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martedì 9 ottobre 2018

Premier League: è guerra ai procuratori




Dopo aver contribuito con la sua scelta ad accorciare la durata delle sessioni estive e invernali, la Premier League si appresta a rivoluzionare ulteriormente il calciomercato come lo conosciamo oggi. L'organo direttivo del primo campionato inglese sta infatti studiando un importante ed epocale cambiamento che riguarda agenti ed intermediari.

 Nel corso dell'ultimo anno, infatti, la Premier ha stimato che circa 220 milioni di sterline, poco meno di 250 milioni di euro, sono stato spesi dai club di Premier League in commissioni e intermediazioni verso agenti, avvocati e procuratori. A fare scalpore negli ultimi anni è stata la maxi-intermediazione da 49 milioni di euro versata dal Manchester United a Mino Raiola per l'acquisto di Paul Pogba, ma anche i 16 milioni pagati dalla Juventus all'agenzia di Emre Can per l'acquisto a parametro zero dopo la fine del suo contratto con il Liverpool.

Come arginare questa "fuga di capitale" che quindi lascia i club per uscire dal mondo del calcio? Secondo quanto riportato dalla redazione inglese di Sky Sport l'obiettivo della Premier League è quello di modificare i regolamenti spostando l'esborso per gli agenti non più sulle delle società, bensì sui giocatori. Le commissioni e le intermediazioni per gli agenti, quindi, non verranno cancellate, ma non saranno più a carico dei club, bensi verrano liquidate dagli stessi giocatori. Nulla di ufficiale, almeno per ora, ma una riflessione seria che potrebbe modificare tante dinamiche consolidate del calciomercato odierno.

Forse un modo per limitare il potere dei procuratori c'è. E la Premier League lo sta studiando. La proposta che è stata messa sul tavolo prevede, infatti, che siano i calciatori a pagare le commissioni per i propri agenti, scalandoli direttamente dal proprio stipendio, anziché le società. La preoccupazione della massima lega inglese nasce dal fatto che nell'ultimo anno le spese per i trasferimenti hanno toccato i 250 milioni di euro.

Il modo per attuare questa mini-rivoluzione, spiega Sky Sports, è appunto quello di spostare l'onere della spesa sui calciatori anziché sui club che li ingaggiano. L'effetto immediato sarebbe quello di porre un freno ai continui trasferimenti all'interno dello stesso Paese, dato che quello inglese è il mercato più "autarchico", diminuendo il guadagno per i procuratori. Che comunque potrebbero negoziare uno stipendio annuale "gonfiato" per i propri assistiti.

Ma casi che hanno fatto scandalo come i 49 milioni di euro guadagnati da Mino Raiola nell'affare Pogbanel 2016 per il passaggio del centrocampista dalla Juventus al Manchester United non ci saranno più... o così sperano in Premier.

Stando a quanto riportato da Marca, la Premier vorrebbe imporre agli stessi tesserati, quindi agli stessi giocatori, di pagare di tasca propria le commissioni ai agli agenti i dirigenti dei club si sarebbero incontrati per valutare l’opportunità. Una proposta rivoluzionaria visto che le spese per le commissioni sono schizzate alle stelle nelle ultime sessioni di mercato. Solo lo scorso anno in Inghilterra sono stati sborsati agli intermediari 220 milioni di sterline, troppo secondo i vertici del campionato inglese. Se non bastasse l’ipotesi di far pagare agli stessi giocatori le commissioni per gli intermediari, la Premier ha pensato anche di imporre agli agenti l’apertura di un conto bancario nel Regno Unito che diventerebbe indispensabile per condurre affari nella nazione, con tanto di dichiarazione annuale da fornire alla Federcalcio.


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