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venerdì 29 luglio 2016

Calciomercato: Amadou Diawara vicino al Napoli



"Diawara dribbla ancora il ritiro". Il centrocampista guineano, atteso da Donadoni in Austria, non si è presentato al raduno in atteso dell'accelerata decisiva per la sua cessione.

Il Napoli sembra ormai vicino alla chiusura. Lo ha seguito per mesi la Juventus, ci ha provato il Milan, adesso era a un passo dalla Roma. Lo strano futuro di Amadou Diawara ha accarezzato mezza Italia, persino l’estero: il Valencia le ha provate tutte prima di mollare vista la resistenza del Bologna, il Bayern Monaco di Ancelotti lo ha sondato prima di chiudere per Sanches, tra ’97 di talento ci si intende. Ma oggi il gioiellino del Bologna è davvero vicino a un colpo a sorpresa che il Napoli vuole piazzare in queste ore: un vero e proprio blitz quello del ds Giuntoli dopo il no secco del Lione per Tolisso, brucia quel rifiuto per un acquisto ormai fatto. E allora il Napoli si è fiondato con decisione su Diawara.

De Laurentiis si è mosso in prima persona, ha parlato con l’ad rossoblù Fenucci e con il ds Bigon, ribaltando la situazione che vedeva la Roma avanti. Per il Bologna le due squadre sono ora alla pari ma è chiaro che l’intervento diretto del presidente del Napoli ora cambia ogni prospettiva: oggi De Laurentiis può prendersi anche il gioiellino rossoblù.

Il passo è decisivo: il Napoli fa sul serio, l’offerta al Bologna è importante e sfiora con i bonus quota 17 milioni di euro, tutti soddisfatti. Adesso bisogna chiudere con il giocatore, ma il Napoli spinge ed è fiducioso, il ragazzo è in trattativa proprio in queste ore per chiudere su un quinquennale che lo accontenterà, visti i 70mila euro all’anno che guadagna ad oggi al Bologna dove Corvino lo ha portato un anno fa. Anche perché ormai la Roma sembra sorpassata definitivamente nonostante avesse un largo vantaggio: c’era il sì di tutti, 15 milioni più il prestito di Sadiq al Bologna, e invece il Napoli la ha superata. Per concludere si aspetta la cessione di Valdifiori al Torino, si può fare presto.

Ma per i giallorossi c’è un dettaglio fondamentale: bisognava prima vendere Paredes che ad oggi non ha ricevuto ancora un’offerta così importante da convincere Sabatini al sacrificio, ma la Juventus è molto convinta di prendere il giocatore e sta preparando l'assalto insieme all'Empoli, dove l'ex Boca Juniors tornerebbe in prestito. Il Napoli scatta su Diawara superando proprio quel Walter Sabatini che le aveva provate tutte per portare Amadou nella Capitale. Un centrocampista con buoni piedi, intelligenza tattica, giovane ma già di gran personalità. Uno da Roma, insomma. Ma il momento e l’affare Paredes hanno bloccato tutto. Ora, il Napoli ha Diawara in pugno.



giovedì 28 luglio 2016

Paul Pogba-Manchester United :trovato l'accordo con la Juventus



Un Higuain che arriva a Torino per 90 milioni di euro, ecco un Paul Pogba che parte permettendo ai bianconeri d'incassare oltre 110 milioni. L'accelerata definitiva è arrivata alla fine dell'incontro a Torino al quale hanno partecipato Beppe Marotta, Fabio Paratici, gli avvocati della Juventus e Mino Raiola.

Quello di Pogba dalla Juventus  al Manchester United sarà il trasferimento più costoso della storia del calciomercato: dopo 4 anni, una plusvalenza che ha del clamoroso, se si pensa che il francese era arrivato a Torino a parametro zero. 110 i milioni lordi incassati dalla società bianconera, con la cifra che comprende anche la componente riguardante la mediazione, ovvero le commissioni riservate all’agente, Mino Raiola. La percentuale della cessione del cartellino del calciatore sarà a carico dello United e tutti i dettagli della cifra totale di questa storica operazione verranno resi noti sul comunicato che pubblicherà proprio la Juventus nelle prossime ore. La cifra netta sarà dunque più bassa dei 110 milioni di cui si è parlato in questi giorni (che dovrebbe essere dunque di poco superiore ai 100), mentre il guadagno lordo si aggirerà proprio intorno ai 110 milioni.

Ormai ci siamo, Pogba è ad un passo dall'essere un nuovo giocatore del Manchester United: il francese è sempre più vicino a lasciare la Juventus. Secondo quanto riporta Sky Sport, poco fa è terminato un nuovo incontro tra i bianconeri, i legali della società e l'agente del giocatore Mino Raiola, avvenuto in corso Galileo Ferraris a Torino, dopo pranzo.

Raiola ha lasciato poi la sede del club: mancano ormai pochi dettagli, come la percentuale di solidarietà che spetta all'agente. Ora gli avvocati bianconeri sono al lavoro per far quadrare le richieste delle parti, poi sarà il momento di produrre le scritture che una volta firmate certificheranno il passaggio di Pogba in Premier League.

La svolta è arrivata proprio mentre Gonzalo Higuain teneva la sua prima conferenza stampa da giocatore della Juventus, situazione con una forte valenza simbolica: l'accordo tra la Juve e il Manchester United è sulla base di110 milioni di euro, per il giocatore un quinquennale da 13 milioni a stagione netti più una serie di bonus legati agli obiettivi.

I dubbi erano pochi già da questa mattina, ma dopo l'appuntamento del pomeriggio a Torino sono ridotti ulteriormente: la Juventus e l'agente di Paul, Mino Raiola, stanno sistemando anche gli ultimi dettagli prima di formalizzare il trasferimento di Pogba al Manchester United. Il segnale decisivo è stato la presenza degli avvocati bianconeri all'incontro, al termine del quale hanno ricevuto il via libera per cominciare a scrivere i contratti per la cessione al Manchester United.

Storia delle ultime ore è l'accordo tra la Juventus e il Manchester United sulla base di 110 milioni di euro. Da settimane, ormai, Pogba aveva trovato l'intesa con Mourinho sulla base di un quinquennale da 13 milioni a stagione netti più una serie di bonus legati agli obiettivi. A Manchester stanno per accontentare Mourinho, protagonista di una sessione estiva di mercato favolosa. Pogba è il quarto rinforzo dopo Ibrahimovic, Bailly e Mkhitaryan.


Esordio del Sassuolo in Europa a Lucerna



La qualificazione conquistata in extremis con il sesto posto ai danni del Milan, proprio all'ultima giornata dello scorso campionato, consentirà al Sassuolo a Lucerna, di giocare la prima gara della sua storia in una competizione europea. Per la squadra elvetica padrona di casa e per Sassuolo sarà il debutto in questa Europa League, terzo turno dei preliminari con gara di ritorno fissata per giovedì 4 agosto al Mapei Stadium di Reggio Emilia.

La squadra emiliana è partita da Sassuolo e ha raggiunto la città svizzera in treno poi l'allenamento sul campo dello Swissportarena dove stasera si apriranno le danze. Senza gli infortunati Missiroli, Pellegrini e Sensi, Di Francesco ha convocato 21 giocatori. Nessun dubbio sul 4-3-3, con Biondini al posto di Pellegrini e il tridente formato da Berardi, Defrel e Sansone.

Degli undici potenziali titolari, solo tre hanno già giocato in Europa: Cannavaro con il Napoli, Peluso con la Juve e Acerbi ai tempi del Milan. Proprio l'inesperienza a livello internazionale potrebbe essere l'ostacolo più difficile per il Sassuolo che secondo gli scommettitori risulta comunque favorito in questo doppio confronto. Il Lucerna allenato dall'ex nazionale tedesco Markus Babbel, ha già iniziato il campionato svizzera sabato scorso andando a vincere 2-1 sul campo del Lugano. Queste le parole del tecnico degli svizzeri, Markus Babbel: "Il preliminare è qualcosa di grandioso, quello per cui abbiamo lavorato. L'Europa League è' fantastica, un traguardo speciale sia per me che per la squadra e vogliamo che la Svizzera, che qui rappresentiamo, sia fiera di noi. Avremo di fronte un avversario forte e per superarlo dovremo giocare al 200%. Non hanno grandi nomi ma è un ottimo collettivo, sanno correre e ripartire. E' una grande squadra, con qualità ma l'unica cosa che possiamo fare è concentrarci sulla nostra prestazione e offrire una prova positiva".

Il Sassuolo che rispetto alla squadra tipo dell'anno scorso non avrà solo Vrsaljko ceduto all'Atletico Madrid, ha lavorato in queste settimana con grande intensità dimostrando di aver raggiunto una condizione accettabile per non sfigurare contro la compagine Svizzera. La formazione sarà seguita dal almeno 400 tifosi che partiranno alla volta di Lucerna. La squadra di Eusebio Di Francesco dovrebbe scendere in campo con Consigli in porta, una linea difensiva composta da Gazzola, Acerbi, Cannavaro e Peluso. A centrocampo Biondini, Magnanelli e Duncan dietro il tridente Berardi-Defrel-Sansone. In panchina, per i neroverdi, Pomini, Pegolo, Ariaudo, Antei, Dell'Orco, Mazzitelli, Sbrissa, Falcinelli, Politano e Trotta.

Il debutto europeo verrà ricordato per sempre e il primo gol naturalmente anche. Berardi si prenota, e conoscerà già le date principali della vita del suo club. Ad esempio, l’affiliazione alla Figc: era il 17 luglio 1920 quando iniziò ufficialmente l’avventura del Sassuolo. E poi la crescita lenta ma costante, fino allo sbarco tra i professionisti negli anni Ottanta e il primo storico gol in C2. Che poi è stata un’autorete di Carpineta, giocatore della Fidelis Andria che pareggiò 1-1 al Ricci il 23 settembre 1984. Berardi sarebbe nato dieci anni dopo. Aveva già 12 anni, invece, quando Horacio Erpen segnò la prima rete del Sassuolo in C1.

