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martedì 25 luglio 2017

La UEFA cambierà il Fair Play Finanziario



La UEFA aveva introdotto il Fair Play Finanziario nel 2011 per risistemare i conti del calcio.

Non è un mistero che l'obiettivo del Presidente Aleksander Ceferin, dal momento della sua elezione, sia quello di aggiornare un sistema che probabilmente oggi non è più adatto. Il Fair play finanziario ha bisogno di un adeguamento: troppi top player in un numero ristretto di squadre e la necessità di aumentare la competitiva nei tornei internazionali. Questi gli ambiti individuati su cui sarà necessario un intervento.

Prezzi alle stelle, valutazione di Neymar che assume contorni "pazzeschi", il rischio di una "bolla". Anche la UEFA è al lavoro per porre un freno, mettendo mano al Fair Play Finanziario. Vediamo come funzionava e come può cambiare.

Come funziona il FFP È il sistema di regole introdotto dall’UEFA nel 2011 per risistemare i conti del calcio (e riguarda le squadre che si qualificano per le coppe). Si basa sul principio "spendi quanto guadagni": niente debiti con altri club o persone; pareggio di bilancio. I conti sono valutati per triennio. Il ciclo 2015-2018 consente un deficit di bilancio (escluse le spese virtuose tipo stadio o giovanili, non considerate) al massimo di 30 milioni: se i primi due anni, per esempio, un club perde 30 e 20 milioni, nel terzo dovrà avere un attivo di 20 milioni.

Chi non rispetta il FFP può essere sanzionato, trovare un accordo con l’UEFA (settlement) o proporre un accordo (voluntary agreement).

VIOLAZIONI, 2 SISTEMI — Settlement Se un club non rispetta le regole, sarà sanzionato dall’UEFA. Può «accettare» le sanzioni (questo è il settlement): in questo caso subirà delle limitazioni (multe, rose ridotte nelle coppe, limiti nel mercato etc fino alla squalifica) per un periodo determinato alla fine del quale, se è rientrato nei parametri, sarà considerato in regola.

Voluntary Nel 2015 l’UEFA ha introdotto il voluntary, un sistema per club in particolari difficoltà finanziarie o con nuove proprietà. Ai club è permesso di presentare un piano di rientro che, se accettato dall’UEFA, consentirà al club stesso di agire più liberamente: ma alla fine i parametri dovranno essere rispettati altrimenti le sanzioni saranno più rigorose.

L’UEFA s'è accorta che il Fair play finanziario ha bisogno di un adeguamento alle nuove esigenze ed è al vaglio ci sarebbero alcune iniziative: una limitazione degli stipendi da parte dei club (la classica Salary Cup), una riduzione delle rose (con una regolamentazione di prestiti e acquisti durante le finestre di mercato) e infine una tassa sugli stipendi sopra una certa cifra  dei calciatori più importanti.

Luxury Tax Una percentuale sugli stipendi e/o sul cartellino dei giocatori. Se uno compra Messi per 100 milioni, paga al sistema una cifra tra il 10% (10 milioni) e il 100% (altri 100 milioni). Stesso discorso per lo stipendio. Soldi da distribuire a club, Leghe, Champions: si vedrà.

Salary Cap È una limitazione degli stipendi che un club può pagare. Si può fissare un tetto massimo per giocatore ma, più facilmente, un tetto massimo per squadra, con fasce salariali diverse per giocatori di diverso valore, esperienza etc.

Limiti alle rose Si pensa a tetti alle rose; limiti agli acquisti nelle finestre di mercato (non puoi comprare tutti i giocatori che vuoi); regolamentazione dei prestiti (ha senso prestare un giovane, non un trentenne). Si punta a intervenire sul sistema trasferimenti.

L'indebitamento sarà legittimo ove finalizzato alla creazione di business per la società sportiva che dalla spesa dovrà ottenere ( come nel caso dello stadio di proprietà) un ritorno in termini di solidità economica e strutturale. Dal 2017-2018 le società non potranno spendere più di quanto fatturano.

Verrà ovviamente creato un organismo di controllo che dovrà vigilare sul corretto adempimento degli obblighi finanziari imposti dalla UEFA ed, in caso di deferimento agli organi disciplinari, si rischieranno sanzioni pesantissime. Ciò ovviamente inciderà in modo determinante sulle scelte di mercato delle compagini professionistiche che potranno investire sugli atleti solo a fronte di ricavi che lo consentiranno e di bilanci assolutamente in linea con i parametri dettati dalla UEFA. Ulteriore conseguenza di tutto ciò sarà che i dirigenti di società professionistiche dovranno affinare le loro competenze in campo aziendale, fiscale e giuridico oppure, in caso contrario, lasciare spazio a una nuova generazione managers.




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