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sabato 30 aprile 2016

Campionato Primavera addio: seconde squadre in Lega Pro


Svolta storica per il calcio italiano che, quarant’anni dopo la chiusura del torneo Under 23, ripristina le formazioni delle riserve. Potranno iscriversi alla Lega Pro, no promozioni no retrocessioni, no stranieri extracomunitari.

Presto il campionato Primavera potrebbe diventare soltanto un lontano ricordo: la Lega Calcio, infatti, sta studiando un metodo per rimpiazzarlo con un torneo che sia maggiormente competitivo per i giovani e permetta loro di acquisire maggiore esperienza. Ancora non è chiaro quale formula potrebbe avere il nuovo torneo: per ora le ipotesi sono quelle di una sorta di Serie A Under 21, con o senza fuoriquota.

La Lega sta pensando di sostituire il Campionato Primavera con un torneo più competitivo per i giovani, una specie di Serie A Under 21, con o senza fuoriquota. La formula non è ancora decisa, né è possibile prevedere se l’innovazione entrerà in vigore già il prossimo anno, ma in assemblea si è registrato un importante passo in avanti. I presidenti hanno convenuto su un punto: così com’è strutturata, la Primavera non serve a valorizzare i talenti di casa, soprattutto non è l’habitat ideale per preparare i giovani al professionismo. Ne è scaturito un vivace dibattito di un paio d’ore, con Galliani, Marotta e Lotito tra i più attivi. Giovedì prossimo ci sarà una riunione aperta ai responsabili dei settori giovanili per studiare a fondo la materia e capire che strada prendere. La pista più probabile porta a un torneo Under 21 con alcuni fuoriquota; l’a.d. del Milan ha proposto in alternativa un campionato Under 23 senza fuoriquota.

Qualcosa va fatto per superare la Primavera, dove giocano i giocatori al di sotto dei 19 anni con tre fuoriquota (uno senza limite, due sotto i 20 anni; nella seconda fase tre sotto i 20 anni), le squadre di
A sono mischiate con quelle di B e suddivise territorialmente, con la conseguenza che le formazioni più forti non si affrontano regolarmente e gli scontri dall’esito scontato abbondano. Se il campionato Primavera assomigliasse di più a un torneo riserve, in una vera osmosi con la prima squadra, il tasso tecnico si alzerebbe notevolmente. Un’esigenza, questa, particolarmente sentita dalle grandi squadre ma anche da quei club che investono sui vivai. L’eventuale torneo Under 21 non precluderebbe ai club che lo volessero di allestire le seconde squadre da iscrivere in Lega Pro, ammesso che la riforma federale partorisca davvero.

Finalmente il Campionato Riserve può ritornare a essere una realtà. Ci voleva l’avvento alla presidenza della Lega Pro di Gabriele Gravina, 62 anni, l’uomo del miracolo Castel di Sangro, per imprimere l’accelerazione decisiva ad un progetto destinato a indicare profondamente sul nostro calcio, per combattere gli sprechi, le rose ipertrofiche e l’emarginazione dei giovani talenti, costretti a peregrinare in prestito ad altre squadre dove, spesso, non trovano l’occasione per mettersi in mostra.

Vediamo di che cosa si tratta il Progetto Squadre B che Gravina proporrà alla Federcalcio:

1) Partecipazione della Squadra B dei club professionisti di A al campionato di Lega Pro.
2) I punti conquistati dalla Squadra B valgono per la stessa e per l’avversaria, ma, al termine del campionato, la squadra B non viene né promossa né retrocessa.
3) L’organico di ogni squadra B deve essere comunicato alla Lega Pro al termine della sessione estiva e invernale del mercato.
4) Se l’organico riserve della prima squadra risulta insufficiente, via libera all’integrazione con i ragazzi del settore giovanile.
5) Addio al campionato Primavera.
6) Rispetto delle regole della Lega Pro: rinuncia ai contributi, esclusione dal voto in assemblea, indicazione del terreno di gioco.
7) Modalità d’iscrizione: le società che intendono partecipare al campionato di Lega Pro con la squadra B, pagano la quota alla stessa Lega.
8) Stranieri: sì ai giocatori comunitari, no ai giocatori extracomunitari che in Lega Pro non possono giocare.

Calcio: Serie A Boxing Day dal 2017


Dal campionato 2017/18 la Serie A scenderà in campo «per una o due giornate» nel periodo natalizio, «il 26 dicembre e ogni probabilità il 30». Lo ha deciso il Consiglio come ha spiegato il presidente della Lega Serie A Maurizio Beretta, precisando che il 'boxing day' non è stato adottato per la prossima stagione «non tanto per problemi di resistenze, ma perché c'erano due opinioni diverse: si sarebbe potuto andare a un voto a maggioranza ma tutti hanno preferito una soluzione che avrebbe garantito il massimo del consenso».

