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lunedì 23 febbraio 2015

Lega Seria A e diritti tv: il Parma deve finire la stagione



Una partita rinviata per pioggia, perché a Genova ancora non hanno capito come combattere il maltempo per salvaguardare il manto erboso di Marassi, una partita rinviata perché una società sta fallendo a fine febbraio, in serie B la squadra-rivelazione è stata ripescata e dalla Lega di B non hanno neanche chiesto le garanzie bancarie giuste (ma dai sarà stata una dimenticanza), un anno fa il Bari fu protagonista di un fallimento pilotato, a Brescia è arrivata la svolta all'improvviso tramite le banche e il Presidente Laurenza del Varese è stato costretto a lasciare perché i soldi sono finiti. Ma dove siamo? E soprattutto in che epoca siamo? Non c'è il minimo controllo, continuiamo ad abbaiare ma senza che nessuno ci ascolti. Si danno appuntamento in Lega Calcio e nessuno si pone il problema che la sedia del Parma sia fatta di paglia, parlano di diritti televisivi ad ogni assemblea, l'unica cosa che funziona nel nostro calcio, i diritti tv appunto.

Xavier Jacobelli ha spiegato perché il Parma 'deve' finire la stagione.

E' questo l'unico vero campionato che, sulla pelle del Parma, si gioca senza spezzatino, senza diluire 9 partite in 96 ore com'è accaduto per la ventiquattresima giornata. La decina, per la prima volta nella  storia della serie A, è stata rinviata causa impossibilità del club ospitante di organizzarla, non avendo il denaro necessario per pagare gli steward.

In campo, più in forma che mai, ci sono la Federcalcio, presieduta da Carlo Tavecchio squalificato sei mesi dall'Uefa per razzismo e la Lega di serie A presieduta da Maurizio Beretta il signore che, secondo Lotito, "conta zero".

Come ha raccontato Alessandro Lucarelli, campione di dignità al pari dei compagni rimasti in gialloblù e del loro allenatore Roberto Donadoni, i giocatori del Parma non percepiscono gli stipendi da sette mesi; il Parma ha cambiato 3 proprietà e 5 presidenti in meno di tre mesi; i debiti lordi iscritti a bilancio ammontano a 197 milioni di euro (fonte Gazzetta dello Sport), ma Figc e Lega si sono palesatati in Emilia soltanto venerdì scorso, addì 20 febbraio 2015.

Sia l'uno sia l'altro organismo, oltre alle piroette sullo scarico di responsabilità che, naturalmente, respingono a pié fermo in materia di vigilanza, puntano al fallimento pilotato del club emiliano, sul modello di quanto accaduto a Bari nella passata stagione. L'importante è che il Parma porti a termine il campionato giocando tutte e 15 le partite che gli rimangono. Così i diritti tv di tutti sono salvi.

Perché qui sta l'incubo che agita i sonni della Lega: se il Parma fallisse ora e dovesse mandare in campo la Primavera, perdendo tutte le gare per 0-3 a tavolino, secondo voi Sky e Mediaset resterebbero a guardare o impugnerebbero il contratto? Per non dire degli abbonati, i quali si presume non abbiano sottoscritto l'impegno con le piattaforme tv per seguire un campionato monco. O no?

Come ha dichiarato Lotito, grazie a lui le tv sganciano ai club 1 miliardo e 200 milioni l'anno. Possono i club correre il rischio che i rubinetti si chiudano? Quindi, che il Parma arrivi sino all'ultima giornata. Poi il Parma e i suoi tifosi s'arrangino

Del resto, l'ha detto anche Tavecchio ieri sera alla Domenica Sportiva: "Il campionato non sarà falsato. È interesse di tutti che il Parma finisca la stagione regolarmente e credo che i club, la Lega, vorranno intervenire per evitare un evento rovinoso".

Tavecchio continua a  non essere sulla notizia: il campionato è già stato falsato nel momento in cui è stata accettata l'iscrizione di una società destinata al fallimento. L'evento rovinoso c'è già stato. Il peggio deve ancora venire.


In altri Paesi sarebbe saltata la Lega Calcio e la Federazione, dopo l'ultima settimana trascorsa. Bisogna ripartire dalle certezze. Solo Infront Italy può salvare tutto il sistema. Ma va dato il potere totale, che piaccia o no. Infront non è l'advisor della Lega Calcio è semplicemente la pompa di benzina di serie A, serie B e Lega Pro. Tutti si riforniscono all'Eni del pallone. Le società indebitate vanno a piangere da Marco Bogarelli, le banche si fidano solo di Infront, le società che non guadagnano più una mazza dalle pubblicità vanno ad elemosinare qualche milioncino di euro da Infront. Vi spiego perchè solo l'advisor può salvare il calcio in Italia.
A) Lì ci sono manager che sanno fare industria e non barzellette.

B) Con l'avvento dei cinesi, Infront può coinvolgerli nella ristrutturazione e costruzione degli stadi più importanti del nostro Paese.

C) Infront fa girare l'economia con i diritti tv e le pubblicità ed è l'unica parte in attivo di tutto il pallone made in Italy. Come sempre, chi vince e fa soldi sta sulle balle a qualcuno ma questo è un falso problema; oggi bisogna solo pensare al bene del nostro giochino.



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