Opportunità Meireles per l'Inter. Potrebbe essere il centrocampista lusitano - in rottura con il Fenerbahce dopo la squalifica per quattro giornate - quel rinforzo capace di dare nuova linfa alla mediana nerazzurra nella seconda parta di stagione. La dirigenza di Corso Vittoria Emanuele starebbe pensando sul da farsi ma un'ultima decisione, sottolinea stamane 'Il Corriere dello Sport', verrà presa dal tecnico Stramaccioni.
Stando a quanto riferito da 'La Gazzetta dello Sport', i 'Reds' si sarebbero fatti avanti per Wesley Sneijder, che non ha intenzione di restare un mese di più a Milano. Il mese è ovviamente quello di gennaio, quello del mercato, l'ultimo utile per cambiare vita e colori di maglia. Come si apprende dalla prima pagina de 'La Gazzetta dello Sport' in edicola domani, l'ultima squadra in ordine di tempo ad essersi fatta avanti è il Liverpool: l'olandese, secondo la testata rosa che titola ' Il Liverpool chiama Sneijder', sarebbe tentato da questa nuova avventura.
L'Inter sta stringendo con la Lazio per avere Tommaso Rocchi e cerca di capire se può arrivare a Fernando
del Porto, il presidente del River Plate Daniel Passarella, presidente del River Plate, è in Italia per trattare il possibile trasferimento di Ezequiel Cirigliano. Il centrocampista, punto di forza del club argentino, piace a Lazio, Udinese, Fiorentina e Napoli ma dalla Russia potrebbe chiudere il discorso l'Anzhi Makhachkala con una mega-offerta.
Fra le società più attive sul mercato in questo momento, e in attesa dell’inzio ufficiale del prossimo 3 gennaio, c'é la Roma,e non a caso il d.s. Walter Sabatini non ha seguito la squadra nella tournee in Florida. Il dirigente romanista sta valutando le proposte del Milan, che non ha chiesto soltanto Maarten Stekelenburg (per sostituirlo in rosa tornerebbe a Trigoria Gianluca Curci) ma anche Mattia Destro. Quest'ultima voce ha già provocato malcontento fra la tifoseria giallorossa, già non entusiasta della prospettiva che Stekelenburg vada a rinforzare i rossoneri.
Se a Milanello finisse anche Destro potrebbe esserci contestazione, quindi è probabile che alla fine l'attaccante non parta, nonostante le avances milaniste. Sabatini tratta anche con il Palermo per Marquinho, ma sulla partenza di questo giocatore ci sarebbe il veto di Zeman. In entrata la Roma sta cercando di capire se è possibile 'soffiare' il 18enne Doria del Botafogo alla Juve, ma bisogna tenere presente che in questo mercato invernale il club di Trigoria non può prendere extracomunitari e ciò anche se venisse ceduto il giovane uruguayano Nico Lopez, per il quale si sono fatte avanti Catania e Siena. Sempre per l'impossibilità di tesserare extracomunitari a gennaio è stata rispedita al mittente la proposta di un intermediario che aveva offerto il giovane centrocampista brasiliano Mahatma Gandhi del Vitoria Bahia. Dal Pescara potrebbe tornare il terzino Crescenzi, per rinforzare la panchina.
Il centrocampista brasiliano Anselmo, ex Sao Caetano, lascia il Genoa e va al Palermo, che dalla squadra ligure vorrebbe anche IMMOBILE (per il quale ci sono anche le richieste di Lazio e Pescara). Ma l'attaccante ha dichiarato a Sky che ora vorrebbe rimanere alla corte di Preziosi. Il Napoli ha molte richieste dal Brasile per Edu Vargas, sul quale lavorano Gremio (offre 1 milione per il prestito), Flamengo e San Paolo, che offre anche Casemiro come contropartita tecnica.
