Codice monitoraggio

sabato 26 settembre 2015

Milan guarda al futuro mercato acquisti


Intervenuto in conferenza stampa, il tecnico del Milan Sinisa Mihajlovic parla delle prospettive
del Milan: "Noi outsider? Il Milan non può esserlo. Non parlo di scudetto, ma l'obiettivo dichiarato di questa stagione è qualificarci in Champions League. Quando poi stai lì, che vuol dire nelle prime tre, magari ci puoi anche pensare allo scudetto". Contro il Genoa si vincerà per Berlusconi, che il 29 compierà gli anni? "Noi cerchiamo di fare bene e di vincere per noi stessi. Poi certamente speriamo di fare un regalo al presidente Berlusconi. Se le cose dovessero andar bene, tanto meglio".

Il Milan guarda già al futuro. Giovedì Adriano Galliani e Sinisa Mihajlovic hanno tenuto un vertice operativo a Milanello alla presenza di staff e osservatori per individuare una serie di profili da seguire nei prossimi mesi. Si cercano Under 23 possibilmente italiani. Quest'ultima caratteristica non è però imprescindibile anche perché sarebbe delittuoso precludersi il 90% di quanto offre il mercato. Anche perché il Milan è alla ricerca di un grande trequartista che possa colmare un vuoto evidente in organico perché Honda non convince, Suso è ancora immaturo e Bonaventura può essere utilizzato altrove. Il prossimo a salire sul carro sarà Bertolacci ma, anche in questo caso, quella individuata da Mihajlovic pare una soluzione tampone. Qualora, come sperano tutti in società, il serbo dovesse conquistare un posto nella Champions che verrà, le risorse saranno investite proprio in quel ruolo.

Secondo Tuttosport, in cima alla lista dei nomi da porre sotto osservazione c'è Hakan Calhanoglu, trequartista 21enne del Bayer Leverkusen che, tra tutte le competizioni, in questa stagione ha giocato 10 partite segnando 5 gol dimostrando di essere un giocatore di primissimo livello come dimostra una valutazione superiore ai 25 milioni fatta dal club, forte di un contratto firmato fino al 2019. Restando in Germania, altro osservato speciale nel ruolo è Max Meyer, ventenne trequartista che allo Schalke ha preso il posto di Draxler. Gli 007, stante le premesse, saranno di casa in Bundesliga, considerato che piace pure Granit Xhaka, ventiduenne svizzero di origini albanesi, centrocampista del Borussia Mönchengladbach che era stato a lungo nel mirino dell'Inter prima che rinnovasse il contratto fino al 2019.

Nel file sui giocatori italiani sono due i nomi che spiccano: il primo è quello di Danilo Cataldi, il secondo corrisponde all’identikit di Mandragora. Profili per nulla casuali, considerato che il cartellino di Cataldi è di proprietà di Lotito, mentre  Mandragora, grazie alla formula con cui è stato dirottato al Pescara (prestito con diritto di riscatto e contro riscatto) continua a essere controllato dal Genoa. I due saranno tenuti sotto stretta osservazione anche perché i rapporti con la Lazio dopo l'affare Matri sono idilliaci mentre gli affari tra Genoa e Milan (buon ultimo Kucka: colpo dall'altissimo coefficiente tra soldi spesi e rendimento del giocatore) ormai non si contano più. Inoltre non va dimenticato come principale sponsor dello sbarco di Mandragora a Pescara sia stato proprio Massimo Oddo che, per evidenti motivi, può essere anche un ottimo "consigliere" per Galliani.

Le prime giornate di campionato hanno inoltre fornito altre buone idee a Galliani e Mihajlovic anche perché - caso vuole - i giocatori messi sotto osservazione sono anche stati avversari del Milan. Il primo è Oscar Hiljemark, centrocampista del Palermo che ha segnato addirittura due gol ai rossoneri, il secondo è Assane Dioussé Il Milan è rimasto colpito dalla grande prova a San Siro del giovanissimo centrocampista dell’Empoli. Il diciottenne senegalese è un prodotto del vivaio italiano, avendo fatto tutta la trafila nel settore giovanile del club toscano. I rapporti con il club del presidente Fabrizio Corsi sono ottimi (l’operazione Riccardo Saponara lo dimostra), quindi il Milan potrebbe anche puntare a ottenere un’opzione morale su Dioussé.

Fifa, la Svizzera apre procedimento penale contro Blatter



Sepp Blatter è ufficialmente sotto inchiesta. L'ufficio del procuratore generale svizzero ha diramato una nota in cui annuncia di aver aperto ieri un procedimento a carico dell'attuale presidente della Fifa perché sospettato di gestione fraudolenta e, in secondo luogo, appropriazione indebita.

Una «procedura penale» è stata aperta dalla magistratura svizzera contro il presidente (uscente) della Fifa, Blatter. Lo ha annunciato l’ufficio del procuratore, mentre inchieste per sospetta corruzione sono state aperte dalle magistrature degli Stati Uniti e della Svizzera. «Il pubblico ministero della Confederazione ha aperto una procedura penale a carico del presidente della Fifa per sospetta gestione sleale e appropriazione indebita», ha annunciato l'ufficio del procuratore in una comunicato.

La Procura accusa Blatter di aver firmato un contratto con la Federazione calcistica dei Caraibi sfavorevole alla Fifa. C’è il sospetto che, applicando tale accordo, Blatter abbia violato i suoi doveri di gestione e agito contro gli interessi della Fifa». Al presidente uscente della Fifa è contestato inoltre «il pagamento illecito a spese della Fifa di 2 milioni di franchi al presidente dell’Uefa Michel Platini per dei lavori effettuati tra il gennaio 1999 e il giugno 2002». Pagamento poi eseguito diversi anni dopo, nel febbraio 2011. Platini, che è stato ascoltato come persona informata sui fatti, avrebbe fornito prove agli inquirenti.

Michel Platini è stato co-presidente del Comitato organizzatore dei Mondiali di calcio del 1998 in Francia, poi vice-presidente della Federcalcio francese dal 2001 al 2008. Dal 2002 è inoltre vice-presidente esecutivo della Fifa. Nel gennaio 2007 è diventato presidente della Uefa, confermato per la terza volta il 24 marzo di quest’anno.

Platini ha parlato di una «somma versata per un lavoro effettuato secondo contratto per la Fifa». «Per quanto riguarda il pagamento che è stato effettuato a mio favore - ha dichiarato -, desidero chiarire che questa somma mi è stata versata per il lavoro che ho svolto in modo contrattuale per la Fifa e sono soddisfatto di aver potuto chiarire questo aspetto con le autorità».

Durante la perquisizione sono stati sequestrati alcuni documenti. L'ufficio della procura ricorda che anche nel caso del presidente della Fifa va applicata «la presunzione d'innocenza» e che non saranno rilasciate ulteriori informazioni a riguardo. È questo probabilmente il motivo della cancellazione della conferenza stampa che era prevista al termine della riunione dell'Esecutivo Fifa che si è tenuta a Zurigo.

Il legale di Blatter ha detto che il suo assistito «collabora» e non si è macchiato di «mala gestione». Il numero uno dell'organismo che governa il calcio mondiale «collabora e noi siamo sicuri che quando le autorità svizzere avranno la possibilità di verificare i documenti e le prove, vedranno che il contratto è stato preparato secondo le regole dal personale della Fifa (...) e che non c'è stata cattiva gestione», ha indicato Richard Cullen in un comunicato.

