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giovedì 29 marzo 2018

Viareggio Cup: i migliori talenti del 2018



La manifestazione prima era nota come Coppa Carnevale, poi come Torneo di Viareggio, ed infine inglesizzata a preso il nome di Viareggio Cup. Sono volati i 70 anni di calcio svolti in Versilia e sono stati 70 anni di giovani da lanciare su uno dei palcoscenici più prestigiosi del mondo per quanto riguarda i campioncini in ascesa. La settantesima edizione ha messo in mostra tanti giocatori dal futuro potenzialmente roseo. Dal baby bomber croato della Juve Kulenovic a Pissardo e Sala dell'Inter: ecco chi ha stregato.

La Viareggio Cup, come al solito, ha dato la possibilità a molti giovani talenti di mettersi in grande evidenza; alcuni di questi erano già noti agli attenti osservatori del calcio giovanile nazionale ed internazionale, ma altri hanno rappresentato delle vere e proprie sorprese.

Come sorprendente è stata la vittoria finale del Sassuolo (alla sua prima affermazione), che ai calci di rigore è riuscito ad imporsi sul “solito” Empoli. La società toscana si è confermata ancora all’avanguardia nel produrre talenti dal notevole profilo qualitativo, ma in questa occasione si è dovuta inchinare ai rossoverdi allenati da Mr Mandelli, trascinati dal bomber ex Roma Gianluca Scamacca. Nota curiosa, dagli ottavi alla finale il Sassuolo ha vinto sempre ai calci di rigore.

In alcuni casi si tratta di conferme. Giocatori che avevano gli occhi addosso e, senza velo di timidezza alcuno, hanno sfoggiato il loro talento cristallino. In altre situazioni, è stato l'effetto sorpresa a catapultare attenzioni forse nemmeno così sperate. La settantesima edizione della Viareggio Cup si è chiusa con la vittoria dell'Inter. Ma in dote resta molto di più: impressioni da confermare, carriere da far sbocciare, futuri da scrivere a suon di gol, interventi difensivi, parate. E se sul talento di baby Salcedo tutti sono pronti a scommettere (chiedere all'Inter, che in estate era disposta a cifre folli per lui e Pellegri), in quanti avrebbero detto lo stesso di Kulenovic prima dell'inizio del torneo? E tra i nerazzurri, così pieni di estro davanti, avreste mai detto che si sarebbe parlato tanto (e bene) di un portiere e di un terzino? Capitolo a parte per Gori: è lui il decimo Golden Boy del Torneo di Viareggio. Il miglior giocatore dell'intera competizione, con un'unica macchia: quell'occasione nel primo tempo contro l'Inter, in finale, quando si è lasciato ipnotizzare da Pissardo.

Può un rigore cambiare una stagione? Difficile dirlo. Sicuramente ha regalato una nuova opportunità a Sandro Kulenovic. Oggetto misterioso fino al 13 marzo, adesso elemento di spicco della Juventus Primavera: 6 gol in sei partite, a partire dalla realizzazione dagli undici metri contro il Rijeka nella gara rimontata proprio con doppietta della punta croata. Poi, altre reti belle e importanti, che hanno trascinato la Juve in semifinale e regalato all'attaccante la scarpa d'oro della competizione. I suoi numeri? Non lasciano scampo: un gol ogni 82 minuti. E dire che in 13 partite tra campionato e Youth League aveva rimediato al massimo un rosso, ma mai la via del gol. Che sia l'inizio di una nuova storia? Nota a margine: ha già segnato al Real, la scorsa stagione in Youth League col Legia.

La ricetta con cui Stefano Vecchi ha vinto il Viareggio è sulla carta semplice Poi, però devi avere anche in campo chi ti permette di prendere solo due gol in sette partite. L'identikit risponde al nome di Marco Pissardo, miglior portiere del torneo. Lui, che l'anno scorso in una piazza come quella di Varese ha saggiato la Serie D, prima di trovare contro il Genoa anche la prima panchina in A, a Marassi. Al suo fianco, sulla fascia sinistra, impossibile non citare Marco Sala, il capitano dai quarti di finale in poi vista l'assenza di Lombardoni. Un motorino, che dopo il primo anno d'apprendistato quest'anno si è preso la catena di sinistra. Il classe '99 corre, ripiega in difesa e non disdegna di spingere con continuità. E di terzini sinistri validi non ce ne sono tanti in circolazione...

