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venerdì 15 aprile 2016

Calcio: il futuro del Milan parla cinese


Il presidente del Milan è costantemente combattuto sulla cessione del club. Ma pare che il concetto fino ad ora affiorante sia sempre lo stesso: Silvio Berlusconi non vorrebbe vendere la maggioranza della sua creatura. Ecco perché le ultime voci che riguardano la cordata cino-americana vanno prese con cautela.

L'Ac Milan e il consorzio cinese interessato al suo acquisto dovrebbero definire un accordo per giugno. Queste le indiscrezioni emerse dal mondo finanziario. Secondo l'agenzia Bloomberg, che cita fonti vicine al consorzio, i cinesi puntano a trovare un accordo con Silvio Berlusconi per il mese di giugno. Il consorzio, che è formato da una serie di investitori nel comparto dell'energia rinnovabile e dei media, sarebbe d'accordo sulla maggior parte dei punti chiave dell'accordo, ma sarebbe intenzionato a non far proseguire la trattative oltre giugno. Il consorzio punta a una quota variabile da un 50% della società (obiettivo minimo) fino al 70%. Sempre secondo Bloomberg, sarebbe invece in stallo la trattativa tra il Milan e Bee Taechaubol, l'uomo d'affari indonesiano a capo della società finanziaria Thai Prime, che si occupa di private equity e vanta un patrimonio stimato in 1,2 miliardi di dollari. Forbes, a gennaio, aveva stimato in 775 milioni di dollari il valore del Milan.

Da una parte la Fininvest, proprietaria del 99,9 % delle azioni (perché lo 0,1, come noto, è distribuito tra i tifosi del Diavolo), dall’altra l’offerta cinese capeggiata dall’advisor italoamericano Sal Galatioto, proprietario della Galatioto Sport Partners, società americana con sede a New York incaricata della due diligence. L’offerta è già sul tavolo della famiglia Berlusconi, e, stando alle indiscrezioni, siamo in fase di trattativa decisamente avanzata.

Per convincere i cinesi ad effettuare l’investimento, l’ex banker di Lehman Brothers, Salvatore Galatioto appunto, avrebbe preparato un piano immediato di introiti: 300 milioni di euro nel giro di un anno soltanto tra partnership, merchandising e sponsorizzazioni. Il tutto sfruttando il marchio A.C. Milan, tra i più famosi, se non il più famoso, soprattutto nell’estremo oriente.

E’ anche vero però che il valore del Milan sta calando perché la squadra non riesce più a vincere e l’orizzonte europeo pure quest’anno è lontano. Probabilmente Berlusconi ha rivisto le sue idee ma è fornente combattuto e indeciso, fare previsioni oggi è davvero azzardato e complicato. Berlusconi non ha chiuso le porte a nessun investitore, ma prima di vendere le quote di maggioranza cercherà in tutti i modi di restare in sella come azionista di maggioranza. Il presidente sta valutando una serie di possibilità, ma nulla è stato ancora deciso.

L'ANSA ha comunque confermato - «La società Milan e il consorzio cinese interessato al suo acquisto dovrebbero definire un accordo per giugno. Queste le indiscrezioni emerse oggi dal mondo finanziario. Secondo l'agenzia Bloomberg, che cita fonti vicine al consorzio, i cinesi puntano a trovare un accordo con Silvio Berlusconi per il mese di giugno. Il consorzio, che è formato da una serie di investitori nel comparto dell'energia rinnovabile e dei media, sarebbe d'accordo sulla maggior parte dei punti chiave dell'accordo, ma sarebbe intenzionato a non far proseguire la trattative oltre giugno. Il consorzio punta a una quota variabile da un 50% della società (obiettivo minimo) fino al 70%. Sempre secondo Bloomberg, sarebbe invece in stallo la trattativa tra il Milan e Bee Taechaubol, l'uomo d'affari indonesiano a capo della società finanziaria Thai Prime, che si occupa di private equity e vanta un patrimonio stimato in 1,2 miliardi di dollari. Forbes, a gennaio, aveva stimato in 775 milioni di dollari il valore del Milan».

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