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martedì 28 giugno 2016
Milan: sì ai cinesi. 750 milioni per l'80 per cento
Giornata importante per il futuro del Milan. Sia per quel che riguarda il campo, che per la società. Oggi Vincenzo Montella ha trovato l'accordo con la società rossonera e presto sarà annunciato come nuovo allenatore. Il tecnico napoletano ha vinto la concorrenza di Cristian Brocchi e Marco Giampaolo, destinato a prendere il suo posto alla Sampdoria. Un altro passo importante è stato fatto però per quel che riguarda la cessione della quota di maggioranza del club: il presidente Silvio Berlusconi si è infatti convinto a vendere l'80 per cento del club.
La cordata cinese che è guidata da Robin Li (fondatore di Baidu, il Google cinese) e vede la partecipazione del gruppo Evergrande, pagherà 750 milioni di euro, compresi 240 milioni di debiti. Per i primi tre anni Berlusconi rimarrà presidente, poi gli investitori cinesi potranno acquistare il restante 20 per cento. Destino simile per Adriano Galliani, che rimarrà per tre stagioni e collaborerà col nuovo amministratore delegato, Nicholas Gancikoff.
Gli ultimi particolari della cessione sono stati messi a punto nelle ultime settimane. Berlusconi, oltre alla possibilità di rimanere alla presidenza anche per i prossimi tre anni, aveva chiesto garanzie sugli investimento necessari per riportare il Milan tra le prime squadre d'Europa: la sua idea è quella di poter annunciare ai tifosi di aver lasciato il Milan in buone mani e di aver traghettato verso soci che saranno altrettanto "generosi" nel comprare campioni senza badare troppo al bilancio. E' questo il motivo che ha portato i cinesi a chiedere di rilevare subito l'80 per cento delle quote, invece del 70 per cento inizialmente previsto: secondo i meccanismi del contratto, il restante 20 per cento ha una valutazione superiore, in modo che siano garantiti ulteriori investimenti per la squadra. Ora occorrerà recuperare il tempo perduto in una tratttiva complicata e che si è prolungata anche per l'operazione subita da Berlusconi e dedicarsi al mercato. Il solo acquisto di Gianluca Lapadula non sarà sufficiente e riportare subito il Milan in alto.
Dopo 30 anni alla guida del club rossonero e 5 Champions League vinte, l'ex Cavaliere passa la mano ai cinesi, guidati da Robin Li (miliardario numero uno del motore di ricerca Baidu) che partecipa a titolo personale e dal colosso dell'immobiliare Evergrande. I nuovi proprietari acquistano subito l'80 per cento del Milan, con una valutazione del Milan attorno ai 750 milioni di euro (compresi 240 milioni di debiti). Berlusconi, tuttavia, rimarrà presidente per i primi tre anni, poi i cinesi avranno la possibilità di rilevare anche il restante 20 per cento (nel 2019).
Il Milan ha l'accordo con Vincenzo Montella, che fra oggi e domani diventerà ufficialmente il nuovo allenatore rossonero: deve prima trovare l'intesa con la Sampdoria per liberare l'ex attaccante, sotto contratto fino al 2018 con una clausola di circa 1 mln. L'ad Adriano Galliani ha concordato un biennale con l'agente di Montella, Alessandro Lucci.
Vincenzo Montella conosce l’arte di arrangiarsi: fa con quello che ha, senza troppe pretese. Da se stesso e dai giocatori, però, pretende eccome: a prescindere dagli interpreti e dalla loro qualità individuale vuole che la squadra abbia un gioco piacevole e riconoscibile, offensivo e pungente. Al Milan cercherà di trasmettere questa mentalità. Ci vorrà del tempo, ma insisterà su alcuni concetti e soprattutto sul palleggio e sul possesso palla, uno dei suoi punti fermi. Il problema è che la rosa del Milan non brilla per qualità tecniche e quindi Montella dovrà lavorare parecchio per far giocare la squadra come piace a lui.
È difficile ipotizzare oggi il Milan che ad agosto inizierà il campionato. Il mercato è lungo e il gruppo rossonero necessita di un forte cambiamento. Però provando a ipotizzare una formazione titolare emergono anche le indicazioni sui ruoli scoperti. Negli anni scorsi Montella ha schierato sia la difesa a tre sia la difesa a quattro: l’abbondanza di terzini e la penuria di centrali consiglia al momento quella a quattro. Romagnoli sarà ancora più importante proprio per la volontà di Montella di costruire il gioco da dietro. Con la rosa attuale si possono ipotizzare due moduli di riferimento: il 4-2-3-1 e il 4-3-3. Nel primo caso davanti alla difesa giocherebbero Kucka (o Poli) e Montolivo (o Bertolacci). Il capitano sarebbe il secondo anello della catena di gioco dopo Romagnoli. Dietro al centravanti (Bacca, se resta; altrimenti Lapadula) si muoverebbero tre trequartisti: a destra Honda o Suso, a sinistra Bonaventura, in mezzo il campione che il Milan dovrà individuare sul mercato e che sarebbe il terzo anello della catena di gioco. In quel ruolo è indispensabile un acquisto di grande livello, che garantisca fantasia, assist e gol.
