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martedì 31 marzo 2015

L'agente di Felipe Anderson sul rinnovo: "Alla Lazio progetto interessante"




Un’evoluzione pazzesca, un exploit devastante, che sta facendo ammattire il pubblico di fede laziale e non solo. Felipe Anderson e la Lazio hanno recentemente prolungato il loro rapporto fino al 2020. Nessuno si avvicini al folletto di Brasilia: questo è il messaggio lanciato dalla società biancoceleste. “Abbiamo sposato la causa Lazio già lo scorso anno quando siamo arrivati in Italia. I biancocelesti hanno fatto uno sforzo economico molto importante per lui e hanno dovuto anche aspettarlo dopo l'infortunio che lo ha tenuto ai box per molto tempo”. Se lo gode anche Stefano Castagna, agente del Pipe, presente oggi negli studi di GazzettaTv: “È un ragazzo che ha caratteristiche tecniche e fisiche fondamentali per il calcio di oggi – prosegue -. È migliorato anche in fase difensiva e sta crescendo ancora. Abbiamo rinnovato il contratto con la Lazio perché il progetto dei capitolini è molto interessante"

Presente negli studi di GazzettaTv, Stefano Castagna, agente di Felipe Anderson, ha parlato della scelta del suo assistito di rinnovare il contratto con la Lazio fino al 2020: "Abbiamo sposato la causa Lazio già lo scorso anno quando siamo arrivati in Italia. I biancocelesti hanno fatto uno sforzo economico molto importante per lui ed hanno dovuto anche aspettarlo dopo l'infortunio che lo ha tenuto ai box per molto tempo. È un ragazzo che ha caratteristiche tecniche e fisiche fondamentali per il calcio di oggi. È migliorato anche in fase difensiva e sta crescendo ancora. Abbiamo rinnovato il contratto con la Lazio perché il progetto dei capitolini è molto interessante".

L'uomo del momento nella Lazio è Felipe Anderson, che ha parlato al termine della partita tra Brasile Under 21 e Messico, terminata 0 a 0: "I tifosi brasiliani sono esigenti e impazienti - si legge su Lazionews24.com -, vogliono vedere sempre tanti gol e buone giocate, ma non siamo riusciti a sviluppare il nostro gioco offensivo. In ogni caso credo che anche oggi abbiamo fatto un buon lavoro. Giocare in nazionale ti mette molta pressione addosso, qui sono passati grandi giocatori, ma siamo abituati. Spero di vincere e di continuare a fare bene nella Lazio per essere convocato nuovamente. La medaglia d'oro alle Olimpiadi manca al Brasile, è l'obiettivo che vogliamo raggiungere a Rio de Janeiro. Siamo molto concentrati, ognuno di noi lavorerà sodo nei rispettivi club per far parte della squadra che va alle Olimpiadi. Al momento della convocazione vogliamo farci trovare pronti e dare una grande gioia ai tifosi".




lunedì 30 marzo 2015

Calciomercato Juventus: richiesti Pogba, Llorente e Morata



«Pogba, c'è un piano segreto del Barcellona». Lo scrivono in Spagna. Secondo quanto riporta il "Mundo Deportivo" il club catalano vuole a tutti i costi il centrocampista francese, che potrebbe restare un altro anno alla Juventus per poi vestire la maglia blaugrana.

Paul Pogba al Barcellona? Ecco il piano. Come riporta il Mundo Deportivo questa mattina, i blaugrana sono pronti a sferrare l'attacco per il fuoriclasse della Juventus, potendo contare su una serie di fattori a favore.

Sul piano tecnico, il Barca dovrà sostituire Xavi Hernandez, ormai promesso sposo dei qatarioti dell'Al-Sadd. Per prendere il posto di uno da oltre 700 presenze in maglia blaugrana in 17 stagioni, serve un profilo di altissimo livello internazionale: Pogba è l'uomo giusto.

 Il Barcellona non potrà operare sul mercato fino al gennaio del 2016. Pogba, nei piani catalani, verrebbe acquistato ora e lasciato in prestito alla Juventus almeno sino a fine anno. Rimane da convincere il giocatore, che non vorrebbe vedersi dalla tribuna i primi tre mesi di Champions League dell'anno prossimo. Allora, ecco la soluzione: un altro anno di prestito alla Juventus, con lo sbarco del giocatore solo rimandato a giugno 2016.

BRAIDA - L'ex dirigente del Milan, ora al Barcellona, ha ottime relazioni sia con Beppe Marotta, direttore generale della Juve, sia con Mino Raiola, agente del giocatore francese. Braida ha ricevuto mandato dal presidente Bartomeu di intavolare una trattativa: fonti del Barca confermano come ci siano già stati colloqui informali tra i tre.

In ultimo, ma non in ordine di importanza, le piste alternative. Su Pogba ci sono tutti i top club europei: oltre al Barca, PSG, Real Madrid e Manchester United. Nessuna di queste, però, convince il giocatore: non il PSG, perchè la Ligue 1 non è considerata un campionato competitivo, nè il Real, che ha fatto un tentativo senza però coinvolgere Raiola, passaggio fondamentale, né lo United, in cui Pogba ha già giocato, non sentendosi valorizzato. L'unica insidia, per il Barca, può essere il Manchester City, capace di mettere sul piatto fino a 100 milioni di euro.

 Pogba piace molto anche al Real Madrid. Secondo il Daily Star, per fargli posto i campioni d'Europa in carica sarebbero disposti a privarsi del croato Luka Modric, 29 anni ex Tottenham, il quale potrebbe tornare in Inghilterra al Manchester City. Quest'ultimo club viene dato (dal Daily Mirror) sulle tracce dell'attaccante spagnolo della Juventus, Alvaro Morata. Intanto, come scrive il Daily Mail, in occasione dell'amichevole Francia-Brasile a Parigi un osservatore bianconero ha visionato il trequartista brasiliano Oscar del Chelsea. Secondo Metro, il club di Abramovich allenato da Mourinho è disposto a versare nelle casse del Real Madrid 75 milioni di sterline per riportare in Premier League il gallese Gareth Bale.

Tornando al Barcellona, il club catalano sta pensando di acquistare un centravanti forte fisicamente e secondo Sport starebbe seguendo quattro giocatori: il bosniaco Edin Dzeko (Manchester City), il tedesco Mario Gomez (Fiorentina), l'italiano Graziano Pellè (Southampton) e lo spagnolo Fernando Llorente della Juventus. A loro volta i bianconeri sono tornati sulle tracce di Radamel Falcao. Il bomber colombiano del Manchester United, in prestito dal Monaco, ha gettato acqua sul fuoco ai microfoni di Radio Caracol: "Si parla sempre molto del mio futuro, ma io penso solo al Manchester United. Mancano otto partite fondamentiali alla fine del campionato e spero che la situazione possa cambiare".

Un "piano segreto" per arrivare a prendere Paul Pogba. E' quello del Barcellona che, secondo quanto rivela il "Mundo Deportivo", ha deciso di puntare forte sul talentuoso centrocampista della Juventus. Un'operazione che prenderebbe corpo nel 2016, data l'impossibilità per il Barça di effettuare operazioni di mercato dopo la sentenza del Tas di Losanna che ha respinto il ricorso del club catalano, penalizzato per violazioni nel tesseramento di calciatori minori di età.

