Codice monitoraggio
venerdì 22 dicembre 2017
Inter Suning: stretta sui capitali cinesi
Recentemente, l'Inter ha emesso un bond da 300 milioni di euro per rifinanziare il debito con Goldman Sachs contratto da Thohir nel 2015. Il club nerazzurro ha messo a disposizione di tutti i sottoscrittori del bond un documento che illustra i possibili rischi associati alle direttive sugli investimenti esteri emanate ad agosto dal governo cinese.
Lo si era intuito da tempo, ma per la prima volta è la stessa Inter a fare chiarezza mediante un documento ufficiale trovato e tradotto dal sito Calcio e Finanza: le limitazioni imposte dal governo cinese potrebbero negativamente influire sugli investimenti futuri della società di corso Vittorio Emanuele, che Suning potrebbe addirittura essere costretto a vendere. La difficoltà di esportare capitali è ormai tangibile, tanto che finora il club nerazzurro non è ancora riuscito ad incassare i proventi di accordi commerciali precedentemente siglati. Questo è quanto riportato da Calcio e Finanza.
“La politica e le regolamentazioni del governo cinese e il suo cambiamento rispetto agli investimenti in uscita e valuta estera, nonché le condizioni politiche ed economiche in Cina potrebbero limitare la quantità di investimenti di Suning nell’Inter. Il governo cinese ha recentemente classificato gli investimenti in squadre sportive come “investimenti limitati”. L’Inter è dipendente dai contributi di capitale di Suning ed eventuali restrizioni alla capacità di Suning di fornire tali contributi influenzerebbe negativamente le attività e i risultati delle operazioni dell’Inter. Queste restrizioni possono anche influire negativamente sulla nostra capacità di riscuotere somme a noi dovute in termini di sponsorizzazioni e di altri contratti stipulati con controparti in Cina. L’Inter dipende dai contributi di capitale di Suning sia per quanto riguarda la liquidità necessaria alla gestione ordinaria sia per mantenere i livelli minimi di capitale richiesti dalla legge italiana”.
Il governo cinese ha apportato cambiamenti significativi nelle sue politiche e regolamenti, specialmente in relazione ai controlli sul capitale. Essendo Suning un’azienda cinese, con la maggior parte delle sue attività in Cina, la sua capacità di investire denaro al di fuori della Cina potrebbe essere influenzata negativamente da questi controlli. In risposta al persistente deflusso di capitali dalla Cina, la PBOC e la SAFE hanno implementato una serie di misure di controllo del capitale negli ultimi mesi, comprese procedure di controllo severe per società nazionali cinesi di rimettere valuta estera per investimenti esteri, pagamenti di dividendi e rimborsi di prestiti agli azionisti. Anche il governo cinese ha mostrato interesse alla regolamentazione delle attività commerciali degli investitori in squadre sportive straniere in particolare e, come parte dei suoi sforzi in corso per regolare gli investimenti all’estero da parte delle imprese cinesi, ha pubblicato un insieme di linee guida sugli investimenti il 18 agosto 2017 che classificano gli investimenti all’estero.
Sotto queste linee guida, gli investimenti nel settore dello sport sono stati classificati come “investimenti limitati”. In generale, gli “investimenti limitati” richiedono o la presentazione o l’approvazione da parte della Commissione per lo sviluppo nazionale e le riforme (National Development and Reform Commission) e del Ministero del commercio o delle loro rispettive controparti locali. Mentre alcuni “investimenti limitati” (ad esempio, gli investimenti nel settore sportivo) in precedenza richiedevano solo di essere notifica, secondo le linee guida di agosto 2017 tali investimenti ora richiedono l’approvazione. Se questo dovesse portare nuove leggi o regolamenti sui proprietari di attività sportive all’estero, oppure se la PBOC o la SAFE implementassero ulteriori controlli sui capitali, a Suning potrebbe essere potenzialmente impedito di fare ulteriori investimenti, spinto a ridurre il suo finanziamento all’Inter o potenzialmente essere costretto a vendere l’Inter”.
“Inoltre, mentre aumentiamo il volume di accordi di sponsorizzazione e diritti dei media con controparti in Cina, potremmo anche incontrare difficoltà nell’ottenere i pagamenti a noi dovuti a fronte di tali accordi a causa delle difficoltà nel rimettere la valuta estera fuori dalla Cina. Ad esempio, a partire dal 30 settembre 2017, 25 milioni di euro di ricavi che abbiamo rilevato nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2017 sotto il Naming Rights and Sponsorship Agreement non sono ancora stati pagati. Inoltre, 12,3 milioni di euro e 7,5 milioni di euro di ricavi che abbiamo registrato rispettivamente nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2017 e nei tre mesi terminati il 30 settembre 2017, nell’ambito dell’accordo di sponsorizzazione con Beijing Yixinshijie non sono ancora stati pagati a causa di ritardi causati dal controllo dei capitali sulla remissione di valuta estera della Cina”.
“Inoltre, l’Inter richiede un impegno finanziario da parte di Suning per certificare la continuità aziendale nei suoi rendiconti finanziari. Senza la lettera di supporto fornita da Suning o ulteriori iniezioni di capitale o le conversioni dei prestiti agli azionisti in azioni, la continuità aziendale dell’Inter potrebbe essere a rischio”.
“Thohir ha perso l’operatività dopo l’estate 2016, quella del doppio pasticcio Mancini-De Boer. Il titolo di presidente per Suning non sarebbe poi così importante. E soprattutto, non volendo sovraesporre Steven, manca un successore che convinca tutti.
Il nodo rimane la quotazione, ora che l’Inter naviga in acque migliori. A luglio però è emerso il freno di Pechino sugli investimenti all’estero che da un lato complica le cose, ma dall’altro potrebbe far tornare in gioco proprio Massimo Moratti. L’interessato nega a modo suo («Mi sto abituando a fare il tifoso, e poi non credo che me lo chiederebbero. Le quote di Thohir le rileverà Suning»), ma potrebbe anche rientrare con una partecipazione limitata. Soprattutto se in parallelo gli venisse proposta una presidenza non solo di facciata, ma con qualche delega. Il tutto per permettere che Steven – con il quale il rapporto è ottimo sin dal primo incontro, nell’aprile 2016 – completi la sua crescita all’interno della società. Scenari futuri. Al momento la cosa più importante per i tifosi è che anche grazie alla riorganizzazione del management del club, decisa in Asia nel luglio scorso, i ricavi sono in aumento e la squadra è tornata a vincere”.
mercoledì 13 dicembre 2017
Donnarumma-Milan, è addio a gennaio?
Gianluigi Donnarumma e il Milan di nuovo ai ferri corti: dopo un'estate convulsa e il mal di pancia espresso attraverso l'agente del giocatore, Mino Raiola, c'era stato il lieto fine e la firma di un prolungamento di contratto che sembrava aver blindato il portiere nel ruolo di pietra angolare della nuova squadra rossonera.
Come è stato scritto sulla Gazzetta dello Sporti, nel prolungamento dell’accordo al 2021 depositato in estate in Lega manca l’allegato con la clausola rescissoria. Sembrerebbe un vantaggio per il club, ma una serie di ragioni potrebbero invece indurre la dirigenza a prendere in considerazione la cessione del "pezzo pregiato".
La cerchia del numero 99 rossonero ha inviato un documento ai dirigenti in cui sostiene di essere stato oggetto di pressioni psicologiche, firmando il rinnovo di contratto senza la necessaria serenità. Se dimostrato, la violenza morale che costituisce un vizio del consenso ai sensi dell’articolo 1435 del codice civile determina l’annullabilità del contratto. Una causa non è stata ancora istruita, ma non è da escludere che possa nascere nei prossimi giorni. Questo perché la tensione tra le due parti è arrivata alle stelle: da una parte Raiola e il desiderio di portare Gigio a Parigi, dall'altro il Milan che si fa forte di un contratto firmato solo la scorsa estate e che non ha nessuna intenzione di perdere il suo gioiello a prezzo di saldo. Ma il rischio c'è ed è concreto. Il mistero della clausola rescissoria da 70 milioni, fatta trapelare al momento dell'autografo sull'accordo fino al 2021, sembra giunto ormai a una definizione. In realtà ve ne erano due, con la seconda legata al mancata raggiungimento della qualificazione in Champions League e che sarebbe ammontata alla cifra più considerevole di 40 milioni di euro. Peccato che questa intesa poi non sia stata depositata in Lega, con i giochi che si sono clamorosamente riaperti.
La strategia del super agente è semplice e chiara: già da un paio di mesi sta portando avanti la trattativa con Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, presidente del Paris Saint-Germain. Chiedendo l'annullamento del contratto potrebbe portarlo via a parametro zero la prossima estate, incassando una commissione super, ma attenzione al prossimo mercato di gennaio. Il Milan, se la situazione dovesse andare avanti sotto questo copione, si vedrebbe 'costretto' a valutare una cessione anticipata di qualche mese. Perché il sacrificio di un big era già stato messo in preventivo, per far fronte a quelle che saranno le sanzioni della UEFA in materia di Fair-play finanziario. Tanto che ieri L'ad del Milan, Fassone aveva parlato del rischio di cessione di un big a giugno: "Non dipenderebbe dagli accordi con la UEFA, ma se non dovessimo raggiungere i ricavi sperati, in arrivo eventualmente anche dalla Champions, dovremmo rivedere la nostra strategia. Se andassimo in Europa League sarebbe un abbassamento di 30 milioni di euro per fare mercato e quindi potremmo anche decidere di fare cassa". Ma a quale prezzo? Tutto da comprendere, ora che gli accordi presi sono stati messi di nuovo tutti in discussione.
Date le continue minacce degli ultimi giorni esibite tramite mail, pensare a una riconciliazione rapida e di buon senso è auspicabile ma non così scontata. Ormai sembra sempre più chiara la volontà di Donnarumma e dei suoi agenti di non proseguire con il progetto della nuova proprietà cinese.
E non manca un secondo aspetto importante da considerare, rivelato dal Corriere della Sera: in una serie di e-mail giunte a casa Milan firmate da Donnarumma e dal suo staff legale si sostiene che a metà luglio scorso la firma del portiere sia in arrivata dopo una serie di pressioni psicologiche. Nella doppia pagina che apre il giornale di oggi, tutti i possibili sbocchi della querelle - non ancora definibile contenzioso - ma che sicuramente non può lasciare tranquilli club e tifosi. Donnarumma potrebbe finire sul mercato, forse già a gennaio.
Donnarumma nelle idee di Marotta e Paratici rappresenterebbe un'eccezione: giovanissimo, italiano, forte come pochi alla sua età. Ecco perché la Juventus è tornata a sondare il terreno e sarebbe interessata a Donnarumma qualora il Milan scegliesse di cederlo a una cifra congrua a fine stagione, comunicazione arrivata. Ma nonostante gli ottimi rapporti con Raiola, la risposta è stata chiara: Donnarumma ha già detto no e non cambia idea. Messaggio chiaro e netto alla Juventus, nonostante abboccamenti e una corte serrata che va avanti da tempo. Il Milan dovrà chiarire con Mino la questione nel più breve tempo possibile, la Juve intanto ha ricevuto un "no, grazie" da Gigio. Tra PSG, Atlético Madrid e un Milan irrigidito da questa questione, un futuro ancora una volta tutto da scrivere.
giovedì 7 dicembre 2017
Milan strangolato, Fassone preoccupato: "Dall'UEFA richieste oggettivamente impossibili"
Rifinanziamento entro l 8 dicembre dei 358 milioni di euro da restituire al fondo Elliott il 31 ottobre 2018. Deposito precauzionale di 165 milioni di euro, equipollente alla perdita stimata in eccesso per il prossimo triennio. All’anima del voluntary agreement o accordo volontario che l’UEFA e il Milan avrebbero dovuto sottoscrivere. Entro oggi, il club deve inviare al Club Financial Control Body di Nyon i documenti da analizzare, prima della decisione ufficiale. Ma sono nulle le speranze che il piano di rientro pluriennale sia accolto.
E' un Marco Fassone amareggiato quello che viene fermato dai cronisti all'ingresso della Lega Calcio. E dal d.g. rossonero non arrivano parole di ottimismo: "Stamattina c'è amarezza a leggere i giornali dove si vede un funerale anticipato. Sembra sia già stata presa la decisione. Ho troppo rispetto per le istituzioni Uefa, spero non sia così. Spero siano decisioni neutre. La commissione però ha fatto richieste oggettivamente impossibili non solo per il Milan. Abbiamo integrato i documenti e auspico che si riesca ad arrivare al voluntary, poi rispetteremo le decisioni. Questo sarebbe un accordo per non avere sanzioni nel breve. Non c’è ottimismo, c’è attesa per il pronunciamento".