Clamoroso Higuain. L'agente: 'Napoli? Progetto non vincente
Una bomba che scuote l'ambiente, perché il matrimonio Napoli-Higuain sembrava ad un passo dal rinnovo. Non lascerà l'azzurro, ma «Gonzalo non rinnoverà». Lo ha detto il fratello-agente Nicolas alla radio argentina Continental.
Il Napoli teme, perché il suo giocatore più rappresentativo, Gonzalo Higuain sta mettendo in dubbio il proprio futuro. La punta argentina, reduce dal deludente finale di Coppa America, ha confermato tramite l'agente di non voler rinnovare con il Napoli. A lui si è aggiunto nel pomeriggio anche Marek Hamsik, che ha frenato su un possibile rinnovo.
Intervenuto a Radio Crc Nicolas Higuainha rincarato la dose: "Si era parlato di un progetto da Champions, un progetto convincente per lottare per lo scudetto, ma siamo coscienti del fatto che siamo ancora lontani. Quest'anno abbiamo finito il girone d'andata al primo posto, ma lo sforzo della società è stato nullo perchè non abbiamo visto la società fare acquisti importanti per lottare per lo scudetto. La società sta vedendo di acquistare giovani giocatori di prospettiva, ma noi crediamo che dovrebbe fare uno sforzo e portare giocatori in grado di lottare con la Juventus, che vince lo scudetto da cinque anni consecutivi. Ma mi sembra che la linea della società, pur rispettabile, non è quella giusta per far la guerra alla Juve. Ogni mattina leggo le notizie della stampa mondiale, si parla di fattori esterni per i rifiuti dei calciatori al Napoli. Si dice che non vogliano venire per i diritti d'immagine, per la città, allora devo pensare che gli unici pazzi al mondo che hanno lasciato il Real Madrid per Napoli sono Gonzalo, Albiol e Callejon? Secondo me il problema è un altro, non capisco come un giocatore di una squadra piccola nel calcio italiano non voglia venire a Napoli. Noi siamo convinti di non rinnovare il contratto, se poi il presidente accetta un'offerta più bassa della clausola vedremo. Forse il mio pensiero è in contrasto con quello del Napoli o forse conviene arrivare al secondo posto e giocare la Champions, ma noi vogliamo vincere.
Parlando a Closs Continental in Argentina, il fratello e agente di Gonzalo Higuain ha confermato la volontà del Pipita di lasciare il Napoli. Aurelio De Laurentiis sta facendo muro su un possibile addio, ma la volontà è quella di lasciare: "La situazione è questa: il presidente chiede la clausola per lasciare andare Gonzalo e noi abbiamo il diritto di rifiutare il rinnovo. Siamo arrivati a Napoli con la promessa di un progetto vincente: disputare la Champions e vincere lo scudetto, ma poi il club è stato scorretto a disattendere gli impegni. Aurelio De Laurentiis ha tutto il diritto di rivendicare una clausola che è effettivamente sul contratto ma io e mio fratello abbiamo deciso assieme di non accettare il rinnovo".
Io al Psg? Non ho mai parlato di Gonzalo con altri club per una questione di rispetto - continua Nicolas Higuain -. Sono in Argentina da un mese, sono stato anche a Parigi per vedere il Psg perché ho anche altri calciatori francesi in procura e tanti amici nel mondo del calcio, ma ormai mi vedono ovunque, hanno anche detto che ero con Klopp e invece non c’è nulla di vero. Non ho bisogno di parlare di mio fratello col club parigino, se il Psg lo vuole deve chiamare De Laurentiis, non me. Gonzalo non so se si aggregherà con la squadra a Dimaro o se raggiungerà il Napoli dopo. Nel mio cuore c’è sempre questa città, la ammiro e la rispetto così come mio fratello, amiamo la tifoseria e questo rapporto di amore non è un problema, anzi. Il problema è calcistico, pensiamo che il progetto non permetterà a questa squadra di fare una bella figura in Champions».
Intervenuto ai microfoni del portale slovacco Sport.sk anche lo stesso Marek Hamsik ha frenato su un possibile rinnovo: "Credo di aver disputato un buon torneo e sono felice che si sia dato valore alle mie prestazioni. Rinnovo? Vedremo, ora penso solo a riposare. E' stato un anno difficile, con tantissime partite. Voglio godermi la mia famiglia".
domenica 26 giugno 2016
Calciomercato Milan: il regalo dalla Cina
I cinesi puntano all'80% delle quote. La firma del preliminare potrebbe essere annunciata in occasione del ritiro del 7 luglio. Subito pronti 100 milioni per il mercato.
Non il 70% di cui si era parlato fino a oggi, ma addirittura l'80%. Il gruppo cinese, che potrebbe rilevare il Milan già a inizio luglio - l'annuncio della firma del preliminare potrebbe essere data il 7 luglio, giorno del ritiro dei rossoneri - alza il tiro e punta a una quota da subito molto elevata della società. Questo perché l'intenzione sarebbe quella di rendere più snello il sistema delle garanzie sulla parte restante che sarà acquisita negli anni successivi, in linea di massima nell'anno e mezzo successivo. Per quel che riguarda la chiusura si dovrebbe andare a settembre.