Stasera a Lucerna, invece, il Sassuolo ne apre un’altra molto prestigiosa. E tutti si aspettano che Domenico possa fare la differenza, tutti lo incitano, lo coccolano, lo pungolano. La forza del Sassuolo in questi anni è stato il collettivo, la capacità del gioco di migliorare i giocatori, la bravura di Di Francesco nel costruire una macchina in cui tutto funziona.




mercoledì 27 luglio 2016

Calcio i disoccupati 2016 che si allenano a Coverciano e i campioni



Tanti nomi illustri in scadenza: il mercato dei parametri zero è un serbatoio di buoni affari e scommesse tutte da vincere.

Accade ogni anno: l'AIC, l'associazione calciatori, organizza un vero e proprio ritiro per i veterani svincolati. Serve a tenerli in forma in attesa che trovino una squadra, possibilmente professionistica, anche se non sempre accade. Ci saranno giocatori anche più famosi (ma magari anche più vecchi) di Granoche: innanzitutto il 36enne Stefano Mauri, che dopo dieci stagioni (l'ultima non proprio memorabile) ha lasciato la Lazio. Con lui un suo ex compagno di squadra, Tommaso Rocchi, reduce dall'esperienza al Tatabanya, in Ungheria e ormai quasi 39enne. Ma anche Enzo Maresca, tra i protagonisti della salvezza del Palermo, in gol all'ultima giornata contro il Verona. Altri nomi illustri? L'ex enfant prodige Gaetano D'Agostino (ultima stagione alla Lupa Roma), Andrea Lazzari, Giovanni Pasquale, Michele Pazienza (ex Napoli e Juve, tra le altre), Adrian Ricchiuti e Davide Zoboli: verranno divisi in tre squadre allenate rispettivamente da Francesco D'Arrigo, Marco Maestripieri e Attilio Sorbi.

Al momento nessuno dei 63 calciatori presenti a Coverciano sa dove giocherà l'anno prossimo. O solamente sa se giocherà, visto che ad oggi nessuna società si è fatta avanti per proporre un contratto. Sono i disoccupati del calcio italiano, giocatori svincolati, a fine contratto, che non hanno un nuovo rapporto di lavoro e che nessuno ha più cercato. Malgrado tutto, si tengono in attività, in vista di qualche chiamata last minute, a Coverciano dove la Figc e l'Aia ogni estate organizzano una struttura che ospita i calciatori in attesa di contratto perché si allenino, studino per il futuro, e restino a contatto con il pallone. Nella speranza di qualche notizia positiva. Tutti con un bagaglio di presenze e gol che però non sembrano interessare nessuno.

C'è chi come Granoche si è guadagnato la nomea e il titolo di miglior marcatore straniero di Serie B con i suoi ultimi 6 gol segnati con la maglia del Modena la passata stagione e chi vanta una carriera interamente in serie A, come Stefano Mauri 10 anni alla Lazio, o chi ha appena contribuito alla salvezza del proprio club, come Maresca che ha segnato uno dei gol decisivi per la permanenza in Serie A del Palermo all'ultima giornata. O chi ha comunque un passato glorioso, come Rocchi (ex Lazio e Inter), Pazienza (ex Napoli e Juve), Lazzari (ex Fiorentina, Atalanta, Udinese).

A vedere l'attuale calciomercato verrebbe da dire che posto per loro ci sarebbe anche. Magari non per tutti e 63 ma per alcuni una squadra potrebbe anche ritagliare un posto invece di virare sui soliti scambi da figurine tra club o la ricerca sempre più spasmodica di carneadi stranieri oramai troppo spesso veri e propri flop durante la stagione. Eppure si sa come va il calcio italiano all'interno delle scelte di mercato delle nostre società: piuttosto che niente, meglio niente.

Aspettando un contratto, i partecipanti potranno conseguire l'abilitazione ad "Allenatore di base - Uefa B" seguendo l'apposito corso che si svolgerà nello stesso periodo della preparazione. Insomma, studieranno per il futuro. Ma durante il periodo dell'attività verranno anche organizzate delle partite amichevoli utili a tenere tutti in forma cominciando con il Memorial Roberto Clagluna di domenica prossima (un triangolare tra le tre Rappresentative Aic) e continuando con le sfide a Pontedera, Lucchese, Prato e quella speciale ai detenuti di Rebibbia.

Vediamo i giocatori più famosi senza contratto,

Marco Amelia,Campione del mondo con la Nazionale italiana nel 2006, Marco Amelia, ex portiere di Milan e Chelsea, ha 34 anni ed è attualmente svincolato. Fino alla scorsa stagione era sotto contratto con i Blues e l'ultima annata da titolare risale al 2013-14 con la casacca rossonera.

Martin Caceres, Uruguay Dopo 4 stagioni consecutive alla Juventus Martin Caceres è senza club dallo scorso giugno. Il ventinovenne, difensore della nazionale uruguaiana, come sanno bene i tifosi juventini è dotato di un grande talento e può giocare in diverse zone del campo. Purtroppo nel corso della sua carriera ha subito svariati infortuni che hanno limitato le sue performance.

Martin Demichelis, Argentina Vice-campione del mondo con la nazionale argentina nel 2014, il trentacinquenne Martin Demichelis ha disputato le ultime 3 stagioni al Manchester City. Difensore arcigno e di grande esperienza (ha giocato oltre 500 partite in Spagna, Inghilterra e Germania) potrebbe essere un buon investimento per qualsiasi squadra che vuole rafforzare il reparto difensivo.

Alex, Brasile Dopo le due ultime stagioni al Milan, il brasiliano Alex Rodrigo Dias da Costa, noto semplicemente come Alex, è senza squadra da giugno. Definito «una vera rocca in difesa» da Le Figaro, meriterebbe a 34 anni un'altra occasione in Europa per dimostrare la sua classe.

Alvaro Arbeloa, Spagna Campione europeo e mondiale con la Spagna, due volte vincitore della Champions League con il Real Madrid, il terzino trentatreenne Alvaro Arbeloa ha disputato oltre 150 match con la maglia dei Blancos e potrebbe giocare ancora ad alti livelli nei campionati europei.

Raul Meireles, Portogallo Nonostante non sia stato selezionato per gli Europei del 2016 in cui la sua nazionale ha trionfato, il portoghese Raul Meireles resta un ottimo giocatore. Può giocare nel ruolo di centrocampista centrale o di centrocampista difensivo e nelle ultime stagioni ha vestito la casacca del Fenerbahçe.

Seydou Keita, Mali Nonostante le trentasei primavere, Seydou Keita, ex centrocampista centrale di Barcellona e Roma, può disputare ancora qualche stagione ad alti livelli in Europa grazie alla sua ottima visione di gioco.

Kevin-Prince Boateng, Ghana Ex centrocampista del Milan, il ventinovenne ghanese Kevin-Prince Boateng è un calciatore completo, forte fisicamente e con una buona tecnica. Lo scorso giugno si è sposato con la showgirl Melissa Satta, dalla quale ha avuto il suo primo figlio Maddox Prince Boateng.

Tomas Rosicky, Repubblica Ceca Soprannominato "il piccolo Mozart" per la sua abilità tecnica, il trentacinquenne Tomas Rosicky ha disputato le ultime 10 stagioni all'Arsenal. Il centrocampista, afflitto perennemente da problemi muscolari, resta un calciatore interessante.

Nicklas Bendtner, Danimarca ventottenne ex attaccante di Juventus, Arsenal e Wolfburg. Centravanti forte fisicamente, bravo tatticamente, molto abile nel colpo di testa e dalla buona visione di gioco potrebbe disputare ancora diverse stagioni al top in Europa.

Calciomercato: Inter, Lazio, Antonio Candreva e il bonus Champions



Cresce l’ottimismo per Antonio Candreva all’Inter. La trattativa non è ancora conclusa, ma il muro di Claudio Lotito si sta lentamente sbriciolando, soprattutto perché l’Inter pare aver trovato il modo di poterlo accontentare. L’esterno biancoceleste non si unirà al ritiro della Lazio, il calciatore ha parlato sia con Simone Inzaghi che con Lotito, esprimendo loro il desiderio di poter approdare in nerazzurro.

Tutto potrebbe sbloccarsi entro il ritorno dell’Inter in Italia, con il giocatore già totalmente d’accordo con la società di corso Vittorio Emanuele, pronta ad accontentarlo sotto l’aspetto economico. Anche i cinesi sembrano favorevoli all'operazione, che prevedrebbe un esborso di circa 24 milioni di euro, con una pesante parte in bonus, circa 3 o 4 milioni legato appunto alla qualificazione alla prossima Champions League), ma facilmente raggiungibili.

Decisivi sono stati i contatti tra il d.s. Piero Ausilio e il tecnico nella notte a New York. L’esterno biancoceleste sarà un regalo di Suning e Thohir all'allenatore per ricomporre la frattura che si era creata nelle scorse settimane.

Da domani ogni giorno potrà essere quello giusto per vedere le parti sedute al tavolo per chiudere la trattativa, anche senza aspettare il rientro di Ausilio dagli Stati Uniti. Federico Pastorello e il suo collaboratore Andrea Moretti sono al lavoro senza sosta. Dato che ora si tratta solo di limare dettagli e definire la formula di pagamento.