Con un attacco che comprende tre dei giocatori più forti in circolazione (Messi, Neymar e Luis Suarez), la squadra blaugrana deve pensare a rinforzare il centrocampo, anche in considerazione di alcune partenze eccellenti, come quella di Xavi destinato, a quanto pare, a chiudere la carriera in Qatar. Da questo punto di vista Pogba, con i suoi 22 anni, rappresenterebbe l'acquisto ideale per il Barcellona che, secondo quanto scrivono in Spagna, sta facendo di tutto per convincere Mino Raiola, l'agente del francese, e la Juve, per portare al termine il proprio "piano segreto".

Un piano che prevederebbe l'acquisto del giocatore già nel mese in corso, e l'opzione di lasciarlo alla Juve .Proprio su questo punto, riferisce il "Mundo", si sarebbe creato il primo ostacolo della trattativa. Il Barcellona, infatti, vorrebbe Pogba a partire dal prossimo gennaio, quando sarà tolto il blocco al mercato. Una soluzione poco gradita al giocatore, che non vorrebbe passare la prima parte della prossima stagione con la Juve senza neanche la possibilità di giocare in Champions League per non "bruciarsi" l'opzione di disputarla poi con i catalani. Il Barça, comunque, sarebbe disposto ad aspettare fino a giugno, pur di assicurarsi il "Polpo Paul".

Alla trattativa, sempre secondo il quotidiano catalano, sta lavorando il ds "internazionale" del club blaugrana, Ariedo Braida, che avrebbe già contattato il dg bianconero Beppe Marotta e Raiola per avviare le basi dell'operazione. Una scelta che potrebbe rivelarsi vincente, al contrario di quella fatta dal Real Madrid che si è affidato a Zinedine Zidane per parlare direttamente con il giocatore, dimenticandosi di passare per Raiola. Uno sgarbo che il manager non ha gradito, tanto da dichiarare recentemente di non avere intenzione di cedere giocatori "al Real Madrid, un club che usa i giocatori come degli asciugamani".

Per arrivare a Pogba, il Barcellona dovrà battere la concorrenza, oltre che del Real, anche di altri club come il Psg, il Manchester United e il Manchester City. In Spagna credono però che quella del Barcellona resti la proposta più interessante per il giocatore, che non vorrebbe tornare in Inghilterra e sarebbe poco attratto dall'idea di giocare in Francia. Il tutto ovviamente, dipenderà anche (e soprattutto) dall'offerta economica che i club interessati faranno a Pogba e alla Juve. Per ora le cifre circolate sono quelle degne di un campionissimo, ed oscillano tra i 60 ed i 100 milioni di euro.

Zamparini: 'Dybala alla Juve si può fare


Zamparini manda un messaggio a De Laurentiis: «Stavolta non sarà un Cavani-bis». E poi a Marotta: «Può concretizzarsi, ma la Juve deve sbrigarsi, ho altre squadre addosso».

Il futuro di Paulo Dybala sarà sicuramente il tormentone dei prossimi mesi di mercato. L'attaccante argentino lascerà il Palermo nel corso della prossima sessione estiva di calciomercato facendo sorridere le casse del presidente Zamparini.

Intervenuto ai microfoni di GR Parlamento, il numero 1 del Palermo ha confermato la volontà di cedere il proprio attaccante: "Per Dybala mi sono arrivate delle proposte concrete, due di 30 milioni da due società, ma io ho detto che ne voglio 40... E me ne è arrivata una anche per Vazquez e Dybala insieme".

Zamparini ha chiamato la Juventus, la più importante delle società italiane interessate, ad accelerare la trattativa: "La Juventus? Sì, potrebbe concretizzarsi. Sono in contatto con Marotta, so che gli interessa ma deve sbrigarsi, ho altre squadre addosso.

Dybala è destinato a diventare il tormentone del calciomercato estivo. Zamparini valuta il gioiello del Palermo 40 milioni, potrebbe profilarsi un altro derby di mercato Roma-Juve, come l'anno scorso per Iturbe. Alla finestra però ci sono anche altre squadre, come il Napoli. Il presidente del Palermo manda un chiaro segnale alla Juve ai microfoni di Gr Parlamento, "La Politica nel pallone": «Per Dybala mi sono arrivate delle proposte concrete - dice Zamparini - due di 30 milioni da due società, ma io ho detto che ne voglio 40... E me ne è arrivata una anche per Vazquez e Dybala insieme. La Juventus? Sì, potrebbe concretizzarsi. Sono in contatto con Marotta, so che gli interessa ma deve sbrigarsi, ho altre squadre addosso. Dopo Pasqua vedrò il procuratore di Dybala (Triulzi, ndr), che sta lavorando bene per il futuro del ragazzo. Se resta in Italia o va all'estero? 50 e 50.



mercoledì 25 marzo 2015

La top 20 calciatori più pagati. Leon Messi è il Paperone d'Europa



Messi e Ronaldo, Ronaldo e Messi. Sono sempre loro gli dei calcio moderno, i due protagonisti dell'ultimo decennio. Si sono divisi campionati, coppe e Palloni d'Oro. E comandano anche la classifica dei guadagni.

Nella classifica dei ricconi del pallone, Leo supera Ronaldo (54 milioni) e Neymar (36,5). Quarto Thiago Silva, che guadagna più di Ibra. Ancelotti è il secondo tecnico più ricco: 15,5 milioni dietro ai 18 di Mourinho. Secondo la classifica pubblicata da France Football, Messi è il calciatore più ricco del mondo, con introiti lordi per 65 milioni di euro all'anno, fra ingaggio del Barcellona e sponsor vari. Al secondo posto, manco a dirlo, c'è Cristiano Ronaldo, con 54 milioni, mentre sul terzo gradino del podio troviamo Neymar, fermo a 'soli' 36,5 milioni.

Della top 20, che comprende fra gli altri anche Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic (gli unici fra questi 20 calciatori ad aver giocato in Italia), non figurano nè giocatori italiani nè protagonisti della Serie A. Per stabilire un termine di paragone, ricordiamo che nel 2000 guidava la classifica Alessandro Del Piero, con 12,52 milioni all'anno.

La classifica di France Football dei 20 calciatori più pagati del mondo (ingaggi lordi)

1. Lionel Messi (Barcellona): 65 milioni di euro
2. Cristiano Ronaldo (Real Madrid) 54
3. Neymar JR (Barcellona) 36,5
4. Thiago Silva (Psg) 27,5
5. Robin Van Persie (Manchester United) 25,6
6. Gareth Bale (Real Madrid) 23,8
7. Wayne Rooney (Manchester United) : 22,5
8. Zlatan Ibrahimovic (Psg) : 21,5
9. Sergio Aguero (Manchester City) : 21,2
10.Robert Lewandowski (Bayern Monaco) : 20,2
11. Eden Hazard (Chelsea) e Yaya Touré (Manchester City) : 20
13. Angel Di Maria (Manchester United) e Radamel Falcao (Manchester United) : 18,5
15. Iker Casillas (Real Madrid) : 17,8
16. David Silva (Manchester City) e Cesc Fabregas (Chelsea) : 17,3
18. David Luiz (Psg) : 17,2
19. Karim Benzema (Real Madrid) : 17
20. Mario Goetze (Bayern Monaco) : 16,9

Zero italiani o giocatori di Serie A nella classifica che nel 2000 era dominata da Del Piero (12,52). Messi ormai è sul podio anche degli sportivi più pagati al mondo, dominato dal pugile Floyd Mayweather Jr (87) e dalla star dell'Nba, LeBron James (69).