"Sul rifinanziamento - prosegue Fassone - abbiamo scadenza 2018, sono sempre confidente di poterlo fare a primavera con sei mesi di anticipo. Ora affronteremo questa annata di transizione con il massimo sforzo per ripartire gradualmente con tempi non lunghissimi. Gattuso sta cercando un approccio tecnico e tattico suo, ha bisogno di tempo. Ci vorranno un po’ di partite, ma la speranza che il risultato arrivi subito c’è. Ripensando all’estate, rifarei gli stessi acquisti pur ammettendo di aver commesso uno-due errori. Le correzioni non sempre trasferiscono il risultato voluto. Su 10 che arrivano, magari uno due possono non integrarsi subito. Ma sono forti coloro che abbiamo acquistato".
Così Marco Fassone ha commentato le anticipazioni di stampa sul Voluntary Agreement richiesto dalla UEFA: "Ho troppo rispetto per la commissione e la Uefa, per comprendere come queste indiscrezioni abbiano anticipato di un giorno la decisione. Spero che le decisioni siano eticamente neutre nei confronti del Milan". "Recentemente la commissione della Uefa ci ha fatto delle richieste oggettivamente impossibili da accontentare, da parte non solo del Milan ma di qualsiasi club". "Se non ci dovesse essere questa possibilità nonostante la nostra flessibilità ci sarebbe un tema più grande, che riguarda non solo il Milan ma l'istituto - ha aggiunto -. Bisognerà capire bene quale fosse lo spirito con cui è stato ideato il Voluntary e quali sono i club che lo possono sottoscrivere".
In Via Aldo Rossi sapevano che la partita in programma a Nyon sarebbe stata delicata, molto più di quella di Rijeka. Per questo, Marco Fassone, impegnato anche nell’assemblea di Lega, non è partito per la Croazia. La risposta ufficiale dell’UEFA è attesa entro la fine della prossima settimana, di certo prima di Natale, ma il finale della storia sembra scritto.
Secondo l’Uefa, a pesare negativamente non è tanto l’assenza di introiti certi dalla Cina, dove Milan China è partita con grande ritardo complice la burocrazia e non può aver ancora ingranato, quanto l’assenza, entro l’8 dicembre, di certezze sul rifinanziamento. In realtà, Fassone è al lavoro per ottenere dal fondo internazionale Highbridge un prestito superiore ai 400 milioni per avere liquidità, azzerare il debito con il fondo Elliott, spalmarlo su un arco di cinque anni e non più di diciotto mesi, ma l’operazione non si può concludere secondo i tempi strettissimi dettati dalla Federcalcio europea. La due diligence dei conti è in corso da quattro settimane e ne serviranno almeno altre quattro. C’è di più. In queste settimane di frenetiche trattative, il Milan ha scoperto ulteriori paletti operativi che in Via Aldo Rossi non esitano a definire inaccettabili: «Non potevamo farci impiccare».
mercoledì 6 dicembre 2017
Milan: i grandi sogni per l’attacco
Milan, per gennaio l'obiettivo sarà cedere gli esuberi, infatti in vista del prossimo mercato invernale la società ha la chiara intenzione di sfoltire la rosa. Il club di via Aldo Rossi sta cercando una sistemazione per il portiere Gabriel, Vergara, Gustavo Gomez e Paletta. Possibile cessione in prestito anche per il giovane Josè Mauri.
Sembrano essersi decisamente raffreddati i rapporti fra Urbano Cairo, presidente del Torino, e Andrea Belotti in tema di rinnovo di contratto, l'adeguamento promesso dal presidente Cairo tarda ad arrivare, così cresce l'imbarazzo tra le parti. A parlarne è Tuttosport quest'oggi raccontando di un silenzio calato fra le parti dopo i primi confronti sulle cifre e di un malcontento che serpeggia per il rendimento in campo dell'attaccante della Nazionale.
Aubameyang si sarebbe trasferito al Milan già la scorsa estate, ma il club di via Aldo Rossi decise non affondare il colpo: Fassone e Mirabelli preferirono infatti puntare subito su Andrè Silva, tirando fuori la bellezza di 38 milioni, in modo da garantirsi, oltre che le performance del portoghese, anche i buoni uffici di Jorge Mendes, potentissimo procuratore. Mentre Pierre Emerick Aubameyang, l'attaccante del Borussia Dortmund è sempre più ai ferri corti con il club tedesco. Un rapporto che si è deteriorato nel corso delle ultime settimane e che ha portato persino a una sospensione, in occasione della trasferta di Stoccarda, poi persa dalla squadra che decise di affrontarla senza il suo centravanti. Il giocatore sta facendo di tutto per andarsene già a gennaio.
Il Milan potrebbe fare il tifo perché dalla Cina arrivasse un'offerta per Nikola Kalinic. Il croato, che sta deludendo in questa prima parte di stagione, era stato cercato a lungo in estate da alcuni club cinesi, ma alla fine decise di rifiutare tutte le ricche proposte che erano arrivate in quanto la sua volontà era quella di vestire la maglia rossonera e lo scorso gennaio era stato a un passo dal Tianjin Quanjian, che aveva offerto 40 milioni alla Fiorentina e ben 12 milioni al giocatore per tre stagioni. Kalinic potrebbe permettere al Milan di incassare almeno 30 milioni e così di dimezzare la cifra che presumibilmente il Borussia Dortmund potrebbe chiedere per Aubameyang, per ora si tratta solo di una suggestione, nelle prossime settimane si vedrà se tutto ciò si potrà trasformare in una trattativa vera e propria.
mercoledì 29 novembre 2017
Genoa: visite mediche per Pepito Rossi
Sono iniziate le visite mediche di Giuseppe Rossi, ormai prossimo a diventare un nuovo giocatore del Genoa. Se non ci saranno problemi, l'attaccante italo-americano comincerà ad allenarsi con la squadra di Davide Ballardini.
Visite mediche in corso per Giuseppe Rossi. L'attaccante, atterrato in Italia in mattinata direttamente dagli Stati Uniti, è pronto a firmare un contratto con il Genoa sino a fine campionato con opzione per la stagione successiva, come ha spiegato anche il suo procuratore Andrea Pastorello. "Sono molto contento, sto benissimo", ha dichiarato il giocatore ai microfoni di Sky. Prudente l'allenatore Ballardini: "Conosco Pepito dai tempi in cui ero il responsabile del settore giovanile del Parma e lui aveva 14 anni - ha detto il tecnico -. Gli voglio molto bene. Vedevo tutti i giorni suo padre, che purtroppo non c'è più. Parlerò di lui se diventerà un nostro giocatore".
Se le visite dovessero essere superate, il giocatore firmerà subito con il Genoa. Possibile in quel caso un suo utilizzo da parte di Ballardini dopo almeno tre settimane di allenamenti con la squadra.
Enrico Preziosi punta su Giuseppe Rossi per rinforzare l'attacco del 'suo' Genoa. "È un giocatore che merita una chance di giocare, è un grande campione, un grande ragazzo", ha spiegato il presidente del club rossoblù, al termine dell'assemblea della Lega di Serie A, confermando la voglia di ingaggiare Rossi e mettersi in gioco, dopo l'ennesima lunga convalescenza per infortunio. "Io spero possa andare bene, per lui più che per noi", ha aggiunto Preziosi, che ha raccontato di seguire Rossi "da almeno un paio d'anni".
Il ritorno di Giuseppe Rossi in Italia al Genoa ha destato curiosità e interesse nel mondo del calcio. Per Pepito, calciatore dalle indiscusse doti tecniche, fanno il tifo tutti. Il calvario che ha vissuto avrebbe messo probabilmente ko tanti altri calciatori ma non lui, armato di una forza di volontà fuori dal comune. Chi lo conosce bene intanto gli ha già fatto un grande in bocca al lupo. E' il caso di Manuel Pasqual, esterno difensivo dell'Empoli e compagno di squadra di Rossi ai tempi della Fiorentina: "Mi fa un enorme piacere rivederlo in Italia l'ho sentito non appena ho saputo della notizia. Sono felicissimo anche perché con lui si è instaurato un bel rapporto: ho condiviso tanti momenti nei ritiri della Fiorentina e in Nazionale abbiamo vissuto il periodo pre-Mondiale con Prandelli, quando poi fummo esclusi tutti e due... Gli sono affezionato e spero con tutto il cuore che questa esperienza al Genoa possa andare benissimo: è in una bella piazza e non gli mancheranno gli stimoli".
mercoledì 22 novembre 2017
Mondiali 2018, Italia in Russia per l’esclusione Perù?
La nazionale andina potrebbe essere esclusa dalla rassegna internazionale a causa di una proposta di legge, aprendo la strada ad un clamoroso ripescaggio azzurro.
L'ipotesi è remotissima, ma abbastanza suggestiva da stuzzicare i bookmaker. Secondo la stampa peruviana, la "Blanquirroja" guidata da Ricardo Gareca potrebbe rischiare l'esclusione dal Mondiale 2018 a causa di una proposta di legge in base alla quale la Federcalcio andina dovrebbe passare sotto il controllo di un organismo statale, un vincolo vietato dal regolamento Fifa.
Mentre il calcio di casa nostra sta attraversando uno dei momenti più travagliati di sempre, si aprono spiragli, dopo che si era già paventata l’ipotesi, per una clamorosa partecipazione al torneo in Russia per gli azzurri. Se tutto ciò divenisse realtà, dovremmo ringraziare Paloma Noceda, deputata fujimorista, presidente della commissione Istruzione, gioventù e sport del parlamento di Lima, che ha presentato una proposta di legge in base alla quale la Federcalcio peruviana dovrebbe passare sotto il controllo dell' Istituto peruviano dello sport, organismo statale con funzioni di ministero, come riporta il quotidiano peruviano Libero.
Come spiega chiaramente il regolamento, quindi, sarà la Fifa a scegliere la squadra che potrebbe tornare in gioco perchè è il Comitato Organizzatore che ha “piena discrezione” sulla scelta, a prescindere da classifiche, qualificazioni o ranking (in cui comunque l’Italia è la migliore seconda dei 9 gruppi europei a non essere qualificata).
E se lo scetticismo tra le persone regna sovrano è pur vero che un precedente c'è. Il caso più eclatante è quello della Jugoslavia, in occasione degli Europei del 1992. La nazionale jugoslava venne esclusa per l'avvento della guerra nei Balcani e al suo posto venne scelta la Danimarca, diventata poi incredibilmente campione d'Europa.
Se la proposta di Noceda venisse approvata, il Perù rischierebbe di essere escluso dai Mondiali 2018 in Russia, contravvenendo ad una legge del regolamento Fifa. Quest’ultimo, infatti, regolamenta come le federazione non debbano avere alcun vincolo con i governi. La Fifa, in tal senso, ha chiesto informazioni alla federcalcio andina, che a sua volta ha messo in guardia le autorità dall’approvare tale proposta di legge. Facile prevedere, quindi, che la proposta rimarrà tale o, quantomeno, non verrà approvata prima della rassegna calcistica in programma la prossima estate. Noi riportiamo quanto scritto dal quotidiano peruviano anche se non crediamo che la situazione possa avverarsi.
Sul tabellone Sisal Matchpoint il colpo di scena è dato a 50,00, un sogno ai limiti del possibile (vista l'offerta a 1,01 per la bocciatura definitiva) ma in parte "consolatorio" per i tifosi incalliti. In tabellone, invece, se la godono Brasile, Francia e Germania, le grandi favorite per il titolo: tutte e tre, fa sapere Agipronews, sono date a 6,00, davanti a Spagna (7,50) e Argentina (9,00).
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venerdì 17 novembre 2017
La Figc ha contattato Ancelotti: e pone le sue condizioni
Una corsa contro il tempo: Carlo Tavecchio lunedì terrà il primo consiglio federale dopo il disastro mondiale e presenterà al governo del calcio un piano di riforme da attuare il più breve possibile. Non solo: assicurerà tutti che sta cercando un ct di alto livello che possa sostituire Ventura, e il nome giusto, approvato da tutti, è quello di Carlo Ancelotti, licenziato dal Bayern Monaco e adesso a Vancouver, in Canada, a godersi un lauto stipendio.
Ancelotti costa caro, ma nell'operazione potrebbero subentrare gli sponsor così come era successo già con Conte. Costa caro e poi vuole pieni poteri: li avrà. A condurre la trattativa (segreta) con Ancelotti è Adriano Galliani che lo conosce bene. Galliani ora è presidente di Mediaset Premium ma è stato per tantissimi anni il braccio operativo del Milan. Con lui Tavecchio ha un ottimo rapporto, tanto da averlo chiamato, fra i primi, dopo lo choc di San Siro.
