Da oggi è in vigore la cancellazione dell’albo degli agenti Fifa, la liberalizzazione del ruolo del procuratore. Dario Canovi, avvocato, è intervenuto a Rete Sport, spiegando: “ora per essere un intermediario basta iscriversi ad una specie di elenco, ideato dai ‘geni’ dalla Federazione, basta pagargli un obolo di circa 300 €, dire di essere una persona rispettabile e si entra nel mondo del calcio dalla porta principale e si possono gestire affari milionari. Oltre che assistere un calciatore senza avere alcuna professionalità”. Gli scenari della vicenda, secondo Canovi: “tutto questo avviene dopo le recenti dichiarazioni del procuratore generale della Cassazione, che ha affermato che nello sport, ma soprattutto nel calcio, è entrata la malavita organizzata.
Qual è il sistema più facile per riciclare denaro se non fare il mediatore in affari milionari e con provvigioni libere? E tutto questo avviene su indicazione della Fifa, da quell'altro ‘genio’ di Blatter, che ha fini ben precisi, che io posso immaginare, ma non posso dire perché non voglio prendermi una querela…”. Infine, ha concluso: ”mi risulta incomprensibile come mai su questa vicenda non abbia energicamente protestato l’Associazione calciatori, perché la prima vittima di questi ‘dilettanti’, se va bene, o ‘delinquenti’, se va male, sono proprio i giocatori. Il perché di questo silenzio? Hanno forse sottovalutato il problema e hanno forse altre richieste, secondo loro più urgenti, da fare alla politica del pallone”.
L’albo degli agenti Fifa viene cancellato e da oggi chiunque può inventarsi un mestiere danaroso e in piena deregulation, ovvero trattare calciatori per conto di società, farsi pagare come intermediatore o procuratore. Se n’è parlato in Consiglio Federale, lo scorso giovedì, mentre i professionisti italiani aspettano solo la pubblicazione della nuova normativa. Di fatto, però, d’ora in poi qualsiasi persona può emulare la carriera di Mino Raiola, ex pizzaiolo e ora agente dei calciatori europei più in voga.
"La mancanza di regole può far entrare la malavita nel calcio", avverte Dario Canovi, tra i primi procuratori italiani, assieme ad Antonio Caliendo oggi presidente del Modena. "Non sono d’accordo", obietta Andrea D’Amico, procuratore da venticinque anni. "Il malaffare si può creare ovunque girino molti soldi. Si pensi per esempio alle scommesse clandestine". D’Amico è laureato in giurisprudenza e dall’avvocato Pasqualin ha ereditato i campioni Del Piero, Gattuso, Lentini, Vialli e adesso Giovinco. "Il titolo di agente Fifa garantiva solo l’abilitazione. In Italia l’hanno avuta in 1500, ma di fatto solo un centinaio esercitavano veramente il ruolo. Per noi, sono determinanti il rapporto fiduciario con il calciatore, la qualità della persona, l’esperienza e i crediti formativi, ma chiunque poteva ottenere il mandato operativo: bastava appoggiarsi a un avvocato o a un agente appunto abilitato".
Il futuro. Ora basterà iscriversi all’albo generale dei procuratori italiani sborsando poche decine di euro. "Ma serve comunque onorabilità e dunque la fedina penale pulita". Aumenteranno il loro potere, dunque, associazioni come quella degli agenti di sport, presieduta da Bruno Carpeggiani. D’altronde, in questo decennio è già emersa la figura dell’intermediatore. "Che non ha giocatori propri, però li contatta magari tramite gli agenti li offre alle società. Del resto, si può ricevere l’incarico dal club e contemporaneamente dallo stesso calciatore, con reciproco interesse, persino nel favorire la cessione di uno che faccia spazio al nuovo acquisto", spiega ancora D’Amico. Gli agenti degli sportivi, arrivano a prendere percentuali fino ad un massimo del 5% del contratto. Assieme a Tullio Tinti e a Giovanni Branchini, D’Amico è il procuratore più in vista del nostro calcio e ha uno staff di dieci persone. "Già eravamo liberi professionisti, la nuova norma ci affranca dall'inutile potestà federale e della Fifa".
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