Uno è il Golden Boy navigato. L'altro il giovincello pronto a prendersi il mondo. Uno è stato eletto il miglior giocatore del torneo. L'altro era un fuoriquota, con i suoi 17 anni da compiere a ottobre. Parliamo ovviamente di Gabriele Gori e Eddy Mora Salcedo. Due attaccanti che hanno fatto parlare (e molto) di loro al Viareggio. La punta della Fiorentina ha saltato le prime due gare, poi ha siglato 4 gol in fila nelle successive quattro partite. Nemmeno il neo della finale persa ha tolto colore alle sue prestazioni. Come quelle del compagno Sottil, che contro l'Inter aveva anche illuso prima della rimonta nerazzurra. Classe '99, Gori è un attaccante moderno, in grado di svariare, fare reparto, segnare. Le 8 reti nelle ultime 5 gare della regular season della scorsa stagione e le 18 stagionali quest'anno tra tutte le competizioni valgono più di qualsiasi parola. Quelle stesse parole da cui è stato investito in estate Salcedo Mora (classe 2001, come il match-winner della finale Vergani). L'Inter sembrava aver già preso lui e il suo gemello Pellegri per sessanta milioni complessivi. Poi le casse cinesi si sono ristrette e la trattativa è saltata. Ma Salcedo non ha smesso di impressionare. Ad agosto il debutto in Serie A col Genoa contro il Sassuolo (a 15 anni...), poi la "gavetta" in Primavera: 4 gol, estro e doti atletiche a tratti straripanti. Come mostrato in questo Viareggio, concluso con 3 reti e anche qualche rimpianto, oltre a un potenziale ancora da scatenare. Potenziale, una parola tanto usata nei settori giovanili. Cinque nomi, una speranza. Che il futuro rispetti le rosee previsioni. Che il Viareggio (vinto o perso) sia solo una tappa di un lungo percorso.

Anche in questa edizione hanno avuto un ruolo importante le squadre straniere, in particolare il Bruges, che è riuscito a porre sotto l’attenzione di tutti un paio di giocatori interessanti che noi di WFS abbiamo opportunamente inserito nella Top 11 della prestigiosa kermesse toscana.
Il giocatore che ci ha maggiormente colpito è stato il trequartista senegalese dell’Empoli Traorè, il più giovane della finale, poi sul nostro podio ipotetico si piazza al secondo il centrale del Sassuolo Rossini, già impiegato in prima squadra da Eusebio Di Francesco, infine sull’ultimo gradino mettiamo il nazionale giovanile belga Under 19, Ahmed Touba.

Ecco l’elenco dei premi individuali consegnati:

10° Golden Boy Viareggio Cup: Gabriele Gori della Fiorentina;

capocannoniere del Torneo: Sandro Kulenovic della Juventus (6 reti);

miglior portiere del Torneo: Marco Pissardo dell’Inter;

giocatore più giovane della finale: Federico Brancolini (nato il 14 luglio 2001) della Fiorentina

giocatore più «motivato e concentrato» della finale: Gabriele Zappa dell’Inter.




lunedì 19 marzo 2018

Vicenza calcio e le plusvalenze gonfiate



Il meccanismo, molto diffuso e rodato in tutto il calcio professionistico italiano a partire dalla fine degli anni Novanta, è diventato noto al grande pubblico con il primo caso “clamoroso”: quello degli scambi di giovani giocatori sconosciuti registrati tra Milan e Inter nei bilanci 2003, con plusvalenze di 14 milioni per i nerazzurri e 12 per i rossoneri. Come funziona? Il “trucco” sta nel fatto che mentre i ricavi vanno immediatamente a bilancio, ripianando le perdite dell’esercizio corrente, i costi sostenuti vengono ammortizzati in più anni. La pratica nei primi anni Duemila divenne così diffusa che le somme “ammortizzate” si sommarono di bilancio in bilancio fino a divenire insostenibili, spingendo sull’orlo del crac club come Milan, Inter, Lazio.

