Per il sito finanziario il 25 aprile i cinesi avrebbero presentato un report della Bank of Jiangsu Co. falsificato e non confermato dalla stessa banca. Per dimostrare a Fininvest e a Silvio Berlusconi la loro solidità, avrebbero addirittura presentato dei documenti bancari falsi. E' questa l'accusa che nella notte italiana è stata lanciata dagli Stati Uniti dal sito finanziario Bloomberg nei confronti del consorzio cinese che, attraverso il fondo Sino-Europe, sta lanciando la volata finale per la scalata al Milan.
E' prontamente arrivata la nota da parte della Sino Europe Sports Investment per smentire quanto riferito da Bloomberg: "Sino Europe e Fininvest non confermano i contenuti dell'ennesimo articolo di Bloomberg e proseguono verso il closing entro la fine del 2016".
Si infittisce e continua a regalare dettagli sempre più misteriosi il giallo sulla trattativa che entro dicembre dovrebbe portare il Milan dalle mani di Silvio Berlusconi a quelle del consorzio cinese della Sino Europe Sport Investment per 740 milioni di euro. Il canale tv statunitense Bloomberg, molto attento alle vicende riguardanti l'alta finanza, riferisce un particolare che getterebbe ulteriori dubbi sulla cordata guidata dall'uomo d'affari Li Yonghong.
Nella fase iniziale della trattativa, per attestare la propria credibilità, il gruppo avrebbe prodotto un falso documento bancario con l'elenco di una serie di transazioni partite dal conto corrente di uno dei membri del consorzio e che, alle ore 16.14 del 25 aprile scorso, recitava circa 115 milioni di euro di saldo la società avrebbe chiuso a quota 852.468,304,56 yuan, 128 milioni di dollari. Bloomberg racconta, ancora, di aver contattato la Bank of Jiangsu ricevendo come risposta dall'istituto di credito cinese che loro non hanno mai autenticato alcun documento del genere. . L'istituto di credito chiamato indirettamente in questione è il Bank ok Jiangsu Co., che ha prontamente smentito (interpellato da Bloomberg) di aver mai emesso questo documento, nonostante lo stesso appaia su carta intestata della banca.
Il documento incriminato, se fosse autentico, rientrerebbe nella normalità delle verifiche richieste da un qualsiasi venditore prima di dare il via libera al soggetto interessato a parte o alla totalità delle quote azionarie per procedere con la due diligence, ossia lo stato finanziario dell'azienda sul mercato. Nei vari comunicati di Fininvest emessi a proposito della firma dell'accordo preliminare, mai si è fatto riferimento a report bancari e, da fonti interne alla trattativa, è emerso come la controllante del Milan abbia ottenuto le garanzie necessarie sulla solidità del gruppo cinese direttamente dalle istituzioni finanziarie di Pechino. Nei giorni scorsi, la stessa Bloomberg ha avanzato perplessità sulle risorse economiche a disposizione della Sino Europe, che starebbe cercando di coinvolgere nuovi investitori nell'affare per chiudere l'acquisto del Milan.
Da giorni, ormai, Bloomberg dimostra con i suoi servizi giornalistici di non fidarsi del consorzio cinese che ha già versato la caparra da 100 milioni a Fininvest per l'acquisto del 99,3% del Milan e che entro fine anno deve arrivare al closing versando i restanti 420 milioni. Questa mattina, citando fonti economiche molto ben informate che preferiscono restare nell'anonimato, ha pubblicato un articolo nel quale racconta che, nella prima fase della trattativa con Fininvest, i cinesi hanno presentato dei documenti bancari sui quali c'è il timbro della Bank of Jiangsu Co., che poi si è scoperti non essere autentici.
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