Codice monitoraggio

sabato 28 aprile 2018

Diritti tv Serie A, Mediapro congela la fideiussione




La Lega Serie A, intanto, una volta ricevute le documentazioni di Mediapro, ha deciso di porre tali certificazioni “al vaglio degli Organi e dei legali della Lega”. L’advisor spagnolo, però, cerca in qualche modo di aprire un canale secondario: “Nel caso in cui La Lega Serie A decidesse di creare, insieme a Mediapro, un canale proprio per la distribuzione dei diritti della massima competizione italiana, Mediapro presenterebbe le garanzie in maniera immediata, perché i diritti non sarebbero più soggetti ad alcuna risoluzione giudiziaria”. "Con questa certificazione, Mediapro dimostra il suo impegno a rispettare le condizioni stabilite nell'assegnazione dei diritti della Serie A per le prossime tre stagioni", spiega la società spagnola, che da febbraio è finita al 53% nelle mani del gruppo cinese Orient Hontai Capital per quasi un miliardo di euro. "La situazione giuridica creata pretestuosamente da Sky per difendere la sua posizione privilegiata nel mercato italiano impedisce che la Lega possa garantire a Mediapro 'la piena ed incontrastata disponibilità dei diritti audiovisivi oggetto del pacchetto' - continua la nota, con riferimento alla causa sollevata dall'emittente satellitare -. Mediapro fornirà le garanzie necessarie a la Lega quando potrà disporre di tali diritti". "Nel caso in cui La Lega Serie A decidesse di creare, insieme a Mediapro, un canale proprio per la distribuzione dei diritti della massima competizione italiana, Mediapro presenterebbe le garanzie in maniera immediata, perché i diritti non sarebbero più soggetti ad alcuna risoluzione giudiziaria", è la conclusione della nota.

Insomma, Mediapro lascia intendere di essere pronta a fornire le garanzie qualora si dovesse creare un canale della Lega, che però non è previsto dal bando iniziale. Tale ipotesi sarebbe dunque percorribile solo con un altro bando e incontrerebbe il parere negativo di diversi presidenti della massima serie, che nel frattempo devono fare i conti col mancato deposito della fideiussione. Senza garanzie, le società non possono andare a chiedere anticipi in banca, come consuetudine per molti club.

Mediapro congela la fideiussione, ma consegna alla Lega Serie A “una serie di documenti e certificazioni” con le quali intende garantire la propria solidità patrimoniale per l’acquisizione dei diritti televisivi della Serie A nel periodo 2018-21. La prima tranche da un miliardo e cinquanta milioni rimane dunque bloccata, soldi che per il momento non rientrano nelle disponibilità della Lega, che sta vagliando i certificati presentati dall’advisor spagnolo che a febbraio aveva vinto la corsa ai diritti per trasmettere le partite della Serie A nel prossimo triennio. Un risultato che ha portato al ricorso da parte di Sky, accolto dal Tribunale di Milano, con la conseguente sospensione del bando di Mediapro, che ora apre le porte anche alla creazione di un possibile canale della Lega.

Ciò che al momento blocca il deposito della fideiussione è “la situazione giuridica creata pretestuosamente da Sky per difendere la sua posizione privilegiata nel mercato italiano”, stando sempre a quanto reso noto da Mediapro. La società spagnola rivendica “la piena ed incontrastata disponibilità dei Diritti Audiovisivi oggetto del Pacchetto” e si dichiara disposta a fornire le garanzie necessarie alla Lega solamente “quando potrà disporre di tali diritti”. L’udienza presso il Tribunale di Milano sul ricorso presentato da Sky è in programma il prossimo 4 maggio, data entro cui è sospesa l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2018-21 della Serie A.

"La Lega Serie A comunica di avere ricevuto, nella tarda serata di oggi, una serie di documenti e certificazioni da parte del Gruppo Mediapro, licenziatario dei diritti audiovisivi per la trasmissione in diretta delle gare del campionato sul territorio italiano per il periodo 2018-2021, che sono attualmente al vaglio degli Organi e dei legali della Lega". È quanto rende noto la Lega Serie A in un comunicato.




venerdì 20 aprile 2018

Inter: Joao Cancelo tentato dalla in Premier League



L'esterno portoghese non ha ancora espresso apertamente la propria volontà di rimanere in Italia. L'agente dell'esterno, Jorge Mendes, ha già ricevuto diverse manifestazioni di interesse e il ds nerazzurro, Piero Ausilio, si è messo al lavoro per convincere il giocatore con un rinnovo di contratto con aumento salariale che passerà dagli attuali 1,2 milioni di euro a circa 3 milioni (bonus compresi).
L’Inter vorrebbe andare al raddoppio di stipendio con Joao Cancelo per convincerlo a restare in nerazzurro e a scacciare le fatali distrazioni della Premier League.

