Codice monitoraggio

domenica 25 novembre 2018

Copa Libertadores, River Plate -Boca Juniors rinviata a data da destinarsi



Per la Conmebol non ci sono le condizioni per giocare oggi la finale di ritorno di Copa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors. Ci sarà una riunione con i presidenti di Boca Juniors e River Plate per provare a stabilire una data, che potrebbe essere il prossimo 8 dicembre. Difficilmente si giocherà prima, perché tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2018 Buenos Aires ospiterà il Vertice del G20, in programma a Costa Salguero, un centro congressi situato nel quartiere Palermo di Buenos Aires, sulle rive del Rio de la Plata. Non è da escludere che possa disputarsi in campo neutro. Non ci sarà nessuna squalifica e nessun k.o. a tavolino per il River Plate.

La finale di Coppa Libertadores non s’ha da fare. Dopo le scene di violenza di ieri, la Conmebol ha comunicato che il Superclasico tra River e Boca è rinviato a data da destinarsi: “La partita è stata rinviata perché non c’è uguaglianza di condizioni”, ha detto Alejandro Dominguez, presidente della Conmebol. Nelle scorse ore, il Boca Juniors aveva diramato un comunicato ufficiale con cui annunciava la volontà di non scendere in campo. Il comunicato riportava il parere di giocatori e staff tecnico, oltre alle diagnosi realizzate dai medici nei confronti dei calciatori rimasti feriti ieri nell’attacco contro il pullman che trasportava la squadra al Monumental.

“Nel pomeriggio di ieri il Boca ha chiesto di posticipare la partita a causa degli incidenti ed è stato stabilito come priorità che potesse essere giocato a parità di condizioni. Dopo gli atti di violenza di ieri, dopo aver rivelato l’entità e le gravità di questi e le conseguenze che hanno generato, Boca ritiene che queste condizioni non siano soddisfatte e chiede la sospensione della partita, così come l’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 18”. L'articolo 18 del regolamento della Conmebol prevede il ko a tavolino della squadra di casa, che non ha garantito le condizioni necessarie per lo svolgimento regolare della gara. Si attende la comunicazione della federazione argentina.  Il reclamo del Boca è stato accolto parzialmente, perché la sfida non avrà luogo stasera (come invece stabilito ieri dopo la riprogrammazione), ma si disputerà comunque: il Boca aveva infatti chiesto la sospensione della sfida e, di conseguenza, l’assegnazione della vittoria a tavolino, appellandosi all’articolo 18 della Conmebol, secondo cui è previsto il k.o. a tavolino del club incapace di garantire il regolare svolgimento dell’evento organizzato. Di conseguenza nessuna squalifica e nessun k.o. a tavolino per il River Plate. Martedì si riuniranno i presidenti di Conmebol, River Plate e Boca Juniors per stabilire la nuova data del ritorno del Superclasico.

E tutto questo nonostante il patto firmato ieri tra i presidenti di Boca, River e Conmebol, con il quale le parti in causa assicuravano la volontà di disputare regolarmente la partita. Ma il nuovo controllo realizzato oggi su Pablo Perez ha stravolto i piani: “Il capitano xeneize - secondo quanto recita il referto medico - non è in condizioni di affrontare una partita a causa della riduzione del campo visivo causata dall’ulcera alla cornea diagnosticata in seguito agli incidenti verificatisi ieri”. Di conseguenza, il Boca ha considerato che non vi fosse quella “parità di condizioni” citata nel documento firmato ieri e considerata requisito fondamentale e imprescindibile per poter giocare la partita.




sabato 17 novembre 2018

Nations League: la Germania retrocede in Lega B



Serata di verdetti importanti in Nations League: nella Lega A è andata in scena la sfida del Gruppo 1 tra Olanda e Francia, vinta dagli Oranje per 2-0. Un risultato che rilancia le speranze della nazionale di Koeman di chiudere al primo posto il girone e, soprattutto, sancisce la retrocessione della Germania in Lega B.

Wijnaldum e Depay condannano la Germania alla retrocessione. A Rotterdam la squadra di Koeman piega i campioni del Mondo e si rilancia nel girone: contro la Germania lunedì si giocherà l'accesso alle Final Four.
Vince l'Olanda, ma a piangere stasera è la Germania, declassata in seconda divisione europea. Tra le due poi si deciderà lunedì anche il destino della Francia cui stasera bastava un punto per entrare nella fase finale della Nations League. E invece adesso deve solo sperare che i magnifici "kids" di Koeman stecchino l'ultimo scalino. Ma per quanto visto stasera, le speranze per i Bleus sembrano ridotte, in modo inversamente proporzionale alla qualità mostrata dagli Oranje, solidi e pure eleganti. Oltre che vincenti grazie al primo sigillo di Wijnaldum e al rigore finale, con cucchiaio, di Depay.