Il Milan pensa in grande. Galatioto e Gancikoff, advisor del consorzio cinese, sono al lavoro per dare l'accelerata definitiva nella trattativa che porterà l'80% delle quote rossonere in mani orientali, con il 20% che resterà nelle mani di Silvio Berlusconi (che nel giro di due anni, poi, uscirà di scena). E il consorzio è pronto ad investire, con decisione, sul mercato, per portare profili di alto livello a Milano, dopo l'acquisto, non del tutto gradito, di Gianluca Lapadula.
Come ha scritto il Corriere dello Sport, due sono i nomi che stuzzicano i, possibili, nuovi proprietari, uno in campo e uno in dirigenza. Il primo è Romelu Lukaku, attaccante del Belgio in uscita dall'Everton, che vuole misurarsi in un campionato differente dalla Premier League. Prezzo elevato, certo, ma i cinesi sono pronti ad investire 100 milioni di euro sul mercato. E i rapporti con Raiola possono aiutare. Il secondo è quello di Marcello Lippi: niente Nazionale per l'ex ct, che ritorna di moda per la carica di direttore tecnico, con Brocchi o Giampaolo in panchina. Grandi manovre, quindi, tra campo e scrivania.
Si segue anche il baby talento Pjaca. In attesa di far partire concretamente l'assalto a Lukaku, in via Aldo Rossi si segue molto da vicino Marko Pjaca, talento classe '95 della Dinamo Zagabria che ha ben impressionato a Euro 2016 e che è nel mirino del Milan ormai da diverso tempo. I rapporti tra Galliani e l’agente del fantasista croato - riferito da Tuttosport - non sono mai cessati, tanto da rendere possibile un nuovo assalto ora che il ragazzo ha concluso la spedizione in Francia.
Capitolo difesa: i rossoneri seguono da vicino il centrale svizzero del Sion Léo Lacroix, 24enne che piace anche a Roma e Inter, e stanno parlando con il procuratore di Konko, in scadenza di contratto con la Lazio, per cercare di trovare un accordo. Infatti, il terzino francese al quale Lotito non è intenzionato a rinnovare il contratto, sarebbe in contatto con la società milanese. Queste le parole del suo agente, Daniele Conte: “Konko al Milan? Si, ne stiamo parlando affinché la trattativa possa decollare. Ma al momento si è solo parlato Abdoulay è libero, può accasarsi dove vuole”.
Il Milan continua a valutare il profilo del trequartista del Palermo, Franco Vazquez. Secondo Tuttosport, il presidente Maurizio Zamparini, ha aperto alla possibilità di inserire delle contropartite tecniche nell'operazione e l'ad Adriano Galliani sta pensando ai profili di José Mauri, Rodrigo Ely e Gabriel Paletta che sono graditi ai rosanero.
Profili internazionali dunque quelli su cui sta lavorando Adriano Galliani, in controtendenza con il Milan tutto italiano di cui ha più volte parlato il presidente Berlusconi, anche se per l'attacco non è ancora tramontata la pista Pavoletti, che ha un cartellino dal prezzo decisamente più abbordabile di quello di Lukaku.
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venerdì 24 giugno 2016
Lettera d'addio di Morata: 'Mi sentirò per sempre juventino'
Alvaro Morata scrive al mondo Juventus per ringraziare tutti al termine del biennio con la maglia bianconera. Il Real Madrid nella giornata di martedì aveva annunciato di aver esercitato il diritto di recompra a 30 milioni di euro. "Ovunque mi troverò, mi sentirò sempre uno juventino e potrò dire orgoglioso e ad alta voce che ho indossato la maglia della Juventus e di essere stato campione con questa squadra". Alvaro Morata saluta così il club bianconero, sul suo sito ufficiale, dopo che il Real Madrid ha esercitato nei giorni scorsi il diritto di recompra dell'attaccante spagnolo, prossimo avversario dell'Italia a Euro2016. "Grazie a tutti per avermi permesso di far parte di questa famiglia", scrive Morata "con tutto l'affetto".
La lettera di Morata è apparsa sul suo sito ufficiale. "Non è facile per me scrivere questa lettera", sottolinea Morata, che ha indossato la maglia della Juventus per due stagioni. "In primis voglio ringraziare tutte le persone che hanno creduto in me, che hanno puntato su di me e che mi hanno trattato benissimo - scrive l'attaccante - affinché io fossi felice alla Juventus e a Torino". Il giocatore spagnolo cita in particolare il presidente Andrea Agnelli, Pavel Nedved, John Elkann, Giuseppe Marotta, Matteo Fabris e "soprattutto" Fabio Paratici e Javier ribalta. "Grazie a tutti coloro - aggiunge - che fanno parte della Juve" e, in particolare, "a tutti i tifosi juventini per il grande sostegno e l'affetto incondizionato che non mi hanno fatto mai mancare. Grazie all'allenatore per la fiducia riposta in me e per avermi fatto diventare un calciatore migliori, ai capitani per essersi presi cura di me con tanta dedizione e ai miei compagni di squadra per tutti gli incredibili giorni passati con loro, perché è stato spettacolare vincere con loro. Rimango segnato da questa società, dalla sua storia e da tutti voi".
Alvaro menziona tutti i protagonisti della sua avventura alla Juventus: "Grazie al presidente Andrea Agnelli, a Pavel Nedved, John Elkan, Giuseppe Marotta, Matteo Fabris e, soprattutto, a Fabio Paratici e Javier Ribalta (responsabile degli osservatori internazionali.