Queste ultime partite di campionato saranno utili all'Inter per capire se riscattare o meno il portoghese dal Valencia. Dall'Inghilterra però, nelle ultime ore, rimbalza il forte interesse del Manchester United per il numero 7 nerazzurro. A riportarlo è il Daily Express che spiega come José Mourinho abbia individuato Cancelo come obiettivo numero uno per la fascia destra.

L’Inter ha tempo sino al 31 maggio per esercitare il diritto di riscatto pattuito per 35 milioni di euro. In estate l’intesa fu raggiunta nell’ambito dello scambio con Geoffrey Kondogbia: anche lui è in prestito e gli spagnoli possono riscattarlo per 25 milioni di euro, con la clausola di riconoscere ai nerazzurri il 25 per cento dell’eventuale rivendita. Se c’è un nesso finanziario tra le due operazioni, invece è tutto da dimostrare che gli interessati la pensino alla stessa maniera. Se Kondogbia ha già detto più volte che preferisce restare nella Liga, il nazionale portoghese è stato sinora più cauto. Del resto, il suo agente Jorge Mendes ha ricevuto alcune importanti manifestazioni d’interesse, ma non sottovaluta l’opzione di una conferma all’Inter. I Progressi Con Luciano Spalletti il terzino ha trovato continuità ed è cresciuto nella lettura tattica del ruolo. Insomma, lo attira l’idea di proseguire all’Inter il suo percorso di crescita. Tra l’altro l’appuntamento del Mondiale in Russia gli dà un’ulteriore opportunità professionale. Così Ausilio insiste per sistemare in anticipo la faccenda, ben sapendo che l’appoggio del giocatore sarà decisivo per disinnescare le mine del mercato. Quindi la proposta interista è di passare dagli attuali 1,2 milioni di euro di stipendio a una cifra non lontana dai 3 milioni (bonus compresi).

Quindi doppia mossa dell'Inter per riuscire a trattenere Cancelo anche la prossima stagione. La prima operazione è quella di proporre il rinnovo di contratto a cifre raddoppiate rispetto a quelle attuali, ovvero a circa 3 milioni di euro a stagione. Questo per ottenere il sì convinto del giocatore, già corteggiato da molte squadre. L'altra mossa riguarda il riscatto dal Valencia, che attualmente è fissato in 35 milioni di euro entro la fine di maggio ma che l'Inter vuole ridiscutere sulla base di un ulteriore prestito (questa volta biennale) con obbligo di riscatto.

L’argomento economico può certamente invogliare il clan portoghese, ma sarà altrettanto importante il futuro tecnico della società di Suning. L’approdo nella prossima Champions League può essere infatti decisivo per il felice esito di questa delicata partita. In corso Vittorio Emanuele c’è ottimismo perché Cancelo sta facendo la sua parte anche fuori dal campo.



mercoledì 18 aprile 2018

Russia 2018, Collina: "L'arbitro sarà sempre decisivo"




Pierluigi Collina incassa piena fiducia da parte del presidente della Uefa e ribadisce il suo ottimismo in vista di Russia 2018: "Le dichiarazioni di stima di Aleksander Ceferin mi fanno piacere, ma so quello che pensa di me da tempo - ha dichiarato il designatore dell'Uefa e presidente della commissione arbitrale della Fifa a Coverciano, a margine del raduno dei 36 arbitri e dei 63 assistenti selezionati per preparare i prossimi Mondiali, commentando le dichiarazioni di Ceferin che lo ha difeso ("Collina non si tocca, non ha colpe"), dopo le polemiche seguite alla gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus -. Mi auguro che il Mondiale in Russia sia il migliore, non per il Var, ma perché gli arbitri hanno lavorato e si sono preparati al meglio. So che dal punto di vista della comunicazione parlare di questa, che è la grande novità, sia molto attraente. Credo, però, che sia importante sottolineare il lavoro che viene svolto dagli arbitri per evitare che si debba ricorrere all'utilizzo della Var. Poi se dovesse capitare qualcosa di negativo, se dovesse essere commesso un errore, sicuramente avere questo paracadute sicuramente li aiuterà".