"Sono stato pagato per un lavoro che ho svolto": così il n.1 dell'Uefa Michel Platini in una dichiarazione in merito all'inchiesta che vede indagato il presidente della Fifa Sepp Blatter. "Mi è stato chiesto di fornire informazioni utili: ho chiarito tutto e resto disponibile a collaborare in qualsiasi momento", spiega il francese sentito oggi dalla Procura svizzera in qualità di testimone. Nel 2011 Platini, da vicepresidente della Fifa, avrebbe ricevuto 2 milioni di franchi svizzeri da Blatter.

venerdì 25 settembre 2015

Inter: da profondo rosso. Buco da 90 milioni


Durato poco meno di due ore il cda dell'Inter che ha approvato il bilancio 2014-2015 che prevede un passivo di 90 milioni.

Il Cda nerazzurro ha approvato un bilancio pesantissimo, con un rosso sull'ultima stagione che si aggiunge alla vecchia situazione debitoria. E domani mattina Erick Thohir lascia Milano.

E' un rendimento da profondo rosso quello approvato questa mattinata, a cavallo dell'ora di pranzo, dal Consiglio di amministrazione nerazzurro alla presenza del presidente Thohir e dei componenti Soetedjo, Ferguson, Volpi, insieme a Manzonetto, Casati e Braggiotti (rappresentanti dell'area Moratti). Il bilancio verrà ratificato nell'assemblea degli azionisti che dovrebbe essere programmata per fine ottobre.

Che l'Inter si apprestasse a chiudere l'ultima stagione con un bilancio così difficile è una notizia che girava già da settimane. Adesso c'è stato il passaggio ufficiale nel Consiglio di amministrazione. si aggrava il quadro economico della società, già colpita e sanzionata dalla Uefa proprio per avere sforato i vincoli del Fair play finanziario e con una situazione debitoria già molto pesante.

Intanto, l'agenda del presidente Thohir ha subìto un ridimensionamento: ET saluterà Milano già domani mattina, e quindi non sarà a San Siro per assistere a Inter-Fiorentina. Nel pomeriggio è atteso ad Appiano per incontrare Roberto Mancini. Non è escluso anche un passaggio con Massimo Moratti.
Presenti, oltre al presidente Thohir, tutti i consiglieri: Soetedjo, Ferguson, Volpi, Bolingbroke, Braggiotti, Manzonetto e Casati.

Confermato che le funzioni che erano di Fassone, verranno assolte dall'ad Michael Bolingbroke. Thohir nel pomeriggio incontrerà la squadra.

Sebbene il -90 a bilancio sembri una cifra incredibilmente alta, secondo Calcio & Finanza una cifra così maggiorata rispetto al -46 previsto, potrebbe essere ricercata nella necessità del club di spesare nel passato esercizio costi non ricorrenti ed eventuali svalutazioni di asset per non appesantire il bilancio 2015/16 che dovrà essere il primo che rientra sotto il periodi di osservazione dell'Uefa che ha imposto un rosso massimo di bilancio di -30 milioni. La cifra seppur consistente, era prevista in casa nerazzurra visti i grandi sforzi economici prodotti ma, con la convinzione che già dal 2016 i dati saranno sicuramente in netto miglioramento, e non solo in termini economici.

Roberto Mancini, tecnico nerazzurro, nonostante le cinque vittorie di fila, continua a ribadire che "la strada è lunga" e che "ci sono squadre più attrezzate dell'Inter". Erick Thohir, sull'argomento, viaggia su altri binari. Ad inizio settembre disse "la Champions è la nostra dimensione, ma perché non puntare allo Scudetto?"

È presto parlare di scudetto, cinque giornate sono poche. Ma credo che il bel gioco ci sia. E questi risultati aiutano il morale", lo ha detto l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti all'ingresso della sede della Saras.

Moratti ha elogiato Medel, Miranda Telles e Felipe Melo. "Mi "Kondogbia è ancora giovane, non si può pensare diventi subito come Vieira. La Juventus in crisi? Non sono preoccupanti tanto i punti di ritardo - ha concluso Moratti - quanto gli episodi poco fortunati".

giovedì 24 settembre 2015

Clamoroso allo Juventus Stadium. Il Frosinone pareggia 1-1


La sorpresa più grossa della quinta giornata di Serie A arriva dallo Juventus Stadium: i bianconeri, in vantaggio con una zampata di Simone Zaza, si fanno acciuffare da un colpo di testa di Leonardo  Blanchard in pieno recupero al 92’.

Non poteva scegliere la notte migliore il Frosinone per centrare il primo punto in serie A della sua storia. Una notte da incorniciare, che rimarrà impressa negli annali. Clamoroso, ma vero a Torino. E’ finita 1-1 in casa dei campioni d’Italia, nella notte in cui i bianconeri avrebbero dovuto vincere e basta per ridurre lo svantaggio dall’Inter, che al momento vanta 10 punti sulla banda di Allegri. Se non è crisi, poco ci manca. La faccia di Marotta al triplice fischio di Cervellera era tutto un programma.

Gli uomini di Allegri partono fortissimo, sfruttando gli enormi spazi concessi ad un Cuadrado subito sugli scudi. La prima vera occasione arriva dopo 11 minuti, con Crivello che rischia l’autogol deviando in angolo un cross rasoterra di Lichtsteiner. Difesa frusinate ancora disattenta dopo 2 minuti: Blanchard regala palla a Cuadrado in area, Gori rimedia in extremis mettendo in corner. Passa un altro minuto e Pogba prova il destro a giro sfiorando la traversa.

È una Juventus totalmente padrona del campo: guizzo di Cuadrado al 21’, con l’esterno colombiano che calcia col destro dal limite dell'area; il pallone sfiora il palo alla sinistra di Leali. Al 30’ il primo grande brivido dell’incontro, che corrisponde alla prima occasione del Frosinone: Castillo a botta sicura di sinistro colpisce il palo con Neto che resta immobile. Vibranti le proteste degli ospiti che lamentano un presunto tocco di mano di Barzagli.

Qualcosa sembra essersi rotto, perché in passato lo Stadium era una fucina di punti. In questa stagione, ne ha portati a casa solo 2 in 3 partite contro Udinese, Chievo e appunto Frosinone, non di certo Barcellona e Real Madrid. A Zaza ha risposto in zona Cesarini Blanchard, che aveva deviato in maniera determinante nella sua porta il tiro dell’attaccante lucano. Scherzi del destino. Questo è il calcio. Prendere o lasciare. Non aveva convinto più di tanto la scelta di Allegri di lasciare in panchina Dybala, l’uomo più pagato nella gestione Agnelli/Marotta. L’ex bomber del Palermo era fresco di convocazione in nazionale e quando è entrato nella ripresa ha fatto vedere cose positive. La Juve ha creato tanto (23 occasioni), ma è riuscita a fare gol solo in un caso, troppo poco per una squadra costruita per vincere e convincere.

Adesso sono guai per Allegri e sabato la sua Juve è attesa al San Paolo contro il Napoli, in un match che potrebbe aprire lo stato di crisi e tagliare fuori i bianconeri dalla lotta scudetto. Applausi per il Frosinone, è stato più forte della sfortuna (il palo di Castillo e il rigore dubbio non fischiato dall’arbitro sul tiro di Frara deviato con un braccio da Barzagli), ci ha creduto e alla fine è stato premiato. Stellone era al settimo cielo, come tutti i giocatori ciociari, consapevoli di averla combinata grossa, perché una notte così forse nessuno l’aveva immaginata. Signore e signore, è il bello del calcio.

