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domenica 31 gennaio 2016

Ultimissime calciomercato: Inter colpo Banega, Bayern Monaco ha pronta l’offerta per Diawara


L'ottima stagione del Bologna, almeno da quando in panchina c'è Roberto Donadoni, ha delle ripercussioni anche sul mercato. Tra i giocatori che più stanno impressionando c'è, senza dubbio, Amadou Diawara, vero leader del centrocampo rossoblù. E le sue prestazioni non sono passate inosservate neanche all'estero: il Bayern Monaco ha infatti pronta un'offerta da 10 milionidi euro per la società del presidente Joey Saputo. Per martedì è in programma un incontro tra gli emissari del club tedesco e il Bologna, come riportato da Sky Sport.

Alla sua prima stagione in Serie A, Diawara ha già collezionato 20 presenze, diventando un elemento insostituibile per Donadoni. Il guineano, classe 1997, è stato prelevato la scorsa estate dal San Marino, squadra in cui giocava con un altro giovane centrocampista di grande qualità come Stefano Sensi. Quest'ultimo è già stato prenotato dalla Juventus, Diawara è finito nel mirino del Bayern. Per entrambi si prospetta un futuro da Champions.

Acquistato Eder, l'Inter rimane protagonista del mercato, e ora sta stringendo la trattativa che impostato da mesi per Banega, regista del Siviglia che in estate si svincola a parametro zero.

I dirigenti nerazzurri stanno tentando di farlo arrivare subito pagando un paio di milioni di indennizzo, ma se entro lunedì sera non si fa in tempo l'arrivo dell'argentino verrà a rimandato a luglio, mese dal quale al giocatore andrà un ingaggio da 3 milioni netti a stagione. Intanto osservatori nerazzurri sono stati a Marsiglia per seguire le prestazioni di Boufal e N'koudou, impegnati in Om-Lilla.

C'è stato anche un colloquio con un intermediario per parlare di Malcom, giovane stella del Corinthians, che piace anche al Bordeaux. Si muove anche il Milan, che sta valutando la richiesta del Fenerbahce, che dopo il No del romanista Doumbia ora punta sul rossonero Luiz Adriano, sondato anche dal Galatasaray, che però lo vuole in prestito.

Il Pescara insiste invece per avere Nocerino, che però ha offerte anche dagli Usa. Sul tavolo dei rossoneri c'è sempre anche l'offerta del Leicester per Niang. A Roma è stata smentita la voce di un addio del d.s. Sabatini al termine di questa sessione di mercato (ma nei prossimi mesi il dirigente potrebbe mostrarsi sensibile all'offerta del Bologna), e ora si pensa a prendere un altro rinforzo per la difesa. L'obiettivo è Tasci dello Spartak Mosca: Sabatini vorrebbe impostare l'affare sulla base di un prestito con diritto di riscatto.

Intanto il d.s. della Roma ha concluso con il Sassuolo la cessione di Mazzitelli, un altro gioiello del prolifico vivaio giallorosso: il centrocampista, ora in prestito al Brescia, verrà ceduto ai neroverdi per 3 milioni di euro mantenendo un diritto di riacquisto per le prossime stagioni. Con questo incasso la Roma conta di pagarsi il prestito oneroso di Perotti dal Genoa.. Il Norwich vuole Hiljemark del Palermo, mentre il Frosinone è vicino a Kujovic, centravanti svedese di origini serbe che gioca nel Norrkoeping. Per l'attacco della Sampdoria, che punta sempre a Quagliarella, c'è anche un danese, Jorgensen del Copenaghen. Il Torino potrebbe invece dare Amauri al Modena. Barba dell'Empoli, sfumato il passaggio al Napoli, è vicinissimo allo Stoccarda.

La storia tra la Fiorentina ed Emanuel Mammana è finita ancora prima di iniziare. Alle accuse del presidente del River Plate, Rodolfo D'Onofrio, che ha definito "pagliacci" i dirigenti della viola, la società della famiglia Della Valle ha risposto con un comunicato ufficiale: "In merito alla trattativa per il giocatore Emanuel Mammana sono fuori luogo e inappropriate, in quanto non rispondenti al vero, le parole con cui si è espresso il Presidente del River Plate Rodolfo d'Onofrio nei confronti della nostra Società. Il linguaggio utilizzato fortemente lesivo della nostra immagine non ci appartiene.

Nell'ambito di una trattativa, come consuetudine, vi è una richiesta e vi è un'offerta che evidentemente sono risultate distanti e difformi da quanto precedentemente oggetto di discussione, con la comparsa di nuovi vincoli relativi alla futura disponibilità del titolo economico del giocatore".
A questo punto il club toscano si lancerà su De Maio del Genoa.

Non solo Andrea Ranocchia per la rinforzare difesa della Sampdoria. I blucerchiati potrebbero fare un tentativo per Guglielmo Stendardo, oramai fuori dai piani tecnici di Edy Reja all'Atalanta.
In arrivo Gabriel Silva raggiungerà Genova per aggregarsi alla squadra di Gian Piero Gasperini. Il terzino brasiliano, di proprietà dell'Udinese, ha giocato la prima parte di stagione al Carpi.

sabato 30 gennaio 2016

Calciomercato ultime notizie da Mammana a Diego Perotti


La telenovela Mammana si arricchisce di un nuovo capitolo. Tutto sembrava saltato, specialmente dopo le dichiarazioni del presidente del River, Rodolfo D'Onofrio che aveva detto di "aver preservato il giocatore e il club" e aveva fatto capire chiaramente di non aver apprezzato il comportamento della Fiorentina che aveva cambiato all'ultimo tuffo la propria offerta quando tutti erano pronti a mettere le firme sul contratto.

Ma nel giro di poche ore lo fondo è mutato radicalmente e dall'Argentina abbiamo appreso che il River Plate ha abbassato le proprie pretese economiche ed ha accettato tutte le condizioni che erano state poste dalla Fiorentina. Il forte difensore argentino Emanuel Mammana può arrivare subito alla squadra viola per 6.5 milioni più bonus. La dirigenza del River ha già comunicato alla Fiorentina la propria decisione. Adesso la palla passa nella metà campo viola e ci aspettiamo l'ok di Della Valle a breve anche perché con le recenti cessioni di Matos e Mario Suarez la Fiorentina sarebbe capace di chiudere il mercato in attivo anche con l'arrivo del classe '96 argentino. Mammana ha già l'accordo con la società viola per cinque anni ad una cifra di poco superiore al mezzo milione di euro a stagione.

Il mercato del Milan potrebbe non essere ancora chiuso. Da qui a lunedì potrebbero esserci dei nuovi arrivi per la squadra di Sinisa Mihajlovic, a patto che vengano concluse delle cessioni. Uno dei giocatori che potrebbero partire è Nigel de Jong: sul giocatore c'è il forte pressing dei Los Angeles Galaxy e in  giornata sono attese delle novità importanti. L'agente del giocatore, Rodger Linse, si trova in questo momento a Milanello, insieme all'amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani.

Il centrocampista olandese è a un passo dalla cessione. Quest'anno il mediano ex Manchester City ha giocato solo 6 partite tra campionato e Coppa Italia. Dopo tre stagioni e mezzo al Milan, è pronto a partire per una nuova avventura, questa volta in MLS.

"Il mercato è lungo e crea problemi un po’ a tutti. E’ collocato in un periodo sbagliato e si rivela poco efficace nell’immediato". Lo dice Gian Piero Gasperini che domani dovrà affrontare la Fiorentina. L'allenatore del Genoa esprime le sue impressioni sulla sessione di mercato: "I nuovi hanno bisogno di essere inseriti, magari sono pure fermi da tempo. Finché sarà con noi Perotti giocherà. Credo che i fuochi di artificio ci saranno lunedì, se sono invece bagnati non scoppieranno. Cerci si sta allenando bene e, con tre gare in sei giorni, avrà la possibilità di migliorare la condizione e aumentare il minutaggio, partendo dall’inizio o subentrando in corsa".

"I numeri dicono che dopo Napoli e Juventus, viene la Fiorentina per punti fatti e qualità di gioco. Noi però siamo nella situazione ideale per affrontarla - dice in conferenza stampa - All’andata fu una sconfitta di misura, non riuscimmo a concretizzare nel finale la superiorità numerica. Quella gara, in cui ci fu un buon impatto, è lo specchio del nostro torneo. Mise in luce pregi e difetti. Tutti ormai abbiamo acquisito consapevolezza di quale sia il nostro compito, l’obiettivo è la salvezza. C’è bisogno delle migliori risorse per rimanere in A, di un ambiente compatto perché la battaglia è aperta.

Si fa presto ad andare giù e su, occorre stare attenti a tutto. Provare a fare punti in qualunque occasione. Il calendario propone un ciclo di partite dall’alto coefficiente di difficoltà, i punti però li abbiamo persi in casa contro squadre di bassa classifica".