Grazie a tutte le persone che lavorano per questa grandissima società che è la Juventus. Magazzinieri, fisioterapisti, dottori, corpo di sicurezza, cuochi… Insomma grazie a tutti coloro che fanno parte della Juve. Grazie ovviamente a tutti i tifosi juventini di tutto il mondo per il grande sostegno e l’affetto incondizionato che non mi hanno fatto mai mancare. Grazie all’allenatore per la fiducia riposta in me e per avermi fatto diventare un calciatore migliore, ai capitani per prendersi cura di me con tanta dedizione e ai miei compagni di squadra per tutti gli incredibili giorni passati con loro, perché è stato spettacolare vincere con loro".
Calciomercato: ecco cosa cambia con la Brexit
La data del 23 giugno 2016 potrebbe rivoluzionare le sorti della Gran Bretagna e di tutta Europa. In ogni ambito. Pro o contro Brexit? Leave or Remain?
Economiche, ma non solo, saranno le ripercussioni nel settore. “Tanti calciatori che per esempio militano nella Premier o nella Football Championship non sono cittadini residenti in Inghilterra ma provengono dal resto d’Europa. Teoricamente fino a ieri potevano muoversi liberamente e portare professionalità nel campionato di appartenenza. Oggi dovranno chiedere un permesso di soggiorno al ministero degli Interni.
Secondo il Telegraph, con la Gran Bretagna a favore del "Leave", più di 100 giocatori perderanno il proprio permesso di lavoro e dunque non potranno più giocare nei club di Premier. Se prendiamo in considerazione le normative vigenti, giocatori come Payet, Kante e Martial non potrebbero giocare con West Ham, Leicester e Manchester United, perché nessuno di loro era un giocatore della propria nazionale quando hanno firmato per i rispettivi club. Questione di storia calcistica , insomma, ma non solo.
La Premier League, il campionato più ricco e tra i più belli del mondo, sarebbe costretta a modificare la sua legislazione. Attualmente due terzi dei giocatori che giocano in Inghilterra non avrebbero i requisiti necessari per ottenere il permesso di soggiorno e di lavoro nel paese. I giocatori ritenuti ora comunitari cesserebbero di essere tali e anche per loro crescerebbero le restrizioni. Un calciatore straniero, infatti, può giocare in Premier soltanto se fa stabilmente parte della nazionale del suo paese d’origine. Tanti sono anche gli allenatori non britannici che occupano le panchine delle 20 squadre della massima serie e di quelle delle serie minori (Ranieri, Conte, Mazzarri, Guidolin gli italiani, poi Mourinho, Guardiola, Wenger, Pochettino e così via); anche per loro varrebbe lo stesso discorso dei calciatori, secondo quanto stabilito dal Ministero degli Interni.
E i giovani talenti? Ad oggi sono consentiti i trasferimenti di minori di età compresa tra i 16 e i 18 anni all'interno dell'UE o del SEE, pertanto la Gran Bretagna potrebbe perdere questo vantaggio su giocatori come lo spagnolo Bellerìn, che all'Arsenal si è unito a 16 anni. Il fronte del "Leave", manco a dirlo, vede la Brexit un'opportunità positiva per il mondo del calcio britannico: "Il Regno Unito sarà libero di trattare calciatori di tutti i Paesi allo stesso modo e ampliare il pool di talenti per le nostre squadre, non ridurlo"aveva detto Brian Monteth, della Leave.eu.
Oggi sarebbero oltre centro i giocatori della prima divisione inglese ad avere bisogno di un permesso speciale per rimanere nelle loro squadre, e i numeri salgono fino a oltre 400 calciatori se si considerano anche la Championship e la Scottish Premiership. A questi vanno aggiunti tutti quelli che sarebbero costretti all’esodo. Le formazioni subirebbero notevoli cambiamenti (Watford, Newcastle ed Aston Villa, ad esempio, potrebbero veder partire fino a 11 giocatori). In più, le limitazioni per i giocatori extracomunitari influirebbero anche sul capitolo diritti tv, con le emittenti che vedrebbero diminuite le loro possibilità di vendere le gare del campionato anche oltreoceano in assenza di star di interesse mondiale. In ogni caso la Premier League ricopre una posizione importante nell’economia dell’Inghilterra ed è dunque facile immaginare che lo stesso governo post Brexit correrebbe ai ripari per evitare un generale indebolimento del calcio nel paese.
Una soluzione, forse la più probabile, costringerebbe la FA di modificare le attuali leggi. Altre strade portano ad un potenziamento dei giovani calciatori britannici (che da un lato darebbe maggiore spazio ai giovani inglesi, scozzesi, irlandesi e gallesi, dall'altro richiederebbe una notevole quantità pazienza in termini di tempo). E per quanto riguarda il mercato internazionale? I calciatori britannici tesserati dai club europei andrebbero ad occupare uno slot riservato agli extracomunitari, rischiando di modificare i piani delle società che intendono acquistarli. E ancora, altre ripercussioni potrebbero verificarsi per quei tifosi che desiderano seguire le trasferte delle loro squadre in Champions League, dal momento che potranno andare incontro a nuove limitazioni. Commercio, economia, politica e… sport. Il calcio aspetta di capire cosa potrà accadere e nel frattempo si interroga, a partire dagli stessi giocatori.
