L'amministratore delegato di Banca Ifis, Giovanni Bossi, è tornato a parlare ai microfoni di Business Insider, a margine del Workshop Ambrosetti organizzato a Cernobbio, delle fideuissioni bancarie concesse al Milan per le due operazioni legate agli acquisti di Lucas Biglia dalla Lazio e Leonardo Bonucci dalla Juventus.
Come noto, le operazioni che portarono alla chiusura dagli acquisti dei due giocatori, subirono dei rallentamenti a causa dei problemi riscontrati dal Milan nel presentare le fideiussioni bancarie.
Bossi, ad dell'istituto di credito che ha concesso le garanzie per gli acquisti dei due giocatori: "In un'operazione così è centrale prendere rischi e noi lo abbiamo fatto. Lavoriamo con i club di A e B da 20 anni".
"Perché noi abbiamo rilasciato al Milan le fideiussioni legate agli acquisti di Leonardo Bonucci e Lucas Biglia e altre banche no? Beh, dovete domandarlo agli altri istituti di credito...". L’istituto di credito che ha concesso ai rossoneri le garanzie finanziarie per i due acquisti da Juve e Milan. Ecco spiegate le ragioni della mossa fatta da Ifis, istituto di credito specializzato nei finanziamenti commerciali e nella valutazione e acquisizione di prestiti deteriorati.
"In un'operazione di questo tipo, è centrale prendere rischi in maniera consapevole e noi lo abbiamo fatto - dice Bossi -. Abbiamo guardato tutta l'operazione e abbiamo deciso che ci stava perfettamente. Per noi si è trattato di normale amministrazione. Abbiamo chiuso in tempi stretti, visto che in questi casi la rapidità premia. L'ammontare delle fideiussioni? Non è stata una cifra enorme e in ogni caso da quasi vent'anni lavoriamo con le squadre di calcio di Serie A e B. È un filone di cui ci siamo sempre occupati: ogni anni finanziamo e/o garantiamo fino a sei club e non per 500mila euro ma per importi ben maggiori. Sappiamo fare le nostre valutazioni e lo abbiamo fatto anche nel caso di Bonucci e Biglia. Il nostro costo del rischio di credito è tra i più bassi del sistema mentre la qualità del credito è tra le più alte".
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