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martedì 6 febbraio 2018

Calcio: Serie A diritti tv a Mediapro



L'offerta spagnola per i diritti sulle partite del triennio 2018/2021 è di mille euro sopra il minimo di 1,05 miliardi. Adesso si dovrà pronunciare il garante della concorrenza. Mediapro: "La serie A si vedrà su tutte le piattaforme possibili". E secondo i piani dell'intermediario spagnolo il nostro campionato potrebbe andare in onda su satellite, digitale terrestre, ma anche su piattaforme Iptv e telefonini. E ora nel mirino di Mediapro c'è anche la B.

"Nessuna abitudine italiana verrà stravolta", assicura l'ad di Infront Luigi De Siervo. E i catalani, che già producono 13 campionati e puntano anche alla Serie B, giurano di considerare cruciale l'abbonato e dichiarano di voler rivendere "più calcio possibile, alla miglior qualità possibile, al prezzo più giusto".

Non solo su satellite e digitale terrestre, nel prossimo triennio la Serie A andrà in onda su ogni piattaforma, anche sulle Iptv (tv su internet) e i telefonini secondo i piani di MediaPro, l'intermediario che ha vinto la gara per i dritti tv del campionato per i prossimi tre anni. Lo scenario non è però ancora chiaro nei dettagli. Gli utenti dovranno attendere circa un paio di mesi per conoscere l'offerta delle varie emittenti. Entro 45 giorni l'Autorità garante della concorrenza e del mercato dovrà dare il via libera per l'assegnazione definitiva a MediaPro, poi il resto dipenderà dagli accordi commerciali fra gli spagnoli e i vari operatori, da quelli che tradizionalmente trasmettono la Serie A come Sky e Mediaset, fino a quelli operativi sulla piattaforma Internet, come Perform o Tim. Non è escluso che gli operatori possano essere invitati a confezionare e rivendere agli abbonati pacchetti dedicati solo alla Serie A (e non più al calcio o allo sport, come accade ora in genere), in modo anche da rendere più chiaro il valore effettivo del prodotto. È possibile anche che per le piattaforme con margine di resa più bassa siano applicati prezzi più bassi.

Fondato nel 1994, il Gruppo MediaPro si è fuso con il Gruppo GlobMedia nel 2006 e, insieme a WPP, azienda leader mondiale nel settore delle comunicazioni e del marketing, e Torreal ha costituito il Gruppo Imagina che oggi vanta di essere "il principale fornitore di contenuti multimediali europei e contenuti audiovisivi, produzione e distribuzione". Il gruppo di Barcellona, il più grande gestore di audiovisivi di Spagna, già gestisce i diritti della Liga, il campionato di Leo Messi e Cristiano Ronaldo, e tra le sue produzioni televisive ha partecipato anche a quella di "The Young Pope". La Serie A si aggiungerà ai 13 campionati di tutto il mondo prodotti, totalmente o parzialmente, per la tv da MediaPro. E non è escluso che il 15esimo possa diventare la Serie B, già finita nel mirino degli spagnoli. Ci sono quelli di Spagna, Francia, Portogallo, Grecia, Turchia, Colombia, Bolivia, Kenya, Gabon e Mozambico fra i campionati nel portfolio di MediaPro; gruppo con base a Barcellona (6.500 professionisti, nel 2017 fatturato di oltre 1,6 miliardi di euro, EBITDA di 216 milioni) produce e distribuisce, su commissione della Liga, il segnale di tutte le partite di prima e di seconda divisione. MediaPro produce con le moderne tecnologie (dal 4K-HDR alle riprese a 360 gradi), con un sistema di video analisi (Mediacoach), che raccoglie in tempo reale oltre 3mila dati statistici, fornito anche a tutte le squadre spagnole. In 24 anni Mediapro ha creato vari canali, e ora ne produce 11 in tutto il mondo. Fra questi LaLiga Tv, LaLiga 1-2-3 Tv, il canale del Real Madrid e beIN LaLiga.

