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sabato 29 novembre 2014

Dybala snobba Antonio Conte e l'Italia



Phil Neville, ex difensore di Manchester United ed Everton, ha scritto sul proprio profilo twitter elogi a una stella del Palermo che sta ammaliando l'intera Europa: "L'altra sera ho visto un giocatore che diventerà una star. Si tratta di Paulo Dybala del Palermo, ricordate questo nome".

Tutti pazzi per Dybala, conteso sia sul mercato che in chiave Nazionale. L'attaccante del Palermo è orientato a rifiutare la proposta del ct Antonio Conte, che sta cercando di convincerlo a indossare la maglia azzurra: "Non è una decisione facile perché l'Italia ha grande tradizione e ha vinto quattro Mondiali, ma io sono nato in Argentina, mi sento argentino e sogno la nazionale albiceleste fin da quando ero bambino".

Dybala è in trattativa per rinnovare il contratto in scadenza nel 2016 col Palermo, ma ha già attirato l'interesse di grandi club. Il diretto interessato commenta così le voci sul proprio conto: "Zamparini mi dice di firmare il contratto e io non avrei problemi a restare qui, però dobbiamo essere contenti in due. Il presidente mi vuole bene, ma non valgo 42 milioni di euro come dice lui".

 Dal canto suo, il presidente rosanero Maurizio Zamparini ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport: "Dybala è un fuoriclasse. Adesso verranno fuori gli avvolti, ma per fortuna Paulo è un ragazzo molto intelligente come me e fra due persone intelligenti non ci saranno problemi. Quando lascerà il Palermo, andrà a giocare in una grandissima squadra, questo è il suo destino. Spero di tenerlo anche l'anno prossimo o di avere novità eclatanti e poter dire che rimarrà qui per tanti altri anni ancora. Di sicuro in Italia nessuno può prenderlo".

"Le critiche per i 12 milioni di euro spesi due anni fa per lui? Si lamentavano anche quando abbiamo preso Pastore, che chiamavano Pastore tedesco. I loro acquisti rientrano nella nostra politica, come quelli precedenti di Cavani, Abel Hernandez, Kjaer e Barzagli. C'è stata una riunione con i miei tecnici e a cui ho detto di trovarmi altri 2-3 giocatori di questo calibro da qui fino a giugno, perché quando quelli che abbiamo se ne andranno avremo già i sostituti".

In risposta a chi due anni fa aveva criticato la decisione di spendere 12 milioni per Dybala: "Si lamentavano anche di quando avevamo preso Pastore, tanto che lo avevano definito Pastore tedesco".

Secondo il Daily Star l'Arsenal è in pressing sull'attaccante del Palermo Dybala. La richiesta del presidente Zamparini è ferma a 35 milioni.



venerdì 28 novembre 2014

Bologna-Bari maglia in ricordo di Ingesson



Nel campo era un guerriero infinito. Non smetteva mai di lottare, in campo e fuori. Così ha combattuto per cinque anni anche contro il cancro, Klas Ingesson.

Dal 2009 soffriva di mieloma multiplo. Ingesson ha iniziato la sua carriera nel Ifk Göteborg nel 1986. Poi si è fatto apprezzare in tanti grandi club. In Italia Bari, Bologna e Lecce e all’estero anche al Malines, Olympique Marsiglia e Psv. Dava sempre il 100%, dava tutto se stesso. E perciò era amato da tutti. "Klas rappresentava tutto il meglio del calcio svedese. Il grande cuore, il pensiero sempre alla squadra, il collettivo, il lottare per gli altri senza risparmiarsi mai", dice commosso Thomas Ravelli. L’ex portiere della nazionale svedese e Ingesson hanno giocato insieme al Mondiale Usa '94. La Svezia ha vinto il bronzo, un trionfo enorme per il paese scandinavo, e tutti i giocatori sono stati celebrati al ritorno in maniera enorme. E si parla ancora oggi degli "eroi del '94".

Tifosi e giocatori rossoblù e biancorossi uniti nel ricordo di Klas Ingesson: domenica al Dall'Ara si affrontano Bologna e Bari, due delle squadre in cui ha militato l'indimenticato gigante buono. Per ricordarlo ancora una volta, le due società di comune accordo hanno deciso di fare indossare ai giocatori durante il riscaldamento pre-gara una speciale t-shirt con l'immagine di Klas

Tra Bologna e Bari sarà nel segno di Ingesson centrocampista svedese recentemente scomparso che ha vestito in carriera le maglie delle due squadre lasciando un ottimo ricordo di sé in entrambe le piazze. Per ricordarlo le due società hanno deciso di far indossare ai giocatori una maglia con l'immagine del calciatore durante il riscaldamento e all'ingresso in campo al Dall'Ara. Probabile che anche le due tifoserie si uniscano nel ricordo di Ingesson con cori e striscioni.

Una maglietta in ricordo di Ingesson: la indosseranno i giocatori del Bari e del Bologna in ricordo del campione svedese prematuramente scomparso. Il centrocampista scandinavo, infatti, è stato un bandiera delle due squadra, e del Bari è stato anche capitano. I giocatori delle due formazioni utilizzeranno questa maglia nel riscaldamento prepartita.

"Addio capitano, mio capitano": è uno dei tantissimi messaggi dei tifosi del Bari per ricordare la scomparsa di Klas Ingesson, ex capitano dei galletti. "Non esiste sconfitta nel cuore di chi lotta. Buon viaggio Klas, non ti dimenticheremo" ha scritto un utente di 'Solobari.it', mentre anche su Twitter numerosi sostenitori del Bari hanno salutato il loro beniamino. In molti ricordano, ad esempio, il rigore da lui trasformato allo stadio di Via del Mare in un derby contro il Lecce (0-1 il 5 ottobre 1997).



mercoledì 26 novembre 2014

Calciomercato Inter le prospettive con Roberto Mancini




Secondo quanto riportato da Sport Mediaset l'Inter sta lavorando per gennaio regalare a Roberto Mancini un difensore centrale. Il favorito resta Rolando, già vicino in estate al ritorno in nerazzurro. Il tecnico preferirebbe invece Matija Nastasic. Se il City dovesse dare l'ok per la cessione almeno in prestito il sebo avrebbe la precedenza.

Non ha giocato bene il derby, in una posizione tattica che gli è poco congeniale, eppure Mancini ha solo belle parole per Mateo Kovacic, che sarebbe oggetto di interesse da parte del Real Madrid. Interesse che non sorprende l'allenatore, il quale invia un consiglio alla società nerazzurra: "Che ci siano offerte per Kovacic è normale, tutti i bravi giocatori le hanno. L'Inter deve cercare di farlo crescere bene e fare in modo che possa fare la differenza nei prossimi anni".