"Nel gioco del calcio - prosegue Collina - l'interpretazione dell'arbitro ha una rilevanza molto importante. Ci sono e continueranno a esserci episodi in una partita dove rimarranno diverse le opinioni. Il direttore di gara dovrà prendere la sua decisione che rimarrà quella finale. Ci sono molti altri sport dove la tecnologia, come l'Instant replay o l'occhio di falco, è stata implementata ormai da vari anni, ma in tutti questi sport è solamente per decisioni fattuali, non per interpretazioni. Fare la stessa cosa nel calcio significava probabilmente limitare troppo la portata dell'intervento. Sarebbe stato un peccato non poter utilizzare il Var anche per un fallo di mano non visto dall'arbitro perché in quel momento coperto da un altro giocatore o per situazioni simili".

Lo ha affermato Pierluigi Collina, presidente della Commissione arbitri della Fifa, a margine del raduno, al centro tecnico Figc di Coverciano, degli arbitri selezionati per il Mondiale. Collina ha ricordato che "ci sono molti altri sport dove la tecnologia, come l'Instant replay o l'Occhio di falco, è stata implementata ormai da vari anni, ma in tutti questi sport è solamente per decisioni fattuali, non per interpretazioni. Fare la stessa cosa nel calcio significava probabilmente limitare troppo la portata dell'intervento".

Il primo mondiale di calcio con la Var "sarà un gran Mondiale" anche se "non ricordo già in Brasile gravi errori". Lo ha affermato Massimo Busacca, responsabile del dipartimento arbitrale Fifa, a margine del raduno, al centro tecnico Figc di Coverciano, degli arbitri selezionati per i Mondiali 2018. Rispetto a Brasile 2014, ha detto Busacca, "non ci dobbiamo aspettare grandi sconvolgimenti, però è vero che qualche errorino c'è stato in Brasile", anche perché "c'è la parte umana e sappiamo che possiamo anche sbagliare, forse questo ce lo siamo un po' dimenticati. Come un calciatore sbaglia un grande gol davanti alla porta, e ne vediamo tanti, anche noi qualche volta possiamo sbagliare. Per questo è benvenuta la Var, e sono benvenute le decisioni difficili da prendere con questo grande aiuto".  La nuova tecnologia entrerà in azione soltanto di fronte ad errori gravi: "C'è tanto interesse in un risultato, in una partita e in una competizione e siccome vogliamo un Mondiale giusto fino in fondo, abbiamo deciso di introdurla". Gli arbitri si stanno preparando da quattro anni per l'appuntamento in Russia: "Come una squadra che ha finito il Mondiale in Brasile e ha cominciato le qualificazioni per quello successivo, così la classe arbitrale ha iniziato a preparare Russia 2018 con serietà, lavoro e sacrifici. Abbiamo cercato di dare agli arbitri tutto quello di cui hanno bisogno, a livello fisico, medico e finanziario. Abbiamo investito molto in quello che facciamo. Non ci sono più scuse. Siamo pronti per fare bene e dobbiamo farlo sul serio".

Busacca ammette la non infallibilità dei fischietti: "Certo, c'è anche la parte umana e sappiamo che possiamo sbagliare. Forse questo ce lo siamo un po' dimenticati. Come un calciatore sbaglia un grande gol davanti alla porta e ne vediamo tanti, anche noi qualche volta possiamo commettere qualche errore". Dall'ex direttore di gara svizzero anche un commento sullo sfogo contro l'arbitro Oliver da parte di Buffon dopo Real-Juve: "Quando mi comunicavano la partita da arbitrare, c'era emozione, adrenalina, se volete anche un po' di paura e tremarella. Però
questo per me era una motivazione per prepararmi bene. Quando andavo in campo era come essere in apnea per novanta minuti. Ero concentrato sulle mie decisioni. Sapevo di avere grande responsabilità, ma poi era squadra A contro squadra B, giocatore A contro giocatore B. E' importantissimo perché si parla sempre di sudditanza, ma un arbitro deve andare in campo ed essere concentrato sulla sua decisione, come un grande giocatore è concentrato nel fare il suo gol".


lunedì 9 aprile 2018

I saldi in casa Southampton



Pericolo retrocessione per il Southampton. Dopo sei campionati in Premier League, i Saints rischiano di lasciare il massimo campionato e finire in Championship. Al momento, la formazione di Mark Hughes è al terzultimo posto, a tre punti dalla zona salvezza.