Prima di accettare, ha bisogno di carta bianca, e vorrà la sicurezza di situazioni chiare e uno staff tutto suo (magari con Paolo Maldini come assistente o team manager). La Figc ha individuato in Carlo Ancelotti la figura del nuovo ct. Ma da qui all’annuncio, ne passerà di tempo Sarà probabilmente Michele Uva, dg della Figc e vice presidente Uefa, ad avviare la trattativa: i due erano insieme nel Parma di Tanzi, nel periodo d’oro, prima del disastro finanziario. E del resto la federcalcio, per bocca del vice presidente Renzo Ulivieri, ha già tracciato l’identikit del nuovo commissario tecnico: «Deve essere un allenatore che capisca ciò che si può insegnare in breve tempo. Che sappia di calcio, e ci mancherebbe. Che faccia calcio col poco tempo a disposizione. Deve avere personalità, presenza, deve saper reggere alla critica perché la figura del ct è sovraesposta da un punto di vista mediatico». Strano a dirsi, ma il futuro era già molto chiaro labnotte stessa della disfatta di San Siro.
Il futuro pensato dalla federazione, non quello pensato da Ancelotti. Che, prima di accettare, ha bisogno di carta bianca, bianchissima, immacolata. Vuole la sicurezza di situazioni chiare, vuole uno staff tutto suo (magari con Paolo Maldini come assistente o team manager), vuole che non ci siano malintesi, sottintesi, storie strane. Non gli piacciono certi personaggi che hanno fatto la parte del leone in quest’ultimo periodo del calcio italiano.
Ancelotti, come racconta la sua storia, aggiunge altre caratteristiche a quelle descritte da Ulivieri: in Europa ha vinto tutto, conosce il calcio di questo continente come pochi altri, è un pass-partout per ogni settore del calcio, la gente gli vuole bene e i giocatori (tranne un gruppetto del Bayern...) ancora di più. Quando divenne ct, Conte in Europa non aveva lo stesso charme, la stessa influenza, lo stesso carisma.
Un quarto di secolo dopo il suo primo incarico con la Nazionale, come assistente di Arrigo Sacchi, per Carlo Ancelotti sembrano esserci tutti i presupposti per diventare il commissario tecnico dell'Italia. Un'eventualità con cui lui stesso ha più volte flirtato nel corso degli anni, ma che adesso, per una serie di motivazioni, sembra potersi seriamente realizzarsi.
La prima ragione è di natura puramente pratica: è la prima volta che Ancelotti si trova senza incarico in coincidenza del licenziamento di un commissario tecnico. A livello politico, Tavecchio potrebbe utilizzare la nomina di Ancelotti co per salvarsi la poltrona: Sacchi è ancora molto influente in Federazione ed è difficile immaginare qualcuno opporsi alla nomina di quello che è sempre stato considerato il suo successore naturale. Inoltre, Ancelotti rappresenterebbe "l'uomo forte" in grado di far remare tutti nella stessa direzione, cioè esattamente il profilo umano di cui la Nazionale ha bisogno in uno dei momenti più bui della sua storia. E poi il curriculum dimostra quanto forse sia l'unico tecnico in grado di far coesistere i pochi giocatori di talento.
Sul piano tattico, un’eventuale ingaggio di Ancelotti come commissario tecnico della Nazionale significherebbe quasi sicuramente l’abbandono della difesa a tre, soprattutto dopo l’addio delle colonne Buffon, Barzagli e, forse, Chiellini. Quindi, maggiore spazio per tutti gli esterni d’attacco che il nostro calcio ha prodotto e sta producendo negli ultimi anni, a cominciare da Lorenzo Insigne, il grande escluso di Ventura. Lo stesso Sarri abbandonò il 4-3-1-2 di Empoli per non sacrificarne il talento e in Nazionale non sembra probabile vedere giocare il numero 24 del Napoli dietro alle punte) nel prossimo futuro.
Se però Ancelotti volesse esplorare un sistema di gioco con un trequartista, sia esso il 4-3-1-2 o il 4-2-3-1 (che consentirebbe il contemporaneo utilizzo di Insigne), è innegabile che al momento l’Italia non abbia un calciatore con le caratteristiche giuste, e che i pochi elementi utilizzabili in quel ruolo non stanno vivendo un grande momento. Dopo l’infortunio al ginocchio, il non più giovanissimo Vázquez sta faticando a trovare spazio nel Siviglia, mentre Saponara, che a 25 anni compiuti non ha ancora esordito in maglia azzurra, è stato tormentato dagli infortuni tanto da aver giocato solo 34 minuti in questa stagione.
Anche in avanti l’Italia non difetta di opzioni. Detto di Insigne, che in un sistema di questo tipo sarebbe probabilmente intoccabile, per il ruolo di ala destra ci sarebbero due mancini come Bernardeschi o Berardi o l’ambidestro Verdi, una delle più interessanti sorprese di questo inizio di stagione. Due esterni a piede invertito che vengono sistematicamente dentro al campo, rappresenterebbero una sorta di versione aggiornata del famoso “albero di Natale” tanto caro ad Ancelotti. Il che vorrebbe dire non dover più puntare massicciamente sui cross - pur sganciando i terzini (Conti e Spinazzola, oppure Zappacosta ed Emerson Palmieri) - per costringere gli avversari a rifugiarsi nella propria metà campo.
martedì 14 novembre 2017
I disastri azzurri da Irlanda Nord a Svezia
Dalle Coree allo Zambia, dall'Irlanda del Nord alla Svezia, ultima umiliante tappa della via crucis azzurra. Perché, oltre ai quattro titoli mondiali, sono stati vari i disastri della nazionale nel suo percorso ultracentenario. Quasi 60 anni fa data l'unica altra mancata qualificazione mondiale: ko per 2-1 a Belfast il 15 gennaio 1958, l'Italia di Foni, espulso Ghiggia, fa flop nel girone a tre e resta a casa. Quattro anni dopo in Cile, il 2-0 coi padroni di casa con gli azzurri ridotti in 9 in una partita corrida e arbitraggio nefasto dell'inglese Aston che procura il mesto ritorno a casa.
Ma il peggio non e' mai morto: nel 1966 l'umiliazione mondiale con la Nord Corea e il gol del caporale dell'esercito Pak doo ik per l'Italia con poca Inter di Edmondo Fabbri. Si pensa di aver toccato il fondo, ma alle Olimpiadi 1988 c'e' la batosta per 4-0 con lo Zambia. La nazionale patisce i padroni di casa e nel 2002 si mette di mezzo l'arbitro Moreno, ma il 2-1 con la Corea del Sud, anche se con varie attenuanti, fa male ai tifosi.
Dall'entusiasmo del titolo ai rigori del 2006 al flop del 2010 il passo e' breve: gli azzurri pareggiano 1-1 con la Nuova Zelanda e escono dopo la sconfitta 3-2 con la Slovenia.
Ma quest'anno va ancora peggio: il presagio viene dall'1-1 con la Macedonia, ma il pollice verso e' negli spareggi con la modestaSvezia senza Ibra: 0-1 a Stoccolma, 0-0 a Milano.
Siamo stati eliminati da una nazionale, la Svezia, che nel corso del match di San Siro ha fatto entrare in campo un giocatore di Seattle, uno del Beveren e uno del Crotone. L’Italia s’è presentata al match decisivo del Meazza con due “quasi esordienti” come Jorginho e Gabbiadini, non ha segnato nemmeno una rete tra Solna e Milano… insomma, questo playoff è stato come un sassolino gettato in un baratro, ha toccato il fondo dopo un tempo sufficiente a capire quanto fosse profonda la voragine. Lo scollamento tra il c.t. e i senatori del gruppo, al di là del “commissariamento” vero o presunto da parte dei veterani, è apparso evidente. De Rossi in panchina che contesta lo “scaldati!” di Ventura resterà l’emblema della serata. Più in generale: il 4-2-4 del progetto del c.t. si è rivelato una fragile utopia ed è naufragato, la sberla di Madrid ha tolto fiducia ai giocatori e il ripiegamento sul 3-5-2 ha finito per diventare una scelta di retroguardia, un disperato aggrapparsi a qualcosa di solido.
Dell’eredità di Ventura, quantomeno, si possono salvare gli stage. Il tentativo di allargare e ringiovanire il parco giocatori della Nazionale in un Paese che non produce più fuoriclasse, né calciatori in grado di fare davvero la differenza.
Le dimissioni di Gian Piero Ventura? Nella conferenza stampa dopo la disfatta di San Siro, il ct aveva preso tempo, demandando ogni decisione dopo aver parlato con Tavecchio. Intercettato dalle Iene in aeroporto, il tecnico sembra cambiare idea e la trasmissione di Italia 1 riesce a strappargli una promessa: «Si dimette o no? Ce lo promette?», gli viene chiesto più volte dall'inviato Nicolò De Devitiis nel finger che porta all'aereo. «Sì», dice quasi sussurrando Ventura e senza guardare l'interlocutore. Per poi però negare con un sms all'Ansa di avere annunciato dimissioni all'inviato delle Iene: «Non ho mai detto questo». Il divorzio appare scontato ma il nodo sono i 700mila euro che gli spetterebbero da qui alla fine del contratto.
domenica 12 novembre 2017
Dieci anni senza Gabbo, sit-in dei tifosi
Un sit-in sotto la curva Nord dello stadio Olimpico per ricordare Gabriele Sandri. Questa l'iniziativa organizzata dai tifosi della Lazio per il decimo anniversario della scomparsa del giovane sostenitore biancoceleste ucciso da un colpo di pistola sparato dall'agente Luigi Spaccarotella (colpevole di omicidio volontario e attualmente in semilibertà). Una giornata tragica per il calcio italiano. Una morte assurda, «un tragico errore» come alcune ore dopo il fatto ammette il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe. I vertici del calcio italiano e il Viminale decidono di sospendere Inter-Lazio e far cominciare le altre gare di Serie A con dieci minuti di ritardo, mentre altrove si registrano incidenti in vari stadi, tanto che Atalanta-Milan viene interrotta per motivi di ordine pubblico.
Celebrare la vita, nel ricordo di una tragedia. Nel giorno del decimo anniversario dell'uccisione di Gabriele Sandri, la curva della Lazio, quella nella quale Gabbo ha trascorso tante ore, ha realizzato un sit-in in suo onore. C'erano oltre mille persone, venute da tutta Italia: “Tutti quelli che hanno Gabbo nel cuore”, precisano i tifosi biancocelesti. Un incontro intenso, durante il quale sono intervenuti gli amici di Gabriele, che ne hanno ripercorso le ultime ore di vita: “Il 9 novembre, due giorni prima di quel maledetto 11 novembre, Gabriele mi chiamò per organizzare quella trasferta per Milano (la Lazio avrebbe giocato con l'Inter) – racconta un amico –. Io non potei andare. Quando mi dissero della tragedia provai a chiamarlo ma il telefono suonò a vuoto”.
Chiunque è intervenuto ha ricordato con nostalgia il sorriso di Gabriele. Sul palco si sono alternati amici e parenti, così come rappresentati di diverse tifoserie italiane (fra gli altri c'erano romanisti, interisti, atalantini, bresciani e triestini) oltre, ovviamente alla famiglia di Gabriele. “Ringrazio i tifosi che hanno organizzato tutto questo – dice Cristiano Sandri, fratello di Gabbo –. Sono fiero del fatto che la manifestazione sia stata così pacifica e serena”. Sul palco è salito anche Gabriele Paparelli, figlio del tifoso laziale ucciso da un razzo partito dalla curva romanista prima di un derby del 1979. “Sono venuto qua per portare un abbraccio alla famiglia Sandri. Questo giorno resterà per sempre scolpito nella nostra testa e nel nostro cuore”.
Le emozioni erano sincere e travolgenti, al punto che perfino bambini e adolescenti, pur non avendo vissuto o non ricordando la tragedia, erano commossi. “La partecipazione umana che c'è stata oggi come in tutti questi anni ci scalda il cuore, per quanto possibile”, afferma ancora Cristiano Sandri. Toccanti anche le parole di Antonio Buccioni, presidente della polisportiva biancoceleste: “Gabriele ci guarda da un mondo migliore, da un mondo diverso e più alto”. La solidarietà però è stata espressa anche da chi oggi non ha potuto partecipare al sit-in. In tutta Italia (e in particolare a Roma) sono stati esposti striscioni in ricordo di Gabbo. “Gabri, sei qui. E continuerai a esserci”, ha scritto De Silvestri, amico del tifoso laziale, su twitter. Toccante anche un post del giocatore del Benevento Ciciretti, tifoso della Roma, su Instagram: “Nel cielo biancazzurro brilla una stella che in tutto il firmamento è sempre la più bella. Ciao Gabbo!”. Dopo il sit-in c'è stato uno spostamento di massa presso la chiesa di San Pio X, zona Balduina, a casa di Gabriele, dove è stata celebrata una messa in ricordo di lui. Perché per tutta la giornata si è celebrata la vita, nel ricordo della tragedia che ha colpito la famiglia Sandri.