Così tocca ad Ancelotti difendere il tricolore con 15,5 milioni. Il tecnico incassa 14 milioni dal Real Madrid, inclusi i bonus. Come sempre dal 2010, Mourinho del Chelsea fa meglio con 18 milioni. Terzo, Guardiola del Bayern Monaco con 15,2, davanti a Wenger dell’Arsenal (11,3). Il c.t. della Russia Capello è sesto con 9 milioni. Nella seconda parte della classifica però spuntano ben cinque italiani. L’ex tecnico nerazzurro Mazzarri è 13° con 6,8 milioni. Due in più dell'erede Mancini,

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90° minuto: ore 18 l’Italia per 45 minuti stava davanti alla tv



90° Minuto, il programma che per primo ha raccontato il calcio agli italiani, una storia iniziata domenica 27 settembre 1970, alle ore 17.45 ideata da Maurizio Barendson, Paolo Valenti e Remo Pascucci, che lanciò i vari collegamenti dai campi, come dimenticare quello da Ascoli affidato al garbo di Tonino Carino. Qui si potevano vedere e sentire i primi commenti dai campi e gli ascolti erano da record con punte di 20mln di telespettatori.

Intere generazioni di ragazzi  e non solo incollati al televisore, ogni domenica, alle 18, collegamenti dagli stadi, una serie di personaggi (nel senso più alto del termine) passionali, mitici, unici nel modo di raccontare il calcio, sotto la regia dallo studio, semplice ed altrettanto appassionata, di Paolo Valenti, vera figura di un certo modo di vivere il calcio, ormai troppo diverso.

Quanta nostalgia ripensando a quelle domeniche: dopo aver sentito Ciotti, Ameri a tutto calcio minuto per minuto, ci si precipitava al televisore per vedere i goals, a sentire i commenti di Bubba, Necco ed altri. Collegamenti dagli stadi, interviste, battute, frasi buttate lì, saluti (ricordate la manona di Luigi Necco con la folla che saltava alle sue spalle?), risate e tanto buon umore. La generazione cresciuta con Giorgio Bubba da Genova, Tonino Carino da Ascoli, Marcello Giannini da Firenze, Cesare Castellotti da Torino, Luigi Necco da Napoli (ed Avellino), Ferruccio Gard da Verona, Vasino da Milano, Franco Strippoli da Bari ed altri.

Paolo Valenti Il calcio, più in generale lo Sport, è un aspetto della vita: nasce, si sviluppa e cresce al passo con la società e non si può certo pretendere che resti immune dai profondi cambiamenti che hanno interessato e coinvolto tutta la vita di oggi. Da qui a perdere però la sua originaria missione - quella cioè di divertire e regalare emozioni - ce ne passa: il calcio è ormai una macchina da soldi; diritti TV, sponsor, contratti milionari, e tutto ciò che ci gira intorno ne fanno una vera e propria industria, con regole da rispettare, a costo di perdere qualcosa in semplicità e passione.

Sono stati quelli gli anni del calcio di provincia, di un calcio che, visto oggi, sembra di un altro mondo, di un’altra epoca geologica. Tonino Carino raccontava del mitico Ascoli di Costantino Rozzi e Carletto Mazzone, Luigi Necco del Napoli di Savoldi e poi Maradona e dell’Avellino di Diaz e Barbadillo, Ferruccio Gard dell’Udinese di Zico ed Edinho, Giorgio Bubba del Genoa e di quella Sampdoria che stava gettando le basi per un ciclo vincente. E poi il Verona dello scudetto, parentesi irripetibile e massimo esempio di un calcio che non esiste più, il Torino, commentato da Castellotti, secondo nel 1985 con Junior, ed anche Edy Bivi, che nell’anno dei Mondiali del 1982 seppe trascinare il Catanzaro al sesto posto.

Non lo sapremo mai: sentiamo resoconti che sembrano brani di letteratura, perfettamente grammaticati ed ordinati, ma manca la passione, la vitalità che certi interpreti sapevano trasmettere. La vera rivoluzione, sul finire degli anni ottanta, avvenne con il Milan di Sacchi e di Berlusconi, il primo a creare due (se non tre) squadre titolari, a spendere cifre folli ed a trasformare il calcio da gioco a macchina da soldi, determinando uno spostamento di valori, dal rettangolo di gioco alle risorse economiche. Detta così sembra un po’ brutale, ma se scorriamo l’albo d’oro del campionato di calcio degli ultimi vent’anni, a parte le parentesi della Sampdoria e delle due romane, hanno vinto sempre e solo le due milanesi e la Juventus, le uniche in grado cioè di dominare in campo e fuori (con enormi risorse finanziarie, testate sportive ecc.).

Nel calcio di oggi non sarebbero più possibili cicli come quello del Verona, della Sampdoria, che seppero vincere scudetti irripetibili, né sarebbero possibili personaggi come Bagnoli, Boskov, Mazzone, Anconetani o Rozzi. O, senza pensare allo scudetto, cicli come quello dell’Avellino, presente in serie A dal 1978 al 1988, del Catanzaro, dell’Ascoli, squadre di provincia che seppero imporre la loro forza nel calcio che conta. Ricordo la prima puntata di novantesimo minuto senza Paolo Valenti: il segno di un mondo che finiva, di un qualcosa che si chiudeva definitivamente. I collegamenti hanno incominciato a non interrompersi più, gli inviati diventavano più seri e professionali: una grande tristezza.

Non solo mezzibusti sportivi. Ma anche, e soprattutto, pezzi d’immaginario nazionale, 90° minuto andò in onda la prima volta nel settembre 1970. Da allora son passati 45 anni.




martedì 24 marzo 2015

Lazio, con De Vrij, Anderson e Biglia un supermercato costoso



Ospite dell'Università europea di Roma, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato agli studenti di Diritto ed Economia dello Sport complimentandosi per la cessione di Hernanes: "Dopo aver capito la situazione chiamai il suo procuratore ed a seguito della partita con il Napoli ci parlai. Non passò tanto tempo e l'agente mi richiamò dicendo che voleva andarsene. Ci ho guadagnato 20 milioni di euro cedendolo all'Inter e l'avrei perso al termine della stagione: un vero capolavoro".
Durante il match tra Lazio e Verona non è passata inosservata la presenza di Jim Lawlor, capo scout del Manchester United, sulle tribune dello Stadio Olimpico. In un primo momento era sembrato che l'osservato speciale fosse il brasiliano Felipe Anderson, uomo copertina dell'ottima stagione della Lazio di Pioli, ma secondo quanto riporta Il Corriere dello Sport, la lente d'ingrandimento era puntata anche sul centrale difensivo olandese Stefan De Vrij.