Tutto logico. Prima mezzora tutta Olandese. Di una grande Olanda, ordinata, sicura di se stessa, puntuale nel pressing, nel recupero, nei raddoppi di marcatura, comunque superflui perché la Francia non vede palla. Dopo 15' il possesso palla è all'80% per i padroni di casa. Dopo 20, la Francia ha un terzo di passaggi realizzati rispetto agli avversari. Subito pericolosi tra l'altro con Wijnaldum al primo affondo, con un bell'assist di Depay a smarcare tutta la difesa ospite. L'autorevolezza olandese si nota soprattutto a centrocampo con un ottimo De Roon, al fianco dell'indispensabile De Jong, che recupera e imposta, ammutolendo sia Kanté che Nzonzi. Bisogna attendere il 28' per vedere un po' di Bleu in campo. Un tiro da fuori di Pavard che finisce alto di poco che risveglia i colleghi. Così la Francia recupera più alta ma non arriva davvero ad impensierire Cillessen. Così tocca logicamente all'Olanda passare in vantaggio, su un doppio errore di Nzonzi che al 44' prima prolunga un cross da sinistra servendo di fatto Babel. Ma Lloris respinge il primo tiro, non il secondo di Wijnaldum che anticipa Nzonzi e spara dentro.

E la ripresa è un altro monologo olandese con i "kids", così li hanno battezzati in patria, di Koeman che occupano il campo e si riversano in area ad ondate. Ma senza foga, sempre con eleganza e chiarezza di idee. E se il risultato rimane stabile sull'1-0, la Francia lo deve non tanto al doppio cambio di Deschamps che toglie Matuidi e Giroud per Sissoko e Dembélé (20'), ma al suo capitano. Lloris intorno alla mezzora vince tre duelli di fila con Depay. Dopo aver neutralizzato in due tempi Dumfries a conclusione di un'azione comunque innescata dalla punta del Lione. Sfida che si conclude dal dischetto, con il cucchiaio vincente di Depay. Sfida che è anche il simbolo del corso di una gara che ribalta ogni pronostico e ogni prospettiva sul gruppo uno. A vantaggio dell'Olanda.




domenica 11 novembre 2018

Gian Piero Ventura novembre fatale



Ventura si è dimesso. Ha staccato la spina, si è stancato, non ha retto la tensione. O forse ha capito che l'illusione di salvare il Chievo si è spenta da sola. Il presidente Campedelli ha ricevuto la notizia a fine partita, a pochi minuti dal fischio finale. Prima Ventura l’aveva comunicato alla squadra, al rientro negli spogliatoi. Con l'ambiente-Chievo non è mai scattato il feeling e, al di là delle parole di prassi, c'è stata subito la sensazione che Ventura fosse l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Novembre fatale per l'ex ct della Nazionale. Il 13 novembre 2017 è la notte della disfatta azzurra che perde il Mondiale, nello spareggio contro la Svezia; 11 novembre, le dimissioni dal Chievo. A sorpresa. Dopo aver conquistato il primo punto in questa sua avventura, alla 4ª partita sulla panchina dei gialloblù, e dopo aver raggiunto quota zero annullando la penalizzazione; Ventura ha infilato l'uscita.

Nelle prossime ore Ventura incontrerà il presidente Campedelli, che non era allo stadio durante la sfida con il Bologna. L’ex c.t. dell’Italia ha guidato la squadra veneta per sole quattro partite di Serie A: tre sconfitte e un pareggio, proprio quello odierno contro i rossoblù. Dal Bentegodi emerge che Ventura sia rimasto a lungo negli spogliatoi dopo il match, parlando con la squadra e avvisando i giocatori della decisione presa. Il diretto interessato non si è presentato davanti ai microfoni. La squadra è a quota zero in classifica, dopo essersi scrollata di dosso la penalizzazione proprio grazie al pareggio contro il Bologna.

Chievo e Bologna hanno provato a vincere una partita che però è sempre sfuggita di mano, come una saponetta sotto la doccia. La motivazione va ricercata nella mediocrità di queste due squadre, zavorrate da limiti ormai congeniti. Se il Chievo è l’unica squadra nei campionati europei a non avere ancora vinto una partita, questa è la quinta giornata senza vittorie per il Bologna. L'ultima gioia a Inzaghi risale alla sfida con l'Udinese. Quella volta a risolvere fu Orsolini. Sorpresa: anche stavolta, è Orso l'uomo che fa tirare un sospiro di sollievo a Inzaghi.