Intanto, nei giorni scorsi, anche i tifosi di Nizza e Borussia Dortmund hanno voluto onorare la memoria di Gabbo. Dopo la gara di Europa League contro la Lazio, di ritorno sull'autostrada all'autogrill di Badia al Pino, il gruppo organizzato 'Populaire Sud' ha esposto lo striscione: «10 anni, Nizza non dimentica. Gabbo vive». Al 'Signal Iduna Park' di Dortmund, in occasione del Klassiker di Bundesliga contro il Bayern Monaco, anche i sostenitori del Borussia hanno voluto omaggiare Gabriele Sandri con uno striscione che ben rappresenta il sentimento di tutti i tifosi di calcio: «Gabbo non sarai mai dimenticato».
domenica 5 novembre 2017
Milan-Conte, contatto: ultime notizie
Nel giorno più delicato, Vincenzo Montella si affiderà ai suoi uomini: Nikola Kalinic e Suso. Il centravanti croato e l'ala spagnola, con Bonucci, sono i calciatori a cui l’allenatore rossonero ha legato il suo destino e, soprattutto, sono i calciatori che stasera dovrebbero avere in mano l’attacco del Milan a Reggio Emilia contro il Sassuolo.
Questi mesi Montella non hanno convinto la società rossonera, che comincia già a guardare al futuro. Il profilo preferito per l'anno prossimo è quello di Conte, che potrebbe così tornare ad allenare un club italiano, dopo l'esperienza alla Juventus.
Londra-Milano, un asse caldo dove vi sono due allenatori che combattono per tenersi stretti una panchina, entrambi in campo. Antonio Conte con il suo Chelsea, nello scontro diretto con il Manchester United di José Mourinho. Stasera, invece, il Milan sarà di scena al Mapei Stadium di Reggio Emilia, nella partita che segnerà il futuro di Montella. Entrambi a caccia di una vittoria, chi per restare in scia della capolista, chi per avvicinarsi maggiormente alle posizioni più alte. Intanto, però, la dirigenza rossonera è già al lavoro in vista della prossima stagione. In virtù infatti di un rapporto ormai incrinato tra Conte e il club inglese, attraverso intermediari c’è stato un primo contatto con l’ex c.t. della Nazionale per sondare la disponibilità e la volontà dell’allenatore per il prossimo anno. Con l’ottimismo di poterlo coinvolgere nel progetto. Tuttavia, non è da escludere un’altra eventualità, per quanto remota. In caso di risultati negativi, per il Milan e il Chelsea, qualora entrambi i club procedessero all’esonero delle rispettive guide tecniche, i rossoneri proverebbero fin da subito l’assalto a Conte, per convincerlo ad accettare l’incarico fin da subito.
Potrebbe essere il Milan, allora, a segnare il ritorno in Italia di Antonio Conte. L’allenatore, dopo aver lasciato la Juventus, aveva accettato il ruolo di commissario tecnico degli azzurri, prima di cominciare l’esperienza al Chelsea in Premier League. Dopo un primo anno eccezionale, con la vittoria del campionato centrata subito, sono cominciati i contrasti con la società. Insieme ai diversi infortuni occorsi, l’avvio dei Blues quest’anno è stato difficoltoso e la distanza nei confronti del Manchester City capolista è già considerevole. Prima di Luciano Spalletti, Conte era stato valutato anche dall’Inter per l’inizio di questa stagione, ma alla fine si è ricostituito il duo tra l’allenatore e Sabatini che aveva già contribuito ai successi della Roma.
Quindi Conte con il suo Chelsea e Montella, con il suo Milan si giocano il futuro. Una sorta di triangolo calcistico, visto che la dirigenza rossonera, come riporta Sky Sport, ha avuto un contatto quindici giorni fa, tramite intermediari, con il manager dei Blues, scelto come il tecnico della prossima stagione, quella 2018/19. Non solo questo, però...
Sempre secondo Sky Sport, il Milan sarebbe anche pronto a fare un tentativo, qualora ci fosse la volontà del tecnico, per portarlo da subito sulla panchina rossonera. Lo scenario? Che il Chelsea decida di esonerarlo in caso di ko contro il rivale José Mourinho e Bonucci e compagni perdano col Sassuolo segnando il destino di Vincenzo Montella. Non solo futuro, ma anche presente: il Milan ci prova per Antonio Conte, il tecnico designato per risalire la china. L'anno prossimo; o anche subito.
Altra ipotesi dopo cinque vittorie e un pareggio, il secondo posto in classifica, una squadra che finalmente è e sente sua. La Primavera allenata da Rino Gattuso ha messo le ali. Ieri ha battuto la Lazio in trasferta superando un altro esame di maturità. Ma si dice che l’eventuale staffetta Montella-Gattuso verrà decisa solo a mente fredda, nei primi giorni della settimana approfittando della sosta del campionato.
Quindi oggi Gattuso resterà in attesa di una telefonata che gli farà il direttore tecnico dell’area sportiva Massimiliano Mirabelli. Che è stato l’artefice del suo ritorno al Milan da tecnico della Primavera. Una telefonata certa, quasi scontata, nel caso di sconfitta del Milan contro il «fatal Sassuolo ». Così potrebbe essere anche in caso di pareggio. Un altro ko (il sesto in 12 partite di campionato) sarebbe insostenibile e insopportabile. L’avvicendamento sulla panchina rossonera diventerebbe inevitabile, con Gattuso che dovrebbe essere l’unico candidato pronto e utilizzabile in una fase così delicata della stagione.
martedì 31 ottobre 2017
Serie A Cagliari: Niccolò Barella voci di mercato
Nicolò Barella piace solo al Milan e alla Juventus Il giovane talento del Cagliari è finito pure nel mirino della Roma, che sta iniziando a seguire l’evolversi della situazione. L’affare Barella-Milan rimane sempre più probabile, ma non è affatto da sottovalutare l’inserimento dei giallorossi. Il Diavolo ci ha provato la scorsa primavera e, da allora, il sardo è rimasto nei pensieri rossoneri. La Roma invece sta tornando alla carica e potrebbe sfruttare il suo buon rapporto con il Cagliari per fare una sorpresa al Milan. Bene specificare che, per ora, si tratta solo di voci d mercato.
Il centrocampista si sta prendendo la scena e non è più un semplice talento da aspettare, coccolare e proteggere: questo centrocampista classe '97 sta vivendo una stagione da protagonista nel Cagliari, squadra della sua città dove si sta prendendo la vetrina anche con Diego Lopez in panchina, dopo la gestione di Rastelli che è stato bravo e lungimirante a lanciarlo. Ancora gol contro il Torino, qualche cartellino giallo di troppo ma tanta qualità per questo ragazzo, osservato speciale delle big da tempo.
In passato, è stata vicina a lui la Roma dell'allora ds Walter Sabatini, oggi passato all'Inter; occhio quindi a un possibile inserimento nerazzurro, ma ad ora in prima fila ci sono altre squadre. Il Milan lo ha seguito da vicino con i propri scout in più di un'occasione, pienamente promosso; Barella piace però anche alla Juventus che lo prenoterebbe volentieri visti i rapporti ottimi col Cagliari, se ne parlerà con calma. Intanto, Giulini se lo tiene stretto e di certo non lo libererà a gennaio, anzi. Fresco di rinnovo, Barella rappresenta uno dei pezzi pregiati del Cagliari e fa sapere il club sardo ha deciso la valutazione del giovane centrocampista, già cercato da diversi top club. Il presidente Tommaso Giulini non lascerà partire il giocatore per meno di 20 milioni di euro. Un avviso al Milan che frena su queste cifre, mentre la Juve studia altre opzioni per parlare di Niccolò Barella.
Il centrocampista ha segnato il suo secondo gol stagionale, ma nono solo: è stato assoluto protagonista sia in fase di copertura che nell'impostare l'azione offensiva. E non era certo facile vista la qualità della linea mediana del Torino. Barella è tra i giocatori più fallosi del campionato, ma in campo mette sempre grande voglia di combattere e questo piace molto ai tifosi. Anche il ct della Nazionale Gian Piero Ventura inizia a puntarci e lo ha già convocato una volta, pur senza farlo esordire. Ora, alla vigilia della nuova pausa di campionato per gli impegni azzurri, è lecito aspettarsi una nuova chiamata per il gioiellino made in Sardegna. Cresicuto nella scuola calcio “Gigi Riva”, accompagnato nelle giovanili rossoblù da una figura come Daniele Conti, Nicolò Barella non può che essere un predestinato.
lunedì 23 ottobre 2017
Napoli, il c.t. Tite chiama Jorginho
Secondo UOL Esporte, il ct della Seleçao starebbe pensando di richiamare il centrocampista del Napoli in vista dei Mondiali di Russia 2018, poco considerato da Ventura. Il c.t. della nazionale italiana continua a non convocarlo perché non lo ritiene un giocatore ideale per il suo progetto tattico e per Jorginho torna la possibilità di una convocazione del Brasile.
La concorrenza è agguerritissima: si giocano un posto Casemiro, Fernandinho e Paulinho, ma Jorginho ha caratteristiche che intrigano Tite. Dal punto di vista dei regolamenti, la chiamata del Brasile sarebbe ancora possibile visto che il giocatore ha indossato la maglia dell'Italia soltanto in partite amichevoli: accadde più di un anno fa contro Spagna e Scozia, in panchina c'era Antonio Conte.
A forza di studiare le partite e in particolare gli schemi offensivi del Napoli, in modo da farli riproporre al Brasile che, come la squadra di Sarri, in attacco gioca con i tre piccoli, il ct del Brasile Tite si è 'innamorato' di Jorginho Lo ha confermato il coordinatore delle nazionali verdeoro, Edu Gaspar.
"Ho parlato con lui", ha rivelato Tite, "dovrà essere lui a scegliere in quale Nazionale giocare...". Quella verdeoro o quella azzurra? Intanto, i due brasiliani del Napoli, Allan e Jorginho, non sono stati convocati dal commissario tecnico verdeoro per i prossimi impegni della Selecao. "Ho parlato personalmente con Jorginho dopo averlo osservato a lungo - ha detto Tite -. Al giocatore ho spiegato la situazione nei minimi dettagli grazie a una lunga telefonata. Gli ho detto che dovrà essere lui a prendere una decisione su quale nazionale scegliere, sarà una scelta molto importante. In futuro vedremo cosa accadrà. Il ragazzo ha capito cosa pensiamo noi di lui e del suo possibile utilizzo in squadra".
Tite non utilizza un vero e proprio 'regista', ruolo che Jorginho ricopre nel Napoli, ma è rimasto colpito dalla qualità delle prestazioni del centrocampista e anche se è poco incline agli esperimenti, avrebbe deciso di chiamarlo per i primi impegni del 2018, se il ragazzo originario dello stato di Santa Catarina sceglierà di giocare per il Brasile.
Ricordiamo che ai tempi di Antonio Conte ct Jorginho ha già indossato la maglia dell'Italia, ma sempre in gare amichevoli e quindi, per le regole Fifa, può ancora scegliere la Selecao. In passato c'è stato il caso dell'attaccante Diego Costa, che giocò nella selezione del suo paese di nascita uno spezzone di partita nell'amichevole Italia-Brasile, ma poi scelse la Spagna con cui disputò il fallimentare Mondiale del 2014.
Tite, oriundo mantovano (il suo vero nome è Adenor Leonardo Bacchi) è un attento osservatore del campionato italiano e un grande estimatore di Maurizio Sarri e anche del tecnico della Sampdoria Marco Giampaolo, un altro del quale a volte ha studiato schemi e sistemi di preparazione.
domenica 22 ottobre 2017
Squalifica Curva Nord escamotage di Lotito
La Lazio ha trovato un’escamotage per aggirare la squalifica della Curva Nord per razzismo aderendo inoltre alla campagna di sensibilizzazione contro lo stesso “We Fight Racism“ ed è un’iniziativa che permette agli abbonati di comprare a 1 euro i biglietti per le due partite casalinghe a cui il tribunale sportivo gli ha vietato di assistere. “Per tutelare l’interesse collettivo e del vero tifoso laziale, la Lazio – scrive in una nota il club di Lotito – ha deciso di mettere in atto una promozione che consentirà agli abbonati di Curva Nord di assistere alle gare contro Cagliari e Udinese sostenendo la campagna contro il razzismo. Chi accederà allo stadio Olimpico sarà lì per sostenere la squadra e testimoniare il rifiuto verso ogni forma di razzismo, sia esso di razza, religione, sesso o politica”.
La Lazio ha aperto così alla vendita dei tagliandi della Curva Sud, la ‘Curva Maestrelli’, che gli abbonati della Nord potranno acquistare, esclusivamente online, al prezzo di 1 euro Sul proprio sito ufficiale, il club biancoceleste ha pubblicato questa nota: “L’impegno della tifoseria e della società non può essere annullato o sminuito da comportamenti riferibili a sparuti e inqualificabili soggetti. Anzi, tutti assieme, con senso di responsabilità, abbiamo il dovere di riabilitare ed educare tali individui affinché l’ignoranza e il mancato rispetto delle più elementari regole di convivenza spariscano definitivamente dal nostro stadio. Ciò dovrà accadere sin da subito perché è giunto il momento di nuove e più importanti sfide per la tifoseria biancoceleste e per la nostra squadra“.
