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venerdì 6 ottobre 2017

Milan: Ancelotti, Montella ed il futuro della società



Esonerato dal Bayern Monaco l'ormai ex allenatore Carlo Ancelotti è intervenuto a margine del premio Ghirelli vinto per il suo libro "Il leader calmo". Ai microfoni dei giornalisti presenti Ancelotti ha parlato del suo addio al Bayern Monaco, parlando anche e soprattutto della possibilità di vederlo sulla panchina di Milan, Roma o addirittura della Nazionale nel prossimo futuro.

"Il Bayern Monaco fa parte del passato e io sono sempre tranquillo e calmo. L'esonero fa parte del lavoro dell'allenatore e non c'è da scandalizzarsi. In 22 anni ho sempre avuto buoni rapporti con tutti i giocatori che ho allenato perché ho rispettato tutti. Mi sono comportato così anche al Bayern. I calciatori mi hanno giocato contro? Non lo so. Io ho rispettato tutti ma come allenatore devo fare delle scelte e mandare 11 in campo e 7 in panchina. Sta all'intelligenza dei giocatori accettare le scelte e alla società supportare il suo tecnico".

"La panchina della Nazionale? Dentro di me ho ancora la voglia di allenare tutti i giorni e per questo non penso di prendere una nazionale. Eventualmente lo farò solo quando questa voglia mi passerà. L'Italia ha la forza di arrivare al Mondiale e lì di far bene anche se ci sono nazionali più forti: il calcio è un gioco di squadra e le fortune si costruiscono con la solidità difensiva come è spesso successo all'Italia".

Ma Ancelotti vede tutt'altro: "Sulle panchine italiane vedo esattamente chi c'è adesso". Alla battuta di Vincenzo Montella di volere Carletto come suo vice risponde col sorriso: "Farei volentieri il suo secondo. Facciamo una partita per uno, ma dobbiamo trovare la società che ce lo fa fare. E la troveremo". Promesso.

Le notizie dei media delle ultime ore a proposito della proprietà del Milan  non fa altro che confermare la tesi che “quando piove, poi grandina”. È incredibile, infatti, come negli ultimi giorni si susseguano problemi di ogni genere e tipo. Oltre a quelli in campo e panchina, adesso si vanno a aggiungere anche quelli di tipo societario. Se però i dubbi e le perplessità sulla genesi e soprattutto sul futuro di questa proprietà non sono esattamente una notizia, lo diventano nel momento in cui a paventarli adesso è chi negava tutto e sosteneva anche davanti all’evidenza fino a solo una settimana fa.

Forbes ha attaccato: "Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole"
Attacco da Forbes alla società rossonera: "Per i proprietari del Milan è improbabile che la ricerca di nuovi soci finisca bene. La realtà è che i nuovi proprietari del Milan semplicemente non hanno le quasi illimitate risorse di Chelsea, City e Psg. Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole".

Il quotidiano Libero ha proposto uno scenario drammatico, con l’azionista di maggioranza Li “sull’orlo di un precipizio”.

Se davvero il governo cinese dovesse addirittura “chiedere ai principali finanziatori del proprietario del Milan di rientrare dall’operazione riportando a casa i soldi versati per l’acquisto dei rossoneri” si aprirebbero giorni davvero di fuoco per la società rossonera. Libero stima che se i gruppi che figurano come maggiori finanziatori di Mister Li, Huarong e Haixia dovessero uscire dal capitale societario, si aprirebbe una voragine di 200 milioni.

Ed a quel punto, anche il piano B predisposto dalla società rischierebbe di fallire miseramente. Quale istituzione finanziaria si avventurerebbe a rifinanziare il prestito di circa 300 milioni concesso dal fondo Elliott sapendo che i principali finanziatori asiatici sono in fuga?

Il Milan deve affrontare i nodi che stanno venendo al pettine.C’era un processo con il Voluntary Agreement, i risultati non aiutano però ad andare dalla UEFA e per cercare soci di minoranza. La scadenza con Elliott la sappiamo, il progetto è sportivamente zoppo. La salvaguardia però è rappresentata dal Fondo Elliott, se fai un’operazione da 800 milioni e tu ne metti solo 300 mentre gli altri 500 a debito, sei chiaramente in difficoltà se le cose non vanno bene. Se non arrivano i risultati, allora tutto diventa più complicato, i risultati sono determinanti”.

Emerge la preoccupazione da parte di Silvio Berlusconi per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: «E la squadra non va...». Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che «ci vuole pazienza» all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: «Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?». Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna «presidente-allenatore». E non si ferma.

La dimostrazione di tutto questo è il silenzio di Fassone. Sappiamo quanto sia sensibile e suscettibile questo Milan quanto sì mette in discussione la forza economica del suo proprietario, di chi c'è dietro Yonghong Li e di come riuscirà a restituire la montagna di euro che si è fatto prestare.

Yonghong Li cerca soci cui affiancarsi nella compagine azionaria del Milan. Non è una novità quanto uscito negli scorsi giorni. E’ stata riportata all’attenzione della cronaca quanto da mesi, cioè dal giorno successivo al closing, si sapeva. Mr Li non può continuare con le sue forze nell’avventura rossonera e starebbe sondando potenziali co-investitori. Le vere novità, al contrario, potrebbero essere due. La prima, come indicato dall’agenzia Reuters, è che Mr Li starebbe cercando anche investitori europei (addirittura italiani). Questa’ultima opzione è stata smentita dal Milan.

La novità è la valutazione che Mr Li avrebbe in mente per una minoranza del Milan: un 25 per cento verrebbe valutato più o meno 200 milioni di euro per una valutazione complessiva del club di 800 milioni di euro (escluso il debito). Quindi dopo appena pochi mesi il valore del club è lievitato: ai tempi del closing il Milan era stato valutato (esclusi i debiti per 220 milioni) circa 520 milioni di euro. Guarda caso i 200 milioni di euro che Mr Li punta ad incassare è la cifra che la Rossoneri Sport Investment deve a monte al fondo Elliott: ad ottobre del prossimo anno scadrà infatti la tranche da 180 milioni (più interessi) dovuta al fondo statunitense.


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