Le elezioni per eleggere il nuovo presidente della Figc che dovrà rilanciare il calcio italiano dopo la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, si terranno il 29 gennaio. Il grande obiettivo resta in ogni caso evitare il commissariamento da parte del Coni, che scatterebbe in automatico se all'ultima votazione la Federcalcio non dovesse essere in grado di eleggere un suo presidente.
Ad eleggere il presidente federale sono i 279 delegati in rappresentanza delle società che fanno parte della Lega Serie A, della Lega Serie B, della Lega Pro e della Lega Nazionale Dilettanti. Poi ci sono i delegati dell'Associazione italiana calciatori, dell'Associazione italiana allenatori e dell''Associazione italiana arbitri. La differenza è nel "valore" di ciascuna lega o associazione: i voti di alcuni pesano più di quelli di altri. Il complesso dei voti spettanti ai delegati è pari a 516, così suddivisi: la serie A ha 20 delegati, e il voto di ciascuno ne vale 3,09 per una somma complessiva del 12%. Poi ci sono 22 delegati della Serie B che valgono 1,17 a voto, ovverro il 5% del totale, I 60 della Lega Pro complessivamente spostano il 17% del totale (1,46), ma il vero bacino di voti (34%) arriva dai 90 delegati della Lega Nazionale Dilettanti (1,95 a voto). Infine ci sono i 52 dell'Assocalciatori che pesano il 20%, i 26 degli allenatori il 10%, i 9 degli arbitri, il 2%.
Il presidente della Figc viene eletto al primo turno se ottiene i tre quarti dei voti. Se si va al secondo turno sono necessari i due terzi, mentre al terzo scrutinio basta la maggioranza assoluta dei voti.
Tre candidati e un quarto che minaccia di partecipare. Chi si aspettava una proposta unitaria alle elezioni della federcalcio del 29 gennaio per ora resta deluso. Perché a 24 ore dalla scadenza della presentazione delle candidature ognuno resta sulle sue posizioni. E a Damiano Tommasi dell'Aic e Gabriele Gravina della Lega Pro, si aggiunge ufficialmente anche il nome di Cosimo Sibilia della Lega Dilettanti. Mina vagante Claudio Lotito, pronto a sparigliare le carte, forte del presunto appoggio della maggioranza dei club di Serie A. "Corro per vincere, io sono il nuovo visto che sono qui da un anno", le parole di Sibilia, sostenuto da un 34% compatto come l'unanimità della sua Lega nell'indicarlo come candidato per il dopo Tavecchio.
"Non escludo accordi con Sibilia e con Tommasi", ha fatto sapere Gabriele Gravina. Lo stesso Tommasi, detentore di un 20% più il 10% dell'Aiac di Ulivieri, ha parlato a lungo con Sibilia, così come con Lotito che aveva tutta l'aria di esserci per iniziare a trattare con i due: "Lotito è uno che non molla, probabilmente chiederà qualcosa", si è lasciato andare il numero uno dei Dilettanti.
Le ore che mancano alla mezzanotte chiariranno lo scenario sulla possibile candidatura di Claudio Lotito, ancora non formalizzata ma a questo punto molto probabile. I contendenti diventerebbero quattro e i giochi per le alleanze, a quel punto, decisivi. Lotito avrebbe pensato a diventare presidente dopo aver fatto i suoi conti. Era accreditato di un ruolo apicale (vicepresidenza) in un alleanza con Sibilia, ma il numero uno della Lazio si è reso conto di non avere all'interno della Lega di Serie A il quorum di 14 voti su 20 necessario per entrare in consiglio federale. Il requisito minimo per accedere alla vicepresidenza.
Il presidente della Lazio ieri ha incontrato proprio Sibilia, a cui ha illustrato una nuova forma di sinergia. Lotito porterebbe in dote i voti di una parte di serie B ("dodici squadre sono pronte a firmare per me", ha dichiarato, ma il peso specifico della lega cadetta è solo il 5%) e di altrettanti club di A. Hanno già aderito l suo programma Milan, Verona, Atalanta, Crotone, Sampdoria e il Genoa del presidente Enrico Preziosi. Il numero uno genoano - intervistato da Repubblica - non ha esitato a schierarsi. "Se i Dilettanti che hanno il 34% stanno con Lotito, vince Lotito. Nessun candidato ha i voti per vincere. Ma se Sibilia manterrà la parola - ha dichiarato Preziosi -, lo vedremo aggiunto alla serie A, che ha dato un largo appoggio a Lotito. Il maggior campionato deve essere al timone del calcio italiano e Lotito, per quanto conflittuale, non può non tutelarne gli interessi».
Preziosi - originario della provincia di Avellino come Sibilia - si dimostra abbastanza sicuro della sua ricostruzione. "Gravina non vincerà mai - ha proseguito -. E' vero che in Lega ci sono Juventus, Torino, Roma, Fiorentina e Sassuolo che sono contro, ma quello che abbiamo capito è che se un candidato avesse avuto l’appoggio unanime della serie A Sibilia avrebbe fatto un passo indietro per sostenerlo".
L'asse Lotito-Sibilia quindi, da solo, non supererebbe il 50%. Bisognerebbe trovare un alleato dell'ultima ora, tra quelli che hanno manifestato al momento diverse intenzioni. "Dipende dalla disponibilità degli allenatori - prosegue Preziosi -, tutto è negoziabile, è sempre una questione di accordi e pressioni. Certo Claudio può risultare una figura conflittuale. Ma la serie A deve essere rappresentata adeguatamente, la Federcalcio ci impone dei paletti e noi su quelli non riusciamo a muoverci, frenando lo sviluppo".
Tommasi è critico: «Una candidatura di Lotito? Non è impossibile visto che dice di avere le firme per depositarla ma credo che la risposta a Italia-Svezia debba essere un'altra», ha detto durante un'intervista a Sky.
Nessun commento:
Posta un commento