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giovedì 3 luglio 2014

Fabio Capello alla Duma dopo i mondiali in Brasile



I parlamentari russi vogliono spiegazioni dal ct sul fallimento in Brasile, mentre da noi ci accontentiamo delle dimissioni con scuse in silenzio.

Il c.t. friulano è nel mirino della stampa e del mondo politico per l'eliminazione della Russia dal Mondiale e per il suo stipendio. I tifosi algerini vogliono raccogliere 1 milione di firme da inviare al presidente della Faf Mohamed Raouraoua per convincerlo a trattenere il tecnico. Russia e Algeria, destini uguali ma diversi. In particolare per quanto riguarda i c.t. Identico il finale: l'eliminazione dal Mondiale brasiliano, per i russi nella fase a gironi mentre per gli algerini agli ottavi (dopo i supplementari) per mano della Germania. Completamente differente l'accoglienza in patria. Per Fabio Capello, c.t. della Russia, il ritorno a "casa" non è stato per nulla semplice. L'allenatore friulano è stato infatti convocato domani al parlamento russo, per spiegare il flop della nazionale e i suoi progetti per il futuro. Questo è quanto annunciato da Igor Ananskikh, capo della commissione sport della Duma, come riferisce R-sport.

Dopo la mancata qualificazione agli ottavi, “don' Fabio” è finito nel mirino della stampa russa (del mondo politico, anche per il suo ingaggio stellare: secondo i media, circa 8-9 milioni di euro l'anno. Secondo una fonte di Itar-Tass, Capello avrebbe ottenuto nel rinnovo del suo contratto un "paracadute d'oro" di 25 milioni di dollari in caso di licenziamento. All'indomani dell'uscita dal torneo brasiliano, Capello si era auto assolto: "con questa squadra siamo arrivati al Mondiale per la prima volta in 12 anni. Penso di aver fatto un buon lavoro finora ed è un peccato che non siamo riusciti ad andare avanti.

Zero vittorie, due pareggi e una sconfitta rimediati in un girone con Belgio, Algeria e Corea del Sud sono parsi un po' pochino ai politici locali. Poco soprattutto considerando lo stipendio monstre del pluridecorato ct che ha appena rinnovato fino al 2018 alla modica cifra di 8 milioni di euro (netti) a stagione dopo averne incassati oltre 10 nel biennio 2012-2014 per presentare al meglio la Russia al cospetto del resto del mondo.

I parlamentari della Duma faranno domande e Fabio Capello risponderà. Dietro c'è anche molta speculazione politica e sicuramente l'allenatore italiano non è un "ladro", come lo ha bollato il leader del partito liberaldemocratico Vladimir Zhirinovsky, chiedendogli di "restituire se non tutti, almeno metà dei soldi incassati dalla federazione". Difficile che Capello se la possa cavare, però, dando tutta la colpa all'arbitro - come fatto al termine del pareggio contro l'Algeria costato l'eliminazione - o spiegando di aver portato in Brasile un portiere che si è rivelato nei fatti una specie di citofono. Loro chiederanno e lui risponderà.

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