Lazio- Juventus, si sa, è una sfida mai banale, carica di gioco, emozioni e coreografie regalate da tifoserie che sanno sempre sempre creative sugli spalti. Anche quest’anno, la partita valida per la dodicesima giornata di Serie A, sembra non deludere le aspettative, almeno per quanto riguarda i supporter. Secondo le ultime notizie, lo Stadio Olimpico si avvia verso il tutto esaurito.
Tra sgarbi, non ultimo la finale di Supercoppa, mercato, scudetti e l'8-1 del 1923 peggior ko della storia juventina.
I soliti sospetti della Roma, quando la Lazio affronta una sua avversaria scudetto, stavolta saranno semplici congetture. La sfida Lazio-Juventus di sabato sera all'Olimpico avrà i contorni di un confronto con molti nodi da sciogliere, le battaglie di Lega che vedono acerrimi nemici Agnelli e Lotito, la finale 2013 di Supercoppa all'Olimpico invece che a Pechino, con poche briciole dell'incasso ai bianconeri e la Lazio inoltre vuole sfruttare l' occasione per coltivare i sogni di Champions considerando i problemi di formazione della Juventus. Non resta che attendere sabato sera, ore 20:45, e sperare che il gioco che le squadre metteranno in campo sarà all’altezza del calore e delle aspettative di grandezza dei rispettivi tifosi.
E poi le ultime tensioni hanno stracciato un'alleanza durata decenni attraverso la il trasferimento di più di 50 giocatori.
Tra gli altri, sulla rotta nord-sud Sentimenti IV, Parola, Praest, J. Hansen, Casiraghi, Jugovic, Tavola e Pin, all'incontrario il percorso di Mazzia, Boksic, Giannichedda, Salas, Di Canio, Nedved, Manfredonia. Andata e ritorno per Muccinelli e Laudrup.
Nel computo delle sfide non c'e' lotta, visto che la Juventus (salvo Supercoppa e Coppa Italia) è in vantaggio anche nelle vittorie all'Olimpico, e la Lazio in campionato non si impone da 11 anni, dal 2-0 del 6 dicembre 2003 con reti di Corradi e Fiore. Ma i biancazzurri hanno inflitto una delle due sconfitte peggiori in trasferta della storia bianconera: il 9 dicembre 1923 hanno assestato un micidiale 8-1 con il contributo di Bernardini bissando il 6-0 a Torino nel campionato di Lega Sud.
Identico punteggio aveva subito la Juve dal Milan nel 1912. Da allora mai piu' batoste del genere, la Juve comincia a dominare dai cinque scudetti degli anni '30. Ci sono tre 6-1 nel 1935 (tris Borel), nel 1937 e nel 1958 e un 5-0 nel 1953 con tripletta di John Hansen a cui la Lazio risponde nel 1934 con un 5-3 e un 4-0 nel 1939. Poi c'e' l'addio di Lucidio Sentimenti IV, che va dalla Juve alla Lazio, riconquista la nazionale e nel 1954 si vendica parando tutto a Boniperti, anche un rigore. Lo 0-0 a Torino costa lo scudetto che l'Inter vince per un punto.
C'e' una tripletta di Anastasi nel 4-0 del 1975, poi la Juve arpiona lo scudetto con Cuccureddu nell'epilogo del 1973 al fotofinish su Milan e Lazio. L'escalation arriva negli anni '90 con Zeman dopo un nuovo 6-1 subito da Zoff nel 1994 con tripletta di Vialli. Rocambolesco 3-4 per la Juve, poi la Lazio trionfa 3-0 a Torino e 4-0 in casa con doppietta di Casiraghi.
Il passo successivo è lo sgarbo della Lazio nel 2000 con Eriksson in panchina dopo il propedeutico 1-0 a Torino con gol di Simeone. La Juve depaupera un grosso vantaggio, è a +2 alla penultima, a Parma De Santis annulla il pari di Cannavaro senza motivo, i tifosi marciano sulla Figc e all'ultima giornata Collina fa giocare a Perugia sotto il diluvio e Calori manda ko gli juventini consegnando lo scudetto alla Lazio. E' il canto del cigno biancazzurro che conquista l'ultimo successo nel 2003 poi è un monologo con un 3-2 esterno nel 2007 con doppietta di Del Piero e un 5-2 nel 2008 con doppietta di Chiellini. Dopo il 4-0 nella Supercoppa 2013 la Juve di Conte si impone 13 giorni dopo 4-1 con doppietta di Vidal. L'ultimo precedente è l'1-1 del ritorno all'Olimpico. Ora nuovo capitolo di una sfida in cui gli 0-0 sono merce rara, appena cinque negli ultimi 37 anni: Lazio-Juve è quasi sempre sinonimo di spettacolo ed emozioni.
Se Allegri vorrà tenere a distanza la Roma nella corsa per lo scudetto, dovrà fare i conti con il centrocampista azzurro che vive il suo miglior stato di forma. Juve che vuole restare in testa ma Lazio che sogna quel terzo posto che vorrebbe dire la possibilità di disputare i preliminari per accedere all'Europa che conta. Candreva lo vuole realizzare, è un suo obiettivo e lo ha detto apertamente già qualche tempo fa: «Il mio sogno è giocare la Champions».
Parole pronunciate dall'azzurro in una calda giornata d'estate che ai tifosi avevano suonato come un addio. Le voci delle faraoniche offerte di Psg e Juve, infatti, pur smentite a più riprese, sembravano inarrivabili. Il presidente Lotito, però, in piena contestazione, non ha mollato. Vendere “Romoletto” (così simpaticamente soprannominato dai tifosi) sarebbe stato un clamoroso autogol. Allora via con la trattativa per il rinnovo, culminata con la firma (fino al 2019) arrivata subito dopo la sconfitta a Marassi contro il Genoa alla 3ª di campionato, che di fatto ha scritto la parola fine sui tormenti del giocatore ed ha riportato la calma.
Un finale col botto di una storia iniziata nel peggiore dei modi, come ha ricordato Candreva la scorsa settimana: «Al mio arrivo fui contestato pesantemente dai che tifosi che pensavano fossi della Roma. Non riuscivo a vedere luce, non giocavo bene, volevo andare via...».
Poi quel gol al Napoli che ha rappresentato la svolta. Da quel giorno la strada è stata tutta in discesa per il centrocampista protagonista sia con la Lazio che con la Nazionale e contro la Croazia anche il primo gol in una gara ufficiale a rendere ancora più speciale il suo momento. Adesso Candreva ha deciso di tirare su l'asticella: vuole sfidare la Juventus, per trascinare i compagni verso una vittoria che significherebbe molto in chiave Champions ma soprattutto è deciso a dimostrare ai bianconeri che, non aver creduto in lui (a gennaio 2010, quando era dell'Udinese, andò a Torino per sei mesi ma non venne riscattato), è stato un grande errore.