Ennesimo infortunio in casa Roma dopo la trasferta di Verona. Stavolta a fermarsi è Alessandro Florenzi, costretto ad uscire dal campo al Bentegodi per un problema alla caviglia dopo essere stato toccato duro da Halfredsson.
Quaranta milioni di euro investiti sul mercato. Venti in estate, altri venti in inverno. Ma infortuni e qualche scelta opinabile - vedi gli acquisti dei "fuori forma" Doumbia e Ibarbo - costringono ora la Roma a guardarsi le spalle. Le ultime partite poco confortanti e la Juventus a nove punti di distanza trasformano il duello di lunedì prossimo in una passerella di prestigio. Nel girone di ritorno la squadra marcia al ritmo di Cesena e Sassuolo, un punto sotto all’Empoli, uno sopra al Cagliari che ha giocato una gara in meno.
Più stimolante allora la partita di giovedì prossimo contro il Feyenoord. I giallorossi possono passare il turno di Europa League con il 2-2, l'ennesimo pareggio che darebbe però finalmente una gioia a Rudi Garcia e alla proprietà. Peccato che il match si stia preparando in un clima poco disteso. Alcune indiscrezioni parlano di uno spogliatoio che inizia a mal digerire gli ultimi eventi. Il partito degli scontenti è sempre più rumoroso. Sul quotidiano La Repubblica si legge: "c’è chi si lamenta per essere stato sostituito contro il Parma, chi smania perché si sente il solo a correre su e giù per il campo, chi contro il Feyenoord ha preferito non entrare per un dolore che però non gli impediva di essere in panchina". Il riferimento a De Rossi, Nainggolan e Ljajic appare evidente.
Ieri il d.s. Sabatini ha annunciato: "Garcia resterà a Roma anche l’anno prossimo". Ma uscire fuori così allo scoperto senza alcuna precisa richiesta contribuisce a rendere il futuro dell'allenatore francese ancor più nebuloso. E sarà per questo motivo che intanto nella capitale torna a circolare tra i tifosi in maniera sempre più pressante il nome di Luciano Spalletti. Il ritorno dell'allenatore di Certaldo sarebbe gradito alla piazza giallorossa: gli ultimi trofei portano proprio la sua firma. Certo, dovrebbe abbassarsi un po' l'ingaggio. In Russia guadagnava 3,3 milioni all'anno...
Nell’ultimo mese e mezzo, periodo in cui la Roma è implosa perdendo quasi tutto, lo abbiamo ascoltato mentre ci proponeva alibi di ogni genere. Gli arbitri, ad esempio, benché dopo Juve-Roma di errori ce ne siano stati pro e contro i giallorossi. Oppure gli infortuni, che sono stati effettivamente tanti, ma non gli hanno mai impedito di schierare una formazione più che dignitosa, anche perché nessuno in Italia ha un organico di qualità ampio come quello romanista. Ieri, dopo il pareggio di Verona (il sesto nelle ultime sette partite di campionato), Garcia ha trovato l’ultima scusa: la sfortuna. E questo è troppo.
La Roma, a gennaio, è entrata in un tunnel per gravissime colpe proprie. La manovra è prevedibile e non ha cambi di ritmo; l’attacco segna poco (nel 2015 ha realizzato due gol solo con Lazio e Cagliari); la difesa è impacciata. Soprattutto, la squadra non corre: chi deve proteggere Garcia quando sostiene, con una tenacia poco credibile, che non esiste alcun problema atletico? Poi c’è la società, che ci ha messo del suo. Incredibile l’operazione di mercato che ha stravolto l’attacco: fuori Destro, che era comunque una sicurezza, e dentro un’incognita (Doumbia) e un infortunato (Ibarbo). Disarmante che si spieghi questo giro di punte sostenendo che Mattia voleva giocare di più: la Roma non può farsi un danno per accontentare un calciatore.
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