“Un acquisto last minute? Lo abbiamo fatto, c'è Pereyra”, parole e musica di Max Allegri. Non che ci si aspettasse dichiarazioni molto distanti da questa, con una Juve che in queste ore sta valutando con estrema attenzione se e come intervenire sul mercato nelle ultime 48 ore per sopperire ai nuovi infortuni di Asamoah e soprattutto Mandzukic. Frasi di circostanza a parte, però, il rientro di Roberto Pereyra è uno di quelli che più di altri potrà fare la differenza nell'idea di calcio e nell'idea di Juve del tecnico bianconero. Un'assenza pesantissima la sua fino a questo momento, mitigata dalla serie di vittorie consecutive e dal (ri)consolidamento del 3-5-2 che ridato certezze e consapevolezza alla Juve tutta.

Nel difficile avvio di campionato così come nella trionfale stagione scorsa, Pereyra con Allegri è sempre stato un titolare aggiunto più che una semplice alternativa di lusso. Ben 52 le presenze collezionate l'anno scorso, in campionato è sceso in campo dal primo minuto per 15 volte su 19 nel girone di ritorno che ha cucito il quarto Scudetto consecutivo sul petto dei bianconeri. E nonostante le difficoltà riscontrare dalla Juve in avvio, finché è rimasto a disposizione è praticamente sempre stato schierato titolare pur in un contesto che ha visto i bianconeri vincere solo una volta: proprio contro l'Atalanta nel giorno in cui è stato costretto a uscire causa l'infortunio che l'ha tenuto fuori oltre tre mesi. Ma da domani ricomincia la nuova stagione di Pereyra, quella della consacrazione e quella in cui dovrà effettivamente confermarsi come l'acquisto più importante di gennaio.

Con Pereyra, Allegri ritrova quell'arma tattica che gli consentirà all'occorrenza di riproporre la difesa a quattro: sia che il tridente sia composto da due attaccanti esterni, che con due punte centrali ed un trequartista. Con la difesa a quattro, è l'uomo che mancava per riproporre il 4-3-3 esaltando le qualità di Cuadrado dopo l'esperimento fin qui fallito di Morata largo a sinistra. Con Hernanes definitivamente etichettato come vice-Marchisio, el Tucumano potrà anche riportare in auge la Juve col trequartista. Allegri ritrova Pereyra: come un acquisto, anzi tre.

Tim Matavz, Riccardo Fiamozzi e Gabriel Silva sono ormai tre giocatori del Genoa: lo sloveno sarà in tribuna domani al Ferraris per assistere al match contro la Fiorentina.

Trattativa con il Fenerbache non andata a buon fine, per Seydou Doumbia, attaccante dellaRoma, sono forti le sirene inglesi: Newcastle e Aston Villa sono i due club rimasti in ballo per il classe '87, adesso toccherà a lui scegliere la destinazione migliore per il futuro.

Guillerme Siqueira, terzino dell'Atletico Madrid, è ad un passo da Valencia. L'ex terzino del Benfica, infatti, si trasferirà nel nuovo club in prestito per un anno e mezzo con diritto di riscatto.

Luca Antonini può tornare al Livorno. Come riporta Sky Sport, la società amaranto è a un passo dall'accordo col difensore dell'Ascoli.

Continua a rimanere bloccato l'arrivo a Roma di Diego Perotti. Finché Seydou Doumbia non dirà sì al Newcastle, la società giallorossa non può annunciare l'arrivo dell'argentino.

Con Barba destinato allo Stoccarda, l'Empoli sta cercando il suo sostituto. Secondo quanto riporta Sky Sport, oltre ad Ariaudo, nelle ultime ore la società toscana ha avviato i contatti per Magnusson, centrale di proprietà della Juventus, ma in prestito al Cesena.
Pedro Pereira, terzino della Sampdoria, lunedì si trasferirà al Verona. Montella lo vuole per la trasferta con il Bologna.

Il Bayern Monaco vuole Sami Khedira. Secondo il quotidiano TZ, Ancelotti ha puntato il centrocampista della Juventus: pronti 15 milioni di euro.

martedì 26 gennaio 2016

Finanza: blitz sul campionato e sul calciomercato



Sono 64 persone tra cui massimi dirigenti, calciatori e procuratori di squadre di calcio di serie A e B coinvolti nell'inchiesta condotta dai pm della procura di Napoli. Ecco i principali indagati e le cifre relative alle presunte evasioni fiscali contestate dalla procura di Napoli per le quali il Gip del tribunale di Napoli Luisa Toscano ha disposto il sequestro in quanto considerate profitto di reato.

Un altro terremoto scuote il mondo del calcio e a tremare sono i big. Tra i 64 indagati nell'inchiesta "Fuorigioco" della Procura di Napoli ci sono massimi dirigenti, calciatori e procuratori di serie A e B: l'ad del Milan Adriano Galliani, il numero uno della società partenopea Aurelio De Laurentiis, il presidente della Lazio Claudio Lotito, l'ex presidente e ad della Juventus Jean Claude Blanc, il presidente della Fiorentina Andrea Della Valle, il presidente del Palermo Maurizio Zamparini e l'ex presidente del Parma Tommaso Ghirardi.

Tra i calciatori indagati il difensore della Nazionale attualmente in prestito dal Milan all'Atalanta, Gabriel Paletta, il centrocampista del Milan, Antonio Nocerino, l'attaccante dell'Atalanta German Denis, l'ex Pescara Fernando Quintero, l'ex attaccante del Napoli Ezequiel Lavezzi. Nell'elenco figurano anche i nomi di alcuni calciatori non più in attività oltre a Hernan Crespo anche quello di Adrian Mutu e Diego Milito.  Coinvolti anche diversi procuratori, tra cui Alessandro Moggi.

Dall'inchiesta, riferisce la Procura, emerge un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano ・stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

L'esistenza di un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori emerge, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli dall'operazione `Fuorigioco´. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

I procuratori dei calciatori provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le loro prestazioni, simulando che l'opera di intermediazione fosse resa nell'interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi. È questo, secondo il procuratore aggiunto di Napoli, Vincenzo Piscitelli, uno dei meccanismi fraudolenti che ha portato a perquisizioni e sequestri nei confronti di società di calcio di A e B.

L'inchiesta che ha portato ai provvedimenti di oggi nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un "fenomeno generalizzato" nel calcio italiano, vale a dire la "progressiva ed esasperata" lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l'ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere una serie di illeciti fiscali.



venerdì 22 gennaio 2016

Calciomercato: ultime notizie Tello, Morata , El Shaarawy e Dybala



Il Barcellona  ha comunicato, attraverso una nota sul suo sito ufficiale, il prestito  di Cristian  Tello alla Fiorentina. La tanto attesa fumata bianca è arrivata. Tello è un giocatore della Fiorentina. A dare l'ufficialità del trasferimento da Porto a Firenze ・stato il Barcellona, il club proprietario del suo cartellino, attraverso un comunicato apparso sul sito: "Il Barcellona e la Fiorentina hanno raggiunto un accordo per il prestito di Tello fino al 30 giugno 2016". L'esterno d'attacco spagnolo classe '91 ha sostenuto e superato le visite mediche ad Oporto alla presenza dello staff viola.

In una Juve che corre veloce, Alvaro Morata ・uno dei pochi volti tristi. La crisi realizzativa è dimostrata da numeri impietosi, resi ancor pi・pesanti dall'esplosione di Dybala al fianco di Mandzukic e dalla crescita esponenziale anche di Zaza, sempre pi・scalpitante alle sue spalle. E per un attaccante che vive di gol, prestazioni magari generose al servizio della squadra non possono bastare. Eppure il suo nome rimane ben saldo al centro di importantissime manovre, quelle legate al presente ed al futuro della Juve come quelle inevitabilmente legate al mercato.  La dirigenza bianconera ha dimostrato in ogni modo di puntare ad occhi chiusi anche e soprattutto su di lui per costruire la Juve del futuro: il rinnovo ・solo l'ultimo attestato di stima, con lo stesso Andrea Agnelli che lo ha spesso identificato nel simbolo su cui costruire i prossimi successi. In tutto questo  il blocco del mercato del Real Madrid rimanderebbe all'estate del 2017 ogni eventuale discorso di quella famosa  recompra. C'・quindi solo la Juve per Morata da qui ad altri 18 mesi? Non è cosa semplice. Se sul nascere ・stato stroncato il primo tentativo da 60 milioni del  Liverpool, questo non resterà・l'unico. Perché・ Morata rimane s・incedibile nelle intenzioni di Marotta e tutta la Juve. Ma anche lui ha un prezzo.