Candreva ha l’accordo per un quadriennale coi nerazzurri sui 3 milioni, bonus compresi, ed è pronto ad aggregarsi ai nuovi compagni già entro il 4 di agosto. Intanto ieri l’esterno ha svolto visite per avere l’ok dopo il piccolo problema muscolare accusato in nazionale. Il rientro a Formello è fissato per il 30 (quando la Lazio sarà impegnata in amichevole in Inghilterra) con gli altri nazionali. Un ritorno in biancoceleste, anche se per poche ore, che Candreva non diserterà, vista la chiarezza sulla cessione sempre mostrata da Lotito.




martedì 26 luglio 2016

Arkadiusz Milik al Napoli, per il dopo Pipita


In Olanda danno in dirittura d'arrivo il trasferimento dell'attaccante polacco al Napoli. Milik non scende in campo nel preliminare di Champions League tra Ajax e PAOK Salonicco. Il polacco non è neanche in panchina.

«Jackpot per l'Ajax!». Ha titolato così il 'Telegraaf', quotidiano olandese, rivelando una clamorosa offerta del Napoli per Arkadiusz Milik, attaccante polacco di 22 anni messosi in mostra all'Europeo con la sua nazionale. Il club partenopeo avrebbe messo sul piatto 35 milioni per il cartellino del giocatore e il club di Amsterdam avrebbe intenzione di accettare l'offerta, con Milik già d'accordo con la società azzurra per un contratto quinquennale. Un affare che in Olanda avvicinano al trasferimento di Wesley Sneijder, sempre dall'Ajax, al Real Madrid, nel 2006 per una cifra di 27 milioni di euro. Dei 35 milioni infatti il 20 per cento (7 mln) - sempre secondo il Telegraaf - andrà al Bayer Leverkusen, dal quale Milik era arrivato in Olanda per 2,8 mln, con i restanti 28 nelle casse degli ajacidi che ieri hanno valutato e approvato l'affare anche nell'assemblea dei soci. Intanto stasera l'Ajax è impegnato nei preliminari di Champions League e Milik non sarà in campo, ufficialmente 'per un affaticamento muscolare', ma potrebbe essere anche un altro indizio che porta verso il trasferimento in Italia.

Il 22enne polacco è stato costantemente in cima alla lista del Napoli perché ritenuto adatto sia per giocare con Higuain (del resto fa da spalla a Lewandowski in nazionale) che al posto del Pipita. Piace molto a Sarri che ha dato il suo ok. Milik ha già conosciuto Napoli, e la vicina Capri, in un blitz che era stato organizzato per lui ed il suo agente David Pantak. Reduce dall'Europeo, potrebbe essere a Napoli la prossima settimana.

domenica 24 luglio 2016

Napoli: Mauro Icardi per il dopo Pipita


Si sono incontrati a metà strada tra Dimaro e Milano. Appuntamento in mattinata nei pressi di Verona, lontano dagli occhi indiscreti del ritiro del Napoli e dalle voci di mercato del capoluogo lombardo. E' qui, tra un cappuccino e una brioche, che il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha lanciato ufficialmente l'assalto all'attaccante dell'Inter Mauro Icardi. Nel suo incontro con alcuni collaboratori dell'entourage di Maurito, il presidente dei campani è uscito allo scoperto e senza mezzi termini ha fatto capire che vuole regalare Maurito a Maurizio Sarri.

Il Napoli ha offerto un ingaggio tra i 5 e i 5,5 milioni di euro netti più ricchi bonus legati ai gol segnati in campionato, in Champions League, al titolo di capocannoniere. Si è parlato anche dei diritti d'immagine, si va verso il 50 e 50, con De Laurentiis che pagherebbe a Icardi circa 5/6 milioni all'anno in più solo per quel 50%. L'ingaggio totale supererebbe 10 milioni più bonus. Icardi, contattato da Wanda, ha dato sua disponibilità. Nel contratto dovrebbe essere inserita una clausola da 90 milioni di euro.Ora il Napoli attraverso l'intermediario presenterà una prima offerta ufficiale di 40/42 milioni, una proposta destinata a salire perché l'Inter valuta Maurito una cifra vicina ai 60 milioni di euro.

Come ha riportato Sky Sport, è in corso un incontro tra il presidente Aurelio De Laurentiis, il direttore sportivo Cristiano Giuntoli e l'entourage di Maurito. In casa nerazzurra è già arrivata la prima offerta ufficiale da parte della società azzurra per il classe '93, che è il preferito dell'allenatore Sarri, per raccogliere l'eredità di Gonzalo Higuain.

L'incontro andrà in scena a Verona. Questa mattina De Laurentiis e Giuntoli hanno lasciato, in elicottero, il ritiro di Dimaro per dirigersi proprio nella città veneta. Tra le questioni più complicate da discutere c'è quella legata ai diritti d'immagine. Intanto Icardi non dovrebbe scendere in campo nell'amichevole che l'Inter giocherà contro il Paris Saint-Germani, per un problema alla spalla. Il Napoli non perde tempo e si mette subito al lavoro: Icardi l'obiettivo per il dopo Pipita.

A fugare ogni dubbio ci ha pensato la moglie e agente di Icardi, Wanda Nara, con un tweet in cui conferma che l'incontro è in corso con un intermediario ma senza di lei, che si trova a Milano e segue tutto in videoconferenza.
Incontro con l intermediario, io sono nel mio ufficio a Milano, bacio :)

Doveva essere un incontro segreto, ma il primo indizio è arrivato in mattinata quando il presidente De Laurentiis ha lasciato il ritiro azzurro di Dimaro. Troppi occhi puntati addosso, in questo momento, per passare inosservato, e così in breve tempo è stata chiara la destinazione. Nel Veronese, De Laurentiis ha rotto gli indugi e ha consegnato nelle mani dei collaboratori di Wanda Nara, la moglie-agente di Icardi, la prima proposta ufficiale a Icardi.

Il Napoli gioca al rialzo per superare il muro eretto dai nerazzurri: De Laurentiis ha aumentato la proposta di acquisto spingendosi fino a 40 milioni, senza escludere la possibilità d'inserire nell'affare anche Manolo Gabbiadini (che viene valutato dal Napoli 25 milioni). Al momento, l'offerta è 40 cash, ma di Gabbiadini se ne potrà parlare: insomma, all'orizzonte si profila la costruzione di un'offerta pazzesca per Maurito che l'Inter non lascerà andare via per meno di 50-55 milioni. Più semplice trovare l'intesa con l'attaccante: oggi guadagna all'Inter 4 (compresi i diritti d'immagine, che il Napoli potrebbe lasciargli), ma da tempo sta chiedendo inutilmente un ritocco dell'ingaggio.

sabato 23 luglio 2016

Serie A, il calendario 2016-17: si parte con Juve-Fiorentina e Milan-Torino



A Milano è andato in scena il sorteggio del calendario del prossimo campionato: si parte subito con Juventus-Fiorentina.

Inizio duro per i bianconeri e i rossoneri: nella seconda giornata la Juve affronterà la Lazio, alla terza il Sassuolo e alla quarta l'Inter, mentre il Milan andrà a Napoli già alla seconda giornata. La gara d'andata tra Inter e Juventus si giocherà alla 4ª giornata, in programma il 18 settembre a Milano.

Ritorno allo Juventus Stadium il 5 febbraio 2017. Il derby della Madonnina, Milan-Inter, si giocherà alla 13a giornata, andata nel weekend del 20 novembre, mentre il 30 ottobre sarà la volta di Juve-Napoli. Il derby dell'Olimpico tra Lazio e Roma è in programma al 15° turno, il 4 dicembre. Juventus-Roma arriva "in fondo", alla giornata numero 17: andata il 18 dicembre, ritorno il 14 maggio 2017.

La Serie A scatterà il 20-21 agosto e si concluderà il 28 maggio 2017. Sono previsti tre turni infrasettimanali, tutti nel 2016: il 21 settembre, il 26 ottobre e il 22 dicembre. Il campionato si fermerà sei domeniche: 4 settembre (nazionale), 9 ottobre (nazionale), 13 novembre (nazionale), 25 dicembre, 1 gennaio e 26 marzo (nazionale).
I
l 23 dicembre si giocherà ad Abu Dhabi la Supercoppa italiana: in campo Juventus e Milan (in quanto finalista della Coppa Italia vinta dai bianconeri).





giovedì 21 luglio 2016

Calcio: il Belgio cerca l'allenatore della Nazionale via Web



Per il dopo Marc Wilmots, (ct dal 2012)  i «diavoli rossi» si affidano a una selezione via curriculum. Decisione ipotizzabile visto che il tecnico aveva a disposizione una rosa giudicata da tutti tra le candidate per la vittoria finale ed era reduce anche da un mondiale non entusiasmante.

Il Belgio infatti ha deciso di mettere un bando online per la ricerca di un nuovo allenatore. Teoricamente chiunque può inviare un curriculum per candidarsi come allenatore del Belgio. Mentre la maggior parte delle federazioni calcistiche avrebbe setacciato il mercato alla ricerca dei manager più famosi del mondo il Belgio ha deciso di adottare un approccio diverso pubblicando su internet l'annuncio per la posizione vacante.

Gli allenatori che vogliono candidarsi possono inviare il proprio curriculum via e-mail al direttore tecnico della Urbsfa Chris Van Puyvelde entro il 31 luglio prossimo, che dovrà analizzare i profili lavorativi inviati via email alla Federazione. Devono però disporre di otto requisiti considerati indispensabili per poter gestire top player belgi come Hazard, De Bruyne, Lukaku, Company, Witsel o Cortois.

Innanzitutto devono avere esperienza e aver ottenuto risultati nell’attuale calcio in continua evoluzione;
avere provate qualità di saper trasmettere tattiche e strategie anche ai top player di fama mondiale;
saper lavorare con tutti gli esperti necessari nel calcio moderno;

dimostrare padronanza del contesto sociale e dei risultati di alto livello;


essere un comunicatore aperto e solidale;.

avere padronanza della gestione delle diverse generazioni di calciatori;
essere capace di trasmettere una mentalità vincente.

aver dimostrato di poter lavorare in una struttura e organizzazione già esistente in linea con la politica della URBSF.