Un bilancio che presenta un modesto utile e troppe voci sospette. Un'incidenza troppo grande delle plusvalenze da compravendita di diritti pluriennali sulle prestazioni dei calciatori. E una tifoseria che non ci sta e chiede chiarezza. Tutti elementi dell'ennesima storia che ha portato una nobile del calcio italiano a subire l'onta del fallimento: il Vicenza, stroncato dai debiti lo scorso gennaio e adesso sottoposto a esercizio provvisorio per arrivare fino al termine della stagione agonistica. Sembrerebbe un racconto abbastanza scontato della vicenda, se non fosse per la cronologia. Perché l'allarme dei tifosi biancorossi risale dal 2012.

Da allora sono passati sei anni, e la situazione è peggiorata anziché essere risolta. In questo lasso di tempo numerosi club sono falliti, e diversi fra questi sono scomparsi. Su tutti, il caso più noto e clamoroso è stato quello del Parma. Nei giorni in cui la società emiliana s'avviava a morte sicura, il presidente federale Carlo Tavecchio pronunciò parole che erano un impegno solenne: "Mai più casi Parma. Abbiamo varato delle riforme epocali".

In questo senso, il Vicenza è un simbolo e le stravaganti manovre di mercato sono evidenti i movimenti si svolgono all'interno di un circuito dei soliti noti. Chievo e Cesena in primis. Ma anche l'Ascoli nella sua vecchia compagine societaria, così come nel caso del Siena. Ma anche società di provincia come Mezzocorona, Giacomense e Santarcangelo. Fino a giungere ai club che stanno dominando l'attuale stagione di serie A, Napoli e Juventus, e a chiudere il cerchio proprio col Parma, che certo non  poteva mancare in questo frastornante intreccio di calciatori e plusvalenze. Giusto per ricordare che il calcio italiano ha avuto un Caso Parma, indicato come il precedente da non ripetere mai più. E invece dopo sole tre stagioni calcistiche si ritrova tra le mani un Caso Vicenza.

Il presidente Cassingena è stato presidente del Vicenza dal 2004 e ha condotto una gestione complicata da subito, e nell'estate del 2010, giungono le operazioni di mercato da cui derivano notevoli plusvalenze. I partner di questo gioco sono diversi. Primo fra tutti l'Ascoli, a quel tempo sotto la gestione della famiglia Benigni e incamminato anch'esso verso il fallimento che si sarebbe verificato nel dicembre del 2013. I due club si scambiano le comproprietà di due giocatori diciannovenni (classe 1991): il Vicenza cede all'Ascoli il centrocampista Ivan Reali, l'Ascoli cede al Vicenza l'attaccante esterno Andrea Mandorlini, omonimo del più famoso allenatore e ex calciatore. La valutazione data a entrambi per la totalità dei diritti economici è di 800 mila euro, e questa è la cifra che le due società iscrivono come plusvalenze nei bilanci chiusi in data 30 giugno 2010. Inoltre, le società informano nel bilancio che al giocatore acquisito è stato fatto sottoscrivere un contratto quadriennale.

Ma qual è la sorte dei due calciatori? Mandorlini, appena acquisito dal Vicenza, viene lasciato all'Ascoli in prestito per la stagione 2010-11 e continua a giocare nella Primavera. Dal canto suo, Reali viene immediatamente smistato al Mezzocorona, club trentino che gioca in Seconda Divisione di Lega Pro. Lì colleziona 5 presenza, e a fine stagione la squadra retrocede. Con la fine della stagione 2010-11, Ascoli e Vicenza decidono di risolvere le comproprietà che hanno fruttato 800 mila euro di plusvalenze ciascuno. Reali diventa tutto dell'Ascoli, che lo tiene ancora per la prima parte della stagione 2011-12 al Mezzocorona. Mandorlini è tutto del Vicenza, che lo gira immediatamente alla Giacomense, club che milita in Seconda Divisione di Lega Pro e poi si fonderà con la Spal. Con la Giacomense, Mandorlini gioca quella che rimane la sua stagione più rilevante: 23 partite da professionista. Invece Reali deve aspettare gennaio per essere mandato in prestito al Foggia, Prima Divisione Lega Pro. Vi gioca 6 spezzoni di partita in una squadra che chiude a metà classifica e non viene iscritta al campionato successivo. L'ascesa dei due ragazzi si ferma.