Possibile anche che Uvini torni in patria nel club che lo ha lanciato, visto che con Mazzarri non trova spazio. Il d.s. partenopeo Riccardo Bigon lavora anche su Raul Bobadilla dello Young Boys e vaglia le offerte per Andrea Dossena. Dall'Uruguay, dove si trova in vacanza, si sarebbe offerto Diego LUGANO, che a gennaio vuole assolutamente lasciare il Paris St. Germain. L'attaccante franco-marocchino Marouane Chamakh, dell'Arsenal, è sempre nel mirino della Fiorentina, ma ha fatto sapere che ama Londra e per ora non vorrebbe andarsene anche se non è titolare nei 'gunners'.
Nelle scorse settimane sembrava solo una voce, ma oggi 'La Repubblica' rilancia con forza l'indiscrezione che vorrebbe la Lazio interessata a Frank Lampard. Il direttore sportivo Igli Tare avrebbe contattato di persona il centrocampista campione d'Europa, che a giugno lascerà a parametro zero il Chelsea. Lui oggi percepisce circa 7,5 milioni di euro netti annui, mentre i biancocelesti gli offrirebbero un triennale da 2,5 milioni.
Dal Brasile viene data sempre per fatta la trattativa per Pato al Corinthians (al Milan andranno 15 milioni di euro), mentre le parole del vicepresidente del Santos Odilio Rodrigues fanno capire che è tutt'altro che facile la trattativa per il ritorno in patria di Robinho, sul quale però (a fari spenti) continua a esserci anche il Flamengo.
Al Pescara: è arrivato il difensore argentino Nicolas Arce, ora potrebbe essere la volta del laterale brasiliano Pikachu, gioiello del Paysandu. Offerti anche il centrocampista cileno Francisco Silva e l'altro esterno brasiliano Dyego Coelho, ex Bologna e ora al Bahia. Ma intanto il patron degli abruzzesi Daniele Sebastiani lavora in uscita e sta cercando di individuare la giusta contropartita tecnica da ricevere dall'Udinese in cambio di Juan Fernando Quintero.
Diego Buonanotte può essere il nome nuovo per il centrocampo del Palermo. Come riferisce 'As.com', la dirigenza rosanero avrebbe in programma un incontro con i procuratori dell'argentino, che potrebbe lasciare il Malaga per via della crisi economica del club. Si tratterebbe di un autentico colpo di mercato, visto l'interesse suscitato da Buonanotte ai tempi del River Plate per molti grandi club d'Europa.
Codice monitoraggio
domenica 30 dicembre 2012
sabato 29 dicembre 2012
Maradona: 'Voglio tornare a Napoli'
Diego Armando Maradona, il campione del XX secolo, vuole "Tornare in Italia, a Napoli, dove non ha mai dimenticato i tifosi. Anche se sono trascorsi 20 anni, gli amici sono aumentati anziché diminuire".
L'avvocato Angelo Pisani, legale difensore dell'argentino nella causa contro Equitalia, ha spiegato: "Ho telefonato a Diego per ringraziarlo per le parole rivolte a Napoli e ai napoletani durante la consegna del premio quale migliore giocatore del secolo. Mi ha espresso ancora una volta il suo desiderio di tornare a Napoli ma ritenendo erroneamente di non poter tornare nella città che ancora lo ama per via del processo tributario che lo vede coinvolto. Gli ho chiarito che non ha alcun motivo per non tornare a Napoli. Non esiste oggi alcun provvedimento esecutivo nei suoi confronti, ma solo errati calcoli ed ingiustificate pretese senza una minima prova in quanto già assolto sia in sede penale nel 1992 sia nel 1994 in sede tributaria con una sentenza valida anche per l'ex presidente Ferlaino e i calciatori Alemao e Careca".
Al 'Globe Soccer' di Dubai è stato premiato anche Radamel Falcao, come miglior giocatore dell'anno 2012. L'attaccante colombiano dell'Atletico Madrid ha dichiarato: "Sono fiero del fatto che molti grandi club manifestino interesse nei miei confronti, ma dovranno attendere la fine di questa stagione e poi si vedrà cosa potrà succedere. In ogni caso non è assolutamente prevista una mia partenza dall'Atletico Madrid durante il mercato di gennaio, voglio raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati con il mio club attuale".