 Louis Van Gaal è stato chiaro con gli uomini mercato dello United: rinforzare la linea difensiva per dare l'assalto alla prossima Premier League. La nutrita batteria di trequartisti e punte ha assicurato una spiccata trazione anteriore della formazione nel corso della stagione, ma la fragilità difensiva della rosa ha compromesso la corsa al titolo. Il manager olandese, dopo averlo allenato nel corso dell'avventura al Mondiale brasiliano, vorrebbe riavere a disposizione de Vrij, un elemento di sicura affidabilità che gli consentirebbe di giocare indifferentemente con la linea a tre o a 4. Prelevato dal Feyenoord nella scorsa finestra di mercato estiva per circa 7 milioni di euro, il centrale classe '92 a suon di prestazioni convincenti, ha visto il suo valore triplicarsi in poco più di sei mesi. Il richiamo del mentore van Gaal si fa sempre più insistente, sarà difficile resistergli.

Prima dell'arrivo di Pioli sulla panchina biancoceleste Felipe Anderson era considerato un oggetto misterioso. In molti erano rimasti perplessi dall'operazione che aveva portato il brasiliano dal Santos alla Lazio per circa sette milioni. In soli sei mesi però, grazie al lavoro del tecnico ex Bologna, il classe '93 è diventato l'oggetto del desiderio delle big europee. Manchester City e United lo seguono costantemente, così come Liverpool e Psg, e c'è da scommettere che in estate si daranno battaglia per aggiudicarselo. Lotito si è cautelato riuscendo a strappare al giocatore un rinnovo fino al 2020, ma per buona pace dei tifosi della Lazio sarà difficile rivederlo saltare avversari come birilli con la maglia biancoceleste nel prossimo campionato.

 Il metronomo argentino Lucas Biglia è il vero direttore d'orchestra della squadra di Pioli. Sfumato il passaggio al Real Madrid nella scorsa estate dopo un ottimo Mondiale, l'entourage del regista ex Anderlecht ha strappato a Lotito una promessa: verrà ceduto nel caso arrivi un'offerta pari o superiore a 25 milioni di euro. Psg, Arsenal, United e Tottenham, dopo i primi sondaggi iniziali continuano ad osservare, speranzosi di riuscire ad ottenere uno sconto per un giocatore ormai 29enne.

Come ha ricordato Il Corriere dello Sport, il monte ingaggi della Lazio è fermo a quota 55 milioni, il più basso tra le prima quattro squadre in classifica, meno anche di Inter e Milan.


sabato 21 marzo 2015

Coefficiente - ranking Uefa 2014-15: Italia in scia alla Spagna



Con tre squadre ai quarti di Champions ed Europa League confermiamo i segnali di ripresa: in questa stagione solo la Spagna ha fatto meglio di noi. In classifica generale restiamo quarti, rosicchiamo un punto alla Germania. Ma i tedeschi sono in scia all'Inghilterra.

Juve ai quarti di Champions, Napoli e Fiorentina ai quarti di Europa League. Tre vittorie (inclusa quella del Toro, inutile per la qualificazione) e un pareggio (quello del Napoli), 7 punti sul campo più altri 3 di bonus per aver portato, appunto, altrettante formazioni tra le prime 8 di Champions ed Europa League. Anche nell'ultimo turno di coppe, il ritorno degli ottavi, l'Italia continua la sua incoraggiante scalata al ranking.

Intanto nella stagione in corso l'Italia si conferma la seconda per coefficiente Uefa: il nostro punteggio del 2014-15 sale a 16,166 punti contro i 16,357 della Spagna. Alle nostre spalle la Germania, che invece è quella che ci precede nella classifica generale: i tedeschi sono a 15 punti. Dunque, in questa stagione abbiamo recuperato finora 1,166 punti a tedeschi. Ancora pochi per insidiare il loro podio nel ranking.

In classifica generale, quella che tiene conto dei coefficienti per Paese dalla stagione 2010-11 a quella attuale, l'Italia resta al quarto posto, continuando a distanziare il Portogallo. La Germania, intanto, si avvicina all'Inghilterra, da cui è distanziata da poco meno di 2 punti. Le inglesi sono fuori da tutte le competizioni, la Germania ha ancora Bayern in Champions e Wolfsburg (avversario del Napoli) in Europa League. Tra risultati sul campo e bonus per le qualificazioni ai turni successivi, la Germania potrebbe teoricamente puntare al sorpasso se Bayern e Wolfsburg arrivassero in finale con 2 vittorie e 2 pareggi a testa. Escludendo i bonus qualificazione (1 punto ogni ulteriore passaggio del turno), ogni vittoria di Bayern e Wolfsburg varrebbe per il coefficiente Uefa 0,28 punti: cioè 2 punti (il valore della vittoria) diviso 7, il numero complessivo di squadre che hanno preso parte alle coppe in questa stagione.

I ranking club per coefficienti si basano sui risultati ottenuti dai club nelle cinque precedenti stagioni di UEFA Champions League e UEFA Europa League. I ranking determinano le teste di serie nei vari sorteggi di competizioni UEFA.

Sistema punti UEFA Champions League
Eliminazione primo turno di qualificazione – 0,5 punti
Eliminazione secondo turno di qualificazione – 1 punto
Partecipazione alla fase a gironi – 4 punti
Vittoria nella fase a gironi – 2 punti
Pareggio nella fase a gironi – 1 punto
Partecipazione agli ottavi – 4 punti

Dalla stagione 2009/10 ai club viene assegnato un ulteriore punto se raggiungono ottavi, quarti, semifinali o finale. Non vengono assegnati punti per le eliminazioni nel terzo turno preliminare o spareggi, in quanto quei club si trasferiscono alla UEFA Europa League e ottengono punti dalla partecipazione a quella competizione.

Sistema punti UEFA Europa League
Eliminazione primo turno di qualificazione – 0,25 punti
Eliminazione secondo turno di qualificazione – 0,5 punti
Eliminazione terzo turno di qualificazione – 1 punto
Eliminazione spareggi – 1,5 punti
Vittoria nella fase a  gironi – 2 punti
Pareggio nella fase a gironi – 1 punto

Dalla stagione 2009/10, ai club è stato garantito un minimo di due punti se raggiungo la fase a giorni e si vedono assegnare un ulteriore punto se raggiungono quarti, semifinali e finale.
*Le sfide che si decidono ai rigori non hanno effetto sul sistema di calcolo.
Calcolo del coefficiente
I coefficienti club sono determinati dalla somma di tutti i punti ottenuti nei precedenti cinque anni, più un 20% del coefficiente della federazione di appartenenza nello stesso periodo (33% prima del 2009). Questi ranking verranno aggiornati dopo ogni turno di competizioni per club UEFA.



Liga: il clasico Barcellona-Real Madrid può decidere il futuro di Ancelotti



Il Clasico potrebbe essere decisivo per le sorti di Carlo Ancelotti sulla panchina del Real Madrid: secondo il quotidiano catalano Sport una eventuale sconfitta nella gara dell'anno potrebbe costare carissimo al tecnico Campione del Mondo, la cui panchina è già scossa dalla crisi di risultati delle ultime settimane.

All'inizio di gennaio Luis Enrique sembrava vicino all'esonero con Messi pronto a 'licenziarlo' mentre Ancelotti volava con il suo Real. Poi in due mesi tutto si è ribaltato: adesso alla vigilia del Clasico l'ex tecnico della Roma potrebbe dare la spallata decisiva alla Liga e all'allenatore italiano. L'ombra di Zidane è sempre più ingombrante

Fuori i secondi, le due Grandi di Spagna si affrontano domenica sera nel match verità della Liga. Messi favorito su Ronaldo, Ancelotti con l'affanno mentre Luis Enrique gongola. Ma il Clasico può cambiare verso alla stagione in un turno. La madre di tutte le sfide si consuma domenica sera al Nou Camp. Il Barca lanciatissimo di Messi prova a sferrare il pugno del ko a un Real offuscato e appesantito. Ancelotti spera almeno in un pari.