La vicenda che accomuna Mandorlini e Reali è emblematica. Racconta di un metodo molto ben oleato per produrre plusvalenze di bilancio: quello dei calciatori gemelli. Giocatori che vengono scambiati per importo pari, ciò che genera plusvalenze in entrambi i bilanci e senza che i club acquirenti si avvalgano delle prstazioni sportive. Il destino dei gemelli, infatti, è quasi sempre quello di essere inviati in prestito presso club terzi. E se si guarda allo specifico delle coppie di gemelli, si scopre che non tutte sono uguali.

Bisogna distinguerne di due tipi. Ci sono i gemelli in carriera, quelli che generano pusvalenze per i bilanci delle due società calcistiche ma poi fanno comunque strada nel calcio professionistico. E ci sono i gemelli da binario morto, quelli che dopo lo scambio di plusvalenze vengono lasciati inabissarsi nelle categorie inferiori. Lo scambio Mandorlini-Reali è un esempio del secondo tipo. Ma nei documenti di bilancio del Vicenza si trova anche esempi del primo tipo.

Per esempio, lo scambio col Chievo che coinvolge il difensore classe 1991 Amedeo Benedetti e il trequartista classe 1990 Mattia Minesso. Nell'estate del 2010 il diciannovenne Benedetti passa dal Chievo al Vicenza, mentre il ventenne Minesso prende la rotta inversa. La valutazione per entrambi è 2 milioni. Dunque le due società fanno pari e patta in quanto a valore scambiato, e ciascuna iscrive nel proprio bilancio una plusvalenza di 2 milioni di euro.

Anche stavolta l'operazione che coinvolge i due calciatori è uno scambio di comproprietà. Benedetti viene immediatamente smistato dal Vicenza alla Pro Patria, e lì gioca la stagione 2010-11. Invece Minesso viene lasciato a Vicenza in prestito, e colleziona 4 spezzoni di partita nella prima metà della stagione per poi essere mandato in prestito all'Andria, Prima Divisione Lega Pro. Già all'inizio della stagione successiva, 2011-12, i due tornano alle case madri: Benedetti al Chievo e Minesso al Vicenza. E lì si verifica l'ulteriore colpo di genio. Perché il Vicenza, per la restituzione di Benedetti al Chievo, iscrive nel bilancio chiuso il 30 giugno 2011 una plusvalenza di 500 mila euro in quanto mancata spesa di ammortamento.

Benedetti adesso gioca nel Cittadella dopo essere passato da Lumezzane, Reggina e Pisa. Continua a essere sotto controllo del Chievo. Invece Minesso ha subito rescisso il contratto col Vicenza, Adesso milita nel Bassano, dopo avere continuato per un'altra stagione a Andria, essere passato anch'egli dal Cittadella, e avere disputato mezza stagione (da gennaio a giugno del 2014) col Südtirol, dove perde contro la Pro Vercelli il play-off per andare in B. Dunque si tratta di due discreti calciatori, cui corrispondono 4 milioni di plusvalenze generate, più altri 500 mila per la restituzione di Benedetti al Chievo.