Crisi o non crisi, che prima o poi finirà e magari permetterà ad Allegri di ritrovare il miglior Morata quando più ne avrà bisogno,  talento e potenziale ancora inespresso del centravanti spagnolo non sono mai stati messi in discussione. Tant'è vero che il Real non ha ancora mai voluto cancellare la propria opzione di riacquisto nonostante i primi tentativi bianconeri. Ma è dalla Premier che arrivano gli interessamenti pi・pericolosi.  L'Arsenal si  è già fatto sotto col Realper discuterne in caso di  recompra,  il Liverpool di Jurgen Kloop invece si è già mosso con decisione per bruciare la concorrenza. Ma 60 milioni non bastano.  Fino a quando Morata resterà di proprietà della Juve  ma sotto scacco Real,  chiunque volesse arrivare a lui dovrà・sborsare per intero la clausola rescissoria di 80 milioni concordata tra le due società nell'estate del 2014. Per una ripartizione che prevederebbe il 60% nelle casse del Real e il 40% in quelle della Juve, che così manterrebbe in sostanza il ricavo pattuito dalla chiacchieratissima recompra.  Ogni offerta inferiore a quella cifra comporterebbe quindi una ridiscussione anche delle percentuali tra le parti, ed a quel punto dovrebbe essere Florentino Perez  a rinunciare a qualcosa: scenari in questo momento davvero difficili da immaginare. Liverpool, Arsenal e tutte le altre sono avvisate: per Morata servono 80 milioni, cifra che potrebbe non spaventare i colossi della Premier,  oppure la pazienza di aspettare che svanisca l'incantesimo della recompra per poi trattare con una società sola.

Stephan El Shaarawy è vicino al trasferimento alla Roma: il club giallorosso potrebbe acquisire l'attaccante del Milan con la formula del prestito con obbligo di riscatto, vincolato ad un certo numero di presenze. Le due società ne avevano già discusso prima della staffetta sulla panchina della Roma fra Rudi Garcia e Luciano Spalletti. Nelle ultime ore il negoziato sembra essersi sbloccato, ma difficilmente si concluder・in giornata. El Shaarawy  èreduce da sei mesi in prestito al Monaco, che per・ha annunciato di non volerlo riscattare.

Il presidente dell'Atletico Madrid,  Enrique Cerezo, ha parlato oggi di  Fernando Torres, ammettendo che "la dirigenza sta lavorando sul suo rinnovo", ricordando per・che il giocatore "non ・dell'Atletico Madrid, ma del   Milan. Siamo molto soddisfatti di Torres - ha detto il presidente dei colchoneros - ・la nostra stella. Ma ricordiamoci che ・un giocatore del Milan ed ・soltanto in prestito da noi.  Stiamo lavorando sulla questione per risolverla. Proprio oggi, l'agente del bomber spagnolo,Jos・Antonio Martin, aveva detto al  Sun: "I tifosi vorrebbero vederlo giocare con pi・continuit・ non dimentichiamo che avrebbe un'offerta che lo farebbe diventare il giocatore pi・pagato al mondo. Tutto per・dipende dalla volont・del club. E' una situazione che dovranno risolvere il ragazzo e Simeone, che sono molto amici".

Nuove grane per il Palermo sul caso Paulo Dybala. Secondo fonti inglesi nei giorni scorsi l' Alta Corte di Manchester ha condannato il club di Zamparini a pagare 15 milioni di euro al fondo Pencil Hill Ltd per i crediti maturati nel 2012, quando il club siciliano lo acquisto・dall'Instituto Cordoba per 13 milioni di euro: in realtà ne pago' solo 4. Ovviamente questa vicenda non crea ripercussioni di alcun tipo per la Juventus. A questo proposito Gustavo Mascardi, consulente della Pencil Hill, riconosce: "A Torino sono stati dei signori. Invece Zamparini sfugge a tutte le sentenze, anche quelle della Fifa. Ma sulla base di questa sentenza, presto ci rivolgeremo anche alle autorità・giudiziarie europee e a quelle italiane. Questo signore deve capire che deve onorare gli impegni, come fanno le altre società・. La Pencil Hill Ltd, nei prossimi giorni, valuterà se anche altre società calcistiche inglesi hanno avuto a che fare con il Palermo per il trasferimento di calciatori e se anche loro hanno riscontrato delle irregolarità・al livello giuridico.


martedì 19 gennaio 2016

Calciomercato Jiangsu Suning, ecco chi c'è dietro il club cinese


Prima Luiz Adriano, poi Guarin, ora Gervinho. Il Jiangsu Suning compra in Italia e sta riempiendo di yuan i nostri club. Ma da dove spunta questo club cinese? Chi c'è dietro la società di Nanchino, città di 8 milioni di abitanti a 1000 km a sud di Pechino? La rosa - fonte transfermarkt.com - vale appena 9 milioni di euro. Praticamente la metà di quanto speso per Guarin (18), mentre per gli altri due acquisti, Luiz Adriano e Gervinho, i cinesi-

Poche settimane fa il club, che prima si chiamava Jiangsu Sainty, è stato acquistato dal Suning Commerce Group, colosso cinese dell'informatica con oltre 1600 punti vendita in oltre 700 città tra Cina, Hong Kong e Giappone. Il nuovo gruppo, che nel 2012 ha fatturato circa 16 miliardi di dollari, ha anche cambiato il nome del club in Jiangsu Suning, mettendo risorse fresche nelle casse per il calciomercato. Ora, penultimo in classifica, vuole risollevarsi. Milan, Inter e Roma ringraziano.

Secondo quanto anticipato da Globoesporte e poi confermato da quanto raccolto anche da calciomercato.com, sta per sfumare il trasferimento dell'attaccante Luiz Adriano dal Milan alla formazione cinese del Jiangsu Suning. Il giocatore ha diffuso un comunicato ufficiale in cui ha spiegato di non aver raggiunto l'accordo economico col club e che farà immediato rientro a Milano prima di rimettersi a disposizione del Milan dalla giornata di giovedì. Il giocatore aveva già raggiunto Nanchino dopo aver ottenuto il visto per la Cina ed era pronto a firmare un contratto pluriennale da 8 milioni di euro a stagione, mentre al Milan sarebbero andati 15 milioni.

L'entourage del calciatore ha confermato che sono sorti dei problemi e che l'affare è sfumato quasi del tutto, ma che rimane uno spiraglio di poter riaprire la trattativa con un esito favorevole. Ecco quanto recita il comunicato del giocatore: "L'attaccante Luiz Adriano sta per tornare in Italia, dove proseguirà il suo contratto con il Milan. Poiché il Jiangsu Suning non ha rispettato quanto convenuto, non è stato firmato il contratto con il club cinese. Il brasiliano sarà reintegrato nella squadra rossonera e tornerà ad allenarsi normalmente con il gruppo giovedi".

La Cina è vicina. O almeno così sembrava.  Più che vicina in realtà, perché il misterioso assalto dello Jiangsu Suning ai club italiani per strappare qualche buon nome e portarlo in Oriente aveva aperto la strada a diverse operazioni.  Non fosse che il terremoto arrivato dalla retromarcia di Luiz Adriano e del suo entourage spalanca una serie di punti interrogativi  che stanno mettendo a rischio tutte le operazioni sull’asse con lo Jiangsu.  Ma andiamo con ordine: Luiz Adriano ha fatto sapere di essere pronto a tornare al Milan  perché il club cinese non avrebbe rispettato i patti sul suo ingaggio da 8 milioni a stagione. Da qui l’affare ormai destinato a saltare e 15 milioni mancati nelle casse rossonere, a meno di ripensamenti che non sembrano essere possibili da parte dell’attaccante.

E ora le ombre sulle operazioni dello Jiangsu si spargono a macchia d’olio: anche i protagonisti dell’affare che riguarda Fredy Guarin con l’Inter sono in allerta da qualche ora, dopo l’accordo raggiunto ieri a Milano per 18 milioni di euro al club nerazzurro e 7 milioni a stagione più bonus per tre anni al colombiano. Le problematiche sorte con Luiz Adriano hanno spinto Guarin e il suo agente Ferreyra a chiedere chiarezza assoluta e garanzie bancarie, fin qui non ancora arrivate. Le tempistiche si allungano e i documenti richiesti saranno diversi. Un tunnel improvviso per un’operazione che pareva ormai fatta; un problema in più per l’Inter, aspettando di capire le risposte dallo Jiangsu con i propri emissari in Italia in queste ore a dover prendere posizione, nella speranza di non perdere anche Guarin.