L'occasione giusta per i club italiani, pronti a fiondarsi sui talenti in forza ai Saints per portarli in Serie A a prezzi ragionevoli.

Il primo nome in uscita è quello di Manolo Gabbiadini. L'ex calciatore di Napoli e Sampdoria ha manifestato più volte la volontà di tornare in Italia. Sulle sue tracce ci sono Lazio e Bologna: il club biancoceleste è alla ricerca di un vice-Immobile. Caicedo non ha convinto e potrebbe lasciare la Capitale dopo appena un anno, con l'attaccante cresciuto nel settore giovanile dell'Atalanta che potrebbe essere il profilo giusto per rinforzare il reparto offensivo biancoceleste. In casa Bologna c'è aria di rivoluzione: in estate potrebbero partire sia Verdi che Destro, con Gabbiadini in cima alla lista dei desideri del club per guidare l'attacco della prossima stagione.

Il contratto fino al 2021 potrebbe indurre a non considerare qualsivoglia ipotesi che non sia la permanenza con la maglia del Southampton. La realtà dei fatti, però, racconta tutt'altra storia. Perché l'addio di Manolo Gabbiadini a fine stagione, soprattutto dopo l'ultimo periodo, appare assai probabile. Dopo un inizio di stagione promettente, infatti, l'attaccante classe 1991 è pian piano finito ai margini, per poi perdere definitivamente il posto da titolare. L'obiettivo del giocatore, dunque, sembre essere indirizzato verso la ricerca di una nuova sitemazione, per buona pace del club inglese che - nel gennaio 2017 - lo aveva strappato al Napoli per 17 milioni iù 3 di bonus (più una percentuale sulla futura rivendita). Così, come quasi sempre succede nel mercato, ecco spuntare possibili e (im)probabili pretendenti. Dallo steso Bologna, club sempre alla finestra per il ritorno di un talento che conosce bene, passando per la Samp (altro suo club), fino alla Lazio. Ed è proprio la società di Lotito che - stando alle ultime news - pare essersi fatta viva in maniera più concreta. Tra le certezze della squadra biancoceleste in vista della prossima stagione, infatti, c'è sicuramente Ciro Immobile, al quale però sia Inzaghi che Tare hanno intenzione di affiancare una punta di sicuro affidamento. Ma non solo, l'obiettivo della Lazio - neanche troppo segreto - è quello di far diventare i biancocelesti un laboratorio di giovani da svezzare e allo stesso tempo un'oasi per potenziali azzurri. Gabbiadini, un altro giovane talento italiano migrato all'estero, vivrebbe così lo stesso destino di Immobile quando Tare lo strappò al Siviglia senza grossi sforzi. L’ex attaccante partenopeo sarebbe quella pedina in grado di sostituire Immobile dall'inizio, ma anche da potergli affiancare in modo da poter variare un modulo al momento troppo bloccato sulla solitudine della punta della Nazionale. Passato la scorsa estate al Southampton, Gabbiadini potrebbe anche arrivare in prestito con diritto di riscatto con la Lazio che, sfruttando il buon rapporto nato con i Saints dalla cessione di Hoedt, tenterà di abbassare a 13-15 milioni. Tare, tra l'altro, ci aveva provato con forza cinque anni fa, era l’estate del 2013, ma in quel caso la spuntò la Sampdoria. Ora la possibilità di tornare all'assalto di Manolo, destinato a riassaporare il gusto della serie A. Così come ha fatto Immobile dopo le esperienze con Borussia Dortmund e Siviglia. Un precedente di tutto rispetto, considerando come è andata a finire.

Pierre-Emile Hojbjerg, centrocampista danese classe 1995, e Sofiane Boufal, ala 24enne, sono stati già seguiti da Milan e Inter e potrebbero tornare di moda la prossima estate. Due giovani di grande talento e sicura affidabilità che potrebbero fare al caso dei club milanesi e non solo. In uscita c'è anche Dusan Tadic, esterno offensivo ex Twente: il serbo avrà l'opportunità di mettersi in mostra con la maglia della Nazionale al Mondiale in Russia per lasciare il Southampton e convincere i club italiani a puntare su di lui. Tadic ha il contratto in scadenza nel 2020 e potrebbe partire per una cifra vicina ai 10 milioni di euro.

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