Codice monitoraggio

martedì 31 ottobre 2017

Serie A Cagliari: Niccolò Barella voci di mercato



Nicolò Barella piace solo al Milan e alla Juventus Il giovane talento del Cagliari è finito pure nel mirino della Roma, che sta iniziando a seguire l’evolversi della situazione. L’affare Barella-Milan rimane sempre più probabile, ma non è affatto da sottovalutare l’inserimento dei giallorossi. Il Diavolo ci ha provato la scorsa primavera e, da allora, il sardo è rimasto nei pensieri rossoneri. La Roma invece sta tornando alla carica e potrebbe sfruttare il suo buon rapporto con il Cagliari per fare una sorpresa al Milan. Bene specificare che, per ora, si tratta solo di voci d mercato.

Il centrocampista si sta prendendo la scena e non è più un semplice talento da aspettare, coccolare e proteggere: questo centrocampista classe '97 sta vivendo una stagione da protagonista nel Cagliari, squadra della sua città dove si sta prendendo la vetrina anche con Diego Lopez in panchina, dopo la gestione di Rastelli che è stato bravo e lungimirante a lanciarlo. Ancora gol contro il Torino, qualche cartellino giallo di troppo ma tanta qualità per questo ragazzo, osservato speciale delle big da tempo.

In passato, è stata vicina a lui la Roma dell'allora ds Walter Sabatini, oggi passato all'Inter; occhio quindi a un possibile inserimento nerazzurro, ma ad ora in prima fila ci sono altre squadre. Il Milan lo ha seguito da vicino con i propri scout in più di un'occasione, pienamente promosso; Barella piace però anche alla Juventus che lo prenoterebbe volentieri visti i rapporti ottimi col Cagliari, se ne parlerà con calma. Intanto, Giulini se lo tiene stretto e di certo non lo libererà a gennaio, anzi. Fresco di rinnovo, Barella rappresenta uno dei pezzi pregiati del Cagliari e fa sapere  il club sardo ha deciso la valutazione del giovane centrocampista, già cercato da diversi top club. Il presidente Tommaso Giulini non lascerà partire il giocatore per meno di 20 milioni di euro.  Un avviso al Milan che frena su queste cifre, mentre la Juve studia altre opzioni per parlare di Niccolò Barella.

Il centrocampista ha segnato il suo secondo gol stagionale, ma nono solo: è stato assoluto protagonista sia in fase di copertura che nell'impostare l'azione offensiva. E non era certo facile vista la qualità della linea mediana del Torino. Barella è tra i giocatori più fallosi del campionato, ma in campo mette sempre grande voglia di combattere e questo piace molto ai tifosi. Anche il ct della Nazionale Gian Piero Ventura inizia a puntarci e lo ha già convocato una volta, pur senza farlo esordire. Ora, alla vigilia della nuova pausa di campionato per gli impegni azzurri, è lecito aspettarsi una nuova chiamata per il gioiellino made in Sardegna. Cresicuto nella scuola calcio “Gigi Riva”, accompagnato nelle giovanili rossoblù da una figura come Daniele Conti, Nicolò Barella non può che essere un predestinato.

lunedì 23 ottobre 2017

Napoli, il c.t. Tite chiama Jorginho



Secondo UOL Esporte, il ct della Seleçao starebbe pensando di richiamare il centrocampista del Napoli in vista dei Mondiali di Russia 2018, poco considerato da Ventura. Il c.t. della nazionale italiana continua a non convocarlo perché non lo ritiene un giocatore ideale per il suo progetto tattico e per Jorginho torna la possibilità di una convocazione del Brasile.

La concorrenza è agguerritissima: si giocano un posto Casemiro, Fernandinho e Paulinho, ma Jorginho ha caratteristiche che intrigano Tite. Dal punto di vista dei regolamenti, la chiamata del Brasile sarebbe ancora possibile visto che il giocatore ha indossato la maglia dell'Italia soltanto in partite amichevoli: accadde più di un anno fa contro Spagna e Scozia, in panchina c'era Antonio Conte.