E per il bilancio del Vicenza si tratta di ossigeno puro. Di plusvalenze, nell'esercizio chiuso il 30 giugno 2010, ne vengono iscritte per 6.583.533 euro nel quadro di un bilancio che registra una perdita di 484.832 euro. E a formare quei 6,5 milioni e rotti  di euro contribiscono i 2 milioni della cessione di Minesso al Chievo, gli 0,8 milioni della cessione di Reali all'Ascoli, più i 3.433.333 incassati dopo un doppio scambio realizzato col Cesena, fresco di promozione in Serie A: Denis Tonucci e Luca Righini si spostano dalla Romagna in Veneto, Giacomo Tulli e Mattia Evangelisti viaggiano in senso opposto. Così anche il club bianconero può piazzare in bilancio una plusvalenza da 3,5 milioni di euro.

Tornando al Vicenza, nel bilancio 2011 le plusvalenze si attestano sulla cifra di 7.606.367. E a formare quel dato contribuiscono, oltre agli 1,2 milioni della cessione di Bonicelli, anche i 988 mila euro di plusvalenza per la cessione di Niko Bianconi alla Juventus. Un giocatore che, ovviamente, non approderà mai alla prima squadra bianconera. I numeri di bilancio prodotti da plusvalenze come quelle per Bonicelli e Bianconi permettono di chiudere l'esercizio 2011 con un sia pur modesto utile: 38.911 euro. Ma questo dato non rasserena nessuno. Anche perché alla fine della stagione 2011-12 il Vicenza retrocede in Lega Pro. Verrà ripescato poche settimana dopo, al posto del Lecce che viene declassato per illecito sportivo.

sabato 17 marzo 2018

Milan la conferma di Gattuso



Il Milan si è convinto ed è pronto a rinnovare il contratto a Gennaro Gattuso , il rinnovo è molto vicino e probabilmente entro fine mese. Diciamo che la sosta per le nazionali agevolerà l’appuntamento dal quale Rino uscirà fortificato temporalmente ed economicamente. Dubbi non ce ne sono, anche perché da via Aldo Rossi esce con forza un altro concetto: il Milan con Gattuso intende aprire un ciclo. Il nuovo contratto dovrebbe avere scadenza 2020.

Rino ci ha messo appena tre mesi e mezzo per conquistare i giocatori, macinare risultati e conquistare il club. Tre mesi e mezzo in cui il Milan è tornato in corsa per un quarto posto che ormai non era più nemmeno un miraggio, ha guadagnato una finale di Coppa Italia, è rimasto tredici partite senza perdere. Soprattutto, mesi nei quali ha ricompattato il gruppo, rivitalizzato diversi uomini e restituito passione ai tifosi.

"Non ci sono dubbi sul fatto che Rino rimanga con noi tanti anni. Tra pochi giorni ci incontreremo per il prolungamento". La distanza tra Rino e il Milan si è definitivamente annullata lontano da Milanello, a Londra, dove prima Fassone e poi Mirabelli hanno confermato Gattuso. Le parole del direttore sportivo sono ben più che più esplicite. Sarà lui a dirigere le operazioni di rinnovo. In precedenza era stato il d.s. a legare – nella buona e cattiva sorte – il suo destino a quello di Rino: se ora il matrimonio si farà, significa che anche la posizione di Mirabelli ne uscirà rafforzata.

La conferma di Gattuso premia chi lo aveva scelto. Il rischio era certo maggiore delle chance di riuscita: l’affetto che Rino vantava da San Siro si annullava con la totale inesperienza da tecnico di Serie A. I risultati, ora, gli danno ragione. La nuova strategia è quella di porre le basi per una lunga permanenza a Milanello.

 C’è allora da chiedersi come sarà il nuovo Milan della coppia Mirabelli-Gattuso: il club si è già mosso per portare in squadra due svincolati – Reina e Strinic, oltre al Primavera Nathan Soares, attaccante ex Cruzeiro, mentre proseguono i contatti per Sung-Yong Ki e Wilshere. Il mercato prevede però anche una direzione inversa, cioè quella delle uscite: Mirabelli dovrà stare attento alle possibili offerte per Suso e soprattutto al caso (o ai casi) Donnarumma.