Diversa la situazione che riguarda Gervinho. In questo caso, non è stata raggiunta ancora alcuna intesa ma solo impostata una trattativa da 11/12 milioni bonus compresi per l’ivoriano, cui la Roma si è detta disponibile a discutere; così come Gervinho, affascinato dal maxi ingaggio cinese e affezionato a Rudi Garcia talmente tanto da essere pronto a lasciare la Capitale dopo il suo addio. Ma non siamo alle strette di mano, Gervinho vuole pensarci così come la Roma era in attesa di un’offerta ufficiale. E nelle prossime ore pretenderà di capire di più con gli emissari dello Jiangsu. Anche questo affare rischia di saltare sul nascere. Il messaggio ai cinesi è chiaro: uscire allo scoperto, dare certezze oppure niente acquisti. Un vero e proprio caso di mercato.

Milan, incontro tra Berlusconi e Mr. Bee


Riprende la trattativa per la cessione del 48% del club. Prima del vertice il Presidente si è confrontato anche con la figlia Barbara e Adriano Galliani. Presenti anche tre manager Fininvest.

Durante il pomeriggio, prima dell'arrivo di Mr. Bee in Italia, il presidente Berlusconi ha ricevuto ad Arcore la figlia Barbara e l'altro amministratore delegato Adriano Galliani per preparare il cda di domani, incentrato su sostenibilità e rapporti con la Uefa.

Un nuovo incontro, che dovrebbe chiarire il futuro del Milan. Si discute del futuro del club direttamente ad Arcore, dove sono per l'ennesima volta a confronto il presidente Silvio Berlusconi e Bee Taechaubol, il broker thailandese che sta trattando l'acquisto del 48% del club per 480 milioni di euro.

All'incontro tra Mr. Bee Taechaubol e Silvio Berlusconi sono presenti anche i vertici Fininvest e la mediatrice tra le parti Licia Ronzulli. Il thailandese illustrerà la composizione della sua cordata, dopo l'ingresso di nuovi soci cinesi.

Mr. Bee Taechaubol ha varcato i cancelli di villa San Martino ad Arcore, dimora del presidente Silvio Berlusconi. Tra poco inizierà la cena e poi il summit con il patron rossonero per discutere, ancora una volta, della cessione del 48% del Milan. Il thailandese non ha rilasciato dichiarazioni al momento dello sbarco all'aeroporto della Malpensa, c'è un patto di riservatezza da rispettare. Ora il faccia a faccia con Berlusconi.

Stasera presenti per Fininvest l'amministratore delegato Pasquale Cannatelli, il direttore generale Danilo Pellegrino, che fin dall'inizio ha seguito il dossier della trattativa con Mr. Bee e Alessandro Franzosi, direttore business development.

Presente alla Malpensa anche Licia Ronzulli, mediatrice che ha giocato un ruolo fondamentale nella trattativa tra Bee e Berlusconi.

Il volo Fly Emirates proveniente da Dubai è appena atterrato. Mr. Bee è sbarcato all'aeroporto della Malpensa e tra poco raggiungerà villa San Martino ad Arcore dove incontrerà il presidente del Milan Silvio Berlusconi

Si tratterà del sesto incontro ufficiale tra i due che sono in trattativa ormai da oltre un anno.

Serata importante per il futuro societario del Milan. Tra pochi minuti atterrerà all'aeroporto della Malpensa Mr. Bee Taechaubol, il broker thailandese avrà un colloquio a villa San Martino con il presidente Silvio Berlusconi. Sul piatto la cessione del 48% delle quote del club rossonero.

Si tratta del sesto incontro ufficiale tra i due che sono in trattativa ormai da oltre un anno. Presenti per Fininvest l'amministratore delegato Pasquale Cannatelli, il direttore generale Danilo Pellegrino, che fin dall`inizio ha seguito il dossier della trattativa con Mr Bee e Alessandro Franzosi, direttore business development. Presente alla Malpensa anche Licia Ronzulli, mediatrice che ha giocato un ruolo fondamentale nella trattativa tra Bee e Berlusconi.


domenica 17 gennaio 2016

Manchester United, Wayne Rooney: E' record "Sensazione speciale"



Finisce con un solo gol e poche emozioni il big match della 22° giornata di Premier League tra Liverpool e Manchester United: i Red Devils escono vincitori da Anfield, 0-1 firmato Wayne Rooney che va così a segno per quattro partite consecutive come non accadeva dal 2012.

Il Liverpool costruisce le occasioni migliori del primo tempo, ma non riesce a concretizzare con Henderson e Can, Martial l'unico a provare qualche giocata per gli ospiti. Nella ripresa tocca a De Gea salvare lo United parando su ancora su Can e Firmino, poi gli ospiti passano alla prima occasione: colpo di testa di Fellaini sulla traversa, Rooney è il più veloce a raccogliere e ribadire in rete. Il Liverpool non riesce più a reagire in maniera concreta nonostante l'ingresso di Benteke, finisce 0-1 per il Manchester.

Can ha aperto le danze nella ripresa e De Gea è diventato il protagonista assoluto con una doppia parata prima su Can e poi su Firmino. Klopp a questo punto avrebbe dovuto compiere la cosa più logica: togliere Firmino ed inserire Benteké. Il tedesco ha indugiato troppo, mentre Van Gaal con gli ingressi di Mata e Depay ha dato una nuova forza propulsiva allo United. Al 78’, la svolta. Azione di calcio d’angolo, cross preciso di Mata e zuccata di Fellaini. Mignolet è stato salvato dalla traversa, ma Rooney, bruciando tutti, non ha avuto pietà, con una sventola che ha spaccato la rete. Il gol di Rooney è una miniera di record: il numero 176 del centravanti con la maglia dello United in Premier; il numero 100 dei Red Devils all’Anfield. Rooney non segnava nello stadio del Liverpool dal 2005: per un tifoso dell’Everton un digiuno insopportabile. La faccia di Klopp al fischio finale è stata una tutto un programma: una brutta botta per il tedesco. Stavolta ha perso soprattutto lui.

Dopo la vittoria conquistata ad Anfield Road, il capitano del Manchester United, Wayne Rooney, autore del gol del successo, ha spiegato che è sempre una sensazione speciale segnare contro i Reds: "Questa è una sensazione speciale, ovviamente è sempre bello segnare contro i tuoi rivali e, contro il Liverpool per questo club, è un risultato enorme. Personalmente non c'è niente di meglio. Oggi la prestazione non era così importante, il risultato era tutto ciò che importava. Tutti conoscono l'importanza di questa gara, è una grande vittoria", ha detto Rooney.

Non è stato un match da tramandare ai posteri. Liverpool all’assalto nel primo tempo e Manchester United costretto a difendersi, ma senza troppi problemi. Il 4-3-3 di Klopp ha avuto in Firmino il punto debole: il brasiliano è stato il peggiore dei suoi. L’assenza di Coutinho, infortunato, si avverte soprattutto in gare come questa, in cui serve un colpo di genio o un tiro da lontano per sbloccare la situazione. In assenza di Coutinho, ci ha provato Henderson, ma i risultati sono stati scadenti. La prima occasione del Liverpool al 10’: tiro di Lallana su De Gea uscito in modo avventuroso, ma bravo a respingere il tiro. Lo United è uscito allo scoperto solo al 30’ con Herrera, mentre un minuto dopo ci ha provato Henderson. L’infortunio di Young ha costretto Van Gaal a fare la prima sostituzione al 42’: dentro Borthwick-Jackson e Darmian dirottato sulla fascia destra.

Perché l’Inter di Roberto Mancini non funziona?



L’equivoco-difesa e il problema del centrocampo. Con quello che ne consegue. Quattro punti nelle ultime 4 partite: i nerazzurri hanno rallentato e il Napoli fugge e la Juventus mette la freccia

Che sta succedendo alla squadra di Mancini.

Quatto punti nelle ultime 4 partite, quattro punti di distacco dal Napoli, sorpasso della Juventus (vittoriosa a Udine). La mini-crisi dei nerazzurri non è però questione di casualità numerica: al contrario, ha diverse spiegazioni.

Con 13 gol subiti, l’Inter continua ad avere la miglior difesa del campionato. Ed è chiaramente su questo (e sui 27 punti arrivati con 9 vittorie per 1-0) che la squadra di Mancini ha costruito il suo campionato di vertice. Ma se quello del primato dei gol subiti

Perciò, se si guarda alle prestazioni dei singoli, viene il sospetto che quella che per molti è considerata la miglior coppia difensiva del campionato (Miranda-Murillo), sia un pochino squilibrata, nel senso che il brasiliano assomiglia sempre di più a quello che sono stati Nesta o Thiago Silva per il Milan dei bei tempi: chi giocava al suo fianco sembrava fortissimo, ma un’osservazione più attenta suggeriva (e suggerisce) che spesso la metà della coppia magari vale per uno e mezzo. Il colombiano è giovane, sicuramente talentuoso, ma mai impeccabile: e spesso è il suo compagno di reparto brasiliano a coprire i suoi buchi.