L’autore del gol del pari del Frosinone, Blanchard, si è così riscattato dall’autogol procurato deviando il tiro di Zaza che poi si è insaccato nella porta di Leali. La partita si può riassumere in pochissimi concetti: il Frosinone ha lottato cercando di portare via da Torino almeno un punto, la Juve ha sbagliato troppi gol pagandone le conseguenze. Poco cinici i bianconeri: Pogba e Zaza hanno colpito due traverse, Chiellini a nove dalla fine ha mandato fuori un colpo di testa mentre era tutto solo nell’area avversaria.

Cala il gelo allo Juventus Stadium: dopo una gara dominata in lungo e in largo, i gialloblù acciuffano il pari capitalizzando l’unica occasione avuta nel secondo tempo. Gli uomini di Allegri pagano la poca incisività in zona gol e un pizzico di sfortuna, come in occasione delle due traverse colpite. Per i ciociari, invece, è il primo punto in Serie A: la risalita della banda Stellone inizia adesso.

mercoledì 23 settembre 2015

Incredibile Robert Lewandowski: cinque gol in nove minuti!


Una prestazione clamorosa che entra di diritto nella storia del calcio moderno. Con la cinquina rifilata al Wolfsburg in soli 9 minuti,  entra all'inizio della ripresa,  l'attaccante polacco del Bayern Monaco Robert Lewandowski diventa il primo giocatore in Bundesliga a stabilire questo record.
In Germania c’è solo una parola per sintetizzare la serata vissuta da Lewandowski: “hisTORisch”, cioè “storico”. Col gioco di parole dovuto dal fatto che “tor” significa “rete”. Nella sesta giornata della Bundesliga l’attaccante polacco è entrato in campo al 46’ con il Bayern sotto in casa contro il Wolfsburg per 1-0. Al 60’ il risultato era già di 5-1, con una cinquina di Robert. Il Bayern resta a punteggio pieno (18 punti), ma oggi si parlerà solo del bomber di Varsavia.

Dal 51° al 60°, Lewandowki ha messo in mostra tutto il suo repertorio: da rapace dell'area di rigore il primo (al termine di un'azione di squadra fantastica) e il terzo gol, di potenza con un destro da fuori il secondo, con la precisione del cecchino il quarto dopo il cross di Douglas Costa e con una fantastica mezza rovesciata in occasione del 5-1. Una prodezza, l'ultima di una lunga serie, che ha dipinto sul volto di Pep Guardiola un'espressione di incredulità che ha fatto il giro del web.

Lewandowski da oggi è leggenda. Mai nessuno nella storia della Bundesliga ci aveva messo così poco per segnare tre gol: il precedente record apparteneva a Michael Tönnies del Duisburg che nel 1991 segnò una tripletta al Karlsruhe in poco più di cinque minuti. Robert per fare i primi tre gol ci ha messo 4’ (51’, 52’, 55’), inutile dire che ha stabilito anche il record per la quaterna e la cinquina più veloce. E pensare che ai tempi del Borussia Dortmund, al suo primo anno, veniva soprannominato “Chancenmörder” (“l’assassino di chance”) o “Chancentod” (“la morte delle chance”), perché sotto porta era tutt’altro che freddo. Addirittura, durante la finale di Coppa America del 2011, l’attaccante principe dei gialloneri, Lucas Barrios, si infortunò, restando ai box per diversi mesi. Preoccupati di dover giocare con Lewandowski come unica punta, i tifosi del Borussia si affrettarono a chiedere a Jürgen Klopp un rinforzo. Il mister si impuntò e decise di scommettere su di lui. Venne ripagato perfino con un poker al Real Madrid nella semifinale della Champions del 2013.

Ma che Robert sapesse segnare lo si è capito subito: a soli 21 anni, in Polonia, aveva già vinto la classifica cannonieri in terza, seconda e prima serie, vincendo nel 2010 il campionato con il Lech Poznan. Il Bayern oggi ha vinto, sconfiggendo per la prima volta il Wolfsburg nel 2015 dopo le batoste di gennaio (4-1 per i lupi) e di agosto, quando la squadra di Hecking vinse la Supercoppa ai rigori. Eppure dell’impresa del Bayern non parlerà nessuno, quella di Robert è molto, molto più grande.

Eva Carneiro lascia il Chelsea ed è pronta alle vie legali


Decisione ufficiale della dottoressa Carneiro, al centro della bufera dopo la lite con Josè Mourinho dell'8 agosto per il soccorso ad Eden Hazard durante la partita contro lo Swansea. Nel post-gara, Mourinho aveva definito il suo staff medico "impulsivo ed ingenuo" sottolineando che "chi siede in panchina deve capire il gioco". Dopo quell'episodio, il ruolo della Carneiro all'interno del club è stato fortemente ridimensionato. Alla Carneiro, cui è stato fra l'altro impedito di sedere in panchina durante le partite del Chelsea.

Secondo quanto ha riportato la stampa inglese, la guerra tra il Chelsea e la dottoressa Eva Carneiro, membro dello staff medico, è ora rottura definitiva e porterà a delle conseguenze in tribunale.

Dopo il duro scontro verbale dello scorso 8 agosto, quando lo Special One si era scagliato contro la Carneiro per aver mal gestito l'infortunio di Hazard, sopraggiunto nei minuti finali del match contro lo Swansea, i rapporti tra i due si sarebbero fatti sempre più tesi. Mourinho avrebbe chiesto - e ottenuto - ai vertici del club un ridimensionamento del ruolo della Carneiro alla quale sarebbe stato anche impedito di sedere in panchina durante le partite ufficiali del Chelsea. Inoltre la Football Association sta indagando su alcune presunte offese verbali dell'allenatore portoghese nei confronti della dottoressa. Insultata esplicitamente dal tecnico (un tifoso assicura di avergli sentito urlare "filha da puta") per aver tardato la ripresa del gioco nell'intento di soccorrere il giocatore, dapprima è stata demansionata dal club londinese riducendo sensibilmente il proprio ruolo, poi non è stata più "convocata" nei match ufficiali del Chelsea.

Si trova conferma che il medico non si è presentata al centro sportivo di Cobham lo scorso venerdì, giorno nel quale il club l'aveva ufficialmente reintegrata dopo il litigio col tecnico Mourinho (quando la Carneiro entrò in campo per assistere l'infortunato Hazard scatenando l'ira dell'allenatore, che temeva di giocare i minuti finali della partita in 9 uomini), comunicando la sua volontà di lasciare il Chelsea.

Oltre ad essere stata impossibilitata a seguire la prima squadra (per la quale lavora dal 2011) per circa un mese, la dottoressa Carneiro accusa Mourinho di averle rivolto epiteti ed insulti di stampo sessista, circostanza finita al vaglio anche della Football Association e che potrebbe comportare una squalifica per lo Special One. Per queste ragioni, l'ormai ex medico dei Blues è intenzionato ad adire le vie legali nei confronti del club londinese, quindi ha deciso di lasciare il club londinese intentando una causa legale. Il Chelsea non commenta. Da quel 8 agosto non sarebbe più coi Blues, avrebbe deciso di lasciare ufficialmente il club, preparando l'azione legale con i suoi avvocati.