In tre mesi mesi tutto si è cambiato. Siamo a fine dicembre e il Real Madrid alza al cielo la coppa del Mondo per club dopo aver battuto il San Lorenzo e aver raggiunto i ventidue successi consecutivi (due in meno del club brasiliano Coritiba, detentore del record). Per Ancelotti è la ciliegina sulla torta dopo aver vinto la 'Decima' Champions. Il popolo merengue lo adora, la società è pronta a blindarlo con un rinnovo milionario, la sua squadra viaggia a ritmi altissimi. Dall'altra parte della barricata c'è Luis Enrique, l'asturiano che il Barça fatica a digerire. La sua squadra non esalta, Messi va a singhiozzo, ad inizio gennaio addirittura si parla di rottura con la pulce pronta a chiedere la testa del tecnico ex Roma con il destino che sembra ormai segnato. Poi il mondo si capovolge. Messi torna a fare Messi. Luis Suarez e Neymar scaldano i motori con l'uruguayano di nuovo al top dopo un inizio di stagione balbettante. Il Barcellona ritrova il sorriso, il Real Madrid rallenta.

L'inizio del 2015 per le merengues è da bollino rosso: ko con il Valencia in Liga, fuori dalla coppa del Re per mano dell'Atletico, poi il pesante tonfo in campionato nel derby contro l'Atletico (4-0) e l'Athletic Bilbao. Sono stop pesanti che incidono sul cammino in Liga con il Barcellona che mette la freccia e sorpassa i cugini in classifica prendendosi la vetta. Luis Enrique riesce a trovare la quadratura del cerchio vincendo tutte le partite del 2015 a parte Real Sociedad e Malaga. Due ko blaugrana contro cinque sconfitte e due pareggi merengue (fra campionato e Champions). La differenza è tutta qui e basta e avanza per cambiare il corso della storia. Adesso è Luis Enrique ad avere la possibilità di esonerare virtualmente Ancelotti, l'ex intoccabile adesso al centro del mirino delle critiche di tifosi e stampa. Il suo Real si è inceppato, il Clasico potrebbe essere l'ultima chance per salvare la sua panchina. E l'ombra di Zidane si fa sempre più ingombrante.




martedì 17 marzo 2015

Antonio Conte dopo la Nazionale un club di Serie A, si pensa al Milan



Antonio Conte, commissario tecnico della Nazionale, ha toccato tanti argomenti nell'intervista rilasciata al settimanale Chi in uscita domani. Questo il suo pensiero sul suo presente e sul suo futuro: "Prima avevo un contatto quotidiano con i giocatori, ma ho deciso con il cuore e ho scellto la Nazionale in un momento difficile. Spero di aver fatto bene. Futuro? Mi piace lavorare e mi sono reso conto che da commissario tecnico è più difficile farlo farlo con continuità. Questo mi ha un po' deluso. Io voglio insegnare calcio e vincere. Ora sono in nazionale, poi vedremo se andare all'estero o accettare un progetto in Italia".

Da quando sono ct della Nazionale faccio qualcosa di diverso rispetto al passato: prima avevo un contatto quotidiano con i giocatori e con il profumo dell'erba, ma ho deciso con il cuore e ho scelto la Nazionale in un momento non semplice. Mi auguro che sia la cosa giusta ". Così Antonio Conte, in un'intervista che verrà pubblicata sul numero di 'Chi' in edicola domani. "Non è che manca il club -prosegue - A me piace lavorare e mi sono accorto che in questa veste è più difficile farlo con una certa continuità; questo mi ha, fra virgolette, un po' deluso. Tuttavia stiamo lavorando per far crescere un gruppo di giovani emergenti insieme con i vecchi, speriamo nei risultati".

Conte difende Arrigo Sacchi, accusato di razzismo per aver detto: " Ci sono troppi giocatori di colore nei settori giovanili". "Rispetto al 2006, quando l'Italia vinse il Mondiale, Lippi poteva scegliere fra un 64% di giocatori italiani; oggi ho a disposizione un 33-34% - sottolinea

Questo dato ti fa capire la difficoltà che ho nel selezionare i giocatori: è un grido che lanciamo da tempo ma non viene recepito. Dispiace per Sacchi, per come è stato trattato, perché conosco la persona e il suo intendimento non era razzista, ma ho capito che in Italia tante volte ci facciamo male da soli". Alla domanda su quale sia il suo sogno come allenatore, Conte dice: "Continuare a insegnare calcio, oltre a vincere. Adesso sono in Nazionale, poi deciderò se cimentarmi all'estero o magari sposare qualche bel progetto in Italia.




sabato 14 marzo 2015

Ultime notizie sulla Juventus: calciomercato e prospettive per il prossimo anno



L'amministratore delegato della Juventus, Beppe Marotta, ha parlato stamani a Radio Deejay Footbal Club: "Dortmund è un pensiero fisso - ha ammesso - ma adesso penso alla partita con il Palermo, anche se abbiamo 11 punti di vantaggio sulla seconda. Mai deconcentrarsi, mai mollare. Su Verratti eravamo sul pezzo, avevamo avviato una trattativa importante con il Pescara, ma l'offerta del Psg era troppo importante. Tevez ha un contratto fino al 2016: per noi il suo contratto è in bianco e speriamo che resti anche oltre il 2016. La decisione è sua. Vorrei Cavani o Dybala? Ci servono giocatori di profilo ed esperienza internazionali. Dybala è un giovane interessante, ma guardiamo anche altro considerando pure l'esperinza internazionale e altre cose. Vogliamo giocatori pronti per i nostri obiettivi. Zaza e Berardi fanno parte del nostro futuro. Quella Allegri è stata un'operazione lampo dopo l'addio di Conte. Pogba quanto vale? Il valore viene dato dai potenziali acquistati ma non lo vogliamo vendere. Certe società ci hanno fatto capire che possono offrire 70-80-90 milioni".

La Juventus si guarda intorno, alla ricerca di un terzino sinistro di qualità e, soprattutto di giovane età: il nome nuovo, messosi in mostra nell'anticipo di Bundesliga tra Bayer Leverkusen e Stoccarda, terminato 4-0 per i padroni di casa, è quello del brasiliano delle Aspirine Wendell Nascimiento Borges. Il club bianconero deve infatti rinforzarsi in quella zona del campo, dove al momento Patrice Evra è l'unico giocatore di sicura affidabilità. Asamoah infatti è ancora ai box, a causa dell'infortunio al ginocchio, e soprattutto non è un esterno basso di ruolo. Per questo motivo, in vista di un'altra stagione zeppa di impegni, un giocatore come Wendell, giovane ma già abituato alla pressione di una grande squadra, potrebbe rendersi molto utile.