La partita è rocambolesca, strana, è un chewing gum, vive di "strappi" e continui ribaltamenti di fronte, lasciando dietro di sé una scia di recriminazioni. Partiamo da Santander. E diciamo che usa la testa come pochi altri giocatori in serie A. Il solo Pavoletti in questo momento gli è superiore. Il gol è un colpo d’astuzia. Favorito da un rimpallo, El Ropero prende la mira (di testa) e insacca, indovinando l'unico angolo di luce. Posizione dubbia, quella dell'attaccante del Bologna. E infatti Orsato va a verificare al Var. E poi assegna la rete, tra le proteste dei giocatori del Chievo. A quel punto la partita potrebbe prendere la direzione di Bologna, ma Palacio (servito da Santander) si fa parare il tiro del ko da Sorrentino. E’ un involontario salvagente per il Chievo, che subito riemerge. Incursione di Kiyine (tra i più intraprendenti), tiro rimpallato dal braccio di Calabresi. Orsato assegna il rigore. Meggiorini (non segnava da febbraio 2017) spiazza Skorupski. Il Bologna perde gli equilibri, il Chievo ne approfitta. E prima dell’intervallo va in vantaggio. In area del Bologna Meggiorni tenta una spettacolare rovesciata. Che gli riesce a metà. Sulla traiettoria la deviazione vincente è quella di Obi.

Ma l’abbiamo detto all'inizio: è una partita strana, aperta a qualsiasi risultato. Il Bologna non molla l’osso e "attacca" la ripresa con determinazione, costringendo il Chievo a ridosso della sua area. Il pareggio è una conseguenza del predominio rossoblù. Lo segna Orsolini, con un colpo di testa da centravanti puro. Finisce qui, anzi no. Le dimissioni di Ventura si prendono la scena.

Dopo la partita il direttore sportivo del Chievo Giancarlo Romairone ha parlato così a Sky: “Campedelli non c’era perché squalificato, tutti ora abbiamo necessariamente bisogno di pensarci a mente fredda e valutare la situazione. È stato un fulmine a ciel sereno”. Subito dopo la partita il mister mi ha detto che sarebbe andato a comunicare alla squadra questa sua decisione, gli ho chiesto di contare fino a 10, ma nella realtà è emerso questo suo malessere. Non sente suo l’ambiente? A caldo è meglio non parlare, di conseguenza è giusto che il mister parli innanzitutto con il presidente e poi comunque si faccia una verifica ristretta a noi”. In merito a una possibilità che la situazione torni alla normalità Romairone ha affermato: “In tutti ci deve essere una consapevolezza che deve cementare un ambiente e quindi se siamo tutti convinti e consapevoli siamo tutti contenti, come ho detto, di una scelta che abbiamo fatto una mese fa, però bisogna essere tutti convinti e consapevoli, e in questo momento non abbiamo speranza se non quella di continuare a lavorare come oggi la squadra ha fatto vedere sul campo”.

sabato 3 novembre 2018

Football Leaks: scandalo finanziario, PSG e altri club europei nei guai



Secondo l’inchiesta pubblicata da Espresso, Equipe e Spiegel, la Uefa (con Platini e Infantino, all'epoca suo numero due) avrebbe aiutato i due club a evitare le sanzioni per le violazioni. Nelle carte anche i retroscena sul progetto Superlega di Juve, Milan e altri club europei.

Secondo l’inchiesta, pubblicata da L’Espresso, Spiegel ed Equipe, per aggirare le norme del fair play finanziario il club parigino e quello inglese, controllati dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, avrebbero gonfiato le proprie entrate attraverso “contratti fittizi” “sotto copertura dell’Uefa”. Le entrate contestate sono di circa 4,5 miliardi di euro: 1,8 per il Psg e 2,7 per il City. Per non incorrere nelle sanzioni per mancato rispetto del fair play finanziario, le società usavano soprattutto sponsorizzazioni retroattive. Secondo i 70 milioni di documenti analizzati per oltre otto mesi, Michel Platini avrebbe “negoziato direttamente con il Manchester City, contraddicendo l’organo d’inchiesta interna teoricamente indipendente” in materia di fair play finanziario. Secondo le regole, un club non può spendere più di quanto guadagna in proprio, con pene che vanno da una multa all’esclusione dalle coppe.

La piattaforma 'Football Leaks' rivela un nuovo scandalo finanziario che riguarda principalmente il Paris Saint-Germain.

Il club avrebbe infatti ricevuto un finanziamento irregolare pari ad 1 miliardo e 800 milioni di euro da parte del Governo del Qatar, infrangendo le regole del Fair Play Finanziario, col benestare dell'UEFA.