L'avvocato Angelo Pisani, legale difensore dell'argentino nella causa contro Equitalia, ha spiegato: "Ho telefonato a Diego per ringraziarlo per le parole rivolte a Napoli e ai napoletani durante la consegna del premio quale migliore giocatore del secolo. Mi ha espresso ancora una volta il suo desiderio di tornare a Napoli ma ritenendo erroneamente di non poter tornare nella città che ancora lo ama per via del processo tributario che lo vede coinvolto. Gli ho chiarito che non ha alcun motivo per non tornare a Napoli. Non esiste oggi alcun provvedimento esecutivo nei suoi confronti, ma solo errati calcoli ed ingiustificate pretese senza una minima prova in quanto già assolto sia in sede penale nel 1992 sia nel 1994 in sede tributaria con una sentenza valida anche per l'ex presidente Ferlaino e i calciatori Alemao e Careca".
Al 'Globe Soccer' di Dubai è stato premiato anche Radamel Falcao, come miglior giocatore dell'anno 2012. L'attaccante colombiano dell'Atletico Madrid ha dichiarato: "Sono fiero del fatto che molti grandi club manifestino interesse nei miei confronti, ma dovranno attendere la fine di questa stagione e poi si vedrà cosa potrà succedere. In ogni caso non è assolutamente prevista una mia partenza dall'Atletico Madrid durante il mercato di gennaio, voglio raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati con il mio club attuale".
venerdì 28 dicembre 2012
Il calcio e l’Irap è polemica tra i club
Per il Consiglio di Stato le operazioni di mercato sono da tassare. Lotito insorge: tassa iniqua, mina la competitività. Simonelli propone: imitiamo l'Inghilterra, detassiamo le plusvalenze reinvestite.
Un parere del Consiglio di Stato stabilisce che le società di calcio sono tenute al pagamento dell'Irap per le plusvalenze derivate dalle cessioni di mercato. E scoppia la polemica nel mondo del pallone.
Nei giorni della crisi globale, con un mercato di riparazione già congelato dalla scarsa liquidità dei club si profila un nuovo spettro nel contenzioso che oppone spesso le società e il Fisco. Alla massa di 800 milioni di euro di imposte già versate dal sistema calcio, rischia di aggiungersi l'obbligo del versamento Irap sulle plusvalenze, se d'ora in poi farà testo il parere del Consiglio di Stato depositato lo scorso 11 dicembre.
"Bisogna importare il sistema adottato in Inghilterra, dove non sono tassate le plusvalenze sui giocatori se reinvestite", è la proposta del presidente del collegio dei revisori della Lega di serie A Ezio Maria Simonelli, che coordina il tavolo fra i club e il Fisco.
"Ci sono una serie di partite aperte con il Fisco, gestite in maniera 'fair' e - ha spiegato Simonelli, che e' candidato alla presidenza della Lega di serie A - questo tavolo dovrà anche chiarire le regole per il futuro: per le società è meglio arrossire adesso per evitare di sbiancare in futuro per accertamenti milionari". Fra le partite aperte c'e' quella dell'Irap sulle plusvalenze.
"Ci sono posizioni diverse. Secondo il Fisco va pagata, secondo le società no perché le plusvalenze nascono da cespiti, e lo stipendio di un calciatore non e' deducibile a fini Irap, quindi si sentono tassate due volte - ha notato Simonelli - Hanno sancito questo principio alcune decisioni di commissioni tributarie a favore ad esempio di Lazio e Cagliari, ma alla fine non tutti pagano l'Irap sulle plusvalenze. Ad esempio, il Milan lo fa e l'Inter no. Quando ho aperto il tavolo di lavoro con il Fisco ho detto che e' interesse della Lega avere regole uguali per tutti. Dovremmo importare il sistema di sviluppo adottato in Inghilterra".
L'ultima parola spetta alla Cassazione ma il pronunciamento dell'organo amministrativo segna una nuova tappa nella lunga querelle tra le società e l'Agenzia delle Entrate. Il Fisco ha aperti in tutta Italia diversi contenziosi con parecchi club per le annualità fino al 2007 (dal 2008 infatti l'Irap deriva dal bilancio e non ci sono dubbi interpretativi).