L'Inter e Samir Handanovic hanno iniziato a parlare del rinnovo e oggi, tramite le pagine di Tuttosport, arrivano i dettagli della trattativa. Il club vorrebbe arrivare ad un accordo entro la fine di gennaio, con un prolungamento fino al 2018. L'ingaggio sarà aumentato dai 2 milioni attuali fino a 2,5-3 milioni a stagione, anche se il numero uno sloveno vorrebbe garanzie tecniche prima che economiche.

Il tecnico nerazzurro porterebbe volentieri con sè un terzino sinistro che ha già allenato al City: il serbo Kolarov (ex Lazio) o il francese Clichy. Prima di dare un eventuale ok al trasferimento di uno di loro due, i campioni d'Inghilterra devono prendere un altro giocatore in quel ruolo. Non a caso nella giornata di ieri il giovane francese del Monaco, Kurzawa è stato a Manchester, dove ha assistito alla partita di Champions League contro il Bayern Monaco su invito del club allenato da Pellegrini.

In forza ai campioni di Germania allenati da Guardiola c'è un altro elemento che piace all'Inter: Xherdan Shaqiri. Il presidente onorario del Bayern Monaco, Franz Beckenbauer dà il via libera alla partenza del nazionale svizzero: "Il club ha già inviato qualche segnale al ragazzo, che può andare via nel prossimo mercato di gennaio. Personalmente voglio giocatori che desiderino stare qui con noi, altrimenti è giusto che vadano in un'altra squadra". Shaqiri interessa pure all'Atletico Madrid, a sua volta pronto a rispedire in patria Cerci, che farebbe proprio al caso dell'Inter.

In cambio i campioni di Spagna allenati da Simeone chiedono un'opzione su Icardi. L'attaccante argentino ha diversi estimatori anche nella Premier League inglese, dove secondo il Daily Express se lo contendono Chelsea, Liverpool e Tottenham. Passando all'altra sponda della capitale spagnolo, i campioni d'Europa del Real Madrid allenati da Ancelotti sono pronti a tornare alla carica per Kovacic. Il giovane e talentuoso centrocampista croato, così come Icardi e Handanovic, sta trattando il rinnovo del contratto con l'Inter.

venerdì 21 novembre 2014

Serie A, la riforma del calcio extracomunitari e rose: ecco le nuove regole



Stesso numero di arrivi extracomunitari per il calcio professionistico italiano, 40, come da tetto Coni. Fine dell' "escamotage" di tesserare un giovane anonimo per girarlo poi all'estero e liberare un posto.

Vediamo i punti principali delle riforme relative alle rose delle squadre di Serie A a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati, libero tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana);

Riforma dei cosiddetti ‘giovani di serie’; il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni (tali calciatori non possono essere utilizzati per la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario);

La sostituzione del calciatore extracomunitario sarà possibile solo nel caso di esistenza del contratto da professionista da almeno 3 anni (dal 2012). E’ stato inoltre approvato all’unanimità l’indirizzo FIFA riguardo il regolamento sugli intermediari. La nuova disciplina sarà vagliata nelle prossime settimane e verrà posta in votazione nel prossimo Consiglio Federale. Infine, sono stati approvati all’unanimità il nuovo regolamento del Club Italia e la modifica dell’art. 7 dei principi informatori per il Regolamento dell’AIA.

Dal prossimo anno ogni società potrà avere un extracomunitario in più. Fino ad oggi poteva prenderne uno solo se ne liberava di uno di quelli che aveva, fino ad un massimo di due.

Tutela dei giovani, soprattutto quelli provenienti dal vivaio, rose da 25 giocatori e possibilità di tesserare un terzo extracomunitario di curriculum senza doverne cedere un altro all'estero. Questi alcuni punti della riforme della Serie A approvate oggi dal Consiglio della Federcalcio.

A completare il quadro delle riforme votate in data odierna sarà avviato a breve l’approfondimento con tutte le componenti per la ristrutturazione del Settore Giovanile e Scolastico e la riforma dei campionati.

Mentre la Figc sorride per la riforma, la brutta notizia arriva sul fronte economico, visto il buco di 20 milioni in bilancio: "Quando mai ad un'azienda al mondo gli togli a ottobre 25 milioni di ricavi? - chiede retoricamente Tavecchio riferendosi ai tagli del Coni - E cosa deve fare l'amministratore in quel caso? Questo è il tema dominante, il resto sono panzane. Il calcio non può essere soggetto vilipeso ogni volta, noi fatturiamo 6 miliardi all'anno per il Paese ma non possiamo essere il pozzo di San Patrizio, dove si mettono dentro le mani e si tirano fuori i soldi. Alla fine ci attesteremo su una perdita di 10 milioni. Il buco è di 20 milioni ma abbiamo da recuperare attraverso le cessioni che il Coni farà, alla fine recupereremo 10 milioni. Con sacrifici immani riusciremo ad anticipare fondi che scadranno nel 2015-16 poi faremo un discorso molto semplice con la pregiudiziale che nel 2016 non potrà più essere così. Non possiamo più permetterci di stare nei riparti del Coni con queste percentuali".


mercoledì 19 novembre 2014

Serie A: Lazio – Juventus una partita piena di storie



Lazio- Juventus, si sa, è una sfida mai banale, carica di gioco, emozioni e coreografie regalate da tifoserie che sanno sempre sempre creative sugli spalti. Anche quest’anno, la partita valida per la dodicesima giornata di Serie A, sembra non deludere le aspettative, almeno per quanto riguarda i supporter. Secondo le ultime notizie, lo Stadio Olimpico si avvia verso il tutto esaurito.

Tra sgarbi, non ultimo la finale di Supercoppa, mercato, scudetti e l'8-1 del 1923 peggior ko della storia juventina.

I soliti sospetti della Roma, quando la Lazio affronta una sua avversaria scudetto, stavolta saranno semplici congetture. La sfida Lazio-Juventus di sabato sera all'Olimpico avrà i contorni di un confronto con molti nodi da sciogliere, le battaglie di Lega che vedono acerrimi nemici Agnelli e Lotito, la finale 2013 di Supercoppa all'Olimpico invece che a Pechino, con poche briciole dell'incasso ai bianconeri e la Lazio inoltre vuole sfruttare l' occasione per coltivare i sogni di Champions considerando i problemi di formazione della Juventus. Non resta che attendere sabato sera, ore 20:45, e sperare che il gioco che le squadre metteranno in campo sarà all’altezza del calore e delle aspettative di grandezza dei rispettivi tifosi.

E poi le ultime tensioni hanno stracciato un'alleanza durata decenni attraverso la il trasferimento di più di 50 giocatori.

Tra gli altri, sulla rotta nord-sud Sentimenti IV, Parola, Praest, J. Hansen, Casiraghi, Jugovic, Tavola e Pin, all'incontrario il percorso di Mazzia, Boksic, Giannichedda, Salas, Di Canio, Nedved, Manfredonia. Andata e ritorno per Muccinelli e Laudrup.