A forza di studiare le partite e in particolare gli schemi offensivi del Napoli, in modo da farli riproporre al Brasile che, come la squadra di Sarri, in attacco gioca con i tre piccoli, il ct del Brasile Tite si è 'innamorato' di Jorginho Lo ha confermato il coordinatore delle nazionali verdeoro, Edu Gaspar.

"Ho parlato con lui", ha rivelato Tite, "dovrà essere lui a scegliere in quale Nazionale giocare...". Quella verdeoro o quella azzurra? Intanto, i due brasiliani del Napoli, Allan e Jorginho, non sono stati convocati dal commissario tecnico verdeoro per i prossimi impegni della Selecao. "Ho parlato personalmente con Jorginho dopo averlo osservato a lungo - ha detto Tite -. Al giocatore ho spiegato la situazione nei minimi dettagli grazie a una lunga telefonata. Gli ho detto che dovrà essere lui a prendere una decisione su quale nazionale scegliere, sarà una scelta molto importante. In futuro vedremo cosa accadrà. Il ragazzo ha capito cosa pensiamo noi di lui e del suo possibile utilizzo in squadra".

Tite non utilizza un vero e proprio 'regista', ruolo che Jorginho ricopre nel Napoli, ma è rimasto colpito dalla qualità delle prestazioni del centrocampista e anche se è poco incline agli esperimenti, avrebbe deciso di chiamarlo per i primi impegni del 2018, se il ragazzo originario dello stato di Santa Catarina sceglierà di giocare per il Brasile.

Ricordiamo che ai tempi di Antonio Conte ct Jorginho ha già indossato la maglia dell'Italia, ma sempre in gare amichevoli e quindi, per le regole Fifa, può ancora scegliere la Selecao. In passato c'è stato il caso dell'attaccante Diego Costa, che giocò nella selezione del suo paese di nascita uno spezzone di partita nell'amichevole Italia-Brasile, ma poi scelse la Spagna con cui disputò il fallimentare Mondiale del 2014.

Tite, oriundo mantovano (il suo vero nome è Adenor Leonardo Bacchi) è un attento osservatore del campionato italiano e un grande estimatore di Maurizio Sarri e anche del tecnico della Sampdoria Marco Giampaolo, un altro del quale a volte ha studiato schemi e sistemi di preparazione.



domenica 22 ottobre 2017

Squalifica Curva Nord escamotage di Lotito



La Lazio ha trovato un’escamotage per aggirare la squalifica della Curva Nord per razzismo aderendo inoltre alla campagna di sensibilizzazione contro lo stesso “We Fight Racism“ ed è un’iniziativa che permette agli abbonati di comprare a 1 euro i biglietti per le due partite casalinghe a cui il tribunale sportivo gli ha vietato di assistere. “Per tutelare l’interesse collettivo e del vero tifoso laziale, la Lazio – scrive in una nota il club di Lotito – ha deciso di mettere in atto una promozione che consentirà agli abbonati di Curva Nord di assistere alle gare contro Cagliari e Udinese sostenendo la campagna contro il razzismo. Chi accederà allo stadio Olimpico sarà lì per sostenere la squadra e testimoniare il rifiuto verso ogni forma di razzismo, sia esso di razza, religione, sesso o politica”.

La Lazio ha aperto così alla vendita dei tagliandi della Curva Sud, la ‘Curva Maestrelli’, che gli abbonati della Nord potranno acquistare, esclusivamente online, al prezzo di 1 euro Sul proprio sito ufficiale, il club biancoceleste ha pubblicato questa nota: “L’impegno della tifoseria e della società non può essere annullato o sminuito da comportamenti riferibili a sparuti e inqualificabili soggetti. Anzi, tutti assieme, con senso di responsabilità, abbiamo il dovere di riabilitare ed educare tali individui affinché l’ignoranza e il mancato rispetto delle più elementari regole di convivenza spariscano definitivamente dal nostro stadio. Ciò dovrà accadere sin da subito perché è giunto il momento di nuove e più importanti sfide per la tifoseria biancoceleste e per la nostra squadra“.