Una cosa è certa: non cambierà la possibilità di ingaggiare gli svincolati, per i club di Premier. La "Legge Bosman", infatti, è inserita nel regolamento Fifa e non in quello Uefa.
martedì 21 giugno 2016
Inter- Candreva c'è l'intesa
La trattativa per portare in nerazzurro l'esterno della Nazionale e della Lazio è in piedi: ma c'è differenza tra domanda e offerta.
Difficile, difficilissimo. Con un muro alzato e la volontà totale da parte del Sassuolo di trattenere Domenico Berardi, l'operazione per l'Inter resta complessa al di lá di ogni tentativo o dichiarazioni. Con la Juventus che spera di riuscire a riprenderlo dal prossimo anno, questo il progetto. E l'Inter che spinge sempre di più per il nome da mesi graditissimo a Roberto Mancini: quell'Antonio Candreva oggi protagonista in azzurro, ieri già vicino all'Inter quando a gennaio il ds Piero Ausilio lo ha trattato con Lotito, senza successo. Ma adesso è un'altra storia, la trattativa procede e l'Inter spera. Con particolare fiducia di anticipare Chelsea, Napoli e anche Milan, tutte molto interessate.
In queste ore c'è stato un nuovo appuntamento nella sede nerazzurra, pieno centro di Milano, tra Ausilio e Federico Pastorello, agente di Candreva. Un appuntamento servito a consolidare il gradimento del giocatore - ottenuto da mesi come vi abbiamo anticipato ad aprile - e farlo diventare proposta contrattuale: tre o quattro anni attorno ai 2,5 milioni a stagione per Candreva, cui aggiungere potenziali bonus su cui si è discusso. L'Inter ha scelto di portarsi avanti e mantenere una corsia preferenziale per evitare inserimenti rischiosi, col Napoli che spinge e il Chelsea di Conte che valuta. Ribadendo a Candreva come sia Roberto Mancini il suo primo sponsor:lo vuole, lo aspetta, lo desidera da un anno. E adesso si può fare ma si deve stringere con la Lazio e servirà pazienza: chiesti 28 milioni per arrivare a chiudere intorno ai 25, offerti 18 compresi bonus. Nuovo contatto presto, perché anche Lotito ha capito che ormai Candreva vuole andare.
Nell'appuntamento si è accennato anche a un altro profilo dello stesso entourage di Candreva: Pablo Zabaleta, terzino destro che può essere valida alternativa a Ansaldi, per cui il Genoa continua a resistere. Argentino anche lui, Zabaleta ha ormai 31 anni e l'idea dell'Inter sarebbe di prenderlo per pochissimi milioni, visto che il contratto col Manchester City scade nel 2017 e il giocatore vorrebbe un'esperienza italiana. Mancini lo ha già allenato e ha chiesto di prendere informazioni, l'Inter si è mossa (come anche la Roma) e attende di capire se Guardiola lascerebbe partire Zabaleta senza troppe resistenze e a prezzo basso. Palla a Pep, ma Ausilio è in fila con la Roma. E tratta Candreva con un'idea Zabaleta. Per l'Inter che verrà, a immagine e somiglianza di Roberto Mancini.
Il club nerazzurro per assicurarsi il giocatore avrebbe messo sul piatto 16 milioni di euro a fronte dei 25 chiesti dalla Lazio. C'è differenza, dunque, tra domanda ed offerta e al momento Lotito non è intenzionato a indietreggiare di un centimetro. Ecco perché, a poche settimane dall'apertura del calciomercato, la sensazione è che quella di Candreva sarà una telenovela che ci porteremo dietro per tutta l'estate.
sabato 18 giugno 2016
Inter- Milan derby per Franco Vazquez
In passato, dalle solite voci sul calciomercato, arrivavano indiscrezioni sul possibile derby tra Milan e Inter per Vazquez, giocatore del Palermo. Il presidente Maurizio Zamparini esclude praticamente che i nerazzurri siano in fila per l’attaccante. In Lega Calcio aveva detto: “Ho un ottimo rapporto con Berlusconi e Galliani, sarei felice se andasse al Milan. C’è anche l’interesse di due club inglesi“.
Il mercato dell'Inter è bloccato, quello del Jiangsu no e così, il gruppo Suning, ha provato il colpaccio per la propria squadra cinese. Come riportato daSportitalia, c'è stata la volontà da parte del gruppo asiatico di portare Franco Vazquez nella Super League. L'offerta era di quelle irrinunciabili, sia per il club per il calciatore: 25 milioni a Zamparini e 10 a stagione al Mudo, con la promessa che dopo un anno sarebbe finito all'Inter. Ma Vazquez ha detto no.
Il fantasista del Palermo vuole una nuova avventura, ma il suo obiettivo è restare in Europa. Meglio ancora se in Italia, dove l'italoargentino si trova benissimo e, soprattutto, dove c'è il Milan che ha già allacciato i primi contatti per portarlo in rossonero. Bisogna aspettare gli sviluppi societari, ma le probabilità di un arrivo di Vazquez a Milano sono in costante crescita.
A facilitare questa trattativa ci sono anche i buoni rapporti tra il presidente rossonero, Silvio Berlusconi, e quello rosanero, Maurizio Zamparini, che già l'anno scorso avrebbe voluto cedere Dybala al Milan. Le sue richieste per Vazquez sono alte, ma per 15 milioni di euro si può arrivare all'intesa.
