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venerdì 23 settembre 2016

Milan, dalla Cina spunta un nuovo documento falso



Non solo Bloomberg. Ora anche la stampa cinese inizia a diffondere forti dubbi sulla veridicità dei documenti forniti dal consorzio "Sino-Europe" per convincere Silvio Berlusconi e Fininvest a cedere il Milan. In particolare, a gettare lunghe ombre nere sul comportamento della cordata rappresentata da Li Yonghong questa volta è il settimanale Caixin, che, nell'ultima edizione, definisce "falsa" la lettera di garanzia con cui "Bank of Dongguan" promette di finanziare il progetto di acquisizione del club rossonero.

Trattasi di un mezzo di informazione tra i più prestigiosi in Cina e la cordata che sta completando l'acquisto del Milan e che ha già versato una caparra di 100 milioni di euro avrebbe presentato nello scorso mese di aprile un altro documento falso, questa volta col timbro della Bank of Dongguan.

Documenti che sarebbero serviti per certificare nei confronti di Fininvest la solidità del gruppo, ma dal citato istituto di credito sono giunte immediate smentite sull'aver prodotto tale documento per la Sino Europe. E anche sul fronte italiano non arrivano notizie rassicuranti sulle credenziali e la solidità della cordata cinese.

Nel dettaglio, secondo la stampa cinese, durante i colloqui preliminari con Berlusconi, il consorzio "Sino Europe" avrebbe presentato un documento recante il timbro ufficiale della "Bank of Dongguan" e datato 26 aprile 2016, nel quale l'istituto di credito si dice "consapevole che la vostra azienda intende acquisire 99,93% del capitale della società di calcio italiano Milan e che, per questa transazione, ha bisogno di circa 600 milioni di euro" e "disposto a fornire l'assistenza necessaria per reperire i finanziamenti".

Appena due giorni fa, invece, gli americani di Bloomberg avevano fatto definito "falso" il documento, rilasciato da un altro istituto, la "Bank of Jiangsu", che attestava a quota 852.468,304,56 yuan, 128 milioni di dollari, lo stato finanziario del gruppo al 25 aprile scorso. In quel caso, era subito arrivata la smentita di Fininvest. Forte, oltre che del lavoro preliminare degli advisors, anche dei 100 milioni di caparra già versati dai cinesi.

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