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sabato 14 dicembre 2013

Juventus: Antonio Conte e le trattative di calciomercato



Conte: «Che fallimento. Obiettivo era il "triplete"», il tecnico della Juventus tagliente in conferenza stampa . Poi torna serio: «Questa non è più la Champions dei miei tempi. Qui ti scontri con squadre che economicamente ti sono superiori. È inutile mettere la testa sotto la sabbia. Vedere una squadra italiana in finale nei prossimi anni sarà molto, molto dura. Dobbiamo rialzarci e ripartire dal Sassuolo. Pensiamo solo al presente e no alle fesserie come già concentrarsi sull'Europa League che rappresenta il futuro.

"Noi - ha aggiunto il tecnico bianconero - abbiamo già fatto un miracolo a tornare protagonisti in Italia, vincendo due scudetti e due Supercoppe dopo due settimi posti. L'anno scorso siamo arrivati ai quarti di finale, eliminati dal Bayern che ha poi vinto la Champions. Quest'anno il cammino all'inizio non è stato un cammino buono e questo ha pregiudicato il nostro percorso. Però ci vuole tempo: chi pensa che le vittorie nascano dall'oggi al domani significa che non ha mai vinto in vita sua. Chi ha vinto sa che c'è un percorso da seguire. E' un percorso lungo, fatto di lavoro, di fatica e di cadute".

Vucinic? Non è disponibile. Asamoah? Potrebbe giocare interno».

Antonio Conte non ci sta e non accetta di buon grado le critiche dopo l'uscita dalla Champions League. Il tecnico della Juve, dopo una prima risposta piccata, cambia idea e assume un tono sarcastico a chi gli chiedeva conto di "fallimento" dei bianconeri dopo la prematura uscita dalla Champions League già nella fase a gironi: «Non è la prima volta che siamo caduti sul campo. Quest'anno abbiamo perso due consecutivamente, mai accaduto sotto la mia gestione, perciò non ci sono ricette particolari per ripartire. Si può vincere e perdere e dobbiamo essere preparati a questa eventualità. Ora dobbiamo rialzarci, così come abbiamo fatto le altre volte. Cosa provo quando sento parlare di fallimento? Ma fallimento di cosa? Che non abbiamo vinto la Champions League? Se come obiettivo c'era di vincere il trofeo è un fallimento, poi che si potesse fare un percorso più lungo questo sicuramente. O forse sì. Avevamo messo come obiettivo finale il "triplete" quindi è un fallimento quello della Juve». Ironia a parte poi Conte analizza bene i motivi dell'uscita dalla Champions, facendo un'analisi più approfondita: «Cosa serve per fare dela Juve modello italiano in Europa? Il tempo. Si pensa che bastino un paio di stagioni per battere delle corazzate, ma in realtà ci vuole pazienza. Noi abbiamo fatto qualcosa di straordinario nelle ultime due stagioni, vincendo due scudetti e due Supercoppe. Quest'anno in Champions non abbiamo fatto un buon cammino perché le prime partite ci hanno pregiudicato il passaggio del turno. Ci vuole tempo per maturare e capire dove migliorare. Questa non è più la Champions dei miei tempi. Qui ti scontri con squadre che economicamente ti sono superiori. È inutile mettere la testa sotto la sabbia. Vedere una squadra italiana in finale nei prossimi anni sarà molto, molto dura. E questo ve l'ho detto due anni fa e spesso ci azzecco come i fatti stanno dimostrando. Per quanto riguarda la nostra uscita ho già spiegato perché non ci siamo qualificati. Di base siamo usciti senza giocare una partita e poi che non dovevamo ridurci a giocarci la qualificazione agli ottavi nell'ultima partita. La qualificazione poteva essere già in ghiaccio e invece ci siamo ridotti all'ultimo. Il destino ci ha riservato questo per mandarci un messaggio. Ai ragazzi ho detto che questo ci deve servire da lezione per capire dove migliorare. Sul vincere la Champions è un'ambizione giusta perché uno deve sempre porsi obiettivi ed alzare l'asticella. Bisogna scrivere la storia alzando i nostri obiettivi ma ci vuole e ci vorrà molta pazienza».

Poi la mente di Conte torna al campionato: «Il presente oggi è la cosa più importante. Pensare al passato non conta e neanche pensare al futuro troppo lontano (il riferimento è alla sfida contro la Roma del 6 gennaio, ndr). C'è ancora il Sassuolo da affrontare prima di pensare alla Roma. Dobbiamo pensare solo alla partita di domani e poi ad Avellino e Atalanta. Meglio concentrarsi sul presente piuttosto che sulle fesserie. A cosa mi riferisco? Pensare all'Europa League già ora quando mancano più di due mesi alle sfide dei sedicesimi. Tevez non ha segnato in Champions? È relativo il gol, conta la prestazione e io sono contento del suo rendimento. In Turchia è stato un leone, un leader in campo e nonostante il terreno di gioco si è calato nella giusta mentalità. Abbiamo fatto sotto tutti i punti di vista, anche umano, un grandissimo acquisto quindi io sono contento. La mia valutazione non è sul quantitativo di gol ma sull'apporto che dà alla squadra. I parametri miei sono molto diversi dai vostri. Ognuno fa il suo lavoro». Chiusura sugli assenti sicuri contro i romagnoli e sulla possibile novità tecnica a centrocampo considerando il ko di Pirlo e la squalifica di Marchisio: «Vucinic non è disponibile, così come Pirlo e Marchisio. Cerchiamo delle soluzioni a centrocampo e fra queste potrei utilizzare Asamoah come interno».

Calciomercato Juve, è terremoto: in tanti possono partire da Marchisio a Vucinic, da Quagliarella a Giovinco, senza dimenticare le offerte mostruose per Vidal e Pogba: l'uscita dalla Champions impone una valutazione economica da non sottovalutare per il club bianconero.. L'uscita inattesa dalla Champions impone infatti una profonda riflessione dal punto di vista economico, viste le offerte mostruose che a Torino continuano ad arrivare. E le parole del presidente Agnelli («Se arrivasse una grossa offerta, il club non avrebbe la forza per trattenere un giocatore come Pogba») risuonano più forti ora che anche i proventi della massima competizione continentale si sono prosciugati.

Pogba arrivato a costo zero, Vidal preso per dieci milioni: oltre a loro a poter garantire una grande plusvalenza, la parola chiave dei bilanci dei club di Serie A, sarebbe Marchisio, cresciuto bianconero fin dalle giovanili. Senza dimenticare che il palcoscenico dell'Europa League potrebbe sia attutire economicamente la perdita che dare spazio e occasioni di visibilità a Vucinic, Quagliarella e Giovinco: tre nomi che potrebbero poi cercare altrove nuovi stimoli, con la Juve che non alzerebbe barricate per la loro partenza.

Il valore stimato della rosa bianconera ammonta a 325 milioni di euro, mentre il monte ingaggi oscilla attorno a 115 milioni lordi: il salario più alto appartiene a Carlos Tevez, 5 milioni più bonus, tetto massimo al quale dopo il rinnovo si avvicina Arturo Vidal. L'investimento sul mercato estivo è stato di 44,8 milioni (Ogbonna - 13 milioni e 2 bonus - il più costoso), bilanciato da cessioni e prestiti onerosi per 34,75: saldo, -10,5 milioni.

Inoltre per i sorteggi di Europa League del 16 dicembre prossimo non sarà testa di serie.




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