minuto di recupero concordato (anche se l'infortunio di Caceres aveva fatto perdere alcuni secondi). Pjanic scalcia Pogba forse sulla linea. I dubbi, dopo tanti replay, rimangono, è sulla linea o è di pochissimo fuori. La sensazione è che sia leggermente fuori, ma rimane dubbio. Il regolamento però dice che in caso di dubbio non si fischia il rigore. Tevez segna e fa 2 a 2.

Nella ripresa la tensione è a mille, e a 15 minuti dal termine Bonucci indovina il gol della vita con una volee da fuori area. I dubbi ci sono anche qui, Vidal è oltre la linea dei difensori su tiro del difensore, ma probabilmente non offusca la visuale del portiere. Poco dopo Morata e Manolas vengono espulsi, scoppia una mega rissa che però viene fortunatamente placata. Purtroppo, la sensazione è che ancora una volta una potenziale partita scudetto sia stata decisa da sviste arbitrali. Ciò che più sta facendo infuriare gli appassionati italiani è che ancora una volta a beneficiarne pare sia stata la Juventus.

L'allenatore Garcia, espulso in occasione del primo rigore, ai microfoni Mediaset ha commentato con lucidità che le responsabilità della sconfitta sono da imputare alla sua squadra, ma aggiunge che ormai il calcio del 21esimo secolo non può più prescindere da supporti tecnologici.

"Chiederò alla Fifa di accelerare per l'introduzione della tecnologia". All'indomani di Juve-Roma e di tutte le polemiche che ne sono derivate, il presidente della federcalcio Carlo Tavecchio si schiera dalla parte di coloro che, per svelenire il pallone e facilitare il lavoro agli arbitri, auspicano l'introduzione della moviola in campo. Intesa non solo come "Goal Technology", già utilizzata nel Mondiale brasiliano, ma anche per decidere in altri casi come casi da rigore o fuorigioco difficili da vedere.
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