«Quest'anno si giocherà il 22 dicembre, senza posticipi per consentire ai giocatori di partire in giornata per le vacanze di Natale, e poi ci sarà la tradizionale pausa natalizia con la ripresa all'8 gennaio», ha aggiunto Beretta, chiarendo che nella stagione che inizia il 21 agosto 2016 e si conclude il 28 maggio 2017 sono previsti tre turni infrasettimanali, tutti nella prima parte: mercoledì 21 settembre, mercoledì 26 ottobre e appunto giovedì 22 dicembre.

Il Consiglio di Lega ha deciso di confermare per la prossima stagione la pausa natalizia già in vigore negli ultimi anni. Niente partite sotto le feste, dopo che in questi mesi era emersa anche l'ipotesi di mutuare il boxing day della Premier giocando il 26 dicembre, a Santo Stefano. Se ne potrebbe parlare per il 2017-18. A dicembre, invece, si dovrebbe giocare la Supercoppa Italiana tra Juventus e Milan: i paesi del Golfo (Emirati o Qatar) a sono la sede più papabile, favorita su Canada, Australia e Cina.

Terminato il Consiglio di Lega, ha preso il via l'assemblea dei presidenti di serie A. Si discuterà tra l'altro del procedimento dell'Antitrust legato ai diritti tv con una multa di 2 milioni a carico della Lega. All'ordine del giorno anche la sperimentazione della moviola in campo.


giovedì 28 aprile 2016

Moggi: "Galliani fece scoppiare Calciopoli"


Nel decennale del più grave scandalo del calcio italiano, l’ex dg Juve accusa: «Se non poteva vincere il Milan, non volevano nemmeno che vincesse la Juve. Collina e quel colloquio a mezzanotte con Galliani...»

Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, parla a La Zanzara, su Radio 24: "Calciopoli? Un giorno Berlusconi mi chiamò a palazzo Grazioli. Da buon contadino non sapevo neppure se fosse casa sua o la sede del partito. Sono andato lì. Prima mi disse che c’erano delle intercettazioni senza rilevanza penale di cui era al corrente anche Galliani, Carraro e un generale. Mi offrì di andare al Milan. A quel punto Adriano Galliani, che non gradiva, fece scoppiare il caso. La realtà è una sola.

Quando ero alla Juve al massimo abbiamo vinto due scudetti consecutivi. Dal 2000 al 2004 hanno vinto la Lazio, il Milan e la Roma. La Lazio, per l’alluvione allo stadio con 74 minuti di sospensione della partita. Cosa mai successa. La Roma anche grazie al caso Nakata. Ci hanno fatto perdere dei campionati per cose irregolari, in quel momento la Juve era la parte debole. Torniamo all’alluvione di Perugia. Guarda caso poi viene fuori dalle intercettazioni che Pierluigi Collina va a parlare con Galliani e dice: vengo a mezzanotte, entro dalla porta dietro così non mi vedono. Se non poteva vincere il Milan, non volevano nemmeno che vincesse la Juventus".

Moggi aggiunge: "Dai processi viene fuori che non c’è stata alterazione del campionato, non c’è stata alterazione di sorteggio, addirittura 30 arbitri assolti dalle accuse. Ad alcuni di questi arbitri assolti ho dato una mano, ne ho aiutati tanti economicamente. Poverini, mi facevano pena, non sapevano come pagare l’avvocato. Sono stati rovinati da Calciopoli. La Cassazione parla di potere. Ma il potere non è un reato. Avevo potere perché lavoravo bene, era un potere per la qualità del lavoro che facevo.

L’avvocato Agnelli disse che 'lo stalliere del re doveva conoscere tutti i ladri di cavalli’? “Agnelli lo disse perché durante il mio periodo era pieno di figli di mignotta. E voleva un esperto, uno che tenesse testa a questi qui. Per me è un complimento. Al Comune voterò per Fassino, sicuramente voto per lui".