La chiusura coattiva di uno o più settori dello stadio è una delle sanzioni previste dal Codice di Comportamento della Fifa e ripresa in quello dell’UEFA e del nostra FIGC, per colpire, attraverso il meccanismo della responsabilità oggettiva, un club per i comportamenti illeciti dei propri sostenitori. Quindi la sanzione non è diretta ai sostenitori della Curva Nord che si sono macchiati del comportamento vietato (nella specie cori a sfondo razzista) ma al club, responsabile in via oggettiva del loro comportamento perché svolto all’interno dello stadio durante una manifestazione da esso organizzata. Da noi è l’art. 11 n. 3 che punisce le società per i comportamenti discriminatori (urla, striscioni e cori razzisti, per intenderci) con multe e, nel caso di recidiva con la chiusura di zone dello stadio o addirittura di partite a porte chiuse.

Ecco questo è il punto, non si tratta di una sanzione diretta contro i tifosi della Curva Nord che possono e debbono, quando riconosciuti colpevoli, essere puniti con altre e diverse sanzioni, prima fra tutte il famigerato Daspo, ovvero il divieto di entrare allo stadio, così come ben specificato dall’art. 58 dello stesso Regolamento FIFA, che distingue le sanzioni alla società e quelle ai singoli tifosi riconosciuti autori dei cori discriminatori. Sicuramente il meccanismo che colpisce la società per gli abusi commessi anche solo da una sparuta minoranza di sostenitori appare a volte ingiusto, soprattutto quando i comportamenti offensivi sono attuati proprio per creare danno alla società. Ma non è questo il punto.

Il punto è che la sanzione è quella della chiusura di una zona dello stadio e non quella di impedire agli occupanti di quella zona di trovare posto altrove. Per impedire ai colpevoli dei cori di entrare allo stadio è necessaria l’identificazione ed il successivo provvedimento di divieto di accesso in qualsiasi settore dello stadio, in assenza del quale, appunto, potranno sicuramente assistere alla partita da altra zona. Anche dalla curva opposta, di solito chiusa, ma aperta per l’occasione ed a loro riservata, previa adesione alla campagna contro il razzismo intrapresa dalla società.

D’altra parte, salvo sanzioni specifiche, ogni società ospitante è libera di scegliere, in funzione anche della capienza dello stadio, quali settori dello stesso mettere a disposizione dei propri tifosi, cosicché, nei casi in cui lo stadio fosse troppo grande per il numero di spettatori previsti dalla società, la società potrebbe decidere di tenere volontariamente chiusi alcuni settori non vendendo i relativi biglietti. Ciò avviene regolarmente per la Lazio che spesso tiene chiusa la Curva Sud, per sua scelta. E quindi per scelta può decidere invece di riaprirla, se il resto dello stadio si rivela insufficiente per il numero dei tifosi previsti per l’evento.

Contro la condanna del Giudice sportivo della seria A, la società aveva presentato un reclamo, ma la Corte Sportiva di Appello l’ha respinto, confermando la squalifica della Curva Nord per razzismo. C’è una soluzione a tutto, però, a quanto pare: quella trovata dalla Lazio è alquanto creativa e beffarda: gli abbonati in curva Maestrelli, gli stessi che hanno intonato i cori razzisti, potranno usare la loro tessera per usufruire – su un’apposita pagina web del gruppo Ticketone – della promozione We fight racism ed entrare così all’Olimpico versando un solo euro in più.





mercoledì 18 ottobre 2017

Sorteggio Mondiale 2018, l'Italia trova la Svezia agli spareggi



Saranno gli svedesi orfani di Ibrahimovic l'ostacolo degli azzurri di Ventura per approdare alla fase finale della Coppa del Mondo.

