La notizia è di quelle che non ti aspetti: il Tribunal de Première Istance de Bruxelles ha parzialmente accolto il ricorso presentato dall'avvocato Jean-Louis Dupont contro la normativa sul Fair Play Finanziario, che ha ritenuto di dover deferire alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea la parte che impone limitazioni al deficit complessivo che i club possono far registrare durante un periodo di osservazione, contro la direttiva voluta da Michel Platini, che prevede sanzioni e limitazioni per i club che riportino un deficit di bilancio. Il tribunale, mentre deciderà sull'abolizione eventuale del Fair Play Finanziario, ha ordinato di sospendere immediatamente l'applicazione.
Il fair play finanziario è già iniziato nel 2011. Da allora, le squadre che si qualificano per le competizioni UEFA devono dimostrare di non avere debiti insoluti verso altri club, giocatori e autorità sociali/fiscali per tutta la stagione. In altre parole, devono dimostrare di aver pagato i conti.
Dalla stagione (2013/14), i club dovevano anche garantire di essere in regola con i requisiti di break-even, ovvero in linea di principio di non spendere più di quanto guadagnano. La UEFA ha istituito l'Organo di Controllo Finanziario dei Club (CFCB) per verificare le cifre annuali di ogni società tenendo conto degli ultimi due anni. Dalla stagione 2014/15, si terrà conto degli ultimi tre anni.
Le prime sanzioni per i club che non rispettano il pareggio di bilancio verranno applicate dopo la prima valutazione a maggio 2014. Le prime possibili sanzioni per il mancato rispetto del pareggio di bilancio saranno effettive per la stagione 2014/15.
Per la precisione, i club possono spendere fino a 5 milioni di euro in più di quanto guadagnano in ciascun periodo di valutazione (tre anni). Tuttavia, possono superare questa soglia entro un certo limite, se il debito viene coperto totalmente da un contributo/pagamento diretto da parte del proprietario(i) del club o di una parte correlata.
I limiti sono
• 45 milioni di euro per le stagioni 2013/14 e 2014/15
• 30 milioni di euro per le stagioni 2015/16, 2016/17 e 2017/18
Negli anni successivi, il limite sarà inferiore. L'importo esatto è ancora da stabilire.
Per promuovere gli investimenti negli stadi, nelle infrastrutture per gli allenamenti e nel settore giovanile, tutti questi costi sono esclusi dal calcolo dei bilanci.
Nel mirino di Dupont, l'uomo che in passato con la questione Bosman ha di fatto cambiato il calcio, è finita la seconda fase del Fair Play Finanziario che prevede un deficit massimo da 45 a 30 milioni di euro nel periodo di monitoraggio. Il Tribunale di Bruxelles ha sospeso questa misura vietando alla Uefa di portare avanti la questione, ma senza stabilire nel dettaglio se questa clausola sia in contrasto o meno con il principio di libera concorrenza, come sostenuto da Dupont. Su quello dovrà pronunciarsi la Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
La notizia è confermata dall'Equipe, dove viene specificato come il Tribunale non ha determinato se la clausola sia in contrasto o meno con il principio della libera concorrenza, ma ha tuttavia deciso di sospendere immediatamente l'applicazione della stessa fino a quando la Corte di Giustizia non si sarà pronunciata in merito. Il limite deciso dalla UEFA per evitare di avere sanzioni è di 45 milioni di euro, ma questa cifra sarà destinata a scendere sino a 30 milioni (dal prossimo anno).
La Uefa, per non vanificare quanto fatto fino a questo momento, farà appello per poter applicare momentaneamente le proprie regole, sospendendo la decisione del tribunale belga. Se la sospensione venisse confermata club come Psg e City potrebbero sorridere, ma anche Inter e Roma guardando in casa nostra.
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