«La realtà – dice Moggi – è una sola. Quando ero alla Juve al massimo abbiamo vinto due scudetti consecutivi. Dal 2000 al 2004 hanno vinto la Lazio, il Milan e la Roma. La Lazio, per l’alluvione allo stadio con 74 minuti di sospensione della partita. Cosa mai successa. La Roma anche grazie al caso Nakata. Ci hanno fatto perdere dei campionati per cose irregolari, in quel momento la Juve era la parte debole. Torniamo all’alluvione di Perugia. Guarda caso poi viene fuori dalle intercettazioni che Collina va a parlare con Galliani e dice: vengo a mezzanotte, entro dalla porta dietro così non mi vedono. Se non poteva vincere il Milan, non volevano nemmeno che vincesse la Juventus».

lunedì 25 aprile 2016

Calcio europeo le volate per lo scudetto e per la scarpa d’oro


La settimana spettacolare di Luis Suarez - otto reti in quattro giorni - portano l'attaccante uruguayano del Barcellona in testa alla classifica della Scarpa d'Oro quando mancano 3 turni al termine della stagione. Il doppio fantastico poker al Deportivo e allo Sporting Gijon permettono al n.9 blaugrana con i suoi 34 gol di staccare momentaneamente Cristiano Ronaldo e Jonas Gonçalves Oliveira, ora secondi con 31 reti, Gonzalo Higuain, quarto con 30 gol e domani al rientro all'Olimpico dopo i tre turni di squalifica e Robert Lewandowski (27 reti).

Classifica: gol coefficiente punti
1) Luis.Suarez (Barcellona) 34 2.0 68,0
2) Cristiano.Ronaldo (Real) 31 2.0 62,0
2) Jonas Gonçalves Oliveira (Benfica) 31 2.0 62,0
4) Gonzalo.Higuain 30 2.0 60,0
5) Robert.Lewandowski (Bayern) 27 2.0 54,0

Leicester ora mancano 5 punti per il primo storico titolo di campione d'Inghilterra, che si vince a 81 punti  e Barcellona devono difendersi dagli attacchi delle inseguitrici:, mentre il Barcellona gode unicamente del vantaggio negli scontri diretti. Più tranquille le posizioni di Bayern e Juventus. Tutti gli scenari possibili nei topo campionati europei.

Finale di campionato al cardiopalma per un Liga improvvisamente riaperta dopo la crisi profonda e impronosticabile del Barcellona di Luis Enrique. I blaugrana, in vantaggio negli scontri diretti rispetto alle rivali, possono contare su un calendario in discesa ma dovranno giocoforza invertire la rotta e tornare a fare bottino pieno già dalla trasferta del Riazor contro il Depor; la 34esima giornata presenta due sfide difficili per la madrilene: Athletic al San Mames per l'Atletico Madrid di Simeone, Villarreal al Bernabeu per il Real di Zidane. Sarà una giornata campale per il massimo campionato spagnolo: nelle ultime quattro il calendario non prevede scontri diretti e assegna alle tre contendenti rivali di medio-bassa fascia.

Ecco il programma delle ultime giornate nei campionati in cui il titolo è ancora in discussione
Claudio Ranieri è arrivato in testa agli ultimi tre giri: sperando che il paragone motoristico con Valentino Rossi sia benaugurante, il Tottenham insegue il Leicester con cinque secondi ritardo. In Germania, il Bayern affronta le tre tornate conclusive con un confortante +7 sul Borussia Dortmund. E se in Francia il Psg ha tagliato il traguardo da tempo, in altri tre campionati ci sarà bagarre fino alla bandiera a scacchi, con volate a due e a tre contendenti. Ecco il programma da qui alla fine per le squadre che hanno ancora chance di diventare campioni nazionali.

Inghilterra — A Ranieri servono 5 punti per essere padrone del suo destino. Al più presto, il Leicester può festeggiare tra una settimana.
Leicester: Manchester Utd in trasferta l'1/5, Everton in casa il 7/5, Chelsea in trasferta il 15/5.
Tottenham: West Bromwich in casa, Chelsea in trasferta il 2/5, Southampton in casa l'8/5, Newcastle in trasferta il 15/5.

Spagna — Il Barcellona ha gli stessi punti dell'Atletico ed è a +1 sul Real Madrid, ma è primo per il miglior rendimento negli scontri diretti con Simeone. Se i blaugrana vincono le ultime tre gare, nessuno può raggiungerli.
Barcellona: Betis in trasferta il 30/4, Espanyol in casa l'8/5, Granada in trasferta il 15/5.
Atletico Madrid: Rayo Vallecano in casa il 30/4, Levante in trasferta l'8/5, Celta Vigo in casa il 15/5.
Real Madrid: Real Sociedad in trasferta il 30/4, Valencia in casa l'8/5, Deportivo in trasferta il 15/5.

Germania — Se vince sabato, il Bayern è già campione.
Bayern: Borussia Moenchengladbach in casa il 30/4, Ingolstadt in trasferta il 7/5, Hannover in casa il 14/5.
Borussia Dortmund: Wolfsburg in casa il 30/4, Eintracht Francoforte in trasferta il 7/5, Colonia in casa il 14/5.