A lanciare il grido d'allarme è il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che valuta negativamente il parere con cui il Consiglio di Stato (n. 5285 dell'11 dicembre). "Tutto si basa su un'interpretazione di una circolare fatta, quando era ministro del Tesoro Visco, per impedire le plusvalenze facili – ha spiegato il presidente biancoceleste -, ma oggi le squadre pagano regolarmente le tasse. E con l'Irap, a livello europeo, siamo penalizzati perché oltre a non avere gli stadi, abbiamo una doppia tassazione: cedendo un giocatore, oltre a pagare l'Ires (imposta sul reddito delle società, ndr) abbiamo una tassa straordinaria sulle plusvalenze.
Questo non esiste in nessun altro paese d'Europa. In Inghilterra c'e' addirittura la detassazione sulle tasse ordinarie".
Il calcio italiano rischia di pagare oggi le gestioni 'creative' dell'inizio del nuovo secolo, quando l'equilibrio patrimoniale si realizzava tramite le plusvalenze ottenute dalle cessioni di top player e di tanti giovani prodotti nei vivai. Una scorciatoia finanziaria che ha già presentato il suo conto sotto forma di debiti (proprio la società biancoceleste fu salvata dal crac grazie alla spalmatura in 23 anni del debito di 140 milioni verso l'erario.
Un parere del Consiglio di Stato stabilisce che le società di calcio sono tenute al pagamento dell'Irap per le plusvalenze derivate dalle cessioni di mercato. E scoppia la polemica nel mondo del pallone.
Nei giorni della crisi globale, con un mercato di riparazione già congelato dalla scarsa liquidità dei club si profila un nuovo spettro nel contenzioso che oppone spesso le società e il Fisco. Alla massa di 800 milioni di euro di imposte già versate dal sistema calcio, rischia di aggiungersi l'obbligo del versamento Irap sulle plusvalenze, se d'ora in poi farà testo il parere del Consiglio di Stato depositato lo scorso 11 dicembre.
"Bisogna importare il sistema adottato in Inghilterra, dove non sono tassate le plusvalenze sui giocatori se reinvestite", è la proposta del presidente del collegio dei revisori della Lega di serie A Ezio Maria Simonelli, che coordina il tavolo fra i club e il Fisco.
"Ci sono una serie di partite aperte con il Fisco, gestite in maniera 'fair' e - ha spiegato Simonelli, che e' candidato alla presidenza della Lega di serie A - questo tavolo dovrà anche chiarire le regole per il futuro: per le società è meglio arrossire adesso per evitare di sbiancare in futuro per accertamenti milionari". Fra le partite aperte c'e' quella dell'Irap sulle plusvalenze.
"Ci sono posizioni diverse. Secondo il Fisco va pagata, secondo le società no perché le plusvalenze nascono da cespiti, e lo stipendio di un calciatore non e' deducibile a fini Irap, quindi si sentono tassate due volte - ha notato Simonelli - Hanno sancito questo principio alcune decisioni di commissioni tributarie a favore ad esempio di Lazio e Cagliari, ma alla fine non tutti pagano l'Irap sulle plusvalenze. Ad esempio, il Milan lo fa e l'Inter no. Quando ho aperto il tavolo di lavoro con il Fisco ho detto che e' interesse della Lega avere regole uguali per tutti. Dovremmo importare il sistema di sviluppo adottato in Inghilterra".
L'ultima parola spetta alla Cassazione ma il pronunciamento dell'organo amministrativo segna una nuova tappa nella lunga querelle tra le società e l'Agenzia delle Entrate. Il Fisco ha aperti in tutta Italia diversi contenziosi con parecchi club per le annualità fino al 2007 (dal 2008 infatti l'Irap deriva dal bilancio e non ci sono dubbi interpretativi).