Così Eva ha lasciato definitivamente la sua ormai ex squadra e ha deciso di incaricare un pool di avvocati di grande livello per avviare un'azione legale e chiedere un risarcimento milionario. Ma il club di Mourinho annuncia battaglia ed è pronto a ribattere tramite i propri legali, ricorrendo se necessario tutte le possibili mancanze commesse secondo il club della dottoressa in questo periodo.


lunedì 21 settembre 2015

Carpi, Sogliano “Se vogliono ci iscriviamo subito alla B”


Terza sconfitta in quattro gare per il Carpi in questo avvio di Serie A. La formazione emiliana ieri è stata battuta dalla Fiorentina per 1-0, mentre il Corriere di Bologna riserva spazio alla squadra neopromossa. "Castori rischia l'esonero, la società attacca gli arbitri.  “Se vogliono che ci iscriviamo direttamente alla prossima Serie B basta che ce lo dicano”.

C’è tutta la rabbia del Carpi nelle parole del d.s. Sean Sogliano, l’unico che a fine gara può parlare nel silenzio stampa deciso dalla società emiliana. Il direttore sportivo del Carpi, Sean Sogliano, è una furia nel post gara della sfida tra i suoi e la Fiorentina. Il titolo del pezzo di spalla de La Gazzetta dello Sport è eloquente. "Ci volete in B? Basta dirlo". E' l'unico che parla dopo il ko di ieri, per il silenzio stampa degli emiliani.

Nel mirino c'è Di Bello, arbitro della sfida, per il mancato rigore concesso per il mani di Bernardeschi. "Con l'Inter non ci hanno dato un rigore netto su Matos sullo 0-0. A Palermo abbiamo subito il 2-2 dopo una gomitata di Trajkovski su Gabriel Silva. Non potevamo più tacere". Nel mirino del d.s. la direzione di Di Bello e il mancato rigore concesso sul tocco di mano di Bernardeschi sul tiro di Bubnjic. il ds "Pretendiamo rispetto". Adesso - si legge sul giornale - inizia a complicarsi la posizione del mister Fabrizio Castori: la sua posizione è in bilico.

martedì 15 settembre 2015

Champions League, 2-1 al City, colpo Juventus


"Dreams start here", recitano i cartelloni che accompagnano all'Etihad Stadium. Il sogno della Juve finalista della scorsa Champions ricomincia da qui, da una partita di sofferenza e da una vittoria in rimonta contro il City delle stelle, la favorita in Coppa. La squadra di Allegri, che zoppica in campionato (un punto in tre partite) ha saputo rialzarsi in Europa, dimostrando che non è affatto finita. Autogol di Chiellini, poi Mandzukic e Morata fanno volare la Juve.

Eccola la vera Juve. Non è finita, non è morta. È viva, ed è capace di andare a vincere per 2-1 sul campo del milionario Manchester City, che sarebbe pronto a spendere una valanga di milioni per avere Pogba. La vera Juve è quella che lotta, che resta a galla nel momento più difficile grazie alle prodezze di un super Buffon, e che poi riesce addirittura a ribaltare il risultato con due gol da campioni di Mandzukic e Morata. L'Ethiad Stadium piace alle italiane. L'anno scorso la Roma ci ha pareggiato 1-1, sempre in rimonta, con un delizioso gol di Totti. La Juve è andata oltre, si è portata a casa l'intero bottino.

Premiato anche il coraggio di Allegri, che ha voluto dare un segnale alla squadra scegliendo una formazione super offensiva contro ogni pronostico. La critica era già severa nei confronti della Juve e un'altra sconfitta non sarebbe stata leggera da digerire anche se contro i campioni del Manchester ci poteva anche stare. Invece la Juve ha scelto la serata più difficile per dimostrare la propria forza. Il cammino in Champions, tre mesi dopo la sconfitta in finale con il Barça, non poteva ripartire meglio.
Allegri vuole giocarsela senza paura e sorprende tutti scegliendo un offensivo 4-3-3 del tutto inedito al posto di un più prudente 3-5-2. Il tecnico della Juve ha optato per un tridente d'attacco formato da Cuadrado, Mandzukic e Morata. Il debutto di Lemina, che tutti davano quasi per certo non c'è stato.

A centrocampo Sturaro con Hernanes regista e Pogba. Il Manchester City deve fare a meno di Aguero infortunato, che va in panchina. Pellegrini schiera Silva, De Bruyne e Sterling dietro a Bony.

La formazione sfrontata regala subito un brivido alla Juve. Sturaro si fa soffiare una brutta palla da Fernandinho a centrocampo e il micidiale contropiede del City non porta al gol solo per una prodezza di Buffon che si fa trovare subito pronto su tiro di Sterling. Passata la paura la Juve si assesta in campo e trova anche il gol al 12' con Pogba di testa, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Il centrocampista era in linea ma Morata in fuorigioco ha provato a deviare il pallone partecipando quindi all'azione. Al 32' ancora Manchester pericoloso: Bony salta Bonucci con un tunnel ma poi conclude male.

La Juve rischia qualcosa ma riesce comunque a reggere l'urto del City fino all'episodio chiave del 58'. Su calcio d'angolo Kompany affossa Chiellini che segna uno sfortunato autogol di testa. Il difensore bianconero protesta tantissimo ma l'arbitro non vuole sentire ragioni, per lui è tutto regolare. La Juve accusa il colpo e dopo il gol subito serve il miglior Buffon per evitare il colpo del ko. Al 60' il portiere compie due miracoli su Sterling e Silva nella stessa azione. Le squadre si allungano e anche la Juve ha la sua grande occasione per trovare il pari con Sturaro bloccato da Hart in uscita.

Il pareggio lo trova Mandzukic al 70' con una zampata al volo da bomber vero, su assist pennellato di Pogba. Il Manchester City non subiva una rete in Champions da 636'. Poco dopo il gol Mandzukic si accascia a terra alle prese con i crampi e deve essere sostituito da Dybala. Il City cerca di sfondare la difesa della Juve, ma all'80' subisce il gol di Morata. Cuadrado costringe Kolarov all'errore e lo spagnolo batte Hart con un tiro a giro perfetto, che tocca il palo prima di infilarsi in rete. Pellegrini dice ai suoi di svegliarsi e si gioca la carta Aguero. L'ultimo pensiero a Buffon lo procura Yaya Touré con una botta da fuori, ma il capitano della Juve è in stato di grazia. Lui lo sapeva che la Juve non era quella delle prime giornate di campionato, ora lo sanno anche gli altri.

Si gioca è giocato anche  Psg-Malmoe 2-0, Real Madrid-Shakhtar 4-0, Wolfsburg-Cska Mosca 1-0, Psv-Manchester United 2-1, Galatasaray-Atletico 0-2, Benfica-Astana 2-0, Siviglia-Moenchengladbach 3-0.

L'ennesima tripletta di Cristiano Ronaldo (due gol però sono su rigore) consente al Real Madrid di Benitez di debuttare con un comodo 4-0 sullo Shakhtar Donetsk in Champions League; il portoghese sale a quota 81 reti nella competizione e avvicina ulteriormente (321 a 323) Raul, miglior marcatore nella storia dei blancos. L'altra rete porta la firma di Benzema, ma il tecnico spagnolo deve registrare gli infortuni di Bale (polpaccio), Varane e Sergio Ramos. Bene anche le altre due rappresentanti della Liga impegnate stasera, con l'Atletico di Simeone che espugna il campo del Galatasaray con la doppietta di Griezmann, mentre il Siviglia (prossimo avversario della Juve) infligge un sonoro 3-0 al Borussia Monchengladbach. A segno dal dischetto Gameiro (che poco fallisce un altro penalty) e Banega, poi Konoplyanka chiude i conti. Il Paris Saint Germain debutta con un facile 2-0 sul Malmoe grazie al primo sigillo dell'argentino di Di Maria e al colpo di testa di Cavani su assist di tacco di Ibrahimovic. Resistono 51' i debuttanti dell'Astana, poi Gaitan e Mitroglou fissano il risultato sul 2-0 per il Benfica. Cade a sorpresa il Manchester United che, dopo il tremendo infortunio di Shaw, trova il vantaggio contro il PSV con una perla dell'ex Depay, ma si fa raggiungere e superare da Hector Moreno e Luciano Narsingh. Il primo gol dello juventino mancato Draxler, infine, è sufficiente al Wolfsburg per fare bottino pieno contro il Cska Mosca.

