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domenica 24 aprile 2016
Ferrara in festa, Spal in serie B dopo 23 anni e due fallimenti
Il campionato cadetto riabbraccia la Società Polisportiva Ars et Labor. La squadra biancazzurra a righe verticali ottiene la promozione tra i cadetti grazie all'1-1 con l'Arezzo: bastava solo un punto per la certezza matematica. Si chiude così la parentesi più buia del calcio ferrarese, tra retrocessioni, crisi societarie e fallimenti. E i tifosi sognano già la serie A.
L'ultima volta che la Spal giocò una partita di serie B, il 13 giugno del 1993, in Italia il partito di maggioranza era la Democrazia Cristiana, in America era da poco stato eletto Bill Clinton e al Cremlino il padrone di casa era Boris Eltsin.
Dopo un lungo calvario sui campi di C1, C2 e serie D, tra retrocessioni, crisi societarie e fallimenti, la vecchia e un tempo gloriosa Società Polisportiva Ars et Labor è tornata nel calcio che conta: se non proprio nel paradiso della serie A dove manca dal 1968, prima che l'uomo mettesse piede sulla luna, almeno nel purgatorio della B.
Un miracolo. Perché nell'estate del 2013 alla Spal era già stata somministrata l’ennesima fine: settimo posto nel girone D della quarta serie, dirigenza in disarmo, una tifoseria in piena crisi depressiva.
Per evitare di chiudere la storia fu necessaria la scomparsa della Giacomense, compagine della vicina Masi San Giacomo che dalla Terza Categoria era salita fin su in C2 in rappresentanza di un abitato di 800 anime: la famiglia Colombarini nel campo della vetroresina, bilancio annuale da 3,75 milioni vivaio incluso, giocatori azzeccati come Gianmarco Zigoni (figlio di Gianfranco, 11 gol), allenatore ambizioso (Leonardo Semplici). Risultato: due stagioni per assestarsi poi la galoppata vincente di quest’anno, 68 punti in 32 partite. «Sembra di esser tornati indietro nel tempo — dice il presidente Walter Mattioli —. Siamo in B ma il sogno è la A. Vogliamo riportare i ragazzini allo stadio, anche se qui il tifo è sempre stato speciale». Parola di Daria Bignardi. «Da noi non si dice “vado alla partita” ma “vado alla Spal” — sorride la direttrice di Rai3, ferrarese —. Papà che esce dal Mazza è uno dei mei ricordi d’infanzia più intimi».
Tanto che l’ha messo anche nel suo primo libro, «Non vi lascerò orfani». rinunciò alla sua giovane creatura, acquistò i miseri resti della Spal e si mise a lavorare alla ricostruzione. Tre anni dopo il risultato è un campionato condotto in testa fin dalla prima giornata, con un allenatore, Leonardo Semplici, arrivato dalla primavera della Fiorentina, e un gruppo di giocatori - come usa dire - "di categoria": vale a dire sconosciuti ai più, ma usi alle asprezze di un torneo dove quel che conta è restare concentrati e pedalare
Negli anni Cinquanta e Sessanta è stata una presenza fissa in serie A, vera fucina di giovani talenti. Poi un lunghissimo periodo buio culminato, quattro anni fa, con la ripartenza dei dilettanti.
Con il ritorno in B la società vuole assicurare un futuro meno buio alla gloriosa Spal: sono già pronti i lavori per l'adeguamento dello stadio. Magari non per rinverdire i fasti di mezzo secolo fa, quando la Spal centrò un quinto posto, una finale di Coppa Italia, lanciò Armando Picchi, Fabio Capello che ha militato nella Spal dal 1964 al 1967, Osvaldo Bagnoli, Edy Reja e Albertino Bigon, e come allenatore, Massimiliano Allegri alla seconda esperienza della carriera nel 2004-2005, ma almeno per riportare una storia importante al suo posto nel calcio che conta.
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