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sabato 26 dicembre 2015

I migliori giovani dei campionati italiani


Si sente sempre dire che oggi, nel calcio e non solo, i giovani vengono considerati poco e niente (anche se in realtà è una "colpa" per lo più italiana).

Infatti molto spesso le squadre italiane tendono a vendere i propri campioncini all'estero per fare cassa, non puntando sulla loro crescita si ritrovano poi con squadre con una media età di 35 anni e a puntare sui prestiti per non spendere troppi soldi, quando invece puntare sul proprio vivaio risolverebbe molti di questi problemi. All'estero infatti, soprattutto in Spagna con le "cantere" ed in Germania (basta vedere la media età dei campioni del Mondo), impiegare i giovani è assolutamente normale e un valore aggiunto. Ma quali sono i giovani, italiani e non, più promettenti e quelli di cui sentiremo parlare sia in campo che nelle sessioni di mercato?

I giovani talenti di cui sentirete parlare nel 2015 Alessio Romagnoli, Anzio (Roma) classe '95. Difensore della Sampdoria (in prestito dalla Roma) e della Nazionale italiana Under 21. Cresciuto nelle giovanili giallorosse Romagnoli viene paragonato spesso ad Alessandro Nesta. Grande fisico, ottima tecnica e molta intelligenza, ma anche i gol non gli mancano. Nei suoi primi sei mesi a Genova è cresciuto moltissimo, infatti molte squadre italiane sono già sulle sue tracce.
Simone Scuffet, Remanzacco (Udine) classe '96. Portiere dell'Udinese e della Nazionale italiana Under 19. È considerato uno dei giovani più promettenti della sua generazione, viene paragonato a Gianluigi Buffon per precocità, poiché entrambi hanno esordito in Serie A a 17 anni. La reattività tra i pali è forse la sua miglior dote, e anche nelle uscite, basse o alte, sa farsi valere piuttosto bene. Sa leggere l’azione e disimpegnarsi sapientemente con i piedi.

Davide Zappacosta, Sora classe '92. Difensore dell'Atalanta e della Nazionale italiana Under 21. Anche lui in prospettiva è uno dei migliori talenti italiani, oggi titolare inamovibile di Colantuono è cercato da tantissime squadre italiane, tra cui Inter, Fiorentina e Juventus.

Daniele Baselli, Manerbio classe '92. Centrocampista dell'Atalanta e della Nazionale italiana Under 21. Cresciuto proprio nelle giovanili del club bergamasco ha disputato la scorsa stagione 31 gare ufficiali con 3 assist all'attivo. Baselli può anche adattarsi a giocare anche come laterale destro ed è un mix di imprevedibilità e originalità. Ha grandi qualità tecniche e un ottima velocità d’esecuzione, il che lo rende un giocatore molto europeo. Non a caso, infatti, è seguito anche dal Psg.

L’ultima gemma in vetrina si chiama Stefano Sensi, classe ’95, un metro e sessantotto che gli poteva complicare la vita. “Troppo basso”, quante volte se l’è sentito dire. E invece… non sempre spiccano i giganti. Anche perché Sensi gioca nel cuore del campo, cabina di regia, testa alta – quella sì, sempre – e piedi buoni. Se lo sta godendo il Cesena di Drago, convinto dal precampionato nel lanciare questo talento fatto in casa che a San Marino in prestito per due anni ha mostrato una crescita così importante da meritarsi un posto da titolare da 20enne in B.

Rolando Mandragora, classe 1997, talento del Genoa e in prestito al Pescara, è il nuovo enfant prodige del calcio italiano. Uno degli esordi che più ha impressionato, per qualità, personalità e sapienza tattica è quello del giovanissimo Rolando Mandragora. E’ il 29 Ottobre 2014 e Mandragora a soli 17 anni fa il suo esordio in Serie A, giocando una partita straordinaria e prendendosi addirittura il lusso di arginare un altro enfant prodige del calcio mondiale, un certo Paul Pogba, non uno qualsiasi. Personalità, sfrontatezza e tanto coraggio, caratteristiche che, se associate ad un’impressionante quantità di talento, fanno si che ti venga cucita addosso la non sempre comoda etichetta del predestinato.

