Il Var non piace alla Lazio, lo ha già ribadito più volte il tecnico Simone Inzaghi. La guerra tra la Lazio e il Var prosegue. Dopo le proteste degli ultimi mesi di Simone Inzaghi e Igli Tare, questa volta a prendere posizione contro i torti arbitrali subiti in questo campionato sono i tifosi biancocelesti. Il Comitato dei Consumatori della Lazio, infatti, ha avviato una raccolta firme per promuovere una class action nei confronti dell'Aia, l'Associazione italiana arbitri. Una campagna che ha fin qui raccolto un migliaio di adesioni via mail e che ieri, davanti a un notaio, ha visto la presenza di circa 250 persone. Come ha riportato il Corriere dello Sport, se il giudice ordinario darà ragione al comitato, la class action contesterà "l'erronea applicazione del protocollo Var nelle partite con Roma, Fiorentina, Sampdoria, Torino, Inter e Milan, in cui la Lazio è stata danneggiata".
Sono già mille o poco più le adesioni raccolte via mail, inoltre ieri quasi trecento tifosi hanno iniziato a firmare il modello di autocertificazione per formalizzare il consenso alla causa anti-Var. Il tutto è stato fatto di fronte a un notaio alla Comix Università San Paolo a Roma. Ci saranno altri eventi per raccogliere firme, ma la strada è segnata: i tifosi sono contro il Video Assistance Referee e si rivolgeranno al giudice ordinario.
L’iniziativa è riservata ai Consumatori della Lazio, intesi come abbonati allo stadio o alle Pay Tv, ma anche ai possessori di biglietti per le singole partite. Nelle intenzioni del c’è quello di reagire nei confronti dell’Aia con l’obiettivo di chiarire l’erronea applicazione del Var.
Nella peggiore delle ipotesi (nella migliore, secondo l’ottica del Comitato) si potrebbe chiedere di sospendere l’omologazione dei risultati delle partite contestate, qualora il ricorso del Comitato superasse l’udienza filtro. Tutto è in ballo, staremo ma vedere cosa accadrà.
Si era mosso anche lo studio legale Previti: «Tifosi lesi nel diritto di poter vivere la passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti» che ha notificato il risarcimento dei danni causati a ogni singolo tifoso, "leso nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa". I promotori dell'azione legale, contestano la condotta dei due arbitri "gravemente e del tutto immotivatamente discostata da quanto stabilito dal regolamento del Giuoco del Calcio, dalla "Guida Pratica AIA" e dalle successive raccomandazioni del Settore Tecnico in tema di rilevazione del fallo di mano, privando la squadra di un sacrosanto calcio di rigore", con l'aggravante che l'intervento del Var "è stato richiesto in merito al contatto tra il difensore del Torino Burdisso e l'attaccante della Lazio Immobile, in occasione del quale è stato commesso l'ulteriore errore dell'espulsione del giocatore della Lazio, lasciando impunito il giocatore del Torino". Errori che "integrano - si legge ancora nell'atto recapitato ai due fischietti - gli estremi di una vera e propria responsabilità professionale a carico dei direttori di gara", affinché "si affermi con forza il principio di responsabilità anche con riferimento all'operato degli arbitri, attori, al pari delle altre componenti (tifosi, società, calciatori) di uno spettacolo che non può permettersi di essere falsato da decisioni dei direttori di gara palesemente errate e addirittura in contrasto con le regole ufficiali del gioco".
Nessun commento:
Posta un commento