Perciò, se si guarda alle prestazioni dei singoli, viene il sospetto che quella che per molti è considerata la miglior coppia difensiva del campionato (Miranda-Murillo), sia un pochino squilibrata, nel senso che il brasiliano assomiglia sempre di più a quello che sono stati Nesta o Thiago Silva per il Milan dei bei tempi: chi giocava al suo fianco sembrava fortissimo, ma un’osservazione più attenta suggeriva (e suggerisce) che spesso la metà della coppia magari vale per uno e mezzo. Il colombiano è giovane, sicuramente talentuoso, ma mai impeccabile: e spesso è il suo compagno di reparto brasiliano a coprire i suoi buchi.

Più abbondanza che qualità è uno slogan che si può applicare pari pari al centrocampo dell’Inter. È in questo settore che, fin dalla fine del mercato estivo, era apparso evidente che l’Inter avrebbe avuto dei problemi. A sorprendere, semmai, è che nel Paese degli allenatori più bravi del mondo, ci siano volute così tante giornate per mettere definitivamente a nudo i limiti del gioco dell’Inter. È stato infatti il Sassuolo di Eusebio Di Francesco (che comunque, insieme a Sarri, è probabilmente il miglior allenatore italiano) a mettere in chiaro una volta per tutte che se si impedisce di respirare a Medel, i nerazzurri faticano dannatamente a costruire gioco. Ora, il cileno è fuori di dubbio un grande giocatore. Se non è un fuoriclasse è perché tra le sue doti manca la capacità di costruire gioco partendo dalla difesa. Eppure è a questo che spesso sembra destinato, e non da quest’anno. Nella scorsa stagione, per diverse partite di fila è stato il giocatore dell’Inter che ha toccato più palloni, segno che il gioco della squadra ruotava intorno a lui. Peccato che quest’anno, cedendo Hernanes e Kovacic senza rimpiazzarli, l’Inter non abbia previsto un piano tattico B. Con le conseguenze che, dopo Inter-Sassuolo, si sono viste anche a Bergamo con l’Atalanta. Senza dire che se Medel deve impostare, magari è costretto a coprire meno. E torniamo al discorso del gran numero di tiri subiti.

Edy Reja, allenatore esperto, ha fatto tesoro della lezione e l’ha spiegata ai giocatori dell’Atalanta. Che l’hanno applicata così bene da costringere l’Inter a una delle peggiori partite del campionato, come certificato dai dati Opta (ben riassunti da Andrea Schianchi sulla Gazzetta dello Sport). Brozovic ha toccato 102 palloni , con 76 passaggi: 16 ne ha sbagliati e 22 sono stati i palloni persi, 8 più di Guarin. Su 458 passaggi complessivi, solo il 78,8 sono stati precisi. Ma proviamo a combinare questo dato con un altro: l’Atalanta ha avuto il 43,6% di possesso palla, ma ha tirato in porta 15 volte. L’Inter, con il 56,4%, di tiri ne ha effettuati 9. Cosa significa? Che «va bene avere il pallone fra i piedi, ma poi bisogna sapere che cosa si deve fare con l’attrezzo» (ancora Schianchi).

Nel dopo partita di Bergamo, il portiere dell筑Inter Samir Handanovic, migliore in campo, ha parlato ai microfoni di Mediaset: "Sapevamo che era difficile, che ・un campo difficile, poi, oggi il campo non era nemmeno bello, era difficile giocarci per tutte e due le squadre. Oggi abbiamo preso un punto, per・ se lo prendevamo con il Sassuolo, magari un punto, un, punto, un punto, l'importante è non perdere. Andiamo avanti per la nostra strada, manca ancora tutto il girone di ritorno.  Quando non si può vincere la guerra, è meglio la pace"

"Secondo me no, rischiamo per il nostro modo di giocare, dovevamo solo gestire un po' alla fine. Bisogna gestire e sapere quando non si pu・vincere la guerra per cercare la pace."

"Non si calcola, si vive alla giornata, noi andiamo avanti, martedì・abbiamo una nuova partita. Poi, il campionato ・lungo e penso che anche ad altre squadre potrà succedere di fallire qualche partita. Per noi non cambia niente, andiamo avanti e giàci prepariamo per martedì・a Napoli in Coppa Italia."


Roma in vendita? James Pallotta nega: 'Mai'




Interpellato dall'Ansa, James Pallotta smentisce categoricamente l'intenzione di cedere la Roma: "Mai e poi mai ho pensato di vendere la Roma. Mai". 

«Le voci sulla cessione della Roma da parte mia sono ridicole». Pallotta smentisce attraverso l'account Twitter ufficiale della Roma le indiscrezioni circolate su una presunta trattativa per la cessione del club. Il presidente del club giallorosso assicura: «Non ho mai fatto trattative per la cessione della Roma». 

Prima del match con il Verona, parla Mauro Baldissoni, dg della Roma, commenta così l'indiscrezione di Dagospia: "Vendere la società? C’è veramente poco di vero, io non sono il proprietario ma dai discorsi quotidiani con Pallotta direi che è davvero poco credibile, parliamo di progetti di 20 anni".

Secondo Dagospia, Pallotta si sarebbe stancato della Roma e del calcio italiano, e avrebbe intenzione di vendere la società giallorossa. Di seguito riportiamo l'articolo pubblicato dalla testata di Roberto D'Agostino.

“So quanto siano pazzi i tifosi romanisti, ma sono preparato: voi non sapete quanto sono pazzo io”, dichiarò James Frank Pallotta Jr. il 15 aprile 2011 quando, insieme ad altri tre imprenditori statunitensi, Thomas DiBenedetto, Michael Ruane e Richard D'Amore, si comprò la Roma di Totti, all’epoca in mano a Unicredit.
 
Pazzo sì, ma non al punto di rimetterci quattrini. Da Boston giunge a Dagospia la notizia che Pallotta & soci hanno dato incarico a un loro rappresentante di vendere la squadra giallorossa. Il cambio di guardia sulla panchina - fuori Garcia, dentro Spalletti – è solo un tentativo di dare una ripitturata a una squadra messa sul mercato.

I motivi sono tanti (il periodo nero della squadra, guidare una società calcistica decisamente caotica da oltre oceano, il progetto del nuovo stadio a Tor di Valle arenato nei cunicoli del Comune di Roma, eccetera) ma, gratta gratta, la causa numero uno che spinge Pallotta a vendere è semplice: non c’è business, si guadagnano solo botte di bile e lo sport-impresa, come in Gran Bretagna Germania e Stati Uniti, in un paese come l’Italia non funziona. Meglio vendere.

"That's insane, you're stuck with me": così il presidente della Roma Pallotta replica all'indiscrezione. Secondo il sito diretto da Roberto D'Agostino, il numero uno del club giallorosso avrebbe dato mandato a un proprio rappresentante di vendere la società di Trigoria. Ma Pallotta non ci sta e contattato da Repubblica reagisce stizzito: "Questa è follia, con me siete al sicuro". Questa la frase del presidente, netta e senza margini d'interpretazione.

Una frase decisa a cui fanno seguito le parole del dg Baldissoni: "La Roma in vendita? Di vero c'è davvero poco. Premesso che non sono il proprietario della Roma, e quindi potrei non essere tenuto a saperlo, dai discorsi quotidiani che facciamo con Pallotta direi che questa indiscrezione è molto poco credibile, visto che pianifichiamo progetti da qui ai prossimi vent'anni". Non proprio una chiusura definitiva, ma almeno il tentativo di ridimensionare la voce. Proprio ieri il nuovo tecnico Spalletti aveva parlato dell'amore di Pallotta per la Roma: "Ha una passione sfrenata per questa squadra, l'ho visto da come gira per casa, con una maglietta giallorossa che gli andava anche strettina". 


lunedì 11 gennaio 2016

Fifa, è ufficiale. Pallone d'oro 2016, Messi fa la cinquina



L'argentino vince il premio davanti a Cristiano Ronaldo e Neymar. Leo Messi ha vinto il Pallone d'Oro per il 2015. Per l'argentino si tratta della quinta volta, avendo già' conquistato il premio di miglior calciatore del mondo quattro volte di fila dal 2009 al 2012.

''E' molto più di quanto potessi immaginare quando ero bambino''. L'asso argentino del Barcellona Messi riceve e subito dopo accarezza il suo quinto Pallone d'oro visibilmente emozionato. ''Ringrazio i miei compagni e ringrazio il calcio per quello che mi ha regalato nel bene e nel male''.

L'argentino era favorito rispetto agli altri due finalisti, Cristiano Ronaldo - vincitore nel 2013 e nel 2014, proprio davanti al fuoriclasse del Barcellona e al portiere tedesco Manuel Neuer - e Neymar, non solo per il consueto alto numero di reti segnate durante l'anno (52) ma soprattutto in quanto leader di un Barcellona che nel 2015 ha vinto cinque trofei su sei. I catalani si sono aggiudicati Champions League, Mondiale per club, Supercoppa europea, campionato e coppa spagnoli. Solo la supercoppa spagnola gli e' sfuggita, per merito dell'Athletic Bilbao.