Olanda — Ajax e Psv Eindohoven, le eterne duellanti, sono in testa a pari punti a 2 giornate dalla fine. Ma i "lancieri" hanno miglior differenza reti: +56 contro il +50 dei campioni in carica. Il titolo, in ogni caso, si assegnerà all'ultima giornata.
Ajax: Twente in casa l'1/5, De Graafschap in trasferta l'8/5.
Psv Eindhoven: Cambuur in casa l'1/5, Zwolle in trasferta l'8/5.

Portogallo — Col Porto fuori dai giochi, il Benfica comanda la classifica a +2 sullo Sporting Lisbona. Ma i rivali cittadini sarebbero campioni in caso di arrivo a pari punti, per via degli scontri diretti favorevoli.
Benfica: Vitoria Guimaraes in casa il 29/4, Maritimo in trasferta l'8/5, Nacional in casa il 15/5.
Sporting Lisbona: Porto in trasferta il 30/4, Vitoria Setubal in casa l'8/5, Braga in trasferta il 15/5.
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domenica 24 aprile 2016

Ferrara in festa, Spal in serie B dopo 23 anni e due fallimenti


Il campionato cadetto riabbraccia la Società Polisportiva Ars et Labor. La squadra biancazzurra a righe verticali ottiene la promozione tra i cadetti grazie all'1-1 con l'Arezzo: bastava solo un punto per la certezza matematica. Si chiude così la parentesi più buia del calcio ferrarese, tra retrocessioni, crisi societarie e fallimenti. E i tifosi sognano già la serie A.

L'ultima volta che la Spal giocò una partita di serie B, il 13 giugno del 1993, in Italia il partito di maggioranza era la Democrazia Cristiana, in America era da poco stato eletto Bill Clinton e al Cremlino il padrone di casa era Boris Eltsin.

Dopo un lungo calvario sui campi di C1, C2 e serie D, tra retrocessioni, crisi societarie e fallimenti, la vecchia e un tempo gloriosa Società Polisportiva Ars et Labor è tornata nel calcio che conta: se non proprio nel paradiso della serie A dove manca dal 1968, prima che l'uomo mettesse piede sulla luna, almeno nel purgatorio della B.

Un miracolo. Perché nell'estate del 2013 alla Spal era già stata somministrata l’ennesima fine: settimo posto nel girone D della quarta serie, dirigenza in disarmo, una tifoseria in piena crisi depressiva.
Per evitare di chiudere la storia fu necessaria la scomparsa della Giacomense, compagine della vicina Masi San Giacomo che dalla Terza Categoria era salita fin su in C2 in rappresentanza di un abitato di 800 anime: la famiglia Colombarini nel campo della vetroresina, bilancio annuale da 3,75 milioni vivaio incluso, giocatori azzeccati come Gianmarco Zigoni (figlio di Gianfranco, 11 gol), allenatore ambizioso (Leonardo Semplici). Risultato: due stagioni per assestarsi poi la galoppata vincente di quest’anno, 68 punti in 32 partite. «Sembra di esser tornati indietro nel tempo — dice il presidente Walter Mattioli —. Siamo in B ma il sogno è la A. Vogliamo riportare i ragazzini allo stadio, anche se qui il tifo è sempre stato speciale». Parola di Daria Bignardi. «Da noi non si dice “vado alla partita” ma “vado alla Spal” — sorride la direttrice di Rai3, ferrarese —. Papà che esce dal Mazza è uno dei mei ricordi d’infanzia più intimi».

Tanto che l’ha messo anche nel suo primo libro, «Non vi lascerò orfani». rinunciò alla sua giovane creatura, acquistò i miseri resti della Spal e si mise a lavorare alla ricostruzione. Tre anni dopo il risultato è un campionato condotto in testa fin dalla prima giornata, con un allenatore, Leonardo Semplici, arrivato dalla primavera della Fiorentina, e un gruppo di giocatori - come usa dire - "di categoria": vale a dire sconosciuti ai più, ma usi alle asprezze di un torneo dove quel che conta è restare concentrati e pedalare

Negli anni Cinquanta e Sessanta è stata una presenza fissa in serie A, vera fucina di giovani talenti. Poi un lunghissimo periodo buio culminato, quattro anni fa, con la ripartenza dei dilettanti.