Colpo a sorpresa dal Brasile per il Milan. Giungono conferme a calciomercato.com sul tesseramento da parte del club rossonero dell'attaccante classe 2000 Nathan Soares Bernades, dopo le prime indiscrezioni riportate da Globoesporte. Un acquisto a parametro zero per la Primavera di Lupi, un giocatore che ha indossato dal 2014 al 2017 la maglia del Cruzeiro, prima di trasferirsi all'Avai per un periodo di prova, al termine del quale il ragazzo è rimasto senza contratto per i successivi 7 mesi.

Come testimoniato dalla foto pubblicata da Globoesporte, il giocatore e il suo agente, rappresentante dell'agenzia Uplay Sports, hanno ricevuto il contratto nella sede situata a Barra de Tijuca, uno dei quartieri più famosi di Rio de Janeiro. Nathan ha firmato un biennale, ma l'agenzia che lo assiste vorrebbe inserire in futuro un'opzione per avere una percentuale su un'eventuale rivendita.

Il Milan sta guardando con particolare attenzione al mercato dei futuri svincolati. Tra i giocatori che maggiormente stuzzicano l’interesse dei rossoneri, c’è sicuramente Jack Wilshere, 26enne centrocampista in scadenza di contratto con l’Arsenal. Giocatore che i vertici di via Aldo Rossi hanno avuto modo di visionare da vicino nel recente doppio confronto di Europa League.  Wilshere si è messo in mostra bella mostra, giocando con personalità e qualità sia nel match d’andata che nella sfida di ritorno disputata pochi giorni fa a Londra. Le richieste contrattuali del Nazionale inglese sono decisamente alte (vuole un ingaggio tra i 5.5 e i 6 milioni di euro), ma il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli ritiene che l’ex Bournemouth possa alzare di gran lunga il livello dell’attuale centrocampo rossonero. Insomma, è una spesa che il dirigente milanista farebbe volentieri, ma per affondare il colpo bisognerà attendere l’esito della corsa Champions. In caso di qualificazione alla massima competizione europea, infatti, il Milan avrebbe la vetrina e, soprattutto, la liquidità per garantire a Wilshere (seguito anche dalla Juventus) lo stipendio che pretende.

In attesa di novità su questo fronte, Mirabelli sta per chiudere l’ingaggio del sudcoreano Ki Sung-Yueng, centrocampista attualmente in forza allo Swansea. L’ex Celtic, che arriverà a parametro zero, porterà qualità e quantità alla mediana rossonera, rimpolpando un reparto povero di alternative.

 Mentre l'amministratore delegato del Milan Marco Fassone è in costante contatto con la banca statunitense Merrill Lynch per individuare quei soggetti finanziari per la cartolarizzazione da oltre 300 milioni di euro necessaria per rifinanziare il debito contratto con Elliott, sembra essere più centrale in un futuro prossimo il ruolo del fondo statunitense e sempre più defilato quello dell'attuale azionista di maggioranza Yonghong Li.

Elliott ha mostrato la sua disponibilità a supportare economicamente una volta di più il presidente rossonero con un prestito da 35 milioni di euro che coprirebbe il nuovo aumento di capitale da 30 milioni varato nell'ultimo consiglio di amministrazione, di cui una prima tranche da 10 da versare entro il prossimo 23 marzo. Un ulteriore segnale della presenza costante del fondo di proprietà di Paul Singer nelle vicende societarie del Milan, a poche settimane dall'incontro decisivo con la Uefa per il settlement agreement. Nel caso in cui Yonghong Li accettase questo prestito per la controllante che fa capo al club di via Aldo Rossi, la Rossoneri Sport, il debito complessivo salirebbe a quota 215 milioni di euro, a cui vanno aggiunti i finanziamenti da 123 milioni concessi tramite due bond alla Borsa di Vienna.


domenica 4 marzo 2018

Davide Astori, capitano della Fiorentina, morto in albergo a Udine



Dolore e sconcerto in casa Fiorentina dopo la scomparsa del capitano, Davide Astori. Tanti tifosi viola si stanno ritrovando in queste ore all'esterno dello stadio Artemio Franchi, dove sono stati deposti dei fiori e dove è stato appeso uno striscione che recita: "Ciao capitano, per sempre con noi".