L’unico a battere Messi, alla fine, è stato Wendell Lira, brasiliano del Goianesa: suo il gol più bello secondo i tifosi che votavano su internet. La rovesciata nel derby Goiano è stato preferito non solo alla serpentina di Leo, ma anche al super-tiro di Florenzi, unico azzurro che poteva portare a casa un premio personale.Ovvero premio Puskas, Wendell Lira beffa Messi e Florenzi - E' di Wendell Lira, per la splendida sforbiciata nel derby Atletico Goianense-Goianesia dell'11 marzo scorso il più bel gol del 2015. Il 27enne brasiliano, premiato a Zurigo nel corso del Galà del Pallone d'Oro col 'Premio Puskas', ha superato gli altri due finalisti: Leo Messi, con la sua splendida serpentina nel match contro l'Athletic Bilbao nella finale di Coppa del Re del 30 maggio, e Alessandro Florenzi, col suo incredibile gol segnato da centrocampo al Barcellona lo scorso 16 settembre in Champions League.

Il tecnico del Barcellona, Luis Enrique, ha vinto il premio di miglior allenatore Fifa del 2015 nell'ambito della cerimonia per il Pallone d'Oro svoltasi a Zurigo. Per il calcio femminile, il riconoscimento è andato alla ct della nazionale degli Stati Uniti, campione del mondo 2015, Jill Ellis. La centrocampista Usa Carli Lloyd ha ottenuto il premio per la miglior giocatrice Fifa.

L'Equipe si interroga, voto condizionato? - Voto falsato al Pallone d'Oro? Se lo chiede il quotidiano francese L'Equipe, citando uno studio di economisti inglesi pubblicato il mese scorso che punta il dito contro il diritto di voto aperto dal 2010 a capitani e allenatori. La partecipazione diretta nella giuria di compagni di squadra e tecnici condizionerebbe un giudizio che - da tradizione - veniva emesso da esperti e giornalisti, ma in conclusione l'impatto di tali voti non sarebbe decisivo. Lo studio ha preso in esame cinque anni e 2.470 voti espressi (820 di capitani, 822 di allenatori e 828 di giornalisti) sviscerandoli in base a sei criteri: paese rappresentato, nazionalità, continente di origine, competizioni disputate, posizione in campo ed età. La conclusione è che "un elettore è quattro volte più incline a votare per un giocatore della sua nazionale o del suo club, ed ha tre volte più probabilità di votare per un candidato della sua stessa nazionalità". Si cita "il ct del Portogallo e di Cristiano Ronaldo, che l'anno scorso non ha inserito Lionel Messi fra i suoi tre nominati" e "quello dell'Argentina, che ha votato per tre argentini". Al contrario, "i votanti sono meno inclini a scegliere un candidato che gioca nel proprio stesso ruolo o un giocatore più anziano di loro". L'impatto di questi voti "falsati", però, è "piuttosto debole", ammettono gli economisti, dal momento che "ogni candidato ne ha più o meno lo stesso numero".

La squadra FIFpro World XI, votata dai giocatori, ha visto il solito dominio di Real e Barça: 8 su 11 (47 su 66 negli ultimi 6 anni). Fra gli juventini ce l’ha fatta Paul Pogba (erano candidati anche Buffon, Chiellini e Pirlo). Questa la squadra completa: Neuer, Marcelo, Ramos, Thiago Silva, Dani Alves; Iniesta, Modric, Pogba; Neymar, Messi, Cristiano Ronaldo. Fra le donne dominano gli Stati Uniti campioni del mondo (nel torneo in Canada, il più seguito di sempre): Carli Lloyd è la miglior giocatrice, incoronata anche la c.t., l’inglese Jill Ellis.

sabato 9 gennaio 2016

Lorenzo Pasciuti in gol dalla D alla A con la stessa squadra



Il venticinquenne centrocampista è l’uomo del giorno di questa “provinciale” di ferro che in campionato ha dato del filo da torcere a squadre blasonate (Fiorentina, Inter, Juve), che ha passato il turno di Coppa Italia battendo al Franchi proprio i viola e che pare non mollare mai. Pasciuti al minuto 26 del 1° tempo ha segnato la sua prima rete in serie A. Non è una gran notizia, ma fa piacere notare che il giocatore ha sempre fatto goal in tutte le serie in cui la squadra emiliana ha militato

Da quando è stato acquistato, nel 2010, Pasciuti è riuscito a far goal in Serie D, Lega Pro Seconda Divisione, Lega Pro Prima Divisione, Serie B e ora serie A. Quest’anno aveva giocato poco (5 presenze), ma Castori l’ha messo dentro contro l’Udinese, seguendo la formula astrale che a Carpi circola sempre al momento della formazione: “Prima o poi Lorenzo segna e la serie A gli manca ancora”

“Prima o poi segna”, perché in 6 anni lo ha sempre fatto e con la stessa squadra, guida costante di un elettrizzante riscatto. Cosa poco comune di questi tempi in cui tutto cambia alla velocità del fulmine e tutto si consuma rapidamente, calciatori compresi.

 Non solo business e mercenari, ma anche  vere bandiere. Da Carrara con furore, Lorenzo Pasciuti si è iscritto a pieno titolo nell’ hall of fame del calcio italiano. Non si è mai cucito sulla maglietta il tricolore, non ha mai alzato la Champions League e non ha mai indossato la maglia azzurra, ma semplicemente ha segnato in tutte le categorie, a cui ha preso parte, con la maglia del Carpi.

Dai tempi della D, stagione 2009/2010 sino ad oggi (a Carpi arrivò nel gennaio del 2010 quando la squadra rischiava addirittura la retrocessione in Eccellenza, e a portarlo fu l’attuale direttore sportivo del Napoli, Cristiano Giuntoli), quando il Carpi ha sconfitto al Braglia l’Udinese. Grazie anche alla prima rete in massima serie del “Pasciu” così lo chiamano da queste parti. Un colpo di testa sotto la curva di casa, che lo ama visceralmente. Non è capitano, la fascia al braccio la porta Cristian Zaccardo, eppure è come se lo fosse.

Dai dilettanti all’olimpo del calcio di casa nostra, tutto d’un fiato e sempre con la maglia biancorossa. Infilando la porta difesa dal friulano Karnezis, ha superato l’attaccante Nicola Rubino che col Novara aveva messo la propria firma dalla vecchia C2 alla A. «Sono felice del record e della vittoria. Ho fatto tanti sacrifici: partendo dalla Serie D, abbiamo vinto tanti campionati. Molti non credevano nelle mie qualità, ma ce la metto sempre tutta», quanto detto da Pasciuti alla fine di un match che ricorderà per tutta la vita. Gli mancava soltanto l’ultimo sigillo, per rendere speciale il suo percorso a Carpi: è diventato marito, padre, ha vinto campionati a raffica ed ora è diventato anche marcatore laddove non avrebbe mai creduto di poter giocare. Insomma, altro non poteva chiedere.


venerdì 8 gennaio 2016

Ancelotti e il gran rifiuto al Chelsea




Secondo il Daily Mail, il presidente dei Blues avrebbe contattato Carlo Ancelotti già a novembre per sostituire Mourinho: proposta rifiutata

Il gran rifiuto di Carlo Ancelotti: prima di firmare per il Bayern Monaco, l'ex tecnico del Real Madrid era stato contattato dal Chelsea ben prima del divorzio da José Mourinho. Una tempistica che conferma - sottolinea il Daily Mail - quanto già si sapeva da tempo, ovvero che Roman Abramovich aveva deciso di silurare il manager portoghese ben prima dell'effettiva data della separazione, lo scorso 17 dicembre. Addirittura già a novembre, quando emissari dei Blues avevano bussato alla porta di Ancelotti, per due anni manager allo Stamford Bridge (2009-2011), nel tentativo di convincerlo a traghettare la squadra fino al termine della stagione. Un incarico per pochi mesi che l'interessato ha però preferito declinare in attesa della chiamata giusta, arrivata poche settimane dopo, dal Bayern Monaco.

Non solo il Chelsea, però, ha cercato Ancelotti negli ultimi mesi: in precedenza anche il Liverpool lo aveva avvicinato e solo dopo aver incassato il suo no - sempre secondo il Daily Mail - avrebbe ripiegato su Jurgen Klopp.

