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sabato 18 ottobre 2014
Calciomercato Milan per gennaio 2014 le possibili cessioni
Sean Sogliano resta in pole position per il Milan. Lo scrive oggi Tuttosport, col direttore sportivo dell'Hellas Verona che piace sempre di più al club milanese. Già esperto ma giovane, ha scoperto già tantissimi talenti, non ultimo Ionita in questa stagione. Ha deciso di restare a Verona, ma la trattativa passata si deve essere bloccata 'davanti alla prospettiva di non avere pieni poteri', chiosa il giornale sportivo torinese.
Gennaio 2014 sarà nuovamente il mese degli addii Adriano Galliani questa volta dovrà impegnarsi principalmente sul fronte delle uscite, con tanti esuberi che potrebbero lasciare Milanello già nel mercato invernale. "Il mercato? A gennaio vedremo, abbiamo tanti giocatori quindi caso mai venderemo", ecco le ultime parole dell'ad rossonero. Attualmente Pippo Inzaghi ha infatti a disposizione ben 28 giocatori, una rosa troppo ampia per una squadra impegnata esclusivamente su due fronti, campionato e Coppa Italia. Inoltre non è mai positivo avere troppi calciatori nelle sedute di allenamento, soprattutto per un tecnico giovane, e in particolar modo se alcuni di essi sono ormai totalmente fuori dai piani societari.
I nomi di coloro che dovrebbero partire sono i soliti: Galliani ha provato a piazzare questi giocatori già durante la sessione estiva, senza però riuscirci. Emblematico il caso di Christian Zaccardo, ormai ad un passo dal ritorno a Parma nell'ambito dell'affare Biabiany, ma poi rimasto a Milano per i problemi di salute del francese. Il difensore campione del mondo è ormai praticamente fuori squadra, alla stregua di Philippe Mexes, convocato esclusivamente per necessità in un paio di partite da inizio campionato, ma ormai ai margini del gruppo rossonero, anche a causa del rifiuto di ridursi un ingaggio "monstre" da circa 4 milioni di euro. 0 minuti, concorrenza foltissima: il francese a gennaio partirà sicuramente, Monaco favorito per il suo acquisto.
Qualche minuto in più, ma stesso destino per Pablo Armero e M’baye Niang: il terzino colombiano dopo aver giocato un buon Mondiale sembrava destinato a diventare il titolare della fascia sinistra, ma è stato bocciato da Inzaghi per le troppe carenze in fase difensiva e per il rilancio di Ignazio Abate, che ha comportato lo spostamento di Mattia De Sciglio. Anche lui ha il contratto in scadenza nel 2015: una sua conferma appare improbabile, Niang invece è chiuso da un attacco che presenta tantissimi elementi di qualità: si profila un prestito a gennaio, come nell'anno passato, sperando che il francese lo sfrutti maggiormente di quanto fatto a Montpellier. Gennaio sarà un mese di addii in via Aldo Rossi, ma probabilmente non sarà un mese di rimpianti.
Chissà in quanti si sono posti questa domanda dopo aver ascoltato le parole di ieri rilasciate da Stephan El Shaarawy ("Sono un po' dispiaciuto per le ultime esclusioni, anche incazzatura. Adesso sto bene, ma stavo bene anche nelle ultime 3 partite..."): dietro questo sfogo c'è il timore che il recupero in extremis di Menez per Verona sia la premessa di un'altra bocciatura? Di sicuro, le parole dell'attaccante rossonero pongono una questione quanto mai attuale per Filippo Inzaghi e per Adriano Galliani: solo due stagioni fa, il Faraone si prendeva sulle spalle un Milan ridotto quasi in zona retrocessione per dare il via alla rimonta che lo avrebbe portato al terzo posto e pareva formare con Balotelli la coppia del futuro della Nazionale.
Tra ragioni di natura tattica (il 4-3-3 dà più garanzie in termini di equilibrio) e l'impossibilità di escludere giocatori come Honda, Menez e Torres, gli spazi per El Shaarawy sono destinati a restringersi, a meno che non sia proprio il Faraone a rimescolare nuovamente le carte. Con prestazioni sulla falsa riga degli ottimi 20 minuti conclusivi contro il Chievo e con una crescita che gli consenta di rifinire il suo stile di gioco, non più basato solamente sulla velocità nelle ripartenze. Ma anche con l'aiuto di società e tecnico, chiamati a parlare chiaro sul ruolo di El Shaarawy in questo Milan; un patrimonio per il calcio italiano assolutamente da ritrovare e, se fosse necessaria la cessione, sarebbe corretto saperlo subito.
Filippo Inzaghi incarna alla perfezione lo spirito battagliero che sta tentando di inculcare al suo Milan. "Sono sereno, anzi felice di aver sentito che sta così a star fuori. Deve essere un'arrabbiatura nei modi giusti, mostrerà, come sempre, il suo valore. Parlo con tutti e siamo carichi. Mi sarei arrabbiato se avesse detto che era contento. Le sue parole le abbiamo sentite e sono rispettose, ha solo manifestato il fatto che gli piace giocare. Dimostra tutto in allenamento e in campo, mi sarei arrabbiato se avessi visto il contrario. Tutti quelli che stanno fuori si arrabbiano, come normale, ma c'è un'ambiente ottimale perché tutti cercano di farsi vedere in allenamento. I giocatori questo devono fare, è la cosa che guardo di più: io guardo gli allenamenti, questi mi fanno sciogliere i dubbi".
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