Con il ritorno in B la società vuole assicurare un futuro meno buio alla gloriosa Spal: sono già pronti i lavori per l'adeguamento dello stadio. Magari non per rinverdire i fasti di mezzo secolo fa, quando la Spal centrò un quinto posto, una finale di Coppa Italia, lanciò Armando Picchi, Fabio Capello che ha militato nella Spal dal 1964 al 1967, Osvaldo Bagnoli, Edy Reja e Albertino Bigon, e come allenatore, Massimiliano Allegri alla seconda esperienza della carriera nel 2004-2005,  ma almeno per riportare una storia importante al suo posto nel calcio che conta.

domenica 17 aprile 2016

Atalanta-Roma, lite Totti-Spalletti davanti agli spogliatoi


Diverbio acceso davanti a testimoni. Una lite pesante, forse anche qualcosa di più. Non è stato sereno il post partita di Atalanta-Roma in casa giallorossa. Luciano Spalletti e Francesco Totti avrebbero avuto un diverbio poco prima di rientrare negli spogliatoi, davanti agli occhi di alcuni testimoni. Non è ancora chiara la scintilla che ha scatenato i due: forse una parola di troppo del capitano, oppure un riferimento mal digerito dell'allenatore, segnalato molto agitato al rientro degli spogliatoi nei confronti dei propri giocatori. Sta di fatto che il livello di tensione sarebbe salito alle stelle. Non trova conferme, al momento, il fatto che il litigio sarebbe sfociato in un contatto fisico tra i due.

Di sicuro le dichiarazioni post gara di Spalletti non sono state concilianti sul capitano, che con la rete numero 301 ha consentito alla Roma di pareggiare 3-3. "Totti non ha salvato niente, la partita l'ha salvata la squadra. Lui ha calciato in porta come l'altra volta, ha dato un buon pallone, se ne dava 3 ne facevamo tre. Gliela hanno preparata bene, lui ha questi tiri e ha fatto un gran gol e ci ha dato la possibilità di pareggiare la partita. Fa parte della squadra e fa il lavoro che deve fare tutta la squadra".

E poi l'attacco: "Quel gol Totti lo fa anche fra 3 anni, ma sono altre le cose che non vengono portate alla luce. Se ci lavorate un po', vedrete che usciranno". Riferimento non casuale, probabilmente, visto quello che era successo qualche minuto prima.

Post-partita tutt'altro che sereno: non è ancora chiara la scintilla che ha scatenato i due, forse una parola di troppo del capitano, oppure un riferimento mal digerito dell'allenatore, segnalato molto agitato al rientro degli spogliatoi nei confronti dei propri giocatori. La scintilla avrebbe portato anche ad un contatto fisico, non ancora confermato, che sarebbe potuto sfociare in rissa. Le dichiarazioni post gara di Spalletti non sono state concilianti sul capitano, che con la rete numero 301 ha consentito alla Roma di pareggiare 3-3. "Quel gol Totti lo fa anche fra 3 anni, ma sono altre le cose che non vengono portate alla luce. Se ci lavorate un po', vedrete che usciranno". Ed effettivamente sono uscite.

venerdì 15 aprile 2016

Napoli: siamo delusi: squalifica di Higuain ridotta di un turno


Gonzalo Higuain tornerà in campo il 25 aprile contro la Roma. Il club azzurro sul proprio sito ufficiale dopo lo sconto di una sola giornata all'attaccante argentino: «Si è persa un'occasione per dare credibilità all'intero sistema». I tifosi: «È un contentino».

Da quattro a tre giornate di squalifica per Gonzalo Higuain. È' la decisione presa poco fa dalla Corte Sportiva di Appello della Federcalcio. Il verdetto è stato adottato a sezioni riunite dal collegio presieduto da Gerardo Mastrandrea. Il giocatore argentino tornerà dunque in campo contro la Roma il 25 aprile all'Olimpico.

La giornata è stata particolarmente lunga. Il caso Higuain, con l'ormai celeberrimo a tu per tu con l'arbitro Irrati al minuto 75 di Udinese-Napoli, che aveva portato alla squalifica dell'argentino per quattro giornate da parte del giudice sportivo Giampaolo Tosel, è stato affrontato con il diretto interessato. Il dibattimento per la verità era cominciato con l'intervento del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, prima della difesa pronunciata dall'avvocato Mattia Grassani, il legale del Napoli.

Era stato Grassani a insistere per una buona mezz'ora sul tentativo di sminare le basi della squalifica, in particolare derubricando il famoso "vergognoso" pronunciato dal capocannoniere del campionato, da "condotta ingiuriosa" ad "atteggiamento irrispettoso", per poi sottolineare l'assenza di un intento intimidatorio nella condotta del giocatore verso l'arbitro, che nel suo referto aveva parlato di "lieve spinta che non arrecava dolore fisico".

L'ultima parte della mattinata è stata dedicata proprio a Higuain, che in prima persona ha cercato di difendersi per dieci minuti davanti ai giudici. Ha parlato soprattutto della sua carriera: "Ho sempre rispettato le regole nella mia vita. Trovo la sanzione di quattro giornate ingiusta e pesante, non volevo insultare nessuno. Prima di Udinese-Napoli ho giocato 430 partite da professionista e sono stato espulso per somma di ammonizioni una sola volta, quando giocavo nel Real Madrid".

