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martedì 15 settembre 2015

Inter, Giuseppe Bergomi e il doping: "Sono preoccupato per i farmaci che ci davano"




Il doping nel calcio. Negli anni passati se n'è parlato tanto, Zeman è stato uno dei più grandi accusatori dell'uso di sostanze stupefacenti nel mondo de pallone.  E’ tornato a parlarne Giuseppe  Bergomi, leggenda dell'Inter e Campione del Mondo nell'82 con la Nazionale Azzurra, a margine di un evento sportivo ai microfoni della RSI, tv della Svizzera italiana: "I messaggi che sono usciti sono messaggi importanti, per ottenere determinati obiettivi non devi passare per determinati sotterfugi.


Questa è una cosa che ho sempre cercato di inculcare nei giovani. A livello professionistico, facendo anche tanti passi indietro, io non è che sia esente... Dico che magari alcune sostanze che adesso sono doping, nel 1979-80 quando ho iniziato io, si potevano prendere. A volte sono anche preoccupato per quello che ho preso o mi hanno dato".


Con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto, fra gli spettatori di un convegno sullo sport come "disciplina di vita", c'era anche lui: lo "Zio" Giuseppe Bergomi. Dopo l'incontro si è intrattenuto con i tifosi e ha risposto alle nostre domande sui temi toccati dall'iniziativa creata dall'associazione delle Polizie Europee.


Venti anni di Inter: esordio nel 1979, fine di un'avventura lunga 519 partite in nerazzurro il 23 maggio 1999 in Inter-Bologna. Poi Bergomi ha circostanziato il senso di quelle parole ai microfoni della Gazzetta dello Sport: "Mi riferivo al Micoren: quando ho iniziato a giocare ce lo davano sempre e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato. Poi si è scoperto che è una sostanza dopante e pericolosa". Molti calciatori del passato hanno più volte denunciato di aver preso il Micoren, come Fabio Capello e Cesare Prandelli ad esempio. Il Micoren è uno stimolante cardiovascolare: fu tolto dal mercato nel 1985 perché nocivo.


Così Giuseppe Bergomi: "Ho partecipato a un convegno molto interessante sul doping, e in quel momento, parlando ai giovani, mi è venuto in mente il Micoren. Quando ho parlato dei farmaci che ci davano quando ho iniziato la mia carriera da calciatore, mi riferivo proprio al Micoren, che all'epoca non era conosciuto: all'Inter ce lo davano e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato, poi, anni dopo, si è scoperto che è una sostanza pericolosa. Il Micoren lo davano a tutti e in tutte le società". Bergomi sottolinea: "L'ho detto per lanciare soprattutto un messaggio ai giovani: noi all'epoca eravamo più ingenui, dovevamo invece essere più attenti e più pronti a chiedere informazioni alle società su quello che prendevamo. Oggi invece i ragazzi devono puntare su un sano allenamento, devono sempre chiedere informazioni su tutto quello che gli viene dato e devono puntare su una sana alimentazione. Noi quel Micoren lo abbiamo preso ingenuamente, perché ci dicevano che ci aiutava".


Bergomi spiega meglio quel "sono preoccupato per i farmaci che ho preso" espresso alla tv svizzera. "Era una considerazione di carattere generale - sottolinea -: io sto bene, tranquilli. Ho pensato alle conseguenze, che ancora non conosciamo, che potrebbero esserci per aver preso quei farmaci. E poi ci sono i tanti casi di Sla tra i calciatori per i quali ancora non si riesce a trovare una spiegazione. Non alludevo a nulla di specifico: è una paura in senso generico".


Per fortuna, ora, le cose sono cambiate: "Le società adesso sono cresciute e danno un livello di informazione elevato. Poi penso che un giocatore debba sempre chiedere al suo medico. Qui sta anche nell'intelligenza dell'allenatore e di chi ti guida nel distribuire i carichi di allenamento. Se hai caricato oggi, domani non puoi proporre determinati allenamenti. Questo, anche se penso che nel calcio ci si possa allenare molto di più, i tennisti per esempio si allenano di più, lo vedo da mio figlio che è tennista. Bisogna lavorare sulle carenze per migliorare nelle prestazioni ma sempre nel rispetto delle regole".

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