Se siete in grado di rispettare questi punti si può inviare il vostro curriculum all'indirizzo mail cvp@footbel.com


Europeo Under 19, Inghilterra-Italia 1-2: doppietta Dimarco



L'Italia di Paolo Vanoli è in finale. Gli Azzurrini raggiungono la finale dell'Europeo Under 19 di Germania superando la temibile Inghilterra per 1-2, vinto una sola volta, nel 2003, con Berrettini in panchina, e in campo Chiellini, Aquilani, Pazzini, e uno che ancora non poteva sapere che sarebbe diventato il più vincente di tutti, Simone Padoin, quando Della Rocca e Pazzini decisero la finalissima con il Portogallo.

Ancora una volta decisivo Federico Dimarco, ancora una volta sfruttati in maniera magistrale i calci piazzati: con le due reti realizzate oggi l'Italia sale a cinque centri nel torneo, tre su rigore e due su punizione.

Contro l'Inghilterra - grande favorita, campione con questi ragazzi già in Under 17 e arrivata in semifinale vincendole tutte - ha deciso nuovamente Federico Di Marco, terzino sinistro appena preso dall'Empoli che ai tempi dell'Inter paragonavano a Roberto Carlos perché segnava come un attaccante, spesso a palla ferma. Un gol su rigore, il terzo in 4 partite, un calcio di punizione nella ripresa, e l'autogol nel finale spaventa un po', ma neanche troppo: 2-1, e atto finale domenica a Sinsheim (Germania), contro la vincente di Francia-Portogallo. Dalla vittoria del 2003, l'Italia aveva festeggiato anche solo le qualificazioni: solamente 3 in 12 anni (l'Europeo Under 19 è annuale), due eliminazioni al girone, e l'inatteso secondo posto di Francesco Rocca nel 2009. Come a dire che la squadra di Vanoli, lasciando spesso l'iniziativa agli avversari, e capitalizzando ogni azione d'attacco, ha già fatto un'impresa centrando la finale (e il Mondiale Under 20 dell'anno prossimo).

Il primo tempo è troppo teso per essere spettacolare: l'unica emozione è quella che sblocca tutto, il controllo sbagliato dall'anglo-canadese nero del Chelsea, Fikayo Tomori, che poi si avventa sul pallone per provare a riprenderlo, travolgendo Favilli. Rigore, Dimarco trasforma spiazzando Woodman. L'Inghilterra sembra sempre sul punto di sbloccare, col talento in fascia dell'incontenibile Isaiah Brown, talento d'origine giamaicana che dopo aver regalato al Chelsea la Youth League 2014-15 è andato a fare il titolare in Olanda col Vitesse, il duo d'attacco Abraham-Solanke, pure loro scuola Chelsea, ha referenze eccellenti, ma le linee azzurre sono strette, e la coppia difensiva Coppolaro-Romagna (Udinese e Juventus, il secondo è capitano) non sbaglia un colpo.

In apertura di ripresa Favilli e Panico non riesco ad arrivare in scivolata su un cross basso di Ghiglione, al 7' il primo angolo per gli azzurri, con Romagna che tenta un complicato colpo di tacco sul secondo palo. L'Inghilterra risponde con una bella azione manovrata avviata da Brown, e rifinita da Maitland-Niles: tiro-cross di Kenny, Abraham ci mette il piede ma la palla si impenna sopra la traversa. Poi il raddoppio, sempre col sinistro di Dimarco, bella punizione a giro, Barella rischia l'autogol su calcio d'angolo, e il neo entrato Ojo impegna Meret da fuori. Minelli, subentrato a Panico, manda in gol Favilli, ma l'attaccante vicecampione d'Italia con la Juventus era scattato in fuorigioco. L'Inghilterra accusa il colpo, Brown spreca una clamorosa occasione mandando alto di prima intenzione solo in area, ma si ritrova con lo svantaggio dimezzato senza neanche tirare in porta: calcio d'angolo, Romagna allontana di testa, la palla sbatte su Picchi e finisce in fondo alla rete. Non basta: l'Italia, con la miglior difesa dell'Europeo, porta a casa il 2-1. E può cominciare a preoccuparsi per la presenza in finale del terzino bomber Dimarco, che ha lasciato il posto al palermitano Pezzella a un quarto d'ora dalla fine per un fastidio muscolare.

Tabellino
Inghilterra (4-4-2): Woodman; Walker-Peters, Tomori, Oxford, Kenny; Brown, Onomah, Rossiter, Maitland-Niles; Abraham (58' Ojo), Solanke. All. Boothroyd.

Italia (4-4-2): Meret; Vitturini, Romagna, Coppolaro, Dimarco (75' Pezzella); Picchi, Barella, Locatelli, Ghiglione; Favilli (80' Cutrone), Panico (58' Minelli). All. Vanoli.

Inghilterra-Italia 1-2
27' rig., 60' Dimarco (IT), 85' autorete Picchi (IT).

mercoledì 20 luglio 2016

Milan: Sonny Wu a capo cordata cinese



Sonny Wu. Finalmente ci sono un nome e un cognome dietro le ombre cinesi alle spalle del Milan. Bloomberg, colosso dell'informazione economica statunitense, ha svelato il nome dell'uomo che sta dietro all'acquisto del Milan. L'imprenditore cinese, numero uno della società di private equity GSR Capital (con investimenti nel settore tecnologico) è, dunque, a capo della cordata che sta trattando l'acquisizione del club rossonero con Silvio Berlusconi e Finivest.

L'uomo d'affari cinese Sonny Wu, che è a capo del private equity Gsr Capital, è il principale investitore della cordata che è in trattative avanzate per comprare il Milan. Secondo l'agenzia Bloomberg, Wu sta valutando il club rossonero 750 milioni di euro, debito incluso. Del gruppo di compratori fa parte anche Steven Zheng, imprenditore attivo nel settore dell'energia solare. L'operazione comprenderà anche nuovi accordi di sponsorizzazione. Se si dovesse arrivare ad un accordo, i due investitori cinesi controllerebbero il Milan.

 Fininvest, che da maggio sta conducendo una trattativa in esclusiva con gli advisor di una cordata di investitori cinesi per la cessione del Milan, non commenta la notizia. Da alcuni giorni, sul tavolo c'è l'ipotesi che i cinesi acquistino entro luglio direttamente il 100% del club e non più, come previsto all'inizio del negoziato, solo una quota di maggioranza (in origine il 70%, poi da fine giugno l'80%) e il restante pacchetto azionario nel giro di un paio d'anni.
 

I cinesi sembrano ora intenzionati a rilevare completamente la società rossonera, con una valutazione di 750 milioni di euro compresi i debiti. Insieme a Sonny Wu, ci sarebbe anche un altro imprenditore cinese, Steven Zheng (energia solare) e l'advisor Nicholas Gancikoff. Dopo la proposta dell'acquisto del 60% delle quote del Milan arriva quindi, sempre secondo Bloomberg, l'offerta decisiva che potrebbe portare definitivamente il club rossonero in mani cinesi.

In attesa che Sonny Wu e Steven Zheng vengano allo scoperto, al momento il Milan è bloccato anche sul mercato. La firma sull'accordo preliminare probabilmente slitterà al 31 luglio e a quel punto mancherà soltanto un mese per regalare a Montella i rinforzi necessari senza sacrificare obbligatoriamente Carlos Bacca.

Pogba e Manchester United accordo a 125 milioni



Il francese ha già trovato l’accordo con gli inglesi: 12 milioni più 1 di bonus per 5 anni, ingaggio più che raddoppiato. Marotta tratta: si parte da una base di 125, il 20% andrà al giocatore.

Affare fatto, Paul Pogba è un nuovo giocatore del Manchester United. Lo scrive L'Equipe, che titola in prima pagina, nella versione online, "Pogba fa saltare il banco". La Juventus, si legge, ha accettato la richiesta di Pogba di tornare all'Old Trafford, il Manchester United, dal canto suo, ha deciso di alzare l'offerta a 120 milioni di euro, la cifra richiesta dai bianconeri. Il futuro di Pogba sarà con la maglia dei Red Devils, la chiusura della trattativa è solo una questione di giorni ma l'affare non è in dubbio. Dopo quattro anni il talento cresciuto nel Le Havre torna a giocare in Premier League, alla corte di Mancini.

La trattativa tra la Juventus e il Manchester United per Paul Pogba è ufficialmente iniziata e potrebbe chiudersi molto presto. La novità del giorno riguarda la volontà del centrocampista francese, che non è più quella di vestire la maglia bianconera. Attraverso il suo agente, Mino Raiola, Paul ha comunicato alla dirigenza della Signora che intende accettare la corte della sua ex squadra. Vuole andarsene e a questo punto crolla uno degli elementi cardine della resistenza bianconera. "Pogba è incedibile per noi, almeno fino a quando non sarà lui a chiederci di lasciarlo andare via". Quel momento è arrivato, Pogba non ha resistito al richiamo di José Mourinho e di tanti, anzi tantissimi bigliettoni. Per questo la Juventus non può far altro che prenderne atto e attendere l'offerta degli inglesi, con l'obiettivo di far fruttare il più possibile l'investimento ultra low cost (Pogba è costato un milione di euro per l'indennizzo) di 4 anni fa.