Si parla molto di Dybala nel mirino dei bianconeri. Come riporta Tuttosportper l'argentino è accerchiamento totale. Marotta lo sottoporrà all'ultimo test, Allegri prepara la gabbia. Perinetti: "Meglio lui di Cavani". L'ex dg rosanero: "La Juve ha una corsia preferenziale con Zamparin". Anche per il Corriere dello Sport Dybala è il primo nome per la Juve. Marotta ci prova e sfida la Premier. La stella del Palermo in corsa con Cavani e Falcao. Oltre a Chelsea, City e Arsenal lo vogliono Roma e Real Madrid.  La Gazzetta dello Sport parla del futuro di Marco Verratti. Il City prepara l’assalto, ma se Pogba...Sulle sue tracce c’è il d.t. Beguiristain, però la Juve potrebbe averlo in tandem con Cavani se il francese finisse a Parigi.

All'occorrenza anche esterno alto, classe '93 nato a Fortaleza, cresciuto nel Londrina Esporte Clube, passato poi al Paranà per arrivare finalmente al Gremio, è arrivato a Leverkusen all'inizio di questa stagione, in prestito oneroso a 3,5 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 6 milioni. Non c'è dubbio che il Bayer lo riscatterà, dato che in questa stagione ha già disputato la bellezza di 23 presenze, di cui 4 in Champions League, realizzando ieri sera la prima rete ufficiale. Wendell ha già esordito nelle selezioni brasiliane Under 20 e Under 23. Difficile dunque sottrarlo ai tedeschi, ma non impossibile, per un club con il prestigio e l'appeal della Vecchia Signora, che potrebbe chiaramente inserirsi in caso di tentennamenti da parte del ds del Bayer Rudi Voeller, o opzionarlo per il futuro. D'altronde i rapporti tra i due club sono ottimi, come testimonia l'affare Vidal.

Calciomercato Inter, la difesa per il prossimo anno sarà tutta nuova: resta solo Santon




Intervenuto oggi nella conferenza stampa di presentazione della sfida contro il Cesena, il tecnico dell'Inter Roberto Mancini ha voluto rispondere al tecnico del Manchester City Manuel Pellegrini che si era lamentato per le continue avance nerazzurre a Yaya Touré: "Lo considero un figlio e un grandissimo giocatore. Se ci fosse la possibilità di prenderlo saremmo interessati, ma è di un'altra squadra e non sarà facile. Non credo di aver detto niente di male".

La trasferta europea di Wolfsburg ha messo a nudo ancora una volta i lampanti limiti difensivi dell'Inter. Roberto Mancini prima ci ha scherzato su, definendo la sua retroguardia "un po' naif". Ora però sembra aver perso la voglia di ridere. Non ci saranno più sconti, chi sbaglia rischia di venire definitivamente tagliato.

Nella prossima stagione si profila una vera e propria rivoluzione nella linea a quattro del Mancio. Una rivoluzione che non riguarderà Davide Santon. Dopo aver passato la prima parte di stagione tra infortuni e panchina al Newcastle, il 24enne romagnolo è tornato a casa dimostrando un'invidiabile e inaspettata condizione fisica. Il tecnico nerazzurro lo ha sempre schierato dal primo minuto in tutte le competizioni, a partire dall'esordio in Coppa Italia contro il Napoli. Dalla prossima gara da titolare scatterà automaticamente l'obbligo di riscatto, fissato a 4 milioni di euro. Nonostante qualche incertezza in fase difensiva, Mancini è pronto a ripartire dalle qualità di spinta di Santon.

Sistemato uno dei due terzini, ora tocca al resto del reparto. Al momento nessuno dei centrali può assicurare le garanzie richieste dall'allenatore. Il rinnovo del contratto di Ranocchia - in scadenza il prossimo giugno - sembra cosa fatta, ma l'annuncio ufficiale tarda ad arrivare. Juan Jesus, nonostante i grandi mezzi fisici a disposizione, manca di concentrazione e spesso compie la scelta sbagliata, mentre Vidic non è mai riuscito a imporsi in maniera convincente. Mancini deve scegliere chi sacrificare e chi affiancare Jeison Murillo (bloccato per 8 milioni più bonus). Per quanto riguardo gli esterni, i contratti di Campagnaro e Jonathan non verranno rinnovati. Se arriverà la giusta offerta, non sono nemmeno esclusi gli addii di Nagatomo, D'Ambrosio e, soprattutto, Dodò, finito ai margini del progetto del tecnico. Santon, Murillo e chi altro? Ora è difficile fare nomi ma, di certo, senza una difesa affidabile sarebbe davvero dura tornare tra le grandi.

Roberto Mancini ha parlato alla vigilia della gara contro il Cesena e ha sottolineato che le prossime 4 partite saranno fondamentali per definire gli obiettivi dei nerazzurri in campionato. Il tecnico di Jesi non ha alzato bandiera bianca neppure nella corsa al terzo posto.

Mancini, come si riparte dopo il ko di Europa League di giovedì?
Se fosse stata una sconfitta minima, non ci sarebbero stati problemi, mentre un 3-1 è più difficile da recuperare, ma non è irrecuperabile. Ora dobbiamo pensare al Cesena che è la cosa più importante, poi avremo 4 giorni per concentrarsi su come recuperare in Europa.

A Wolfsburg le cose sono iniziate ad andare male dopo l’innesto della difesa a tre. Concorda?
Il modulo non conta, ma è l’attitudine della squadra a fare la differenza. Siamo passati a tre perché Santon era stanco e stavamo soffrendo da quella parte. Siamo passati al 3-4–1-2, ma dopo 1 minuto abbiamo fatto l’errore del gol. Non si perde o si vince una partita per un modulo.

L’ha delusa Vidic? Punterà su Andreolli?
Non mi ha deluso nessuno. Se un giocatore va in campo e dà tutto quello che ha, non mi delude mai. Gli errori ci stanno: purtroppo stavolta hanno determinato il risultato, ma fanno parte del gioco.

Calciomercato rivoluzione Milan su Maurizio Sarri e cessioni da 90 milioni



Che il destino di Filippo Inzaghi sia segnato è cosa ormai abbastanza conosciuta: neanche un finale di stagione strabiliante potrebbe salvare il tecnico rossonero, che ormai si appresta a terminare la stagione.

Si parla molto del futuro del Milan sui giornali oggi in edicola. La Gazzetta dello Sport parla del possibile sostituto di Inzaghi sulla panchina rossonera. Domani Galliani vedrà Corsi, presidente dell'Empoli. Si parlerà di Saponara e Verdi ma sarà soprattutto l’occasione per informarsi su che intriga i rossoneri. Superfluo dire che il profilo di Sarri – nelle ultime settimane si è fatto sotto il Rubin Kazan – corrisponderebbe perfettamente alle esigenze di un club che vuole lanciare una linea giovane e italiana (e possibilmente vestita di azzurro). Poi, è ovvio, i nomi in cima alla lista rossonera restano Conte e Montella, ma visto l’altissimo coefficiente di difficoltà per arrivarci, la strada del tecnico nostrano non è per nulla da scartare.

