Claudio Ranieri: "La squadra è con me". Il capitano Javier Zanetti: "La squadra è con Ranieri". L'Inter, in via ufficiosa: "Ranieri non rischia, poi a cosa servirebbe cambiare?". Però in Corso Vittorio Emanuele II già si pensa che in caso ko in Champions League è viva l’ipotesi della soluzione interna.
La crisi dell'Inter è palese. Il presidente Massimo Moratti lo sa e sul finire del primo tempo con la sua squadra in svantaggio per due reti a zero nella sfida contro il Bologna - ha lasciato lo stadio Meazza di San Siro avvilito ed infuriato, sottraendosi alle telecamere.
L'Inter, per superare questo difficile momento deve ricompattarsi e scendere nelle trincee per respingere il fuoco nemico e contenere i danni, fino adesso cospicui. Fuori dalla Coppa Italia, un punto in cinque partite in campionato, una difesa che fa acqua da tutte le parti. E’ stato il crollo nelle ultime partite: quattro sconfitte e un pareggio, 13 gol incassati e appena quattro segnati, non un'idea di gioco, non una parvenza di tenuta difensiva, niente di niente. Contro l'Olympique Marsiglia non si può e non si deve cadere in malo modo: ma, se la bandiera nerazzurra dovesse essere ammainata in terra francese, Moratti potrebbe decidere di giocare la carta della soluzione interna con Luis Figo e Beppe Baresi.
A questo punto della stagione non sarebbe opportuno ricorrere ad allenatori esterni, che non conoscono il difficilissimo ambiente nerazzurro, quindi si fa strada la soluzione "interna". Baresi fa il vice dai tempi di Mourinho, lo è stato con gli altri quattro allenatori dopo lo Special One, frequenta la Pinetina da quasi quarant'anni. Gli potrebbe essere affiancato Figo, che è sotto contratto con l'Inter perché gestisce i rapporti internazionali del club dopo aver chiuso una fantastica carriera da calciatore con la maglia dell’Inter.
I campioni di un tempo hanno le gambe fiacche e tutti - giovani e vecchi - vengono triturati impietosamente. Trionfano la mediocrità, la confusione, l'approssimazione. Manca tutto: le motivazioni, la voglia, la lucidità. La reazione dei tifosi è comprensibile: il nome di Mourinho è risuonato nei cori dei tifosi furenti. Un suo ritorno è altamente improbabile.
A fine stagione, ci potrà essere una sorta di rivoluzione con un cambio generazionale di qualità e un allenatore con un mandato a tempo indeterminato, in grado di impostare e condurre la cosiddetta rifondazione.
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