Il Manchester United vuole Pogba a tutti i costi, motivo per il quale ha deciso di accontentare sia la Juventus sia Mino Raiola. Come raccolto da calciomercato.com circa 125 milioni è la cifra che la Juve si aspettava di incassare e dovrebbe dalla cessione di Paul. Una maxi plusvalenza, che prevede però in base ad accordi pregressi che circa il 20% rientri proprio nelle tasche dello stesso Pogba e di Raiola. Cedere Pogba a 100 e quindi incassare "soli" 80 milioni non valeva la pena, farlo a 125, con utile di 100.

Pogba può diventare il giocatore più pagato della storia del calcio: finora solo il Real si era spinto fino a 100 milioni per Gareth Bale. Pogba potrebbe diventare mister 130 milioni: per la Juventus si tratta di una plusvalenza da record (il giocatore arrivò a parametro zero, l'indennizzo fu pagato successivamente), per il Manchester United è un modo molto costoso per riparare a un errore fatto anni fa. Gli inglesi si fecero soffiare Pogba dalla Juve nel 2012, ora lo riporteranno a casa pagandolo a peso d'oro, ma sono convinti che ne valga la pena. Mourinho lo considera il miglior centrocampista del mondo e già l'anno scorso aveva tentato l'impossibile per averlo al Chelsea, senza però riuscirci.

lunedì 18 luglio 2016

Milan i cinesi e il calciomercato



Vertice di mercato a casa del presidente: vanno stabilite le strategie immediate in attesa della chiusura della trattativa per la cessione del club ai cinesi. In assenza di liquidità in cassa, Galliani si è mosso per provare a cedere Carlos Bacca, che avrebbe portato ai rossoneri 30 milioni, ma il colombiano ha rifiutato il West Ham. Sarebbero stati e sarebbero ancora oggi i soldi necessari a sbloccare le trattative in entrata, chiuse soltanto sulla parola, con Villarreal e Udinese, per l'arrivo a Milanello di Mateo Musacchio, Piotr Zielinskive José Sosa.

"Stiamo lavorando bene, anche se c'è ancora tanto lavoro da fare. Ma sono contento di questa prima fase, soprattutto per l' approccio al lavoro dei ragazzi e per la voglia di rivalsa che hanno verso un periodo in cui le cose non sono andate bene. Ognuno deve capire dove poter migliorare". Così il tecnico del Milan, Vincenzo Montella, analizza il momento della squadra rossonera.

Milan ai cinesi e protagonista sul mercato? Bisogna attendere ancora. Le due cose sono strettamente legate e se non avviene la firma del preliminare con il gruppo cinese, Adriano Galliani non può muoversi sul mercato. Come ha riportato Milan Tv, canale ufficiale della società rossonera, la firma del preliminare con i cinesi, che era attesa per questa settimana, subisce un ulteriore slittamento: salvo sorprese ci sarà la prossima settimana.

Dalla Spagna ad Arcore, linea diretta per Adriano Galliani: l'amministratore delegato del Milan di ritorno da Ibiza non si è presentato oggi all'assemblea di Lega e si è recato direttamente a Villa San Martino per incontrare Silvio Berlusconi, un vertice utile per relazionarsi sulle ultime vicende tra mercato e società.

Tema portante le operazioni di mercato che l'ad rossonero sta conducendo per accontentare le richieste di Montella: a -4 dalla partenza per gli USA la rosa va ancora completata e con il tecnico sono state concordate delle priorità. Su tutte il difensore centrale visto l'infortunio di Zapata e le difficoltà di Vergara e Rodrigo Ely: per questo Galliani fino a questa mattina era in Spagna, per provare a spingere l'acceleratore su Musacchio. Ci sono già il gradimento del giocatore e l'intesa con il suo entourage per quanto riguarda l'ingaggio, manca però l'accordo economico con il Villarreal (rossoneri disposti ad arrivare fino a 25 milioni bonus compresi, gli spagnoli chiedono 30). Prima il difensore, poi il centrocampista: nel mirino sempre Zielinski, per il quale c'è l'accordo con l'Udinese sulla base di 18-19 milioni di euro, e José Sosa che tenta di convincere il Besiktas ad abbassare le proprie pretese (al momento i turchi chiedono 8-9 milioni, il Milan non va oltre 4-5). In secondo piano salvo occasioni di mercato il discorso legato agli esterni d'attacco, Montella vuole anche valutare prima i giocatori in rosa per poi dare il via alle cessioni.

Galliani al lavoro, ma senza la cessione di Bacca o la firma dell'accordo preliminare tra Fininvest e la cordata rappresentata da Sal Galatioto mancano i fondi necessari per chiudere le varie operazioni aperte. Per questo altro tema caldo diventa la trattativa con gli investitori cinesi, che nonostante le indiscrezioni riportate dai media cinesi al momento non ha ancora una data certa sulla chiusura: si attendono aggiornamenti positivi per poter sbloccare anche il mercato con i circa 100 milioni di euro che andrebbero a disposizione dell'amministratore delegato e consentirebbero così l'affondo decisivo su tutti i fronti. In tutto questo però il tempo stringe: ancora quattro giorni, questo il tempo a disposizione del Milan per regalare a Montella e tifosi almeno un rinforzo in vista della tournée negli USA.

Arrivato la scorsa estate al Milan con grandissime aspettative dopo un’ottima stagione al Genoa, Andrea Bertolacci non ha purtroppo reso come tutti, in via Aldo Rossi, speravano: il centrocampista milanista, pagato 20 milioni di euro, è stato infatti una delle delusioni più grandi dell’ultima annata rossonera. Il giocatore è il primo a non essere soddisfatto del suo rendimento e sa benissimo che quella che è appena iniziata deve essere a tutti costi la stagione del suo rilancio.

Come ha riferito La Gazzetta dello Sport, nella prima amichevole contro il Bordeaux, Bertolacci ha lanciato buoni segnali e si è messo in mostra in un ruolo assolutamente inedito per lui: vista l’assenza di Montolivo, Montella lo ha infatti schierato come regista davanti alla difesa, posizione che Andrea non ha mai ricoperto nella sua carriera. Ovviamente si trattava solo di un’amichevole, ma il numero 91 rossonero ha fornito una prestazione di qualità ed è stato molto preciso e propositivo in mezzo al campo.

Con il ritorno di Montolivo, è probabile che Bertolacci tornerà a fare la mezzala, ma indipendentemente dal ruolo il suo obiettivo deve essere quello di riscattare l’ultima deludente stagione: “Fatica, lavoro, sudore e impegno. Questa è l’unica strada che conosco per raggiungere ogni obiettivo. Sono il primo a essere deluso dalla scorsa stagione. Le critiche fanno male ma voglio ripagare la fiducia di tutti coloro che hanno creduto in me. Ci metterò come sempre gambe, cuore e testa. Per questa maglia, questa società, questi tifosi e questa squadra!” questa l’autocritica dello stesso giocatore qualche giorno fa su Instagram. La sua voglia di rivalsa è tanta, ora dovrà trasferirla in campo e dimostrare a tutti chi è il vero Bertolacci.


domenica 17 luglio 2016

Calciomercato Milan: le idee di Montella


E' sbucato un nuovo nome nell’orbita del Milan. Si tratta di Clément Grenier, trequartista del Monaco. Vincenzo Montella, per quei compiti, continua a preferire Sosa. E quest’ultimo è già rimasto sedotto dalle lusinghe di Galliani. Il problema è il Besiktas, che ha eretto un muro: serviranno 8-9 milioni la cifra richiesta. Ma a quelle cifre, l’ad rossonero non intende arrivare, anche perché si tratta comunque di un giocatore di trentuno anni. Ebbene, Grenier costerebbe qualcosa meno, 6-7 milioni. Per di più avendo sei anni in meno. L’incognita, anche se fino ad un certo punto, è che ha trascorso la prima metà della scorsa stagione in infermeria, a causa della frattura del femore.

Comunque in attesa di test più efficaci e della crescita generale del gruppo, sia sotto il profilo atletico che dei meccanismi di gioco, Montella invia messaggi ad Adriano Galliani sui tasselli ancora da inserire per avere un Milan maggiormente a sua immagine e somiglianza. Parlando della prestazione contro il Bordeaux di Giacomo Bonaventura, il neo-tecnico rossonero ha sottolineato come ad oggi l'ex atalantino abbia caratteristiche che lo portano ad esprimersi al meglio come trequartista o esterno sinistro del 4-3-3 piuttosto che come interno di centrocampo, la posizione nella quale è stato impiegato nel primo tempo del primo test stagionale contro i francesi.

Bonaventura non è Borja Valero, tanto per fare un esempio molto chiaro con un calciatore che gradirebbe avere nuovamente a disposizione dopo la fortunata esperienza alla Fiorentina. Giocatore di grande qualità, ma anche con senso tattico e capacità di dare equilibrio a tutta la squadra. Ecco perché tra gli obiettivi caldi indicati da Montella c'è l'acquisto di un giocatore con caratteristiche simili a quelle dello spagnolo e ad oggi,il nome più gradito resta quello del polacco Piotr Zielinski, reduce dall'ottima stagione ad Empoli e tornato all'Udinese.

Seguito anche da Napoli e Liverpool, il classe '94 ha scartato l'opzione azzurra e al momento può considerarsi sedotto e abbandonato dai Reds, ragion per cui ha espresso gradimento per l'idea Milan. Galliani ha incontrato più volte il patron dell'Udinese Pozzo e ha raggiunto un'intesa di massima per una cifra tra i 15 e i 18 milioni di euro ma, come per tutte le altre trattative in entrata, senza la partenza di un big (Bacca su tutti) o l'immissione immediata di nuovi capitali da parte della cordata cinese interessata all'acquisto del club, nessun'operazione può essere perfezionata. Tanti sondaggi e tanti contatti per il Milan, anche se per ora le operazioni concluse sono solo due. Alla corte di Vincenzo Montella, infatti, i nuovi arrivati sono solo Leonel Vangioni e Gianluca Lapadula. In attesa di conoscere il futuro di Carlos Bacca, da cui possono arrivare i soldi da reinvestire sul mercato, in casa rossonera è tornato di moda il nome di Clément Grenier, centrocampista del Lione. Nell’ipotetico undici di Montella il giocatore francese è visto come l’alternativa a Sosa, centrocampista del Besiktas già sondato da Adriano Galliani.