Sarà la Svezia l'avversaria dell'Italia agli spareggi per qualificarsi ai Mondiali di Russia 2018: l'andata si giocherà il 10 novembre; il ritorno è stato invece fissato per lunedì 13 novembre a San Siro. "La Svezia è un avversario forte, che merita il massimo rispetto: la Svezia, nel cammino che l'ha portata ai play off, ha battuto la Francia a Stoccolma ed è arrivata davanti all'Olanda". Il ct della nazionale italiana, Gian Piero Ventura, ha commentato così il sorteggio degli spareggi mondiali. "Ci prepareremo alla doppia sfida di novembre con fiducia e determinazione: nessuno ha mai preso, e prende, in considerazione l'ipotesi di non andare al Mondiale..."."Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di ragazzi eccezionali - aggiunge il ct azzurro Ventura - sia chi vive la Nazionale da tempo, sia chi è stato chiamato a rappresentare l'Italia negli ultimi mesi. Ci accompagnerà l'amore degli italiani: la storia insegna che nei momenti senza appello è sempre stato così. In Russia si va tutti insieme".

Questi tutti gli accoppiamenti:

Irlanda del Nord-Svizzera

Croazia-Grecia

Danimarca-Eire

Svezia-Italia

Ct della Svezia, l'Italia è forte? anche noi....  "Finalmente conosciamo la nostra rivale: l'Italia è forte, ma lo è anche la Svezia. Ora dipende da noi prepararci al meglio, e siamo consapevoli dell'impegno che ci attende". Così, il ct della Svezia Janne Andersson commenta l'esito del sorteggio dei playoff mondiali a Zurigo. Ma cosa sa il ct svedese dell'Italia? "Ora la studierò attentamente - risponde Andersson - ma finora non l'avevo seguita molto. Quali suoi giocatori stimo? Di solito non parlo dei singoli ma certamente ora mi concentrerò su di loro e li studierò, così come studierò Ventura del quale per ora non so molto". Giocare l'andata in casa per la Svezia è un vantaggio? "Adesso che lo sappiamo - risponde -, la prima in casa per noi è meglio, è bene saperlo". Infine una battuta su Ibrahimovic. "Io non ho lavorato con lui - spiega Andersson -, perché se n'era già andato dalla nazionale. Quindi ho costruito una nuova squadra, ci siamo ricompattati e c'è un nuovo progetto senza di lui. Siamo arrivati fin qui e ora continuiamo così"

Pur non partendo con i favori del pronostico, la Svezia è sicura di avere concrete possibilità di approdare al Mondiale. "L'Italia è certamente un avversario prestigioso, ma la storia non conta - dice il ct svedese Jan Olof 'Janne' Andersson -. Sappiamo che se riusciamo a produrre il nostro miglior gioco, possiamo farcela contro qualsiasi avversario. Molto onestamente, per il momento so poco dell'Italia. Avevamo quattro avversari potenziali, studiarli tutti a fondo sarebbe stata una perdita di tempo". Ma il ct si informerà anche grazie ad una 'spia' particolare: "Jonas Thern (l'ex di Roma e Napoli) è andato a vedere Albania-Italia e mi spiegherà tutto". Andersson si concentra sulla sua formazione. "Con l'addio di Ibrahimovic e altri giocatori dopo l'Europeo 2016 - spiega -, è cominciato un nuovo ciclo per noi. Onestamente, dispongo di una buona squadra, con un ottima mentalità, molto unita. E' un mix riuscito fra giocatori di esperienza e giovani promettenti. Facevamo parte del girone più difficile delle qualificazioni e siamo arrivati allo spareggio. Ora ce la giocheremo". Come si batte l'Italia? "Con una buona disciplina tattica e grosse qualità atletiche", risponde il tecnico svedese.