Dal punto di vista tecnico, Mandragora è un regista di centrocampo capace di interpretare eccellentemente entrambe le fasi di gioco. Fa quasi tutto con il piede sinistro. Col tempo dovrà lavorare molto per migliorare la forza e la precisione dell’altro piede.

Quando il talento è cristallino diventa inevitabile finire sotto gli occhi di tutti. Anche di chi sui giovani scommette spesso e volentieri, come il Sassuolo di Squinzi. Non a caso, il nuovo ds Angelozzi è andato a seguirlo da vicino in estate apprezzandone tanto le qualità. E le conferme anche in campionato di Sensi sono una conferma di come possa valere presto magari già il grande salto in Serie A, aspettando intanto che prosegua su questa strada in B.

Davide Calabria. La classe non è acqua e quando un calciatore la possiede si nota fin dalla giovane età. E' questo il caso di Davide Calabria, giovane terzino classe 1996, che sta riuscendo a imporsi nel nuovo Milan di Sinisa Mihajlovic.

Prodotto della 'Cantera' rossonera, e impiegato prevalentemente nel ruolo di terzino destro, nonostante sia di fatto ambidestro, il ragazzo bresciano, dopo aver fatto tutta la trafila nelle Giovanili del club milanese, ha stupito per l'impatto con cui è entrato in partita nella sfida contro il Palermo, e ha giocato bene anche nell'ultimo successo del Diavolo sul campo dell'Udinese, dove è stato impiegato da titolare.

Nato a Brescia il 6 dicembre del 1996, Davide Calabria si innamora del pallone fin da giovanissimo. I primi calci li tira con la Virtus Adrense, a 10 anni su di lui piombano per prime Atalanta e Brescia ma il ragazzo sceglie il Milan. Per Calabria inizia così la trafila nelle Giovanili rossonere, in cui riesce a ritagliarsi sempre un ruolo da protagonista.

Nel 2015-16 il classe 1996, con il nuovo tecnico Sinisa MIhajlovic, è aggregato in pianta stabile alla Prima squadra. Il Milan intende puntare su di lui e il tecnico serbo non esita a dargli spazio già dal precampionato. Con l'Alcione l'allenatore serbo lo utilizza da esterno basso a sinistra, e lui lascia intravedere ottime cose. Nonostante non sia un colosso (un metro e 76 cm per 70 chili) il coraggio e la determinazione sono fra le qualità più importanti di Calabria, che difficilmente tira indietro il piede nei contrasti. Ambidestro, il giovane bresciano ha una grande facilità di corsa e un'abilità innata nel cross, che gli permette spesso di essere determinante anche nella fase offensiva.

Gianluigi Donnarumma, il portiere che ha esordito in Serie A a 16 anni. Sta giocando nel Milan al posto del titolare Diego López, è molto promettente ed è ovviamente nel giro delle Nazionali giovanili. Donnarumma è diventato il secondo portiere più giovane ad esordire in Serie A: il primo posto è di Gianluca Pacchiarotti, che nel 1980 a 16 anni e 6 mesi giocò dieci minuti nel Pescara in Perugia-Pescara (Donnarumma ha per la precisione 16 anni e 8 mesi).
Di Donnarumma si parla molto bene da diverso tempo. Già l’anno scorso l’allenatore del Milan

Filippo Inzaghi lo portò in panchina nell’ultima giornata di Serie A contro l’Atalanta. In estate ha ricevuto i complimenti anche dall’allenatore della Nazionale Antonio Conte – che lo ha definito uno dei due «elementi di prospettiva» dell’Under 17 – e ha giocato diverse partite con la prima squadra.
Donnarumma è nato il 25 febbraio 1999 a Castellammare di Stabia, in Campania. È fratello minore di Antonio Donnarumma, 25enne calciatore professionista che oggi gioca come terzo portiere al Genoa.

Fino al 2013 ha giocato nel Club Napoli Castellammare. A quei tempi fece un provino con l’Inter, ma lui stesso ha detto di aver preferito il Milan perché è la squadra per cui fa il tifo. Dal 2013 a oggi è salito di tre categorie fino a giocare in prima squadra. Il suo debutto non era previsto da molti all’inizio dell’anno: fino a poche settimane fa il secondo portiere della rosa del Milan era Christian Abbiati, che però ora viene considerato il terzo. L’amministratore delegato ha giustificato la scelta di far giocare titolare Donnarumma spiegando che «sta facendo benissimo in allenamento».

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