Una curiosità sulle prossime mosse di mercato dei rossoneri è stata rivelata ieri da Milan Tv. Il canale tematico rossonero, infatti, ha svelato che la società ha chiesto ai giocatori attualmente in rosa di lasciare liberi quattro numeri. Ovvero il 9, il 15, il 19 e il 33. Una mossa originale e intrigante, perché ora è nata la caccia a chi potrebbe indossare quelle maglie. I piani del Milan, a giudicare da questa curiosa scelta, porteranno a Montella almeno quattro nuovi acquisti. E uno potrebbe essere proprio Grenier, escluso da Aulas dal progetto Lione: “Per noi partirà. È stato lui stesso a chiedere di andarsene”.


giovedì 14 luglio 2016

Juventus super offerta al Napoli per Higuain



La Juventus per l'anno 2016/17 ha iniziato a lavorare con un obiettivo chiaro in testa:puntare alla Champions League. Per questo sono già arrivati a Torino Miralem Pjanic, Dani Alves e Mehdi Benatia. Nei programmi della società bianconera c'è però anche un grande colpo in attacco, dopo la partenza di Alvaro Morata e con Simone Zaza indirizzato verso il Wolfsburg. Per questo il duo Marotta-Paratici sta preparando l'assalto a Gonzalo Higuain, capocannoniere della scorsa Serie A con 36 gol in 35 partite, con tanto di record di Nordahl battuto.

I bianconeri sono pronti a presentare una proposta vicina ai 94,5 milioni della clausola. Per De Laurentiis il Pipita è incedibile, ma non a caso i due club stanno dialogando per Pereyra.

A un mese e mezzo dalla fine del mercato, la Juventus esce allo scoperto e lancia l'assalto per piazzare il colpo grosso: a Torino è pronta una super offerta per strappare al Napoli il centravanti Gonzalo Higuain. Dopo le dichiarazioni di disagio del fratello-agente Nicholas e la proposta dell'Arsenal (60 milioni più Giroud), con il passare dei giorni sono aumentati gli indizi sul corteggiamento ormai crescente della Juventus per Higuain.

La Juventus, dunque, ha deciso di puntare in maniera decisa sul Pipita. Dopo la partenza di Morata, i bianconeri devono pescare sul mercato un centravanti di affidabilità internazionale e ora i radar sono puntati sul Napoli. Così l'a.d. bianconero Beppe Marotta è pronto a presentare una proposta di acquisto al presidente azzurro, Aurelio De Laurentiis, che si avvicinerà il più possibile ai 94,5 milioni fissati dalla clausola che lega Higuain al Napoli.

Non è affatto una coincidenza che, proprio in questi giorni, il Napoli e la Juventus abbiano aperto un canale di discussione e stiano dialogando per il trasferimento del centrocampista Pereyra in Campania (valutato dalla Juve 18 milioni). Tuttavia, è evidente che a Torino non manchino le disponibilità per finanziare questa operazione nella quale va registrata la posizione di De Laurentiis: il presidente campano è assolutamente indisponibile alla cessione del Pipita. E in serata, alla fine dell'allenamento della squadra nel ritiro di Dimaro, il figlio di Aurelio De Laurentiis, Edoardo, ha commentato: "E' soltanto una bufala, non dovete credere a tutto".

Secondo quanto appreso dalla stampa, la clausola di Higuain, da 94 milioni e 736 mila euro, è ancora in vigore. Se fino al 30 giugno bastava però presentarsi dal Napoli con quella cifra e, con l'ok del giocatore, portare via il centravanti argentino, ora la situazione è diversa. Infatti, dal primo luglio, anche con i soldi della clausola in mano, la Juventus dovrebbe ottenere comunque l'ok del club partenopeo. Che di fronte a una cifra simile, però, difficilmente opporrebbe resistenza e potrebbe quindi lasciar partire il Pipita.


mercoledì 13 luglio 2016

Calciomercato Juventus, da Exor l’assenso a trattare Higuain


Chi è la Exor? La Exor è la società di investimento, gestita da John Elkan, che detiene il 63,77% delle azioni della Juventus. Che Gonzalo Higuain rappresenti un sogno della Juventus e di Max Allegri, non è un mistero. Tra tutti quelli dei bianconeri, forse il più proibito di tutti.

A renderlo un pò meno tale c'è un fatto nuovo:da qualche giorno sarebbe arrivato l'approvazione da parte della Exor a procedere per intavolare una trattativa concreta con il Napoli. Questo non significa che Higuain sia pronto a passare dal Napoli alla Juventus. Ma che adesso la dirigenza bianconera avrebbe tutto ciò che serve per provarci fino in fondo e avrebbe liberato un piano economico aggressivo per fare in modo che i bianconeri possano puntare alla Champions. Un progetto che per compiersi ha bisogno di un attaccante di primo piano a livello assoluto, con il Pipita in cima alla lista per il definitivo salto di qualità: e per Higuain dalla proprietà ora giungerebbe la disponibilità anche ad andare oltre i soliti regimi di bilancio, favorendo un extra budget sostanzioso nel caso in cui si aprisse uno spiraglio per portare a termine quello che sarebbe il trasferimento più clamoroso della storia recente del calcio italiano.

Non mancano ovviamente gli ostacoli ed in  particolare da parte di Aurelio De Laurentiis, che è sempre stato chiaro a riguardo: Higuain non si vende, men che meno alla Juventus. Tanto da confidare nell'ambiente azzurro che in caso di offerta di Marotta, non sarebbero bastati persino 150 milioni di euro. Ecco, a quella cifra nemmeno si digita il numero di telefono. Ma con la benedizione di tutta la famiglia Agnelli, un'offerta decisa e importante potrà partire: anche più alta di quelle targate Arsenal e Atletico Madrid, fin qui uniche società a farsi realmente sotto con Chelsea, PSG e Bayern alla finestra. De Laurentiis chiude a tripla mandata ogni fessura, che intanto prova ad aprire Nicolas Higuain. Il fratello agente del Pipita avrebbe avuto più di un incontro in queste settimane con la dirigenza bianconera, dando a quanto pare la propria disponibilità a trattare per questo clamoroso salto della barricata: Higuain arrivato a questo punto della carriera vuole puntare a vincere, il più possibile, ed alla Juve avrebbe forse più possibilità di farlo che all'Atletico Madrid in Liga e all'Arsenal in Premier.

Per il Pipita val bene uno sforzo particolare, che avrà in ogni caso bisogno di almeno una cessione eccellente. Che non significherebbe necessariamente scomodare un big come Pogba o Bonucci, anzi.

Per quanto non siano da escludere a priori, per cessione eccellente si intende anche una serie di plusvalenze preziose come quella di Zaza che potrebbe fare seguito a Morata. Senza dimenticare le altre cessioni necessarie per fare spazio agli altri colpi in entrata, tra cui proprio quella sull'asse Juve-Napoli con protagonista Pereyra. Quest'ultimo, in ogni caso, non rappresenta un primo passo verso il sogno Higuain, quanto una trattativa che vede il Napoli miglior offerente e società più gradita allo stesso Pereyra. La Juve insomma è pronta a tentare l'assalto ad Higuain, poi starà a De Laurentiis resistere come sta toccando ai bianconeri dire no per i vari Bonucci, Pogba e magari Dybala.



martedì 12 luglio 2016

Vialli 20 anni fa al Chelsea



Il rapporto tra Gianluca Vialli e l’Inghilterra si apre con un calcio di rigore mai tirato.
Stadio “Olimpico” di Roma, 22 maggio 1996: si gioca la finale di Champions League. Sul prato dell’impianto capitolino si affrontano Ajax e Juventus. Il match è equilibrato, tirato, tesissimo. Dopo il botta e risposta del primo tempo, firmato Litmanen-Ravanelli, non succede più niente. Altri 120 minuti di sofferenza e si va ai rigori.

I tifosi juventini si aspettano che il loro idolo Gianluca Vialli, bianconero da quattro stagioni, coraggioso capitano di mille battaglie, si faccia avanti.
Marcello Lippi, gelido come sempre, gli chiede: “Luca, vuoi tirarlo?” La risposta del numero 9: “Marcello, se trovi cinque pazzi che vogliono andare sul dischetto, li guardo volentieri da fuori. Altrimenti, sono a disposizione“.

Si tira indietro, Gianluca Vialli. Sulla sua testa pesa ancora come un macigno la sassata di Koeman che condannò alla sconfitta la sua Sampdoria contro il Barcellona, quattro anni prima. Non se la sente: è troppo agitato per andare sul dischetto.
Questa infatti è la sua ultima chance. Abbracciato ai suoi compagni durante l’esecuzione della macabra lotteria dei rigori, sa già che a fine stagione lascerà per sempre Torino.
E lo farà, mettendo in valigia anche la Coppa dalle grandi orecchie, l’unico trofeo che mancava al suo palmarés da giocatore, dopo la Coppa delle Coppe 1990 e la Uefa conquistata a 29 anni.
Un “triplete” ante litteram che lo ha reso il primo – e finora unico italiano – a mettere nella propria bacheca personale i tre principali allori continentali.
La vittoria della Champions è la tappa decisiva della carriera sportiva di Gianluca Vialli. Il calcio italiano lo ha segnato nell’animo e nel fisico. Il ragazzo riccioluto di Cremona non esiste più, al suo posto c’è un uomo con accenni di calvizie che ha bisogno di nuovi stimoli: magari all’estero, perché no.
L’offerta che non si può rifiutare viene da Londra, tanto capitale della politica inglese, quanto succursale del calcio che conta. Manchester le ha sottratto lo scettro, i ragazzini terribili del Manchester United hanno messo i piedi in testa ai giocatori di Arsenal e Liverpool e lo faranno negli anni a venire.