Inter, Giuseppe Bergomi e il doping: "Sono preoccupato per i farmaci che ci davano"




Il doping nel calcio. Negli anni passati se n'è parlato tanto, Zeman è stato uno dei più grandi accusatori dell'uso di sostanze stupefacenti nel mondo de pallone.  E’ tornato a parlarne Giuseppe  Bergomi, leggenda dell'Inter e Campione del Mondo nell'82 con la Nazionale Azzurra, a margine di un evento sportivo ai microfoni della RSI, tv della Svizzera italiana: "I messaggi che sono usciti sono messaggi importanti, per ottenere determinati obiettivi non devi passare per determinati sotterfugi.


Questa è una cosa che ho sempre cercato di inculcare nei giovani. A livello professionistico, facendo anche tanti passi indietro, io non è che sia esente... Dico che magari alcune sostanze che adesso sono doping, nel 1979-80 quando ho iniziato io, si potevano prendere. A volte sono anche preoccupato per quello che ho preso o mi hanno dato".


Con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto, fra gli spettatori di un convegno sullo sport come "disciplina di vita", c'era anche lui: lo "Zio" Giuseppe Bergomi. Dopo l'incontro si è intrattenuto con i tifosi e ha risposto alle nostre domande sui temi toccati dall'iniziativa creata dall'associazione delle Polizie Europee.


Venti anni di Inter: esordio nel 1979, fine di un'avventura lunga 519 partite in nerazzurro il 23 maggio 1999 in Inter-Bologna. Poi Bergomi ha circostanziato il senso di quelle parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Mi riferivo al Micoren: quando ho iniziato a giocare ce lo davano sempre e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato. Poi si è scoperto che è una sostanza dopante e pericolosa". Molti calciatori del passato hanno più volte denunciato di aver preso il Micoren, come Fabio Capello e Cesare Prandelli ad esempio. Il Micoren è uno stimolante cardiovascolare: fu tolto dal mercato nel 1985 perché nocivo.


Così Giuseppe Bergomi: "Ho partecipato a un convegno molto interessante sul doping, e in quel momento, parlando ai giovani, mi è venuto in mente il Micoren. Quando ho parlato dei farmaci che ci davano quando ho iniziato la mia carriera da calciatore, mi riferivo proprio al Micoren, che all'epoca non era conosciuto: all'Inter ce lo davano e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato, poi, anni dopo, si è scoperto che è una sostanza pericolosa. Il Micoren lo davano a tutti e in tutte le società". Bergomi sottolinea: "L'ho detto per lanciare soprattutto un messaggio ai giovani: noi all'epoca eravamo più ingenui, dovevamo invece essere più attenti e più pronti a chiedere informazioni alle società su quello che prendevamo. Oggi invece i ragazzi devono puntare su un sano allenamento, devono sempre chiedere informazioni su tutto quello che gli viene dato e devono puntare su una sana alimentazione. Noi quel Micoren lo abbiamo preso ingenuamente, perché ci dicevano che ci aiutava".


Bergomi spiega meglio quel "sono preoccupato per i farmaci che ho preso" espresso alla tv svizzera. "Era una considerazione di carattere generale - sottolinea -: io sto bene, tranquilli. Ho pensato alle conseguenze, che ancora non conosciamo, che potrebbero esserci per aver preso quei farmaci. E poi ci sono i tanti casi di Sla tra i calciatori per i quali ancora non si riesce a trovare una spiegazione. Non alludevo a nulla di specifico: è una paura in senso generico".


Per fortuna, ora, le cose sono cambiate: "Le società adesso sono cresciute e danno un livello di informazione elevato. Poi penso che un giocatore debba sempre chiedere al suo medico. Qui sta anche nell'intelligenza dell'allenatore e di chi ti guida nel distribuire i carichi di allenamento. Se hai caricato oggi, domani non puoi proporre determinati allenamenti. Questo, anche se penso che nel calcio ci si possa allenare molto di più, i tennisti per esempio si allenano di più, lo vedo da mio figlio che è tennista. Bisogna lavorare sulle carenze per migliorare nelle prestazioni ma sempre nel rispetto delle regole".

Milan: prova di tridente con Balotelli falso nueve




"E' sempre in ritardo, vuole sempre attenzioni, scrive sui social cose che non dovrebbe. Il problema è che non lavora abbastanza duro giorno dopo giorno, con lui combatti sempre una battaglia persa: fa troppe cose sbagliate". Questo il pensiero di Steven Gerrard, centrocampista del Los Angeles Galaxy e leggenda del Liverpool, a proposito del suo ex compagno Mario Balotelli. Stagione disastrosa la sua in Inghilterra: solamente 4 gol in 28 presenze. Troppo poco per chi doveva sostituire Suarez. Ora il Milan. E a Milano sembra di vedere un Balotelli differente. Segnali importanti li ha lanciato al suo allenatore in allenamento e nel derby, perso, di domenica contro l'Inter. Con le sue giocate ha subito riconquistato i suoi tifosi, il suo allenatore Sinisa Mihajlovic e, soprattutto, Silvio Berlusconi. Galliani no. Galliani era stato già folgorato a Mantova.


Si può lasciare un Balotelli così in panchina? Difficile. Per il momento il tridente con Bacca e Luiz Adriano non è un'idea che esalta il tecnico rossonero (tanto che nel derby Balo è subentrato al colombiano e non a Honda). Ma a Milanello Mihajlovic proverà a trovare un certo equilibrio per sfoderare tutto il suo arsenale offensivo. Due sono le ipotesi riguardo il posizionamento del 45 milanista, come scrive la Gazzetta dello Sport.  La prima lo prevede come esterno di sinistra, con Bacca a destra e Luiz Adriano al centro dell'attacco; la seconda come falso nueve, alla Ibrahimovic: Balo al centro dell'attacco e gli altri due sugli esterni. Quest'ultima è meno immediata ma più affascinante: sarebbe lui il regista della manovra offensiva rossonera, sarebbe lui al centro del progetto. Un modo per responsabilizzarlo. E, forse, farlo esplodere definitivamente.


L'idea non piacerebbe molto a Mihajlovic, scrive La Gazzetta dello Sport, che considera l'ipotesi 'un progetto estremo'. Lo dimostra il cambio Bacca-Balotelli, ma oggi la rosea prova comunque ad ipotizzare come schierare in campo i tre attaccanti, tutti insieme. La soluzione più semplice è l'ex Liverpool punta sinistra, Bacca a destra e Luiz Adriano in mezzo. L'alternativa è Balotelli falso nueve, compito che negli anni l'italiano ha cercato di studiare ed imparare da un certo Zlatan Ibrahimovic.