A lanciare il grido d'allarme è il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che valuta negativamente il parere con cui il Consiglio di Stato (n. 5285 dell'11 dicembre). "Tutto si basa su un'interpretazione di una circolare fatta, quando era ministro del Tesoro Visco, per impedire le plusvalenze facili – ha spiegato il presidente biancoceleste -, ma oggi le squadre pagano regolarmente le tasse. E con l'Irap, a livello europeo, siamo penalizzati perché oltre a non avere gli stadi, abbiamo una doppia tassazione: cedendo un giocatore, oltre a pagare l'Ires (imposta sul reddito delle società, ndr) abbiamo una tassa straordinaria sulle plusvalenze.
Questo non esiste in nessun altro paese d'Europa. In Inghilterra c'e' addirittura la detassazione sulle tasse ordinarie".
Il calcio italiano rischia di pagare oggi le gestioni 'creative' dell'inizio del nuovo secolo, quando l'equilibrio patrimoniale si realizzava tramite le plusvalenze ottenute dalle cessioni di top player e di tanti giovani prodotti nei vivai. Una scorciatoia finanziaria che ha già presentato il suo conto sotto forma di debiti (proprio la società biancoceleste fu salvata dal crac grazie alla spalmatura in 23 anni del debito di 140 milioni verso l'erario.
Etichette:
Agenzia delle Entrate,
calcio,
Calciomercato,
Claudio Lotito,
Consiglio di Stato,
Ezio Maria Simonelli,
fisco,
Irap,
operazioni di mercato,
plusvalenze,
società,
tasse
martedì 25 dicembre 2012
Juventus: il 2012 anno perfetto
Una squadra ricostruita, un'annata magica e ora l'asticella si alza: l'obiettivo è la Champions. Andrea Agnelli fa il bilancio della sua Juventus, che ha chiuso il 2012 da campione d'inverno. "E' tornata la consapevolezza di quello che siamo da oltre un secolo – ha detto il presidente della Juventus in un'intervista a Repubblica - E' un magnifico destino: vincere. Abbiamo giocato per quattro mesi senza allenatore ed è sembrato normale. Ci provino gli altri. Se vinci pesi e se pesi conti. Oggi abbiamo una società forte e una squadra forte. Senza risultati la parola potere è astratta". E del cammino fatto alla guida della Juve parla anche sulle pagine della Gazzetta:
"Quando l'ho presa era una società apatica: ora punta alla Champions. Io voglio vincere sempre". Agnelli parla anche della contesa in Lega: "Va riconosciuta la validità della candidatura di Abodi, trasversale perché è stato appoggiato da club grandi e piccoli: va portata avanti. Beretta? Mi aspetterei che fosse lui a fare un passo indietro. Restare lì, approfittando dello sfinimento delle parti non rappresenta il bene della Lega". Ma se il 2012 "é stato perfetto" per la Juve, Agnelli è convinto che il "calcio va rifatto". La priorità è per gli stadi: "Senza pubblico il prodotto non ha senso, senza il teatro lo spettacolo muore". E poi c'é da riformare tutto: "Va riscritto il quadro normativo attraverso un testo unico dello sport: si cambi la legge sul professionismo, si faciliti l'impiantistica e si tutelino i marchi. Questo lo deve fare un soggetto politico". Nuovo presidente del Coni? "Mi auguro che chiunque sieda su quella poltrona diventi un leader di cambiamento". Quanto alla Figc dice che "Abete ha fallito, tutto il sistema non riesce a rinnovarsi". Per questo "basta con i giudici nominati dalla stessa persona, il presidente della Figc: esistono i concorsi". Autonomi anche gli arbitri: "Il sistema usa funziona, arbitri professionisti autonomi dalle leghe: chi è bravo va avanti, chi sbaglia va via". per la sua Juve qualche giorno di meritato riposo e poi si riprende per la seconda parte della stagione, in cui la Champions resta il grande obiettivo: "Il sorteggio col Celtic non è stato sgradito, noi andiamo in campo con l'obiettivo di vincere anche la Champions"
Antonio Conte, uscito più forte dalla squalifica: "Io penso di essere più forte ora, dopo la squalifica. Ma mi ha causato molto dolore essere lontano per quattro mesi, non avere il contatto con i miei calciatori, mi è mancato molto". Conte è tornato, in un'intervista a Sky, a parlare del periodo lontano dal campo per la squalifica per il calcioscommesse. "Io mi auguro che in futuro le cose possano cambiare - ha aggiunto l'allenatore bianconero -. Sono vicino a Cannavaro e Grava (squalificati sempre per le scommesse ndr), così come al Napoli: bisogna punire chi deve essere punito non chi si rifiuta di fare determinate cose ma non le denuncia. Io ho lavorato molto su di me cercando qualcosa di costruttivo in quanto di negativo mi stava capitando".
