Silvio Berlusconi non sarebbe più convinto di cedere la quota di maggioranza del Milan. Il presidente pretende dai cinesi garanzie economiche e tecniche. La questione appare sempre più complicata e spinosa ma che potrebbe proporre un’incredibile novità. Dopo aver messo a punto il “piano A” (vendita ai cinesi guidati da Sal Galatioto, Emery allenatore) e il “piano B” (niente cinesi, gestione minimalista di Fininvest con Brocchi allenatore) ecco che potrebbe spuntare il “piano C”, che prevede un ritorno di fiamma del gruppo di investitori asiatici facenti riferimento a Mr. Bee, scomparso dalla scena della trattativa fin dallo scorso inverno, dopo aver fallito la raccolta di 480 milioni di euro per acquisire il 48 per cento delle azioni rossonere. Eppure potrebbe essere realtà. Nel bel mezzo della trattativa tra il Milan e la cordata cinese, quando ormai mancavano solo i “sì” per firmare l’accordo preliminare, è saltato fuori nuovamente Mr.Bee Taechaubol.
Dentro o fuori, la trattativa tra Fininvest e la cordata cinese guidata da Sal Galatioto per il passaggio di quote del Milan si sta avvicinando veloce verso una conclusione, in modo positivo o negativo: infatti intorno al 15 di giugno è attesa la presentazione di un'offerta formale e la risposta di Berlusconi) si intensificano i contatti tra le parti per limare gli ultimi particolari, ma l'ostacolo più grande è sempre lo stesso, la volontà ancora non chiara del presidente rossonero.
Quasi tutti gli incastri del puzzle sono al loro posto: la valutazione del club (circa 700 milioni di euro, compresi 240 milioni di euro di debiti) è ritenuta congrua, la lista degli investitori è stata presentata e valutata (da registrare la smentita del colosso di liquori cinese Kweichow Moutai), il piano di investimenti per lo stadio e per il mercato è valido e supportato anche da un progetto ambizioso per l'espansione del marketing. Resta qualche piccolo dettaglio da capire per quanto riguarda la dirigenza futura del Milan , anche se in linea di massima l'intesa c'è: Berlusconi resterebbe presidente onorario fino alla quotazione in borsa (tra i 18 e i 36 mesi a partire dalla firma, a seconda di alcune variabili, quotazione sul mercato di Hong Kong), sua figlia Barbara resterebbe nel cda e Galliani avrebbe temporaneamente in mano il mercato in attesa di definire nuovo amministratore delegato e soprattutto nuovo ds. Tutto sembra dunque pronto per le firme, ma c'è sempre una variabile della volontà di Silvio Berlusconi.
Difficile che il vertice possa accelerare i tempi e portare a una conclusione già in questa settimana, difficile che possa portare a una clamorosa riapertura di un tavolo con Bee Taechaubol come vogliono alcune voci, certamente porterà più chiarezza e apre la settimana cruciale di questa trattativa: in caso di risposte positive però passi più importanti potrebbero essere mossi non ad Arcore bensì in via Paleocapa, tra gli uffici di Fininvest e quelli del consolato cinese (sezione economica-commerciale) che possono offrire appoggio logistico alla delegazione di investitori in arrivo a Milano nei prossimi giorni.
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