Berlusconi non ha mostrato amarezza per il derby perso a San Siro contro l'Inter domenica sera: "E' stata una bella partita e ho visto un buon Milan, il pareggio avrebbe rispecchiato l'andamento della gara. Tanto che ho chiamato Mihajlovic per fargli i complimenti. Balotelli? Ci rafforza e poi c'è Sinisa che garantisce per il suo comportamento. Abbiamo dato a Mario la possibilità di tornare ad essere ciò che non è più. E' l'ultima occasione per diventare un campione".

mercoledì 9 settembre 2015

Rose squadre Serie A 2015 - 2016




In Serie A i calciatori stranieri sono sempre di più, le squadre Italiane preferiscono puntare su giocatori già maturati in modo da avere forse qualche garanzia in più, anche se spesso non è così, e questa situazione porta quindi i giovani italiani a doversi trasferire all'estero per completare la propria maturazione. I numeri dicono che nelle prime giornate della nuova stagione di Serie A 2015/2016 gli stranieri hanno raggiunto quasi il 60% dei giocatori titolari, questo problema si ripercuote successivamente sulla nazionale Italiana.


Presentiamo l'elenco dei giocatori di calcio di tutte le squadre di serie A del campionato di calcio italiano stagione 2015-2016.


Atalanta Calcio
PORTIERI
Davide Bassi, Boris Radunovic, Marco Sportiello.
DIFENSORI
Gianpaolo Bellini, Davide Brivio, Michele Canini, Nicolò Cherubin, Andrea Conti, Boukary Dramé, Andrea Masiello, Gabriel Paletta Guglielmo Stendardo, Emanuele Saugher, Rafael Toloi,
CENTROCAMPISTI
Carlos Emilio Tello Carmona, Luca Cigarini, Marco D'Alessandro, Marten de Roon, Marcelo Estigarribia, Luigi Giorgi, Alejandro Dario Gomez detto "Papu", Alberto Grassi, Jasmin Kurtic, Giulio Migliaccio, Maximiliano Nicolas Moralez, Cristian Raimondi, Tiziano Tulissi.
ATTACCANTI
Richmond Yiadom Boakye, Gustavo German Denis, Gaetano Monachello, Mauricio Pinilla
Allenatore: Edoardo Reja (detto Edy)


Bologna FC
PORTIERI
Angelo Esmael Da Costa, Antonio Mirante, Mouhamadou Sarr, Dejan Stojanovic
DIFENSORI
Luca Ceccarelli, Alex Ferrari, Daniele Gastaldello, Emil Krafth, Domenico Maietta, Adam Masina, Ibrahima M'baye, Archimede Morleo, Marios Oikonomou, Luca Rossettini
CENTROCAMPISTI
Matteo Brighi, Mattia Cozzari, Marco Crimi, Lorenzo Crisetig, Amadou Diawara, Godfred Donsah, Filippo Falco, Emanuele Giaccherini, Marko Krivicic, Erick Pulgar, Nico Pulzetti, Luca Rizzo, Vincenzo Silvestro, Saphir Taider, Franco Zuculini
ATTACCANTI Robert Acquafresca, Franco Brienza, Daniele Cacia, Mattia Destro, Matteo Mancosu, Anthony Mounier
Allenatore: Delio Rossi


Carpi FC 1909
PORTIERI
Vid Belec, Francesco Benussi, Zeliko Brkic
DIFENSORI
Igor Bubnjic, Riccardo Gagliolo, Gaetano Letizia, Simone Romagnoli, Gabriel Silva, Nicolas Spolli, Wallace Oliveira dos Santos, Cristian Zaccardo
CENTROCAMPISTI
Raffaele Bianco, Isaac Cofie, Antonio Di Gaudio, Federico Gino, Matteo Fedele, Ryan Hiwat, Gaspar Iniguez, Andrea Lazzari, Lorenzo Lollo, Luca Marrone, Raphael Martinho, Lorenzo Pasciuti
ATTACCANTI
Kevin Lasagna, Ryder Matos, Jerry Mbakogu, Kamil Wilczek
Allenatore: Fabrizio Castori


AC Chievo Verona
PORTIERI
Albano Bizzarri, Walter Bressan, Andrea Seculin,
DIFENSORI
Fabrizio Cacciatore, Bostjan Cesar, Dario Dainelli, Nicolas Frey, Alessandro Gamberini, Massimo Gobbi, Federico Mattiello, Raffaele Pucino, Gennaro Sardo
CENTROCAMPISTI
Valter Birsa, Lucas Castro, Anders Christiansen, Perparim Hetemaj, Mariano Izco, Malick Mbaye, Simone Pepe, Giampiero Pinzi, Ivan Radovanovic, Nicola Rigoni
ATTACCANTI
Roberto Inglese, Riccardo Meggiorini, Paul-Jose M'Poku, Alberto Paloschi, Sergio Pellissier
Allenatore: Rolando Maran


Empoli FC
PORTIERI
Alberto Pelagotti, Maurizio Pugliesi, Lukasz Skorupski
DIFENSORI
Federico Barba, Luca Bittante, Michele Camporese, Uros Cosic, Andrea Costa, Kastriot Dermaku, Vincent Laurini, Raffaele Maiello, Luca Martinelli, Mario Rui Silva Duarte, Lorenzo Tonelli, Marco Zambelli
CENTROCAMPISTI
Joshua Brillante, Marcel Buchel, Daniele Croce, Assane Dioussé, Rade Krunic, Leandro Paredes, Ronaldo Pompeu, Riccardo Saponara, Piotr Zielinski
ATTACCANTI
Marko Livaja, Massimo Maccarone, Levan Mch'edlidze, Alessandro Piu, Manuel Pucciarelli,
Allenatore: Marco Giampaolo


ACF Fiorentina
PORTIERI
Luca Lazzerini, Luigi Sepe, Ciprian Tatarusanu
DIFENSORI
Marcos Alonso, Davide Astori, Ricardo Bagadur, Gilberto Moraes Junior, Manuel Pasqual, Gonzalo Javier Rodriguez, Facundo Roncaglia, Nenad Tomovic
CENTROCAMPISTI
Milan Badelj, Marko Bakic, Jakub Blaszczykowski, Iglesias Borja Valero, Matias Ariel Fernandez, Joan Verd` Fernandez, Oleksandr Iakovenko, Josip Ilicic, Mario Suarez Mata, Matias Vecino
ATTACCANTI
Jaime Baez, Federico Bernardeschi, Khoum El Babacar, Nikola Kalinic, Ante Rebic, Giuseppe Rossi)
Allenatore: Paulo Sousa


Frosinone Calcio
PORTIERI
Lys Gomis, Nicola Leali, Massimo Zappino,
DIFENSORI
Davide Bertoncini, Leonardo Blanchard, Matteo Ciofani, Roberto Crivello, Modibo Diakité, Daniel Pavlovic, Aleandro Rosi, Adriano Russo, Damiano Zanon
CENTROCAMPISTI
Massimiliano Carlini, Raman Chibsah, Enrico Maria Crescenzi, Alessandro Frara, Mirko Gori, Robert Gucher, Luca Paganini, Lorenzo Ranelli, Paolo Sammarco, Danilo Soddimo, Aleksandar Tonev
ATTACCANTI
Nicolas Castillo, Daniel Ciofani, Federico Dionisi, Samuele Longo, Daniele Verde
Allenatore: Roberto Stellone


Genoa Calcio 1893
PORTIERI
Eugenio Lamanna, Mattia Perin, Samir Ujkani
DIFENSORI
Cristian Daniel Ansaldi, Luca Antonini, Nicolas Burdisso, Issa Cissokho, Sebastian De Maio, Diogo Figueiras, Sebastian Gorga, Armando Izzo, Giovanni Marchese, Ezequiel Munoz, Paolo Parente, Alassane Tambè
CENTROCAMPISTI
Tino Costa, Blerim Dzemaili, Diego Laxalt, Darko Lazovic, Olivier Ntcham, Tomas Rincon, Mario Alberto Santana, Panagiotis Tachtsidis
ATTACCANTI
Diego Capel, Goran Pandev, Giuseppe Panico, Leonardo Pavoletti, Diego Perotti
Allenatore: Giampiero Gasperini


