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martedì 29 novembre 2016
Chapecoense: messaggi di Torino e Manchester United
Le due società colpite anch'esse da altrettante tragedie aeree. Nulla in Italia fu come prima dopo lo schianto a Superga del 4 maggio 1949, quando il Grande Torino se ne andò per sempre, tra i rottami di un aereo e i detriti di un terrapieno sbriciolato: 31 vittime fra giocatori, tecnici, dirigenti e giornalisti. Un'intera squadra cancellata, le lacrime di una nazione e, da allora, il ricordo quasi religioso di un evento che ferì gli italiani: i caduti del Grande Torino ora appartengono al club Italia.
Filipe Machado giocò nella Salernitana. In nove non sono partiti perché non convocati: fra loro anche l'ex veronese Winck. Prima finale della storia, alla seconda partecipazione internazionale
Mai una favola aveva avuto un finale tanto tragico. La Chapecoense in queste ultime settimane era stata protagonista di varie feste. La prima per il raggiungimento della prima finale della propria storia. L'ultima, solo ieri, da spettatori: erano i rivali del Palmeiras quando il club di San Paolo ha vinto il titolo brasiliano.
I colombiani sarebbero stati gli avversari della squadra brasiliana nella finale: hanno chiesto alla Conmebol di assegnare la coppa agli avversari. Sono state ore difficilissime per il mondo del calcio che si è stretto intorno alla tragedia Chapecoense, squadra brasiliana che ha perso gran parte del suo organico nella notte sul volo verso l’aeroporto di Medellin che la stava portando a disputare la partita di andata della Copa Sudamericana.
Un vero e proprio sogno spezzato quello del Chape, che si apprestava a disputare la partita più importante della propria storia contro l'Atletico Nacional. Proprio la squadra colombiana si distingue per uno splendido gesto: con un comunicato ha fatto sapere di voler lasciare il titolo di campioni della Copa Sudamericana proprio al Chapecoense, in memoria dei defunti e dell’impresa che avevano compiuto arrivando all’ultimo atto del torneo. Vedremo se la Conmebol sarà d'accordo...
Fra i tanti club sportivi che stanno esprimendo il proprio cordoglio al Chapecoense, la squadra di calcio brasiliana vittima la scorsa notte di un incidente aereo in Colombia, spiccano ovviamente quelli delle società che sono state a loro volta coinvolte in passato in episodi simili. Non mancano, quindi, il Torino e il Manchester United.
Sul sito del club granata, colpito dalla tragedia del 4 maggio 1949 a Superga, è comparso il seguente messaggio: "Il presidente Urbano Cairo e tutto il Torino Football Club partecipano al cordoglio per la tragedia che ha colpito la società del Chapecoense, in Colombia. È un destino che da oggi ci lega indissolubilmente, vi siamo fraternamente vicini".
Nel febbraio 1958, invece, i Red Devils persero 8 giocatori in un incidente aereo a Monaco di Baviera. Nel messaggio sul proprio sito internet, il club inglese rivolge il suo pensiero a tutti coloro che sono rimasti colpiti dalla tragedia; seguono un breve riassunto dei fatti e un omaggio del capitano Wayne Rooney.
La "Chape", come viene comunemente chiamata, è un club giovane, nato nel 1973. E' la formazione della città di Chapeco, un polo industriale da 200mila abitanti dello stato di Santa Catarina, nel sud del Paese. Solo nel 2009 giocava nella serie D brasiliana, dopo una crisi seguita a primi anni di gloria, fra gli anni 90 e il 2000. Un'ascesa verticale e continua lo ha portato nella prima divisione brasiliana nel 2014, nel 2015 la prima partecipazione internazionale. La prima qualificazione in Sudamericana arrivò con un buon piazzamento in Coppa del Brasile, la corsa internazionale si fermò ai quarti contro il River Plate, che avrebbe vinto la competizione. Quella che avrebbe dovuto giocare domani era sicuramente la gara più importante della propria storia: si era guadagnata l'accesso alla finale della Sudamericana (corrispondente della nostra Europa League), con l'eliminazione in semifinale degli argentini del San Lorenzo (1-1 in trasferta, 0-0 in casa). Prima aveva eliminato negli ottavi un'altra argentina, l'Independiente di Gabi Milito, grazie a un rigore parato da Danilo, morto in clinica; nei quarti aveva invece fatto fuori lo Junior colombiano, con 3-0 casalingo che ribaltava la sconfitta dell'andata.
Non ci sono vere star, nella rosa della Chape: la squadra era stata costruita a basso costo, la forza era il collettivo. I giocatori più noti erano l’attaccante Bruno Rangel, di ritorno da un’esperienza in Qatar, il terzino Dener, il mediano Gil, oltre al centrocampista Cleber Santana, che nella stagione 2009-2010 giocò nell'Atletico Madrid. Il portiere Danilo era stato fra i "recuperati", ma portato in ospedale, è morto per la gravità delle ferite rimediate. Fra le vittime anche un giocatore passato in Italia: si tratta di Filipe Machado, difensore, 7 presenze con la Salernitana nel campionato di serie B 2009-2010: aveva 32 anni. L’allenatore era Caio Junior, 51 anni, una lunga esperienza in panchina, anche in piazze nobili come Flamengo, Palmeiras, Botafogo.
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