Dopo il 15 giugno, infatti, il Milan potrà intavolare trattative e acquistare giocatori. Come Franco Vazquez, che piace a Galliani e al Milan e per il quale ci sono stati nuovi contatti con il Palermo. Galliani e Zamparini, comunque, aspettano la definizione del quadro societario del 15 giugno prima di incontrarsi per, eventualmente, tentare di acquistare il numero 20 rosanero. Appuntamento dopo il 15, con Vazquez nel mirino rossonero".
Fino a fine mese, e quindi fino all'eventuale acquisizione da parte dei cinesi della società di via Aldo Rossi, purtroppo il mercato è praticamente bloccato. Galliani sta lavorando sottotraccia a prospetti che potrebbero soddisfare le esigenze del futuro allenatore. Di nomi se ne fanno tanti. Continua il pressing su Zamparini per avere Vazquez, nel mirino anche del Tottenham: il presidente rosanero però continua a sparare alto e non scende sotto la richiesta di 25 milioni per l'italo-argentino, che, indipendentemente dalla scelta dell'allenatore garantirebbe la qualità nell'ultimo passaggio, che tanto è mancata al Milan delle ultime stagione.
lunedì 6 giugno 2016
Cessione Milan: trattativa verso la conclusione o una soluzione
Silvio Berlusconi non sarebbe più convinto di cedere la quota di maggioranza del Milan. Il presidente pretende dai cinesi garanzie economiche e tecniche. La questione appare sempre più complicata e spinosa ma che potrebbe proporre un’incredibile novità. Dopo aver messo a punto il “piano A” (vendita ai cinesi guidati da Sal Galatioto, Emery allenatore) e il “piano B” (niente cinesi, gestione minimalista di Fininvest con Brocchi allenatore) ecco che potrebbe spuntare il “piano C”, che prevede un ritorno di fiamma del gruppo di investitori asiatici facenti riferimento a Mr. Bee, scomparso dalla scena della trattativa fin dallo scorso inverno, dopo aver fallito la raccolta di 480 milioni di euro per acquisire il 48 per cento delle azioni rossonere. Eppure potrebbe essere realtà. Nel bel mezzo della trattativa tra il Milan e la cordata cinese, quando ormai mancavano solo i “sì” per firmare l’accordo preliminare, è saltato fuori nuovamente Mr.Bee Taechaubol.
Dentro o fuori, la trattativa tra Fininvest e la cordata cinese guidata da Sal Galatioto per il passaggio di quote del Milan si sta avvicinando veloce verso una conclusione, in modo positivo o negativo: infatti intorno al 15 di giugno è attesa la presentazione di un'offerta formale e la risposta di Berlusconi) si intensificano i contatti tra le parti per limare gli ultimi particolari, ma l'ostacolo più grande è sempre lo stesso, la volontà ancora non chiara del presidente rossonero.
Quasi tutti gli incastri del puzzle sono al loro posto: la valutazione del club (circa 700 milioni di euro, compresi 240 milioni di euro di debiti) è ritenuta congrua, la lista degli investitori è stata presentata e valutata (da registrare la smentita del colosso di liquori cinese Kweichow Moutai), il piano di investimenti per lo stadio e per il mercato è valido e supportato anche da un progetto ambizioso per l'espansione del marketing. Resta qualche piccolo dettaglio da capire per quanto riguarda la dirigenza futura del Milan , anche se in linea di massima l'intesa c'è: Berlusconi resterebbe presidente onorario fino alla quotazione in borsa (tra i 18 e i 36 mesi a partire dalla firma, a seconda di alcune variabili, quotazione sul mercato di Hong Kong), sua figlia Barbara resterebbe nel cda e Galliani avrebbe temporaneamente in mano il mercato in attesa di definire nuovo amministratore delegato e soprattutto nuovo ds. Tutto sembra dunque pronto per le firme, ma c'è sempre una variabile della volontà di Silvio Berlusconi.
Difficile che il vertice possa accelerare i tempi e portare a una conclusione già in questa settimana, difficile che possa portare a una clamorosa riapertura di un tavolo con Bee Taechaubol come vogliono alcune voci, certamente porterà più chiarezza e apre la settimana cruciale di questa trattativa: in caso di risposte positive però passi più importanti potrebbero essere mossi non ad Arcore bensì in via Paleocapa, tra gli uffici di Fininvest e quelli del consolato cinese (sezione economica-commerciale) che possono offrire appoggio logistico alla delegazione di investitori in arrivo a Milano nei prossimi giorni.
Inter: chi è Mr Suning ?
Zhang Jindong: 'Porteremo tanti campioni, come ha fatto Moratti' Suning prende il 68,55% delle quote dell'Inter". Javier Zanetti: "Per me è una grande emozione essere qui ed è un onore rappresentare la mia società in questo momento. Abbiamo una grande storia, grandi valori e tifosi unici e speciali. Adesso arriva un grande gruppo come Suning, che ha competenza e grandi risorse. Tutti insieme dobbiamo fare un gran lavoro e fare un gran lavoro significa far felici i nostri tifosi. L'obiettivo della prossima stagione è costruire una squadra forte, che possa arrivare in fondo a tutte le competizioni e che possa tornare a giocare in Champions".
