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giovedì 7 dicembre 2017

Milan strangolato, Fassone preoccupato: "Dall'UEFA richieste oggettivamente impossibili"



Rifinanziamento entro l 8 dicembre dei 358 milioni di euro da restituire al fondo Elliott il 31 ottobre 2018. Deposito precauzionale di 165 milioni di euro, equipollente alla perdita stimata in eccesso per il prossimo triennio. All’anima del voluntary agreement o accordo volontario che l’UEFA e il Milan avrebbero dovuto sottoscrivere. Entro oggi, il club deve inviare al Club Financial Control Body di Nyon i documenti da analizzare, prima della decisione ufficiale. Ma sono nulle le speranze che il piano di rientro pluriennale sia accolto.

E' un Marco Fassone amareggiato quello che viene fermato dai cronisti all'ingresso della Lega Calcio. E dal d.g. rossonero non arrivano parole di ottimismo: "Stamattina c'è amarezza a leggere i giornali dove si vede un funerale anticipato. Sembra sia già stata presa la decisione. Ho troppo rispetto per le istituzioni Uefa, spero non sia così. Spero siano decisioni neutre. La commissione però ha fatto richieste oggettivamente impossibili non solo per il Milan. Abbiamo integrato i documenti e auspico che si riesca ad arrivare al voluntary, poi rispetteremo le decisioni. Questo sarebbe un accordo per non avere sanzioni nel breve. Non c’è ottimismo, c’è attesa per il pronunciamento".

"Sul rifinanziamento - prosegue Fassone - abbiamo scadenza 2018, sono sempre confidente di poterlo fare a primavera con sei mesi di anticipo. Ora affronteremo questa annata di transizione con il massimo sforzo per ripartire gradualmente con tempi non lunghissimi. Gattuso sta cercando un approccio tecnico e tattico suo, ha bisogno di tempo. Ci vorranno un po’ di partite, ma la speranza che il risultato arrivi subito c’è. Ripensando all’estate, rifarei gli stessi acquisti pur ammettendo di aver commesso uno-due errori. Le correzioni non sempre trasferiscono il risultato voluto. Su 10 che arrivano, magari uno due possono non integrarsi subito. Ma sono forti coloro che abbiamo acquistato".

 Così Marco Fassone ha commentato le anticipazioni di stampa sul Voluntary Agreement richiesto dalla UEFA: "Ho troppo rispetto per la commissione e la Uefa, per comprendere come queste indiscrezioni abbiano anticipato di un giorno la decisione.  Spero che le decisioni siano eticamente neutre nei confronti del Milan". "Recentemente la commissione della Uefa ci ha fatto delle richieste oggettivamente impossibili da accontentare, da parte non solo del Milan ma di qualsiasi club". "Se non ci dovesse essere questa possibilità nonostante la nostra flessibilità ci sarebbe un tema più grande, che riguarda non solo il Milan ma l'istituto - ha aggiunto -. Bisognerà capire bene quale fosse lo spirito con cui è stato ideato il Voluntary e quali sono i club che lo possono sottoscrivere".

In Via Aldo Rossi sapevano che la partita in programma a Nyon sarebbe stata delicata, molto più di quella di Rijeka. Per questo, Marco Fassone, impegnato anche nell’assemblea di Lega, non è partito per la Croazia. La risposta ufficiale dell’UEFA è attesa entro la fine della prossima settimana, di certo prima di Natale, ma il finale della storia sembra scritto.

Secondo l’Uefa, a pesare negativamente non è tanto l’assenza di introiti certi dalla Cina, dove Milan China è partita con grande ritardo complice la burocrazia e non può aver ancora ingranato, quanto l’assenza, entro l’8 dicembre, di certezze sul rifinanziamento. In realtà, Fassone è al lavoro per ottenere dal fondo internazionale Highbridge un prestito superiore ai 400 milioni per avere liquidità, azzerare il debito con il fondo Elliott, spalmarlo su un arco di cinque anni e non più di diciotto mesi, ma l’operazione non si può concludere secondo i tempi strettissimi dettati dalla Federcalcio europea. La due diligence dei conti è in corso da quattro settimane e ne serviranno almeno altre quattro. C’è di più. In queste settimane di frenetiche trattative, il Milan ha scoperto ulteriori paletti operativi che in Via Aldo Rossi non esitano a definire inaccettabili: «Non potevamo farci impiccare».



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