Il club azzurro ha poi espresso il suo disappunto per la decisione della Corte Sportiva d'Appello replicato in serata sul proprio sito attraverso un comunicato ufficiale: "Prendiamo atto della decisione della Corte Sportiva di Appello, osservando come sia mancato il coraggio di fare davvero chiarezza e restituire, al calciatore e alla Società, Giustizia. Si è persa un'occasione per dare credibilità all'intero sistema. Siamo profondamente delusi".

C'era la speranza di avere due giornate di sconto - spiega Saverio Passaretti, presidente dell'Associazione italiana Napoli club - ma in fondo sapevamo che difficilmente i giudici fanno marcia indietro dopo aver emesso un verdetto di quattro giornate di stop. Lo sconto di un turno è solo un contentino per far giocare Higuain a Roma».
Passaretti, in particolare, attacca il sistema-calcio. «L'ennesima delusione - spiega - se le cose restano così in Italia non ci sarà mai una favola come quella del Leicester. In più mi chiedo: se il calcio va verso la prova tv, perché non sono state accettate le prove video? Accettiamo l'errore umano dell'arbitro in campo, ma poi usiamo le immagini nei gradi di giudizio successivi, soprattutto su casi così rilevanti». Proprio sulla moviola in campo sdoganata dalla Fifa e per cui l'Italia sarebbe pronta, si concentrano molti tifosi sui social. «I video presentati non potevano essere accolti! Meno male che a settembre ci sarà la moviola!», scrive un sostenitore. E non mancano i tifosi della Juventus che s'inseriscono nel dibattito online. «I poteri forti della Juve hanno mantenuto due giornate a Khedira e ridotto quelle di Higuain», il messaggio di un bianconero, che ironizza sul mancato sconto al centrocampista juventino Khedira.

L'obiettivo del legale era quello di veder dimezzata la squalifica di quattro giornate, invece alla fine è arrivato lo sconto di un turno che era l'obiettivo minimo: Higuain (che ha già scontato la prima giornata di squalifica domenica scorsa con il Verona) sarà di nuovo a disposizione di Maurizio Sarri in vista della sfida dell'Olimpico contro la Roma di lunedì 25 aprile.

Calcio: il futuro del Milan parla cinese


Il presidente del Milan è costantemente combattuto sulla cessione del club. Ma pare che il concetto fino ad ora affiorante sia sempre lo stesso: Silvio Berlusconi non vorrebbe vendere la maggioranza della sua creatura. Ecco perché le ultime voci che riguardano la cordata cino-americana vanno prese con cautela.

L'Ac Milan e il consorzio cinese interessato al suo acquisto dovrebbero definire un accordo per giugno. Queste le indiscrezioni emerse dal mondo finanziario. Secondo l'agenzia Bloomberg, che cita fonti vicine al consorzio, i cinesi puntano a trovare un accordo con Silvio Berlusconi per il mese di giugno. Il consorzio, che è formato da una serie di investitori nel comparto dell'energia rinnovabile e dei media, sarebbe d'accordo sulla maggior parte dei punti chiave dell'accordo, ma sarebbe intenzionato a non far proseguire la trattative oltre giugno. Il consorzio punta a una quota variabile da un 50% della società (obiettivo minimo) fino al 70%. Sempre secondo Bloomberg, sarebbe invece in stallo la trattativa tra il Milan e Bee Taechaubol, l'uomo d'affari indonesiano a capo della società finanziaria Thai Prime, che si occupa di private equity e vanta un patrimonio stimato in 1,2 miliardi di dollari. Forbes, a gennaio, aveva stimato in 775 milioni di dollari il valore del Milan.

Da una parte la Fininvest, proprietaria del 99,9 % delle azioni (perché lo 0,1, come noto, è distribuito tra i tifosi del Diavolo), dall’altra l’offerta cinese capeggiata dall’advisor italoamericano Sal Galatioto, proprietario della Galatioto Sport Partners, società americana con sede a New York incaricata della due diligence. L’offerta è già sul tavolo della famiglia Berlusconi, e, stando alle indiscrezioni, siamo in fase di trattativa decisamente avanzata.

Per convincere i cinesi ad effettuare l’investimento, l’ex banker di Lehman Brothers, Salvatore Galatioto appunto, avrebbe preparato un piano immediato di introiti: 300 milioni di euro nel giro di un anno soltanto tra partnership, merchandising e sponsorizzazioni. Il tutto sfruttando il marchio A.C. Milan, tra i più famosi, se non il più famoso, soprattutto nell’estremo oriente.

