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mercoledì 7 ottobre 2015
Carlo Ancelotti: adesso vuole un club
Carlo Ancelotti torna a parlare. Lo fa al Corriere della Sera, in una lunga intervista: "Galliani è venuto a sondare il terreno quando ha saputo che non sarei rimasto a Madrid. Si è presentato con tutto l'affetto possibile nei miei confronti ma gli ho subito detto: no grazie. Di soldi non abbiamo proprio parlato, fosse stato un altro momento però sarei tornato. La verità è che dopo due anni di Real ero senza energie, stare lì è molto dispendioso. Mi hanno cacciato perché non ho vinto campionato o Champions, ma con Florentino Perez c'è sempre stato un rapporto di rispetto. Sapevo che non vincendo avrei dovuto mollare. Il Real è così. Futuro? Non so dove andrò, ma di certo in un club. Non è ancora tempo per una Nazionale. Mourinho? Continuerà il suo lavoro, non credo che il Chelsea voglia cambiare. E comunque la mia idea resta quella di stare fermo un anno".
«Tornare al Psg, perché no?». Parola di Carlo Ancelotti. Il tecnico di Reggiolo non chiude le porte a un ritorno al Parco dei Principi dove ha già allenato dal 2011 al 2013. Dopo la fine dell'esperienza al Real Madrid, Ancelotti ha scelto di fermarsi, declinando a giugno la proposta della panchina del Milan. Ora però la voglia di calcio sembra tornata: «E' molto semplice - spiega Ancelotti in un'intervista a 'Le Parisien' -, a Madrid se non vinci ti cacciano. Ho passato due anni fantastici ma poi hanno deciso di cambiare allenatore. Ora non mi resta che trovare un altro club!».
Pochi mesi senza panchina, da osservatore esterno. Ma ad Ancelotti non è passata la passione e la voglia di allenare: «Amo il mio lavoro, è questa la chiave per avere successo. Nessuno conosce il lavoro che facciamo durante la settimana e l'unico modo per giudicarci sono i risultati. Ma un allenatore ha anche altri compiti: parlare con i giocatori, con la stampa, trasmettere un'identità di gioco alla squadra. Tornare al Psg? Perché no? Ho un ottimo ricordo di Parigi e del club. Abbiamo vinto il campionato, sono arrivati giocatori di livello internazionale come Ibrahimovic. Zlatan ha cambiato la mentalità del Psg. Ora parliamo di un club vincente, uno dei migliori in Europa, che ha tutto per trionfare anche in Champions League. E poi ho un bellissimo rapporto con tutti. Anche con il presidente abbiamo risolto i problemi avuti in passato. Il tempo cancella tutto. Il Psg, però, ha un grande allenatore che è Laurent Blanc e con lui sta facendo benissimo: questo può essere l'anno buono: non ci sono molte squadre così attrezzate per vincere. Allo stesso livello vedo solamente il Bayern Monaco, il Real Madrid e il Barcellona. Il Real ha l'esperienza che il Psg non ha ma i parigini hanno la fame di vittorie che può fare la differenza».
In Francia è aperto il dibattito su Ibrahimovic. Chi lo considera in declino, chi lo vede ancora decisivo. Ancelotti non ha dubbi: «A 34 anni molti giocatori hanno dato il meglio. Ma non è la stessa cosa per Ibrahimovic. Può giocare a questi livelli ancora per un paio di stagioni. Ha entusiasmo e voglia di vincere. Ho un ottimo rapporto con lui, ci sentiamo spesso al telefono. Ho incontrato pochi giocatori come lui: penso a Maldini, Pirlo, Zidane o Ronaldo».
Secondo molti proprio Ronaldo potrebbe prendere il posto di Ibra a Parigi nella prossima stagione. Ancelotti non sembra credere a questa voce di mercato: «Non so se andrà al Psg, so solo che ora è entrato nella storia del Real e sinceramente non lo vedo in un altro club. Penso che possa chiudere la carriera a Madrid».
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