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sabato 7 dicembre 2013

Dai marò in India ai tifosi della Lazio in Polonia. L’Italia perde in campo internazionale




Altro che girone difficile per i prossimi mondiali di calcio. L’Italia ha già perso sul fronte internazionale.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due militari accusati della morte di due pescatori il 15 febbraio del 2012, ormai quasi due anni agli arresti. Si sono aggiunti in Polonia i 22 tifosi della Lazio a Varsavia.

Hanno fatto rumore le dichiarazioni del ministro degli Interni polacco che ha usato parole dure la presenza a Varsavia dei genitori dei 22 laziali ancora in carcere dopo gli scontri prima dell'inizio della sfida di Europa League col Legia: "Comprendo il loro dolore ma non posso altro che dire che sono genitori di banditi e delinquenti".

Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha criticato il ministro dell'Interno polacco, Barlomiej Simkiewicz, che aveva definito "banditi" e "teppisti" i tifosi della Lazio ancora agli arresti a Varsavia. "Sono parole sconvenienti", ha commentato a margine di una cerimonia alla Farnesina, "in particolare per un ministro. In uno Stato di diritto le colpe sono individuali, non si generalizzi".

E’ doveroso ricordare che il ministro polacco Barlomiej Simkiewicz, ha sulla sua fedina penale tracce di condanna per ostacolo a procedimento penale (con tre giorni di reclusione) partecipazione a episodi di strada, turbamento dell’ordine pubblico e distribuzione di volantini abusivi. Episodi che risalgono agli anni 80, in pieno fermento per la caduta del comunismo e del blocco sovietico.

"C'erano dei violenti ma sono stati presi e trattenuti anche manifestanti inconsapevoli", ha aggiunto il ministro, auspicando "una soluzione rapida della vicenda". Sta dunque assumendo i toni di un 'caso diplomatico' la vicenda che ha coinvolto ventidue tifosi della Lazio fermati prima dell'incontro tra i biancocelesti e la squadra polacca del Legia Varsavia.

I genitori dei fermati si sono detti soddisfatti dell'operato di Enrico Letta: "Abbiamo ottenuto - hanno detto i rappresentanti dei genitori - il massimo di quanto potevamo aspettarci, il premier e' stato partecipe della nostra sofferenza, ci ha spiegato di aver fatto il massimo".

"Speriamo - hanno aggiunto - che possiamo ritornare a casa con i nostri ragazzi al più presto. Nel massimo rispetto degli ordinamenti giuridici di un altro Paese speriamo che venga fatta chiarezza". L'ambasciata italiana a Varsavia e' presa d'assalto da giorni dai parenti dei supporters arrestati per gli incidenti accaduti prima della partita. Alcuni sono già stati processati per direttissima, per gli altri c'e' anche la possibilità di un patteggiamento ma nel caso dovranno ammettere la responsabilità e potrebbero cavarsela prendendo due anni con la condizionale e il Daspo, il divieto di entrare negli stadi, per tre anni.

Nei giorni scorsi era intervenuta la responsabile della Farnesina, Emma Bonino, e anche il ministro degli Esteri polacco. Il Capo dell'esecutivo oggi ha chiesto al primo ministro polacco di "fare tutto cio' che e' in suo potere" affinché ci sia "una attenzione particolare" verso i ragazzi.

Il problema infatti, spiegano fonti governative, è che dal punto di vista formale la situazione non è criticabile. In Polonia, tra l'altro, vige ancora il reato di "adunanza sediziosa" per incitamento ad atti violenti.

Proseguono i contatti diplomatici tra Italia e Polonia per risolvere la situazione dei 22 tifosi della Lazio ancora in carcere, dopo gli incidenti del pre-partita tra Legia Varsavia e Lazio.  Il premier Enrico Letta nei giorni scorasi si è confrontato con il suo omologo polacco Donald Tusk in un incontro in Polonia. Letta ha anche incontrato le famiglie dei 22 arrestati all’ambasciata italiana tranquillizzandoli.

Così il presidente della Lazio Claudio Lotito la situazione è impensabile e noi come società ci siamo resi disponibili per difendere i nostri tifosi. Non c'erano le condizioni per i fermi: mercoledì molti tifosi avversari hanno cercato lo scontro con quelli della Lazio sotto gli alberghi in cui alloggiavano. Dopo un'ora e mezzo c'è stata una perquisizione senza creare alcuno stato d'allarme eccessivo.

Ma stando ad oggi sembra un'altra sconfitta dell’Italia all’estero.




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