Nel computo delle sfide non c'e' lotta, visto che la Juventus (salvo Supercoppa e Coppa Italia) è in vantaggio anche nelle vittorie all'Olimpico, e la Lazio in campionato non si impone da 11 anni, dal 2-0 del 6 dicembre 2003 con reti di Corradi e Fiore. Ma i biancazzurri hanno inflitto una delle due sconfitte peggiori in trasferta della storia bianconera: il 9 dicembre 1923 hanno assestato un micidiale 8-1 con il contributo di Bernardini bissando il 6-0 a Torino nel campionato di Lega Sud.

Identico punteggio aveva subito la Juve dal Milan nel 1912. Da allora mai piu' batoste del genere, la Juve comincia a dominare dai cinque scudetti degli anni '30. Ci sono tre 6-1 nel 1935 (tris Borel), nel 1937 e nel 1958 e un 5-0 nel 1953 con tripletta di John Hansen a cui la Lazio risponde nel 1934 con un 5-3 e un 4-0 nel 1939. Poi c'e' l'addio di Lucidio Sentimenti IV, che va dalla Juve alla Lazio, riconquista la nazionale e nel 1954 si vendica parando tutto a Boniperti, anche un rigore. Lo 0-0 a Torino costa lo scudetto che l'Inter vince per un punto.

 C'e' una tripletta di Anastasi nel 4-0 del 1975, poi la Juve arpiona lo scudetto con Cuccureddu nell'epilogo del 1973 al fotofinish su Milan e Lazio. L'escalation arriva negli anni '90 con Zeman dopo un nuovo 6-1 subito da Zoff nel 1994 con tripletta di Vialli. Rocambolesco 3-4 per la Juve, poi la Lazio trionfa 3-0 a Torino e 4-0 in casa con doppietta di Casiraghi.

Il passo successivo è lo sgarbo della Lazio nel 2000 con Eriksson in panchina dopo il propedeutico 1-0 a Torino con gol di Simeone. La Juve depaupera un grosso vantaggio, è a +2 alla penultima, a Parma De Santis annulla il pari di Cannavaro senza motivo, i tifosi marciano sulla Figc e all'ultima giornata Collina fa giocare a Perugia sotto il diluvio e Calori manda ko gli juventini consegnando lo scudetto alla Lazio. E' il canto del cigno biancazzurro che conquista l'ultimo successo nel 2003 poi è un monologo con un 3-2 esterno nel 2007 con doppietta di Del Piero e un 5-2 nel 2008 con doppietta di Chiellini. Dopo il 4-0 nella Supercoppa 2013 la Juve di Conte si impone 13 giorni dopo 4-1 con doppietta di Vidal. L'ultimo precedente è l'1-1 del ritorno all'Olimpico. Ora nuovo capitolo di una sfida in cui gli 0-0 sono merce rara, appena cinque negli ultimi 37 anni: Lazio-Juve è quasi sempre sinonimo di spettacolo ed emozioni.

Se Allegri vorrà tenere a distanza la Roma nella corsa per lo scudetto, dovrà fare i conti con il centrocampista azzurro che vive il suo miglior stato di forma. Juve che vuole restare in testa ma Lazio che sogna quel terzo posto che vorrebbe dire la possibilità di disputare i preliminari per accedere all'Europa che conta. Candreva lo vuole realizzare, è un suo obiettivo e lo ha detto apertamente già qualche tempo fa: «Il mio sogno è giocare la Champions».

Parole pronunciate dall'azzurro in una calda giornata d'estate che ai tifosi avevano suonato come un addio. Le voci delle faraoniche offerte di Psg e Juve, infatti, pur smentite a più riprese, sembravano inarrivabili. Il presidente Lotito, però, in piena contestazione, non ha mollato. Vendere “Romoletto” (così simpaticamente soprannominato dai tifosi) sarebbe stato un clamoroso autogol. Allora via con la trattativa per il rinnovo, culminata con la firma (fino al 2019) arrivata subito dopo la sconfitta a Marassi contro il Genoa alla 3ª di campionato, che di fatto ha scritto la parola fine sui tormenti del giocatore ed ha riportato la calma.

Un finale col botto di una storia iniziata nel peggiore dei modi, come ha ricordato Candreva la scorsa settimana: «Al mio arrivo fui contestato pesantemente dai che tifosi che pensavano fossi della Roma. Non riuscivo a vedere luce, non giocavo bene, volevo andare via...».

Poi quel gol al Napoli che ha rappresentato la svolta. Da quel giorno la strada è stata tutta in discesa per il centrocampista protagonista sia con la Lazio che con la Nazionale e contro la Croazia anche il primo gol in una gara ufficiale a rendere ancora più speciale il suo momento. Adesso Candreva ha deciso di tirare su l'asticella: vuole sfidare la Juventus, per trascinare i compagni verso una vittoria che significherebbe molto in chiave Champions ma soprattutto è deciso a dimostrare ai bianconeri che, non aver creduto in lui (a gennaio 2010, quando era dell'Udinese, andò a Torino per sei mesi ma non venne riscattato), è stato un grande errore.




domenica 16 novembre 2014

Calciomercato Juventus: le ultime notizie di Beppe Marotta



Il nome di Paul Pogba continua a rappresentare un'ossessione di mercato per la proprietà qatariota del Paris Saint Germain. Il desiderio del club transalpino di portare avanti il processo di francesizzazione della squadra passa anche dall'acquisto del centrocampista bianconero classe '93, fresco di rinnovo fino al 2018 con sostanzioso adeguamento al rialzo dello stipendio. Eppure, nell'intervista odierna a Tuttosport, l'ad della Juventus Beppe Marotta ha sottolineato come la permanenza a Torino di gioielli come Pogba e Vidal dipenda dai diretti interessanti e dalla loro volontà di sposare un progetto a lungo termine. In parole povere, in caso di offerta economicamente molto importante la palla passerebbe al calciatore e il Paris Saint Germain è certamente tra le formazioni in grado di far vacillare chiunque.

La squadra di Nasser Al-Khelaifi, il PSG  ha in particolare due pedine da offrire come parziale contropartita per arrivare a Pogba, due calciatori che in tempio diversi la Juventus ha inserito nella lista degli obiettivi di mercato. Se per Lucas, pagato 40 milioni di euro nel gennaio 2013 e tra i più in forma del momento (già 6 gol in 13 gare di Ligue 1), il discorso è piuttosto complicato, molto meno impervia è la strada che porta a Javier Pastore. Il Flaco, legato al PSG fino a giugno 2016, è quel trequartista di qualità che i bianconeri cercano per il nuovo 4-3-1-2 di Allegri e, nonostante un buon avvio di stagione, non è un punto fermo per i campioni di Francia. Anzi, secondo i colleghi di Le10Sport, è proprio lui il grande sacrificato per regalare a Blanc Pogba dalla prossima estate.