La chiusura coattiva di uno o più settori dello stadio è una delle sanzioni previste dal Codice di Comportamento della Fifa e ripresa in quello dell’UEFA e del nostra FIGC, per colpire, attraverso il meccanismo della responsabilità oggettiva, un club per i comportamenti illeciti dei propri sostenitori. Quindi la sanzione non è diretta ai sostenitori della Curva Nord che si sono macchiati del comportamento vietato (nella specie cori a sfondo razzista) ma al club, responsabile in via oggettiva del loro comportamento perché svolto all’interno dello stadio durante una manifestazione da esso organizzata. Da noi è l’art. 11 n. 3 che punisce le società per i comportamenti discriminatori (urla, striscioni e cori razzisti, per intenderci) con multe e, nel caso di recidiva con la chiusura di zone dello stadio o addirittura di partite a porte chiuse.
Ecco questo è il punto, non si tratta di una sanzione diretta contro i tifosi della Curva Nord che possono e debbono, quando riconosciuti colpevoli, essere puniti con altre e diverse sanzioni, prima fra tutte il famigerato Daspo, ovvero il divieto di entrare allo stadio, così come ben specificato dall’art. 58 dello stesso Regolamento FIFA, che distingue le sanzioni alla società e quelle ai singoli tifosi riconosciuti autori dei cori discriminatori. Sicuramente il meccanismo che colpisce la società per gli abusi commessi anche solo da una sparuta minoranza di sostenitori appare a volte ingiusto, soprattutto quando i comportamenti offensivi sono attuati proprio per creare danno alla società. Ma non è questo il punto.
Il punto è che la sanzione è quella della chiusura di una zona dello stadio e non quella di impedire agli occupanti di quella zona di trovare posto altrove. Per impedire ai colpevoli dei cori di entrare allo stadio è necessaria l’identificazione ed il successivo provvedimento di divieto di accesso in qualsiasi settore dello stadio, in assenza del quale, appunto, potranno sicuramente assistere alla partita da altra zona. Anche dalla curva opposta, di solito chiusa, ma aperta per l’occasione ed a loro riservata, previa adesione alla campagna contro il razzismo intrapresa dalla società.
D’altra parte, salvo sanzioni specifiche, ogni società ospitante è libera di scegliere, in funzione anche della capienza dello stadio, quali settori dello stesso mettere a disposizione dei propri tifosi, cosicché, nei casi in cui lo stadio fosse troppo grande per il numero di spettatori previsti dalla società, la società potrebbe decidere di tenere volontariamente chiusi alcuni settori non vendendo i relativi biglietti. Ciò avviene regolarmente per la Lazio che spesso tiene chiusa la Curva Sud, per sua scelta. E quindi per scelta può decidere invece di riaprirla, se il resto dello stadio si rivela insufficiente per il numero dei tifosi previsti per l’evento.
Contro la condanna del Giudice sportivo della seria A, la società aveva presentato un reclamo, ma la Corte Sportiva di Appello l’ha respinto, confermando la squalifica della Curva Nord per razzismo. C’è una soluzione a tutto, però, a quanto pare: quella trovata dalla Lazio è alquanto creativa e beffarda: gli abbonati in curva Maestrelli, gli stessi che hanno intonato i cori razzisti, potranno usare la loro tessera per usufruire – su un’apposita pagina web del gruppo Ticketone – della promozione We fight racism ed entrare così all’Olimpico versando un solo euro in più.
mercoledì 18 ottobre 2017
Sorteggio Mondiale 2018, l'Italia trova la Svezia agli spareggi
Saranno gli svedesi orfani di Ibrahimovic l'ostacolo degli azzurri di Ventura per approdare alla fase finale della Coppa del Mondo.
Sarà la Svezia l'avversaria dell'Italia agli spareggi per qualificarsi ai Mondiali di Russia 2018: l'andata si giocherà il 10 novembre; il ritorno è stato invece fissato per lunedì 13 novembre a San Siro. "La Svezia è un avversario forte, che merita il massimo rispetto: la Svezia, nel cammino che l'ha portata ai play off, ha battuto la Francia a Stoccolma ed è arrivata davanti all'Olanda". Il ct della nazionale italiana, Gian Piero Ventura, ha commentato così il sorteggio degli spareggi mondiali. "Ci prepareremo alla doppia sfida di novembre con fiducia e determinazione: nessuno ha mai preso, e prende, in considerazione l'ipotesi di non andare al Mondiale..."."Ho la fortuna di lavorare con un gruppo di ragazzi eccezionali - aggiunge il ct azzurro Ventura - sia chi vive la Nazionale da tempo, sia chi è stato chiamato a rappresentare l'Italia negli ultimi mesi. Ci accompagnerà l'amore degli italiani: la storia insegna che nei momenti senza appello è sempre stato così. In Russia si va tutti insieme".
Questi tutti gli accoppiamenti:
Irlanda del Nord-Svizzera
Croazia-Grecia
Danimarca-Eire
Svezia-Italia
Ct della Svezia, l'Italia è forte? anche noi.... "Finalmente conosciamo la nostra rivale: l'Italia è forte, ma lo è anche la Svezia. Ora dipende da noi prepararci al meglio, e siamo consapevoli dell'impegno che ci attende". Così, il ct della Svezia Janne Andersson commenta l'esito del sorteggio dei playoff mondiali a Zurigo. Ma cosa sa il ct svedese dell'Italia? "Ora la studierò attentamente - risponde Andersson - ma finora non l'avevo seguita molto. Quali suoi giocatori stimo? Di solito non parlo dei singoli ma certamente ora mi concentrerò su di loro e li studierò, così come studierò Ventura del quale per ora non so molto". Giocare l'andata in casa per la Svezia è un vantaggio? "Adesso che lo sappiamo - risponde -, la prima in casa per noi è meglio, è bene saperlo". Infine una battuta su Ibrahimovic. "Io non ho lavorato con lui - spiega Andersson -, perché se n'era già andato dalla nazionale. Quindi ho costruito una nuova squadra, ci siamo ricompattati e c'è un nuovo progetto senza di lui. Siamo arrivati fin qui e ora continuiamo così"
Pur non partendo con i favori del pronostico, la Svezia è sicura di avere concrete possibilità di approdare al Mondiale. "L'Italia è certamente un avversario prestigioso, ma la storia non conta - dice il ct svedese Jan Olof 'Janne' Andersson -. Sappiamo che se riusciamo a produrre il nostro miglior gioco, possiamo farcela contro qualsiasi avversario. Molto onestamente, per il momento so poco dell'Italia. Avevamo quattro avversari potenziali, studiarli tutti a fondo sarebbe stata una perdita di tempo". Ma il ct si informerà anche grazie ad una 'spia' particolare: "Jonas Thern (l'ex di Roma e Napoli) è andato a vedere Albania-Italia e mi spiegherà tutto". Andersson si concentra sulla sua formazione. "Con l'addio di Ibrahimovic e altri giocatori dopo l'Europeo 2016 - spiega -, è cominciato un nuovo ciclo per noi. Onestamente, dispongo di una buona squadra, con un ottima mentalità, molto unita. E' un mix riuscito fra giocatori di esperienza e giovani promettenti. Facevamo parte del girone più difficile delle qualificazioni e siamo arrivati allo spareggio. Ora ce la giocheremo". Come si batte l'Italia? "Con una buona disciplina tattica e grosse qualità atletiche", risponde il tecnico svedese.
Oriali: 'Svezia non agevole, serve Italia in forma' - "Un sorteggio non agevole": lo dice Lele Oriali, team manager della nazionale, commentando da Zurigo il sorteggio dello spareggio per i Mondiali che opporrà agli azzurri la Svezia. "Dovremo recuperare alcuni infortunati, e servirà una condizione fisica al top, Loro sono un avversario di tutto rispetto, noi abbiamo ottimismo e la storia non va in campo. Giocare la prima in trasferta, anche se troveremo un ambiente 'caldo', può essere un vantaggio, ma fa poca differenza: semplicemente, non è immaginabile un Mondiale senza Italia". ''Non e' certamente un buon sorteggio, anzi uno dei due peggiori che sarebbe potuto capitarci''. Questo il commento di Gabriele Oriali, team manager della nazionale azzurra, a Zurigo dopo il sorteggio degli spareggi per accedere al Mondiale 2018 che vedrà l'Italia affrontare la Svezia (andata fuori casa il 10 novembre, ritorno il 13). Il campione del mondo del 1982 ammira il gioco corale svedese.
Questa squadra non ha più un campione capace di fare la differenza da solo come Ibrahimovic, ma è molto ben disposta in campo, con giovani interessanti. Si tratta chiaramente di un calcio in crescita. D'altronde non ha battuto la Francia e estromesso l'Olanda per caso nel girone di qualificazione" Secondo l'ex centrocampista, l'Italia sarà confrontata ad una sfida atletica. "La Svezia è fisicamente molto forte. Certamente noi dovremo crescere molto da questo punto di vista. Si tratterà di una doppia sfida molto equilibrata che si deciderà solo all'ultimo". Gabriele Oriali è comunque ottimista: "Spero che potremo recuperare alcuni giocatori importanti come Belotti, Marchisio, De Rossi o Verratti. Comunque, sin dal sorteggio dei gironi, con la presenza della Spagna, sapevamo che probabilmente ci sarebbe toccato disputare lo spareggio. Ora ci siamo. Non voglio neanche immaginare una nostra eliminazione. Un Mondiale senza l'Italia non è un Mondiale". A livello personale infine, l'ex-interista ha un buon ricordo degli scandinavi. "L'unico gol che ho segnato in nazionale è stato in un'amichevole con la Svezia, disputata a Firenze. L'anno? Non me lo ricordo, la tv era in bianco e nero" Era il 26 settembre del 1979 e l'Italia vinse 1-0.
I precedenti, tutto sommato, sono incoraggianti: nelle 23 partite giocate contro la Svezia, l'Italia ha vinto 11 volte e perso in 6 occasioni mentre altre 6 volte è finita in parità. La Nazionale di Ventura ha conosciuto a Zurigo il nome dell'avversario ai playoff di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, un ostacolo non facile. Numero 25 del ranking Fifa, la nazionale allenata da Andersson è arrivata seconda nel Gruppo A dietro alla Francia. Gli svedesi hanno ottenuto gli stessi punti dell'Olanda, 19, ma si sono qualificati per gli spareggi grazie a una differenza reti migliore di quella dei francesi, 17. È l'attacco la grande qualità di questa squadra che ha subito trovato una propria identità dopo l'addio di Zlatan Ibrahimovic. Tre gli "italiani": Filip Helander e Emil Krafth del Bologna, e Marcus Rohden del Crotone.
L'attacco, come detto, fa paura. Emil Forsberg, esterno sinistro del Lipsia, è il gioiello della rosa. La coppia d'attacco è esperta ed è composta da Marcus Berg, trentunenne che gioca negli Emirati Arabi, all'Al-Ain, e Ola Toivonen, coetaneo del Tolosa. Ci sarebbe anche John Guidetti del Celta Vigo, a lungo fermo per la frattura della clavicola, ma che potrebbe tornare in buone condizioni per i playoff. In difesa un'altra stella della squadra, Victor Lindelof del Manchester United.
giovedì 12 ottobre 2017
Mondiali 2018: sorteggio gironi Italia in seconda fascia
Sono delineate le 8 teste di serie per il sorteggio dei Mondiali 2018, stabilite in base al ranking FIFA. Italia, se qualificata, in seconda fascia.
Martedì 17 ottobre c'è il sorteggio dei playoff per il Mondiale di Russia 2018. L'Italia è testa di serie insieme a Svizzera, Croazia e Danimarca: quindi pescherà una tra Svezia, Irlanda del Nord, Grecia e Irlanda. Lo spareggio si giocherà in un doppio confronto tra andata (9-11 novembre) e ritorno (12-14 novembre).
GIRONI - Poi, se gli Azzurri si qualificheranno alla fase finale, parteciperanno al sorteggio dei gironi il 1° dicembre al Cremlino di Mosca: in seconda fascia come la Spagna, che così eviteranno di sicuro. Le quattro fasce saranno in ordine di ranking Fifa, ma in ciascun gruppo potrà esserci soltanto una squadra per continente (tranne l'Europa, che ne avrà necessariamente 2 in 7 gruppi).
PRIMA FASCIA - Ci sono quasi tutte le grandi: oltre alla Russia ospitante, le favoritissime Germania e Brasile, più Argentina, Portogallo, Belgio, Polonia e Francia.
SECONDA FASCIA - Qui le sicure sono cinque: Spagna, Inghilterra, Colombia, Messico e Uruguay. Le altre tre, in base al ranking, sarebbero Perù (favorito nello spareggio con la Nuova Zelanda), Svizzera e Italia.
TERZA FASCIA - Se Perù, Svizzera e Italia non dovessero qualificarsi, subentrerebbero dalla terza fascia, in ordine di ranking, Croazia e Danimarca (anche loro ai playoff), poi Islanda e Costarica (già qualificate), e avanti così.