Quindi nella lista dei probabili successori si sta facendo spazio con insistenza quello del tecnico campano, dopo aver vinto la panchina d'argento l'anno scorso in Serie B con l'Empoli, sta conducendo i toscani a una salvezza tranquilla, cosa a inizio stagione pressoché imponderabile, mostrando anche un bel calcio, come quello visto proprio a San Siro contro i rossoneri qualche giornata di campionato fa. Galliani dovrebbe vedere nei prossimi giorni il Presidente dell'Empoli Corsi, che però difficilmente impedirà al suo allenatore di tentare un'esperienza così importante. Vince quindi ancora la linea a basso prezzo, dato che Montella difficilmente lascerà la Fiorentina senza le giuste rassicurazioni e Antonio Conte non ha intenzione di lasciare la Nazionale prima degli Europei in Francia. Nel caso si dovesse concretizzare l'ipotesi Sarri, la speranza è che sia capace di valorizzare i giovani come sta facendo ad Empoli, cosa in cui il Milan ha faticato e non poco negli ultimi anni.

Secondo il Corriere dello Sport il Milan ha un piano, pronte cessioni per 90 milioni, considerando sia gli incassi per i cartellini (circa 27 milioni) sia dei risparmi sugli ingaggi (addirittura 60 milioni al lordo delle tasse). Sarà addio per Mexes, de Jong, Essien, Pazzini, Armero, van Ginkel. Sul mercato anche Muntari, Agazzi, Albertazzi, Zaccardo Matri e Zapata.

Alessandro Mastalli è stato il suo capitano nel primo anno con gli Allievi Nazionali. Ora indossa la fascia anche nella Primavera di mister Brocchi, ma Alessandro Mastalli è rimasto legato a Filippo Inzaghi, che in questo momento non se la passa bene sulla panchina della Prima Squadra del Milan. Ai microfoni di Milan Channel, Mastalli ha parlato di SuperPippo: "Inzaghi sa che quando ha bisogno, io ci sono sempre. Mi sta trattando benissimo. E' davvero un grande allenatore. Lo conosco da due anni e lo posso solo ringraziare".

venerdì 13 marzo 2015

Juventus: Carlos Tevez: 'L'Argentina mi manca'



Carlos Tevez sta trascinando la Juventus a suon di gol. Il suo carisma e la sua classe hanno conquistato il popolo juventino, che lo ama alla follia. Il numero 10 bianconero si è raccontato in una lunga intervista alla FIFA, nella quale ha parlato della sua Argentina: "Mi manca. Ho sempre perso amici e parenti, sin dall'inizio. Per fortuna ho un sacco di gente che mi viene a trovare, quindi non mi sento solo. Immaginate i miei amici di Fort Apache in Inghilterra. Ho numerose storie. Ogni volta che siamo andati fuori qualcosa di divertente è accaduto".

 Sulle sue spalle un numero pesante, quel 10 che fu di Alessandro Del Piero: "Non pesa. Anche se è importante per me, io non pongo su di me ulteriore pressione, anche se so chi ha indossato questa maglia. Fin dall'inizio non ho avuto pressioni. Mi sono detto solo degno di doverla indossare".

Lunga intervista concessa da Carlos Tevez al sito ufficiale della FIFA: L'argentino parla del suo passato burrascoso, tra miseria, violenza e droga: "La mia infanzia è stata difficile, ho vissuto in un posto dove droga e morte facevano parte della vita di tutti i giorni. Crescere in un ambiente simile ti fa crescere velocemente. Non ho mai tollerato droghe e omicidi e fortunatamente ho potuto fare la mia scelta. Il mio migliore amico, Dario Coronel era talentuoso come me, eravamo insieme 24 ore al giorno, fece un'altra scelta". Sulla vita a Fuerte Apache: "Una volta ti derubavano e ti lasciavano andare via. Ora gli dai tutto quello che hai e ti uccidono pure. Dobbiamo però far vedere che a Fuerte Apache ci sono anche bravi ragazzi. Io ne sono venuto fuori e come me anche altri. Non è facile ma ognuno ha il destino nelle sue mani. Non so se essere cresciuto in quell'ambiente ha fatto di me un giocatore più battaglero. Ho sempre giocato a modo mio ma è possibile".

Secondo quanto riferito da As, la Juventus sarebbe tornata alla carica per Mario Mandzukic. Dopo una sola stagione all'Atletico Madrid, il croato potrebbe lasciare i Colchoneros che per l'attacco avrebbero deciso di puntare dritti su Stevan Jovetic. Il gradimento dei bianconeri per l'ex Bayern e la probabile uscita di Llorente avrebbero riportato la Vecchia Signora su questa pista.



martedì 10 marzo 2015

Liverpool a Roma per Felipe Anderson




Felipe Anderson è monitorato da tutti i grandi club d'Europa e ieri allo stadio Olimpico c'erano gli osservatori di mezza Premier League.

Anche ieri è stato tra i migliori in campo, trascinando la Lazio al successo contro la Fiorentina, ma il futuro di Felipe Anderson potrebbe essere targato Premier League. Ieri all’Olimpico – secondo quanto si legge su ‘Calciomercato.com’ – c’era anche Paul Goldrick, l’osservatore di Brendan Rodgers, attuale tecnico del Liverpool. Il presidente Lotito proverà a blindare il gioiello brasiliano (classe ’93), ma i ‘Reds’ sono pronti a sferrare l’assalto decisivo.


Non poteva essere altrimenti, prima o poi doveva accadere che tutti si accorgessero di lui. Felipe Anderson è monitorato da tutti i grandi club d’Europa e ieri allo stadio Olimpico c’erano gli osservatori di mezza Premier League o meglio, della Premier League che conta. La partita era una ghiotta occasione per vedere da vicino uno dei talenti nascenti del calcio internazionale che ha scoperto la Lazio e che la società biancoceleste vorrebbe tenere ma allontanando le sirene che cantano dalla terra di Albione.  Posizionati tribuna d’onore destra, dietro la panchina di Montella, secondo indiscrezioni raccolte da calciomercato.com, c’erano gli osservatori di Manchester United, Manchester City, Chelsea, Liverpool e forse non solo loro… Per i Reds ad esempio c’era Paul Goldrick, l’osservatore di Brendan Rodgers come tutti gli altri hanno visto da vicino quello che sa fare Felipe Anderson ed hanno avuto anche l’occasione per vedere all’opera Keita e Biglia, altri due giocatori attenzioni in Inghilterra.

 La Lazio non vorrà privarsene ma la considerazione degli uomini dei potenti è stata chiara ed univoca: ‘Cambio di passo e tecnica. Assolutamente da grande squadra’, Felipe non vuole allontanarsi da Roma, anche per gratitudine nei confronti della dirigenza biancoceleste, ma un’offerta da grande squadra non può essere fatta passare a cuor leggero. Una cosa è certa, la Lazio offrirà al ragazzo un adeguamento del contratto per blindarlo e farlo sentire un giocatore importante quale è poi si valuterà il da farsi, sul tavolo di Lotito arriveranno sicuramente offerte importanti, alcune forse irrinunciabili.




Jeremy Toulalan è corsa Inter e Napoli



In scadenza con il Monaco, Jeremy Toulalan è molto vicino all'Inter di Mancini, ma il Napoli è pronto a intromettersi e a rovinare i piani dei nerazzurri. Secondo Il Corriere dello Sport, si tratta di vero testa a testa tra i due club, con gli azzurri che hanno anche inviato osservatori in Francia per lui.

