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venerdì 2 maggio 2014

L’Inter di Thohir: la rivoluzione per la conquista del mondo



La rivoluzione di Erick Thohir nei prossimi mesi cambierà radicalmente il volto dell'Inter alla ricerca di un rilancio internazionale. La percezione è che il club nerazzurro, sia davanti alla propria storia e dovrà rimettersi a correre. Nessun sovvenzionatore potrà soccorrerlo. Perché le regole del fair play finanziario prescrivono la creazione di club autonomi e autosufficienti. E perché il magnate indonesiano non ha alcuna intenzione di emulare Massimo Moratti che nei suoi 18 anni di presidente ha staccato assegni per 1, 2 miliardi di euro.

Infatti, la rivoluzione globale di Erick Thohir, è composta da progetti chiari, programmi precisi per riportare l’Inter a competere nel mondo. Tre i punti fermi: riorganizzazione, introiti e disciplina a livello finanziario. Durata del piano: 5 anni. E senza bisogno di cercare nuovi soci. «Ho già dei partner: Massimo Moratti, la sua famiglia e Handy Soetedjo: i soci siamo noi e va bene così» ha chiarito il presidente, che ha aperto l’assemblea dei soci con un lungo applauso, condiviso da tutti, al presidente onorario Massimo Moratti. Confermata la nomina di Grant Ferguson nel cda, l’assemblea ha approvato la costituzione di una nuova società (MediaCo) che si occuperà di media, sponsor e ricavi. «Avremo due compagnie — ha spiegato Thohir —: ognuna si concentrerà sulle sue entrate. Quelle dell’Inter saranno determinate da ticketing, tour, merchandising. Il fatturato della nuova company sarà costituito da diritti tv e sponsorizzazioni. È un piano che è piaciuto alle banche».

Il presidente ha fatto anche il punto sul mercato, o meglio il calciomercato 2.0 è distante come l'Indonesia. E' una gelata programmatica, che nel 2014 funziona ma che poco infiamma l'animo del tifoso. Ha Svelato che Hernanes è stato comprato anche perché il Brasile è un mercato caldo per l'Inter. Racconta che Vidic è stato individuato perché il Manchester United, club di cui ora il serbo è capitano, è tra i primi brand in Asia. Laddove, peraltro, Nagatomo è principe e re del marketing calcistico in Giappone. Sicché il mercato si muoverà pure su questa strada, parallela a quella dei rinforzi utili alla D'Ambrosio. Alla ricerca di testimonial, di nomi conosciuti, riconosciuti, riconoscibili. Nella conferenza stampa di due giorni fa al Westin, a margine dell'assemblea dei soci nerazzurra, Thohir ha spiega la sua idea di calciomercato 2.0. Prendere giocatori dopo scelte di squadra, nel cui team siano compresi anche sponsor e partner. Studiare l'esterno o l'attaccante giusto non soltanto perché segni in campo, ma perché faccia gol anche nei bilanci del futuro. Per questo, indizio buono per noi e per i sogni dei tifosi, guardare alla Premier sarà cosa giusta, così come ad affari con le grandi di Spagna. Arriveranno nomi noti, perché l'Inter vuole espandere presto ed in maniera forte il suo brand. Una strategia vincente, come le grandi straniere insegnano. Walter Mazzarri, invece, deve pensare a nuovi giocatori che vadano bene anche per il marketing. .Se faremo bene nelle ultime tre partite, nella prossima stagione parteciperemo a tre competizione e servirà una squadra completa, siamo consapevoli che è importante avere grandi giocatori, ma dobbiamo essere in salute finanziaria per poterli comprare. Con Mazzarri va bene e poi continuare a cambiare allenatore è negativo».

E per godere di buona salute economica non resta che incrementare il fatturato del club. La media di quello dei primi 15 club europei è di circa 260 milioni l’anno e Thohir è convinto che l’Inter per arrivare a quei livelli una della voci più importanti sia il ticketing. «Abbiamo reclutato una nuova persona che si occuperà della biglietteria e stiamo cercando un responsabile marketing e un responsabile delle sponsorizzazioni internazionali visto che con Infront abbiamo siglato un accordo che riguarda l’Europa, non il resto del mondo. E noi vogliamo siglare accordi in Cina, Sud Est asiatico, Giappone e Australia. Per superare i 200 milioni di fatturato serve sviluppare il settore media, il sito internet, i social network che costituiscono importanti fonti di entrate».

Stando a quanto filtrato si vocifera di un piano di rifinanziamento da circa 250 milioni, che dovrebbero essere utilizzati in primo luogo per sostituire le garanzie prestate personalmente da Moratti (per circa 80 milioni) e le linee di credito aperte presso banche italiane (Intesa Sanpaolo, Bpm e Banco popolare soprattutto) anche attraverso operazioni di factoring (vale a dire di anticipi sui futuri introiti legati ai diritti tv e alle principali sponsorizzazioni), per complessivi 180/190 milioni. In secondo luogo per far fronte alla gestione corrente che brucia 60/70 milioni all'anno.

La sostituzione delle garanzie di Moratti e la chiusura dei vecchi debiti è parte integrante dell'accordo relativo alla cessione del 70% dell'Inter ratificata a novembre, oltre alla ricapitalizzazione già effettuata da Thohir per 75 milioni. L'operazione di rifinanziamento - si è parlato tecnicamente di una secured transaction, tipica forma di prestito garantito da un'attività imprenditoriale diffusa nel sistema Usa – prevede che se il debitore non riesce ad onorare i debiti, i creditori possano rivalersi direttamente sulla società, entrandone in possesso. Sarà quindi l'Inter a garantire l'Inter, come più volte ha rimarcato lo stesso Thohir. Il club nerazzurro dovrà dunque trasformarsi rapidamente in un'azienda capace di realizzare ricavi per oltre 250 milioni (contro i 170 operativi del 2013) e macinare utili (contro un rosso che nel 2013 ha toccato quota 80 milioni). Una scommessa ambiziosa che Thohir e i suoi soci e sostenitori sono convinti di poter vincere.


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