QUARTA FASCIA - Sono già qualificate Egitto, Iran, Serbia, Nigeria, Giappone, Panama, Corea del Sud e Arabia Saudita.
SQUADRE GIA' QUALIFICATE
Europa: Russia (nazione ospitante), Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, Islanda, Polonia, Portogallo, Serbia, Spagna.
Sudamerica: Brasile, Uruguay, Argentina, Colombia.
Centro-Nord America: Messico, Costa Rica, Panama.
Asia: Iran, Giappone, Corea del Sud, Arabia Saudita.
Africa: Nigeria, Egitto.
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venerdì 6 ottobre 2017
Milan: Ancelotti, Montella ed il futuro della società
Esonerato dal Bayern Monaco l'ormai ex allenatore Carlo Ancelotti è intervenuto a margine del premio Ghirelli vinto per il suo libro "Il leader calmo". Ai microfoni dei giornalisti presenti Ancelotti ha parlato del suo addio al Bayern Monaco, parlando anche e soprattutto della possibilità di vederlo sulla panchina di Milan, Roma o addirittura della Nazionale nel prossimo futuro.
"Il Bayern Monaco fa parte del passato e io sono sempre tranquillo e calmo. L'esonero fa parte del lavoro dell'allenatore e non c'è da scandalizzarsi. In 22 anni ho sempre avuto buoni rapporti con tutti i giocatori che ho allenato perché ho rispettato tutti. Mi sono comportato così anche al Bayern. I calciatori mi hanno giocato contro? Non lo so. Io ho rispettato tutti ma come allenatore devo fare delle scelte e mandare 11 in campo e 7 in panchina. Sta all'intelligenza dei giocatori accettare le scelte e alla società supportare il suo tecnico".
"La panchina della Nazionale? Dentro di me ho ancora la voglia di allenare tutti i giorni e per questo non penso di prendere una nazionale. Eventualmente lo farò solo quando questa voglia mi passerà. L'Italia ha la forza di arrivare al Mondiale e lì di far bene anche se ci sono nazionali più forti: il calcio è un gioco di squadra e le fortune si costruiscono con la solidità difensiva come è spesso successo all'Italia".
Ma Ancelotti vede tutt'altro: "Sulle panchine italiane vedo esattamente chi c'è adesso". Alla battuta di Vincenzo Montella di volere Carletto come suo vice risponde col sorriso: "Farei volentieri il suo secondo. Facciamo una partita per uno, ma dobbiamo trovare la società che ce lo fa fare. E la troveremo". Promesso.
Le notizie dei media delle ultime ore a proposito della proprietà del Milan non fa altro che confermare la tesi che “quando piove, poi grandina”. È incredibile, infatti, come negli ultimi giorni si susseguano problemi di ogni genere e tipo. Oltre a quelli in campo e panchina, adesso si vanno a aggiungere anche quelli di tipo societario. Se però i dubbi e le perplessità sulla genesi e soprattutto sul futuro di questa proprietà non sono esattamente una notizia, lo diventano nel momento in cui a paventarli adesso è chi negava tutto e sosteneva anche davanti all’evidenza fino a solo una settimana fa.
Forbes ha attaccato: "Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole"
Attacco da Forbes alla società rossonera: "Per i proprietari del Milan è improbabile che la ricerca di nuovi soci finisca bene. La realtà è che i nuovi proprietari del Milan semplicemente non hanno le quasi illimitate risorse di Chelsea, City e Psg. Rossoneri Sport Investment negozierà da una posizione molto debole".
Il quotidiano Libero ha proposto uno scenario drammatico, con l’azionista di maggioranza Li “sull’orlo di un precipizio”.
Se davvero il governo cinese dovesse addirittura “chiedere ai principali finanziatori del proprietario del Milan di rientrare dall’operazione riportando a casa i soldi versati per l’acquisto dei rossoneri” si aprirebbero giorni davvero di fuoco per la società rossonera. Libero stima che se i gruppi che figurano come maggiori finanziatori di Mister Li, Huarong e Haixia dovessero uscire dal capitale societario, si aprirebbe una voragine di 200 milioni.
Ed a quel punto, anche il piano B predisposto dalla società rischierebbe di fallire miseramente. Quale istituzione finanziaria si avventurerebbe a rifinanziare il prestito di circa 300 milioni concesso dal fondo Elliott sapendo che i principali finanziatori asiatici sono in fuga?
Il Milan deve affrontare i nodi che stanno venendo al pettine.C’era un processo con il Voluntary Agreement, i risultati non aiutano però ad andare dalla UEFA e per cercare soci di minoranza. La scadenza con Elliott la sappiamo, il progetto è sportivamente zoppo. La salvaguardia però è rappresentata dal Fondo Elliott, se fai un’operazione da 800 milioni e tu ne metti solo 300 mentre gli altri 500 a debito, sei chiaramente in difficoltà se le cose non vanno bene. Se non arrivano i risultati, allora tutto diventa più complicato, i risultati sono determinanti”.
Emerge la preoccupazione da parte di Silvio Berlusconi per l’esposizione finanziaria della società che impone fin da questa stagione di fare risultato: «E la squadra non va...». Ha dato ragione a Sacchi, quando il tecnico gli ha spiegato che «ci vuole pazienza» all’inizio di ogni progetto. Ma ci sono cose che Berlusconi non capisce: «Non ho capito la campagna acquisti. Non si era mai visto in una squadra il cambio di undici giocatori. Con tutti quei soldi, non si poteva acquistare un top player?». Perché è vero che l’ex premier oggi è concentrato solo sulle sue aziende e sul suo partito, ma il Milan è un pensiero ricorrente, un fiume carsico che scompare per poi ricomparire. E in quei momenti torna «presidente-allenatore». E non si ferma.
La dimostrazione di tutto questo è il silenzio di Fassone. Sappiamo quanto sia sensibile e suscettibile questo Milan quanto sì mette in discussione la forza economica del suo proprietario, di chi c'è dietro Yonghong Li e di come riuscirà a restituire la montagna di euro che si è fatto prestare.
Yonghong Li cerca soci cui affiancarsi nella compagine azionaria del Milan. Non è una novità quanto uscito negli scorsi giorni. E’ stata riportata all’attenzione della cronaca quanto da mesi, cioè dal giorno successivo al closing, si sapeva. Mr Li non può continuare con le sue forze nell’avventura rossonera e starebbe sondando potenziali co-investitori. Le vere novità, al contrario, potrebbero essere due. La prima, come indicato dall’agenzia Reuters, è che Mr Li starebbe cercando anche investitori europei (addirittura italiani). Questa’ultima opzione è stata smentita dal Milan.
La novità è la valutazione che Mr Li avrebbe in mente per una minoranza del Milan: un 25 per cento verrebbe valutato più o meno 200 milioni di euro per una valutazione complessiva del club di 800 milioni di euro (escluso il debito). Quindi dopo appena pochi mesi il valore del club è lievitato: ai tempi del closing il Milan era stato valutato (esclusi i debiti per 220 milioni) circa 520 milioni di euro. Guarda caso i 200 milioni di euro che Mr Li punta ad incassare è la cifra che la Rossoneri Sport Investment deve a monte al fondo Elliott: ad ottobre del prossimo anno scadrà infatti la tranche da 180 milioni (più interessi) dovuta al fondo statunitense.
venerdì 29 settembre 2017
Spalletti rivoluziona l'Inter
Per la prima volta in stagione Luciano Spalletti potrebbe pensare ad un nuovo sistema di gioco. Queste sono le indiscrezioni provenienti dalla Pinetina, dove il tecnico sta preparando la trasferta di Benevento. I campani sono ancora alla ricerca del primo risultato utile in stagione. Spalletti sta valutando la possibilità di escludere il trequartista dalla formazione titolare. Due i sistemi di gioco che intrigano il tecnico nerazzurro: 4-4-2 e 4-3-3 che prevedrebbero l’utilizzo di interpreti diversi. Nel primo caso Borja Valero e Vecino farebbero coppia in mediana, con Candreva e Perisic esterni di centrocampo e Icardi-Eder in attacco. Il quartetto di difesa sarebbe invece composto da D’Ambrosio, Skriniar, Miranda e Dalbert.
Se dovesse invece propendere per il 4-3-3, Spalletti potrebbe dare un turno di riposo a Borja Valero, componendo il centrocampo con Gagliardini davanti alla difesa e Brozovic e Joao Mario ai suoi lati. La difesa rimarrebbe invariata mentre Candreva, Perisic e Icardi comporrebbero l’attacco. Ad oggi non c’è ancora alcuna certezza circa la formazione che scenderà in campo a Benevento, ma dovessero essere confermati le voci, sarebbe la prima volta dall’inizio della stagione in cui l’Inter farebbe a meno del trequartista. Proprio Spalletti nella conferenza alla vigilia di Inter-Genoa aveva fatto capire che l’idea di un cambiamento era possibile: “possiamo fare altre cose per sorprendere i nostri avversari”.
A centrocampo Spalletti ha ruotato Vecino, Borja Valero e Gagliardini, ricevendo dai tre risposte alterne. Ne hanno risentito più di tutti gli attaccanti esterni, con Candreva e Perisic costretti a inventare cross o azioni estemporanee partendo da fermi o contro due avversari, e il trequartista di turno, mai liberato tra le linee con i giusti tempi. Lo spagnolo ex Fiorentina, colui che avrebbe dovuto dare qualità al gioco nerazzurro, non sempre ha garantito un rendimento adeguato o è stato capace di velocizzare la fase di impostazione e per questo nella sede nerazzurra ha preso quota l’idea Torreira.
In vista del mercato di gennaio. Lo sguardo dei dirigenti nerazzurri è rivolto all'estero e anche in Italia, dove hanno messo gli occhi su due giovani classe 1996, L'uruguaiano della Sampdoria Lucas Torreira sarebbe il rinforzo giusto per il centrocampo, il tecnico lo vede regista alla Pizarro e stuzzica la fantasia dell'allenatore, pronto a metterlo in cabina di regia come fece con David Pizarro ai tempi di Roma e Udinese.
La Sampdoria gli ha fatto da poco firmare il rinnovo del contratto, adesso valido fino al 2022: Lucas è passato a guadagnare da 180mila a 800mila euro netti all'anno, ma il presidente Ferrero lo ha blindato. Mossa intelligente visto che sull'uruguaiano hanno chiesto informazioni molti club importanti, tra i quali la Roma. L'Inter lo segue dalla scorsa stagione, quando Giampaolo lo ha trasformato da trequartista a regista basso. Torreira si è adattato con facilità e un osservatore nerazzurro, in tribuna domenica al Ferraris per il match contro il Milan, ha preso atto della prova sontuosa dell'ex Pescara, pronto per il salto in una grande. La Samp ha fatto sapere che non intende cederlo a gennaio e che la valutazione del ragazzo si aggira sui 25 milioni. I rapporti tra i due club dopo l'affare Skriniar, e quello legato a Schick sfumato per poco, sono ottimi.
L'Inter ha l'obiettivo di inserire in organico un interprete top per la prossima stagione e ha già chiesto informazioni su Mesut Ozil (Arsenal) e Leon Goretzka (Schalke), entrambi in scadenza di contratto a giugno. Vorrebbe uno dei due a parametro zero per il 2018-19, ma il primo è irraggiungibile come ingaggio, mentre per il secondo la concorrenza, soprattutto del Bayern, è importante. Per gennaio, invece, c'è l'opzione legata al brasiliano Alex Teixeira, che potrebbe arrivare in prestito dal Jiangsu Suning, dove non sta giocando molto.
lunedì 18 settembre 2017
Calcio Genoa: Pietro Pellegri, storia di un predestinato
È il giocatore più giovane ad aver esordito in Serie A, ed il più giovane autore di una doppietta in Serie A.
Primo minuto della ripresa di Genoa-Lazio. Pietro Pellegri prende un colpo deciso da uno dei migliori difensori della Serie A, Stefan De Vrij, cade a terra per un istante e come una molla scatta in piedi pronto per continuare a giocare, senza fare un fiato. È in quel momento che Pellegri, 16 anni e un talento sconfinato, fa vedere come gioca. Prima ancora di segnare due gol sotto la Gradinata Nord («Ho realizzato un sogno . Un gol lo dedico ai tifosi, perché io sono genoano come loro. E uno per il mio papà"») e di spingere un po' più in là i limiti del calcio italiano ed europeo. Faccia da teenager, braccia tatuate e fisico da attaccante già strutturato, nella notte di Pellegri ci sono due record di precocità mica male: con i suoi 16 anni e 184 giorni è il più giovane calciatore capace di segnare una doppietta in Serie A, lui che aveva eguagliato Amedeo Amadei con l'esordio in campionato a 15 anni e 280 giorni; Pellegri è anche il più giovane ad avere realizzato due o più gol nella stessa partita di uno dei cinque maggiori campionati d'Europa dal 2000 a oggi.