E’ anche vero però che il valore del Milan sta calando perché la squadra non riesce più a vincere e l’orizzonte europeo pure quest’anno è lontano. Probabilmente Berlusconi ha rivisto le sue idee ma è fornente combattuto e indeciso, fare previsioni oggi è davvero azzardato e complicato. Berlusconi non ha chiuso le porte a nessun investitore, ma prima di vendere le quote di maggioranza cercherà in tutti i modi di restare in sella come azionista di maggioranza. Il presidente sta valutando una serie di possibilità, ma nulla è stato ancora deciso.

L'ANSA ha comunque confermato - «La società Milan e il consorzio cinese interessato al suo acquisto dovrebbero definire un accordo per giugno. Queste le indiscrezioni emerse oggi dal mondo finanziario. Secondo l'agenzia Bloomberg, che cita fonti vicine al consorzio, i cinesi puntano a trovare un accordo con Silvio Berlusconi per il mese di giugno. Il consorzio, che è formato da una serie di investitori nel comparto dell'energia rinnovabile e dei media, sarebbe d'accordo sulla maggior parte dei punti chiave dell'accordo, ma sarebbe intenzionato a non far proseguire la trattative oltre giugno. Il consorzio punta a una quota variabile da un 50% della società (obiettivo minimo) fino al 70%. Sempre secondo Bloomberg, sarebbe invece in stallo la trattativa tra il Milan e Bee Taechaubol, l'uomo d'affari indonesiano a capo della società finanziaria Thai Prime, che si occupa di private equity e vanta un patrimonio stimato in 1,2 miliardi di dollari. Forbes, a gennaio, aveva stimato in 775 milioni di dollari il valore del Milan».

venerdì 8 aprile 2016

Calciomercato Chelsea: Antonio Conte, Walter Sabatini e i probabili nuovi acquisti


Il direttore sportivo della Roma Walter Sabatini a Stamford Bridge, quartiere generale del Chelsea! Il dirigente giallorosso è stato scovato dal Corriere dello Sport davanti ad uno degli ingressi dello stadio del club londinese, intento a parlare con Ramy Abbas Issa, avvocato che cura gli interessi dell'attaccante egiziano Mohamed Salah. Il giocatore è arrivato a Roma quest'estate in prestito con obbligo di riscatto e l'intenzione di Pallotta è ovviamente di confermare il giocatore, ma dietro il blitz di Sabatini potrebbe esserci dell'altro.

Non è un mistero che il nuovo allenatore del Chelsea, Antonio Conte, abbia messo nel mirino per la prossima stagione Radja Nainggolan e Miralem Pjanic, le stelle del centrocampo giallorosso. Non si può dunque escludere che Sabatini si sia recato a Londra per sondare la disponibilità del club di Abramovich a mettere sul piatto un'offerta molto importante per uno dei due calciatori. Il primo nome è quello del belga, per il quale, secondo Sky Sport, c'è una trattativa in fase avanzata. Il club giallorosso è pronto a cedere davanti a proposte tra i 35 /40 milioni di euro: Conte lo vuole, è un suo grande estimatore. Nainggolan si avvicina al Chelsea, e il ct azzurro è pronto ad abbracciare il suo primo acquisto.

Un altro scenario è quello dell'interesse di Conte a lavorare con Sabatini a partire da luglio in un Chelsea che non prenderà parte alla prossima Champions League e dovrà ripartire dalle ceneri di questa disastrosa stagione per costruire un nuovo ciclo vincente. Magari affidandosi all'esperienza e alle conoscenze calcistiche di Sabatini, provato dalla difficile esperienza alla Roma e intenzionato al momento a presentare le proprie dimissioni al termine della stagione.

In Inghilterra non hanno dubbi: il Chelsea sta mettendo a punto un piano concreto per portare Arturo Vidal a Londra. Si parla di cifre vicine ai 40 milioni per convincere il Bayern Monaco a mollare il cileno dopo appena un anno. Al momento non sarebbero partite trattative ufficiali, sia chiaro, è però quasi automatico accostare il nome di Vidal alla gestione Conte. Insomma, Conte accoglierebbe a braccia aperte Vidal, giocatore intelligente tatticamente, di spessore internazionale e soprattutto duttile dal punto di vista tattico, ancor di più dopo una stagione agli ordini di Pep Guardiola, il più grande allenatore-maestro del mondo. Certo, serviranno argomenti economici molto convincenti per aprire il tavolo della trattativa con Rummenigge, ma chissà che non sia lo stesso Vidal a forzare la situazione pur di tornare a lavorare con il tecnico che più ama e che più gli ha dato professionalmente.

Non perde tempo il ct che ha firmato per i Chelsea con tre mesi di anticipo sulla scadenza del suo contratto con la Federcalcio e verrà presentato qui, a Stamford Bridge, il 14 luglio, quattro giorni dopo la conclusione dell’Europeo. Martedì 5 aprile, la visita a sorpresa a Cobham, curiosamente smentita dal futuro allenatore del Chelsea, a sua volta candidamente smentito da Matthew Miazga, difensore del Chelsea il quale ha dichiarato al Daily Mail: "È stato bello incontrare Conte. Ci è' venuto a trovare".