"Quando l'ho presa era una società apatica: ora punta alla Champions. Io voglio vincere sempre". Agnelli parla anche della contesa in Lega: "Va riconosciuta la validità della candidatura di Abodi, trasversale perché è stato appoggiato da club grandi e piccoli: va portata avanti. Beretta? Mi aspetterei che fosse lui a fare un passo indietro. Restare lì, approfittando dello sfinimento delle parti non rappresenta il bene della Lega". Ma se il 2012 "é stato perfetto" per la Juve, Agnelli è convinto che il "calcio va rifatto". La priorità è per gli stadi: "Senza pubblico il prodotto non ha senso, senza il teatro lo spettacolo muore". E poi c'é da riformare tutto: "Va riscritto il quadro normativo attraverso un testo unico dello sport: si cambi la legge sul professionismo, si faciliti l'impiantistica e si tutelino i marchi. Questo lo deve fare un soggetto politico". Nuovo presidente del Coni? "Mi auguro che chiunque sieda su quella poltrona diventi un leader di cambiamento". Quanto alla Figc dice che "Abete ha fallito, tutto il sistema non riesce a rinnovarsi". Per questo "basta con i giudici nominati dalla stessa persona, il presidente della Figc: esistono i concorsi". Autonomi anche gli arbitri: "Il sistema usa funziona, arbitri professionisti autonomi dalle leghe: chi è bravo va avanti, chi sbaglia va via". per la sua Juve qualche giorno di meritato riposo e poi si riprende per la seconda parte della stagione, in cui la Champions resta il grande obiettivo: "Il sorteggio col Celtic non è stato sgradito, noi andiamo in campo con l'obiettivo di vincere anche la Champions"
Antonio Conte, uscito più forte dalla squalifica: "Io penso di essere più forte ora, dopo la squalifica. Ma mi ha causato molto dolore essere lontano per quattro mesi, non avere il contatto con i miei calciatori, mi è mancato molto". Conte è tornato, in un'intervista a Sky, a parlare del periodo lontano dal campo per la squalifica per il calcioscommesse. "Io mi auguro che in futuro le cose possano cambiare - ha aggiunto l'allenatore bianconero -. Sono vicino a Cannavaro e Grava (squalificati sempre per le scommesse ndr), così come al Napoli: bisogna punire chi deve essere punito non chi si rifiuta di fare determinate cose ma non le denuncia. Io ho lavorato molto su di me cercando qualcosa di costruttivo in quanto di negativo mi stava capitando".
Mourinho perde ancora, e la panchina del Real Madrid a rischio
Nessuna squadra di Mourinho aveva perso più di 4 partite prima di Natale e il Real è già a quota 7. Con un distacco in classifica dal Barça di 16 punti. Ultimo ko, quello per 3-2 a Malaga. Lo 'Special One', quindi, è sempre più nell'occhio del ciclone. Come ciliegina sulla torta è arrivata anche la panchina per Casillas, storico capitano del Real.
La stampa si è scatenata contro il portoghese. Lui: «Non mi dimetto»
Non succedeva da dieci anni che il portiere capitano della nazionale spagnola e dei merengues, considerato uno dei migliori al mondo nel ruolo, fosse costretto a fare il numero dodici. Mou ha sostenuto che Casillas fosse fuori forma e per questo motivo gli avrebbe preferito la riserva 25enne Antonio Adan. Ma quasi nessuno gli crede. Anche perché il Real ha poi perso 3-2 contro gli andalusi: lo sportivo Marca titola a caratteri cubitali: «La colpa non era di Iker», mentre il concorrente As urla: «Disastro totale senza Iker». Questa volta Mou, espertissimo in guerriglie psicologiche e in artifizi dialettici, forse ha toppato.
