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sabato 21 dicembre 2013

James Pallotta ha detto sì ai cinesi



Vi è l’accoglienza «con favore» a nuovi partner di ogni origine e provenienza l'investitore cinese è Chen Feng e il suo gruppo Hna. Per rendere famoso in campo internazionale il marchio As Roma non si può prescindere dai risultati e i risultati non possono prescindere dal rafforzamento della squadra. Servono soldi per migliorare la situazione debitoria, servono soldi per portare avanti il progetto dello stadio. Se arriva un socio cinese, davanti alla Roma si spalanca di colpo un mercato di un miliardo e trecento milioni di potenziali clienti. Solo che Pallotta non intende lasciare tutto questo in mano ad altri. Gli va bene la prima parte del piano cinese: arrivare al possesso di un 30% della società pagando, tra acquisto delle azioni di Unicredit e aumento di capitale, un centinaio di milioni. Non la seconda: aspettare il momento opportuno per impossessarsi della Roma.

Gli USA convergono verso Unicredit: i cinesi di Hna possono entrare nel capitale di Neep, la holding che ha il 78% della As Roma Il percorso è quello iniziale, ipotizzato dalla banca milanese che ha il 31% della scatola proprietaria del club giallorosso: cessione diretta di una quota del 20% che diluirebbe la sua partecipazione all’11%. Chen Feng, patron del gruppo orientale con interesse nelle compagnie aeree, alberghi, finanza, con un attivo che sfiora 44 miliardi, inoltre, sarebbe disposto a mettere altri soldi in aumento di capitale di Neep che, a cascata, rafforzerebbe la Roma.

Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit, da sempre delegato a gestire il dossier calcistico (è anche presidente di Neep e consigliere della Roma) si è recato al Macro, il locale situato al Testaccio dove si è svolta la festa di Natale della squadra. Il banchiere ha presenziato, ma senza cenare, per rispondere alla chiamata di James Pallotta che, qualche giorno prima il suo arrivo a Roma, gli ha fatto pervenire una richiesta di incontro. Peraltro Fiorentino ha accettato di incontrare il presidente della Roma in pubblico, davanti a centinaia di persone, proprio per dimostrare il clima disteso tra i soci, dopo le incomprensioni di una quindicina di giorni fa. Poi il banchiere e l’imprenditore di Boston si sarebbero chiusi in una saletta del Ristorante per discutere a quattr’occhi del futuro del club. Tra i due, in meno di 30 minuti, ci sarebbe stato un chiarimento definitivo. Pallotta avrebbe condiviso che il nuovo socio acquisti le azioni da Unicredit per un prezzo di circa 30-40 milioni: tecnicamente è possibile che la banca conferisca il 31% in una newco, di cui la maggioranza passerebbe a Hna. Questo consentirebbe di mantenere gli stessi diritti di governance (posti in cda e diritti di veto) spettanti al socio che rappresenta almeno il 30%. Il valore del pacchetto dipenderà dall’esito del negoziato che, a breve, dovrebbe riprendere con la mediazione di Alessandro Daffina, ad di Rothschild Italia, romanista sfegatato. Infatti, dopo le baruffe tra Pallotta e Unicredit, risolte dalla Consob che ha stanato gli americani costringendoli ad ammettere di essere a conoscenza delle trattative (ammesse da subito dalla banca), Hna sarebbe in stand by, in attesa di chiarimenti. Ora che il disgelo è avvenuto, si potrà ripartire. I tempi? Prima dell’interruzione sembravano accelerati: bisognerà ora verificare cosa ne pensa mister Feng: pare però che le intenzioni siano quelle di prima.




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