"Juve prima e in corsa per gli ottavi di Champions. Nel luglio “di fuoco” avrebbe previsto una situazione simile? Mi aspettavo un pizzico di difficoltà in più, ma sapevo che la rosa era formata da giocatori molto validi. Il cambio di allenatore avrebbe potuto creare qualche problema, ma così non è stato. Abbiamo una società forte e giocatori vincenti che andavano abbinati a un tecnico all’altezza. Però, restiamo con i piedi per terra: è ancora una fase interlocutoria, non abbiamo vinto niente".

"Per trattenere i campioni bisogna spendere" - "I rinnovi troppo onerosi a giocatori avanti con gli anni incidono sulla trimestrale?  Buffon, quando ha rinnovato, aveva una proposta di un club straniero (lo Shakhtar, ndr ), di dieci milioni netti! Gigi si è ridotto l’ingaggio per continuare con noi. Idem Chiellini: quando ha rinnovato in estate aveva l’opportunità di andare all’estero, forte di un contratto sostanzioso. E’ inevitabile se si vogliono tenere i campioni: il Bayern ha giocatori che guadagnano 10 milioni netti, il nostro compito ora è aumentare i ricavi".

A gennaio difficile migliorare questa rosa, vista la Juve di oggi, non credo che sarà facile trovare opportunità per migliorare questo gruppo. Però abbiamo due mesi davanti, ci sono delle risposte che alcuni calciatori devono dare e noi agiremo di conseguenza. Non dimenticatelo mai: sono i giocatori i veri padroni del proprio destino. Per la sessione invernale ci sono alcuni scontenti come Shaqiri e Jovetic? Se si tratta di giocatori in grado di accrescere le qualità del gruppo, li consideriamo. Ma sono eventualità che non è detto si trasformino in certezze".

Dani Alves svincolato di lusso? Non è facile trovare giocatori da Juve e noi non vogliamo diventare un rifugio per svincolati qualsiasi. Detto ciò, Dani Alves è sicuramente un ottimo giocatore".

Offerta United per Vidal? Non abbiamo voluto dare il cileno allo United, punto. Poi con l’agente Fernando Felicevich i rapporti sono buoni. Lui diverso da Raiola? Diciamo che ha un approccio un po’ differente, cura i suoi assistiti anche a livello umano. Quanto vale il cileno in questo momento? Dipende sempre dai compratori e dal momento".

"Difficile pensare a un Vidal o un Pogba pronti a rinunciare ai soldi pur di restare alla Juve? E’ tutto prematuro, con Pogba abbiamo appena rinnovato il contratto. Prendeva pochissimo e abbiamo aumentato il suo stipendio. Dipende sempre dal calciatore: se Pogba e Vidal saranno contenti di restare, noi li terremo".

Altri Pogba o Coman in giro?  Fabio Paratici è molto bravo nel monitorare costantemente il mercato. Grazie anche al lavoro di Federico Cherubini e Claudio Chiellini, riusciamo a mantenere i rapporti con i giocatori e le varie società".

"Come procedono le trattative con gli agenti di Giovinco? Abbiamo avuto dei contatti per stabilire se ci siano le premesse per rinnovare alle nostre condizioni. Se ce la facciamo bene, altrimenti... Giovinco deve dirci cosa vuole fare. Dal Torino non abbiamo avuto richieste, neanche in estate. (sorride)".

"Lichtsteiner rinnoverà? Stiamo negoziando, ma non vogliamo uscire dai i nostri parametri». “Tevez prolungherà il contratto? E’ uno dei più forti attaccanti al mondo. Finché vorrà restare, le porte saranno aperte". "Il futuro di Gabbiadini, Zaza, Berardi e gli altri giovani è già deciso? Sappiamo che si tratta di affari costosi, faremo delle scelte. Un’operazione come quella di Immobile, mai gestito direttamente ma facendo girare soldi, non va trascurata. Uno tra Zaza e Gabbiadini, ad esempio, potremmo lasciarlo".

Secondo quanto riportato dal Fanatik la Juventus sta guardando anche in Turchia per potenziare il reparto difensivo. Piace Semih Kaya, centrale e all'occorrenza esterno destro del Galatasaray. 23 anni, il giocatore è nel giro della Nazionale dal 2012 raccogliendo già 17 presenze.


sabato 15 novembre 2014

Inter la svolta di Thohir: via Walter Mazzarri ed è arrivato Roberto Mancini



Svolta a sorpresa all'Inter: Walter Mazzarri non è più l'allenatore dei nerazzurri. L'esonero del tecnico è  stato ufficializzato dal club  con un comunicato pubblicato sul sito della società: "Fc Internazionale comunica che Walter Mazzarri è stato sollevato dal'incarico di allenatore della prima squadra. La società ringrazia Mazzarri per l'impegno, la dedizione e la serietà con cui ha guidato la squadra in questi 17 mesi. L'odierna seduta di allenamento sarà condotta da Giuseppe Baresi". Domani invece la presentazione del nuovo allenatore ad Appiano Gentile.

Dunque, un clamoroso ritorno per Roberto Mancini. Il presidente Thohir ha spiazzato tutti con la scelta di esonerare Mazzarri prima del derby. Sembrava infatti che il tecnico godesse di una fiducia a termine e che potesse giocarsi le sue chances il 23 novembre contro il Milan e successivamente contro la Roma. Il patron dell'Inter ha invece optato per un esonero immediato, evidentemente in seguito ad una disponibilità manifestata da Roberto Mancini.

Roberto Mancini, di fatto nuovo allenatore dell'Inter, sta per firmare un contratto di due anni mezzo. L'accordo è stato già raggiunto, manca solo l'ufficialità. Mancini dovrebbe quindi guidare l'Inter già nel derby in programma domenica 23. Il tecnico di Jesi ha già guidato i nerazzurri dal 2004 al 2008, vincendo tre scudetti.

"Dispiace per Mazzarri? Certamente, ha messo il suo massimo per far bene. Sono felice per Mancini e spero bene adesso. E' molto bravo, un gran lavoratore e questo era necessario in questo momento". Così Massimo Moratti, ex presidente onorario dell'Inter, sull'esonero di Walter Mazzarri.

Cambiano le strategie: priorità all’esterno per il 4-2-3-1. L’ex ala del Toro non trova molto spazio all’Atletico. Quindi si punta tutto su Cerci. L’ex granata è il rinforzo espressamente richiesto da Mancini per gennaio nel momento in cui ha definito il suo ritorno all’Inter. Una scelta non casuale, visto che nei piani la sua Inter dovrà riplasmarsi sul 4-2-3-1 e nell’organico nerazzurro mancano proprio gli esterni offensivi di ruolo.