A chi gli chiede se pensa alle dimissioni, risponde alla sua maniera: «No, e non temo per il mio posto di lavoro. Questo è il calcio. Non sono un bambino che è arrivato ieri - ha detto - sono conscio del fatto che nel calcio non c'è memoria di quanto fatto in passato. Ma questa pausa arriva al momento giusto». Ma, considerando che i marziani del Barcellona si sono ormai involati a 16 punti di distanza e che Casillas è una sorta di santo laico per i tifosi madridisti, i minuti del portoghese in Spagna sembran proprio contati.
La stampa si è scatenata contro il portoghese. Lui: «Non mi dimetto»
Non succedeva da dieci anni che il portiere capitano della nazionale spagnola e dei merengues, considerato uno dei migliori al mondo nel ruolo, fosse costretto a fare il numero dodici. Mou ha sostenuto che Casillas fosse fuori forma e per questo motivo gli avrebbe preferito la riserva 25enne Antonio Adan. Ma quasi nessuno gli crede. Anche perché il Real ha poi perso 3-2 contro gli andalusi: lo sportivo Marca titola a caratteri cubitali: «La colpa non era di Iker», mentre il concorrente As urla: «Disastro totale senza Iker». Questa volta Mou, espertissimo in guerriglie psicologiche e in artifizi dialettici, forse ha toppato.
A chi gli chiede se pensa alle dimissioni, risponde alla sua maniera: «No, e non temo per il mio posto di lavoro. Questo è il calcio. Non sono un bambino che è arrivato ieri - ha detto - sono conscio del fatto che nel calcio non c'è memoria di quanto fatto in passato. Ma questa pausa arriva al momento giusto». Ma, considerando che i marziani del Barcellona si sono ormai involati a 16 punti di distanza e che Casillas è una sorta di santo laico per i tifosi madridisti, i minuti del portoghese in Spagna sembran proprio contati.
sabato 22 dicembre 2012
Malaga fuori un anno dall'Europa
Provvedimento non vale per la stagione 2012 2013. L'Uefa ha escluso il Malaga dalle Coppe europee per 1 anno a causa dei mancati pagamenti dei debiti (anche nei confronti dei tesserati) accumulati dal club andaluso. Il provvedimento non vale per la stagione in corso, quindi la squadra di Pellegrini potrà regolarmente giocare il doppio confronto con il Porto per gli ottavi di finale della Champions, ma andrà in vigore per la prima stagione calcistica, entro le prossime quattro, in cui il Malaga otterrà di nuovo un posto in Europa.
Se entro il 31 marzo 2013 la società non onorerà i suoi impegni finanziari la squalifica salirà a due anni. Il Malaga appartiene dal 2010 a uno Sceicco del Qatar, Abdullah Al-Thani, cugino dei proprietari del Paris SG, che dopo un primo anno di investimenti 'faraonici' con il venire a galla di tutti i debiti del club ha progressivamente chiuso 'il rubinetto' dei finanziamenti, annunciando anche l'intenzione di cedere il club, proposito poi rientrato anche a causa della mancanza di acquirenti.
Se entro il 31 marzo 2013 la società non onorerà i suoi impegni finanziari la squalifica salirà a due anni. Il Malaga appartiene dal 2010 a uno Sceicco del Qatar, Abdullah Al-Thani, cugino dei proprietari del Paris SG, che dopo un primo anno di investimenti 'faraonici' con il venire a galla di tutti i debiti del club ha progressivamente chiuso 'il rubinetto' dei finanziamenti, annunciando anche l'intenzione di cedere il club, proposito poi rientrato anche a causa della mancanza di acquirenti.
Iscriviti a:
Post (Atom)