Con la doppietta alla Lazio è entrato nella storia del calcio italiano: è il giocatore più giovane (16 anni e 184 giorni) ad aver segnato una doppietta in Serie A. Battuto il record di Piola (17 anni e 104 giorni), che era stato stabilito nel 1931.
Con il debutto in Serie A in Torino-Genoa del 22 dicembre 2016, Pietro Pellegri - nato il 17 marzo del 2001 - è diventato il più giovane giocatore della storia ad esordire in Serie A. 15 anni e 280 giorni per eguagliare il record del romanista Amedeo Amadei (apparteneva al 1937). Il suo nome, già prima di esordire in Serie A, circolava in giro e la descrizione era sempre la stessa: "Questo è un fenomeno". E lui, che ha giocato praticamente sempre da sotto età, segnava caterve di gol in tutte le categorie, dopo essere cresciuto nella Pegliese, società del quartiere Pegli di Genova. Nel giorno del ritiro di Totti, all'Olimpico di Roma, si presentò (alla sua prima da titolare) con un gol al terzo minuto. Era l'ultima giornata dello scorso campionato e aveva appena segnato un altro ragazzo del nuovo millennio, quel Kean che andò in gol in Bologna-Juve. Pietro si prese di invidia e ammutolì l'Olimpico. Ora, non solo ci sono i gol dei giocatori nati nel nuovo millennio, ma ci sono anche le doppiette. E al secondo gol alla Lazio, realizzato in spaccata da grande campione, non ha trattenuto le lacrime papà Marco Pellegri, team manager del Genoa scelto da Juric ad aprile, dopo il suo ritorno sulla panchina ligure. Marco, che ha giocato nel Genoa fino ai Giovanissimi, portava il figlio agli allenamenti. Pietro si è innamorato del Genoa e porta il numero (64) del padre sulle spalle.
Pellegri il primo gol in campionato lo aveva segnato il 28 maggio scorso all'Olimpico, contro la Roma, nel giorno dell'addio al calcio giocato di Francesco Totti. In molti interpretarono quella rete come un segno del destino, un passaggio di consegne tra passato e futuro. Tre mesi e mezzo dopo, i numeri di questo ragazzo di Genova fanno impressione: nei 131 minuti giocati in Serie A l'ha già messa dentro tre volte, un gol ogni 43 minuti. E ora che Lapadula è fuori per infortunio Juric potrebbe dargli più spazio.
L'Italia ha trovato il suo Mbappé? Il paragone non è azzardato, visto che all'età di Pellegri il francese aveva giocato una manciata di minuti in Ligue 1 con il Monaco e un paio di partite nelle coppe. Il Milan ha fiutato l'affare e con un rapido blitz nelle ultime ore del calciomercato estivo ha messo le basi per concludere l'acquisto a gennaio, approfittando dei problemi dell'Inter che voleva prenderlo in coppia con Salcedo. Ma le altre big del campionato tengono d'occhio la situazione. Intanto se lo gode Juric: «Non è una sorpresa, con lui lavoriamo da tempo. Quando è arrivato in prima squadra era molto grezzo, gli stiamo insegnando i movimenti e a giocare anche con il sinistro. Ha margini di crescita allucinanti». Pellegri segna e cresce anche se, a dire il vero, un piccolo rimpianto ce l'ha: «Non posso neanche vantarmi a scuola perché ho l'insegnante privato e studio di pomeriggio».
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sabato 16 settembre 2017
Procura Figc: 2 anni e mezzo ad Andrea Agnelli
Il 25 settembre scopriremo se l’impianto accusatorio di Giuseppe Pecoraro, procuratore Figc, avrà retto al vaglio del collegio giudicante presieduto da Mastrocola. Qualunque sarà l’esito, ci sarà un appello – che lo presentino Agnelli e la Juve o la Procura – ma con ogni probabilità bisognerà aspettare il verdetto del Collegio di garanzia del Coni per scrivere la parola fine alla vicenda (almeno per la giustizia sportiva).
Dovevano essere richieste severe e così è stato. Il procuratore, non ha fatto sconti e nel processo davanti al Tribunale federale nazionale, usa il pugno duro con Andrea Agnelli per la vicenda 'ultrà e biglietti': due anni e mezzo di inibizione per il presidente della Juventus per i suoi presunti rapporti non consentiti dal regolamento con gli ultrà. Tanto potrebbe costare al numero uno bianconero, nel caso i giudici di primo grado ritenessero fondati i capi d'accusa e coerente la richiesta di pena. Non ne resta fuori la Juventus che per responsabilità diretta si è vista richiedere dal capo della Procura Figc l'ammenda di 300 mila euro oltre a due turni da scontare a porte chiuse (eventualmente, possibile la sospensiva in attesa della sentenza di secondo grado) e una terza partita con la sola Curva Sud chiusa. "La procura fa il suo mestiere, in genere non siamo abituati a fare previsioni, se un mese o l'ergastolo. Importante qui è contrastare gli argomenti dell'accusa", ha precisato l'avvocato di Agnelli, Franco Coppi, coadiuvato nel suo team dal legale bianconero Luigi Chiappero. La difesa bianconera ha prodotto una seconda memoria per scardinare gli argomenti di Pecoraro che puntano il dito contro Agnelli sulla presunta autorizzazione della fornitura di abbonamenti e biglietti in numero superiore al consentito, favorendo così il bagarinaggio, e sui presunti incontri con ultras, tra cui Rocco Dominello, coinvolto nel processo 'Alto Piemonte' per legami con la criminalità organizzata." Certo che puntiamo all'assoluzione completa", fa sapere Coppi al termine del processo durato circa 80 minuti.
Vediamo le possibili conseguenze
1 Nel frattempo, se Andrea Agnelli fosse condannato in 1° grado a scontare un periodo di inibizione, la sentenza sarebbe immediatamente esecutiva? Sì, comincerebbe subito, pure se presentasse l’appello.
2 Resterebbe presidente della Juventus? Cosa gli sarebbe vietato fare? Restare in sella o sospendersi sarebbe solo una sua scelta. Per il codice di giustizia sportiva (art. 19), l’inibizione temporanea non comporta la decadenza dalla carica, ma il divieto di rappresentare la società in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo nazionale e internazionale; il divieto di partecipare a qualsiasi attività di organi federali; il divieto di accesso agli spogliatoi, in occasione di manifestazioni o gare calcistiche, anche amichevoli, nell’ambito della Figc, con eventuale richiesta di estensione in Uefa e Fifa; il divieto a partecipare a riunioni con tesserati Figc o con agenti di calciatori.
3 Cosa accadrebbe invece in Uefa, dove Agnelli siede nel Comitato esecutivo, e all’Eca, di cui è presidente? Nulla all’Eca, che è un sindacato autonomo, con regolamento privato. E nulla in Uefa, almeno finché la Figc non invierà (non è obbligata) la richiesta di estensione dell’inibizione. In ogni caso, la Figc potrà farla partire solo dopo il pronunciamento del terzo grado di giudizio. E comunque, anche quando l’Uefa ricevesse la richiesta della Figc, Agnelli manterrebbe il suo posto nel board, tutt’al più non ne eserciterebbe le funzioni durante il periodo di stop. Tra l’altro, sarebbe un caso inedito, anche perché Agnelli in Uefa non rappresenta l’Italia ma l’Eca di cui è presidente.
4 C’è un caso in cui Agnelli può decadere da presidente della Juventus? No, nemmeno se dovesse essere condannato in 3° grado a più di un anno di squalifica. In quel caso, secondo lo statuto Figc, decadrebbe dalle cariche federali e sarebbe ineleggibile alle stesse per dieci anni, a meno di ottenere la riabilitazione.
5 E le porte chiuse allo Stadium, in caso di condanna in primo grado, scatterebbero subito? No, se la Juventus, com’è ovvio, in caso di condanna accompagnerà il ricorso alla Corte d’appello con una richiesta di sospensione dell’esecuzione della sanzione.
L’esperto di diritto sportivo e civile Mattia Grassani ha commentato la richiesta di inibizione di due anni e mezzo fatta dalla procura per Andrea Agnelli nell’ambito dello scandalo biglietti. "Premetto che il quantum sanzionatorio richiesto dalla Procura Federale sia nei confronti del presidente Agnelli sia nei confronti del club mi sembra eccessivamente afflittivo e gravoso", ha dichiarato l’avvocato Grassani.
"Detto ciò, il Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, valutate le risultanze dell'indagine, nonché le difese della Juventus e dei propri dirigenti, qualora dovesse accertare le responsabilità dei deferiti, potrà accogliere la richiesta, in maniera integrale, oppure irrogare sanzioni anche sensibilmente più miti”.
lunedì 4 settembre 2017
Banca Ifis: "Le fideiussioni su Bonucci e Biglia? Per noi normale amministrazione"
L'amministratore delegato di Banca Ifis, Giovanni Bossi, è tornato a parlare ai microfoni di Business Insider, a margine del Workshop Ambrosetti organizzato a Cernobbio, delle fideuissioni bancarie concesse al Milan per le due operazioni legate agli acquisti di Lucas Biglia dalla Lazio e Leonardo Bonucci dalla Juventus.
Come noto, le operazioni che portarono alla chiusura dagli acquisti dei due giocatori, subirono dei rallentamenti a causa dei problemi riscontrati dal Milan nel presentare le fideiussioni bancarie.
Bossi, ad dell'istituto di credito che ha concesso le garanzie per gli acquisti dei due giocatori: "In un'operazione così è centrale prendere rischi e noi lo abbiamo fatto. Lavoriamo con i club di A e B da 20 anni".
"Perché noi abbiamo rilasciato al Milan le fideiussioni legate agli acquisti di Leonardo Bonucci e Lucas Biglia e altre banche no? Beh, dovete domandarlo agli altri istituti di credito...". L’istituto di credito che ha concesso ai rossoneri le garanzie finanziarie per i due acquisti da Juve e Milan. Ecco spiegate le ragioni della mossa fatta da Ifis, istituto di credito specializzato nei finanziamenti commerciali e nella valutazione e acquisizione di prestiti deteriorati.
"In un'operazione di questo tipo, è centrale prendere rischi in maniera consapevole e noi lo abbiamo fatto - dice Bossi -. Abbiamo guardato tutta l'operazione e abbiamo deciso che ci stava perfettamente. Per noi si è trattato di normale amministrazione. Abbiamo chiuso in tempi stretti, visto che in questi casi la rapidità premia. L'ammontare delle fideiussioni? Non è stata una cifra enorme e in ogni caso da quasi vent'anni lavoriamo con le squadre di calcio di Serie A e B. È un filone di cui ci siamo sempre occupati: ogni anni finanziamo e/o garantiamo fino a sei club e non per 500mila euro ma per importi ben maggiori. Sappiamo fare le nostre valutazioni e lo abbiamo fatto anche nel caso di Bonucci e Biglia. Il nostro costo del rischio di credito è tra i più bassi del sistema mentre la qualità del credito è tra le più alte".
giovedì 31 agosto 2017
Acquisti e cessioni: calciomercato della Serie A 2017-2018
Il calciomercato ha chiuso ufficialmente i suoi battenti.Bonucci accolto come un idolo al Milan dopo aver lasciato la Juve che si rincuora con Douglas Costa. La Roma batte la concorrenza e si aggiudica Schick, l’Inter punta su Spalletti e il Napoli blinda Mertens. Ecco tutte le operazioni di mercato, colpo per colpo.A poche ore dalla chiusura del calciomercato, il Toro piazza un clamoroso colpo a sorpresa in uscita. Il Chelsea ha presentato infatti un'offerta di 25 milioni di euro per Davide Zappacosta e i granata han deciso di lasciar partire il giocatore. Nata in nottata, l'operazione è entrata nel vivo dopo che i Blues han visto sfumare l'acquisto di Oxlade-Chamberlain, andato al Liverpool. Per Zappacosta, in volo per Londra, al Chelsea è pronto quadriennale da 2,5 mln a stagione. Sembrava essere destinato all'Inter, Pietro Pellegri, attaccante classe 2001 del Genoa. Il club rossonero invece sembra averlo prenotato. Lo ha confermato il suo agente Giuseppe Riso, all'uscita dalla sede del Milan: "Il Milan guarda al futuro? Si, adesso abbiamo buttato giù le basi per un giocatore e poi vediamo. Se è Pellegri? Un giocatore… poi vedremo, adesso non posso dirlo ma il Milan pensa già al futuro, per gennaio e non per ora: adesso è presto. Credo che il Milan abbia fatto un grande mercato estivo, e l'idea che pensino il 31 al futuro penso sia un grande segnale".