Coinvolti nello scandalo Gianni Infantino, Presidente della FIFA, Michel Platini (già a capo dell'UEFA), il patron del PSG, lo Sceicco Al-Khelaifi, e il suo braccio destro, Blanc.

La documentazione di Football Leaks rivela che Infantino e Platini avrebbero convalidato nel 2012 l'accordo economico tra il club e il Qatar.

I transalpini rischiano ora l'esclusione dalla Champions League, e finanche la permanenza delle "punte di diamante", Neymar e Mbappé. Infantino consentì al PSG di mettere retroattivamente a bilancio parte del contratto con il Ministero del Turismo del Qatar nella stagione 2013-2014, come fatto anche dal Manchester City, che fa parte del City Football Group, la cui maggioranza è di proprietà dello Sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan.

L'ennesima bufera rischia di spazzare via la credibilità dell'Uefa. Secondo la piattaforma online Football Leaks, specializzata in clamorose e inedite rivelazioni sul mondo del pallone, ci sarebbero gravi irregolarità commesse dall'organismo che gestisce il calcio in Europa. Lo scrive Der Spiegel, ma anche qualche organo d'informazione spagnolo, come Marca, e l'edizione online de L'Espresso. L'Uefa, infatti, avrebbe finanziato i più grandi club europei per evitare che creassero una Superlega, destinata a sopprimere le attuali competizioni. Ma si punta il dito contro la confederazione europea anche per non aver penalizzato il Paris Saint-Germain e il Manchester City, che avevano ampiamente sforato i limiti imposti del Fair-play finanziario. La responsabilità, in particolare, viene addebitata nei documenti - come riportano i media online - all'allora presidente dell'Uefa, Michel Platini, e al segretario generale, Gianni Infantino. Il progetto Superlega non era una 'minaccia' solo per la Champions e l'Europa League, ma anche per i campionati nazionali: Real Madrid, Barcellona, Manchester United e City, Bayern Monaco, Chelsea, Liverpool, PSG, le italiane Juve e Milan - secondo i documenti dell'European investigative collaborations - erano a un passo dal riuscirvi. Si sarebbe pertanto arrivati a una specie di Nba europea, che avrebbe permesso ai club partecipanti di negoziare direttamente con gli sponsor. L'Uefa, per impedire che si arrivasse a questo, avrebbe aumentato i benefit per i top club, penalizzando tutte le altre, secondo quanto emerso dalla documentazione.

L’inchiesta rivela anche che Real Madrid, Barcellona, Bayern, Juventus, Milan, Manchester United e Arsenal fecero una riunione a Zurigo il 31 marzo 2016 per elaborare i piani della Superlega, una Champions alternativa e indipendente a cui sarebbero stati invitate altre big (fra cui Inter e Roma). Il Bayern chiese anche un parere legale per uscire dalla Bundesliga. Karl-Heinz Rummenigge, che con Andrea Agnelli è indicato fra i gestori della trattativa, ha smentito ieri con un comunicato i fatti. Il via della nuova Champions 2018-21, che ha eliminato i preliminari per le prime nazioni del ranking, fra cui l’Italia, e ha aumentato notevolmente introiti e premi distribuiti, ha affievolito il discorso su un torneo europeo soltanto fra le big. Ma non cancellato del tutto, tanto che secondo l’Espresso “il 22 ottobre scorso una lettera della società di consulenza Key Capital Partners al presidente del Real Madrid, Florentino Perez, descrive la creazione di una società che avrebbe come azionisti 11 grandi squadre. Juventus e Milan, insieme a Psg, Bayern, Real Madrid e Barcellona, Arsenal, Chelsea, Liverpool e le due di Manchester, City e United”.

"Quattro settimane fa dei giornalisti hanno inviato alla Fifa centinaia di domande, basate su e-mail private, interne e altre informazioni alle quali avevano avuto accesso (illegalmente) terze parti. Nonostante abbiamo risposto, alcuni media hanno deciso di ignorare la maggior parte delle nostre risposte, distorcendo i fatti e la verità, tentando deliberato di screditare la Fifa". Così la Fifa replica alle accuse di Football Leaks.

"Con queste azioni si tenta di indebolire la leadership della Fifa, in particolare il presidente, Gianni Infantino, e il segretario generale Fatma Samoura", prosegue la nota. Dal canto suo, lo stesso Infantino parte al contrattacco, puntando il dito contro sedicenti avversari politici, in seguito alle rivelazioni di Football Leaks.

"È sempre una sfida cambiare le cose, andare avanti e riunire le persone per fare meglio le cose - ha scritto -. E, poiché stiamo attuando risolutamente le riforme della Fifa, mi è sempre stato chiaro che avrei dovuto affrontare una forte opposizione".




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