Vent’anni fa il calcio, d’un tratto, non fu più lo stesso. Il calciomercato soprattutto. La sentenza Bosman liberò i giocatori dalle società: scaduto il contratto, ogni professionista poteva andare dove voleva senza che si dovesse pagare alcun indennizzo. Uno choc, un ciclone. Fino ad allora, esisteva il ‘parametro’: il prezzo di un calciatore svincolato era dato dall’età, dall’ingaggio precedente, dal rendimento. Per esempio: Roberto Baggio, al quale la Juve nel ’95 non rinnovò il contratto, passò al Milan per una cifra attorno ai 18 miliardi di lire. Non era poco, anzi. Dodici mesi più tardi se ne sarebbe andato gratis, ottenendo un notevole beneficio al momento della firma del nuovo accordo.

Il primo grande campione a sfruttare la sentenza Bosman fu Gianluca Vialli. Era, all’epoca, uno dei più forti attaccanti del mondo, benché avesse già 31 anni. Il 22 maggio 1996 alzò al cielo di Roma la Champions League da capitano della Juve, il giorno successivo firmò per il Chelsea. Era davvero un altro calcio. Pensate che Vialli era arrivato oltre i trent’anni senza mai avere un procuratore. Okay, era colto e intelligente, ma oggi una situazione del genere sarebbe inimmaginabile. Lui ne ingaggiò due, Pasqualin e D’Amico, proprio per chiudere quella trattativa.

Gianluca Vialli, come venne vissuta la sentenza Bosman dai calciatori?
“Con grande curiosità, inizialmente, ma anche con un po’ di preoccupazione. Ne parlavamo molto tra di noi, all’interno dello spogliatoio della Juve, e tentavamo di capire quali effetti avrebbe avuto sulle squadre e anche sui singoli. Non c’era grande chiarezza, ogni ipotesi veniva discussa e vagliata. Poi tutto si chiarì”.

Possiamo sostenere che per lei, in scadenza di contratto, la rivoluzione arrivò al momento giusto?
“Direi proprio di sì: la sentenza Bosman mi dava la possibilità di andare a giocare ovunque senza che la società acquirente dovesse pagare alcunché: egoisticamente mi metteva nelle condizioni di scegliere il mio futuro in totale libertà e in base alla mia convenienza”.

Quando prese la decisione di lasciare l’Italia?
“Per la verità l’avevo già presa e l’avrei fatto comunque, anche senza la sentenza Bosman. Arrivò la chiamata del Chelsea, una società che aveva programmi e progetti affascinanti anche se - è bene ricordarlo - non era ancora l’epoca d’oro di Abramovich. Già allora però c’era all’interno della società l’idea che un giorno si potesse riuscire a vincere la Premier. Poi c’era Gullit come allenatore, e mi conosceva, e anche la possibilità di vivere a Londra… Messo tutto assieme, non potevo dire di no”.

Quando comunicò alla Juve questa sua decisione?
“Fu la Juve a farmi capire che non aveva intenzione di rinnovarmi il contratto. Accadde prima che giocassimo i quarti di finale della Champions contro il Real Madrid. A essere sincero, all’inizio non ci rimasi benissimo. Tutt’altro. Pian piano però mi resi conto che lasciare Torino sarebbe stata la soluzione migliore anche per me e arrivai a quella scelta”.

Firmò prima della finale di Roma contro l’Ajax?
“Prima trovammo un accordo verbale, ma non scrivemmo niente. Avevo altro a cui pensare, in quei giorni. Una volta giocata la partita, con la Coppa in mano, firmai”.

Com’è possibile che lei sia arrivato a trentuno anni senza avere un procuratore? Oggi è impossibile immaginare un calciatore così importante senza un professionista che lo assiste.
“Quando ero alla Samp, facevo tutto con Mantovani e non c’erano mai problemi. Ci sedevamo assieme attorno a un tavolo, ci alzavamo e il contratto era a posto. E lo stesso capitò quando mi cedette alla Juve. Erano altri tempi, sì. In quella circostanza, invece, ritenni necessario affidarmi a un procuratore perché valutai quali fossero le mie esigenze e quali fossero quelle del Chelsea: io non volevo distrazioni, ero tutto concentrato sulla Champions, e loro avevano necessità di confrontarsi, si parlare. Perciò presi quella decisione”.

Che mondo trovò al Chelsea?
“Eh, rimasi scioccato. Fin dall’inizio, dalle visite mediche quando arrivai: nemmeno paragonabili alle nostre. Ma era tutto differente: meno professionalità, strutture peggiori, mai il doppio allenamento, due giorni liberi alla settimana… Non c’era proprio paragone, in Italia eravamo su un altro pianeta. Mi adattai, com’era giusto che fosse, però…”.

Nel febbraio del 1998 diventò calciatore-allenatore: cambiò qualcosa?
“Da player-manager ho cercato di far salire di livello tutto l’ambiente, ho provato a trasmettere un’organizzazione più continentale, europea. Era cominciato il salto in avanti dell’Inghilterra, la Premier iniziò a cambiare grazie all’esperienza di calciatori e tecnici stranieri”.

E oggi la Premier è il campionato migliore del mondo…
“Non so se sia giusto definirlo il migliore, ma è indiscutibilmente il più divertente, spettacolare, imprevedibile, credibile. Merito dell’atmosfera che è stata creata attorno al prodotto calcio, che deve essere venduto e perciò è meno tattico e più veloce, e senza atteggiamenti sbagliati in campo. Magari si difende male, perciò ci sono tanti gol, però al pubblico piace perché tutto questo fa spettacolo”.

E anche la professionalità, che vent’anni fa non c’era, oggi c’è.
“Adesso dal punto di vista organizzativo i club di Premier League sono al livello delle altre grandi società europee, non ci sono dubbi”.

Vialli, in due anni e mezzo da allenatore del Chelsea lei ha vinto cinque trofei: Coppa delle Coppe, Coppa di Lega, Supercoppa europea, Fa Cup, Charity Shield. Perché ha abbandonato la panchina?
“Ho avuto un’esperienza non felice al Watford, poi ho capito che ci sono anche cose più divertenti e meno stressanti che fare l’allenatore. Diciamo che ho smesso per una serie di situazioni. C’è ad esempio questa straordinaria avventura assieme a Sky Italia, una famiglia di cui sono orgoglioso di far parte. E c’è anche il fatto che mi sono sposato: prima ero sposato con il calcio. Sono felice, insomma, di quello che faccio”.

Vent’anni dopo, cosa le lascia la sentenza Bosman?
“Un calcio differente. Chi ha la capacità di improvvisare si è abituato più facilmente, gli altri hanno sofferto. Di sicuro ci hanno guadagnato i calciatori, almeno sul piano economico. Le società hanno solo potuto adattarsi”.



Spalletti-Totti, ora è guerra?



Non c'è pace per Francesco Totti. Il capitano giallorosso, dopo aver firmato il prolungamento del contratto che lo lega alla Roma fino al 30 giugno del 2017, torna ad essere al centro delle polemiche. Questa volta a innescare la miccia è stato Luciano Spalletti dal ritiro di Pinzolo.

"Che Totti smetta di giocare è un desiderio vostro, non mio - ha detto il tecnico toscano ai giornalisti presenti alla sua prima conferenza stampa della stagione -, siete voi che scrivete che questa è la sua ultima stagione. Volete fare il tour dell’ultimo stadio, ultimo avversario, volete fare così? Non sono io che posso dire quando Totti deve smettere, e non siete voi. Totti deve avere la possibilità di continuare a giocare, perché deve smettere per forza? Lo volete fare smettere".

Totti, che il prossimo 27 settembre compirà 40 anni, è stato decisivo nella scorsa stagione in alcune partite fondamentali per blindare il terzo posto, l'obiettivo minimo della Roma. I pochi minuti giocati, le parole pronunciate all'uscita del Bernabeu in occasione degli ottavi di Champions League contro il Real Madrid, hanno acceso particolarmente l'animo del capitano romanista che ha rilasciato un'intervista al veleno, in parte attaccando anche il tecnico. Un'intervista che forse avrebbe potuto evitare, ma, alla fine, lo strappo si è ricomposto e ora il rapporto con il tecnico sembra essere ottimale.

E' inevitabile che la carta d'identità pesi sulle decisioni del numero 10 giallorosso. C'è un contratto che lo lega alla Roma fino al termine di questa stagione e pensare ad un eventuale rinnovo, al momento, sembra difficile. "Ve lo dico io, Totti non smetterà quest'anno", ha detto Spalletti. Bisognerà vedere se continuerà con la maglia della Roma.

Le bombe arrivano tutte alla fine, quando il discorso scivola sul capitano. E stavolta Spalletti si schiera con il capitano, cercando di nascondere quelle acredini con il capitano che anche Sabatini aveva sottolineato. "Chiedete a lui perché ha detto quelle cose sul nostro rapporto. E anche Pallotta può dire quello che vuole, ma Totti smetterà solo quando deciderà lui. E secondo me non sarà neanche quest'anno". Buum. Nonostante il comunicato ufficiale del club che parlava esplicitamente di ultima stagione ("Ma a me il comunicato non interessa, ognuno ha il suo pensiero.