L'Inter è sempre più vicina a Jeremy Toulalan. Il centrocampista francese è pronto a lasciare il Monaco a parametro zero al termine di questa stagione. Oscar Damiani, agente FIFA e intermediario vicino al calcio francese, ha parlato ai microfoni di Gazzetta TV del futuro del giocatore: "Il club del Principato ha offerto il rinnovo a Toulalan, ma lui sta pensando di provare una nuova esperienza all'estero. In questi giorni sta prendendo una decisione insieme al suo agente Michael Manuello. Penso che alla fine del mese sarà tutto più chiaro".

I nerazzurri stanno sfruttando ancora una volta la carta Roberto Mancini. La presenza dell'ex tecnico del Manchester City sulla panchina interista potrebbe risultare determinante nella scelta del 31enne francese. "Mancini sa essere molto persuasivo", ha dichiarato Damiani. Su Toulalan c'è anche il Napoli, ma attualmente l'Inter sembra favorita: "Gli azzurri sono interessati a Jeremy, ma un trasferimento a Napoli a questo punto della sua carriera non sembra convincerlo". Gli indizi portano tutti a Milano.


domenica 1 marzo 2015

Parma calcio sempre più caos, Manenti, multe non pagate



Dopo l'incontro con Pizzarotti, il presidente gialloblù è stato fermato dagli agenti che hanno provveduto al blocco della sua Citroen. Motivo? 1.900 euro di multe mai pagate...

Prima ha rischiato il linciaggio da parte dei tifosi inferociti per la drammatica situazione del Parma, poi Giampietro Manenti è riuscito a raggiungere la propria auto in compagnia della collaboratrice, ma i guai non erano ancora finiti. Il neo presidente del Parma, infatti, che era reduce da un incontro con il sindaco Federico Pizzarotti per cercare di far chiarezza sul futuro del club crociato, è stato fermato dopo pochi metri dagli agenti della Polizia Municipale, che hanno subito "sequestrato" il mezzo, una Citroen C3.

aveva appena lasciato il centro storico di Parma rischiando il linciaggio per i tifosi crociati inferociti ma dopo pochi metri ha dovuto abbondare la propria auto sequestrata dagli agenti della Polizia Municipale. Protagonista il presidente del Parma Fc Giampietro Manenti. Sul mezzo, una Citroen C3, gravavano infatti multe non pagate per 1.900 euro complessivi. A quel punto gli agenti hanno provveduto al blocco amministrativo del mezzo ed il presidente Manenti e la sua collaboratrice sono rimasti a piedi.

«Lasciati soli»Lo sfogo del tecnico e del capitano degli emiliani: «Nessuno si è fatto vivo, non giochiamo per richiamare l'attenzione e non perché non ci possiamo permettere la trasferta. La federazione si riunisce il 6 marzo, noi neanche sappiamo se esisteremo ancora il 6 marzo. Ci sono solo avvoltoi e sciacalli vicino a noi»

«Per amore di una professione stiamo andando avanti. Ma ci fermiamo perché bisogna fare chiarezza e capire perché e come si è arrivati a questo, ci hanno lasciato soli». Così Roberto Donadoni in conferenza stampa insieme al capitano Alessandro Lucarelli. «Siamo come una carogna in mezzo al deserto, e sembra che attorno a noi ci siano solo avvoltoi e sciacalli. Si sta chiedendo solo di intervenire, di in mano la situazione. Perché io, Lucarelli, abbiamo fatto la nostra carriera ma dietro ci sono ragazzi di 16, 17, 18 anni che hanno un futuro davanti e che vanno salvaguardati. Abbiamo la speranza che le cose migliorino. Nessuno si è preso la responsabilità di quanto accaduto, di aver lasciato che quelli che hanno creato tutto questo disastro potessero agire in un certo modo, non è solo colpa loro ma anche di chi glielo ha permesso. Stiamo diventando ridicoli come Paese agli occhi del mondo. Qualcuno si prenda la responsabilità di tutto questo, ad oggi non ho visto nessuno che abbia detto forse 'qualche colpa ce l'abbiamo, qualche errore è stato commesso'. È arrivato il momento di fermarsi un attimo e fare qualcosa di concreto perché poi ne avremo vantaggi tutti».

«Nessuno ci ha chiamato tranne l'AIC, nessuno ci ha cercato, nessuno dei vertici federali ci ha aiutato. La nostra scelta di non giocare nasce proprio da questa assenza. Non era una questione economica. Avevamo trovato uno sponsor che ci copriva la trasferta. Noi non giochiamo, adesso vediamo cosa faranno il 6 di marzo quando hanno l'assemblea, non so neanche se esisteremo ancora il sei di marzo...Non pensiate sia facile dire che non giochiamo, perché la partita è l'unica cosa che ci è rimasta. Ogni giorno portano via qualcosa, da qui al 6 non so cosa accadrà ma al momento non ci sono le condizioni per andare avanti. E noi parliamo di prima squadra, ma pensiamo a tutto il settore giovanile e a tutto il patrimonio dei giocatori che andrebbero via svincolati».

ANCORA DONADONI - «Il gruppo si allena da professionisti veri. Questa è la risposta che stiamo dando alla situazione, la nave sta andando alla deriva. Ma ad oggi nessuno si è preso la responsabilità di ciò che sta accadendo. Bisogna intervenire in maniera radicale per evitare altri casi».


Milan, crisi tecnica e voci sul futuro




Un altro passo falso, altro che continuità. Sono duri i commenti dei principali giornali dopo il match del Milan, fermato sullo 0-0 dal Chievo. Dura l'analisi de La Gazzetta Sportiva: il Diavolo si inceppa anche in casa Chievo, e semmai la continuità sta nel brutto cammino di questo 2015: due vittorie, con l’ultima e la penultima in classifica, tre pareggi e quattro sconfitte. Un ruolino da salvezza, altro che coppe. Questo Milan ha l’encefalogramma piatto e la velocità di un bradipo. Poche idee, poco ritmo, un paio di isolate vampate. E stop. Anche il Corriere della Sera sottolinea i limiti della squadra allenata da Inzaghi: nove punti nelle nove gare del 2015 ed una squadra che ci prova, ma non ha organizzazione, schemi ed idee, va avanti per inerzia tra la confusione, ma così non si vince neanche in provincia.

Terzo risultato utile consecutivo non basta al Milan per sorridere. Dopo il pari con l’Empoli e la vittoria contro il Cesena, i rossoneri non sono andati oltre lo 0-0 contro il Chievo e la zona Europa League è destinata ad allontanarsi. I rossoneri hanno avuto un buon possesso palla, ma hanno girato la sfera in maniera troppo lenta e prevedibile consentendo ai padroni di casa di chiudere ogni spazio e di difendersi in maniera ordinata. Le occasioni più pericolose le hanno avute paradossalmente i padroni di casa e Diego Lopez ha detto no a Pellissier, Schelotto e Paloschi.

Nuove voci di vendita e nuove crisi sul campo. Il Milan vive l'ennesimo momento difficilissimo ma nonostante tutto i compratori, o presunti tali, non mancano. Ieri, in ricorda Tuttosport, è rimbalzata la notizia dell'entrata in scena di un gruppo libanese pronto a prendere il Milan da Berlusconi. Cifre? Da capogiro: 1 miliardo in tre tranche. Fininvest smentirà ma intanto i rossoneri devono fare i conti con una squadra che vive una profonda crisi tecnica. Non aiutata dal mercato invernale. Nuovi voci, dopo quelli cinesi, thailandesi e arabi.




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