Il capitano Viola, 31 anni, è stato trovato senza vita nella camera d'albergo. Rinviata la 27esima giornata di A. Una tragedia immane si è abbattuta senza preavviso sulla Fiorentina. Il capitano Davide Astori, 14 presenze anche in azzurro, è stato trovato morto nella camera dell'albergo "La' di Moret" a Udine dove si trovava con la squadra per giocare alla Dacia Arena.

La squadra è rimasta chiusa nell'albergo e alle 14 è partita per l'aeroporto di Ronchi dei Legionari, da dove rientrerà a Firenze con un charter. A Udine è rimasto Giancarlo Antognoni, club manager della Fiorentina. L'ultima persona che lo ha visto ieri è stato Sportiello, alle 23.30 circa. I dirigenti viola hanno chiamato i genitori a Bergamo per dar loro la terribile notizia, quelli rimasti a Firenze invece sono andati a casa della compagna. Sia i genitori di Astori che la compagna, appena avvertiti, sono subito partiti per Udine.

È strano che un professionista venga colto da un malore così senza segni premonitori ma tutto è possibile. L'imponderabile può sempre succedere», ha detto il Procuratore De Nicolo. La Procura, che con il pm Barbara Loffredo sta coordinando gli accertamenti sul decesso del capitano della Fiorentina Davide Astori, attenderà il primo esito dell'ispezione esterna che il medico legale Carlo Moreschi condurrà nella giornata di oggi sul calciatore prima di decidere se disporre l'autopsia. Esame autoptico che, è presumibile, potrebbe essere disposto nei prossimi giorni.

Il presidente del Coni e commissario straordinario della Lega Serie A Giovanni Malagò è intervenuto in conferenza stampa per commentare la tragedia della scomparsa di Davide Astori, capitano della Fiorentina. Dopo un minuto di silenzio, le sue parole: "Ho chiesto di poter organizzare nel minor tempo possibile questo incontro. Astori era patrimonio del calcio e della Nazionale, credo fosse indispensabile la presenza di Fabbricini come commissario della Federcalcio. Erano circa le 10, mi hanno chiamato dalla Lega per comunicarmi una notizia drammatica. "La Fiorentina ci ha chiamati dicendoci che è scomparso Astori". Ho chiesto come fosse possibile, mi è stato riposto che sono saliti in camera dopo che non si era presentato a colazione. Brunelli mi ha pregato di non esternare questa notizia per permettere alla Fiorentina di mettersi in contatto con la famiglia, in particolare con la moglie Francesca. Abbiamo aspettato circa un'ora, era giusto che la Fiorentina facesse il primo comunicato. Nel frattempo stavano per andare in campo Genoa e Cagliari, quindi come è uscita la notizia dalle agenzie il Cagliari (sua ex squadra alla quale Davide era molto legato) ha esternato l'impossibilità di entrare in campo. Sono subito entrato in contatto con Giulini, che ha confermato l'intenzione, ed Enrico Preziosi che ha dato subito disponibilità. Ho parlato con Nicchi e Lega e si è deciso per il rinvio. Nel frattempo sul cellulare mi arrivavano molti contatti del nostro mondo, che mi rendevano partecipe che in altre squadre c'erano giocatori che lo conoscevano bene e manifestavano la medesima intenzione. A questo punto ho capito subito che la partita che potesse essere maggiormente in discussione sotto il profilo del rinvio era evidentemente la partita di questa sera, il derby Milan-Inter. Peraltro, tra le società che manifestavano questo stesso sentimento c'erano i giocatori dell'Inter Borja Valero e Vecino. Ho cercato il Ministro degli Interni Minniti per discutere dell'ordine pubblico, ho parlato con il capo della Polizia e avevo manifestato la ferma intenzione di rinviare tutta la giornata di Serie A. Loro hanno ribadito di essere d'accordo, per cui ho comunicato alla Lega la decisione di rinviare le partite. Lo stesso Milan con Fassone ha dato immediata disponibilità a farlo e a condividere la decisione. Mi confrontavo costantemente con Fabbricini che a sua volta mi ha comunicato che altri campionati, come la Serie B, adottavano lo stesso provvedimento. Le parole stanno a zero, credo che la decisione sia stata quella giusta. Il calcio che io penso, che voglio e immagino è un calcio di valori, di ideali, di condivisione di emozioni e rispetto non solo dell'atleta, ma dell'uomo. Non ci sono tante situazioni in cui si può dimostrare tutto questo. La decisione era quella giusta e doveroso. Ho avuto modo anche di confrontarmi con più di un medico, abbiamo la nostra struttura che è considerata un'eccellenza. Sulla base delle testimonianze, invito di non lasciarsi trasportare a nessuna speculazione e illazione. Credo che nessun medico sulla faccia della terra potrà mai dire che c'è un rimedio certo per il rischio di una morte improvvisa. Ci sarà un'autopsia, si accerteranno le situazioni che si sono create, non ho altro da aggiungere se non le condoglianze mie e di tutto il mondo dello sport. Domani c'è una riunione già prevista in Lega con i dirigenti delle varie società, ritengo sia importante incontrarci perché ci sono già ipotesi per il recupero del turno di campionato. Ci sono alcune società che hanno un calendario particolarmente fitto, qualche società ha proposto di aggiungere un turno di campionato e far slittare tutto di una settimana. Non ho chiuso a nulla, devo parlare e confrontarmi con loro".