Oriali: 'Svezia non agevole, serve Italia in forma'  - "Un sorteggio non agevole": lo dice Lele Oriali, team manager della nazionale, commentando da Zurigo il sorteggio dello spareggio per i Mondiali che opporrà agli azzurri la Svezia. "Dovremo recuperare alcuni infortunati, e servirà una condizione fisica al top, Loro sono un avversario di tutto rispetto, noi abbiamo ottimismo e la storia non va in campo. Giocare la prima in trasferta, anche se troveremo un ambiente 'caldo', può essere un vantaggio, ma fa poca differenza: semplicemente, non è immaginabile un Mondiale senza Italia". ''Non e' certamente un buon sorteggio, anzi uno dei due peggiori che sarebbe potuto capitarci''. Questo il commento di Gabriele Oriali, team manager della nazionale azzurra, a Zurigo dopo il sorteggio degli spareggi per accedere al Mondiale 2018 che vedrà l'Italia affrontare la Svezia (andata fuori casa il 10 novembre, ritorno il 13). Il campione del mondo del 1982 ammira il gioco corale svedese.

Questa squadra non ha più un campione capace di fare la differenza da solo come Ibrahimovic, ma è molto ben disposta in campo, con giovani interessanti. Si tratta chiaramente di un calcio in crescita. D'altronde non ha battuto la Francia e estromesso l'Olanda per caso nel girone di qualificazione" Secondo l'ex centrocampista, l'Italia sarà confrontata ad una sfida atletica. "La Svezia è fisicamente molto forte. Certamente noi dovremo crescere molto da questo punto di vista. Si tratterà di una doppia sfida molto equilibrata che si deciderà solo all'ultimo". Gabriele Oriali è comunque ottimista: "Spero che potremo recuperare alcuni giocatori importanti come Belotti, Marchisio, De Rossi o Verratti. Comunque, sin dal sorteggio dei gironi, con la presenza della Spagna, sapevamo che probabilmente ci sarebbe toccato disputare lo spareggio. Ora ci siamo. Non voglio neanche immaginare una nostra eliminazione. Un Mondiale senza l'Italia non è un Mondiale". A livello personale infine, l'ex-interista ha un buon ricordo degli scandinavi. "L'unico gol che ho segnato in nazionale è stato in un'amichevole con la Svezia, disputata a Firenze. L'anno? Non me lo ricordo, la tv era in bianco e nero" Era il 26 settembre del 1979 e l'Italia vinse 1-0.

I precedenti, tutto sommato, sono incoraggianti: nelle 23 partite giocate contro la Svezia, l'Italia ha vinto 11 volte e perso in 6 occasioni mentre altre 6 volte è finita in parità. La Nazionale di Ventura ha conosciuto a Zurigo il nome dell'avversario ai playoff di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, un ostacolo non facile. Numero 25 del ranking Fifa, la nazionale allenata da Andersson è arrivata seconda nel Gruppo A dietro alla Francia. Gli svedesi hanno ottenuto gli stessi punti dell'Olanda, 19, ma si sono qualificati per gli spareggi grazie a una differenza reti migliore di quella dei francesi, 17. È l'attacco la grande qualità di questa squadra che ha subito trovato una propria identità dopo l'addio di Zlatan Ibrahimovic. Tre gli "italiani": Filip Helander e Emil Krafth del Bologna, e Marcus Rohden del Crotone.

 L'attacco, come detto, fa paura. Emil Forsberg, esterno sinistro del Lipsia, è il gioiello della rosa. La coppia d'attacco è esperta ed è composta da Marcus Berg, trentunenne che gioca negli Emirati Arabi, all'Al-Ain, e Ola Toivonen, coetaneo del Tolosa. Ci sarebbe anche John Guidetti del Celta Vigo, a lungo fermo per la frattura della clavicola, ma che potrebbe tornare in buone condizioni per i playoff. In difesa un'altra stella della squadra, Victor Lindelof del Manchester United.



giovedì 12 ottobre 2017

Mondiali 2018: sorteggio gironi Italia in seconda fascia



Sono delineate le 8 teste di serie per il sorteggio dei Mondiali 2018, stabilite in base al ranking FIFA. Italia, se qualificata, in seconda fascia.

Martedì 17 ottobre c'è il sorteggio dei playoff per il Mondiale di Russia 2018. L'Italia è testa di serie insieme a Svizzera, Croazia e Danimarca: quindi pescherà una tra Svezia, Irlanda del Nord, Grecia e Irlanda. Lo spareggio si giocherà in un doppio confronto tra andata (9-11 novembre) e ritorno (12-14 novembre).

