Adriano Galliani sembra che ha convinto Berlusconi e per Allegri è pronto il rinnovo. La Roma si butta su Blanc e tenta Donadoni. Mancini costa troppo.
Il presidente milanista è uscito allo scoperto. Lo ha fatto intervenendo telefonicamente dal buen ritiro in Costa Smeralda a «Mattino cinque» dove ha definito le sorti della panchina rossonera una «vexata quaestio». Poi ha aggiunto: «Credo che entro domenica sera avremo un incontro con Galliani e Allegri e troveremo una soluzione che non sarà difficile trovare se tutti si metteranno una mano sulla coscienza e si deciderà per il meglio del nostro Milan».
Dichiarazione che lascia aperto ogni scenario, non racchiudendo una conferma piena dell'allenatore (al quale il presidente milanista non ha mai fatto una telefonata di complimenti per il terzo posto conquistato: in parole povere le comunicazioni con il tecnico si sono interrotte dalla vigilia della trasferta di Siena quando bucò l'appuntamento a Milanello), ma nemmeno una bocciatura esplicita. Cosa significa mettersi una mano sulla coscienza? E qual è secondo il Cavaliere la soluzione migliore per il Milan? Interrogativi che aleggiano sospesi in attesa del rientro da Villa Certosa del presidente.
La querelle Allegri-Milan arriva fino a Roma. Il club giallorosso è convinto che tra Berlusconi e il tecnico si arriverà alla rottura e ha deciso di rimanere alla finestra in attesa di sviluppi. Intanto si studia un piano B. Accantonate le ipotesi Mancini, Pioli, Colantuono e Donadoni, il primo nome sulla lista di Walter Sabatini ora è quello di Laurent Blanc, che riporterebbe nella capitale Candela come secondo.
L'arte diplomatica di Galliani è da premio Nobel e l'impresa che sembrava impossibile sta per diventare realtà: Allegri resta al Milan. O almeno la percentuale si sta alzando. Galliani conosce Berlusconi come nessun altro e sa benissimo che non conviene contraddirlo quando prende delle posizioni nette, ma poi, gradualmente, ragionando, si può anche riuscire a fargli cambiare idea. Galliani c'è quasi riuscito dimostrando che prendere Seedorf sarebbe un salto nel buio, l'olandese sta ancora giocando in Brasile, non ha mai allenato, ha bisogno di qualche passaggio fuori dal campo prima di sedersi in panchina. Per di più i tifosi non lo amano e non lo hanno mai amato alla follia, nel caso di battute a vuoto inizierebbero le contestazioni. Inzaghi non è ancora pronto. Van Basten è un'incognita. Insomma, Galliani ha fatto capire per l'ennesima volta che un primo, un secondo e un terzo posto non sono poi un brutto curriculum, che Allegri non sarà un fenomeno, ma è quanto di meglio in questo momento possa avere il Milan come allenatore. Inoltre, anche dal punto di vista economico, mandar via Allegri oggi costerebbe una cifra più o meno simile a quella di un eventuale esonero a stagione in corso. Come dire: se proprio tra i due non dovesse riaccendersi la fiamma, si potrebbe decidere strada facendo.
Per convincere Allegri che per primo ha trattando con la Roma, serve il rinnovo del contratto in scadenza nel 2014. Sicuramente sarà sottoposto ad Allegri un allungamento di un anno. Quel segnale di fiducia che Allegri voleva. E con la Roma come la mettiamo? Sabatini che aveva offerto un biennale da tre milioni e mezzo di euro è indubbiamente deluso. Se dovesse andare a finire così sarebbe vanificati due mesi di colloqui, intese e progetti. La Roma aveva investito molto sul nuovo allenatore, dopo due esperimenti Luis Enrique e Zeman, i giallorossi avevano bisogno di un allenatore-certezza. E adesso? Sabatini ha da tempo contattato Blanc, ex Ct della Francia. Ha nel mirino Donadoni che però si è legato al Parma e non sarà facile convincere Ghirardi a liberarlo. Libero c'è anche Mancini, ma costa troppo oltre ad essere un ex laziale doc. Sicuramente un colpo basso per Sabatini che però doveva stare in campagna: qualche anno fa Allegri non si presentò in chiesa il giorno del matrimonio. Non è la prima volta che cambia idea.
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