Il Chelsea avrebbe offerto la traballante panchina dello Special One a Carlo Ancelotti addirittura a novembre, ovvero almeno cinque settimane prima che venisse ufficialmente sancito il tormentato addio, salvo però venir rimbalzato dall'ex allenatore Blues, poco propenso ad accettare il ruolo di traghettatore perché in cerca di una sistemazione definitiva, dopo l'anno sabbatico che si è preso alla fine della sua avventura col Real Madrid. E infatti un mese dopo il tecnico italiano ha accettato l'offerta triennale del Bayern Monaco, dove andrà a giugno al posto di Pep Guardiola che, invece, sbarcherà in Premier League (molto probabilmente al Manchester City, ma Chelsea, United e pure Arsenal non mollano), mentre Abramovich ha virato sull'usato-sicuro Guus Hiddink fino a fine stagione.

Ma a quanto pare i Blues non sono stati gli unici a prendere il due di picche da Ancelotti: sempre secondo Sportsmail, infatti, l'allenatore era in trattative anche col Liverpool (che dopo il suo no ha poi scelto Jurgen Klopp al posto del silurato Brendan Rodgers) e sarebbe stato sondato pure dal Manchester United per prendere il posto di Louis Van Gaal, ma i Red Devils si sarebbero mossi troppo tardi, perché il tecnico stava ormai definendo i dettagli col Bayern e ha quindi declinato l'offerta.

Anche se questa stagione sembra essere da dimenticare per Eden Hazard, il suo nome resta sempre caldissimo sul mercato. E se non bastavano Real Madrid, Psg e Bayern Monaco ad insidiare il talento Blues, ecco che spunta anche lo United, che ha deciso di puntare sul belga dopo aver realizzato che Gareth Bale e Cristiano Ronaldo restano due opzioni quasi impossibili. Stando al Daily Star, per Hazard sarebbe pronta un'offerta da 250 mila sterline a settimana (quasi 340 mila euro), sempre che i Red Devils si qualifichino per la Champions League, che è il palcoscenico che il giocatore vuole a tutti i costi. E se da un lato il Chelsea spera di respingere i pretendenti di Hazard usando il ritorno di Didier Drogba nello staff dirigenziale Blues (i due sono molto legati), dall'altro sembra però rassegnato all'inevitabile e secondo il Sun starebbe pensando di sostituire il fantasista belga col 22enne Alex Oxlade-Chamberlain dell'Arsenal, già seguito a suo tempo da Mourinho, che però in quattro anni coi Gunners ha fatto più panchine (49) che presenze (46).

E dopo diciotto anni il Bayern Monaco torna in mano ad un italiano. A partire da luglio sarà Carlo Ancelotti l’allenatore del club più vincente di Germania. L’ultimo italiano a sedersi su quella panchina è stato Giovanni Trapattoni, che dal 1996 al 1998 vinse un campionato, una Coppa di Lega e una Coppa di Germania. L’ex tecnico del Real Madrid ha firmato un contratto di tre anni. E sostituirà Pep Guardiola che a fine stagione traslocherà a Manchester, sponda City (al posto dell'argentino Pellegrini).
Già nei giorni scorsi due leggende del Bayern si erano espresse a favore dell’arrivo di Ancelotti. Beckenbauer, intervenuto a Sky Deutschland, aveva infatti diplomaticamente ammesso che "Guardiola è il mio candidato preferito per la panchina, ma se non volesse restare punterei su Ancelotti. Ce ne sarebbero anche altri adatti, ma sono concentrato su di lui e non mi vengono in mente altri nomi. Sono sicuro abbia il profilo perfetto. Quanto fatto in quel Bayern-Real fu un colpo da maestro. Sono davvero affascinato". Anche Hitzfeld scommette sull’italiano: "Carlo è un volpone dal punto di vista tattico.

Uefa: Pogba nella top 11 del 2015 e tridente Messi-Neymar-Cristiano Ronaldo



Undici giocatori, una corazzata. Nella formazione tipo della Uefa per l'anno 2015, votata dai tifosi di tutta Europa, trova spazio solo un giocatore del nostro campionato. Si tratta di Paul Pogba della Juventus, scelto come uno dei tre centrocampisti nel 4-3-3.

Predominio blaugrana come era facile immaginare, con Dani Alves, Piquè, Iniesta, Messi e Neymar a farla da padrone; presente ma snobbato Cristiano Ronaldo, il quale risulta penultimo in quanto a preferenze ricevute.

C'è anche il centrocampista della Juventus, Paul Pogba, nella squadra ideale del 2015 stilata in base ai voti dei tifosi sul sito dell'Uefa. La squadra con più rappresentati è come prevedibile il Barcellona con cinque giocatori, poi il Real Madrid con tre, il Bayern Monaco con due e la Juventus con uno. Per la decima volta Cristiano Ronaldo fa parte della top 11 Uefa, ed è un record. Non ci sono giocatori italiani, mentre sono tre gli spagnoli. Scontato il tridente stellare in attacco con Messi, Neymar e CR7, finalisti anche nella corsa al Pallone d'Oro. Lionel Messi è stato il giocatore con più voti in assoluto con 448.445 preferenze, seguito a sorpresa dall'esterno mancino austriaco del Bayern Monaco, David Alaba, con 433.244. Terzo il centrocampista spagnolo del Barcellona, Andres Iniesta (401.574).

Grazie all'iniziativa sul proprio sito internet, la Uefa ha raccolto 100mila euro che devolverà alla
Croce Rossa Internazionale per la riabilitazione delle vittime delle mine in Afghanistan. Questo l'11 scelto dai lettori con il modulo 4-3-3: Manuel Neuer (Bayern Monaco, Germania), Dani Alves (Barcellona, Brasile), Sergio Ramos (Real Madrid, Spagna), Gerard Pique' (Barcellona, Spagna), David Alaba (Bayern Monaco, Austria); Andres Iniesta (Barcellona, Spagna), Paul Pogba (Juventus, Francia), James Rodriguez (Real Madrid, Colombia); Lionel Messi (Barcellona, Argentina), Neymar (Barcellona, Brasile), Cristiano Ronaldo (Real Madrid, Portogallo).

Solo 'panchina' per Suarez. Il Barcellona è stata la squadra più votata con il 23% dei clic, seguita da Real Madrid (15%), Bayern Monaco (8%),Juventus (6%) e Manchester United (4%).


domenica 3 gennaio 2016

Calciomercato 2016, occasioni in scadenza a giugno


Date inizio e fine. Il Calciomercato invernale 2016 della Serie A comincia lunedì 4 gennaio 2016 e termina lunedì 1 febbraio 2016 alle ore 23.00.

Dal 2 febbraio 2016, i giocatori in scadenza di contratto al 30 giugno 2016 possono firmare nuovi contratti per la stagione successiva (i contratti saranno validi a partire dal 1 luglio 2016).
Sono tanti i giocatori con il contratto in scadenza il 30 giugno, una data che avvicina sempre di più. Sono gli uomini mercato del momento, anche perché non c’è solo la possibilità di prenderli a parametro zero, ma anche per cifre molto basse a gennaio.

Il calciomercato invernale sta per iniziare e le società di calcio già si attrezzano per rinforzare le proprie rose in vista della fine del girone d’andata e l’inizio del ritorno. Di soldi ce ne sono poco, per questo i giocatori più appetiti sono quelli che vanno in scadenza nel prossimo giugno e che possono essere presi già a gennaio ma con un esborso minino di denaro. Ecco un’analisi dettagliata ruolo per ruolo.

Portieri. Le occasioni più ghiotte di assicurarsi un ottimo zero con la minima spesa è quella rappresentata dal portiere della Lazio, Federico Marchetti e dell’Inter Samir Handanovic.

Difensori. I nomi sono tanti, soprattutto per la fascia destra. Ci sono il parigino van der Wiel, Ivanovic e Caceres, ad esempio. Certezze e buoni affari allo stesso tempo. Sugli ultimi due ci sarebbe anche il Milan, ma per il momento sono solo delle idee. Nel mezzo, invece, i nomi sono quelli dello juventino Barzagli, di Joel Matip dello Schalke 04 e Nicolas N’Koulou del Marsiglia. Sui primi due Adriano Galliani potrebbe farci un pensierino per affiancare Romagnoli al centro della difesa, abbinando qualità a convenienza. Sulla fascia sinistra, invece, il turco Caner Erkin, del Fenerbahce piace all’Inter.

Centrocampisti. Tanta qualità e nomi molto interessanti. Inter, Milan e Juventus vorrebbero pescare in Spagna, con i nomi di Sofiane Feghouli ed Ever Banega che piacciono e non poco alle grandi di casa nostra. Entrambi giocano in Spagna, uno al Valencia e l’altro al Siviglia. Le italiane si sono già mosse: l’Inter sull’algerino Feghouli, 26 anni, Juve e Milan sull’argentino Banega, 27.
Altri due buoni elementi che potrebbero fare al caso delle due milanesi sono André Carrillo dello Sporting Lisbona,(extracomunitario, pista difficile) e Mati Fernandez della Fiorentina che a più riprese è stato accostato al Milan.