MediaPro spiega anche di aver scommesso anche sui contenuti digitali e gli e-sports, dando impulso al campionato spagnolo di videogiochi per professionisti. Ma MediaPro, oltre che per le acquisizioni e il business audiovisivo, è finita recentemente anche al centro di rivoli giudiziari, con l'Antitrust spagnola che a primavera scorsa ha avviato un'indagine sulle presunte pratiche anticoncorrenziali nei confronti della tv online e le indagini dell'Fbi - che sta investigando sul "Fifagate" - che l'ha tirata in ballo (visto anche il suo rapporto con la qatariota BeIn Sport) per l'assegnazione dei Mondiali in Qatar.

Sky, attraverso i suoi avvocati, ha diffidato la Lega serie A dall’assegnare a MediaPro i diritti audiovisivi della Serie A per le stagioni 18-21, visto che il gruppo audiovisivo spagnolo MediaPro - pur avendo presentato un’offerta allo specifico bando rivolto esclusivamente agli “intermediari indipendenti” - non opererebbe come un intermediario indipendente ma come un vero e proprio operatore della comunicazione. Come si apprende anche dagli organi di stampa, MediaPro avrebbe infatti avviato nel corso della trattativa privata una negoziazione con la Lega per “realizzare uno o più canali tematici anche sotto forma di canali ufficiali della Lega”, curandone i palinsesti e la veste editoriale. MediaPro inoltre avrebbe negoziato con l’intenzione di “vendere spazi pubblicitari sugli stessi canali”, “concludere accordi per la distribuzione di tali canali con gli operatori della comunicazione interessati” e ripartire i profitti con la Lega. MediaPro intende agire quindi a tutti gli effetti come operatore della comunicazione attivo sul territorio e nei confronti degli utenti (violando il paragrafo 5.3 del secondo Invito). E inoltre essendo preclusa ad unico operatore della comunicazione l’aggiudicazione di tutti i diritti in esclusiva (no single buyer rule) l’assegnazione a MediaPro viola anche l’articolo 9.4 del Decreto Melandri e il paragrafo 24.b delle Linee Guida. Per questo Sky chiede alla Lega di considerare l’offerta di MediaPro inammissibile e quindi di interrompere le trattative private con il gruppo spagnolo e di escluderlo immediatamente dalla procedura di assegnazione.

 "Il nostro obiettivo è vendere più calcio possibile, alla migliore qualità possibile, al prezzo più giusto, collaborando con le piattaforme e aprendo nuove finestre di distribuzione". È la filosofia di MediaPro secondo Jaume Roures, presidente del gruppo spagnolo che ha acquistato i diritti tv della Serie A. Un altro storico socio, Tatxo Benet, ha aggiunto: "Per noi è cruciale l'abbonato, vogliamo che chi si abbona possa vedere tutte le partite. La Serie A si vedrà su ogni piattaforma, su tutti gli schermi possibili".

Mediaset: "Aspettiamo di conoscere l'offerta che intendono fare, è prematura qualsiasi conclusione", dicono le stesse fonti. Mediaset sceglie dunque una linea attendista, in vista di valutare come Mediapro declinerà la sua proposta. Del resto il destino dei contenuti di Premium, la pay tv del gruppo, era stato delineato a Londra in tempi non sospetti, un anno fa, quando Piersilvio Berlusconi illustrò alla comunità finanziaria le prospettive del gruppo al 2020. Nel piano il calcio è presente sull'offerta a pagamento ma solo come un "business sostenibile indipendentemente dai risultati delle aste" per i diritti televisivi.

Ma soprattutto Pier Silvio Berlusconi indicò che Premium può essere aperta ad altri operatori. Nel piano è infatti scritto nero su bianco che il gruppo prevede di "rendere disponibili i canali pay prodotti da Mediaset anche ad altri operatori" e, contemporaneamente, prevede di aprire la piattaforma tecnologica Premium "a tutti i produttori di contenuti interessati a un'offerta pay".
Quindi sì al calcio ma solo ad un costo sostenibile altrimenti Premium percorrerà la strada già spianata da Netflix di una programmazione basata su film e serie tv. E soprattutto, nei piani illustrati alla comunità finanziaria nel gennaio dell'anno scorso, apertura della piattaforma anche a soggetti terzi: con l'arrivo in Italia di Mediapro tale prospettiva potrebbe diventare anche più concreta.

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