Un nuovo trasferimento resta possibile perché, pur essendo passato alla corte di Simeone solo negli ultimi giorni di agosto, prima Cerci non aveva giocato nemmeno un minuto in gare ufficiali con la maglia del Torino. Per i due turni preliminari di Europa League, Ventura non l’aveva nemmeno convocato. E, peraltro, con un’estate sempre in bilico e con il suo nome per settimane accostato al Milan, il giocatore di fatto si era allenato poco e male. Risultato, una volta sbarcato in Spagna ha dovuto mettersi in pari con i compagni. Simeone lo ha fatto debuttare prima in Champions (il 16 settembre nella sconfitta per 3-2 in casa dell’Olympiacos) e poi in Liga. In tutto, Cerci ha messo insieme soltanto 6 presenze su 13 gare, quindi meno della metà (3 panchine per 90’ nelle ultime 3 uscite), senza mai essere titolare. Ha segnato contro il Malmoe, in Champions, ma ha pure rimediato un doppio cartellino giallo contro il Valencia, in Liga.

Praticamente scontato che Cerci direbbe immediatamente di sì all’Inter. Nel caso, una telefonata di Mancini scioglierebbe ogni sua eventuale e minima resistenza. Del resto, è vero che sognava la Champions, ma all’Atletico non si aspettava di essere un semplice rincalzo. Insomma, tornare in Serie A servirebbe per rilanciarsi, anche perché a soli 27 anni vuole essere protagonista. Il vero ostacolo, semmai, potrebbe essere l’accordo con i “Colchoneros”, che non più tardi di 3 mesi fa hanno deciso di investire 15 milioni di euro più bonus pur di portarlo a Madrid.

"Quando è stato fatto bene un lavoro, tornando c'è solo da perdere - continua il tecnico -. Ma può essere un'altra bella storia. Credo in questo progetto, non ho la bacchetta magica e credo si debba tornare a vincere attraverso il lavoro", ha proseguito Mancini nell'affollatissima conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile. Un centinaio tra giornalisti e teleoperatori presenti, alcuni rimasti anche senza posto a sedere.

"Analogie col passato? Quando si cambia allenatore vuol dire che le cose non vanno bene. La responsabilità non è solo del tecnico, reputo Mazzarri un bravo allenatore. Questa è una squadra con qualità, come quella di dieci anni fa. Si può lavorare bene anche su questa squadra", ha proseguito il tecnico marchigiano.

Mancini, ce la vedremo con Juve e Milan - "Ci sarà da combattere contro Juve e Milan. La Juventus sta facendo benissimo da anni è la migliore squadra d'Italia. Il Milan resta sempre grande. Dovremo combattere con loro" è questo il commento sugli avversari di Roberto Mancini nuovo tecnico dell'Inter nella conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile. "Quando giovedì sera mi hanno chiamato sapevo solo che c'era il derby - ha aggiunto - ma il calendario non lo conoscevo. Ma non sono cose a cui pensare in quel momento. Tutte le partite sono difficili".

Mancini: "Ho sentito Moratti, è felice" - "Ho sentito Moratti. Sono felice che sia felice, ha fatto la storia dell'Inter ed è importante che sia ancora all'interno della società" è il tributo di Roberto Mancini all'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, con il quale ha un passato di vittorie in comune, nella conferenza di presentazione ad Appiano Gentile. Adesso quello che conta per il nuovo allenatore dell'Inter "è solo tornare a vincere".

Mancini: "Ringrazio Thohir, vuole Inter al top" - "Thohir? Ci siamo sentiti solo al telefono. Ma lo ringrazio per avermi permesso di tornare. È una persona per bene che vuole far tornare grande l'Inter. Era dispiaciuto per Mazzarri. Avremo tempo di conoscerci" così Roberto Mancini nuovo tecnico dell'Inter commenta il rapporto con l'attuale presidente nerazzurro. Poi torna a commentare la situazione del suo predecessore: "Fischi a Mazzarri? Io faccio il suo stesso lavoro e sono dispiaciuto. Ha fatto benissimo dovunque è andato. Ritorno di Balotelli? Sta bene dove sta, al Liverpool e ha una grande chance da cogliere perché è in uno dei più grandi club inglesi" escludendo così di fatto un imminente ritorno di Balotelli all'Inter.



sabato 8 novembre 2014

Gigi Riva. Gli auguri a rombo di tuono che compie 70 anni



Da Arrigo Sacchi questo gli auguri a Gigi Riva per i 70 anni: "Auguri ad un caro amico, un grande giocatore, un grande dirigente ed una persona perbene. Auguri di una vita felice". Sacchi è ospite questa sera di Immaginario Festival in corso a Perugia, che lo ha invitato a parlare di calcio assieme a Gianni Mura e Giuseppe Smorto.

"In queste ore in tantissimi stanno celebrando il grande Gigi Riva che proprio oggi compie 70 anni ed anch'io mi unisco con piacere a questo coro di auguri per il mitico 'Rombo di Tuono', uno dei più forti calciatori della storia ed un esempio per i giovani". Questo il messaggio del capitano della Roma, Francesco Totti, pubblicato sul proprio sito ufficiale.

"Auguri Rombo di tuono". Si chiude così il messaggio che il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, ha rivolto a Gigi Riva per i suoi 70 anni, al quale si sono uniti anche il ct della Nazionale, Antonio Conte e quello della Nazionale femminile, Antonio Cabrini. "Dentro e fuori dal campo - ha scritto Tavecchio - Gigi Riva ha dato un volto alle più belle declinazioni del calcio: tecnica, forza fisica, professionalità e sensibilità umana. Per diversi anni ha messo le sue doti al servizio della maglia azzurra e per questo la Figc gli sarà per sempre grata".

"Attraverso il tuo esempio, come uomo e come sportivo, prima calciatore e poi dirigente federale - è il saluto di Conte - hai saputo unire i tuoi compagni di squadra ed i tuoi ragazzi in Azzurro, hai saputo regalare dei sogni indimenticabili ai tuoi tifosi, hai saputo trasmettere i valori nei quali credi, dedicando sempre tutto te stesso al bene comune. Tanti auguri Gigi per i tuoi 70 anni dalla 'tua' Nazionale, ti aspettiamo presto a Coverciano per festeggiare insieme". "Un caloroso augurio da parte di mia e di tutta la squadra femminile - ribadisce Cabrini -. Ricordo Gigi Riva ai tempi in cui era l'attaccante della nazionale, un grande atleta che ha vinto lo scudetto con la maglia rossoblù. La Sardegna deve tanto a Riva ma anche Gigi deve tanto a questa isola che è diventata la sua terra adottiva".