GIRONI - Poi, se gli Azzurri si qualificheranno alla fase finale, parteciperanno al sorteggio dei gironi il 1° dicembre al Cremlino di Mosca: in seconda fascia come la Spagna, che così eviteranno di sicuro. Le quattro fasce saranno in ordine di ranking Fifa, ma in ciascun gruppo potrà esserci soltanto una squadra per continente (tranne l'Europa, che ne avrà necessariamente 2 in 7 gruppi).

PRIMA FASCIA - Ci sono quasi tutte le grandi: oltre alla Russia ospitante, le favoritissime Germania e Brasile, più Argentina, Portogallo, Belgio, Polonia e Francia.

SECONDA FASCIA - Qui le sicure sono cinque: Spagna, Inghilterra, Colombia, Messico e Uruguay. Le altre tre, in base al ranking, sarebbero Perù (favorito nello spareggio con la Nuova Zelanda), Svizzera e Italia.

TERZA FASCIA - Se Perù, Svizzera e Italia non dovessero qualificarsi, subentrerebbero dalla terza fascia, in ordine di ranking, Croazia e Danimarca (anche loro ai playoff), poi Islanda e Costarica (già qualificate), e avanti così.

QUARTA FASCIA - Sono già qualificate Egitto, Iran, Serbia, Nigeria, Giappone, Panama, Corea del Sud e Arabia Saudita.

SQUADRE GIA' QUALIFICATE

Europa: Russia (nazione ospitante), Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, Islanda, Polonia, Portogallo, Serbia, Spagna.

Sudamerica: Brasile, Uruguay, Argentina, Colombia.

Centro-Nord America: Messico, Costa Rica, Panama.

Asia: Iran, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita.

Africa: Nigeria, Egitto.



venerdì 6 ottobre 2017

Milan: Ancelotti, Montella ed il futuro della società



Esonerato dal Bayern Monaco l'ormai ex allenatore Carlo Ancelotti è intervenuto a margine del premio Ghirelli vinto per il suo libro "Il leader calmo". Ai microfoni dei giornalisti presenti Ancelotti ha parlato del suo addio al Bayern Monaco, parlando anche e soprattutto della possibilità di vederlo sulla panchina di Milan, Roma o addirittura della Nazionale nel prossimo futuro.

"Il Bayern Monaco fa parte del passato e io sono sempre tranquillo e calmo. L'esonero fa parte del lavoro dell'allenatore e non c'è da scandalizzarsi. In 22 anni ho sempre avuto buoni rapporti con tutti i giocatori che ho allenato perché ho rispettato tutti. Mi sono comportato così anche al Bayern. I calciatori mi hanno giocato contro? Non lo so. Io ho rispettato tutti ma come allenatore devo fare delle scelte e mandare 11 in campo e 7 in panchina. Sta all'intelligenza dei giocatori accettare le scelte e alla società supportare il suo tecnico".

"La panchina della Nazionale? Dentro di me ho ancora la voglia di allenare tutti i giorni e per questo non penso di prendere una nazionale. Eventualmente lo farò solo quando questa voglia mi passerà. L'Italia ha la forza di arrivare al Mondiale e lì di far bene anche se ci sono nazionali più forti: il calcio è un gioco di squadra e le fortune si costruiscono con la solidità difensiva come è spesso successo all'Italia".

Ma Ancelotti vede tutt'altro: "Sulle panchine italiane vedo esattamente chi c'è adesso". Alla battuta di Vincenzo Montella di volere Carletto come suo vice risponde col sorriso: "Farei volentieri il suo secondo. Facciamo una partita per uno, ma dobbiamo trovare la società che ce lo fa fare. E la troveremo". Promesso.