Nainggolan non è il solo giocatore che Conte vorrebbe avere nelle proprie fila in Premier League. Nella sua lista della spesa, a Stamford Bridge sono sicuri ci siano anche Pogba, Perisic, Giaccherini e Icardi (se Diego Costa confermerà l’intenzione di tornare in Spagna). Senza dimenticare Cuadrado, in prestito alla Juventus. Che poi Abramovich glieli prenda tutti, è un altro discorso. Ma, a quanto pare, per Nainggolan il Chelsea fa terribilmente sul serio. Non si scomoda Sabatini e lo si fa venire da Roma per parlare di quanto sia grigio, oggi pomeriggio, il cielo sopra Londra. Sapendo, soprattutto, quanto la Roma voglia mettere la parola fine al tira e molla con la Fiorentina per Salah, sul cui futuro gioca un ruolo chiave il Chelsea, che aveva dato in prestito l’egiziano ai viola, prima che il giocatore si trasferisse nella capitale l’estate scorsa.

domenica 3 aprile 2016

E' morto Cesare Maldini, bandiera del Milan e della nazionale



Cesare Maldini, ex giocatore del Milan ed ex allenatore della Nazionale italiana di calcio e padre di Paolo, è morto a 84 anni

Era nato a Trieste nel 1932, e, dopo aver esordito a 21 anni con la maglia della Triestina, è passato al Milan e con i rossoneri da difensore ha giocato fino al 1966. Tre anni prima, nel 1963, quando in panchina c'era Nereo Rocco, ha sollevato la Coppa dei Campioni. Con i rossoneri ha vinto anche quattro scudetti. Da allenatore Maldini è stato vice di Bearzot ai Mondiali di Spagna vinti dall'Italia nel 1982.

Dal 1986 al 1996 ha allenato la nazionale italiana Under 21, con cui ha vinto tre campionati europei e nel '96 è passato sulla panchina della nazionale maggiore portando gli azzurri ai Mondiali di Francia del 1998. Nel 2001, poi, ha allenato il Paraguay portandolo ai Mondiali di Corea del 2002. Negli ultimi anni è stato anche commentatore sportivo per Al Jazeera.

La sera del 22 maggio 1963, allo stadio Wembley di Londra, il Milan supera 2-1 il Benfica, detentore del trofeo, e conquista la Coppa dei Campioni, prima squadra italiana a riuscirci. A levare al cielo la coppa dalle grandi orecchie (assai più piccola di quella odierna, comunque), sotto lo sguardo estasiato di un giovanissimo Gianni Rivera, è capitan Cesare, che diventa così il primo calciatore italiano a vivere questo emozionante evento. E’ il suo successo più grande.

Prelevato dalla Triestina al termine della stagione 1953-54, Cesare al primo anno in rossonero aveva già conquistato lo scudetto: soddisfazione toccata a pochi calciatori nella storia del nostro campionato. Ne seguiranno altri tre.

Cesare intraprende quella di tecnico che lo porta al mondiale 1982 nelle vesti di vice del nostro c.t. Enzo Bearzot. Il titolo colto dall’Italia fu il primo dopo la doppietta piazzata da Vittorio Pozzo negli anni Trenta. “Per noi giocatori fu un fratello maggiore, sempre prodigo di consigli. E nelle riunioni tecniche i suoi interventi erano significativi” ricorda oggi Franco Causio. Dopo il successo al Mondiale di Spagna, la federazione nel 1986 affida a Cesare la panchina della Under 21 reduce da una finale persa dal c.t. Azeglio Vicini (nominato responsabile della Nazionale maggiore) proprio contro gli spagnoli. Maldini occupa questa panchina per dieci anni con grandissime soddisfazioni. Storico il tris di successi europei (1992-’94-’96), record che sarà assai difficile battere.

E, in questa tristissima domenica che segue i giorni del lutto per Cruyff, un altro Immortale del calcio, pensando a Cesare e pensando a Paolo, inchinandosi a Cesare e abbracciando Paolo, non possiamo non domandarci come sia stato possibile. Come sia stato possibile che, in tutti questi anni e ne sono passati sette da quando il figlio si è ritirato, Cesare abbia dovuto condividere la stessa amarezza di Paolo, bandiera del Milan che dal Milan di Silvio Berlusconi(non di Barbara Berlusconi, pronta a portarlo in società) e Galliani è stata ammainata con ingratitudine pari al fastidio di essere oscurati dal fascio di luce che sempre illumina il Mito. Il Mito Maldini.

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