E questa cosa qui se volete la dico a Pallotta ed anche ai parenti di Pallotta") e nonostante lo stesso Totti ieri abbia parlato di ultima stagione. "Lui deve smettere quando vuole, non lo posso decidere né io né voi (rivolto ai giornalisti, ndr). Ed invece voi volete farlo smettere quest'anno, lo volete distruggere psicologicamente, preparandogli il ciondolino, portarlo in giro per i campi e per i musei. Ed invece lo deciderà il campionato quando vorrà smettere, se continuerà a fare quei numeri lì può giocare ancora. Ma ricordate che io guardo il campo e anche quando ha vinto tutto nella mia terza stagione della passata gestione, poi siamo arrivati sesti e non ha salvato la mia panchina".

domenica 10 luglio 2016

Calciomercato per Marko Pjaca sfida tra Juventus e Milan


I bianconeri possono contare sul desiderio di Champions del talento di Zagabria: Galliani ha perso posizioni ma la partita è lunga.

Marko Pjaca, poco più di un ragazzino, 21 anni appena compiuti e l’esame di maturità calcistico passato a pieni voti all’Europeo con la sua Croazia. Un sorpasso, quasi all'ultima curva. La Juventus ha distanziato il Milan nella corsa a Marko Pjaca e corre velocemente verso il traguardo. Se il viaggio a Zagabria di Adriano Galliani sembrava aver avvicinato il talento classe 1995 ai rossoneri, nelle ultime ore la proposta economica della Juventus e la possibilità di giocare in Champions League hanno fatto pendere la bilancia dalla parte dei bianconeri. Il giocatore della Dinamo Zagabria, che giovedì ha ricevuto anche la chiamata di Mandzukic, è orientato a dire sì a bianconeri.

La decisione finale dovrebbe arrivare dopo l'andata del secondo turno preliminare di Champions League tra Vardar e Dinamo Zagabria, ma dal Milan arrivano segnali di grande nervosismo. La Juve ha trovato gli argomenti giusti per convincere sia il giocatore (non solo economici) che la Dinamo, che lo valuta 25 milioni di euro. E Galliani? Proverà fino all'ultimo a far cambiare idea a Pjaca, puntando sulla centralità della sua figura nel nuovo progetto di Montella. E magari ritoccando al rialzo l'ingaggio.

Pjaca è un giocatore ritenuto sublime dall’area tecnica bianconera: Paratici lo conosce da quando aveva 16 anni, adesso farselo sfuggire con leggerezza rischiava quasi di diventare un rimpianto. Per questo, nella notte seguita al ritorno di Galliani a Milano con un ottimismo rossonero dilagante, la Juventus ha rilanciato: nessun problema ad accontentare le pretese della Dinamo, l’offerta della Juve così come quella del Milan sono congrue alla richiesta dei croati, non è mai stato quello l’ostacolo. Ma nella notte di pensiero di Pjaca, in cui scegliere tra il progetto ‘da star’, ovvero titolare al Milan, oppure jolly che dovrà giocarsi un posto in bianconero, Marotta e Paratici hanno spinto tantissimo. Sul tavolo tanti fattori: la possibilità di giocare la Champions League da protagonista, l’annuncio rivelato al ragazzo dell’apprezzamento di Max Allegri per un jolly offensivo così duttile, lo scambio di sms e telefonate con Mandzukic, il progetto spiegato nel dettaglio perché Pjaca in bianconero su tre competizioni in cui si mira a vincere troverebbe spazio, non poco. Promessa di Allegri. In più, come aggiunta, un contratto fino al 2021 a cifre decisamente alte. Così il rilancio bianconero ha messo in crisi Marko

A fari spenti l’asta è cruenta, anche se a Torino sono appunto fermi nell’affermare che "non ci sono mai stati rialzi bianconeri". Siamo nel terreno dell’opinabile ovviamente: la Juve ammette di aver offerto 20 milioni più bonus, mentre dalla Croazia sussurrano abbia toccato quota 26, superando d’un soffio i 25 milanisti. Chi ha ragione? Di sicuro a muoversi per Zagabria sinora sono stati soltanto il Napoli (con il d.s. Giuntoli) e il Milan appunto (con Galliani).. Altro che notte porta consiglio.




martedì 5 luglio 2016

Portogallo, giallo sull'età di Renato Sanches


E' la grande rivelazione dell'Europeo, ed è bufera su Renato Sanches, uno degli astri nascenti del calcio europeo appena acquistato dal Bayern di Ancelotti dal Benfica per la bellezza di 35 milioni più 45 di bonus. Il centrocampista portoghese non avrebbe infatti 18 anni, ma addirittura 24, almeno stando a quanto dichiara Guy Roux, storico tecnico del calcio francese per 44 anni sulla panchina dell'Auxerre: "Posso assicurare che ha 23-24 anni" ha detto a Dolce Sport.

Il tecnico francese Roux, ne dichiara 18 ma ne ha 5 o 6 di più. Si ritiene che la stellina portoghese di origini capoverdiane debba compiere 19 anni il 18 agosto, ma il leggendario tecnico dell'Auxerre sostiene invece che il ragazzo di anni ne abbia cinque o sei di più. Motivo dell'equivoco: la registrazione all'anagrafe di Lisbona, che sarebbe giunta in notevole ritardo a causa della separazione dei genitori e che, soprattutto, non riporterebbe dati corretti.

Qual è la vera età di Renato Sanches, (comunque) giovane talento del Portogallo e, dalla prossima stagione, anche del Bayern Monaco? Ad aprire il dibattito, dalla tv romena Dolce Sport, è stato Guy Roux, allenatore francese che forse già immagina una finale ad Euro 2016 tra la Nazionale padrona di casa e quella lusitana. Si ritiene che la stellina portoghese di origini capoverdiane debba compiere 19 anni il 18 agosto, ma il leggendario tecnico dell'Auxerre sostiene invece che il ragazzo di anni ne abbia 5 o 6 di più. Stando al suo certificato di nascita, Renato Sanches è nato il 18 agosto 1997 a Lisbona. Secondo As però è certo che Sanches, che è di origini capoverdiane, fu iscritto nel registro civile di Lisbona con cinque anni di ritardo a causa della separazione dei suoi genitori.

La rivelazione di Roux, peraltro, non è originale, perché il caso fu già sollevato in passato dallo Sporting Lisbona, quando Sanches giocava con i rivali del Benfica. All'epoca si sfiorarono le carte bollate e la vicenda si chiuse con uno scambio di polemiche. Un finale che ora potrebbe ripetersi.


lunedì 4 luglio 2016

Euro 2016: Schweinsteiger e la scelta della curva italiana per i rigori



Il tedesco spiega che la sua decisione, apparsa singolare ed insolita, ha in realtà radici profonde ed una spiegazione.

«Ho pensato ai tiri dal dischetto del 2012, quando con il Bayern fummo sconfitti dal Chelsea nella finale di Champions proprio con i rigori calciati sotto la curva dei nostri tifosi» .

È il 120’ di Italia-Germania. Buffon e Schweinsteiger sono al centro del campo con gli arbitri per decidere sotto quale curva calciare i rigori. Bastian vince il sorteggio e sceglie la porta sotto il settore italiano. “Really? (veramente?)”, gli chiede sorpreso il direttore di gara Kassai. Il tedesco però è sicuro: vuole quella porta. Decisione strana, insolita, curiosa. Ma studiata e ragionata. “Gli italiani erano contenti della mia scelta – ha raccontato Bastian con un ghigno –. Il motivo della mia decisione ha radici profonde”. Finale di Champions League del 2012. Il Bayern ha la fortuna di giocarla in casa propria contro il Chelsea di Di Matteo. Si arriva ai rigori, che vennero calciati sotto la curva bavarese. Vinsero gli inglesi, l’errore decisivo fu proprio di Schweinsteiger.

Per questo quando ha vinto il sorteggio e ha potuto decidere sotto quale curva calciare, Bastian ha scelto quella italiana. Mostrandosi deciso anche quando Kassai gli chiedeva conferme. “Ho pensato ai rigori del passato – ha spiegato –. Nel 2012 abbiamo perso la Champions e anche nei giorni scorsi la Svizzera è uscita contro la Polonia calciando sotto i propri tifosi. Per questo ho scelto la curva italiana”. Gli è andata bene, pur sprecando il match point al quinto rigore.

Oltre a Schweinsteiger per la Germania hanno sbagliato i rigori anche Özil e Müller. Il centrocampista dell’Arsenal aveva sbagliato dagli 11 metri anche agli ottavi contro la Slovacchia. In carriera però aveva già battuto due rigori contro Buffon, segnando in entrambi i casi. Müller invece ha deciso che per il momento non si presenterà più dal dischetto. Oltre all'errore contro l’Italia, Thomas ha sbagliato anche con l’Atletico nella semifinale di Champions di quest’anno. In totale il bavarese ha sbagliato 3 degli ultimi 5 rigori tirati. “Cercherò di migliorare la mia tecnica di tiro e di ritornare, fra qualche tempo, più forte di quanto lo sia ora”, ha detto. In tribuna a Bordeaux era presente anche sua mamma che, in preda all’ansia, ha abbandonato la tribuna per non veder calciare il figlio. Al contrario della signora Klaudia, papà Gerhard e il fratello Simon hanno resistito. Ma chissà cosa hanno pensato quando Bastian indicava la curva italiana. “Really?”. Yes, really”. E gli è andata bene.

Così il capitano della Germania, Bastian Schweinsteiger, spiega il motivo della propria decisione. "Anche la Svizzera è uscita contro la Polonia dopo i rigori calciati sotto la curva dei propri sostenitori", ha proseguito il centrocampista tedesco del Manchester United. Resta il fatto che Schweinsteiger ha fallito il proprio tiro. "Cercherò di migliorare la tecnica di tiro - ha concluso - e di tornare più forte". Magari in semifinale contro la Francia.


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