Le notizie dei media delle ultime ore a proposito della proprietà del Milan  non fa altro che confermare la tesi che “quando piove, poi grandina”. È incredibile, infatti, come negli ultimi giorni si susseguano problemi di ogni genere e tipo. Oltre a quelli in campo e panchina, adesso si vanno a aggiungere anche quelli di tipo societario. Se però i dubbi e le perplessità sulla genesi e soprattutto sul futuro di questa proprietà non sono esattamente una notizia, lo diventano nel momento in cui a paventarli adesso è chi negava tutto e sosteneva anche davanti all’evidenza fino a solo una settimana fa.

Forbes ha attaccato: "Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole"
Attacco da Forbes alla società rossonera: "Per i proprietari del Milan è improbabile che la ricerca di nuovi soci finisca bene. La realtà è che i nuovi proprietari del Milan semplicemente non hanno le quasi illimitate risorse di Chelsea, City e Psg. Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole".

Il quotidiano Libero ha proposto uno scenario drammatico, con l’azionista di maggioranza Li “sull’orlo di un precipizio”.

Se davvero il governo cinese dovesse addirittura “chiedere ai principali finanziatori del proprietario del Milan di rientrare dall’operazione riportando a casa i soldi versati per l’acquisto dei rossoneri” si aprirebbero giorni davvero di fuoco per la società rossonera. Libero stima che se i gruppi che figurano come maggiori finanziatori di Mister Li, Huarong e Haixia dovessero uscire dal capitale societario, si aprirebbe una voragine di 200 milioni.

Ed a quel punto, anche il piano B predisposto dalla società rischierebbe di fallire miseramente. Quale istituzione finanziaria si avventurerebbe a rifinanziare il prestito di circa 300 milioni concesso dal fondo Elliott sapendo che i principali finanziatori asiatici sono in fuga?

Il Milan deve affrontare i nodi che stanno venendo al pettine.C’era un processo con il Voluntary Agreement, i risultati non aiutano però ad andare dalla UEFA e per cercare soci di minoranza. La scadenza con Elliott la sappiamo, il progetto è sportivamente zoppo. La salvaguardia però è rappresentata dal Fondo Elliott, se fai un’operazione da 800 milioni e tu ne metti solo 300 mentre gli altri 500 a debito, sei chiaramente in difficoltà se le cose non vanno bene. Se non arrivano i risultati, allora tutto diventa più complicato, i risultati sono determinanti”.

Emerge la preoccupazione da parte di Silvio Berlusconi per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: «E la squadra non va...». Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che «ci vuole pazienza» all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: «Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?». Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna «presidente-allenatore». E non si ferma.

La dimostrazione di tutto questo è il silenzio di Fassone. Sappiamo quanto sia sensibile e suscettibile questo Milan quanto sì mette in discussione la forza economica del suo proprietario, di chi c'è dietro Yonghong Li e di come riuscirà a restituire la montagna di euro che si è fatto prestare.

Yonghong Li cerca soci cui affiancarsi nella compagine azionaria del Milan. Non è una novità quanto uscito negli scorsi giorni. E’ stata riportata all’attenzione della cronaca quanto da mesi, cioè dal giorno successivo al closing, si sapeva. Mr Li non può continuare con le sue forze nell’avventura rossonera e starebbe sondando potenziali co-investitori. Le vere novità, al contrario, potrebbero essere due. La prima, come indicato dall’agenzia Reuters, è che Mr Li starebbe cercando anche investitori europei (addirittura italiani). Questa’ultima opzione è stata smentita dal Milan.

La novità è la valutazione che Mr Li avrebbe in mente per una minoranza del Milan: un 25 per cento verrebbe valutato più o meno 200 milioni di euro per una valutazione complessiva del club di 800 milioni di euro (escluso il debito). Quindi dopo appena pochi mesi il valore del club è lievitato: ai tempi del closing il Milan era stato valutato (esclusi i debiti per 220 milioni) circa 520 milioni di euro. Guarda caso i 200 milioni di euro che Mr Li punta ad incassare è la cifra che la Rossoneri Sport Investment deve a monte al fondo Elliott: ad ottobre del prossimo anno scadrà infatti la tranche da 180 milioni (più interessi) dovuta al fondo statunitense.


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