Secondo i dati di Forbes aggiornati al 31 maggio, il patrimonio personale dell’uomo che è ormai prossimo a muovere i fili societari dell’Inter, è di 3,9 miliardi di dollari. Solo 402 magnati al mondo, dando un’occhiata al proprio impero, possono guardare dall’alto verso il basso Zhang Jindong, proprietario della Suning Commerce Group, un colosso fondato nel 1996 che impernia il suo business su elettronica e elettrodomestici (gestisce il 20% di tutto il mercato cinese). La multinazionale vanta 13mila dipendenti, 1600 negozi in oltre 700 città tra Cina, Hong Kong e Giappone, e un valore complessivo stimato di 16,2 miliardi di dollari. Il dominio Suning.com è nato nel 2009 e in breve tempo è diventato uno dei siti più importanti di e-commerce in Cina. Nell'estate 2015 un altro colosso cinese del settore come Alibaba ha stretto un’alleanza strategica con Suning investendo 4,63 miliardi di dollari per l’acquisto del 19,99% delle azioni.
La genesi delle fortune è stata la vendita dei condizionatori (con il fratello che poi si è dedicato al mondo immobiliare) ma Jindong, che è anche un membro del parlamento cinese, in poco tempo è riuscito a bruciare le tappe: il marchio è stato quotato in borsa nel 2004 e SCG nel 2013 è diventata la prima società straniera di sviluppo e ricerca a posizionarsi nella Silicon Valley. A fine 2015 lo sbarco nel mondo del calcio con l’acquisto dello Jiangsu Suning che ha rinforzato con investimenti faraonici setacciando il mercato europeo: Ramires, Jo e Alex Teixeira sono i fiori all’occhiello di una campagna che ha condizionato anche gli scenari di mercato delle squadre europee. Tra i colpi mancati brillano anche quelli di Luiz Adriano e Guarin. La squadra è attualmente terza nel campionato cinese con 22 punti dopo 11 giornate, a meno 6 dalla capolista Guangzhou Evergrande. L’idea di diversificare il business, virando verso il mondo dei media, è ben chiara anche guardando alla nascita di PPTV, la web tv sulla quale è stato fatto un investimento importante (350 milioni di euro): basti pensare che ha acquisito i diritti per trasmettere per 5 anni la Liga spagnola.
Il prossimo passo è l’Inter e le ultime dichiarazioni di Jindong a "Beijing News" autorizzano sogni grandiosi: "L’ingresso di Suning nel calcio è stato effettuato sulla base di due considerazioni: la prima è che il calcio vanta tantissimi appassionati, e Suning cerca sempre gruppi di potenziali consumatori in base alle possibilità offerte dal mercato. Poi, lo sviluppo del calcio può migliorare la coesione sociale. Lo sviluppo del calcio può essere definito una responsabilità sociale. Se riusciamo a costruire in Europa una relazione forte con club e grandi giocatori, credo che il nostro brand riuscirà a penetrare nel sistema europeo. Per lo sviluppo del nostro settore potrebbe essere utile".
Zhang Jindong: "Grazie a tutti per la vostra presenza per me è un piacere essere qui con voi. Sono sicuro che siate emozionata tanto quanto me, anche perché entrando avete potuto vedere le immagini dei trofei vinti dall’Inter. Adesso facciamo parte di uno dei top club europei. Moratti ha portato tanti campioni e noi vogliamo seguire la sua linea, ricostruire il glorioso passato. Sono stato al San Siro e mi sono subito appassionato, sono diventato immediatamente interista".
domenica 5 giugno 2016
Zlatan Ibrahimovic: 7 giugno il futuro e la bomba dell'estate
Le parole di Zlatan Ibrahimovic non sono mai banali. A maggior ragione ora, che il suo futuro è ancora avvolto nell’incertezza. Ibrahimovic lo dice un po' ridendo e un po' no, come al solito. L'attesa per conoscere il suo futuro sale sempre di più, anche se pare ormai certo il suo approdo al Manchester United di José Mourinho.
Ancora qualche giorno, poi tutti sapranno. Ibrahimovic è tornato a parlare del suo futuro e ha confessato ai media svedesi che martedì svelerà il nome del club nel quale giocherà la prossima stagione.
Nell’immediato post amichevole giocata con la sua Nazionale contro il Galles e vinta 3-0 dalla Svezia, il campione ex Milan ha parlato così del suo futuro: : "Il 7 giugno vi dirò tutto sul mio futuro. La bomba che tutti voi stavate aspettando arriverà martedì - ha detto al termine della vittoria contro il Galles - Alcune notizie usciranno anche questa sera tardi ma il 7 giugno tutto verrà rivelato. Il mio prossimo club? E’ fantastico, è più che grande. Accadranno tante cose in quel giorno e tutti si divertiranno". Ibrahimovic, corteggiato dal Milan, ha ricevuto offerte da Inghilterra, Italia, Germania, Emirati Arabi, Russia, Cina, Qatar e Stati Uniti, ma, salvo una clamorosa retromarcia, ha deciso di firmare un contratto annuale con il Manchester United.
Innanzitutto la scelta della data: il 7 giugno Ibrahimovic lancerà la sua nuova linea di abbigliamento sportivo, la A-Z. Lo farà in diretta video su Facebook. Nulla insomma è lasciato al caso: nel giorno in cui Zlatan parlerà ai 25 milioni di utenti che lo seguono sul social network promuovendo il suo marchio, svelerà anche al mondo il club per il quale giocherà.