"Caro Gigi, quando arrivai in Italia per la prima volta eri il mio idolo. Un grande attaccante dal fisico incredibile è un tiro micidiale, un vero trascinatore". Zdenek Zeman manda il suo affettuoso 'telegramma' di auguri a Riva per i suoi 70 anni dalle pagine di 'Cuore rossoblù', la rivista ufficiale del Cagliari. Il tecnico boemo si congratula con l'ex campione anche per le scelte di vita. "Hai scelto di rimanere in Sardegna - scrive - dicendo no a tanti soldi: una decisione che merita rispetto". Gli auguri del Cagliari arrivano anche dal capitano Daniele Conti a nome di tutta la squadra. "Caro Gigi - si legge sempre su Cuore rossoblù - sei stato un grandissimo campione, hai dato mille gioie ai tifosi del Cagliari e della nazionale, mi dispiace non avere avuto la possibilità di vederti giocare dal vivo: che spettacolo mi sono perso". Anche Conti sottolinea le scelte di vita di "Rombo di tuono". "Hai rinunciato a contratti milionari e a tante vittorie importanti per condividere la tua carriera e la tua vita con noi. Dico con noi perché ormai mi sento sardo anche io dunque capisco quello che si prova. Sei un simbolo - conclude Conti - per una intera regione e un patrimonio dell'Italia calcistica".

Ha compiuto 70 anni Gigi Riva, considerato unanimemente uno dei grandi di sempre del calcio italiano. Il bomber di Leggiuno ha giocato 446 partite, segnando 252 gol, 35 dei quali con la Nazionale. Protagonista di una irripetibile stagione del calcio, Riva è stato fedele solo alla maglia del Cagliari, con cui ha giocato 13 stagioni nella massima serie (dal 1963 al 1976, anno del ritiro dovuto a un grave infortunio). Nel 1970 trascinò il suo Cagliari allo scudetto.

Auguri per il settantesimo compleanno di Gigi Riva anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Le invio - si legge nel telegramma inviato a Rombo di Tuono dal Capo dello Stato - i migliori auguri a nome mio e di tutti coloro che hanno avuto modo di seguirla e applaudirla negli anni che l'hanno vista diventare simbolo della nostra sportività nazionale". Napolitano poi fa i complimenti al bomber azzurro più forte di tutti i tempi, che detiene ancora il record di gol in Nazionale (35 in 42 presenze). "La sua attività sportiva - continua Napolitano - condotta con esemplare serietà e rigorosa rettitudine, tiene vivo il ricordo di una grande stagione del calcio italiano e dei numerosi successi conseguiti nelle competizioni internazionali".

Settanta, come l'anno dello scudetto del Cagliari e del Mondiale in Messico. Settanta, come le sigarette che gli hanno fatto compagnia ogni giorno. Ma soprattutto settanta, come gli anni che compie oggi nella sua sempre più amata Sardegna. Gigi Riva confessa che questo traguardo gli scoccia più degli altri, perché la spalla e le caviglie gli rinfacciano le battaglie sui campi di tutto il mondo e anche per questo preferisce dribblare le celebrazioni.

Nel mondo del calcio per tutti è rimasto Gigi, o Giggirriva per i sardi che lo hanno adottato con la stessa fretta con cui lui si è innamorato della loro terra, scoperta suo malgrado a 18 anni quando lascia per sempre Leggiuno, sulle le rive del Lago Maggiore, dov'è nato e cresciuto dietro l'Eremo di Santa Caterina del Sasso. Numero undici scelto per emulare il suo idolo Skoglund, attaccante svedese dell'Inter, nel 1963 Riva è già titolare nella nazionale Juniores quando Lupi, il suo allenatore del Legnano, gli comunica in aereo che è stato venduto al Cagliari. "Piuttosto sto fermo un anno - gli risponde - ma lì non ci vado". E invece la sorella Fausta che gli fa da mamma, perché è già orfano di entrambi i genitori, lo accompagna a Cagliari e da lì non si muove più. Rifiuta tutte le offerte dell'Inter e della Juve, conoscendo nuovi compagni diventati amici per sempre. I "pecorai", come erano chiamati nelle trasferte in continente gli uomini di Scopigno, entrano nella storia nel 1970 quando il Cagliari vince lo scudetto al vecchio stadio Amsicora.

Riva, tre volte capocannoniere, è il simbolo di una squadra e di un'isola e Gianni Brera conia per lui un soprannome che resiste nel tempo: "Rombo di tuono". Ala sinistra con un tiro violentissimo, rigorosamente mancino, forte di testa e potente fisicamente, considerato da tutti il miglior attaccante italiano del dopoguerra: in Nazionale segna 35 gol in 42 partite, record che da 40 anni resiste a ogni tentativo di imitazione, come la Settimana Enigmistica. Tra questi anche uno dei due contro la Jugoslavia che nel 1968 regalano l'unico titolo europeo dell'Italia. Poi, dalla fine del 1987, quando debutta in divisa federale sulla tribuna di San Siro per Italia-Portogallo, al triste capolinea mondiale del 2010 in Sudafrica è il prezioso e insostituibile dirigente per quattro presidenti e tre commissari. Consola Robi Baggio, il campione che lo ha entusiasmato di più, dopo il rigore sbagliato contro il Brasile nella finale mondiale del 1994 a Pasadena, protegge Cassano. Ora basta risentire la sua inconfondibile voce nasale per rivivere le emozioni che Riva ci ha regalato. Un grande attaccante moderno che tutti hanno visto segnare, un uomo serio con valori antichi che pochi fuori dal campo hanno avuto la fortuna di conoscere davvero.



venerdì 7 novembre 2014

Calciomercato Milan: le nuove prospettiva per la difesa del futuro


Il Milan è alla ricerca di volti nuovi per la difesa del domani. A fine anno, nella peggiore delle ipotesi per la dirigenza rossonera, partiranno Mexes e Zaccardo e anche il rinnovo di Bonera si presenta piuttosto complicato. Questo significa che Inzaghi rischia di trovarsi nel reparto dei centrali con i soli Alex e Rami e con uno Zapata che non ha mai convinto come prima alternativa. Gli osservatori del club di via Aldo Rossi sono alla ricerca di giocatori possibilmente giovani e in grado di rappresentare l'ossatura della squadra nei prossimi anni e le loro attenzioni si sono concentrate ultimamente sulla coppia difensiva del Feyenoord, Sven van Beek Terence Kongolo.

Entrambi classe '94, sono stati lanciati come titolari senza troppi problemi dal tecnico Frank Rutten, il successore di Ronald Koeman, e hanno raccolto alla grande la pesante eredità lasciata in termini di esperienza da Daryl Janmaat e Stefan de Vrij, passati rispettivamente a Newcastle e Lazio. I due, già nel giro della nazionale maggiore pur facendo ancora parte dell'Under 21, sono una delle chiavi di volta per comprendere l'ottimo rendimento della formazione di Rotterdam, terza in classifica in Eredivisie nonostante le partenze di diverse stelle (compreso il 'nostro' Pellè) e con la migliore difesa del torneo con 7 reti subite nelle prime 11 partite. Giocatori tecnicamente diversi e per questo perfettamente compatibili, nonostante la giovane età sia van Beek che Kongolo sono da considerare giocatori più che pronti per un campionato come il nostro, in cui ai difensori vengono chiesti grande attenzione nelle marcature e senso tattico; cresciuti nella scuola del calcio totale olandese, sono in grado di ricoprire più ruoli (van Beek può giostrare anche sulla fascia destra, Kongolo su quella opposta), condizione che li rende ulteriormente apprezzati dalle squadre che gli hanno già messo gli occhi addosso, con alcuni club di Premier in testa.