Attaccanti. I nomi sono principalmente due, Zlatan Ibrahimovic e Ezequiel Lavezzi, ambedue del Paris Saint Germain. Lo svedese ha in mano il proprio destino, che verrà deciso in prossimità e dopo i prossimi Europei che si giocheranno in Francia. Il Milan sogna ancora, nonostante gli anni del campione di Malmoe, che avrà 35 anni. Discorso diverso per l’ex napoletano Lavezzi: l’argentino piace a tutti, e i contatti ci sono stati con tutte e tre le grandi d’Italia. L’Inter ne vuole parlare con la società, il Milan con l’agente, la Juventus pronta a entrare in campo appena possibile.

L’arrivo del nuovo anno propone un’usanza vecchia come il calciomercato, con combattutissimi duelli che ruotano principalmente attorno a sei nomi: quelli di Ezequiel Lavezzi, Stephan El Shaarawy, Ciro Immobile, Alessio Cerci, Martin Caceres e Roberto Soriano. Della vicenda del Pocho ormai sono note tutte quante le sfaccettature. Inter e Juventus sull’attaccante argentino sono attive ormai da mesi e l’appuntamento di Doha tra i vertici di Inter e Paris Saint Germain è un rimescolamento di carte che non potrà non produrre degli effetti a breve. La storia del Faraone era per molti versi imprevedibile, visto che nessuno si aspettava il voltafaccia del Monaco per il suo riscatto. Invece adesso il Milan si trova a gestire una situazione molto delicata. E a cascata anche Alessio Cerci segue con interesse gli sviluppi di questo intreccio, visto che anche lui potrebbe finire alla corte di Gian Piero Gasperini (o in alternativa al Bologna) se le prime due caselle non fossero riempite. Sono più lineari, invece, i movimenti per Immobile e Soriano. La Sampdoria è in pressing per l’attaccante napoletano, ma deve guardarsi proprio dalla concorrenza degli azzurri se partisse Manolo Gabbiadini. Vincenzo Montella è impaziente di avere rinforzi, così come Maurizio Sarri si fa forte delle promesse pubbliche del suo presidente.

Un altro gennaio da protagonista per Martin Caceres. Nel 2012 lasciò il Siviglia per tornare alla Juventus. Un colpo prezioso per consegnare all’allora tecnico bianconero Antonio Conte un rinforzo di qualità per quello che sarebbe stato il primo dei quattro scudetti consecutivi. In scadenza di contratto il prossimo 30 giugno, Caceres oggi riaccende la rivalità  di Mialno sul mercato. L’Inter sta pensando al difensore uruguayano per completare la propria batteria difensiva. E all’orizzonte è derby con il Milan. I rossoneri, infatti, vorrebbero ingaggiare “El Pelado” in estate a parametro zero. Il rinnovo con la Juve è in stand-by e il suo futuro potrebbe essere altrove. La distanza è di natura economica e riguarda anche le pretese dell’agente Daniel Fonseca. I campioni d’Italia per non iscrivere minusvalenze a bilancio – in caso di cessione a gennaio – devono incassare almeno 1 milione di euro. Difficile, però, che Marotta dia il via libera alla partenza di Caceres, con destinazione Inter. Rinforzare una diretta concorrente in chiave scudetto non solletica i vertici di corso Galileo Ferraris. Il Milan resta così sullo sfondo per la prossima stagione.

I calciatori delle squadre di Seria A in scadenza nel 2016
Atalanta: Cherubin, Bellini, Migliaccio, Pinilla.
Bologna: Stoianovic, Zuculini, Brienza, Mancosu.
Carpi: Belec, Benussi, Zaccardo, Spolli, Lazzari, Borriello.
Chievo: Dainelli, Gamberini, Pepe, Sardo, Bressan, Radovanovic, Seculin.
Empoli: Maccarone, Pugliesi, Croce, Zambelli, Mchedlidze, Ronaldo.
Fiorentina: Pasqual, Verdù, Iakovenko, Roncaglia, Marcos Alonso, Bagadur.
Frosinone: Diakité, Carlini, Zappino, Ajeti, Tonev, Gori.
Genoa: –
Inter: Vidic, Berni, Handanovic, Palacio, Nagatomo.
Juventus: Rubinho, Caceres, Barzagli, Evra, Padoin.
Lazio: Klose, Mauri, Braafheid, Konko, Marchetti, Seck.
Milan: Abbiati, Mexes, Alex, Montolivo, Nocerino, Zapata.
Napoli: Dezi.
Palermo: Maresca, Sorrentino, Struna, Daprelà.
Roma: Lobont, De Sanctis, Ashley Cole, Keita, Totti, Maicon.
Sampdoria: Oneto, Mesbah, Cassani.
Sassuolo: Floro Flores, Pegolo, Floccari, Missiroli, Gazzola, Pomini, Longhi, Falcinelli.
Torino: Castellazzi, Amauri, Farnerud, Pryima, Benassi.
Udinese: Pasquale, Di Natale, Lodi, Domizzi, Iturra, Romo, Widmer.
Verona: Matuzalem, Toni, Coppola, Moras.


venerdì 1 gennaio 2016

Calciomercato Lazio: offerte dall'Inghilterra per Felipe Anderson e Balde Diao Keita



Keita e Felipe amici. Amici lo saranno per sempre, è certo, forse però indosseranno maglie diverse già nelle prossime settimane. Uno dei due viaggia verso la Premier. Chi? Se Felipe Anderson ha visto il suo nome più volte accostato a quello dei Red Devils di Manchester, con questi che negli ultimi giorni di agosto erano arrivati a offrire una cifra vicina ai 50 milioni di euro, ecco che però quello più vicino ad approdare in UK adesso è Keita Balde Diao. Il talento classe '95 è finito nel mirino del Watford che, visto sfumare Iturbe (finito al Bournemouth), ha deciso di attraversare il Tevere e bussare a casa Lazio per il giovane spagnolo. Keita è apprezzato eccome dalla famiglia Pozzo, proprietaria del club inglese, che già in passato provò a portarlo a Udine e pure dal tecnico degli Hornets Quique Sanchez Flores.

I contatti tra la Lazio e il Watford sono avviati, Lotito vorrebbe tenere Keita, è un giocatore per il quale stravede, aveva alzato il muro anche in estate quando era stato proprio Keita a chiedere la cessione dopo la panchina di Shanghai. Sei mesi fa le offerte non furono ritenute sufficienti, la Lazio valutava (e valuta ancora adesso) il ragazzo circa 20 milioni di euro, nessuno si avvicinò a quella quota. La storia, oggi, però è diversa perché i Pozzo vogliono regalare al proprio allenatore l'esterno offensivo richiesto e -secondo indiscrezioni raccolte in Esclusiva da Lalaziosiamonoi.it- sono pronti a mettere sul tavolo un'offerta da 12 milioni di sterline, pari a poco più di 16 milioni di euro. Una proposta allettante che si avvicina alle richieste di Lotito che, però, vorrebbe qualche milione in più per lasciar partire Keita. Ma da parte inglese filtra ottimismo, nella seconda parte della prossima settimana ci sarà un incontro per dare un'accelerata alla trattativa e cercare di chiudere. Il Watford sta lavorando anche al tesseramento dell'attaccante di origini senegalesi. Keita non ha ancora ottenuto il passaporto spagnolo, le regole in Inghilterra sono ferree, il club però conta di inserire Keita in rosa come Young Talent e avere quindi una deroga dalla Football Association. Discorso diverso per Felipe Anderson. Il brasiliano non si muoverà da Roma nella finestra invernale, da Manchester non è pervenuta nessuna offerta. Keita e Felipe amici per sempre. Compagni di squadra ancora per poco?

Comunque i tabloid danno per concluso l'accordo tra il club inglese e la Lazio ma da Formello arrivano smentite. Il "Sun" e altri esperti di calciomercato inglese, danno in dirittura d'arrivo l'accordo tra Lazio e per Felipe Anderson. La cifra del trasferimento, che secondo il tabloid potrebbe essere annunciato già la prossima settimana, è vicina ai 50 milioni di euro: "I dirigenti del Manchester United sono stati a Roma per definire i dettagli dell'operazione che porterà il brasiliano in Premier League la prossima settimana. Il suo arrivo -scrive il Sun- non blinda però la posizione di Van Gaal sulla panchina del Manchester United". Il tecnico olandese, infatti, è stato il primo sponsor di FA10 dopo l'offerta rifiutata dalla Lazio la scorsa estate. L'ultimo, in ordine di tempo, a dare per conclusa la trattativa è Graeme Bailey, giornalista freelance inglese seguitissimo su Twitter: "Forse l'affare più grande di questa finestra di mercato invernale: Felipe Anderson al Manchester United potrebbe essere presto confermato, l'operazione è vicina alla conclusione" ha cinguettato il reporter.

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