"Le nostre più sincere condoglianze alla famiglia e agli amici del capitano della Fiorentina e giocatore della nazionale italiana, Davide Astori, scomparso improvvisamente la scorsa notte": così l'Uefa esprime con un messaggio su Twitter il suo cordoglio per la morte del difensore viola.

"Non c'è modo di accettare una scomparsa così sconvolgente. Davide per me è sempre stato un esempio di grande professionalità e serietà. Un ragazzo straordinario. Mi unisco al dolore di tutti i suoi cari", ha scritto su Twitter il tecnico della Roma,

Eusebio Di Francesco, ricordando il difensore e capitano della Fiorentina Davide Astori. "Sono stravolto per la perdita umana e sportiva. Davide era un ragazzo d'oro, una persona con cui era un piacere parlare e confrontarsi, oltre che un calciatore di qualità. Non ho parole, sono vicino alla sua famiglia e ai suoi cari": queste le parole commosse dell'ex ct della Nazionale, Gian Piero Ventura.

''La morte di un giovane ci fa sempre perdere un po' della nostra innocenza, in questo caso mi sento di aver perso qualcosa di più''. Così Cesare Prandelli ha voluto ricordare Davide Astori. Prandelli lo aveva allenato quando era commissario tecnico della Nazionale. ''Il ricordo che ho di Davide come atleta e come uomo è privato, me lo tengo dentro il mio cuore che piange - ha proseguito Prandelli - Sono profondamente sconvolto, sento un grande vuoto dentro. Abbraccio la famiglia nella consapevolezza che in questo momento il dolore è tale che tutto intorno a te brucia e non esistono parole di conforto''.

"Ciao caro Asto, difficilmente ho espresso pubblicamente un pensiero riguardo una persona, perché ho sempre lasciato che la bellezza e l'unicità di rapporti, di reciproca stima e affetto, non venissero strumentalizzati o gettati in pasto a chi non ha la delicatezza per rispettare certi legami. Nel tuo caso, sento di fare un'eccezione alla mia regola, perché hai una moglie giovane e dei familiari che staranno soffrendo, ma soprattutto la tua piccola bimba, merita di sapere che il suo papà era a tutti gli effetti una PERSONA PERBENE.....una GRANDE PERSONA PERBENE..." E' una lettera piena di commozione il messaggio di Gigi Buffon nel ricordo di Davide Astori. "Eri l'espressione migliore di un mondo antico, superato, nel quale valori come l'altruismo, l'eleganza, l'educazione e il rispetto verso il prossimo, la facevano da padroni. Complimenti davvero, - conclude Buffon - sei stata una delle migliori figure sportive nella quale mi sono imbattuto. R.I.P. Il tuo folle Gigi".



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