Sven van Beek è un gigante di 190 cm, abile negli anticipi e ruvido quanto basta nei contrasti e tutt'altro che disprezzabile anche in fase di impostazione; dotato di un lancio lungo piuttosto preciso, ha portato a termine con successo l'85% dei suoi passaggi in questo avvio di stagione. Titolare 10 volte su 11 in Eredivisie e 3 su 4 in Europa League, ha realizzato anche 2 reti stagionali sfruttando la sua altezza e la sua bravura nelle situazione nate da palle inattive. Più rapido ma altrettanto valido nel gioco aereo, mancino di piede, Terence Kongolo è considerato dagli addetti ai lavori quello che dei due fornisce più garanzie anche in prospettiva futura. Figlio di genitori congolesi, è nato in Svizzera a Friburgo ma è cresciuto a Rotterdam e da bambino è entrato a far parte del settore giovanile del Feyenoord.

La scorsa estate l'ex ct dell'Olanda Louis van Gaal lo aveva addirittura inserito nell'elenco dei preconvocati in vista del Mondiale, un motivo in più per Manchester United e Manchester City per seguire da vicino i suoi progressi. Soprattutto i Citizens si sono mostrati più insistenti, dopo aver messo sotto contratto anche il fratellino classe '98 Rodney. Kongolo ha recentemente rinnovato il suo contratto col Feyenoord fino a giugno 2017 e ha una valutazione di circa 3 milioni di euro mentre van Beek è legato alla formazione olandese fino al 2016 (ma ha un'opzione per rinnovare per un'altra stagione) e può partire per un poco più di 1 milione di euro.


mercoledì 5 novembre 2014

Calciomercato Milan: in entrata Brivio, Santon, Suso e Vangioni




Il ko interno contro il Palermo ha riportato brutalmente alla realtà il Milan di Inzaghi. Dopo l'ottimismo iniziale, i fantasmi sono tornati ad aleggiare a Milanello. Sono parecchi i rossoneri scontenti, praticamente un’intera squadra con tutti i ruoli occupati da altrettante pedine. Sarebbe altrettanto soddisfatto il tecnico milanista di liberarsi di qualche ingaggio pesante (Mexes, Pazzini...) per poter operare importanti aggiustamenti in gennaio dove mancano valide alternative agli abituali titolari. Abate e De Sciglio non hanno adeguati sostituti visto che Armero, arrivato dal Napoli come possibile alternativa sulla fascia sinistra, non ha convinto Inzaghi.

L'ex direttore sportivo del Parma, Doriano Tosi ha parlato ai microfoni di Radio Parma: "Pazzini guadagna tanto, ma è anche un giocatore molto ambizioso. Da qualche anno sta cercando di rimanere ad alti livelli, anche se fa un po’ fatica a giocare. Non penso che voglia andare in una squadra che naviga nelle ultime posizioni. In realtà Cassano potrebbe essere l’unica sua vera motivazione.

Per Adriano Galliani, il mercato non finisce mai. Gennaio inizia silenziosamente ad avvicinarsi e al Milan manca un tassello, in particolare: un laterale mancino, visto che l'acquisto di Pablo Armero si è rivelato fin qui sostanzialmente sbagliato. Uno dei giocatori seguiti nelle missioni sudamericane recenti del ds Rocco Maiorino è Leonel Vangioni, classe '87, nel giro della Seleccion Argentina. Vangioni è un terzino sinistro puro, gioca nel River Plate, ha spinta e gamba. A Maiorino è piaciuto: piedi buoni, capacità di proporsi, buon fisico, copre bene la fascia mancina.

Per questo, il Milan segue Vangioni da vicino e si è informato sul prezzo. Non ci saranno sconti però da parte dei Millonarios. Lo ha confermato il direttore sportivo del River Plate, Leonel 'Pipa' Gancedo: "Per Vangioni non ci sono attualmente arrivate offerte importanti". Quel che chiede il River sono circa 6/7 milioni per privarsi di Vangioni. Una cifra importante per un giocatore però fatto e finito, non una scommessa ma già una certezza come laterale mancino anche dell'Argentina, oltre che del River campione in carica. Il Milan osserva, il prezzo c'è.

Calciomercato Inter: è sempre Borini il primo obiettivo



L'Inter si muove per il mercato invernale. Nel mirino del club nerazzurro c'è sempre Fabio Borini, attaccante del Liverpool già seguito in estate. Se il presidente Thohir metterà a disposizione del ds Ausilio qualche soldo da investire a gennaio sarà l'ex attaccante della Roma il primo obiettivo per rinforzare e completare l'attacco dell'Inter. Due le offerte che ha in mente Ausilio per convincere i 'Reds': prestito con obbligo di riscatto a giugno o in alternativa un prestito oneroso da 1,5-2 milioni con riscatto in estate per altri 3-4 milioni più bonus. In alternativa c’è la pista degli 'scontenti' Joel Campbell e Lukas Podolski, entrambi dell’Arsenal.

Per ora si tratta di solo di un'idea, ma che l'Inter consideri fondamentale rinforzare la propria batteria di esterni in vista della prossima stagione è un fatto piuttosto consolidato. In occasione della gara di ieri sera tra Juventus e Olympiacos, il capo degli osservatori nerazzurri Mirabelli ha seguito con grande attenzione il laterale mancino della formazione greca Arthur Masuaku, un classe '93 che si sta rivelando uno dei calciatori più promettenti visti in azione in questa prima parte della Champions League. Nasce come esterno alto ma lo scorso anno è esploso nel Valenciennes come terzino di fascia sinistra di grande spinta e buone qualità tecniche, tanto da suscitare l'interesse del Marsiglia su chiara indicazione di Marcelo Bielsa.

Manchester United, Chelsea e Arsenal sono sulle tracce del talento francese dell’OM Florian Thauvin. Il prezzo del club sarebbe, riporta Le10Sport, di 20 milioni di euro. Il giocatore piaceva già in Premier prima del suo approdo a Marsiglia 12 mesi fa. In Italia il giocatore interessa e molto a Juve e Inter, che in estate avrebbe addirittura fatto una proposta interessante, rispedita però al mittente. E il prossimo mercato potrebbe essere quello giusto per l’addio alla Ligue 1 di Thauvin, nerazzurri alla finestra.