Atalanta
Acquisti: Mancini (d, Perugia), Gosens (d, Heracles), Palomino (d, Ludogorets), Schmidt (c, San Paolo), Haas (c, Lucerna), Eguelfi (d, Pro Vercelli), Vido (a, Cittadella), Cornelius (a, Copenhagen), Ilicic (a, Fiorentina), Castagne (d, Genk), Pessina (c, Como), Orsolini (a, Ascoli), Migliorelli (d, Feralpi), de Roon (c, Middlesbrough), Rodrigo Guth (d, Coritiba)
Cessioni: Grassi (c, Spal), Konko (d, svincolato), Kessié (c, Milan), Latte Lath (a, Pescara), Capone (a, Pescara), Paloschi (a, Spal), Conti (d, Milan), Zukanovic (d, Genoa), D'Alessandro (c, Benevento), Djimsiti (d, Benevento), Del Grosso (d, Venezia), Marilungo (a, Spezia), Mounier (a, Panathinaikos)
Benevento
Acquisti: Coda (a, Salernitana), Belec (p, Carpi), Letizia (d, Carpi), Gravillon (d, Inter), Djimsiti (d, Atalanta), D'Alessandro (c, Atalanta), Cataldi (c, Lazio), Brignoli (p, Perugia), Memushaj (c, Pescara), Armenteros (a, Heracles), Parigini (a, Bari), Antei (d, Sassuolo), Iemmello (a, Sassuolo)
Cessioni: Pezzi (d, Cittadella), Cissé (c, Avellino), Bagadur (d, Brescia), Buzzegoli (c, Ascoli), Padella (d, Ascoli), Lopez (d, Spezia), Eramo (c. Entella)
Bologna
Acquisti: De Maio (d, Fiorentina), Gonzalez (d, Palermo), Poli (c, Milan), Avenatti (a, Ternana), Falletti (c, Ternana), Santurro (p, Siracusa), Palacio (a, Inter), Keita (d, Birmingham)
Cessioni: Viviani (c, Spal), Rizzo (d, Spal), Oikonomou (d, SPAL), Gastaldello (d, Brescia), Sadiq (a, Torino), Falco (c, Perugia)
Cagliari
Acquisti: Cossu (c, Olbia), Cigarini (c, Sampdoria), Andreolli (d, Inter), Romagna (d, Juventus), Van der Wiel (d, Fenerbahçe), Pavoletti (a, Napoli)
Cessioni: Bruno Alves (d, Glasgow Rangers), Tachtsidis (c, Olympiacos), Murru (d, Sampdoria), Han (a, Perugia), Colombatto (a, Perugia), Isla (d, Fenerbahçe), Krajnc (d, Frosinone), Di Gennaro (c, Lazio), Del Fabro (Juventus), Borriello (a, SPAL), Salamon (d, SPAL), Pennington (c, Olbia), Balzano (d, Pescara)
Chievo
Acquisti: Gaudino (c, Bayern Monaco), Garritano (a, Cesena), Rodriguez (a, Cesena), Pucciarelli (a, Empoli), Jaroszynski (d, Cracovia), Stepinski (a, Nantes), Tomovic (d, Fiorentina)
Cessioni: Bressan (p, svincolato), Spolli (d, Genoa), Izco (c, Crotone), Sardo (d, svincolato), De Guzman (c, Napoli), Cinelli (c, Cremonese), Bismark (a, Viterbese), Gakpé (a, Amiens), Rigione (d, Cesena)
Crotone
Acquisti: Kragl (c, Frosinone), Budimir (a, Sampdoria), Faraoni (d, Udinese), Trotta (a, Sassuolo), Izco (c, Chievo), Crociata (c, Milan), Ajeti (d, Torino), Mandragora (c, Juventus), Romero (c, Mineros de Guayana), Tumminello (a, Roma), Pavlovic (d, Sampdoria)
Cessioni: Mesbah (d, svincolato), Ferrari (d, Sampdoria), Falcinelli (a, Sassuolo), Claiton (d, Cremonese), Acosty (a, Rijeka), Dussenne (d, Gent)
Fiorentina
Acquisti: Milenkovic (d, Partizan), Vitor Hugo (d, Palmeiras), Gaspar (d, Vitoria), Vlahovic (a, Partizan), Zekhnini (a, Odds BK), Veretout (c, Aston Villa), Graiciar (a, Slovan), Benassi (c, Torino), Simeone (a, Genoa), Pezzella (d, Betis), Gil Dias (a, Monaco), Biraghi (d, Pescara), Laurini (d, Empoli), Théréau (a, Udinese), Lo Faso (a, Palermo)
Cessioni: Rodriguez (d, San Lorenzo), De Maio (d, Bologna), Salcedo (d, Eintracht Francoforte), Ilicic (a, Atalanta), Borja Valero (c, Inter), Lezzerini (p, Avellino), Tatarusanu (p, Nantes), Vecino (c, Inter), Kalinic (a, Milan), Baez (a, Pescara), Rebic (a, Eintracht Francoforte), Tomovic (d, Chievo)
Genoa
Acquisti: Reinholds (p, Racing Roma), Galabinov (a, Novara), Zukanovic (d, Atalanta), Spolli (d, Chievo), Lapadula (a, Milan), Bertolacci (c. Milan), Centurion (a, Boca Juniors), Rodriguez (c, Banfield), Rossettini (d, Torino), Migliore (d, Spezia), Omeonga (c, Avellino), Brlek (c, Wisla Cracovia), F.Ricci (c, Sassuolo)
Cessioni: Orban (d, Racing Club), Burdisso (d, Torino), Pinilla (a, Universidad de Chile), Fiamozzi (d, Bari), Muñoz (d, Leganes), Simeone (a, Fiorentina), Morosini (c, Avellino), Brivio (d, Virtus Entella), Gakpé (a, Amiens), Hiljemark (c, Panathinaikos), Niùnkovic (c, Empoli)
Hellas Verona
Acquisti: Verde (a, Avellino), Cerci (a, Atlético Madrid), Heurtaux (d, Udinese), Felicioli (d, Ascoli), Silvestri (p, Leeds United), Büchel (c, Empo li), Cáceres (d, Southampton), Saveljevs (c, Marijampole), Lee Seung-Woo (a, Barcellona), Kean ( a Juventus)
Cessioni: Juanito (a, fine contratto), Pisano (d, Bristol City), Troianiello (c, Sambenedettese), Cappelluzzo (a, Pescara), S.Ganz (a, Pescara), Siligardi (a, Parma), Boldor (d, Impact de Montréal), Luppi (a, Entella)
Inter
Acquisti: Padelli (p, Torino), Skriniar (d, Sampdoria), Borja Valero (c, Fiorentina), Odgaard (a, Lyngby), Zaniolo (c, Entella), Vecino (c, Fiorentina), Dalbert (d, Nizza), Cancelo (d, Valencia), Karamoh (a, Caen)
Cessioni: Carrizo (p, Monterrey), Palacio (a, Bologna), Gravillon (d, Benevento), Banega (c, Siviglia), Andreolli (d, Cagliari), Medel (c, Besiktas), Murillo (d, Valencia), Kondogbia (c, Valencia), Ansaldi (d, Torino)
Juventus
Acquisti: Douglas Costa (a, Bayern Monaco), De Sciglio (d, Milan), Szczesny (p, Arsenal), Bernardeschi (c, Fiorentina), Matuidi (c, PSG), Höwedes (d, Schalke 04)
Cessioni: De Ceglie (d, svincolato), Dani Alves (d, PSG), Mattiello (d, Spal), Neto (p, Valencia), Audero (p, Venezia), Bonucci (d, Milan), Leali (p, Zulte Waregem), Del Fabro (d, Novara), Mandragora (c, Crotone), Rincon (c, Torino), Lemina (c, Southampton), Rogerio (d, Sassuolo), Marrone (c, Bari), Vitale (c, SPAL)
Lazio
Acquisti: Marusic (d, Ostenda), Lucas Leiva (c, Liverpool), Di Gennaro (c, Cagliari), Caicedo (a, Espanyol), Nani (a, Valencia), Pedro Neto (a, Braga), Bruno Jordão (c, Braga)
Cessioni: Biglia (c, Milan), Cataldi (c, Benevento) Rossi (a, Salernitana), Hoedt (d, Southampton), Keita (a, Monaco)
Milan
Acquisti: Musacchio (d, Villarreal), Rodriguez (d, Wolfsburg), Kessié (c, Atalanta), André Silva (a, Porto), Borini (a, Sunderland), Calhanoglu (c, Bayer Leverkusen), Conti (d, Atalanta), A. Donnarumma (p, Asteras Tripolis), Bonucci (d, Juventus), Biglia (c, Lazio), Kalinic (a, Fiorentina)
Cessioni: Deulofeu (a, Barcellona), Poli (c, Bologna), Honda (c, Pachuca), Zucchetti (d, Entella), Kucka (c, Trabzonspor), Plizzari (p, Ternana), Hadziosmanovic (c, Sampdoria), Lapadula (a, Genoa), De Sciglio (d, Juventus), Crociata (c, Crotone), Bacca (a, Villarreal), Bertolacci (c, Genoa), Ely (d, Alaves), Vangioni (d, Monterrey), Niang (a, Torino)
Napoli
Acquisti: Ounas (a, Bordeaux), Mario Rui (d, Roma)
Cessioni: De Guzman (c, Eintracht Francoforte), Pavoletti (a, Cagliari), Strinic (d, Sampdoria)
Roma
Acquisti: Moreno (d, PSV), Karsdorp (d, Feyenoord), Pellegrini (c, Sassuolo), Gonalons (c, Lione), Under (c, Medipol Basakshir), Defrel (a, Roma), Kolarov (d, Manchester City), Corlu (c, Brondby), Schick (a, Roma)
Cessioni: Salah (a, Liverpool), Totti (a, fine carriera), Soleri (a, Spezia), Paredes (c, Zenit), Mario Rui (d, Napoli), Rudiger (d, Chelsea), Seck (d, Empoli), Iturbe (a, Tijuana), Gyomber (d, Bari), Tumminello (a, Crotone)
Sampdoria
Acquisti: Murru (d, Cagliari), Caprari (a, Pescara), Hadziosmanovic (c, Milan), Capezzi (c, Crotone), Vujcic (c, Hajduk Spalato), Kownacki (a, Lech Poznan), Ferrari (d, Crotone), Ramirez (c, Middlesbrough), Andersen (d, Twente), Zapata (a, Udinese), Strinic (d, Napoli)
Cessioni: Fernandes (c, Sporting Lisbona), Cigarini (c, Cagliari), Skriniar (d, Inter), Muriel (a, Siviglia), Bonazzoli (a, Spal), Schick (a, Roma), Amuzie (d, Lugano), Pavlovic (d, Crotone)
Sassuolo
Acquisti: Ahmetaj (a, Cesena), Bandinelli (c, Latina), Marson (p, Palermo), Goldaniga (d, Palermo), Marchizza (d, Roma), Frattesi (c, Roma), Cassata (c, Ascoli), Rogerio (d, Juventus)
Cessioni: Pellegrini (c, Roma), Defrel (a, Roma), Aquilani (c, svincolato), Pomini (p, Palermo), Antei (d, Benevento), Iemmello (a, Benevento), F.Ricci (c, Genoa)
SPAL
Acquisti: Mattiello (d, Juventus), Felipe Dal Bello (d, Udinese), Rizzo (d, Bologna), Oikonomou (d, Bologna), Viviani (c, Bologna), Paloschi (a, Atalanta), A.Gomis (p, Salernitana), Grassi (c, Atalanta), Pa Konate (d, Malmö), Borriello (a, Cagliari), Salamon (d, Cagliari), Bonazzoli (a, Sampdoria), Della Giovanna (d, Ternana), Vitale (c, Juventus)
Cessioni: Giani (d, Spezia), Silvestri (d, Trapani), Murano (a, Trapani), Zigoni (a, Milan), Ghiglione (d, Pro Vercelli), Castagnetti (c, Empoli), Arini (c, Cremonese), Gasparetto (d, Ternana), Finotto (a, Ternana)
Torino
Acquisti: V.Milinković-Savić (p, Lechia Gdańsk), Sirigu (p, Osasuna), Berenguer (c, Osasuna), Lyanco (d, San Paolo), Rincon (c, Juventus), Sadiq (a, Bologna), Niang (a, Milan), Burdisso (d, Genoa), Ansaldi (d, Inter)
Cessioni: Padelli (p, Inter), Carlão (d, APOEL), Ajeti (d, Crotone), Benassi (c, Fiorentina), Rossettini (c. Genoa), Lukic (c, Levante), Gaston Silva (d, Pumas), Aramu (a, Entella), Avelar (d, Amiens), Maxi Lopez (a, Udinese)
Udinese
Acquisti: Mallé (a, Granada), Barak (c, Slavia Praga), Bizzarri (p, Pescara), Pezzella (d, Palermo), Ingelsson (c, Kalmar), Nuytinck (d, Anderlecht), Bajic (a, Konyaspor), Behrami (c, Watford), Larsen (d, Austria Vienna), Maxi Lopez (a, Torino)
Cessioni: Felipe (d, Spal), Faraoni (d, Crotone), Heurtaux (d, Verona), Badu (c, Bursaspor), Meret (p, SPAL), Gabriel Silva (d, Saint Etienne), Thereau (a, Fiorentina), Karnezis (p, Watford), Zapata (a, Sampdoria)
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