Inter FC
PORTIERI
Samir Handanovic, Juan Pablo Carrizo, Tommaso Berni
DIFENSORI
Danilo D'Ambrosio, Federico Dimarco, Dodò Pires Ribeiro, Juan Jesus, Joao Miranda de Souza Filho, Martin Montoya, Jeison Murillo, Yuto Nagatomo, Andrea Ranocchia, Davide Santon, Alex Telles, Nemanja Vidic
CENTROCAMPISTI
Marcelo Brozovic, Assane Demoya Gnoukouri, Vasquez Fredy Alejandro Guarin, Geoffrey Kondogbia,Gary Medel,Felipe Melo Vicente de Carvalho, Ivan Perisic,
ATTACCANTI
Jonathan Biabiany, Mauro Emanuel Icardi, Stevan Jovetic, Adem Ljajic, Rey Manaj, Rodrigo Sebastian Palacio
Allenatore: Roberto Mancini


Juventus FC
PORTIERI
Gianluigi Buffon, Vincenzo Fiorillo, Neto
DIFENSORI
Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci, Jose Martin Caceres, Giorgio Chiellini, Patrice Evra, Stephan Lichtsteiner, Daniele Rugani, Alex Sandro
CENTROCAMPISTI
Kwadwo Asamoah, Juan Cuadrado, Hernanes Anderson de Carvalho Andrade Lima, Mario Lemina, Sami Khedira, Claudio Marchisio, Simone Padoin, Roberto Pereyra, Paul Pogba, Stefano Sturaro
ATTACCANTI
Paulo Dybala, Mario Mandzukic, Guido Vadalà, Alvaro Morata, Simone Zaza
Allenatore: Massimiliano Allegri


SS Lazio Calcio
PORTIERI
Etrit Berisha, Guido Guerrieri, Federico Marchetti
DIFENSORI
Dusan Basta, Edson Braafheid, Stefan De Vrij, Wesley Hoedt, Santiago Juan Gentiletti, Abdoulay Konko, Mauricio dos Santos Nascimento, Patric Gabarron, Stefan Radu
CENTROCAMPISTI
Felipe Anderson, Lucas Biglia, Antonio Candreva, Danilo Cataldi, Ricardo Kishna, Senad Lulic, Stefano Mauri,
Sergej Milinkovic-Savic, Ravel Morrison, Alessandro Murgia, Chris Oikonomidis, Ogenyi Onazi, Marco Parolo
ATTACCANTI
Filip Djordjevic, Balde Diao Keita, Miroslav Klose, Alessandro Matri
Allenatore: Stefano Pioli


Milan AC
PORTIERI
Christian Abbiati, Gianluigi Donnarumma, Diego Lopez,
DIFENSORI
Ignazio Abate, Alex , Luca Antonelli, Davide Calabria, Mattia De Sciglio, Rodrigo Ely, Philippe Mexes, Alessio Romagnoli, Cristian Zapata
CENTROCAMPISTI
Andrea Bertolacci, Giacomo Bonaventura, Nigel De Jong, Keisuke Honda, Juraj Kucka, Jose Mauri, Riccardo Montolivo, Antonio Nocerino, Andrea Poli, Jesus Fernandez Saez "Suso",
ATTACCANTI
Carlos Arturo Ahumada Bacca, Mario Balotelli, Alessio Cerci, Luiz Adriano, Jeremy Menez, Mbaye Niang
Allenatore: Sinisa Mihajlovic


Napoli Calcio
PORTIERI
Gabriel, Jose Manuel Reina, Cabral Barbosa Rafael
DIFENSORI
Raul Albiol, Vlad Chiriches, Faouzi Ghoulam, Adriano Buss Henrique, Elseid Hysaj,Kalidou Koulibaly, Sebastiano Luperto, Christian Maggio, Ivan Strinic
CENTROCAMPISTI
Marques Loureiro Allan, Nathaniel Chalobah, Jonathan De Guzman, Jacopo Dezi, Omar El Kaddouri, Marek Hamsik, Jorginho Luiz Jorge Filho Frello, David Lopez Silva, Mirko Valdifiori,
Juan Camilo Mosquera Zuniga
ATTACCANTI
Jose Maria Callejon, Manolo Gabbiadini, Gonzalo Higuain, Lorenzo Insigne, Dries Mertens,
Allenatore: Maurizio Sarri


Palermo Calcio
PORTIERI
Fabrizio Alastra, Simone Colombi, Stefano Sorrentino
DIFENSORI
Sinisa Andelkovic, Fabio Daprelà, Abdelhamid El Kaoutari, Edoardo Goldaniga, Giancarlo Gonzales, Achraf Lazaar, Giuseppe Pezzella, Roberto Pirrello, Andrea Rispoli, Aljaz Struna, Roberto Vitiello
CENTROCAMPISTI
Francesco Bolzoni, Gaston Brugman Duarte, Ivajlo Chochev, Oscar Hiljemark, Mato Jajalo, Enzo Maresca, Robin Quaison, Luca Rigoni
ATTACCANTI
Matheus Cassini, Uros Djurdjevic, Alberto Gilardino, Antonino La Gumina, Aleksandar Trajkovski, Franco Vazquez
Allenatore: Giuseppe Iachini


AS Roma Calcio
PORTIERI
Morgan De Sanctis, Bogdan Lobont, Wojciech Szczesny
DIFENSORI
Leandro Castan, Ashley Cole, Emerson Palmieri dos Santos, Lucas Digne, Norbert Gyomber,
Douglas Sisenando Maicon, Konstantinos Manolas, Antonio Rudiger, Vasilis Torosidis
CENTROCAMPISTI
Daniele De Rossi, Alessandro Florenzi, Seydou Keita, Radja Nainggolan, Miralem Pjanic, Kevin Strootman, Salih Ucan, William Vainqueur
ATTACCANTI
Edin Dzeko, Iago Falque, Kouassi Gervais Yao Gervinho, Juan Manuel Iturbe, Mohamed Salah
Francesco Totti,
Allenatore: Rudi Garcia


Sampdoria UC
PORTIERI
Alberto Brignoni, Christian Puggioni, Emiliano Viviano
DIFENSORI
Mattia Cassani, Andrea Coda, Lorenzo De Silvestri, Djamel Eddine Mesbah, Niklas Moisander, Pedro Miguel Pereira, Vasco Regini, Matias Silvestre, Ervin Zukanovic
CENTROCAMPISTI
Edgar Osvaldo Barreto, Carlos Carbonero, Lazaros Christodoulopoulos, Joaquin Correa, Lucas Martins Fernando, David Ivan, Nenad Krsticic, Karlo Lulic, Angelo Palombo, Michele Rocca, Leonardo Serinelli, Roberto Soriano
ATTACCANTI
Federico Bonazzoli, Antonio Cassano, Citadin Martins Eder, Luis Muriel, Edordo Oneto, Andres Ponce, Alejandro Rodriguez
Allenatore: Walter Zenga