Calciomercato Napoli nel mirino soprattutto difensori



Dopo il prolungamento del contratto di Insigne fino al 2019, il Napoli guarda già al mercato di gennaio.

I problemi lampanti del Napoli sono in difesa ma anche sulle fasce, dove si registra anche una carenza di elementi. Ecco che il mirino del Napoli si sposta proprio su questi settori: in fondo il mercato non è così lontano. Tra un mese se ne parlerà a pieno regime, e qualcosa già si sta muovendo. Proprio ora che il Napoli sta cominciando a ingranare viene spontaneo chiedersi quali correttivi possano far fare il salto di qualità alla squadra, o almeno dare una mano per rimanere fino alla fine nelle zone alte della classifica. Difficile prevedere grandi colpi, a meno di “colpi di testa” da parte di De Laurentiis. Le operazioni di gennaio saranno in linea col mercato degli ultimi tempi: giocatori poco conosciuti ma forti e dalle grandi potenzialità.

L’affare Koulibaly incoraggia la società a proseguire su questa strada. Nel mirino ci sono un paio di esterni sinistri: su tutti Ricardo van Rhjin dell’Ajax e Sebastien Pocognoli del West Bromwich Albion. Due giocatori funzionali e prendibili senza fare follie. A Bigon piace soprattutto il belga, già nel giro della nazionale. Si può prendere a una cifra bassa, senza dubbio inferiore ai 5 milioni di euro. Il Napoli ci pensa.

L'Olanda, in questa direzione, ha abbondanza di materiale umano in cui credere. Sul taccuino della società partenopea sono già finiti tre talenti dell'Ajax. Ricardo Van Rhijn, Davy Klaassen e Viktor Fisher. Il laterale rappresenta una risorsa poliedrica, dato che spinge a destra e ha margini di miglioramento per far bene anche da centrale. Il secondo, trequartista, possiede piedi raffinatissimi e può giocare sia da trequartista sia da attaccante, mentre Fisher (il più giovane dei tre, 21 anni il prossimo giugno) è un attaccante un po' più classico. Altre piste da non sottovalutare sono quelle che portano a Giovanni Simeone, il figlio del 'Cholo' e Christop Kramer. Il centrocampista tedesco del M'Gladbach ha la capacità di essere mediano di interdizione e centrocampista di costruzione.

L'esigenza di mercato per il Napoli di Benitez è di rinforzare le fasce. Con Zuniga ko e Ghoulam prossimo alla partenza per la Coppa d'Africa e con Maggio e Mesto in scadenza a giugno la priorità azzurra è irrobustire gli esterni in vista del triplo impegno tra campionato, Coppa Italia e Europa League. Il nome è quello di Alvaro Arbeloa, 32 anni a gennaio ma una garanzia in termini di esperienza e qualità oltre ad avere nel curriculum anche due anni di Liverpool con Benitez. Il costo è il nodo, la diplomazia del club partenopeo è al lavoro per far abbassare le pretese al Real. Ma all'orizzonte c'è anche un vecchio pupillo, il torinista Matteo Darmian che compirà 25 anni tra un mese: piace a tanti, anche al Napoli, che potrebbe anche affrontare il rischio di un'asta per portarlo a Castelvolturno.

In casa azzurra non si guarda soltanto alle fasce: occhio anche al centro della difesa, dove dietro Albiol e Koulibaly non c’è granché. Ecco perchè viene seguito anche un altro giocatore dell’Ajax: il finlandese Niklas Moisander, attualmente capitano degli olandesi ma in scadenza di contratto nel 2015. Il Napoli lo segue con attenzione, ma la priorità è sulle fasce. Qualcosa potrebbe muoversi a centrocampo, per ora solo in uscita: via (in prestito) il giovane Radosevic, che è di fatto un esubero. In attacco si potrebbero valutare richieste per Zapata, ma se il colombiano dovesse partire il Napoli dovrebbe prendere un’alternativa affidabile: cosa non semplice in quanto Duvan si è dimostrato un vice Higuain sul quale poter contare.

domenica 2 novembre 2014

Calciomercato Juventus: si prepara a fare la spesa dal Borussia Dortmund



Un'altra sconfitta, una crisi che sembra non avere fine e il Borussia Dortmund è sprofondato nei bassifondi della classifica in piena zona retrocessione. Il progetto tecnico di Jurgen Klopp non è a rischio, per ora, ma si fa sempre più complicato pensare in grande con la stella della squadra, Marco Reus, sempre più vicino all'addio al termine della stagione.

A confermarlo, nella serata è stato Hans-Joachin Watzke, direttore generale e presidente del Borussia Dortmund che parlando della situazione contrattuale di Marco Reus ha confermato uno scenario che potrebbe risultare clamoroso: "Clausola rescissoria? Beh, senza una clausola Marco non sarebbe arrivato nemmeno al Borussia Dortmund, ma quando prenderà una decisione sul suo futuro, questa volta lo sapremo prima noi e poi i media. Reus non andrà via a gennaio, ne sono sicuro al 105%, ma sarà sicuramente difficile trattenerlo se la squadra non si qualificherà per la prossima Champions League".

Una clausola rescissoria che, come confermato da Watzke esiste anche se continuano ad esserci dubbi sull'entità della cifra da sborsare per strappare Reus al Borussia Dortmund. Nel corso dell'estate il presidente del Bayern Monaco, Karl-Heinze Rummenigge aveva scatenato l'ira della dirigenza giallonera dichiarando che "Tutto il mondo sa che c'è una clausola rescissoria per il 2015 per Reus, ma dovrebbe essere di 25 milioni e non 35 milioni di euro". Una cifra accessibile per i grandi club interessati a partire dallo stesso Bayern Monaco, passando per Liverpool, Manchester City e Juventus.

Proprio il club bianconero nel corso dell'estate aveva programmato un esborso importante da oltre 20 milioni di euro per il cartellino di Juan Manuel Iturbe. Una cifra che a conti fatti non è mai uscita dalle casse della Juventus. Un tesoretto che si avvicina e non poco alla cifra della clausola rescissoria. Il Bayern, come sempre è in pole per strappare il sì dei migliori talenti tedeschi, ma l'arrivo di Reus in Baviera obbligherebbe il club allenato da Guardiola a liberare a costi contenuti l'esterno svizzero Xherdan Shaqiri anche lui in scadenza nel 2016. La Juventus resta vigile, il tesoretto bianconero prende la direzione della Bundesliga.

La Juventus è alla ricerca di un giocatore per rinforzare il reparto difensivo. A gennaio infatti la Vecchia Signora potrebbe tornare sul mercato viste le assenze causa infortuni che non hanno permesso ad Allegri di utilizzare Barzagli in questo inizio di campionato. L'ultima idea di Marotta dunque risponderebbe al nome di Neven Subotic, difensore del Borussia Dortmund in scadenza di contratto nel 2016 e che non sta trovando molto spazio in questo inizio di stagione.


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