Codice monitoraggio

domenica 11 novembre 2018

Gian Piero Ventura novembre fatale



Ventura si è dimesso. Ha staccato la spina, si è stancato, non ha retto la tensione. O forse ha capito che l'illusione di salvare il Chievo si è spenta da sola. Il presidente Campedelli ha ricevuto la notizia a fine partita, a pochi minuti dal fischio finale. Prima Ventura l’aveva comunicato alla squadra, al rientro negli spogliatoi. Con l'ambiente-Chievo non è mai scattato il feeling e, al di là delle parole di prassi, c'è stata subito la sensazione che Ventura fosse l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Novembre fatale per l'ex ct della Nazionale. Il 13 novembre 2017 è la notte della disfatta azzurra che perde il Mondiale, nello spareggio contro la Svezia; 11 novembre, le dimissioni dal Chievo. A sorpresa. Dopo aver conquistato il primo punto in questa sua avventura, alla 4ª partita sulla panchina dei gialloblù, e dopo aver raggiunto quota zero annullando la penalizzazione; Ventura ha infilato l'uscita.

Nelle prossime ore Ventura incontrerà il presidente Campedelli, che non era allo stadio durante la sfida con il Bologna. L’ex c.t. dell’Italia ha guidato la squadra veneta per sole quattro partite di Serie A: tre sconfitte e un pareggio, proprio quello odierno contro i rossoblù. Dal Bentegodi emerge che Ventura sia rimasto a lungo negli spogliatoi dopo il match, parlando con la squadra e avvisando i giocatori della decisione presa. Il diretto interessato non si è presentato davanti ai microfoni. La squadra è a quota zero in classifica, dopo essersi scrollata di dosso la penalizzazione proprio grazie al pareggio contro il Bologna.

Chievo e Bologna hanno provato a vincere una partita che però è sempre sfuggita di mano, come una saponetta sotto la doccia. La motivazione va ricercata nella mediocrità di queste due squadre, zavorrate da limiti ormai congeniti. Se il Chievo è l’unica squadra nei campionati europei a non avere ancora vinto una partita, questa è la quinta giornata senza vittorie per il Bologna. L'ultima gioia a Inzaghi risale alla sfida con l'Udinese. Quella volta a risolvere fu Orsolini. Sorpresa: anche stavolta, è Orso l'uomo che fa tirare un sospiro di sollievo a Inzaghi.

La partita è rocambolesca, strana, è un chewing gum, vive di "strappi" e continui ribaltamenti di fronte, lasciando dietro di sé una scia di recriminazioni. Partiamo da Santander. E diciamo che usa la testa come pochi altri giocatori in serie A. Il solo Pavoletti in questo momento gli è superiore. Il gol è un colpo d’astuzia. Favorito da un rimpallo, El Ropero prende la mira (di testa) e insacca, indovinando l'unico angolo di luce. Posizione dubbia, quella dell'attaccante del Bologna. E infatti Orsato va a verificare al Var. E poi assegna la rete, tra le proteste dei giocatori del Chievo. A quel punto la partita potrebbe prendere la direzione di Bologna, ma Palacio (servito da Santander) si fa parare il tiro del ko da Sorrentino. E’ un involontario salvagente per il Chievo, che subito riemerge. Incursione di Kiyine (tra i più intraprendenti), tiro rimpallato dal braccio di Calabresi. Orsato assegna il rigore. Meggiorini (non segnava da febbraio 2017) spiazza Skorupski. Il Bologna perde gli equilibri, il Chievo ne approfitta. E prima dell’intervallo va in vantaggio. In area del Bologna Meggiorni tenta una spettacolare rovesciata. Che gli riesce a metà. Sulla traiettoria la deviazione vincente è quella di Obi.

Ma l’abbiamo detto all'inizio: è una partita strana, aperta a qualsiasi risultato. Il Bologna non molla l’osso e "attacca" la ripresa con determinazione, costringendo il Chievo a ridosso della sua area. Il pareggio è una conseguenza del predominio rossoblù. Lo segna Orsolini, con un colpo di testa da centravanti puro. Finisce qui, anzi no. Le dimissioni di Ventura si prendono la scena.

Dopo la partita il direttore sportivo del Chievo Giancarlo Romairone ha parlato così a Sky: “Campedelli non c’era perché squalificato, tutti ora abbiamo necessariamente bisogno di pensarci a mente fredda e valutare la situazione. È stato un fulmine a ciel sereno”. Subito dopo la partita il mister mi ha detto che sarebbe andato a comunicare alla squadra questa sua decisione, gli ho chiesto di contare fino a 10, ma nella realtà è emerso questo suo malessere. Non sente suo l’ambiente? A caldo è meglio non parlare, di conseguenza è giusto che il mister parli innanzitutto con il presidente e poi comunque si faccia una verifica ristretta a noi”. In merito a una possibilità che la situazione torni alla normalità Romairone ha affermato: “In tutti ci deve essere una consapevolezza che deve cementare un ambiente e quindi se siamo tutti convinti e consapevoli siamo tutti contenti, come ho detto, di una scelta che abbiamo fatto una mese fa, però bisogna essere tutti convinti e consapevoli, e in questo momento non abbiamo speranza se non quella di continuare a lavorare come oggi la squadra ha fatto vedere sul campo”.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...