Unione Sportiva Sassuolo Calcio
PORTIERI
Andrea Consigli, Gianluca Pegolo, Alberto Pomini
DIFENSORI
Francesco Acerbi, Luca Antei, Lorenzo Ariaudo, Paolo Cannavaro, Leonardo Fontanesi, Marcello Gazzola, Alessandro Longhi, Federico Peluso, Emanuele Terranova, Sime Vrsaljko
CENTROCAMPISTI
Davide Biondini, Jeremy Broh, Joseph Alfred Duncan, Karim Laribi, Francesco Magnanelli, Simone Missiroli, Lorenzo Pellegrini
ATTACCANTI
Domenico Berardi, Gregoire Defrel, Diego Falcinelli, Sergio Floccari, Antonio Floro Flores, Matteo Politano, Nicola Sansone
Allenatore: Eusebio Di Francesco


Torino FC
PORTIERI
Luca Castellazzi, Salvador Ichazo, Daniele Padelli
DIFENSORI
Danilo Avelar, Cesare Bovo, Kamil Jacek Glik, Pontus Jansson, Nikola Maksimovic, Cristian Molinaro, Emiliano Moretti, Bruno Peres, Gaston Silva, Davide Zappacosta
CENTROCAMPISTI
Afriyie Acquah, Daniele Baselli, Marco Benassi, Alexander Farnerud, Alessandro Gazzi, Joel Obi, Sanjin Prcic, Giuseppe Vives
ATTACCANTI
Carvalho De Oliveira Amauri, Andrea Belotti, Maxi Lopez, Josef Alexander Martinez, Fabio Quagliarella,
Allenatore: Giampiero Ventura


Udinese Calcio
PORTIERI
Orestis Karnezis, Ivan Kelava, Rafael Romo
DIFENSORI
Kadhim Ali Adnan, Larangeira Danilo, Maurizio Domizzi, Andrade Dos Santos Edenilson, Felipe Dal Belo, Thomas Heurtaux, Sergio Neuton, Giovanni Pasquale, Ivan Piris, Molla Wague, Silvan Widmer
CENTROCAMPISTI
Emmanuel Badu, Lucas Evangelista, Bruno Fernandes, Dos Santos Torres Guilherme, Manuel Iturra, Panagiotis Kone, Marquinho, Alexander Merkel, Simone Pontisso
ATTACCANTI
Rodrigo Aguirre, Antonio Di Natale, Stipe Perica, Cyril Thereau, Duvan Esteban Zapata
Allenatore: Stefano Colantuono


Verona Calcio
PORTIERI
Ferdinando Coppola, De Andrade Bittencourt Pinheiro Rafael, Pierluigi Gollini
DIFENSORI
Michelangelo Albertazzi, Matteo Bianchetti, Filip Viktor Helander, Rafael Marques Pinto, Evangelos Moras, Eros Pisano, Samuel Souprayen, Claudio Winck
CENTROCAMPISTI
Leandro Greco, Emil Hallfredsson, Artur Ionita, Bosko Jankovic, Romulo, Jacopo Sala, Federico Viviani, Pawel Wszolek, Mattia Zaccagni,
ATTACCANTI
Mohamed Salim Fares, Juanito Gomez, Giampaolo Pazzini, Luca Siligardi, Luca Toni
Allenatore: Andrea Mandorlini

domenica 6 settembre 2015

Lo scorpione di Rene Higuita compie 20 anni




Si celebra oggi l'anniversario di uno dei gesti tecnici più spettacolari che hanno fatto la storia del calcio. Sono passati ben venti anni esatti, infatti, dalla sfida amichevole tra la Colombia e l'Inghilterra. Quella sera al 'Wembley Stadium' l'eccentrico portiere dei 'Cafeteros', Rene Higuita, ha mostrato al mondo lo scorpione, la famosa parata con i piedi che lo ha reso celebre ovunque. Era il 6 settembre 1995: a Wembley si giocava l'amichevole tra Inghilterra e Colombia; in porta per i sudamericani, c'era un certo René Higuita. Il portiere tutto spettacolo e sregolatezza si inventò in quella occasione la mossa che la ha reso celebre, assieme ai suoi riccioli. Proprio a Wembley, il teatro del calcio, il palcoscenico che tutti i giocatori sognano prima o poi di calcare, il pallone di Jamie Redknapp è a metà fra un tiro e un cross, comunque, e si avvia docile alla porta colombiana.


Dopo aver vinto tutto in patria passa la sua carriera a girare di squadra in squadra quasi annualmente, distinguendosi per il gran numero di gol segnati (a fine carriera saranno quasi 40) e per l’enorme “fantasia”.


Ha giocato sempre in patria, in Colombia, dal 1985 al 2008, tranne tre parentesi, in Spagna al Valladolid (1991), in Messico con i Tiburones Rojos de Veracruz (1997-1998) e con l'Aucas in Ecuador (2004).


Con la nazionale colombiana la storia è molto controversa: ai Mondiali di Italia 90, durante la gara contro il Camerun, decide di farsi una passeggiata fino al centrocampo, regalando a Roger Milla un gol molto semplice e scatenando la furia dei suoi tifosi. Nel 1994 i Mondiali li guarderà tutti dal carcere perché 7 mesi prima fece da mediatore in un sequestro di persona. Nel 2004 durante un controllo anti-doping risulta positivo alla cocaina.


Controverso, talvolta al limite della legalità (è un grande amico di Diego Armando Maradona, per intenderci), fuori dal campo come tra i pali: memorabile è la parata dello scorpione, che gli costerà tanti applausi e altrettanti fischi. Un portiere così non è proprio l’ideale per far dormire tranquilli i tifosi, ma se doveste cercare emozioni forti, andate su You Tube, e cercate Renè Higuità, non ve ne pentirete…


Viaggia bene il suo merchandising, veicolato da un sito apposito, che tramanda ai posteri su gadget differenti il gesto dello Scorpione, quando bloccò in volo di tacco, il corpo proteso in avanti un tiro. Confessò poi che aveva rischiato quella parata perché il guardalinee aveva già alzato la bandierina e il gol inglese sarebbe stato annullato, ma da quell’istante lo Scorpione e Higuita sono stati un’entità sola. Una parata che ha accresciuto a dismisura la sua fama, quella di portiere rivoluzionario, abituato a dribblare fino a centrocampo, a segnare fino a 41 reti, tra punizioni e rigori, di giocatore che aveva cominciato attaccante ed era finito in porta solo perché quel giorno l’allenatore aveva finito gli attaccanti.


José René Higuita Zapata è nato a Medellin, quartiere di Castilla, Colombia, il 28 agosto 1966. Portiere, ha giocato sempre in patria, in Colombia, dal 1985 al 2008, tranne tre parentesi, in Spagna al Valladolid (1991), in Messico con i Tiburones Rojos de Veracruz (1997-1998) e con l'Aucas in Ecuador (2004). In Nazionale ha giocato 68 partite e segnato 3 reti; è stato presente a Italia 90, non a Usa ’94 perché reduce dalla squalifica per doping. A 42 anni ha chiuso la carriera nel Pereira, in serie A nel 2009, e quindi ha dato l'addio al calcio nel gennaio 2010 con una partita-evento a Medellin.


Quando scendeva in campo non sapevi mai se ti saresti divertito di più tu o i tuoi avversari. Una delle giocate preferite di Higuita era una cosa che, a pensarla nel calcio di oggi, verrebbe da chiamare la neuro. Ad Higuita infatti piaceva, da matti, prendere palla e partire, partire, partire, verso la metà campo avversaria. Scartando avversari, irridendoli, cercando di dribblarne quanti più poteva. Viste con i cinici occhi della razionalità (che, perdonateci, non ci appartengono) erano giocate inutili, che spezzavano il ritmo del gioco, che sbilanciavano la squadra. Che mettevano in pericolo il risultato, visto che la figuraccia era sempre dietro l’angolo.

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