Dall'Inghilterra sono certi che Ibra dirà le fatidiche parole "Manchester" e "United".
SecondoSkySports Uk l'accordo con il club che ha appena accolto Mourinho sarebbe di una stagione (con stipendio superiore ai 15 milioni) e opzioni per un eventuale prolungamento. Le parole di Zlatan in nazionale non fanno altro che aggiungere suspense: tutti gli appassionati non vedono l'ora di scoprire quale maglia vestirà Ibra. In particolare i tifosi del Manchester United.
Inter-Suning, è fatta
Il vertice tra Thohir e Jindong ha avuto esito positivo. Domani annuncio e dettagli, stasera un brindisi alla nuova famiglia nerazzurra: è quanto fa sapere l'Inter riguardo il passaggio del club ai cinesi del Suning per una quota di circa il 70 percento. Di più l'Inter non dice ma sembra scontato che tutti gli accordi siano stati chiusi e sottoscritti. Erick Thohir e Zhang Jindong si sono visti a cena (ore 13 italiane) a Nanchino in Cina proprio per le firme di rito ma per sapere tutti i dettagli dell'operazione bisognerà aspettare le 15 cinesi di domani (ore 9 italiane).
L'Inter ha pubblicato sul proprio sito un comunicato ufficiale sulla cessione a Suning: "LUNEDÌ 6 GIUGNO ALLE 9.00 CONFERENZA STAMPA DA NANCHINO. È in programma per domani alle ore 15.00 a Nanchino (le 9.00 in Italia) una conferenza stampa nella quale prenderanno la parola il proprietario di Suning Holdings Group Zhang Jindong, il presidente di F.C. Internazionale Erick Thohir, il vice presidente nerazzurro Javier Zanetti e Gong Lei, vicepresidente di Suning Sports Group."
Tutto fatto per il passaggio delle quote di maggioranza dell’Inter al Suning Group. Il pranzo di oggi tra Erick Thohir e Zhang Jindong ha chiuso ogni questione. Domani a Nanchino, in conferenza stampa, ci sarà l'annuncio ufficiale. Al vertice erano presenti anche Javier Zanetti, Bolimbroke, Gardini e Gandler. Il colosso cinese dovrebbe acquisire la maggioranza del club, che sarà del 68,55%. A Erick Thohir resteranno il 31% delle azioni, mentre lo 0,45% va a piccoli azionisti. La valutazione totale del club ammonta a 700 milioni di euro. Domani alle 15 cinesi la conferenza per annunciare il passaggio delle quote e la conferma di Thohir come presidente del club.
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mercoledì 1 giugno 2016
Clamoroso Paolo Maldini: 'Non torno in questo Milan
L’ex capitano del Milan mai rientrato nei piani rossoneri dopo il suo addio al calcio giocato , Paolo Maldini, ha parlato della situazione rossonera e del suo futuro a Telelombardia. Ecco le sue parole.
Paolo Maldini ha parlato del momento che stanno vivendo i rossoneri, vicini ad una cessione storica ai cinesi, di un suo possibile ingresso in società e del momento di confusione a livello tecnico che sta attraversando il club di Berlusconi: "Io non disponibile ad andare al Milan perché a Miami? Non è vero. Vivo a Milano e sono solo il co-proprietario. Problemi del Milan? Il Milan manca a livello di competenze tecniche. Due amministratori delegati creano confusione. Qualcosa non va.
Paradossalmente il Milan è la società che ha più dipendenti in Italia, ma è sotto strutturata per quello che riguarda l'aspetto sportivo. Per quanto riguarda l'area tecnica è assolutamente lacunosa. Allegri mi chiamava, Barbara Berlusconi mi chiamava, per chiedermi: 'Con chi parlo?', non c'è nessuno con cui parlare di calcio. Nei grandi club europei i grandi campioni fanno poi parte dell'area tecnica. Nel Milan questo non succede. Spiace che tanti ragazzi che hanno fatto grande questa società vorrebbero restituire qualcosa e non riescono".
"A Berlusconi voglio bene, ma sa come sono fatto, faccia le sue valutazioni per un eventuale ingresso in società. Nella società attuale non potrei tornare, abbiamo due visioni totalmente differenti. Se io dovessi un giorno prendere un ruolo in una società come il Milan quello che vorrei è quello di avere il mio diritto di scelta. Credo sia da rispettare il fatto che la società attuale non abbia visto in me una persona adatta per questo ruolo. Nazionale? Mi è stato chiesto più volte di andare a partecipare a qualche evento, ma non siamo riusciti mai a metterci d'accordo. Dalla Nazionale sono sempre stati carinissimi. Io in un altro club? Impossibile".
"Non sono domande che devi fare a me. Se io mettessi sul piatto 750 milioni per acquistare la società vorrei che la società avesse la mia impronta. Mi sembra strano che la società non decida gli uomini da mettere. Poi quello che sarà non lo so".
“Sono
una squadra che ha perso degli uomini importantissimi e non ha
moltissimo talento. Conte ha delle idee molto chiare e permetterà di
dare il 100%. Dove potrà arrivare è difficile dirlo. Sono più
preoccupato per le prime gare”.
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