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domenica 25 giugno 2017

Calenda sulla cessione di Keita: «Lazio, ora basta: serve un'intesa»


A tutto Calenda: "I biancocelesti hanno un accordo col Milan, ma vogliamo capire il progetto. Juve? Nessun intesa. E non abbiamo preso in considerazione l’idea di andare via a parametro zero o di danneggiare la Lazio, ma la cessione è la cosa migliore per tutti"

Roberto Calenda, agente di Keita: siete d’accordo con la Juventus?
«Assolutamente no. Si vogliono a tutti i costi addossare colpe ad un calciatore, guarda caso ad un anno dalla scadenza del contratto. Non passa giorno senza che chicchessia esca fuori con notizie concernenti la vita di Keita: non è più tollerabile».

Ci dica: a questo punto restano due possibilità? Resta alla Lazio o va al Milan?
«Noi siamo stati chiari. La Lazio, invece, no. Non è mai stato indicato un programma su Keita, tanto è vero che anche in questa stagione – la migliore di sempre – ha giocato ad intermittenza. La Lazio ha legittimamente compiuto una scelta: non ha lavorato sul rinnovo. Keita da tempo è sul mercato. Noi non abbiamo preso in considerazione l’idea di andare via a parametro zero o di danneggiare la Lazio.

A questo punto, però, bisogna rendersi conto che la cessione è la soluzione migliore per tutti. Ovviamente, pensiamo ad una cessione che soddisfi tutte le parti. Tuttavia, è proprio questo il punto: abbiamo a che fare con un club che – al momento – considera solo il proprio interesse economico; la volontà di Keita per la Lazio non esiste. Allora, ancora una volta, bisogna essere trasparenti: noi vogliamo trovare una soluzione che soddisfi la Lazio ma che tenga pure in debita considerazione la volontà del ragazzo. Noi vogliamo dialogare con la Lazio fino alla fine e trovare un accomodamento; non siamo tuttavia disposti ad accettare imposizioni o ad essere “messi all’angolo” o, ancora peggio, a subire ritorsioni che – se si verificassero – sarebbero immediatamente denunciate alle autorità competenti. La volontà del ragazzo non può essere coartata, ipotizzando – in caso di mancata cessione a condizioni imposte unilateralmente dalla società – scenari apocalittici». Quando leggo di 3 o 4 offerte rifiutate (formulate anche da club esteri: inglesi, ad esempio) mi viene da dire: chi gestisce questa vicenda diffondendo notizie, se vere, mai comunicate al manager del giocatore? In tanti anni di calcio non mi era mai capitato».

In sostanza, le mosse della Lazio quali sono state?
«Mai fatte proposte di rinnovo nelle due stagioni passate. Nell’anno di Pioli, Keita non ha mai giocato. Con Inzaghi ha cominciato a lungo in panchina. E’ stato detto di tutto: che era indisciplinato; che non era determinante; che era una testa calda. Invece si è sempre comportato da vero professionista accettando di giocare un minuto, trenta o dall’inizio con la stessa intensità».

Avete rifiutato il Milan, perché?
«Ci hanno comunicato di avere fatto un accordo con il Milan. Noi ne abbiamo preso atto. Il Milan è sempre il Milan – parliamo di uno dei club più titolati al mondo – ma vogliamo capire in questo momento qual è l’entità del loro progetto».

Conclude Calenda: "Non c’è mai stata un’offerta durante questi due anni. Nell’ultima settimana c’è stato un tentativo goffo di trattare. E’ stato ipotizzato uno stipendio che rientra nei parametri Lazio, ma con una clausola rescissoria da top player. E’ questo che non funziona: Keita è ipervalutato solo per fare cassa. Posso solo dire che Keita è valutato dalla Lazio come un top player. Ma la stessa società non lo tratta come un top player, non lo paga come un top player, non lo considera come un top player; addirittura non ha interesse a sapere cosa pensi Keita. Keita per la società è una “cosa” da vendere. Sicuramente ci sono state richieste fuori mercato, considerato che tra un anno scade il contratto. La società è legittimata a chiedere qualsiasi cifra, ma è necessario poi che ognuno si assuma le responsabilità se poi la cessione non si realizza. Ricordo a me stesso che per fare un contratto bisogna essere tutti d’accordo, rispettare il proprio interlocutore; per mostrare rispetto al proprio interlocutore, bisogna essere sereni e disponibili al dialogo”.


 

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